Via Ferrata Giovanni Lipella

Via ferrata ricca di reminiscenze del I conflitto mondiale e dedicata a Giovanni Lipella - ragazzo del '99 irredento ufficiale mitragliere e medaglia d'oro V.M. - caduto durante la battaglia del solstizio il 26 giugno 1918.
La prima parte della ferrata si svolge nella galleria del Castelletto, scavata dai genieri italiani per circa 500 metri e asportando 2200 metri cubi di roccia viva. Al termine della galleria fu posta una mina da 35 tonnellate che alle 3:30 dell'undici luglio 1916 fu fatta esplodere sotto le postazioni asburgiche, consentendo in tal modo la conquista della Tofana di Rozes. Il ramo di galleria della mina è oggi identificato da una targa. Usciti dalla galleria e ridiscesi sul sentiero sottostante lo si percorre attraverso un grande ghiaione per una decina di minuti fino all'attacco vero e proprio della Lipella. La via si articola tra lunghe cenge, essenzialmente digradanti, e tratti verticali fino ad un bivio dal quale si può scendere verso il rifugio Giussani o proseguire verso la vetta. Proseguendo per un breve tratto verso il Giussani, una terrazza panoramica merita una breve deviazione per la vista grandiosa sulle Tre Dita e sulla Val Travenanzes. Ritornando sui propri passi si affronta l'ultima parte della Lipella, che dopo una lunga cengia diventa più verticale della precedente e finisce in un grande e severo anfiteatro da cui si guadagna l'uscita. Il ghiaione sommitale è l'ultima fatica per la vetta.
Sulla via del ritorno, oltrepassato il rifugio Giussani, è presente una targa deposta dagli alpini nel primo dopoguerra in memoria del generale Antonio Cantore, caduto il 20 luglio 1915 colpito da un cecchino austriaco durante una ricognizione quasi solitaria sulla Tofana di Rozes. Dopo la targa è possibile vedere l'ex rifugio Cantore, costruito nel 1921 dal CAI di Cortina accanto alle rovine del precedente rifugio Tofana del 1886, distrutto durante il primo conflitto, e ai resti di baraccamenti della guerra.