LA TOMBA DI DRACULA A NAPOLI: INTERVISTA A RAFFAELLO GLINNI

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  • เผยแพร่เมื่อ 18 ก.ย. 2024
  • #Dracula, un mito che non tramonta mai. Vi proponiamo un'esclusiva: Adriano Forgione intervista a Roma il ricercatore Raffaello Glinni, che insieme ad Erica Stella avrebbe individuato il luogo di sepoltura del signore di Valacchia proprio in Italia. Dietro la leggenda c’è la storia di un condottiero, Vlad III detto Tepes (l’Impalatore), per la sua crudeltà nei confronti dei nemici, e Dracul, figlio del Dragone, dall’ordine al quale apparteneva prima di lui il padre. Una figura storica, anche se ancora avvolta nel mistero, come il luogo della sua sepoltura, forse molto vicina a noi. Alcuni indizi sembrano condurre a Napoli, nella chiesa di Santa Maria La Nova, nel chiostro minore di San Giacomo della Marca, sulla tomba quattrocentesca della famiglia Ferillo. Qui, sul marmo è scolpitala una simbologia che ricorda Vlad e il suo elmo sormontato da un drago. Sulla lapide funeraria ci sono, infatti, tre simboli che lo stesso Adriano Forgione spiega avere un significato metaforico: “Le sfingi si rifanno alla città di Tebe, o Tepes, e rimandano al soprannome di Vlad, l’Impalatore; i papiri chiusi, rappresentano una Conoscenza criptata; mentre i delfini accoppiati, simbolo della sono un simbolo della Dobrugia, uno dei domini di Dracula, campo di battaglia delle sue vittorie contro gli Ottomani. A legare Dracula a Napoli sarebbe soprattutto una linea di sangue: Maria Balza, presunta figlia di Vlad Tepes, giunta nel Regno di Napoli dai territori nel 1479. Ferdinando di Aragona le diede asilo e qui divenne la moglie di Matteo Ferrillo. Probabilmente fu lei a portare il corpo di Dracula a Napoli, per salvare le spoglie del padre, seppellendolo nella tomba gentilizia del marito. Un’indagine che sembra un romanzo. Un primo esame della pietra tombale ha rivelato un dettaglio sorprendente: in un punto il marmo è insolitamente caldo. Anomalia per ora inspiegabile, là sotto non passano fili elettrici né tubature. All’interno della chiesa, poi, un’altra stranezza: una scritta dipinta in una lingua sconosciuta, forse un messaggio in codice, le cui uniche parole leggibili ad oggi sono due volte la presenza del nome di Vlad Tepes e una parola che indica i balcani. Dietro la lapide non ci sono resti, ma sotto il pavimento della cripta è stata individuata una bara, ancora non aperta. La leggenda di Dracula “l’immortale”continua…
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