a prescindere dall'inoppugnabilità o meno del documentario, di parte o non di parte, vuoi mettere gli speakers professionisti senza una minima cadenza dialettale della RAI del tempo, con quella voce calda ed accattivante? Non come gli uomini e donne bofonchianti dei servizi giornalistici RAI e, non solo RAI, d'oggi.
Tra l'altro riconoscibilissima in quanto protagonista di molti documentari e sceneggiati come voce narrante o fuori campo (primo fra tutti, Sandokan, nei primi 2-3 minuti di inizio della prima puntata). Magnifica e irripetibile
Sono interessanti i commenti di chi NON era lì in quei momenti. Sciacquatura di giudici parziali e totalmente ignari di cosa è successo e di come si sarebbero comportati nelle medesime circostanze. Ma non è più semplice mostrare unicamente della pietà? Non è più semplice e umano onorare quelle vite? Evidentemente non sanno cosa sia l'onore.
Un episodio su cui si é costruita una strana mitologia dell'eroismo della resistenza italiana. Forse sarebbe meglio definirla temerarietá sulla spinta di un gruppo di ufficiali e sottufficiali che non si rendevano conto del contesto. Il generale Gandin doveva essere un bravo generale e aveva giustamente espresso che la misera divisione di guarnigione italiana, se pur poteva avere ragione dei 2 battaglioni tedeschi sull'isola, nulla poteva contro l'aviazione e i rinforzi nemici provenienti dalla penisola greca. Per questo non poteva che tentare un accordo per salvare quei 11000 uomini, forse credendo di poter risparmiare il disonore e l'umiliazione della consegna delle armi collettive grazie alla propria autorevolezza guadagnata sul fronte russo. Tra le altre cose prendere le armi contro i tedeschi voleva dire disobbedire all'ordine (seppur fumoso) dell'armistizio e, non essendo l'Italia in guerra contro i tedeschi, rendeva i suoi soldati franchi tiratori espondoli alle orribili rappresaglie cui si é assistito. Questi ufficiali e sottufficiali probabilmente erano troppo giovani ed impreparati dato che di questo non si resero conto e, come emerge anche dal filmato, avevano cominciato a complottare contro il comando della divisione. Armi furono consegnate ai partigiani greci (che a quanto pare al momento degli scontri non si fecero vedere), incitavano la truppa alla resistenza determinandone l'inutile sacrificio, creando odio contro il comando divisionale che era di pare opposto tanto che Gandin in quei giorni ricevette un attentato e infine con quella scelta di aprire il fuoco contro la motozattera tedesca senza autorizzazione. Insomma, una triste storia di insubordinazione finita malissimo. Al fianco delle responsabilità dei tedeschi sarebbero da rilevare le responsabilità di alcuni degli intervistati.
@@frankfreethinkernero8458 Pensavo di esser stato abbastanza esaustivo per quanto lo si possa fare con un commento su TH-cam scrivendo con il proprio nome. Ma provvedo ad integrare. Probabilmente pretendi che io faccia i nomi degli ufficiali che hanno responsabilitá. Se rivedi questo documento tenendo presente quali erano i termini esatti del problema generato dall' "armistizio" avrai evidenza di quanto alcune delle azioni di disobbedienza rivendicate dagli ufficiali intervistati non potessero avere esiti diversi da quelle che si sono poi verificate. E questo non solo "con il senno di poi" ma grazie agli stessi pochi elementi di cui disponevano i comandi di divisione e di corpo d'armata. Per spiegare meglio quanto era ardua la decisione da prendere ricordo che la gran parte dei comandi delle altre forze italiane presenti sul territorio greco decisero dopo una trattativa con i tedeschi di consegnare le armi "collettive" (artiglierie, mitragliatrici etc.) e di essere trasportate via treno con le sole armi individuali in Italia. Purtroppo i tedeschi tradirono i nostri comandi non rispettando l'accordo e conducendo i nostri soldati come prigionieri in Germania. Ad opporsi a questo accordo per quanto ricordi furono solo l'Acqui a Cefalonia e un'altra divisione di cavalleria che provò a raggiungere una formazione di partigiani greci per unirsi a loro nella lotta contro i tedeschi ed invece furono trucidati dalla stessa. Questo per dire che le nostre forze armate nei Balcani furono lasciate in una situazione davvero difficile dalla resa incondizionata di Badoglio. Se poi ti interessa capire a chi mi riferissi con le responsabilitá degli intervistati consiglio lettura di "La vera Storia dell'eccidio di Cefalonia" di Massimo Filippini, figlio di militare morto nell'episodio in questione. In due piccoli volumi si ripercorre sia l'episodio bellico sia il processo post-bellico dinanzi ad un tribunale militare. É un libro che lessi anni fa ma ad esempio ricordo che l'autore critica aspramente l'operato del Capitano di Artiglieria Renzo Apollonio e di altri ufficiali dei quali non ricordo il nome. Aggiungo: questi ufficiali che sospettavano un inesistente tradimento del loro generale a favore dei tedeschi (con i quali intratteneva si ottimi rapporti ma che, sia detto, rifiutò decisamente di recarsi in Germania per collaborare con il duce liberato) trasgredirono un ordine dando battaglia ai tedeschi convinti di poter prendere il controllo dell'isola per poi attendere circa un mese l'arrivo degli aiuti dall'Italia o dagli alleati. Quanto fosse folle questa idea é confermato dal fatto che la stessa battaglia per la presa dell'isola fu perduta dato che trattandosi di una divisione adibita a guarnigione di un territorio occupato aveva organici ed equipaggiamenti ridotti e pur avendo la superioritá numerica nulla poteva contro i meglio armati tedeschi che potevano contare, oltre che su rapidi rinforzi, sul sostegno degli stukas di base in Grecia. Questo al generale Gandin come al suo superiore (credo Vecchiarelli) era chiarissimo dato che lo stesso aveva prestato servizio sul fronte russo dove aveva potuto toccare con mano l'inefficienza del nostro esercito rispetto a quello degli alleati tedeschi. Ma questi ufficiali disobbedirono decidendo che essi potevano ordinare un attacco contro forze armate di un paese con in quale, ricordo, non eravamo ancora in guerra. Mandare a morire i propri uomini e poi, a guerra finita, tutti avviati ad una brillante carriera di eroi della resistenza.
@@domenicotorre8833 concordo pienamente col tuo giudizio. Fu un sacrificio inutile e senza alcun risultato. E non bisogna dimenticare la colpa del governo Badoglio e degli Alleati, i quali fecero mancare qualsiasi aiuto alla divisione Acqui, nonostante la prossimità geografica alla Puglia. Se l'aviazione angloamericana avesse reagito prontamente, avrebbe potuto avere in breve tempo ragione della Luftwaffe e la Acqui avrebbe potuto essere trasportata in Italia. Comprendo benissimo i motivi che portarono i soldati a non voler cedere le armi ai tedeschi e a resistere, ma non avevano fatto i conti col furor teutonicus.
@@domenicotorre8833 la divisione sul continente greco alla quale alludi sopra era la divisione Pinerolo, la quale si unì in Tessaglia ai partigiani greci. I greci non li trucidarono, ma li usarono come unità di combattimento in prima linea e l'unità si sfasciò alcuni mesi più tardi, in seguito ad un'operazione offensiva tedesca antipartigiana.
@@AlgernonMoncrieff77 Grazie per la correzione, la mia fonte era completamente errata in merito a questa vicenda. Ricordo che citava la divisione celere "testa di ferro" che Wikipedia riporta come dislocata altrove.
Eroi che con il proprio sacrificio hanno saputo riscattattare l'onore del popolo italiano,.
a prescindere dall'inoppugnabilità o meno del documentario, di parte o non di parte, vuoi mettere gli speakers professionisti senza una minima cadenza dialettale della RAI del tempo, con quella voce calda ed accattivante? Non come gli uomini e donne bofonchianti dei servizi giornalistici RAI e, non solo RAI, d'oggi.
Tra l'altro riconoscibilissima in quanto protagonista di molti documentari e sceneggiati come voce narrante o fuori campo (primo fra tutti, Sandokan, nei primi 2-3 minuti di inizio della prima puntata). Magnifica e irripetibile
Sono interessanti i commenti di chi NON era lì in quei momenti. Sciacquatura di giudici parziali e totalmente ignari di cosa è successo e di come si sarebbero comportati nelle medesime circostanze. Ma non è più semplice mostrare unicamente della pietà? Non è più semplice e umano onorare quelle vite? Evidentemente non sanno cosa sia l'onore.
Interessante nonostante la retorica insopportabile
La tristezza di quella guerra
Un episodio su cui si é costruita una strana mitologia dell'eroismo della resistenza italiana. Forse sarebbe meglio definirla temerarietá sulla spinta di un gruppo di ufficiali e sottufficiali che non si rendevano conto del contesto.
Il generale Gandin doveva essere un bravo generale e aveva giustamente espresso che la misera divisione di guarnigione italiana, se pur poteva avere ragione dei 2 battaglioni tedeschi sull'isola, nulla poteva contro l'aviazione e i rinforzi nemici provenienti dalla penisola greca. Per questo non poteva che tentare un accordo per salvare quei 11000 uomini, forse credendo di poter risparmiare il disonore e l'umiliazione della consegna delle armi collettive grazie alla propria autorevolezza guadagnata sul fronte russo. Tra le altre cose prendere le armi contro i tedeschi voleva dire disobbedire all'ordine (seppur fumoso) dell'armistizio e, non essendo l'Italia in guerra contro i tedeschi, rendeva i suoi soldati franchi tiratori espondoli alle orribili rappresaglie cui si é assistito.
Questi ufficiali e sottufficiali probabilmente erano troppo giovani ed impreparati dato che di questo non si resero conto e, come emerge anche dal filmato, avevano cominciato a complottare contro il comando della divisione. Armi furono consegnate ai partigiani greci (che a quanto pare al momento degli scontri non si fecero vedere), incitavano la truppa alla resistenza determinandone l'inutile sacrificio, creando odio contro il comando divisionale che era di pare opposto tanto che Gandin in quei giorni ricevette un attentato e infine con quella scelta di aprire il fuoco contro la motozattera tedesca senza autorizzazione.
Insomma, una triste storia di insubordinazione finita malissimo. Al fianco delle responsabilità dei tedeschi sarebbero da rilevare le responsabilità di alcuni degli intervistati.
Invece di postare messaggi criptati esci allo scoperto e svuota il sacco , senza se e se ama . Prego sentiamo .
@@frankfreethinkernero8458 Pensavo di esser stato abbastanza esaustivo per quanto lo si possa fare con un commento su TH-cam scrivendo con il proprio nome. Ma provvedo ad integrare.
Probabilmente pretendi che io faccia i nomi degli ufficiali che hanno responsabilitá. Se rivedi questo documento tenendo presente quali erano i termini esatti del problema generato dall' "armistizio" avrai evidenza di quanto alcune delle azioni di disobbedienza rivendicate dagli ufficiali intervistati non potessero avere esiti diversi da quelle che si sono poi verificate. E questo non solo "con il senno di poi" ma grazie agli stessi pochi elementi di cui disponevano i comandi di divisione e di corpo d'armata.
Per spiegare meglio quanto era ardua la decisione da prendere ricordo che la gran parte dei comandi delle altre forze italiane presenti sul territorio greco decisero dopo una trattativa con i tedeschi di consegnare le armi "collettive" (artiglierie, mitragliatrici etc.) e di essere trasportate via treno con le sole armi individuali in Italia. Purtroppo i tedeschi tradirono i nostri comandi non rispettando l'accordo e conducendo i nostri soldati come prigionieri in Germania.
Ad opporsi a questo accordo per quanto ricordi furono solo l'Acqui a Cefalonia e un'altra divisione di cavalleria che provò a raggiungere una formazione di partigiani greci per unirsi a loro nella lotta contro i tedeschi ed invece furono trucidati dalla stessa.
Questo per dire che le nostre forze armate nei Balcani furono lasciate in una situazione davvero difficile dalla resa incondizionata di Badoglio.
Se poi ti interessa capire a chi mi riferissi con le responsabilitá degli intervistati consiglio lettura di "La vera Storia dell'eccidio di Cefalonia" di Massimo Filippini, figlio di militare morto nell'episodio in questione. In due piccoli volumi si ripercorre sia l'episodio bellico sia il processo post-bellico dinanzi ad un tribunale militare. É un libro che lessi anni fa ma ad esempio ricordo che l'autore critica aspramente l'operato del Capitano di Artiglieria Renzo Apollonio e di altri ufficiali dei quali non ricordo il nome.
Aggiungo: questi ufficiali che sospettavano un inesistente tradimento del loro generale a favore dei tedeschi (con i quali intratteneva si ottimi rapporti ma che, sia detto, rifiutò decisamente di recarsi in Germania per collaborare con il duce liberato) trasgredirono un ordine dando battaglia ai tedeschi convinti di poter prendere il controllo dell'isola per poi attendere circa un mese l'arrivo degli aiuti dall'Italia o dagli alleati. Quanto fosse folle questa idea é confermato dal fatto che la stessa battaglia per la presa dell'isola fu perduta dato che trattandosi di una divisione adibita a guarnigione di un territorio occupato aveva organici ed equipaggiamenti ridotti e pur avendo la superioritá numerica nulla poteva contro i meglio armati tedeschi che potevano contare, oltre che su rapidi rinforzi, sul sostegno degli stukas di base in Grecia. Questo al generale Gandin come al suo superiore (credo Vecchiarelli) era chiarissimo dato che lo stesso aveva prestato servizio sul fronte russo dove aveva potuto toccare con mano l'inefficienza del nostro esercito rispetto a quello degli alleati tedeschi.
Ma questi ufficiali disobbedirono decidendo che essi potevano ordinare un attacco contro forze armate di un paese con in quale, ricordo, non eravamo ancora in guerra. Mandare a morire i propri uomini e poi, a guerra finita, tutti avviati ad una brillante carriera di eroi della resistenza.
@@domenicotorre8833 concordo pienamente col tuo giudizio. Fu un sacrificio inutile e senza alcun risultato. E non bisogna dimenticare la colpa del governo Badoglio e degli Alleati, i quali fecero mancare qualsiasi aiuto alla divisione Acqui, nonostante la prossimità geografica alla Puglia. Se l'aviazione angloamericana avesse reagito prontamente, avrebbe potuto avere in breve tempo ragione della Luftwaffe e la Acqui avrebbe potuto essere trasportata in Italia. Comprendo benissimo i motivi che portarono i soldati a non voler cedere le armi ai tedeschi e a resistere, ma non avevano fatto i conti col furor teutonicus.
@@domenicotorre8833 la divisione sul continente greco alla quale alludi sopra era la divisione Pinerolo, la quale si unì in Tessaglia ai partigiani greci. I greci non li trucidarono, ma li usarono come unità di combattimento in prima linea e l'unità si sfasciò alcuni mesi più tardi, in seguito ad un'operazione offensiva tedesca antipartigiana.
@@AlgernonMoncrieff77 Grazie per la correzione, la mia fonte era completamente errata in merito a questa vicenda. Ricordo che citava la divisione celere "testa di ferro" che Wikipedia riporta come dislocata altrove.
Non è stata una strage per quanto l' ANPI che è buffo non sopportava i soldati! È stata la risposta a un tradimento ! Punto !
Mi sembra una visione un po' limitata, per una situazione ben più complessa...
Video privo di ogni verità. Si parla di referendum e tante altre cavolate.