Bellissima live! Forse le persone faticano a capire cosa si prova a non riuscire a integrarsi . Io mi sono isolata perché per me la situazione era insostenibile. Grazie Marco!
È stata veramente una discussione illuminante per me. Avevo sentito parlare del fenomeno superficialmente e avevo visto il video di Wesa che mi aveva sicuramente colpito ... ma questa live mi ha fatto aprire gli occhi su una marea di aspetti della mia vita che fino ad oggi non ero mai riuscita a vedere nella giusta luce e stavo cominciando a disperarmi. Grazie davvero. E complimenti a Marco Crepaldi per il suo lavoro.
Tralasciando l'argomento Hikikomori, concordo in pieno con il discorso finale di Marco, quando parla del dislivello tra progresso tecnologico e umanistico/umano. Io aggiungerei anche che uno step fondamentale per stare bene con se stessi è il riavvicinarsi alla natura. La natura è calma e tranquillità, che si contrappone al caos e alla fretta tipici della vita in città.
Guardare questa live adesso mi fa dispiacere ancora di più per quello che Marco ha subito in questi giorni. Avete fatto ragionamenti interessanti e sensibili dal primo all'ultimo minuto, grazie mille per quello che portate su questa piattaforma
Questa live, il video di Riccardo su NHK, e il canale di Marco (da cui recupererò i suoi video) sono dei tasselli importantissimi di un argomento forse spesso trascurato, di cui TH-cam Italia ha bisogno. Grazie ad entrambi.
Grazie a te ho appena visto Welcome to the NHK. L'ho finito in un fiato, finendo per rinunciare a dormire la notte. Difficilmente un prodotto di intrattenimento è stato capace di toccarmi così tanto profondamente, mi sarebbe piaciuto scoprirlo 5-6 anni fa che ormai a 20 (quasi 21 anni) sono riuscito per fortuna a fare pace con me stesso (o comunque ad intraprendere un percorso di miglioramento e a fare dei miglioramenti) visto che sono stato un simil Hikikomori. Grazie mille Wesa, meriteresti e ti auguro tantissima visibilità, soprattutto perchè TH-cam è composto principalmente da bambini-adolescenti, senza contare che la piattaforma stessa risulta uno dei metadoni più potenti per lo sfortunato Hikikomori di turno. Continua così.
Splendida live, ricca di spunti come sempre. Colgo l'occasione per dirti che ho scoperto questo canale da poco, tramite barbaroffa, e adoro il tuo modo aperto di approcciarti a diversi tipi di temi, anche quelli apparentemente "spinosi" come questo, che non sempre ripagano in termini di dibattito. Continua così 💪
Una live molto interessante, resa piacevolissima dal fatto che senza pregiudizi come al suo solito Wesa cerca di fare luce sulla questione. Anch'io ho avuto modo di avvicinarmi all'argomento tramite l'anime NHK, lo consiglio a chiunque
Live stupenda Wesa, questo video me lo salvo in playlist così da poterlo riguardare più volte quando avrò bisogno di spiegazioni (come ho fatto con il tuo sugli hikikomori), non cancellarlo ti prego 🙏
Se mostri debolezze ti mangiano vivo, sono poche le persone che non giudicano e cercano di aiutare. Specialmente per i disagi psicologici, il mostrarsi deboli è come un'auto-ghigliottina.
il problema è proprio che non esiste più il tempo. . l'ora, i giorni non esistono ..un giorno sembra lungo giorni ..le ore si perdono e non si mangia neanche.. ma nel mio caso è depressione e paura grande.
Per una migliore alleanza con il sintomo non dovremmo dimenticare di quante cose belle possono esserci anche nel mondo dell’ auto reclusione, tutte le cose belle come gli anime, i cartoni animati, la musica, i film, i fumetti, i giochi, le università telematiche, le informazioni su internet, ecc ecc . Da tutte queste cose si può partire per provare a de- radicalizzare e a de-fanatizzare la scelta dell’ auto reclusione, si potrebbe iniziare dall’ apertura ad altri tramite chat in rete o nei cellulari per poi finire ad andare tutti insieme ad un evento cosplay, secondo me partendo dalle luci più che dalle ombre di questo stile di vita si può far leva per aiutare chi sta soffrendo e portarlo a soffrire meno, non buttiamo via il bambino con l’ acqua sporca ma mettiamo subito in salvo tutti i bambini poi l’ acqua sporca c’è sempre tempo per buttarla via ! Francesco Gelmini
Secondo me il 'problema' sta però nel fatto che l'autoreclusione non sia vista negativamente da chi la vive, anzi le cose belle che tu riconosci e descrivi sono proprio quelle in cui l'individuo si rinchiude evitando tutto quello che c'è all'esterno
facciamo un esempio : mettiamo che io davanti a me ho una bottiglia di coca cola ed una bottiglia d' acqua e scelgo liberamente di bere la coca cola, continuo a scegliere di bere coca cola - ipotizziamo che nella coca cola però sia stata messa una sostanza che a lungo andare mi impedisce di bere acqua - ad un certo punto io voglio provare a scegliere di bere anche acqua ma non posso più farlo, perché la scelta prolungata di bere coca cola mi ha reso impossibile la scelta di bere acqua . Mi sembra che ci sia come un meccanismo da trappola per topi nel fenomeno dell' autoreclusione : che si riesca ad entrare ma poi non si riesca ad uscire - ovvero che all' inizio si scelga liberamente un' opzione ma che poi, alla fine, il continuare a perseguire questa opzione, renda impossibile la scelta di altre opzioni . Per cui da scelta libera e legittima che all' inizio procura sollievo e gioia diventa una schiavitù imposta dalle circostanze che procura dolore. Quando si perde il controllo sulla propria scelta dell' autoreclusione e da scelta libera diventa una scelta obbligata ? questo aspetto mi sembra interessante ! Ad ogni modo a mio umile parere per aiutare un recluso bisogna prima di tutto : valorizzare il suo percorso esistenziale per ciò che ha di coraggioso e di meritevole di essere gratificato, cercare di capire i motivi che lo hanno portato a scegliere questa soluzione personale ai suoi disagi, provare a proporre soluzioni alternative ai suoi disagi - soluzioni meno dolorose ed infine provare ad incrinare la sua idea radicale ed integralista che tutte le relazioni fisiche siano negative . Perché se alcune relazioni nella vita sono state negative da questo non ne deriva automaticamente che tutte le relazioni debbano essere automaticamente negative, quindi ci possono essere relazioni umane positive e meritevoli di essere accettate e vissute . Il mio augurio è che gli psicoterapeuti trovino proprio i giusti canali per parlare ai reclusi italiani e per proporre loro delle soluzioni alternative . Per esempio : se qualcuno ha trovato la strategia di tagliarsi per lenire le sue sofferenze interiori può benissimo provare la strategia alternativa ( e molto concreta e spendibile ) di tenere sul palmo della mano un cubetto di ghiaccio : avrà lo stesso effetto di prendersi una boccata di sigaretta dal disagio interiore ma non si sarà tagliato ed anzi il dolore provocato dal ghiaccio sul palmo della mano gli darà il tempo per metabolizzare e meditare sul suo disagio . Queste strategie sono consigliate da Linehan che ha studiato i pazienti borderline e sono strategie alternative concrete e spendibili . Come mai alcune modelle con malattie della pelle riescono lo stesso a sfilare e a vivere ? quindi non è automatico e necessario che chi ha dei deficit estetici debba autoescludersi dal gioco . Io sono un uomo molto basso e dio solo sa quanto mi girino i maroni ma continuo a combattere - fuori nel mondo e se posso trasmettere un po' di positività ai reclusi lo faccio volentieri . Qua fuori ci sono anche porzioni di mondo belle, provate a dare di nuovo fiducia al mondo ! Francesco
Ciao wesa , sono una ragazza hikikomori da un bel po di anni , ti ho scritto un messaggio privato perche non me la sento di parlare apertamente nei commenti , ma quello che ci tengo a dire in modo pubblico e che affrontare questo tema in modo corretto credo sia impossibile da qualcuno che non lo vive, vedo la buona volonta di capirmi da molte persone , sia su in maniera diretta a me , sia in maniera indiretta su internet da parte di gente come te , o come marco , ma quello che emerge e un modo sbagliato o parzialmente sbagliato di interpretare il nostro essere
Hiromi Kiko Kawai purtroppo un certo grado di incomunicabilità resta tra tutti gli esseri umani. Quello che possiamo fare è venirci incontro e comunicare quanto più possibile, e quanto più precisamente possibile, per assottigliare i muri che ci separano e permetterci di capirci un po' meglio. Marco e Wesa non saranno divinità capaci di capire tutto, ma la loro buona volontà è evidente, e non sono gli unici. Non bisogna smettere di perseverare e di provarci, i ponti con gli altri sono faticosissimi, ma possono essere creati. E a volte sono dei veri e propri capolavori!
Se vuoi scrivermi poi ti mando il mio nick telegram.Sono nella tua stessa situazione e vorrei sentire la tua storia dato che sono tutte diverse e interessanti...magari facciamo anche due chiacchiere tra ‘simili’ xD
Ho recuperato adesso la live visto che purtroppo, o per fortuna, visto il tema trattato, ero fuori con un amico quando si è svolta. Estremamente interessante per quanto mi riguarda, visto che, nonostante non possa definirmi un hikikomori neanche lontanamente, sento vicini molti dei temi trattati. L'università vista anche come pericolo data la sua struttura, timore verso il futuro, ciclo sonno veglia sfalsato e soprattutto anche il riferimento alla società che indica le materie scientifiche come più remunerative rispetto a quelle umanistiche, come mi è stato effettivamente consigliato e che in un certo senso si ricollega al tuo video "Università e futuro", che mi ha colpito molto, sono temi che come si dice all'inglese may have hit too close to home. Grazie per la splendida live a Wesa e Marco e buona fortuna e buon lavoro all'associazione Hikikomori Italia!
Attenzione : l' OMS non ha parlato di "dipendenza" e nemmeno di "video giochi" ma di "disturbo/disfunzione da gioco" e il gioco in questione potrebbe anche essere "testa o croce" o "nascondino". Sono i giornalisti, tra i quali anche quelli della BBC ad aver cambiato il testo ufficiale usando "addiction" al posto di "disorder" e ad aver evitato "gaming" e "digital gaming" passando direttamente a "video gaming", nel documento ufficiale gaming è la parola in chiaro mentre digital/video gaming sono tra parentesi. In pratica l'errore è grave, perchè una "disfunzione" non è indotta da agenti esterni come lo è una "dipendenza", è anche difficile tradurre "gaming disorder" perchè a noi italiani viene spontaneo aggiungere il "da" (disturbo da gioco) ma non è così e non si potrebbe nemmeno parlare di ludopatia come la si intende ultimamente, perchè quest'ultima è riferita al gioco d'azzardo che in OMS è definito "gambling disorder", "disturbo da scommessa", anche se parte del "digital gaming disorder" è comunque legato alle scommesse su internet. Probabilmente si dovrebbe parlare di ludofilia che più si avvicinerebbe alle caratteristiche "rituali" di certi disturbi ossessivo compulsivi, come la presenza di un "gergo" e di azioni ripetute schematicamente. www.who.int/features/qa/gaming-disorder/en/
Ho visto e ascoltato sia questo video che l’altro che realizzasti; altrettanto faccio con quelli di Crepaldi, non tutti ovviamente. Posso assicurarti che c’è più saggezza e comprensione del fenomeno Hikikomori nelle tue domande che nelle risposte di Marco che, come al solito, nonostante riconosca l’inadeguatezza della psicologia davanti a problemi, di fatto, esistenziali, quindi filosofici, insiste nell’affrontare la questione dal punto di vista “psicologista”. Crepaldi è bravo e ha avuto il merito di sollevare la questione in Italia, però la sua psicologia ha dei limiti, limiti che si intuiscono dalle “risposte cliniche” che ti ha dato, ovviamente nei limiti del contesto (perdonami la ridondanza).
cellula indipendente puoi essere più specifico? Io l'ho sentito parlare a livello sociale, non tanto psicologico, anzi prima di un intervento psicologico suggerisce un'approccio familiare e sociale.
Ho visto nella chat (e in parte è anche qualcosa di evincibile dal discorso di Marco) qualcuno dare la colpa di queste problematiche sociali e della perdita di spiritualità al pragmatismo scientifico. Beh, io penso invece sia totalmente il contrario: non solo ritengo che il pragmatismo scientifico sia un bene per l'umanità, ma che il problema della nostra società sia la "necessità" di spiritualità. Tutti i problemi esistenziali dell'uomo insorgono quando iniziamo a farci domande sul senso della nostra esistenza, sullo scopo della nostra vita, illudendoci dal principio che noi esseri umani abbiamo un qualsivoglia ruolo nel mondo. Quando poi iniziamo a renderci conto di non contare nulla e che non esiste alcun "piano divino" per noi, ecco che tutti i nostri miti vacillano ed iniziamo a temere il crollo delle nostre convinzioni. È in questi soggetti che, più facilmente di altri, insorgono problematiche gravi come depressione, isolamento, schizzofrenia e perdita della voglia di vivere, fino ad arrivare a desideri suicidi. Domandarsi che senso ha vivere se tanto la nostra vita non ha un senso è uno dei tipici atteggiamenti di chi inizialmente era convinto che la vita un senso ce l'avesse. Ma se noi iniziassimo a perdere come società queste convinzioni illusorie, smetteremmo di farci problemi sull'insensatezza della vita e sulla mancanza di uno scopo e inizieremmo a convivere serenamente con la consapevolezza di ciò. Il problema attuale è che siamo in un periodo di transizione tra una società dipendente dalla spiritualità ed una che pian piano la sta rigettando. Il problema è che i primi, dato l'aumento dell'ateismo e della visione pragmatica scientifica, vanno in crisi e iniziano a farsi dilemmi esistenziali, i secondi invece tendono ad essere un po' insicuri nel portare avanti questo inevitabile cambiamento, dubitando di esso per via degli insegnamenti trasmessigli dalle generazioni precedenti. Purtroppo non è bello sentirselo dire, ma c'è bisogno di tempo ed ora come ora non c'è modo di risolvere questa situazione, ma si può far in modo che il cambiamento avvenga il prima possibile, incentivando più che si può la diffusione della visione pragmatica scientifica e iniziando a lasciarsi definitivamente alle spalle ogni forma di religione.
Credo che questo tuo commento sia una contraddizione. Hai infatti detto: tutti i problemi sorgono a causa di X, ma X non esiste / non è "reale", quindi bisogna rigettare X per risolvere i problemi. Ma è ovvio che questo non ha senso: come fa qualcosa che non è "reale" a far sorgere un problema? Bisogna chiarire cosa significa reale. Un idea astratta non è detto che non sia "REALE". Per esempio, i numeri non sono "REALI", in natura non esiste oggettivamente il numero 1 e il numero 0, tuttavia grazie a queste due astrazioni il mondo è cambiato completamente perchè attraverso di esse siamo riusciti ad arrivare al computer. Se allora "Dio" inteso come "un senso superiore della vita" non fosse reale come tu sostieni, non è forse vero che non ci sarebbero differenze nella vita di una persona che vive seguendo dei principi superiori in confronto ad una che invece vive senza fare ciò? Ma è ovvio che queste differenze ci sono: ti sfido a trovare un hikikomori (o una persona che soffre di grave depressione) estremamente religioso o che, in ogni caso, si comporta secondo dei principi di derivazione religiosa - - archetipi che ha trovato magari in altre storie - - si tratta in ogni caso di comportarsi secondo dei principi non descrivibili in modo strettamente scientifico, ma solo sotto il punto di vista dell'AZIONE. Per concludere ho ragione di credere che è invece vero che questi problemi siano dovuti, almeno in parte, a causa del "pragmatismo scientifico", o perdita di spiritualità, se così la vogliamo chiamare. Questo Nietzsche l'aveva capito molti anni fa. Qual'è quindi la cura a questo tipo di problemi? Forse in parte potrebbe essere convincere l'individuo ad allontanarsi il più possibile da ideologie che pongono il puro intelletto al di sopra di tutto, e invece ad avvicinarsi ed esplorare tutte quelle narrative incredibilmente potenti, non necessariamente religiose, che contengono l'Archetipo dell'eroe. Fargli quindi comprendere che esiste fisicamente nel loro cervello e nella loro psiche un sistema dedito a trasformare il chaos in ordine, una forza psicologica specificatamente umana che consiste nell'affrontare i problemi irrisolvibili SUPERANDOLI, a morire e a rinascere indefinitivamente. Da un punto di vista pratico poi, si potrebbe cominciare con piccoli passi, ristabilire pian piano una routine giornaliera, dormire di notte, adottare una buona dieta, fare un po di esercizio fisico anche a casa, meditare per qualche minuto, cominciare pian piano ad uscire, ovviamente il tutto nel modo più graduale possibile.
Hai ragione, "spiritualità" non è propriamente il termine corretto per il concetto che volevo trasmettere. Io sono ateo convinto e ho interrotto qualsiasi legame con le religioni ormai da diverso tempo. Con "spiritualità" non intendo un rapporto non scientifico con la propria esistenza, ma un rapporto non esclusivamente materialista, o comunque che non includa solamente la conoscenza dell'esterno, ma anche quella dell'interno. Anzi, soprattutto per chi ha fede nella scienza, il problema di rispondere alla domanda "Che senso ha la vita?" dovrebbe essere centrale. Spero di essermi spiegato, ma non è semplice.
Si, sto cercando di tradurre e comprendere le sue idee perchè credo che siano molto interessanti e anzi direi necessarie al giorno d'oggi per risolvere problemi gravi come questo degli Hikikomori (oltre al fatto che studio psicologia per conto mio come passione). Se può interessarti sto cominciando a semplificare e tradurre alcune sue lezioni sul mio canale :)
Che discussione straordinaria! Capisco che c'è stato un po' di dibattito su COSA si rigetta quando si nega un senso "superiore" della vita, "pre-imposto" dall'alto. La società pragmatista e scientifica di oggi fornisce sia visioni svilenti, quali la ricerca del successo sociale ed economico a tutti i costi (il "materialismo" di cui si parlava) ma senza un qualsivoglia motivo, sia le grandi, nuove narrative del cammino dell'Eroe, del Superuomo di Nietzsche, dell'Inconscio Collettivo di Jung... Secondo me, per dirla breve, andrebbe suggerita NON la via della "affermazione sociale", ma quella della "auto-affermazione", spingere i ragazzi a trovare il loro fuoco, COSA li infiamma e li fa sentire vivi, arrabbiati, appassionati, senza per forza costruirci sopra aspettative sociali opprimenti. A chi a nominato Jordan Peterson prima... è senza dubbio un comunicatore seducente, ma in guardia: in fondo finisce per cadere nella trappola cristiana, visto che per lui un uomo senza Fede non è completo.
Da profano: il genitore deve essere vicino all'Hikkikomori ma non tanto da assecondare il suo isolamento. Credo infatti che un certo grado di 'doccia fredda' possa spezzare l'assopimento del soggetto. Riassumendo: se vivi isolato all'interno del nucleo familiare, vuol dire che qualcuno te lo permette, anche se inconsciamente.
Sostenere e accettare il proprio figlio però non significa assecondarlo. Non so in questo senso quanto può essere utile anche solo una parziale doccia fredda per lo stato di un hikikomori che già credo abbia dei sensi di colpa notevoli a starsene chiuso in casa e a non riuscire a integrarsi con la società. Invece dimostrando accettazione e pressando meno il proprio figlio, cercando però di capire quali sono i suoi problemi, paradossalmente, il proprio figlio può alleggerire il pesante giudizio che porta su se stesso e piano piano trova la forza di uscirne fuori, con le sue forze, per amore verso se stesso e non perché semplicemente qualcuno gli dà una pedata sul sedere per farlo uscire, gesto che a lungo andare purtroppo non porta gli effetti desiderati, anzi.
Live molto interessante, dalla quale però ho ricevuto un'impressione negativa su uno dei messaggi comunicati. Probabilmente dovuta anche al fatto che avrei dovuta seguirla con maggior attenzione, quindi prendete questa riflessione cum grano salis. Il messaggio che mi è arrivato dalla mia interpretazione delle parole di Crepaldi e che stonava un po' alle mie orecchie (ripeto, potrei aver interpretato male) è che non serve andare dallo psicologo perché gli psicologi non sono ancora preparati per affrontare questo disagio, che può essere affrontato solo in seno alla famiglia e al contesto sociale dove la persona è cresciuta. Loro stessi non consigliano psicologi preparati ai genitori che chiedono un riferimento. Non penso che un bravo psicologo possa escludere il fattore famiglia e sociale di un paziente. Ho capito male io?
LDS - Lab. Divulgazione Scientifica No, dice che i primi passi da compiere devono essere nel contesto familiare/sociale, poi se serve si arriva al supporto dello psicologo. Dice semplicemente che non vuole essere un semplice mezzo per fornire psicologi come se fossero il punto di partenza e arrivo per la soluzione del problema. Diciamo che così inizi a far prima prendere coscienza del problema da parte della famiglia per poi eventualmente arrivare allo psicologo, ma con maggior consapevolezza.
A maggior ragione, se cosi fosse, lo riterrei un atteggiamento sbagliato. Non vedo perché la consapevolezza debba arrivare prima dello psicologo, non penso ci sia un ordine. Penso sia importante rivolgersi ad un esperto, o a più esperti già dall'inizio.
LDS - Lab. Divulgazione Scientifica Quando arrivano all'associazione di solito hanno già provato varie strade, tra cui anche quella del terapeuta o dello psichiatra. Se l'associazione adotta questo tipo di protocollo evidentemente secondo loro è quello che funziona meglio. Io ho dato la spiegazione parafrasando quanto detto nella live, ma per una maggior chiarezza l'unica strada è contattarlo direttamente e chiederglielo.
+shaddy Non lo definerei _"alle tue spalle"_ . Probabilmente prima avevano bisogno di capire la situazione con lo psicologo e magari gli è stato detto di non fare nulla per il momento per evitare reazioni opposte.
lo so,ma comunque io andavo da quello stesso psicologo...che aveva promesso di non dire nulla a nessuno riguardo quello che dicevo in seduta.I miei genitori sono andati da questo psicologo e continuano ad andarci...dicono però la stessa cosa che mi dicevano allora...ovvero 'ci andiamo per noi due'...e non penso di riuscire a crederci.Poi nel giorno in cui ho parlato con mia madre del fatto che faccio parte di questo fenomeno...lei ha detto ciò...ma anche che parlandone con lo psicologo lui aveva detto che non lo ero di sicuro...dunque un'altra menzogna.Dopo quell'accaduto in pratica non riesco più a fidarmi dei tentativi di aiuto da parte dei miei.
+shaddy Eh, in effetti non è stato il massimo, ma forse esageri a considerarlo come un tradimento. Anche se i genitori magari hanno detto qualche bugia, non è che stanno lavorando in segreto contro di te. Poi mi sembra strano che lo psicologo abbia riferito i fatti tuoi, dato l'obbligo del segreto professionale. Comunque parlerei chiaramente con lui\lei di questa cosa.
shaddy spero tu stia meglio, hai provato a rivolgerti a Marco Crepaldi? Sinceramente mi sembra una persona in gamba e in grado di aiutarti in qualche modo
Bellissima live! Forse le persone faticano a capire cosa si prova a non riuscire a integrarsi . Io mi sono isolata perché per me la situazione era insostenibile. Grazie Marco!
È stata veramente una discussione illuminante per me. Avevo sentito parlare del fenomeno superficialmente e avevo visto il video di Wesa che mi aveva sicuramente colpito ... ma questa live mi ha fatto aprire gli occhi su una marea di aspetti della mia vita che fino ad oggi non ero mai riuscita a vedere nella giusta luce e stavo cominciando a disperarmi. Grazie davvero. E complimenti a Marco Crepaldi per il suo lavoro.
Non avevo mai sentito tanta sensatezza, ragionevolezza, comprensione e cose giuste in un discorso solo . Grazie
Tralasciando l'argomento Hikikomori, concordo in pieno con il discorso finale di Marco, quando parla del dislivello tra progresso tecnologico e umanistico/umano. Io aggiungerei anche che uno step fondamentale per stare bene con se stessi è il riavvicinarsi alla natura. La natura è calma e tranquillità, che si contrappone al caos e alla fretta tipici della vita in città.
Guardare questa live adesso mi fa dispiacere ancora di più per quello che Marco ha subito in questi giorni.
Avete fatto ragionamenti interessanti e sensibili dal primo all'ultimo minuto, grazie mille per quello che portate su questa piattaforma
Questa live, il video di Riccardo su NHK, e il canale di Marco (da cui recupererò i suoi video) sono dei tasselli importantissimi di un argomento forse spesso trascurato, di cui TH-cam Italia ha bisogno. Grazie ad entrambi.
Grazie a te ho appena visto Welcome to the NHK. L'ho finito in un fiato, finendo per rinunciare a dormire la notte. Difficilmente un prodotto di intrattenimento è stato capace di toccarmi così tanto profondamente, mi sarebbe piaciuto scoprirlo 5-6 anni fa che ormai a 20 (quasi 21 anni) sono riuscito per fortuna a fare pace con me stesso (o comunque ad intraprendere un percorso di miglioramento e a fare dei miglioramenti) visto che sono stato un simil Hikikomori.
Grazie mille Wesa, meriteresti e ti auguro tantissima visibilità, soprattutto perchè TH-cam è composto principalmente da bambini-adolescenti, senza contare che la piattaforma stessa risulta uno dei metadoni più potenti per lo sfortunato Hikikomori di turno.
Continua così.
Splendida live, ricca di spunti come sempre. Colgo l'occasione per dirti che ho scoperto questo canale da poco, tramite barbaroffa, e adoro il tuo modo aperto di approcciarti a diversi tipi di temi, anche quelli apparentemente "spinosi" come questo, che non sempre ripagano in termini di dibattito. Continua così 💪
Live interessante dall'inizio alla fine. Complimenti
Piacevolissima ed interessantissima discussione!
Una live molto interessante, resa piacevolissima dal fatto che senza pregiudizi come al suo solito Wesa cerca di fare luce sulla questione.
Anch'io ho avuto modo di avvicinarmi all'argomento tramite l'anime NHK, lo consiglio a chiunque
❤
Perché alla fine ciò che salva sono le passioni.
Live stupenda Wesa, questo video me lo salvo in playlist così da poterlo riguardare più volte quando avrò bisogno di spiegazioni (come ho fatto con il tuo sugli hikikomori), non cancellarlo ti prego 🙏
Grazie! Continuerò ad approfondire tutte le tematiche qui citate sul mio canale!
Ho appena finito la live, molto interessante! Mi faccio un giretto sul canale di Marco.
Ti aspetto! :)
Bellissima live! Complimenti!!
Grazie!
Suggerisco a tutti di integrare questo fantastico dialogo con le conferenze di Galimberti :) Grazie ragazzi!
Davvero interessante. Grazie mille a entrambi.
Grazie
Se mostri debolezze ti mangiano vivo, sono poche le persone che non giudicano e cercano di aiutare. Specialmente per i disagi psicologici, il mostrarsi deboli è come un'auto-ghigliottina.
il problema è proprio che non esiste più il tempo. . l'ora, i giorni non esistono ..un giorno sembra lungo giorni ..le ore si perdono e non si mangia neanche.. ma nel mio caso è depressione e paura grande.
Bellissima live. Andrò a dare un'occhiata al sito di Marco
Per una migliore alleanza con il sintomo non dovremmo
dimenticare di quante cose belle possono esserci anche nel mondo dell’ auto
reclusione, tutte le cose belle come gli anime, i cartoni animati, la musica, i
film, i fumetti, i giochi, le università telematiche, le informazioni su
internet, ecc ecc .
Da tutte queste cose si può partire per provare a de-
radicalizzare e a de-fanatizzare la scelta dell’ auto reclusione, si potrebbe
iniziare dall’ apertura ad altri tramite chat in rete o nei cellulari per poi
finire ad andare tutti insieme ad un evento cosplay, secondo me partendo dalle
luci più che dalle ombre di questo stile di vita si può far leva per aiutare
chi sta soffrendo e portarlo a soffrire meno, non buttiamo via il bambino con l’
acqua sporca ma mettiamo subito in salvo tutti i bambini poi l’ acqua sporca c’è
sempre tempo per buttarla via ! Francesco Gelmini
Secondo me il 'problema' sta però nel fatto che l'autoreclusione non sia vista negativamente da chi la vive, anzi le cose belle che tu riconosci e descrivi sono proprio quelle in cui l'individuo si rinchiude evitando tutto quello che c'è all'esterno
facciamo un esempio : mettiamo che io davanti a me ho una bottiglia di coca cola ed una bottiglia d' acqua e scelgo liberamente di bere la coca cola, continuo a scegliere di bere coca cola - ipotizziamo che nella coca cola però sia stata messa una sostanza che a lungo andare mi impedisce di bere acqua - ad un certo punto io voglio provare a scegliere di bere anche acqua ma non posso più farlo, perché la scelta prolungata di bere coca cola mi ha reso impossibile la scelta di bere acqua . Mi sembra che ci sia come un meccanismo da trappola per topi nel fenomeno dell' autoreclusione : che si riesca ad entrare ma poi non si riesca ad uscire - ovvero che all' inizio si scelga liberamente un' opzione ma che poi, alla fine, il continuare a perseguire questa opzione, renda impossibile la scelta di altre opzioni . Per cui da scelta libera e legittima che all' inizio procura sollievo e gioia diventa una schiavitù imposta dalle circostanze che procura dolore. Quando si perde il controllo sulla propria scelta dell' autoreclusione e da scelta libera diventa una scelta obbligata ? questo aspetto mi sembra interessante ! Ad ogni modo a mio umile parere per aiutare un recluso bisogna prima di tutto : valorizzare il suo percorso esistenziale per ciò che ha di coraggioso e di meritevole di essere gratificato, cercare di capire i motivi che lo hanno portato a scegliere questa soluzione personale ai suoi disagi, provare a proporre soluzioni alternative ai suoi disagi - soluzioni meno dolorose ed infine provare ad incrinare la sua idea radicale ed integralista che tutte le relazioni fisiche siano negative . Perché se alcune relazioni nella vita sono state negative da questo non ne deriva automaticamente che tutte le relazioni debbano essere automaticamente negative, quindi ci possono essere relazioni umane positive e meritevoli di essere accettate e vissute . Il mio augurio è che gli psicoterapeuti trovino proprio i giusti canali per parlare ai reclusi italiani e per proporre loro delle soluzioni alternative . Per esempio : se qualcuno ha trovato la strategia di tagliarsi per lenire le sue sofferenze interiori può benissimo provare la strategia alternativa ( e molto concreta e spendibile ) di tenere sul palmo della mano un cubetto di ghiaccio : avrà lo stesso effetto di prendersi una boccata di sigaretta dal disagio interiore ma non si sarà tagliato ed anzi il dolore provocato dal ghiaccio sul palmo della mano gli darà il tempo per metabolizzare e meditare sul suo disagio . Queste strategie sono consigliate da Linehan che ha studiato i pazienti borderline e sono strategie alternative concrete e spendibili . Come mai alcune modelle con malattie della pelle riescono lo stesso a sfilare e a vivere ? quindi non è automatico e necessario che chi ha dei deficit estetici debba autoescludersi dal gioco . Io sono un uomo molto basso e dio solo sa quanto mi girino i maroni ma continuo a combattere - fuori nel mondo e se posso trasmettere un po' di positività ai reclusi lo faccio volentieri . Qua fuori ci sono anche porzioni di mondo belle, provate a dare di nuovo fiducia al mondo ! Francesco
Ciao wesa , sono una ragazza hikikomori da un bel po di anni , ti ho scritto un messaggio privato perche non me la sento di parlare apertamente nei commenti , ma quello che ci tengo a dire in modo pubblico e che affrontare questo tema in modo corretto credo sia impossibile da qualcuno che non lo vive, vedo la buona volonta di capirmi da molte persone , sia su in maniera diretta a me , sia in maniera indiretta su internet da parte di gente come te , o come marco , ma quello che emerge e un modo sbagliato o parzialmente sbagliato di interpretare il nostro essere
Hiromi Kiko Kawai purtroppo un certo grado di incomunicabilità resta tra tutti gli esseri umani. Quello che possiamo fare è venirci incontro e comunicare quanto più possibile, e quanto più precisamente possibile, per assottigliare i muri che ci separano e permetterci di capirci un po' meglio. Marco e Wesa non saranno divinità capaci di capire tutto, ma la loro buona volontà è evidente, e non sono gli unici. Non bisogna smettere di perseverare e di provarci, i ponti con gli altri sono faticosissimi, ma possono essere creati. E a volte sono dei veri e propri capolavori!
Se vuoi scrivermi poi ti mando il mio nick telegram.Sono nella tua stessa situazione e vorrei sentire la tua storia dato che sono tutte diverse e interessanti...magari facciamo anche due chiacchiere tra ‘simili’ xD
ah ehmmm , non ho mai usato telegram X''
allora dove potrei contattarti in privato?Sto anche sul forum..quindi potremmo parlare lì anche se i messaggi privati sono limitati
mhh ti do la mia e-mail se vuoi ç_ç piu che altro che ormai nn uso piu i social e volutamente complicato contattarmi X''
Molto interessante la riflessione sul crollo delle religioni, più me lo ripeto più sembra che sia quello il gap che manca.
Ho recuperato adesso la live visto che purtroppo, o per fortuna, visto il tema trattato, ero fuori con un amico quando si è svolta. Estremamente interessante per quanto mi riguarda, visto che, nonostante non possa definirmi un hikikomori neanche lontanamente, sento vicini molti dei temi trattati. L'università vista anche come pericolo data la sua struttura, timore verso il futuro, ciclo sonno veglia sfalsato e soprattutto anche il riferimento alla società che indica le materie scientifiche come più remunerative rispetto a quelle umanistiche, come mi è stato effettivamente consigliato e che in un certo senso si ricollega al tuo video "Università e futuro", che mi ha colpito molto, sono temi che come si dice all'inglese may have hit too close to home. Grazie per la splendida live a Wesa e Marco e buona fortuna e buon lavoro all'associazione Hikikomori Italia!
Attenzione :
l' OMS non ha parlato di "dipendenza" e nemmeno di "video giochi" ma di "disturbo/disfunzione da gioco" e il gioco in questione potrebbe anche essere "testa o croce" o "nascondino".
Sono i giornalisti, tra i quali anche quelli della BBC ad aver cambiato il testo ufficiale usando "addiction" al posto di "disorder" e ad aver evitato "gaming" e "digital gaming" passando direttamente a "video gaming", nel documento ufficiale gaming è la parola in chiaro mentre digital/video gaming sono tra parentesi.
In pratica l'errore è grave, perchè una "disfunzione" non è indotta da agenti esterni come lo è una "dipendenza", è anche difficile tradurre "gaming disorder" perchè a noi italiani viene spontaneo aggiungere il "da" (disturbo da gioco) ma non è così e non si potrebbe nemmeno parlare di ludopatia come la si intende ultimamente, perchè quest'ultima è riferita al gioco d'azzardo che in OMS è definito "gambling disorder", "disturbo da scommessa", anche se parte del "digital gaming disorder" è comunque legato alle scommesse su internet.
Probabilmente si dovrebbe parlare di ludofilia che più si avvicinerebbe alle caratteristiche "rituali" di certi disturbi ossessivo compulsivi, come la presenza di un "gergo" e di azioni ripetute schematicamente.
www.who.int/features/qa/gaming-disorder/en/
Ho visto e ascoltato sia questo video che l’altro che realizzasti; altrettanto faccio con quelli di Crepaldi, non tutti ovviamente. Posso assicurarti che c’è più saggezza e comprensione del fenomeno Hikikomori nelle tue domande che nelle risposte di Marco che, come al solito, nonostante riconosca l’inadeguatezza della psicologia davanti a problemi, di fatto, esistenziali, quindi filosofici, insiste nell’affrontare la questione dal punto di vista “psicologista”. Crepaldi è bravo e ha avuto il merito di sollevare la questione in Italia, però la sua psicologia ha dei limiti, limiti che si intuiscono dalle “risposte cliniche” che ti ha dato, ovviamente nei limiti del contesto (perdonami la ridondanza).
cellula indipendente puoi essere più specifico? Io l'ho sentito parlare a livello sociale, non tanto psicologico, anzi prima di un intervento psicologico suggerisce un'approccio familiare e sociale.
10:30 non si può? Ora, non un tempo. 4 legnate e via... Non è mai stato un bel metodo e non lo approvo ma spesso ha funzionato. Anche con me....
Ho visto nella chat (e in parte è anche qualcosa di evincibile dal discorso di Marco) qualcuno dare la colpa di queste problematiche sociali e della perdita di spiritualità al pragmatismo scientifico.
Beh, io penso invece sia totalmente il contrario: non solo ritengo che il pragmatismo scientifico sia un bene per l'umanità, ma che il problema della nostra società sia la "necessità" di spiritualità. Tutti i problemi esistenziali dell'uomo insorgono quando iniziamo a farci domande sul senso della nostra esistenza, sullo scopo della nostra vita, illudendoci dal principio che noi esseri umani abbiamo un qualsivoglia ruolo nel mondo. Quando poi iniziamo a renderci conto di non contare nulla e che non esiste alcun "piano divino" per noi, ecco che tutti i nostri miti vacillano ed iniziamo a temere il crollo delle nostre convinzioni. È in questi soggetti che, più facilmente di altri, insorgono problematiche gravi come depressione, isolamento, schizzofrenia e perdita della voglia di vivere, fino ad arrivare a desideri suicidi.
Domandarsi che senso ha vivere se tanto la nostra vita non ha un senso è uno dei tipici atteggiamenti di chi inizialmente era convinto che la vita un senso ce l'avesse. Ma se noi iniziassimo a perdere come società queste convinzioni illusorie, smetteremmo di farci problemi sull'insensatezza della vita e sulla mancanza di uno scopo e inizieremmo a convivere serenamente con la consapevolezza di ciò.
Il problema attuale è che siamo in un periodo di transizione tra una società dipendente dalla spiritualità ed una che pian piano la sta rigettando.
Il problema è che i primi, dato l'aumento dell'ateismo e della visione pragmatica scientifica, vanno in crisi e iniziano a farsi dilemmi esistenziali, i secondi invece tendono ad essere un po' insicuri nel portare avanti questo inevitabile cambiamento, dubitando di esso per via degli insegnamenti trasmessigli dalle generazioni precedenti.
Purtroppo non è bello sentirselo dire, ma c'è bisogno di tempo ed ora come ora non c'è modo di risolvere questa situazione, ma si può far in modo che il cambiamento avvenga il prima possibile, incentivando più che si può la diffusione della visione pragmatica scientifica e iniziando a lasciarsi definitivamente alle spalle ogni forma di religione.
Credo che questo tuo commento sia una contraddizione. Hai infatti detto: tutti i problemi sorgono a causa di X, ma X non esiste / non è "reale", quindi bisogna rigettare X per risolvere i problemi.
Ma è ovvio che questo non ha senso: come fa qualcosa che non è "reale" a far sorgere un problema?
Bisogna chiarire cosa significa reale.
Un idea astratta non è detto che non sia "REALE". Per esempio, i numeri non sono "REALI", in natura non esiste oggettivamente il numero 1 e il numero 0, tuttavia grazie a queste due astrazioni il mondo è cambiato completamente perchè attraverso di esse siamo riusciti ad arrivare al computer.
Se allora "Dio" inteso come "un senso superiore della vita" non fosse reale come tu sostieni, non è forse vero che non ci sarebbero differenze nella vita di una persona che vive seguendo dei principi superiori in confronto ad una che invece vive senza fare ciò? Ma è ovvio che queste differenze ci sono: ti sfido a trovare un hikikomori (o una persona che soffre di grave depressione) estremamente religioso o che, in ogni caso, si comporta secondo dei principi di derivazione religiosa - - archetipi che ha trovato magari in altre storie - - si tratta in ogni caso di comportarsi secondo dei principi non descrivibili in modo strettamente scientifico, ma solo sotto il punto di vista dell'AZIONE.
Per concludere ho ragione di credere che è invece vero che questi problemi siano dovuti, almeno in parte, a causa del "pragmatismo scientifico", o perdita di spiritualità, se così la vogliamo chiamare. Questo Nietzsche l'aveva capito molti anni fa. Qual'è quindi la cura a questo tipo di problemi? Forse in parte potrebbe essere convincere l'individuo ad allontanarsi il più possibile da ideologie che pongono il puro intelletto al di sopra di tutto, e invece ad avvicinarsi ed esplorare tutte quelle narrative incredibilmente potenti, non necessariamente religiose, che contengono l'Archetipo dell'eroe. Fargli quindi comprendere che esiste fisicamente nel loro cervello e nella loro psiche un sistema dedito a trasformare il chaos in ordine, una forza psicologica specificatamente umana che consiste nell'affrontare i problemi irrisolvibili SUPERANDOLI, a morire e a rinascere indefinitivamente. Da un punto di vista pratico poi, si potrebbe cominciare con piccoli passi, ristabilire pian piano una routine giornaliera, dormire di notte, adottare una buona dieta, fare un po di esercizio fisico anche a casa, meditare per qualche minuto, cominciare pian piano ad uscire, ovviamente il tutto nel modo più graduale possibile.
Hai ragione, "spiritualità" non è propriamente il termine corretto per il concetto che volevo trasmettere. Io sono ateo convinto e ho interrotto qualsiasi legame con le religioni ormai da diverso tempo. Con "spiritualità" non intendo un rapporto non scientifico con la propria esistenza, ma un rapporto non esclusivamente materialista, o comunque che non includa solamente la conoscenza dell'esterno, ma anche quella dell'interno. Anzi, soprattutto per chi ha fede nella scienza, il problema di rispondere alla domanda "Che senso ha la vita?" dovrebbe essere centrale. Spero di essermi spiegato, ma non è semplice.
Mark L. Ferrer chi?
Si, sto cercando di tradurre e comprendere le sue idee perchè credo che siano molto interessanti e anzi direi necessarie al giorno d'oggi per risolvere problemi gravi come questo degli Hikikomori (oltre al fatto che studio psicologia per conto mio come passione). Se può interessarti sto cominciando a semplificare e tradurre alcune sue lezioni sul mio canale :)
Che discussione straordinaria! Capisco che c'è stato un po' di dibattito su COSA si rigetta quando si nega un senso "superiore" della vita, "pre-imposto" dall'alto. La società pragmatista e scientifica di oggi fornisce sia visioni svilenti, quali la ricerca del successo sociale ed economico a tutti i costi (il "materialismo" di cui si parlava) ma senza un qualsivoglia motivo, sia le grandi, nuove narrative del cammino dell'Eroe, del Superuomo di Nietzsche, dell'Inconscio Collettivo di Jung...
Secondo me, per dirla breve, andrebbe suggerita NON la via della "affermazione sociale", ma quella della "auto-affermazione", spingere i ragazzi a trovare il loro fuoco, COSA li infiamma e li fa sentire vivi, arrabbiati, appassionati, senza per forza costruirci sopra aspettative sociali opprimenti.
A chi a nominato Jordan Peterson prima... è senza dubbio un comunicatore seducente, ma in guardia: in fondo finisce per cadere nella trappola cristiana, visto che per lui un uomo senza Fede non è completo.
l'ora meglio spesa della mia vita, senza scherzare
Da profano:
il genitore deve essere vicino all'Hikkikomori ma non tanto da assecondare il suo isolamento.
Credo infatti che un certo grado di 'doccia fredda' possa spezzare l'assopimento del soggetto. Riassumendo: se vivi isolato all'interno del nucleo familiare, vuol dire che qualcuno te lo permette, anche se inconsciamente.
Sostenere e accettare il proprio figlio però non significa assecondarlo. Non so in questo senso quanto può essere utile anche solo una parziale doccia fredda per lo stato di un hikikomori che già credo abbia dei sensi di colpa notevoli a starsene chiuso in casa e a non riuscire a integrarsi con la società. Invece dimostrando accettazione e pressando meno il proprio figlio, cercando però di capire quali sono i suoi problemi, paradossalmente, il proprio figlio può alleggerire il pesante giudizio che porta su se stesso e piano piano trova la forza di uscirne fuori, con le sue forze, per amore verso se stesso e non perché semplicemente qualcuno gli dà una pedata sul sedere per farlo uscire, gesto che a lungo andare purtroppo non porta gli effetti desiderati, anzi.
ascolta anche... Don Mauro Leonardi: Come aiutare un "Hikikomori" (METRONEWS)
Live molto interessante, dalla quale però ho ricevuto un'impressione negativa su uno dei messaggi comunicati. Probabilmente dovuta anche al fatto che avrei dovuta seguirla con maggior attenzione, quindi prendete questa riflessione cum grano salis.
Il messaggio che mi è arrivato dalla mia interpretazione delle parole di Crepaldi e che stonava un po' alle mie orecchie (ripeto, potrei aver interpretato male) è che non serve andare dallo psicologo perché gli psicologi non sono ancora preparati per affrontare questo disagio, che può essere affrontato solo in seno alla famiglia e al contesto sociale dove la persona è cresciuta. Loro stessi non consigliano psicologi preparati ai genitori che chiedono un riferimento. Non penso che un bravo psicologo possa escludere il fattore famiglia e sociale di un paziente. Ho capito male io?
LDS - Lab. Divulgazione Scientifica No, dice che i primi passi da compiere devono essere nel contesto familiare/sociale, poi se serve si arriva al supporto dello psicologo. Dice semplicemente che non vuole essere un semplice mezzo per fornire psicologi come se fossero il punto di partenza e arrivo per la soluzione del problema. Diciamo che così inizi a far prima prendere coscienza del problema da parte della famiglia per poi eventualmente arrivare allo psicologo, ma con maggior consapevolezza.
Ucraino 16 Ma prima si sono rivolti all'associazione?
A maggior ragione, se cosi fosse, lo riterrei un atteggiamento sbagliato. Non vedo perché la consapevolezza debba arrivare prima dello psicologo, non penso ci sia un ordine. Penso sia importante rivolgersi ad un esperto, o a più esperti già dall'inizio.
LDS - Lab. Divulgazione Scientifica Quando arrivano all'associazione di solito hanno già provato varie strade, tra cui anche quella del terapeuta o dello psichiatra. Se l'associazione adotta questo tipo di protocollo evidentemente secondo loro è quello che funziona meglio. Io ho dato la spiegazione parafrasando quanto detto nella live, ma per una maggior chiarezza l'unica strada è contattarlo direttamente e chiederglielo.
Magari ci risponderà direttamente qui :)
Ma che fare se i genitori hanno scoperto il fenomeno ma hanno lavorato sulla cosa alle tue spalle con uno psicologo senza dirti nulla per un anno?
+shaddy
Non lo definerei _"alle tue spalle"_ . Probabilmente prima avevano bisogno di capire la situazione con lo psicologo e magari gli è stato detto di non fare nulla per il momento per evitare reazioni opposte.
lo so,ma comunque io andavo da quello stesso psicologo...che aveva promesso di non dire nulla a nessuno riguardo quello che dicevo in seduta.I miei genitori sono andati da questo psicologo e continuano ad andarci...dicono però la stessa cosa che mi dicevano allora...ovvero 'ci andiamo per noi due'...e non penso di riuscire a crederci.Poi nel giorno in cui ho parlato con mia madre del fatto che faccio parte di questo fenomeno...lei ha detto ciò...ma anche che parlandone con lo psicologo lui aveva detto che non lo ero di sicuro...dunque un'altra menzogna.Dopo quell'accaduto in pratica non riesco più a fidarmi dei tentativi di aiuto da parte dei miei.
+shaddy
Eh, in effetti non è stato il massimo, ma forse esageri a considerarlo come un tradimento.
Anche se i genitori magari hanno detto qualche bugia, non è che stanno lavorando in segreto contro di te.
Poi mi sembra strano che lo psicologo abbia riferito i fatti tuoi, dato l'obbligo del segreto professionale.
Comunque parlerei chiaramente con lui\lei di questa cosa.
facile a dirsi quando mi ritrovo con un'ansia sociale (che è solo una delle conseguenze delle mie scelte).
shaddy spero tu stia meglio, hai provato a rivolgerti a Marco Crepaldi? Sinceramente mi sembra una persona in gamba e in grado di aiutarti in qualche modo
l'avevo già vista. Mi piace rivederla ogni tanto.