Che bello, ascoltare una persona competente, che conosce la materia di cui si occupa è sempre una boccata di ossigeno. Se poi è un ingegnere e chi ascolta lo capisce, beh si gode . Il problema sono i fondamentali. 😊
Salve Marco! Interessante scambio di opinioni, soprattutto perché incentrato sulla volontà, da parte sia del produttore che del discografico, di ottenere un suono il più possibile conforme all'originale: realistico. Sono parzialmente in disaccordo, invece, per quanto riguarda la questione "spiegazioni tecniche". Gli appassionati di Musica e Alta Fedeltà si dividono in tre categorie: gli interessati unicamente alla tecnica, gli interessati unicamente al suono e, infine, gli interessati principalmente al suono ma tecnicamente competenti (oltre che naturalmente curiosi) e, quindi, desiderosi di capire come gli oggetti da Musica funzionano. Io faccio parte di questa terza categoria, quindi, a maggior ragione se un produttore mi dice di aver data la massima priorità al realismo, io apprezzo che mi si spieghi almeno a grandi linee come si è operato tecnicamente, questo sia perché la cosa soddisfa la mia curiosità, sia perché potrebbe svelare delle peculiarità tecniche che differenziano pesantemente un prodotto dalla concorrenza, quindi a maggior ragione interessanti. Ad esempio, la disquisizione relativa all'ampiezza del segnale di uscita e della gestione del volume negli apparecchi Norma, fatta durante l'intervista, è stata molto interessante e, per un appassionato ANCHE di tecnica come me, ha la stessa valenza di un'eventuale spiegazione di massima del funzionamento dell'A-DAC Norma. Ça va sans dire... :-) Tra l'altro, lo scorso anno ho avuto modo di ascoltare un intero impianto Norma al Gran Galà di Milano, in presenza del Sig. Rossi il quale conduceva le sedute di ascolto, e posso confermare che si è trattato dell'impianto (sarebbe meglio dire saletta) meglio suonante della manifestazione.
Trovo condivisibile l'approccio di Enrico Rossi riguardo all'aspetto tecnico del nuovo DAC. La gente dovrebbe concentrarsi sul come suona e non partire dall'approccio tecnico per poi "classificare" automaticamente l'elettronica stessa in "suona bene" "suona male" solo per il contenuto tecnico. Il suono deve essere la ragione di una scelta tecnica, non la scelta tecnica davanti al suono.
Il fatto è che come si racconta bene in questo video siamo ben lontani dal raggiungere con un sistema di riproduzione ciò che accade nel mondo reale. Complimenti per il video
Incontrai l'ing. Rossi il 16 novembre 2023 al Teatro Ponchielli di Cremona, forse lui se ne ricorderà: assistevamo al recital del pianista Giovanni Bertolazzi, siccome eravamo in pochi invece che in platea sedevamo sul palcoscenico, a brevissima distanza dal pianoforte. Ricordo che scambiammo qualche considerazione sull'acustica di quel luogo: chiaramente se fossimo stati in tanti e seduti in platea avremmo sentito un suono assai diverso. Anche negli ascolti dal vivo ci sono millemila fattori che influenzano pesantemente quello che sentiamo: la posizione in cui siamo seduti, l'acustica della sala, il posizionamento degli strumenti, la massa corporea degli ascoltatori e via enumerando... Nella riproduzione non dubito che ci siano differenze di suono tra le varie elettroniche, ma sono convinto che siano assai meno influenti di quelle tra i vari trasduttori elettroacustici (casse o cuffie che siano) e tra i vari ambienti di ascolto: anche in cuffia esiste questo problema, perchè (eccezion fatta per i gemelli identici) abbiamo tutti padiglioni e canali auricolari conformati diversamente, per cui la stessa cuffia posizionata su teste diverse suonerà inevitabilmente in modo diverso.
Salve, mi ricordo molto bene di lei, anzi di voi, visto che era in compagnia di un suo amico. Da Brescia eravate venuti in terra straniera, per il concerto. Concerto che è stato bellissimo, ascoltato poi da una posizione eccellente. È sempre un piacere relazionarsi con persone che come motivazione primaria abbiano la frequentazione e l’ascolto della musica dal vivo, e che quindi siano in grado di riconoscere la “verità” musicale in essa presente. Aspetto, questo, purtroppo poco comune. Conosco di molti appassionati che frequentano regolarmente i vari forum e simili, atteggiandosi come esperti massimi della riproduzione, e che in realtà non ho mai visto ad un solo concerto; e magari abitano a pochi metri dal teatro! Detto questo, concordo con quello che scrive, ma solo parzialmente. Nel senso che è tutto certamente vero, ma ci sono alcuni parametri di influenza che si conservano al di là della situazione ambientale, dei diffusori ecc. ecc. In questi parametri, l’elettronica utilizzata ha un ruolo fondamentale, tale da cambiare molto in profondità la qualità di fruizione. Purtroppo si tratta di un aspetto poco conosciuto, anche perché è relativamente facile immaginare l’influenza di ambiente e diffusori. Inoltre, poche persone hanno avuto l’occasione di fare delle prove comparative approfondite in grado di mettere in luce questo fenomeno. Per esperienza, una volta che si è individuato questi parametri, il nostro sistema percettivo ne identifica molto velocemente le qualità; al punto da trovare inascoltabile ciò che prima invece ascoltava senza turbamenti. Un po’ come salire su una berlina di lusso dopo avere passato una vita con una utilitaria; la classica “marcia indietro” diventa “dolorosa”. Direi anzi che proprio perché, alle volte, le condizioni al contorno (ambiente, diffusori) possono presentare qualche penalizzazione, è ancora più importante che il resto della catena sia eccellente, proprio perché essa in qualche modo “compensa” alcuni aspetti critici, migliorando il piacere di ascolto. Mi farebbe piacere se, in qualche futura occasione nella quale capiterete a Cremona, poteste passare a trovarci per 2 chiacchiere e qualche ascolto. Rinnovo l’invito! Saluti. Enrico Rossi
Sento prevalentemente musica dal vivo e le considerazioni dell’ ing Rossi sulla percezione degli “acuti, bassi e medio-bassi” riprodotti rispetto a quelle reali sono di una sintetica chiarezza disarmante. Chapeu!
Se l'uomo sapiens si è evoluto dalle grotte alla società moderna l'ha fatto per un innato desiderio di capire ed imparare. Pertanto mi sfugge per quale motivo di fronte ad un CD od elettronica ben suonante una persona normale non debba desiderare di capire tecnicamente cosa ha portato a quel risultato.. nei cd di velut luna spesso si trovano descrizioni tecniche anche dei metodi di ripresa e in un recente video hai dettagliato il Tuo flusso di lavoro e le tecniche che utilizzi.. cosa penso apprezzata da tutti. Poi se andiamo in cerca di numeri per spiegare le sensazioni di ascolto allora stiamo freschi ma da questo a declinare qualunque spiegazione tecnica anche solo a sottolineare lo sforzo realizzativo, ne passa
Io credo che comunque sia utile, in questo mondo tremendo del mercato dell' audio, conoscere un minimo della tecnologia usata. Sul piano dialettico non vi è nulla da ridire si vede che è un abile uomo d'affari e di mercato.
Che bello, ascoltare una persona competente, che conosce la materia di cui si occupa è sempre una boccata di ossigeno. Se poi è un ingegnere e chi ascolta lo capisce, beh si gode . Il problema sono i fondamentali. 😊
Bellissima intervista / chiacchierata; chapeau!
Salve Marco!
Interessante scambio di opinioni, soprattutto perché incentrato sulla volontà, da parte sia del produttore che del discografico, di ottenere un suono il più possibile conforme all'originale: realistico.
Sono parzialmente in disaccordo, invece, per quanto riguarda la questione "spiegazioni tecniche".
Gli appassionati di Musica e Alta Fedeltà si dividono in tre categorie: gli interessati unicamente alla tecnica, gli interessati unicamente al suono e, infine, gli interessati principalmente al suono ma tecnicamente competenti (oltre che naturalmente curiosi) e, quindi, desiderosi di capire come gli oggetti da Musica funzionano.
Io faccio parte di questa terza categoria, quindi, a maggior ragione se un produttore mi dice di aver data la massima priorità al realismo, io apprezzo che mi si spieghi almeno a grandi linee come si è operato tecnicamente, questo sia perché la cosa soddisfa la mia curiosità, sia perché potrebbe svelare delle peculiarità tecniche che differenziano pesantemente un prodotto dalla concorrenza, quindi a maggior ragione interessanti.
Ad esempio, la disquisizione relativa all'ampiezza del segnale di uscita e della gestione del volume negli apparecchi Norma, fatta durante l'intervista, è stata molto interessante e, per un appassionato ANCHE di tecnica come me, ha la stessa valenza di un'eventuale spiegazione di massima del funzionamento dell'A-DAC Norma.
Ça va sans dire... :-)
Tra l'altro, lo scorso anno ho avuto modo di ascoltare un intero impianto Norma al Gran Galà di Milano, in presenza del Sig. Rossi il quale conduceva le sedute di ascolto, e posso confermare che si è trattato dell'impianto (sarebbe meglio dire saletta) meglio suonante della manifestazione.
Trovo condivisibile l'approccio di Enrico Rossi riguardo all'aspetto tecnico del nuovo DAC. La gente dovrebbe concentrarsi sul come suona e non partire dall'approccio tecnico per poi "classificare" automaticamente l'elettronica stessa in "suona bene" "suona male" solo per il contenuto tecnico.
Il suono deve essere la ragione di una scelta tecnica, non la scelta tecnica davanti al suono.
Quante cose giuste ha detto tutte insieme! Complimenti al Sig. Rossi
Il fatto è che come si racconta bene in questo video siamo ben lontani dal raggiungere con un sistema di riproduzione ciò che accade nel mondo reale. Complimenti per il video
Un saluto al signor Enrico, al signor Marco e a tutti gli spettatori.🙂
Rossi grande progettista.
Incontrai l'ing. Rossi il 16 novembre 2023 al Teatro Ponchielli di Cremona, forse lui se ne ricorderà: assistevamo al recital del pianista Giovanni Bertolazzi, siccome eravamo in pochi invece che in platea sedevamo sul palcoscenico, a brevissima distanza dal pianoforte. Ricordo che scambiammo qualche considerazione sull'acustica di quel luogo: chiaramente se fossimo stati in tanti e seduti in platea avremmo sentito un suono assai diverso. Anche negli ascolti dal vivo ci sono millemila fattori che influenzano pesantemente quello che sentiamo: la posizione in cui siamo seduti, l'acustica della sala, il posizionamento degli strumenti, la massa corporea degli ascoltatori e via enumerando... Nella riproduzione non dubito che ci siano differenze di suono tra le varie elettroniche, ma sono convinto che siano assai meno influenti di quelle tra i vari trasduttori elettroacustici (casse o cuffie che siano) e tra i vari ambienti di ascolto: anche in cuffia esiste questo problema, perchè (eccezion fatta per i gemelli identici) abbiamo tutti padiglioni e canali auricolari conformati diversamente, per cui la stessa cuffia posizionata su teste diverse suonerà inevitabilmente in modo diverso.
Salve,
mi ricordo molto bene di lei, anzi di voi, visto che era in compagnia di un suo amico.
Da Brescia eravate venuti in terra straniera, per il concerto. Concerto che è stato bellissimo, ascoltato poi da una posizione eccellente.
È sempre un piacere relazionarsi con persone che come motivazione primaria abbiano la frequentazione e l’ascolto della musica dal vivo, e che quindi siano in grado di riconoscere la “verità” musicale in essa presente.
Aspetto, questo, purtroppo poco comune. Conosco di molti appassionati che frequentano regolarmente i vari forum e simili, atteggiandosi come esperti massimi della riproduzione, e che in realtà non ho mai visto ad un solo concerto; e magari abitano a pochi metri dal teatro!
Detto questo, concordo con quello che scrive, ma solo parzialmente. Nel senso che è tutto certamente vero, ma ci sono alcuni parametri di influenza che si conservano al di là della situazione ambientale, dei diffusori ecc. ecc.
In questi parametri, l’elettronica utilizzata ha un ruolo fondamentale, tale da cambiare molto in profondità la qualità di fruizione. Purtroppo si tratta di un aspetto poco conosciuto, anche perché è relativamente facile immaginare l’influenza di ambiente e diffusori. Inoltre, poche persone hanno avuto l’occasione di fare delle prove comparative approfondite in grado di mettere in luce questo fenomeno. Per esperienza, una volta che si è individuato questi parametri, il nostro sistema percettivo ne identifica molto velocemente le qualità; al punto da trovare inascoltabile ciò che prima invece ascoltava senza turbamenti.
Un po’ come salire su una berlina di lusso dopo avere passato una vita con una utilitaria; la classica “marcia indietro” diventa “dolorosa”.
Direi anzi che proprio perché, alle volte, le condizioni al contorno (ambiente, diffusori) possono presentare qualche penalizzazione, è ancora più importante che il resto della catena sia eccellente, proprio perché essa in qualche modo “compensa” alcuni aspetti critici, migliorando il piacere di ascolto.
Mi farebbe piacere se, in qualche futura occasione nella quale capiterete a Cremona, poteste passare a trovarci per 2 chiacchiere e qualche ascolto. Rinnovo l’invito!
Saluti.
Enrico Rossi
Sento prevalentemente musica dal vivo e le considerazioni dell’ ing Rossi sulla percezione degli “acuti, bassi e medio-bassi” riprodotti rispetto a quelle reali sono di una sintetica chiarezza disarmante. Chapeu!
Se l'uomo sapiens si è evoluto dalle grotte alla società moderna l'ha fatto per un innato desiderio di capire ed imparare. Pertanto mi sfugge per quale motivo di fronte ad un CD od elettronica ben suonante una persona normale non debba desiderare di capire tecnicamente cosa ha portato a quel risultato.. nei cd di velut luna spesso si trovano descrizioni tecniche anche dei metodi di ripresa e in un recente video hai dettagliato il Tuo flusso di lavoro e le tecniche che utilizzi.. cosa penso apprezzata da tutti. Poi se andiamo in cerca di numeri per spiegare le sensazioni di ascolto allora stiamo freschi ma da questo a declinare qualunque spiegazione tecnica anche solo a sottolineare lo sforzo realizzativo, ne passa
Persa la live 😮 rimediano.
Grazie in anticipo🎉
Io credo che comunque sia utile, in questo mondo tremendo del mercato dell' audio, conoscere un minimo della tecnologia usata. Sul piano dialettico non vi è nulla da ridire si vede che è un abile uomo d'affari e di mercato.
Non mi trovo d’accordo quasi su niente 😂 . Ogni tanto deve anche capitare ..