Date un popolo a queste lingue! Il vero animo di Tolkien -

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  • เผยแพร่เมื่อ 17 มิ.ย. 2019
  • Fonte:
    www.spreaker.com/user/rickduf...
    Leggere Tolkien significa rischiare di credere che le sue lingue inventate siano secondarie rispetto alle storie che ci ha raccontato. In realtà, dalle sue stesse parole comprendiamo che la sua è un'epica linguistica, prima che narrativa. E questo ha implicazioni... fantastiche! ;)
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ความคิดเห็น • 28

  • @erikrainieri1772
    @erikrainieri1772 4 ปีที่แล้ว +3

    quindi da qualche parte nell'universo qualcuno ha detto "turbocapitalismo" e poi è nato fusaro...

  • @ilianceroni
    @ilianceroni 5 ปีที่แล้ว +2

    Davvero un ottimo video, tutti acclamino sua magnificenza il nerd supremo Tolkien!
    Tuttavia ho un po' storto il naso ad un passaggio, non perché dicessi cose sbagliate, ma perché per supportarte il messaggio principale, lasci un po' in sospeso un fattore importante: la creazione di etimologie. È sì vero che Tolkien è partito dalle parole e ha costruito tutto per le parole, ma proprio perché sapeva che la lingua è plasmata dalla cultura (e non viceversa). Pertanto il lavoro di Tolkien è stato creare contesti per spiegare i suoni che apprezzava.
    Prendendo l'esempio che porti nel video, è probabile che Atlantide fosse proprio l'origine di quel termine, l'autore ha in seguito giustificato il termine mediante l'invenzione delle tappe etimologiche precedenti.
    All'epoca la linguistica consisteva perlopiù nell'analisi diacronica (ovvero l'evoluzione attraverso il tempo della parola) e pertanto Tolkien ha voluto dare peso al contesto di origine dei termini. Praticamente ha svolto un processo filologico, avendo però la possibilità di creare il contesto storico affinché giustificasse lo sviluppo da lui scelto per la lingua.
    È dunque vero che ha posto la lingua al centro, ma non va assolutamente proposta (non mi sembra tu lo faccai Rick, ma le tue parole possono essere intese in questo modo) un'interpretazione affine all'ipotesi Sapir-Whorf, secondo la quale la lingua che parliamo plasma interamente la nostra concezione della realtà (sto per laurearmi in linguistica generale, quindi permettetemi un sonoro "stronzate!"). Tolkien era consapevole dell'origine antropologica della lingua, e proprio per questo, avendo solo la lingua, ha voluto darle i popoli e la storia che le dessero delle radici.
    A mio avviso questo da ancora più valore all'opera di Tolkien, poiché ha posta la lingua talmente al centro di tutto da creare un intero universo per poterle dare il giusto peso (e questo mi sembra essere il succo anche del tuo discorso).

  • @antonioforente5949
    @antonioforente5949 5 ปีที่แล้ว +1

    Grazie mille Rick, mi hai fatto venire una gran voglia di approfondire :)

  • @AliaMasotti
    @AliaMasotti 5 ปีที่แล้ว +1

    Avendo studiato linguistica e amando soprattutto ciò che sta dietro al linguaggio, nel cervello ma anche nel tempo, non posso che apprezzare il lavoro di Tolkien, pur non essendo fan della saga. E posso senz'altro immedesimarmi nella curiosità magica che ha provato con quel verso. C'è una parte di verità nel dire che "si sono dati dei mondi a quelle lingue", più che altro da un punto di vista culturale, ma se andiamo nel tecnico la lingua è in un certo senso la creazione di un mondo: il corpo raccoglie dei dati sensibili da fuori e da dentro e la mente, per poter mantenere una coscienza fluida deve dare un'interpretazione e una narrativa a questi dati. La lingua è un codice che mappa proprio la nostra capacità e le nostre preferenze nel categorizzare e investire di emozione il mondo. Prima che comunicare qualcosa, la funzione della lingua è quella di narrare la propria percezione per compiacere se stessa e giocare con le tensioni interiori dell'animo

  • @federicomaestri6026
    @federicomaestri6026 5 ปีที่แล้ว +3

    Del resto, non è mica un caso che l'atto creativo di Iluvatar sia una canzone e che l'antitesi al creativo sia una dissonanza (e che il potere si eserciti sempre attraverso manifestazioni simili, come Finrod e Sauron che si sfidano con un canto di potere a Tol-in-Gaurhoth).

    • @wasmagpie
      @wasmagpie 5 ปีที่แล้ว

      Cosa che mi ha sempre fatto storcere il naso

    • @federicomaestri6026
      @federicomaestri6026 5 ปีที่แล้ว +1

      Beh, non che cambi niente nella mitologia. Creare il mondo con un canto, con un gesto, vomitandolo o scolpendolo ha più o meno lo stesso valore.

  • @mastrolibraiochannel4429
    @mastrolibraiochannel4429 5 ปีที่แล้ว

    Sono d'accordo con quel che dici, per più di un motivo. Anzitutto, è vero che l'opera di tolkien (trama e personaggi) non è un'allegoria della vicenda di Cristo, come se i personaggi del Signore degli anelli rappresentino in modo diretto i personaggi dei vangeli o della Bibbia (Frodo=Cristo, Sauron=Satana, etc.). E' vero che Tolkien, in una lettera del '53, sostiene la natura 'fondamentalmente religiosa e cattolica' della sua opera, ma precisa anche di non esserne stato cosciente al momento della stesura. Inoltre, in altre lettere, Tolkien chiarisce a più riprese che 'non c'è simbolismo o allegoria cosciente' nei suoi scritti. (se Frodo fosse effettivamente Cristo, non si capisce come possa infine cedere alla tentazione dell'anello, tanto per dire). Allo stesso tempo, ciò non esclude che vicende e personaggi di Tolkien siano stati ispirati (più o meno consapevolmente) da vicende e personaggi della letteratura (religiosa e cavalleresca), questo anzi mi sembra addirittura ovvio considerando l'enorme cultura a cui Tolkien poteva attingere e considerando che la vastità e ricchezza dei suoi scritti è tale che non potevano certo essere il frutto di una originalità radicale (a meno che non fosse divinamente ispirato).
    Anche la tua riflessione sulla natura del linguaggio merita attenzione: in Tolkien il mondo è una concretizzazione di un linguaggio preesistente, invece nell'immaginario collettivo nomina sunt consequentia rerum, i nomi derivano dalle cose (o sono comunque posteriori ad esse) e non viceversa. La vicenda di Adamo esemplifica questa seconda linea e perciò sarebbe in contrasto con la prima, quella di Tolkien. Su questo punto posso essere d'accordo, con l'unica precisazione che se questa osservazione vale per i progenitori non vale però per il Dio biblico: Dio crea il mondo proprio attraverso le parole ('Fiat Lux') , in tal senso il suo linguaggio non solo non è posteriore al creato, ma ne è perfino la causa.
    Infine: proprio alla luce della tua sensibilità filosofica, non credi che il ruolo "creativo" del linguaggio di Tolkien sia una testimonianza della modernità di questo autore? Mi riferisco in particolare alle filosofie della cosiddetta "svolta linguistica".

  • @LucaDiTullio
    @LucaDiTullio 5 ปีที่แล้ว +1

    Owen Barfield. Rudolf Steiner. Goethe.

  • @AndreaPizzoAndThePurpleMice
    @AndreaPizzoAndThePurpleMice 5 ปีที่แล้ว +1

    J. R. R. Tolkien era una divinità, ma il più grande nerd mai comparso sulla faccia della Terra è William J. Sidis. Dovresti fare una puntata su questo personaggio. Ps: davvero complimenti per la Tolkien week!

  • @anwen17
    @anwen17 5 ปีที่แล้ว +1

    Il fatto che abbia inventato delle lingue (oltre ovviamente a tutto un mondo culturale dietro ai vari popoli da lui inventati) è la cosa che mi ha più affascinato di Tolkien 💜

  • @castrucciocastracani0
    @castrucciocastracani0 5 ปีที่แล้ว

    Ha scritto un milione di pagine, veramente??😱😱

  • @miticogabry68
    @miticogabry68 2 ปีที่แล้ว

    Sì, ma pronunci male i tanti bei nomi di Tolkien! "Atalantë" si pronuncia "Atalànte", quasi come "Atalanta", la squadra di calcio bergamasca e l'eroina della mitologia greca da cui prende il nome (la dieresi sulla "-ë" finale la mise - spiegò lo stesso Tolkien - per far capire ai suoi lettori di lingua inglese, che essa non era muta. Come il cognome della scrittrice Emily Brontë, che si pronuncia "Bronte", come la città siciliana, celebre per i suoi pistacchi); e "Sindarin" è "Sìndarin", non "Sindàrin", e "Ovestron" è "O'vestron", non "Ovestròn"! ^_^

  • @Marco_Venieri
    @Marco_Venieri 5 ปีที่แล้ว

    gli inglesi sono sempre stati dei maghi del linguaggio.

  • @RedAlertIt
    @RedAlertIt 5 ปีที่แล้ว +1

    Attenzione Rick, hai detto una cosa inesatta: la somiglianza tra la Atlante tolkieniana e il nostro mito di Atlantide non é né una coincidenza né una metafora (o più propriamente un topos narrativo riproposto): non dimenticare che per Tolkien gli eventi delle tre ere della terra di mezzo non sono un elseworld o un mondo alternativo, ma un passato remotissimo e dimenticato del mondo in cui noi viviamo. Noi discendiamo nella finzione letteraria dagli esseri umani che rimasero unici abitanti della Terra di Mezzo dopo che gli elfi partirono ad ovest, e nani ed Hobbit si ritirarono progressivamente nelle profondità dei monti o nel fitto delle foreste, come ci racconta il finale del signore degli anelli. E dunque appare chiaro che il mito di Atlantide come é giunto a noi dalla cultura greca non é che una rielaborazione distorta in forma mitologica dell'evento storico della caduta di Numenor.

    • @DailyCogito
      @DailyCogito  5 ปีที่แล้ว

      Io ho parlato dell'etimologia di Atlantë, e quanto ho detto è riportato dallo stesso Tolkien. Quindi no, non ho detto nulla di inesatto.

    • @RedAlertIt
      @RedAlertIt 5 ปีที่แล้ว

      @@DailyCogito certo, al livello etimologico, ma a questo poi si sovrappone l'aspetto narrativo del concetto che a quel nome Tolkien ha voluto associare.

    • @DailyCogito
      @DailyCogito  5 ปีที่แล้ว

      Io ho parlato del livello etimologico. Quindi, ribadisco, non ho detto nessuna inesattezza.

    • @RedAlertIt
      @RedAlertIt 5 ปีที่แล้ว +1

      @@DailyCogito d'accordo, però (almeno a me) sembra rilevante puntualizzare che, quando Tolkien si é trovato ad associare a quella parola del suo linguaggio un corrispettivo narrativo, e ha scelto come corrispettivo proprio una città che si inabissa e non altro, non lo ha fatto a caso o per coincidenza, ma perché aveva in mente un preciso intento narrativo, e cioé che gli eventi della caduta di Numenor dovessero essere la base storica del "nostro" mito di Atlantide.

    • @Laurelin70
      @Laurelin70 4 ปีที่แล้ว

      Questa però è una posizione iniziale di Tolkien, che abbandonò successivamente proprio perché finiva per confliggere con le mitologie REALI del nostro mondo (in una parte dei Racconti Perduti, o erano i Ritrovati? comunque, parlando di Gondolin e della sua caduta si accenna addirittura a Roma e a Troia) e, cosa non secondaria per Tolkien, la sua mitologia rischiava di diventare "cattiva teologia" (soprattutto per quanto riguarda gli dei/Valar/angeli e l'idea della reincarnazione degli Elfi, che per tutta la vita cercò di mettere in accordo con la propria fede, senza riuscirci).

  • @ottymo
    @ottymo 5 ปีที่แล้ว

    molto interessante ma non son d'accordo, per me il linguaggio è un insieme si suoni socialmente accettati per esprimere un concetto e non il contrario

  • @BooyahL
    @BooyahL 5 ปีที่แล้ว +1

    Perchè dici che si oppone al cristianesimo? Cioè capisco la questione di Adamo, ma "in origine era il verbo"... Anzi credo che la questione di Adamo sia proprio quella, è come se le cose non esistessero prima che Adamo le desse un nome

    • @mastrolibraiochannel4429
      @mastrolibraiochannel4429 5 ปีที่แล้ว +1

      E' Dio a creare il mondo, non Adamo. Il fatto che Adamo dia il nome ai viventi indica che egli ne conosce perfettamente l'essenza, conosce dunque tutte le leggi a cui rispondono e può dunque dominarli

    • @BooyahL
      @BooyahL 5 ปีที่แล้ว

      @@mastrolibraiochannel4429 Non ho capito bene la tua risposta in riferimento al mio commento, e comunque su questi aspetti fondanti ogni corrente del cristianesimo dà la sua interpretazione... Io, da ateo che si diverte a studiare queste cose, mi sono fatto l'idea che chi per primo in tempi antichi si dilettava con queste storie si riferiva a Dio come una sorta di infrastruttura culturale che riassumeva tutta la saggezza degli antenati, per cui vedo tutto il racconto del Paradiso Terrestre in quest'ottica. Mi sembra, inoltre, che l'accezione di onnipotenza e onniscenza che dai ad Adamo sia fuorviante, ma mi farebbe piacere che mi contraddicessi dato che non sono un esperto

    • @mastrolibraiochannel4429
      @mastrolibraiochannel4429 5 ปีที่แล้ว

      @@BooyahL Dicevo che, non essendo Adamo il creatore del mondo (bensì Dio) il fatto che Adamo dia un nome alle cose del mondo non può significare che esse iniziano ad esistere grazie ad Adamo, ma eventualmente che egli ha il dominio su di esse (questo perché il nome indica l'essenza della cosa nominata, si ha potenza solo su ciò che si conosce). Fermo restando che hai ragione a dire che si tratta di un passo biblico (dunque soggetto per definizione a una pluralità di interpretazioni, che però devono essere internamente coerenti, cioè non contraddittorie) e non di una verità scientifica

    • @BooyahL
      @BooyahL 5 ปีที่แล้ว

      @@mastrolibraiochannel4429 ok ora ho capito, anche se imho c'è molto di più in quel passo, proprio per il peso che il mito giudaico-cristiano dà al verbo. Come dice Popper questi miti hanno sopravvissuto così tanto perché hanno delle verità, anche se chiaramente non ci viene garantito che rimangano per sempre veri. Sono come dei distillati, risposte alla domanda "cosa é sempre vero in ogni storia umana?" date quasi in forma di sogno. Proprio per questo non credo che la storia di Adamo che dà i nomi possa avere un'interpretazione così naive, altrimenti non sarebbe sopravvissuta al tempo. Pensa a quanto ad esempio é sintetica, eppure estremamente pregna di significato in ogni parola, la storia di Caino e Abele. Di nuovo, magari ci siamo fraintesi, ma non credo che si possa così cuor leggero dare meno peso a qualche passo della genesi...

    • @mastrolibraiochannel4429
      @mastrolibraiochannel4429 5 ปีที่แล้ว

      @@BooyahL Che il passo abbia molteplici significati è probabile: i testi sacri presentano una molteplicità di livelli di letture. Un altro paio di maniche è che quella interpretazione sia da escludere (il parere della Chiesa Cattolica va in direzione diametralmente opposta a questa esclusione, ammesso che ciò abbia un qualche peso) . Poco prima (Genesi 1) , Dio concede il dominio all'uomo sui viventi, e ora concede ad Adamo la facoltà di nominarli. L'associazione tra nominare e dominare è un tratto saliente delle società antiche e dello stesso pensiero cabalistico (ebraico, non a caso), dove l'invocazione di entità superiori attraverso i loro nomi consente all'uomo di potere ciò che altrimenti non gli sarebbe consentito