sarebbe l'insegnante giusto... io per mio figlio lo vorrei un insegnante così... non ho parole è davvero una persona dalle mille sfaccettature e quando parla dalla sua bocca sembra venga fuori poesia recitata con dolcezza e amore, per trasmettere il suo IO, che rispecchia il nostro, con questa leggerezza profonda e ti sembra di starlo ad ascoltare seduta su delle soffici nuvole.
ho iscritto mia figlia al primo anno di liceo classico. Desiderate sapere quale è il mio sogno? Che possa incontrare un insegnante come Alessandro. Grazie Alessandro, avanti così!
Nella scelta della scuola da parte della famiglia la prima cosa è sapere a chi si affidano i figli, che adulti (docenti) incontrano, cosa questi adulti vogliono comunicare agli alunni/studenti, se assomigliano al prof. D'Avenia o no. Questo vale proprio in modo particolare per gli studenti delle scuole secondarie superiori.
D'Avenia parla del suo insegnante, che all'ultima ora del sabato faceva ascoltare Beethoven. La famigerata ultima ora della settimana, già...E pensare che quest'anno io non ho una, ma ben tre ultime ore attaccate. Alla fine, però, tengo duro. E i ragazzi mi seguono fino alla fine. Magari, sì, l'ultimissima l'alleggerisco leggendo un raccontino horror o un giallo, ma mi attengo alla mia funzione di insegnante di Italiano. Si sputa sangue, certo, ma è bello poi essere riusciti a domare un cavallo imbizzarrito di trenta studenti di un istituto tecnico, a cui la materia interessa benché meno. Senza ricorrere all'ipnosi della musica classica. Una critica a d'Avenia: egli dà poco spazio nei suoi monologhi alle opere, e più si dilunga sul commento. Il rapporto andrebbe invertito: la letteratura si esprime già da sola. Non le serve un avvocato che la difenda. Noto inoltre eccessivo autocompiacimento nei suoi discorsi. E, avendo guardato altri suoi video, lo trovo anche un po' ripetitivo. Alla fine anche un po' noiosetto: non sono ancora riuscito a concludere fino alla fine nessuno dei suoi interventi. Mi fermo prima. E' più forte di me. Forse perché ho scoperto il trucco. A proposito del titolo del suo romanzo, "Sono cose che nessuno sa". Continuo a ripetere ai miei studenti che la parola "cosa" è troppo generica. Certo, il termine esiste, ed è presente sul vocabolario. Ma il linguaggio si arricchisce di molto se ci si sforza di evitare questa espressione. E poi, il verbo. "Sa", invece del più corretto "conosce". Ho l'impressione che D'Avenia scimmiotti il gergo giovanile, ma con distacco, senza realmente trasmettere lo spirito del modo di parlare dei ragazzi. Ho letto il suo romanzo. Non ne ricordo assolutamente la trama. Lo stile, quello sì che mi è rimasto impresso. Lezioso, spesso artificioso nella sua continua, insistita, inopportuna ricerca dell'effetto. Scusate se ho sbrodolato.Anzi, no. Non chiedo scusa. Ciao
SOLANA RODRGUEZ non sai quanto ti ringrazio. Sono secoli, e dico SECOLI, che cerco qualcuno che vada oltre la faccia pulita di questo professore e non si faccia abbindolare dalla parlantina.. ispirato quanto si vuole, votato all'insegnamento, va Bene, ma tremendamente retorico e di nessuna caratura letteraria e men che meno critica. Vorrei davvero sapere cosa i suoi studenti pensano di lui..
Ci sono video di sue lezioni su TH-cam. Manca l'approccio tecnico, stilistico alla letteratura. E' troppo sbilanciato sul contenuto. Così sottovaluta i ragazzi. Quest'anno io non mi sono tirato indietro quando ho dovuto spiegare la metafora a ragazzini di prima media. Certo, tanto di cappello per la sua capacità comunicativa.
questo è un grande... sembra riesca a leggere in ognuno di noi... impressionante, io non ho mai visto arrivare al cuore mai nessuno come lo fa lui!
Le tue parole, il tuo messaggio sono ispirazione e speranza per i giovani! Grazie!
Grande stima ..per quest'uomo..
Che meraviglia ❤
sarebbe l'insegnante giusto... io per mio figlio lo vorrei un insegnante così... non ho parole è davvero una persona dalle mille sfaccettature e quando parla dalla sua bocca sembra venga fuori poesia recitata con dolcezza e amore, per trasmettere il suo IO, che rispecchia il nostro, con questa leggerezza profonda e ti sembra di starlo ad ascoltare seduta su delle soffici nuvole.
ho iscritto mia figlia al primo anno di liceo classico. Desiderate sapere quale è il mio sogno?
Che possa incontrare un insegnante come Alessandro.
Grazie Alessandro, avanti così!
Bellissimo... Tutto è reale..
Non sono genitore , ma ex insegnante. Ascolto volentieri anche se il video e' di tempo fa ! Certe iniziative sono sempre interessanti ! Grazie
Nella scelta della scuola da parte della famiglia la prima cosa è sapere a chi si affidano i figli, che adulti (docenti) incontrano, cosa questi adulti vogliono comunicare agli alunni/studenti, se assomigliano al prof. D'Avenia o no. Questo vale proprio in modo particolare per gli studenti delle scuole secondarie superiori.
D'Avenia parla del suo insegnante, che all'ultima ora del sabato faceva ascoltare Beethoven. La famigerata ultima ora della settimana, già...E pensare che quest'anno io non ho una, ma ben tre ultime ore attaccate. Alla fine, però, tengo duro. E i ragazzi mi seguono fino alla fine. Magari, sì, l'ultimissima l'alleggerisco leggendo un raccontino horror o un giallo, ma mi attengo alla mia funzione di insegnante di Italiano. Si sputa sangue, certo, ma è bello poi essere riusciti a domare un cavallo imbizzarrito di trenta studenti di un istituto tecnico, a cui la materia interessa benché meno. Senza ricorrere all'ipnosi della musica classica. Una critica a d'Avenia: egli dà poco spazio nei suoi monologhi alle opere, e più si dilunga sul commento. Il rapporto andrebbe invertito: la letteratura si esprime già da sola. Non le serve un avvocato che la difenda. Noto inoltre eccessivo autocompiacimento nei suoi discorsi. E, avendo guardato altri suoi video, lo trovo anche un po' ripetitivo. Alla fine anche un po' noiosetto: non sono ancora riuscito a concludere fino alla fine nessuno dei suoi interventi. Mi fermo prima. E' più forte di me. Forse perché ho scoperto il trucco. A proposito del titolo del suo romanzo, "Sono cose che nessuno sa". Continuo a ripetere ai miei studenti che la parola "cosa" è troppo generica. Certo, il termine esiste, ed è presente sul vocabolario. Ma il linguaggio si arricchisce di molto se ci si sforza di evitare questa espressione. E poi, il verbo. "Sa", invece del più corretto "conosce". Ho l'impressione che D'Avenia scimmiotti il gergo giovanile, ma con distacco, senza realmente trasmettere lo spirito del modo di parlare dei ragazzi. Ho letto il suo romanzo. Non ne ricordo assolutamente la trama. Lo stile, quello sì che mi è rimasto impresso. Lezioso, spesso artificioso nella sua continua, insistita, inopportuna ricerca dell'effetto. Scusate se ho sbrodolato.Anzi, no. Non chiedo scusa. Ciao
SOLANA RODRGUEZ non sai quanto ti ringrazio. Sono secoli, e dico SECOLI, che cerco qualcuno che vada oltre la faccia pulita di questo professore e non si faccia abbindolare dalla parlantina.. ispirato quanto si vuole, votato all'insegnamento, va Bene, ma tremendamente retorico e di nessuna caratura letteraria e men che meno critica. Vorrei davvero sapere cosa i suoi studenti pensano di lui..
Ci sono video di sue lezioni su TH-cam. Manca l'approccio tecnico, stilistico alla letteratura. E' troppo sbilanciato sul contenuto. Così sottovaluta i ragazzi. Quest'anno io non mi sono tirato indietro quando ho dovuto spiegare la metafora a ragazzini di prima media. Certo, tanto di cappello per la sua capacità comunicativa.
Ecco il senso religioso incarnato . Stupendo
:)