Sino a che non se ne troveranno tracce concrete non potremo saperlo, ma se diamo retta alle tracce segnalate dalle mappe seicentesche, possiamo comunque immaginarci un asse maggiore di circa 60-70 metri, simile a quello dell'anfiteatro di Ivrea (Eporedia). Per ora è solo una supposizione, ma plausibile :-)
Ero tra quelli convinti che l'anfiteatro si trovasse vicino alla Dora (anche per comodità di pulizia). Ho scritto un romanzo storico, e lì l'ho collocato, evidentemente sbagliando. Mi auguro che si trovi, prima o poi qualche evidenza che risolva il mistero...! (PS, bel video.)
Come ammortizzatore sociale, senz'altro sì. Gli spettacoli fortunatamente sono meno violenti: oggi a nessun tifoso, nemmeno al più sfegatato, verrebbe in mente che la sua squadra può lecitamente massacrare quella avversaria, e nemmeno si vedono arbitri inseguiti dai leoni :-)
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 dimenticavo di farvi i complimenti per tutto quello che fate. Speriamo di vederci presto per poter associarmi e riprendere in mano la mia vecchia passione per l'archeologia unità all'amore per la nostra città.
See buonanotte; oramai che il cortile è bello che restaurato e inaugurato (sarà un anno) tanti saluti... se potevate fare qualcosa era prima (probabilmente colpevole soprattutto chi non vi ha concesso i permessi qualora li aveste chiesti). Adesso passeranno come minimo duecent'anni prima che ci sia un qualche remoto motivo per ritornare a ravanare li sotto. Sanpaolo ha sborsato 600 e passa mila euro per i lavori, che sono freschi freschi. Quando lo trovi più l'anfiteatro...
Forse dovreste ancora cercarlo più a fondo nel cuore del Balòn, banalmente basta dare un'occhiata su Earth e si nota. È li sotto, provateci ancora. Non ha senso cercarlo così lontano dai corsi d'acqua dove non poteva essere riempito per le naumachie. Certo ci sono anche buone ragioni possa essere nelle fondamenta di Via Arsenale/Via Arcivescovado. Non era comunque più grande rispetto a quello di Libarna e Pollentia.
Caro Salvatore, forse non hai avuto tempo di guardare il video per intero, perché altrimenti avresti constatato che la faccenda non è banale. Perciò, a vantaggio tuo e di chi ci segue, aggiungo volentieri qualche informazione in merito. L'ipotesi che l'anfiteatro si nasconda sotto gli edifici del "Balon", in particolare lungo la curvilinea via Borgo Dora, è stata proposta negli anni '90 dallo studioso Giampaolo Sabbatini (poi pubblicata qui: Sabbatini G., "Dov'era l anfiteatro di Torino? Un ipotesi", in “Europa Reale”, 3, II/1). Essa fu, a suo tempo, presa in considerazione pure da noi del GAT e confluì nella "Guida Archeologica di Torino" ma tale ipotesi, in tutta onestà, non ha mai trovato riscontri oggettivi. Del resto, la forma curvilinea di quegli edifici del Balon che suggeriscono preesistenze sottostanti, è relativamente recente. Faccio inoltre presente che recentemente sono stati eseguiti estesi scavi (per ragioni infrastrutturali) nella tangente via Andreis e, tempo fa, anche nella retrostante via Mameli, senza trovare nulla di che. Invece, le fonti documentarie, dal XVI secolo in poi, concordano tutte - ma proprio tutte - nel collocare l'anfiteatro dalla parte opposta della città antica. Ovviamente, si attendono conferme o smentite a seguito di prove archeologiche, se e quando ve ne saranno. Quanto alla presenza d'acqua e alle naumachie: non vi sono elementi per dire che ad Augusta Taurinorum si siano mai svolte naumachie (del resto, mica erano obbligatorie), ma anche fosse, pure nella zona a sud di Torino si sarebbero potute facilmente condurre grandi quantità d'acqua; prova ne sia la fitta rete di bealere, derivata dalla Dora, che già nel medioevo irrigavano i campi a ovest e a sud della città; ulteriore suggerimento in tal senso è il collettore fognario extraurbano che si trova in quella zona, nel parcheggio sotterraneo di via Roma, probabile testimonianza del fatto che la zona era ricca d'acqua (come peraltro certifica, senza dubbi, anche il fatto che già a partire dall'alto medioevo la zona si riempì di acquitrini, circostanza testimoniata dalle ricerche archeologiche effettuate in piazza San Carlo nel 2004-2005). Infine, permettimi una considerazione basata sull'esperienza personale: non conviene mai affezionarsi troppo a un'ipotesi, ma bisogna essere sempre pronti a cambiare idea quando i fatti non coincidono con le nostre aspettative. Lo dico perché io stesso, tempo fa, sono stato uno dei sostenitori dell'ipotesi "anfiteatro al Balon"; ad un certo punto, ho dovuto ammettere che le prove a sostegno di quell'idea erano forse ben montate, suggestive, stimolanti ma comunque basate solo su speculazioni, mentre i fatti concreti (i documenti) spingevano tutti verso un'altra direzione. Me ne sono fatto una ragione :-) e ho consultato più a fondo i documenti disponibili: ciò non ha spento il mio entusiasmo sull'argomento, ha solo reindirizzato il mio sguardo, consentendomi di mettere meglio a fuoco la ricerca. Almeno spero...
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 Grazie per le informazioni per altro pertinenti. Continuo a seguire gli aggiornamenti. Speriamo che oltre all'anfiteatro, venga anche scoperto il Foro e qualche rimanenza della Porta Marmorea. Sai dirmi qualcosa sull'edificio ritrovato nei pressi di Piazza Aldo Moro (Ateneo) alcuni anni fa?
@@alfavinage.002 Grazie a te, condividiamo tutti le tue aspettative :-) Quanto ai ritrovamenti di piazza Aldo Moro, si tratta dei resti delle fortificazioni sei-settecentesche, sempre che tu ti riferisca a quelle, attualmente visibili e corredate da una serie di pannelli.
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 Mi riferivo ai reperti di epoca romana ritrovati a fianco di Palazzo Nuovo. Erano le fondamenta di grande edificio pubblico che mi pare non me fosse stata appurata la destinazione d"uso.
@@alfavinage.002 I ritrovamenti di cui parli, molto estesi in effetti, non erano di epoca romana ma piuttosto recenti, ossia contemporanea, fatta eccezione per una breve ma significativa porzione delle fortificazioni barocche, di cui abbiamo già detto. Solo quest'ultima è stata conservata. Del resto, non tutto si può mantenere "a vista" (altrimenti la città diventerebbe un'enorme sito archeologico) e gli elementi più recenti vengono in genere demoliti o semplicemente reinterrati. Per esempio, sempre in quella zona, tra l'abside della chiesa dell'Annunziata e il prospiciente edificio scolastico, sono emerse le fondamenta della Manifattura Tabacchi ottocentesca; una volta indagate e documentate, sono state rimosse. Stai certo che se gli archeologi avessero trovato in piazzale Aldo Moro un magazzino romano a quest'ora lo avremmo saputo perché, anche se le logiche edilizie e urbanistiche non sempre consentono di conservare ciò che si rinviene, i risultati delle indagini vengono sempre pubblicati (per Torino, sui "Quaderni" della Soprintendenza, scaricabili anche dal web [archeo.piemonte.beniculturali.it/index.php/en/quaderni-della-soprintendenza-archeologica-del-piemonte]). È il caso della vicina piazza Vittorio, interessata da uno scavo totale per la realizzazione del sottostante parcheggio: tutto ciò che è stato rinvenuto (comprese le tracce di un grande magazzino romano, appunto, ma anche resti medievali e d'epoca moderna) è stato dettagliatamente documentato e solo in seguito rimosso. Gli archeologi non godono nel vedere scomparire tra i denti delle ruspe quello che hanno faticosamente recuperato; tutte le volte che ci sono le condizioni per farlo, la Soprintendenza cerca di mediare tra le necessità dei cantieri edili, che chiedono di sbarazzare il campo, e le giuste istanze culturali che chiedono di conservare ciò che si rinviene. A volte vincono tutti, come nel caso del sito archeologico sorto pochi anni fa sotto il centro direzionale Lavazza (indovina chi ha messo i soldi?). Altre volte ci si deve accontentare di poter studiare ciò che emerge, recuperando - in fretta, perché i capocantiere fremono - tutte le informazioni disponibili prima che vadano perdute. Comunque, nel caso specifico del piazzale Aldo Moro, che noi si sappia non è stato rimosso alcunché di epoca romana, certamente non i resti di un grande edificio, come alcune testate locali riportarono avventatamente (forse puntando alla notizia-scandalo) nel 2011.
Magnifico video! Grazie! Speriamo bene
Grazie amo Torino e sto scoprendo grazie a le sue pillole cose che non conoscevo su questa bella città ma poco valorizzata
Caro Fabrizio Diciotti sono pronto come volontario con pala e piccone....Grazie per il bel video!
Great video! Thank you!
Complimenti per la ricerca
Era grandioso come quelli visti in Provenza (come quello di Nimes, tuttora usato per i combattimenti di tori)?
Sino a che non se ne troveranno tracce concrete non potremo saperlo, ma se diamo retta alle tracce segnalate dalle mappe seicentesche, possiamo comunque immaginarci un asse maggiore di circa 60-70 metri, simile a quello dell'anfiteatro di Ivrea (Eporedia). Per ora è solo una supposizione, ma plausibile :-)
Ero tra quelli convinti che l'anfiteatro si trovasse vicino alla Dora (anche per comodità di pulizia). Ho scritto un romanzo storico, e lì l'ho collocato, evidentemente sbagliando. Mi auguro che si trovi, prima o poi qualche evidenza che risolva il mistero...! (PS, bel video.)
L'anfiteatro è paragonabile ai nostri moderni stadi, sia per forma che per spettacoli proposti.
Come ammortizzatore sociale, senz'altro sì. Gli spettacoli fortunatamente sono meno violenti: oggi a nessun tifoso, nemmeno al più sfegatato, verrebbe in mente che la sua squadra può lecitamente massacrare quella avversaria, e nemmeno si vedono arbitri inseguiti dai leoni :-)
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 si si, ovviamente fatti i debiti paragoni. Purtroppo sugli spalti attuali sono presenti più barbari di un tempo :)))
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 dimenticavo di farvi i complimenti per tutto quello che fate. Speriamo di vederci presto per poter associarmi e riprendere in mano la mia vecchia passione per l'archeologia unità all'amore per la nostra città.
See buonanotte; oramai che il cortile è bello che restaurato e inaugurato (sarà un anno) tanti saluti... se potevate fare qualcosa era prima (probabilmente colpevole soprattutto chi non vi ha concesso i permessi qualora li aveste chiesti). Adesso passeranno come minimo duecent'anni prima che ci sia un qualche remoto motivo per ritornare a ravanare li sotto. Sanpaolo ha sborsato 600 e passa mila euro per i lavori, che sono freschi freschi. Quando lo trovi più l'anfiteatro...
Forse dovreste ancora cercarlo più a fondo nel cuore del Balòn, banalmente basta dare un'occhiata su Earth e si nota. È li sotto, provateci ancora. Non ha senso cercarlo così lontano dai corsi d'acqua dove non poteva essere riempito per le naumachie. Certo ci sono anche buone ragioni possa essere nelle fondamenta di Via Arsenale/Via Arcivescovado. Non era comunque più grande rispetto a quello di Libarna e Pollentia.
Caro Salvatore, forse non hai avuto tempo di guardare il video per intero, perché altrimenti avresti constatato che la faccenda non è banale. Perciò, a vantaggio tuo e di chi ci segue, aggiungo volentieri qualche informazione in merito.
L'ipotesi che l'anfiteatro si nasconda sotto gli edifici del "Balon", in particolare lungo la curvilinea via Borgo Dora, è stata proposta negli anni '90 dallo studioso Giampaolo Sabbatini (poi pubblicata qui: Sabbatini G., "Dov'era l anfiteatro di Torino? Un ipotesi", in “Europa Reale”, 3, II/1). Essa fu, a suo tempo, presa in considerazione pure da noi del GAT e confluì nella "Guida Archeologica di Torino" ma tale ipotesi, in tutta onestà, non ha mai trovato riscontri oggettivi. Del resto, la forma curvilinea di quegli edifici del Balon che suggeriscono preesistenze sottostanti, è relativamente recente. Faccio inoltre presente che recentemente sono stati eseguiti estesi scavi (per ragioni infrastrutturali) nella tangente via Andreis e, tempo fa, anche nella retrostante via Mameli, senza trovare nulla di che. Invece, le fonti documentarie, dal XVI secolo in poi, concordano tutte - ma proprio tutte - nel collocare l'anfiteatro dalla parte opposta della città antica. Ovviamente, si attendono conferme o smentite a seguito di prove archeologiche, se e quando ve ne saranno.
Quanto alla presenza d'acqua e alle naumachie: non vi sono elementi per dire che ad Augusta Taurinorum si siano mai svolte naumachie (del resto, mica erano obbligatorie), ma anche fosse, pure nella zona a sud di Torino si sarebbero potute facilmente condurre grandi quantità d'acqua; prova ne sia la fitta rete di bealere, derivata dalla Dora, che già nel medioevo irrigavano i campi a ovest e a sud della città; ulteriore suggerimento in tal senso è il collettore fognario extraurbano che si trova in quella zona, nel parcheggio sotterraneo di via Roma, probabile testimonianza del fatto che la zona era ricca d'acqua (come peraltro certifica, senza dubbi, anche il fatto che già a partire dall'alto medioevo la zona si riempì di acquitrini, circostanza testimoniata dalle ricerche archeologiche effettuate in piazza San Carlo nel 2004-2005).
Infine, permettimi una considerazione basata sull'esperienza personale: non conviene mai affezionarsi troppo a un'ipotesi, ma bisogna essere sempre pronti a cambiare idea quando i fatti non coincidono con le nostre aspettative. Lo dico perché io stesso, tempo fa, sono stato uno dei sostenitori dell'ipotesi "anfiteatro al Balon"; ad un certo punto, ho dovuto ammettere che le prove a sostegno di quell'idea erano forse ben montate, suggestive, stimolanti ma comunque basate solo su speculazioni, mentre i fatti concreti (i documenti) spingevano tutti verso un'altra direzione. Me ne sono fatto una ragione :-) e ho consultato più a fondo i documenti disponibili: ciò non ha spento il mio entusiasmo sull'argomento, ha solo reindirizzato il mio sguardo, consentendomi di mettere meglio a fuoco la ricerca. Almeno spero...
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 Grazie per le informazioni per altro pertinenti. Continuo a seguire gli aggiornamenti.
Speriamo che oltre all'anfiteatro, venga anche scoperto il Foro e qualche rimanenza della Porta Marmorea.
Sai dirmi qualcosa sull'edificio ritrovato nei pressi di Piazza Aldo Moro (Ateneo) alcuni anni fa?
@@alfavinage.002 Grazie a te, condividiamo tutti le tue aspettative :-)
Quanto ai ritrovamenti di piazza Aldo Moro, si tratta dei resti delle fortificazioni sei-settecentesche, sempre che tu ti riferisca a quelle, attualmente visibili e corredate da una serie di pannelli.
@@archeogat-gruppoarcheologi1728 Mi riferivo ai reperti di epoca romana ritrovati a fianco di Palazzo Nuovo. Erano le fondamenta di grande edificio pubblico che mi pare non me fosse stata appurata la destinazione d"uso.
@@alfavinage.002 I ritrovamenti di cui parli, molto estesi in effetti, non erano di epoca romana ma piuttosto recenti, ossia contemporanea, fatta eccezione per una breve ma significativa porzione delle fortificazioni barocche, di cui abbiamo già detto. Solo quest'ultima è stata conservata. Del resto, non tutto si può mantenere "a vista" (altrimenti la città diventerebbe un'enorme sito archeologico) e gli elementi più recenti vengono in genere demoliti o semplicemente reinterrati. Per esempio, sempre in quella zona, tra l'abside della chiesa dell'Annunziata e il prospiciente edificio scolastico, sono emerse le fondamenta della Manifattura Tabacchi ottocentesca; una volta indagate e documentate, sono state rimosse.
Stai certo che se gli archeologi avessero trovato in piazzale Aldo Moro un magazzino romano a quest'ora lo avremmo saputo perché, anche se le logiche edilizie e urbanistiche non sempre consentono di conservare ciò che si rinviene, i risultati delle indagini vengono sempre pubblicati (per Torino, sui "Quaderni" della Soprintendenza, scaricabili anche dal web [archeo.piemonte.beniculturali.it/index.php/en/quaderni-della-soprintendenza-archeologica-del-piemonte]). È il caso della vicina piazza Vittorio, interessata da uno scavo totale per la realizzazione del sottostante parcheggio: tutto ciò che è stato rinvenuto (comprese le tracce di un grande magazzino romano, appunto, ma anche resti medievali e d'epoca moderna) è stato dettagliatamente documentato e solo in seguito rimosso.
Gli archeologi non godono nel vedere scomparire tra i denti delle ruspe quello che hanno faticosamente recuperato; tutte le volte che ci sono le condizioni per farlo, la Soprintendenza cerca di mediare tra le necessità dei cantieri edili, che chiedono di sbarazzare il campo, e le giuste istanze culturali che chiedono di conservare ciò che si rinviene. A volte vincono tutti, come nel caso del sito archeologico sorto pochi anni fa sotto il centro direzionale Lavazza (indovina chi ha messo i soldi?). Altre volte ci si deve accontentare di poter studiare ciò che emerge, recuperando - in fretta, perché i capocantiere fremono - tutte le informazioni disponibili prima che vadano perdute.
Comunque, nel caso specifico del piazzale Aldo Moro, che noi si sappia non è stato rimosso alcunché di epoca romana, certamente non i resti di un grande edificio, come alcune testate locali riportarono avventatamente (forse puntando alla notizia-scandalo) nel 2011.