Sono pienamente d'accordo su tutto, anch'io, nonostante non abbia letto quanto te, sono stufo di tutti questi libri che ti intrattengono per un paio d'ore, ma alla fine non ti lasciano nulla. Però c'è una cosa che ho cominciato a chiedermi, secondo te tutti quelli che scrivono fingendo di essere qualcos'altro, che scrivono in maniera cinica e disillusa o fingendosi depressi solo per avere il favore del pubblico come li dovremmo percepire? Magari dietro le loro opere c'è anche un pensiero, ma sono cose super scontate e solo per mettersi in mostra. O ad esempio tutta quella gente che scrive imitando lo stile di Tolkien, ma che, secondo me, ne offende solo la memoria. Non so se mi sono spiegato... 😄
@gianmarcopozzi2145 L'imitazione è una normale fase di maturazione. Non va giudicata troppo severamente, se si tratta degli inizi. Ma, naturalmente, non si parla di autrici e autori fatti e finiti. (E non ha molto a che fare con l'età, anche se la maturità nella vita conta con la maturità della scrittura.) Quello che io vedo, ultimamente, è qualcosa di molto peggio dell'imitazione dello stile di Tolkien (ma magari, guarda! Imparerebbero a scrivere meglio…) C'è l'adesione disciplinata a canoni dettati da altri, che con la scrittura CREATIVA non hanno nulla a che fare, mentre hanno tutto a che fare col commercio, il mercato, ciò che vogliono GLI ALTRI. E uno scrittore non fa mai le cose perché gli altri le vogliono, ma perché le vuole LUI (o LEI). Bisogna conoscere quelle cose? In qualche modo - non è necessario conoscere i nomi delle varie teorie e regolette dei miei coglioni -… SÌ. Bisogna saper gestire un punto di vista, bisogna saper scrivere in un certo modo, eccetera. Bisogna, insomma, far proprie tutta una serie di tecniche narrative che ti permettano di fluidificare la tua esperienza di scrittura. Se padroneggi la materia, non ci pensi più e puoi FLUIRE, ovvero occuparti di raccontare la storia come TU credi sia meglio. È però fondamentale AFFRANCARSI dai minkia-guru della scrittura. Sono tossici. Non conosco scrittore vero e bravo che non faccia le cose a A MODO SUO. Insomma, per rispondere direttamente: non giudicare troppo aspramente chi imita. Se però è un'autrice o un autore che dovrebbero essere maturi e, peggio, vengono pubblicati da case editrici, allora la tua critica costruttiva negativa la puoi tranquillamente esprimere. Fallo sempre con educazione e sempre nel massimo rispetto dell'altro. Non sai mai come sia nato un certo risultato, non puoi giudicare il dietro le quinte… Così come la dietrologia ha rotto il cazzo. Ovvero, Gianmarco, pensa al testo e basta, MAI alle persone che l'hanno prodotto e ricordati che anche il tuo parere è SOGGETTIVO. Purtroppo, se scorri le recensioni a uno qualsiasi degli autori italiani di genere, noterai molto presto che ci sono fin troppe persone che così non fanno. P.S.: secondo me Tolkien si sentirebbe soltanto lusingato. Poi, però, comincerebbe a sottolineare quali sono le differenze con cognizione di causa… E lì sarebbero KZ AMARI. :D
Discorso già affrontato: si risponde alla domanda del mercato. Ciò significa che i lettori vogliono qualcosa che non faccia pensare più di tanto. E le case editrici ci si adeguano e di conseguenza anche una parte degli autori se vogliono restare nel giro. La cosa preoccupante in tutto ciò è il non voler pensare. Forse si preferisce evadere dalla realtà perché ci sono tante preoccupazioni cui far fronte, e nel momento in cui si stacca dalla realtà si vuole qualcosa di poco impegnativo. Le ragioni di questo modo di fare sono tante (modelli avuti, ragioni culturali, influenze dei media) e il discorso verrebbe lungo. Tuttavia non si può non pensare come, consapevoli di ciò, gli autori non provino a staccarsi da questo andamento del mercato e diano qualcosa di più.
@Osservatoredimondi Guarda, a me cosa scrivono gli altri autori e cosa leggono gli altri lettori non deve riguardare. Ognuno è veramente padrone di sé stesso e io non sono nessuno per giudicare cosa sia "bene" e cosa sia "male". Il punto è un altro: non sarò mai d'accordo con chi paragona certi autori ad altri, perché "l'intrattenimento è nobile in sé". Certi scritti di nobile, nobilissimo intrattenimento non varranno mai quanto altri. E per me finisce lì. A me infastidisce l'equiparazione. E l'equipararsi, be', come ho detto chiaramente, a me pare un gran bel mentirsi. Tutti hanno dignità, ma la consapevolezza è ancora un valore (e come scrittori e come lettori).
@@LoScrittoreDivergente Come dici tu, l'intrattenimento in sé non è male. Ci sono momenti in cui ho bisogno di leggere qualcosa di leggero (rimanendo nel fantastico, faccio un esempio, se trovo in una bancarella dell'usato un R.A.Salvatore che non ho, lo prendo e lo leggo volentieri; poi per un pezzo non leggo altro di lui perché è sempre la solita storia, ma ogni tanto c'è la nostalgia del passato o meglio, la nostalgia di quello che si è provato quando si era giovani 😄), però poi ho bisogno di altro. Fare paragoni in questi casi non ha senso, ci vorrebbe un po' di onestà. Purtroppo, ormai le prese in giro dominano e si segue l'andazzo.
Sono pienamente d'accordo su tutto, anch'io, nonostante non abbia letto quanto te, sono stufo di tutti questi libri che ti intrattengono per un paio d'ore, ma alla fine non ti lasciano nulla.
Però c'è una cosa che ho cominciato a chiedermi, secondo te tutti quelli che scrivono fingendo di essere qualcos'altro, che scrivono in maniera cinica e disillusa o fingendosi depressi solo per avere il favore del pubblico come li dovremmo percepire? Magari dietro le loro opere c'è anche un pensiero, ma sono cose super scontate e solo per mettersi in mostra.
O ad esempio tutta quella gente che scrive imitando lo stile di Tolkien, ma che, secondo me, ne offende solo la memoria. Non so se mi sono spiegato... 😄
@gianmarcopozzi2145 L'imitazione è una normale fase di maturazione. Non va giudicata troppo severamente, se si tratta degli inizi. Ma, naturalmente, non si parla di autrici e autori fatti e finiti. (E non ha molto a che fare con l'età, anche se la maturità nella vita conta con la maturità della scrittura.)
Quello che io vedo, ultimamente, è qualcosa di molto peggio dell'imitazione dello stile di Tolkien (ma magari, guarda! Imparerebbero a scrivere meglio…) C'è l'adesione disciplinata a canoni dettati da altri, che con la scrittura CREATIVA non hanno nulla a che fare, mentre hanno tutto a che fare col commercio, il mercato, ciò che vogliono GLI ALTRI. E uno scrittore non fa mai le cose perché gli altri le vogliono, ma perché le vuole LUI (o LEI).
Bisogna conoscere quelle cose? In qualche modo - non è necessario conoscere i nomi delle varie teorie e regolette dei miei coglioni -… SÌ. Bisogna saper gestire un punto di vista, bisogna saper scrivere in un certo modo, eccetera. Bisogna, insomma, far proprie tutta una serie di tecniche narrative che ti permettano di fluidificare la tua esperienza di scrittura. Se padroneggi la materia, non ci pensi più e puoi FLUIRE, ovvero occuparti di raccontare la storia come TU credi sia meglio.
È però fondamentale AFFRANCARSI dai minkia-guru della scrittura. Sono tossici.
Non conosco scrittore vero e bravo che non faccia le cose a A MODO SUO.
Insomma, per rispondere direttamente: non giudicare troppo aspramente chi imita. Se però è un'autrice o un autore che dovrebbero essere maturi e, peggio, vengono pubblicati da case editrici, allora la tua critica costruttiva negativa la puoi tranquillamente esprimere. Fallo sempre con educazione e sempre nel massimo rispetto dell'altro. Non sai mai come sia nato un certo risultato, non puoi giudicare il dietro le quinte… Così come la dietrologia ha rotto il cazzo.
Ovvero, Gianmarco, pensa al testo e basta, MAI alle persone che l'hanno prodotto e ricordati che anche il tuo parere è SOGGETTIVO.
Purtroppo, se scorri le recensioni a uno qualsiasi degli autori italiani di genere, noterai molto presto che ci sono fin troppe persone che così non fanno.
P.S.: secondo me Tolkien si sentirebbe soltanto lusingato. Poi, però, comincerebbe a sottolineare quali sono le differenze con cognizione di causa… E lì sarebbero KZ AMARI. :D
Discorso già affrontato: si risponde alla domanda del mercato. Ciò significa che i lettori vogliono qualcosa che non faccia pensare più di tanto. E le case editrici ci si adeguano e di conseguenza anche una parte degli autori se vogliono restare nel giro.
La cosa preoccupante in tutto ciò è il non voler pensare. Forse si preferisce evadere dalla realtà perché ci sono tante preoccupazioni cui far fronte, e nel momento in cui si stacca dalla realtà si vuole qualcosa di poco impegnativo. Le ragioni di questo modo di fare sono tante (modelli avuti, ragioni culturali, influenze dei media) e il discorso verrebbe lungo.
Tuttavia non si può non pensare come, consapevoli di ciò, gli autori non provino a staccarsi da questo andamento del mercato e diano qualcosa di più.
@Osservatoredimondi Guarda, a me cosa scrivono gli altri autori e cosa leggono gli altri lettori non deve riguardare. Ognuno è veramente padrone di sé stesso e io non sono nessuno per giudicare cosa sia "bene" e cosa sia "male".
Il punto è un altro: non sarò mai d'accordo con chi paragona certi autori ad altri, perché "l'intrattenimento è nobile in sé". Certi scritti di nobile, nobilissimo intrattenimento non varranno mai quanto altri. E per me finisce lì. A me infastidisce l'equiparazione. E l'equipararsi, be', come ho detto chiaramente, a me pare un gran bel mentirsi. Tutti hanno dignità, ma la consapevolezza è ancora un valore (e come scrittori e come lettori).
@@LoScrittoreDivergente Come dici tu, l'intrattenimento in sé non è male. Ci sono momenti in cui ho bisogno di leggere qualcosa di leggero (rimanendo nel fantastico, faccio un esempio, se trovo in una bancarella dell'usato un R.A.Salvatore che non ho, lo prendo e lo leggo volentieri; poi per un pezzo non leggo altro di lui perché è sempre la solita storia, ma ogni tanto c'è la nostalgia del passato o meglio, la nostalgia di quello che si è provato quando si era giovani 😄), però poi ho bisogno di altro. Fare paragoni in questi casi non ha senso, ci vorrebbe un po' di onestà. Purtroppo, ormai le prese in giro dominano e si segue l'andazzo.