Bella chiacchierata, ma devo fare un paio di considerazioni su Martin: 1- Martin cerca di essere realistico nella costruzione del suo mondo e della sua storia, ma ciò non significa che non abbia anche la sua dose di momenti eroici genuini, come ad esempio Jamie che torna indietro a salvare Brienne o Sam il codardo che si rifiuta di morire nella neve e poi riesce a fare fuori un Estraneo. Semplicemente cerca di considerare anche fattori socio-economici nello sviluppo della guerra e sì, se i "buoni" hanno intenzioni nobili ma poi fanno stupidaggini possono pagarla cara. Detto questo, anche Tywin Lannister, che è probabilmente lo stratega più cinico e crudele della serie, viene ucciso, per giunta dal suo stesso figlio, e da lì inizia l'inesorabile declino della sua famiglia. Paragoniamolo con Ned Stark, che sì, muore male nel primo libro, ma poi nel quinto abbiamo ancora frotte di uomini del nord pronti a sostenere la sua famiglia contro i Bolton per il rispetto che provavano per lui ("the North remembers"). Martin è sicuramente più cinico di Tolkien e descrive la guerra e gli intrighi politici per quello che sono, ma lui stesso ha dichiarato che il suo finale (se per miracolo arriverà a scriverlo...) avrà un tono dolceamaro ("bittersweet") proprio come quello del Signore degli Anelli, quindi non capisco perché mezza internet sembri pensare che il suo obiettivo sia dipingere un'umanità condannata e senza speranza (che poi anche se fosse, Bloodborne è così ed comunque fenomenale). Alla fine del Ragnarok del ghiaccio e del fuoco risorgerà il sole e inizierà la primavera. 2- Non è vero che in ASOIAF non c'è mitologia. Basta cercare qui su TH-cam e si troveranno vari video (in inglese) di analisi del simbolismo mitologico di cui ASOIAF è intrisa. Ci sono riferimenti biblici, alla mitologia norrena, a quella greca, a quella lovecraftiana, a quella indiana, al folklore di vari paesi europei (in particolare quello irlandese per quanto riguarda gli Estranei e i Figli della Foresta, i quali sono anche molto simili agli elfi originali da cui Tolkien aveva preso ispirazione per i suoi elfi) e chissà cos'altro. Probabilmente per cogliere alcuni di questi è necessario leggere The World of Ice and Fire (dove c'è un sacco di lore, che comunque in generale è molto simile a quella che Martin ha scritto per Elden Ring, con in più una miriade di riti lovecraftiani che si praticano o praticavano un po' ovunque nel mondo conosciuto), ma molti sono presenti nei libri della storia principale. Per esempio per quanto riguarda la mitologia norrena abbiamo la rete degli alberi-diga che è paragonabile a Yggdrasill (in quanto trascendono lo spazio e il tempo, come vediamo quando Bran ci si connette), abbiamo vari personaggi che come Odino quando perdono una parte del proprio corpo ottengono un potere in cambio (Odino sacrifica un occhio per bere dalla fonte di Mimir e ottenere conoscenza, Bran perde l'uso delle gambe ma in cambio il suo "terzo occhio" si apre e inizia ad avere sogni e visioni, ad Arya gli uomini senza volto tolgono la vista e lei riesce a vedere tramite gli occhi di un gatto, Beric perde un occhio e parte della sua memoria ma viene resuscitato e la prima volta che lo vediamo dopo la sua "trasformazione" è in una caverna piena di alberi-diga, in Fuoco e Sangue Aemond perde un occhio ma riesce a cavalcare Vhagar) e ci sono storyline che letteralmente ricalcano a livello simbolico quello che succede in certi miti (per esempio: nel mito la dea Idunn viene rapita da un gigante in forma d'aquila che la porta nel suo castello di ghiaccio in montagna, poi Loki si trasforma in falco, entra nel castello mentre il gigante non c'è, trasforma Idunn in una noce e la porta via; il gigante li insegue ma quando arriva ad Asgard muore bruciato. In ASOIAF Sansa Stark viene rapita da Petyr Baelish, la cui casata aveva come simbolo il Titano di Braavos, che è un gigante, prima che lui lo cambiasse con un volatile per integrarsi meglio con gli altri lord della Valle; la porta a Nido dell'Aquila, le cui sette torri sembrano sette stalattiti di ghiaccio conficcate sul fianco della montagna, e dove inizia pure a nevicare poco dopo il loro arrivo; Sansa si tinge i capelli color noce per non farsi riconoscere, mentre Petyr convince i lord principali, tutti molto indebitati tranne i Royce, a sostenerlo e, dato che la Valle è una delle poche zone non ancora colpite dalla guerra, suggerisce loro di immagazzinare e conservare il raccolto per poi vendere tutto a prezzo più alto durante l'inverno; mentre Petyr è via per trattare coi Waynwood, Sansa e il piccolo Robert Arryn, la cui casata ha come simbolo il falco, lasciano Nido dell'Aquila dato che sta iniziando a fare troppo freddo a quell'altitudine; presumibilmente nel prossimo libro si recheranno ad Harrenhal, che è la cosa più simile ad Asgard di ASOIAF, e lì Sansa riuscirà a liberarsi di Petyr e condividerà il raccolto coi poveracci delle devastate Terre dei Fiumi). Daenerys invece riprende qualche aspetto da Afrodite, da Kali, da Durga e da varie divinità lunari, mentre i suoi draghi, oltre ad essere ovvie metafore del potere e, volendo, delle bombe atomiche, rappresentano la sua eredità come Targaryen e come discendente di Valyria, che aveva costruito un impero basato su orrori come l'eugenetica e lo sfruttamento di schiavi resi immortali tramite magia per lavorare in eterno nelle miniere dentro ai vulcani; Martin aveva anche detto che avrebbe mostrato come i valyriani avevano formato il loro legame coi draghi, e quasi certamente ciò prevederà il sacrificio di un membro della propria famiglia in un qualche rito (come mostrano le opening credits di House of the Dragon): è per questo che certe famiglie nobiliari nel mondo di Martin hanno poteri, ma se il contadino medio sapesse come ricreare il rito originale anche lui potrebbe "rubare il fuoco degli dei" e domare un drago. Ad ogni modo, tornando a Daenerys, il drago metaforico che lei dovrà affrontare saranno i suoi antenati (scoprire che si discende da qualcosa di mostruoso è un tema ricorrente in Lovecraft), e dovrà capire se come loro dovrà fare sacrifici per mantenere il controllo dei suoi draghi, di cui chiaramente avrà bisogno se vuole continuare a liberare schiavi. Con Drogon potrebbe formare un legame telepatico come gli Stark coi loro lupi, ma anche questo nei libri viene presentato come una pratica innaturale e pericolosa e se si fonde la propria mente con quella di un animale, specialmente se potente come un drago, il proprio modo di pensare e di essere può essere intaccato, si potrebbe diventare più bestiali ma anche ricevere sogni e visioni; inoltre nei libri c'è un corno magico di origine valyriana che potrebbe tenere a bada gli altri due draghi, ma anche quello avrebbe sicuramente un prezzo. Concludo questo papiro dicendo che quindi i draghi di Martin sono eccome mostruosi e più crescono più diventano difficili da controllare; potrebbero anche essere portatori di conoscenza in una qualche forma esoterica, ma come Lovecraft insegna questa non sempre è positiva per gli uomini, e Daenerys dovrà scegliere se abbracciare almeno in parte la sua eredità valyriana per il bene superiore, perché se si vuole cambiare il mondo si deve avere a che fare col potere, con tutte le conseguenze del caso.
Il livello di qualità con cui é iniziata questa stagione, caro Rick, é altissimo. La mia materia grigia ringrazia per tutto il cibo che DC le dà ogni giorno da rosicchiare e digerire. ❤
Sono contento per Paolo, se lo merita davvero. Ho cominciato a seguirlo appena uscita la nefasta serie Amazon ed eravamo davvero una manciata di utenti... Una persona competente, umile e trasparente. Bene hai fatto Rick ad inaugurare questa rubrica.
30:03 no, in Martin, soprattutto nella Danza dei Draghi, anche il popolo formato da "poveracci" capisce che i draghi possono essere uccisi e anche queste persone influiscono sulla storia. Se i draghi si sono estinti in quel mondo (prima di Daenerys), è anche per via delle azioni dei popolani (non faccio spoiler per chi non ha letto i libri ma ha visto solo House of the Dragon). E onestamente non lo trovo diseducativo, anzi: dimostra che anche i regnanti che hanno i draghi devono tenere conto del popolo, se non vogliono perdere il trono o addirittura la vita
Non è esattamente questo il punto. Nel Trono di Spade il drago è una sorta di super-arma che può essere controllata e usata solo da alcune persone. Poi potrà anche essere distrutta dai popolani ma il lato diseducativo è: tu popolano non puoi possedere e controllare l'arma-drago, al massimo puoi fare quello che si ribella (come al solito) al "sistema". Solo una persona col sangue aristocratico può controllare e possedere draghi. Il cinismo dell'autore è evidentissimo, non c'è alcuna fiducia nell'agire umano. Puoi controllare i draghi per diritto di nascita non perché le tue azioni ti hanno portato a conquistare questo diritto, chiunque tu sia. Detto così, toglie fiducia ai poveri e ai meno fortunati: possono solo fare i ribelli o subire il potere, non c'è spazio per crescere, imparare, migliorare, acquisire potere. Una triste manfrina che purtroppo è figlia di un'epoca cinica
@@Kuseikos No, nella storia del mondo di Martin, i valyriani stessi (da cui i Targaryen discendono), non erano altro che miseri pastori, poi a un certo punto, circa 6000 anni prima della storia principale, hanno trovato un modo per domare i draghi dei vulcani della loro penisola. Le opening credits di House of the Dragon sembrano confermare la teoria secondo cui sacrificando un membro della propria famiglia in un qualche rito siano riusciti a legare i draghi alla propria discendenza (un po' come nell'antichità certe persone commettevano atrocità per ottenere posizioni di potere che poi rendevano ereditarie). Qualunque sia il metodo esatto, chiunque, se sapesse come ricreare il rito originale, potrebbe domare un drago, che in ogni caso è tutt'altro che una semplice arma di cui si ha il completo controllo: sono animali selvaggi e mostruosi e lo diventano sempre di più man mano che crescono, tanto che Daenerys stessa è costretta a rinchiuderli dopo che uno brucia una bambina. Nella serie tv a un certo punto semplicemente se ne dimenticano perché devono teletrasportare Daenerys a Westeros e i draghi all'improvviso sono docili e fanno tutto quello che dice, ma nei libri dovrà compromettersi moralmente per cercare di gestirli e comunque una delle varie figure prometeiche (Euron che schernisce la religione e gli dei e che sembra sapere molto su come funziona la magia, Marwyn che è una sorta di dottor Frankenstein, Quentyn se è sopravvissuto) della storia potrebbe riuscire a rubargliene uno. Per quanto riguarda il cinismo è vero che è pervasivo ma non si trasforma mai in nichilismo: nonostante le avversità e le perdite tutti i personaggi principali, che siano motivati da amore, rancore, onore o dovere, vanno avanti e inseguono i propri obiettivi.
Una discussione che mi ha lasciato perplesso, tanto per essere generoso. Francamente non ho capito perchè Martin dovesse proprio usare i draghi, o qualunque altro elemento nei suoi libri, così come l'aveva usato il prof. Tolkien, specie perchè i due autori scrivono le loro opere mettendo al centro due motori completamente differenti: il prof. Tolkien crea la propria narrazione fondandola sull'etica e il simbolismo, Martin al contrario poggia tutto sulla necessità materiale. Il drago nel Signore degli Anelli è un simbolo, nel mondo di Martin esiste. Per il prof. Tolkien l'aspetto importante di un personaggio sono l'etica e la morale, per Martin le sue capacità, che siano intellettuali, fisiche o perfino patrimoniali. La Terra di Mezzo è un mondo etico, quello di Martin è meritocratico. Sarebbe stato interessante invece vedere se nelle narrazioni moderne ci sono elementi che si rifanno all'uso del drago com'era nelle epiche antiche, e se no ragionare su come sia cambiata la società per non produrre più come un tempo delle storie come nel passato.
@@angelosica93 La differenza è che il drago viene usato da Tolkien per porre delle questioni rispetto il protagonista, il drago è in funzione di Turin, è un meccanismo narrativo per indagare l'etica e il carattere di Turin. Al contrario, Martin mette i draghi nel suo mondo come parte dell'ecologia, sono dei bestioni volanti che mangiano capre e bruciano contadini e che pongono il problema della loro esistenza indipendentemente da quale sia il protagonista. Esistono come le tempeste di sabbia su Arrakis: non sono lì per appellarsi a qualche riflessione metatestuale, nel mondo fittizio sono lì di loro.
Il video che aspettavo!!! Sincronicità?Il drago é una figura che ricorre spesso nei miei sogni.Mi sono messa a studiarlo scrivendo i miei sogni e cercando di interpretarli, ho iniziato anche a scriverci delle poesie! 🐉🤍Grazie Rick
Mi piacciono entrambi gli autori. eccellente come sempre la spiegazione del professor Nardi riguardo la simbologia del drago. adesso però invita pure Nicola Nannerini insieme a Paolo è la coppia Tolkien per eccellenza.
I draghi di game of thrones sono un forte simbolo di potere. Sono i draghi interiori di chi ha potere. Infatti alla fin fine nella serie tv Daenerys cede al potere del drago, non lo sconfigge dentro di sé. E molto potente come simbolo, segno che la politica non cambia, non può cambiare, Martin ci dice che il politico non sconfigge il proprio drago interiore, non si evolve e fa danni.
Bellissimo video e che da moltissimi spunti di riflessioni. Non so se lo avete letto, ma esite un saggio uscito qualche anno fa chiamato "Storia dei Draghi" di Martin Arnold. Una lettura che mi diede molto da pensare, la lessi molti anni fa, e che riassume molto bene le vostre argomentazione è "L'ultimo Drago" di Jasper Fforde. A mio avviso un ottimo libro per ragazzi, ma non solo. Mado un abbraccio a entrambi e ottimo video ❤
Bellissima live! L'unico mio dubbio è questo: "L'inverno sta arrivando" non rappresenta prorpio quell'ignto da affrontare. Dopo una lunga estate che ha portato alla decadenza della società, incaranata da Robert Baratheon, ritornano i draghi, il pericolo sconosciuto dal nord e nuove forme di religione. A me sembra che l'idea di Martin fosse far ripartire il fantasy da un mondo "postmoderno". Forse non è riuscito nel dare un'epicità al tutto, ma l'intento secondo me era quello
Ottime rifessioni sul parallelismo tra l'inizio e la fine del viaggio di Bilbo, tra Casa Baggins e la Montagna Solitaria. Anch'io ho spesso riflettuto su come la destinazione sia una versione più grande ed "epica" (e se vogliamo, più minacciosa) della partenza. Bilbo vive sotto la Collina (in mezzo ad altre colline abitate), mentre Smaug vive sotto la Montagna (che invece è Solitaria). Davanti alla collina di Bilbo scorre un placido fiumiciattolo, detto semplicemente l'Acqua. Davanti a Erebor scorre invece l'impetuoso Fiume Fluente (Running River). Bilbo ama ricevere ospiti, e quando arrivano li sfama. Smaug detesta i visitatori, e nei rari casi in cui arrivano LI MANGIA (o almeno ci prova!) Bilbo tra le sue cose ha dei cucchiaini d'argento, di cui va molto fiero. A Erebor c'è un enorme mucchio d'oro, tra cui spiccano la coppa aurea di Thror e l'Archepietra. Insomma, a Erebor è tutto più grandioso, più magnifico, e anche più terribile. Il passaggio da una realtà ordinaria a una straordinaria fa pensare al Viaggio dell'Eroe di cui scriveva Campbell, o anche al passaggio dall'infanzia (almeno simbolica: un ambiente senza rischi) all'età adulta. Insomma, è l'essenza del viaggio di formazione, fatto di una serie di soglie da attraversare, con guardiani sempre più terribili. E guarda caso, alla fine Bilbo si porta a casa più una crescita interiore che non ricchezze materiali (per quanto vi sia anche un certo anello d'oro...)
Se non sbaglio nella prima stesura dello Hobbit, prima che venisse collegato col signore degli Anelli. era Bulbo che uccideva Smaug. Edit: Io trovo interessante questa contrapposizione tra Tolkien e Martine offre molti spunti diversi di riflessione. (A me piacciono entrambi, anche se sono più legato a Tolkien.)
No, è un'idea che Tolkien aveva effettivamente accarezzato nel corso della scrittura, ma è stata scartata quasi immediatamente, non andando oltre una breve annotazione. Smaug è ucciso da Bard fin dalle bozze prima della pubblicazione.
Un po troppo duri con GOT. Non sta scritto da nessuna parte che TUTTO il fantasy debba seguire per forza il modello tolkieniano, penso che sia giusto lasciare spazio creativo anche ad interpretazioni differenti. E poi mica e colpa di Martin, se degli idioti lo strumentalizzano per motivi politici (fanno lo stesso con Tolkien)
Nella mitologia greca un esempio di entità o mostro a cui viene dato in pasto una principessa e il Minotauro per esempio mentre il principe è Teseo che deve salvare Arianna dal Minotauro appunto
La questione drago = bomba atomica è ancora più evidente in House of dragons, lì davvero c'è una tattica di distruzione mutua assicurata come bella guerra fredda, anche se lì l'equilibrio non potevano mantenerlo. La differenza principale con Tolkien è che effettivamente non sono considerabili personaggi
Anche se Fúcur ne La Storia Infinita è un drago positivo, comunque conduce Bastian attraverso la prova e, nel momento in cui si perdono, Bastian impara a conoscere se stesso.
penso che l'idea più grande di Tolken sia stata che la magia non è "potente" ma è "straordinaria" e trascendente, la magina in quel universo non è tamarra ma fa sempre cose orinarie ma trasforma l'iprobabile in possibile.... Non credo che il concetto di Tolkien sia il rifiuto del potere quanto l'emacipazione dalle logiche del potere, tutti i personaggi devono ad un certo punto non devono rinunciare al potere ma liberarsi dalle sue logiche (daltrone parlamo di un auotre che ha fatto la guerra)... Personaggio preferito Tom Bombadil, non solo per la storia della creazione del personaggio, ma per ciò che rappresenta, tom è il bambino interiore di Tolken quel bambino che non ha bisognio di creare un sistema magico per credere alla magia daltronde serve altra spegazione per la magia di tome se non che lui è il messere ad un bambino? ed in un mondo fatasi tolkeniano quel potere fantastico è davvero il più potente ed il più puro; infatti Tom quando prende l'anello e lo indossa non subisce la magia di sauron e quando lui prova a corromperlo Tom gli ride in facca! perchè ad un babino la corruzione della logica del potere non significa nulla gli risulta ridicola, ma proprio perchè egli è la fantasia di un bambino non può portare l'anello, dal'tronde ha cose molto più importanti da fare come cantere a i salici e portare fiori alla sua amata boccador, esattamente come un bambino vede le cose degli adulti.....
Nei libri Daenerys è ancora a Meereen e non ha né marciato (o volato) su Westeros né distrutto, di conseguenza, Approdo del Re. Mi sa che avete confuso un po' la Daenerys della serie tv con quella dei libri. Comunque si, sono sicuramente d'accordo sul fatto che la visione di Martin sia cinica e di realpolitik; ma questa è la sua caratteristica migliore. Mi piace come il suo mondo e i suoi personaggi siano plausibili, come se Westeros fosse un medioevo alternativo, in un altro mondo che non è il nostro. La magia è un elemento secondario e i più ne dubitano l'esistenza. E poi si, i draghi rappresentano un'arma molto potente e soprattutto posseduta SOLO da Daenerys, e che SOLO lei, in quanto Targaryen, può utilizzare. Vedere la corsa agli armamenti di questa ragazzina che parte dal nulla e ottiene eserciti e flotte è molto interessante secondo me. Lei è una minaccia con cui i lord di Westeros dovranno confrontarsi prima o poi, e questo li terrorizza, perché e solo perché lei ha dei draghi. Ma i draghi possono essere uccisi e, nei libri, sono più facili da uccidere di quanto siano nella serie tv. Ci sono, nella storia che Martin ha scritto per il suo mondo, diverse occasioni in cui i draghi furono uccisi da persone e non da altri draghi: nello "Storming of the Dragonpit" (non so com'è stato tradotto in italiano) il popolo in aperta ribellione uccise 5 draghi di casa Targaryen, indebolendo enormemente la casata. Da amante di storia e di storia militare, quella di Martin è sicuramente l'epopea fantasy che preferisco; e anche se non apprezzo molto il modo in cui scrive e i suoi libri sono ben lontani dall'essere capolavori, amo il mondo che ha creato e quanto questo sia tangibile. E ovviamente non lo amo perché sarebbe bello viverci, ma perché è interessante, molto dettagliato e si vede la passione di Martin per la storia medievale. Il fatto è che non capisco come tutto questo possa essere "diseducativo"... Non penso che Martin volesse dare delle lezioni al lettore attraverso l'idea che solo i Targaryen possono cavalcare i draghi. Il suo mondo funziona così, e non è ne bene ne male, ne educativo ne diseducativo; sono semplicemente le regole di quella realtà. E comunque nei libri ci sono molti personaggi umani, senza draghi o sangue Targaryen, che hanno più importanza di Daenerys e che sono preferiti a lei dallo stesso Martin. È vero che tutti i personaggi principali sono nobili, ma il suo è un mondo medievale, dove la maggioranza della popolazione è contadina, analfabeta ed è condannata a nascere e morire nello stesso villaggio. Questo è terribile, è ingiusto e inaccettabile, ma purtroppo è come, nel nostro mondo, milioni di esseri umani hanno vissuto per millenni, e quindi in un mondo simil-medievale come quello di Martin è realistico che vada così. La cosa che Martin sa fare meglio è proprio il world building a mio avviso.
Tra l'altro, è vero che solo i valyriani (e non solo i Targaryen) possono cavalcare i draghi, ma è vero anche che i draghi possono essere uccisi sia dal popolo (vedi l'assalto alla Fossa del Drago da te citato), sia dalle persone di intelletto (sì, ammetto che credo alla teoria del complotto dei maestri della Cittadella per ammazzare i draghi). E potrai anche avere i draghi, ma se si sono estinti in passato un motivo ci sarà. E accadrà anche nel futuro della saga
Credo che l'ultima parte del tuo commento descriva quello che intendono Rick e Paolo. Il fatto di scegliere di raccontare le storie dei nobili rende Martin diverso da Tolkien che invece sceglie di raccontare chi con il potere non vuole avere niente a che fare😊
Forse c'è un po' di confusione qui tra l'iconografia del drago e quella del serpente, tema su cui rimando a Wittkower, "Allegoria e migrazione dei simboli"
Non vorrei dire una cavolata ma ci provo: il drago non è anche un simbolo legato alla virilità? E se si, non potrebbe essere un simbolo di passaggio alla vita adulta e matura ?
Xiàlollo xiàlong, ieri il maestro del mio insegnante disse che avevo un enorme potenziale ahahah rick telecinetico o sorveglia ogni academyco con spie per poi ascendere... God of skyo ahahah
I draghi o sono amici o sono un merso turnento per il potere in Martin… molto interesante ma l’elemento fantastico va a disperdersi… e già per questo se lo chiami fantasy non funziona la sua opera, almeno penso.
@@rickdufer Lo scambio resta godibilissimo e vi ascolterei anche con riverbero da caverna e fruscio da tornado. Era solo un consiglio per armonizzare l'audio del video. Per il resto bravissimi e complimenti.
Bella chiacchierata, ma devo fare un paio di considerazioni su Martin:
1- Martin cerca di essere realistico nella costruzione del suo mondo e della sua storia, ma ciò non significa che non abbia anche la sua dose di momenti eroici genuini, come ad esempio Jamie che torna indietro a salvare Brienne o Sam il codardo che si rifiuta di morire nella neve e poi riesce a fare fuori un Estraneo. Semplicemente cerca di considerare anche fattori socio-economici nello sviluppo della guerra e sì, se i "buoni" hanno intenzioni nobili ma poi fanno stupidaggini possono pagarla cara. Detto questo, anche Tywin Lannister, che è probabilmente lo stratega più cinico e crudele della serie, viene ucciso, per giunta dal suo stesso figlio, e da lì inizia l'inesorabile declino della sua famiglia. Paragoniamolo con Ned Stark, che sì, muore male nel primo libro, ma poi nel quinto abbiamo ancora frotte di uomini del nord pronti a sostenere la sua famiglia contro i Bolton per il rispetto che provavano per lui ("the North remembers").
Martin è sicuramente più cinico di Tolkien e descrive la guerra e gli intrighi politici per quello che sono, ma lui stesso ha dichiarato che il suo finale (se per miracolo arriverà a scriverlo...) avrà un tono dolceamaro ("bittersweet") proprio come quello del Signore degli Anelli, quindi non capisco perché mezza internet sembri pensare che il suo obiettivo sia dipingere un'umanità condannata e senza speranza (che poi anche se fosse, Bloodborne è così ed comunque fenomenale). Alla fine del Ragnarok del ghiaccio e del fuoco risorgerà il sole e inizierà la primavera.
2- Non è vero che in ASOIAF non c'è mitologia. Basta cercare qui su TH-cam e si troveranno vari video (in inglese) di analisi del simbolismo mitologico di cui ASOIAF è intrisa. Ci sono riferimenti biblici, alla mitologia norrena, a quella greca, a quella lovecraftiana, a quella indiana, al folklore di vari paesi europei (in particolare quello irlandese per quanto riguarda gli Estranei e i Figli della Foresta, i quali sono anche molto simili agli elfi originali da cui Tolkien aveva preso ispirazione per i suoi elfi) e chissà cos'altro. Probabilmente per cogliere alcuni di questi è necessario leggere The World of Ice and Fire (dove c'è un sacco di lore, che comunque in generale è molto simile a quella che Martin ha scritto per Elden Ring, con in più una miriade di riti lovecraftiani che si praticano o praticavano un po' ovunque nel mondo conosciuto), ma molti sono presenti nei libri della storia principale. Per esempio per quanto riguarda la mitologia norrena abbiamo la rete degli alberi-diga che è paragonabile a Yggdrasill (in quanto trascendono lo spazio e il tempo, come vediamo quando Bran ci si connette), abbiamo vari personaggi che come Odino quando perdono una parte del proprio corpo ottengono un potere in cambio (Odino sacrifica un occhio per bere dalla fonte di Mimir e ottenere conoscenza, Bran perde l'uso delle gambe ma in cambio il suo "terzo occhio" si apre e inizia ad avere sogni e visioni, ad Arya gli uomini senza volto tolgono la vista e lei riesce a vedere tramite gli occhi di un gatto, Beric perde un occhio e parte della sua memoria ma viene resuscitato e la prima volta che lo vediamo dopo la sua "trasformazione" è in una caverna piena di alberi-diga, in Fuoco e Sangue Aemond perde un occhio ma riesce a cavalcare Vhagar) e ci sono storyline che letteralmente ricalcano a livello simbolico quello che succede in certi miti (per esempio: nel mito la dea Idunn viene rapita da un gigante in forma d'aquila che la porta nel suo castello di ghiaccio in montagna, poi Loki si trasforma in falco, entra nel castello mentre il gigante non c'è, trasforma Idunn in una noce e la porta via; il gigante li insegue ma quando arriva ad Asgard muore bruciato. In ASOIAF Sansa Stark viene rapita da Petyr Baelish, la cui casata aveva come simbolo il Titano di Braavos, che è un gigante, prima che lui lo cambiasse con un volatile per integrarsi meglio con gli altri lord della Valle; la porta a Nido dell'Aquila, le cui sette torri sembrano sette stalattiti di ghiaccio conficcate sul fianco della montagna, e dove inizia pure a nevicare poco dopo il loro arrivo; Sansa si tinge i capelli color noce per non farsi riconoscere, mentre Petyr convince i lord principali, tutti molto indebitati tranne i Royce, a sostenerlo e, dato che la Valle è una delle poche zone non ancora colpite dalla guerra, suggerisce loro di immagazzinare e conservare il raccolto per poi vendere tutto a prezzo più alto durante l'inverno; mentre Petyr è via per trattare coi Waynwood, Sansa e il piccolo Robert Arryn, la cui casata ha come simbolo il falco, lasciano Nido dell'Aquila dato che sta iniziando a fare troppo freddo a quell'altitudine; presumibilmente nel prossimo libro si recheranno ad Harrenhal, che è la cosa più simile ad Asgard di ASOIAF, e lì Sansa riuscirà a liberarsi di Petyr e condividerà il raccolto coi poveracci delle devastate Terre dei Fiumi).
Daenerys invece riprende qualche aspetto da Afrodite, da Kali, da Durga e da varie divinità lunari, mentre i suoi draghi, oltre ad essere ovvie metafore del potere e, volendo, delle bombe atomiche, rappresentano la sua eredità come Targaryen e come discendente di Valyria, che aveva costruito un impero basato su orrori come l'eugenetica e lo sfruttamento di schiavi resi immortali tramite magia per lavorare in eterno nelle miniere dentro ai vulcani; Martin aveva anche detto che avrebbe mostrato come i valyriani avevano formato il loro legame coi draghi, e quasi certamente ciò prevederà il sacrificio di un membro della propria famiglia in un qualche rito (come mostrano le opening credits di House of the Dragon): è per questo che certe famiglie nobiliari nel mondo di Martin hanno poteri, ma se il contadino medio sapesse come ricreare il rito originale anche lui potrebbe "rubare il fuoco degli dei" e domare un drago. Ad ogni modo, tornando a Daenerys, il drago metaforico che lei dovrà affrontare saranno i suoi antenati (scoprire che si discende da qualcosa di mostruoso è un tema ricorrente in Lovecraft), e dovrà capire se come loro dovrà fare sacrifici per mantenere il controllo dei suoi draghi, di cui chiaramente avrà bisogno se vuole continuare a liberare schiavi. Con Drogon potrebbe formare un legame telepatico come gli Stark coi loro lupi, ma anche questo nei libri viene presentato come una pratica innaturale e pericolosa e se si fonde la propria mente con quella di un animale, specialmente se potente come un drago, il proprio modo di pensare e di essere può essere intaccato, si potrebbe diventare più bestiali ma anche ricevere sogni e visioni; inoltre nei libri c'è un corno magico di origine valyriana che potrebbe tenere a bada gli altri due draghi, ma anche quello avrebbe sicuramente un prezzo.
Concludo questo papiro dicendo che quindi i draghi di Martin sono eccome mostruosi e più crescono più diventano difficili da controllare; potrebbero anche essere portatori di conoscenza in una qualche forma esoterica, ma come Lovecraft insegna questa non sempre è positiva per gli uomini, e Daenerys dovrà scegliere se abbracciare almeno in parte la sua eredità valyriana per il bene superiore, perché se si vuole cambiare il mondo si deve avere a che fare col potere, con tutte le conseguenze del caso.
Grazie Rick che inviti Paolo Nardi! Insieme siete grandissimi.
Il livello di qualità con cui é iniziata questa stagione, caro Rick, é altissimo. La mia materia grigia ringrazia per tutto il cibo che DC le dà ogni giorno da rosicchiare e digerire. ❤
Sono contento per Paolo, se lo merita davvero. Ho cominciato a seguirlo appena uscita la nefasta serie Amazon ed eravamo davvero una manciata di utenti... Una persona competente, umile e trasparente. Bene hai fatto Rick ad inaugurare questa rubrica.
Avanti, non essere timido. Mostrati alla luce! C'è qualcosa in te... qualcosa che porti. Una cosa fatta di oro. Mi sembra quasi... un Tessoro. (Smaug)
Queste chiacchierate con Paolo Nardi sono molto piacevoli!
Straordinariamente interessante. Molto molto bravi. Attendo le prossime puntate con ansia!
Vi prego continuate questa rubrica per sempre!
30:03 no, in Martin, soprattutto nella Danza dei Draghi, anche il popolo formato da "poveracci" capisce che i draghi possono essere uccisi e anche queste persone influiscono sulla storia. Se i draghi si sono estinti in quel mondo (prima di Daenerys), è anche per via delle azioni dei popolani (non faccio spoiler per chi non ha letto i libri ma ha visto solo House of the Dragon). E onestamente non lo trovo diseducativo, anzi: dimostra che anche i regnanti che hanno i draghi devono tenere conto del popolo, se non vogliono perdere il trono o addirittura la vita
Non è esattamente questo il punto. Nel Trono di Spade il drago è una sorta di super-arma che può essere controllata e usata solo da alcune persone. Poi potrà anche essere distrutta dai popolani ma il lato diseducativo è: tu popolano non puoi possedere e controllare l'arma-drago, al massimo puoi fare quello che si ribella (come al solito) al "sistema". Solo una persona col sangue aristocratico può controllare e possedere draghi.
Il cinismo dell'autore è evidentissimo, non c'è alcuna fiducia nell'agire umano. Puoi controllare i draghi per diritto di nascita non perché le tue azioni ti hanno portato a conquistare questo diritto, chiunque tu sia. Detto così, toglie fiducia ai poveri e ai meno fortunati: possono solo fare i ribelli o subire il potere, non c'è spazio per crescere, imparare, migliorare, acquisire potere. Una triste manfrina che purtroppo è figlia di un'epoca cinica
@@Kuseikos No, nella storia del mondo di Martin, i valyriani stessi (da cui i Targaryen discendono), non erano altro che miseri pastori, poi a un certo punto, circa 6000 anni prima della storia principale, hanno trovato un modo per domare i draghi dei vulcani della loro penisola. Le opening credits di House of the Dragon sembrano confermare la teoria secondo cui sacrificando un membro della propria famiglia in un qualche rito siano riusciti a legare i draghi alla propria discendenza (un po' come nell'antichità certe persone commettevano atrocità per ottenere posizioni di potere che poi rendevano ereditarie). Qualunque sia il metodo esatto, chiunque, se sapesse come ricreare il rito originale, potrebbe domare un drago, che in ogni caso è tutt'altro che una semplice arma di cui si ha il completo controllo: sono animali selvaggi e mostruosi e lo diventano sempre di più man mano che crescono, tanto che Daenerys stessa è costretta a rinchiuderli dopo che uno brucia una bambina. Nella serie tv a un certo punto semplicemente se ne dimenticano perché devono teletrasportare Daenerys a Westeros e i draghi all'improvviso sono docili e fanno tutto quello che dice, ma nei libri dovrà compromettersi moralmente per cercare di gestirli e comunque una delle varie figure prometeiche (Euron che schernisce la religione e gli dei e che sembra sapere molto su come funziona la magia, Marwyn che è una sorta di dottor Frankenstein, Quentyn se è sopravvissuto) della storia potrebbe riuscire a rubargliene uno.
Per quanto riguarda il cinismo è vero che è pervasivo ma non si trasforma mai in nichilismo: nonostante le avversità e le perdite tutti i personaggi principali, che siano motivati da amore, rancore, onore o dovere, vanno avanti e inseguono i propri obiettivi.
Una discussione che mi ha lasciato perplesso, tanto per essere generoso.
Francamente non ho capito perchè Martin dovesse proprio usare i draghi, o qualunque altro elemento nei suoi libri, così come l'aveva usato il prof. Tolkien, specie perchè i due autori scrivono le loro opere mettendo al centro due motori completamente differenti: il prof. Tolkien crea la propria narrazione fondandola sull'etica e il simbolismo, Martin al contrario poggia tutto sulla necessità materiale.
Il drago nel Signore degli Anelli è un simbolo, nel mondo di Martin esiste.
Per il prof. Tolkien l'aspetto importante di un personaggio sono l'etica e la morale, per Martin le sue capacità, che siano intellettuali, fisiche o perfino patrimoniali.
La Terra di Mezzo è un mondo etico, quello di Martin è meritocratico.
Sarebbe stato interessante invece vedere se nelle narrazioni moderne ci sono elementi che si rifanno all'uso del drago com'era nelle epiche antiche, e se no ragionare su come sia cambiata la società per non produrre più come un tempo delle storie come nel passato.
No no anche in Tolkien i draghi esistono chiedi a Turin poraccio
@@angelosica93
La differenza è che il drago viene usato da Tolkien per porre delle questioni rispetto il protagonista, il drago è in funzione di Turin, è un meccanismo narrativo per indagare l'etica e il carattere di Turin.
Al contrario, Martin mette i draghi nel suo mondo come parte dell'ecologia, sono dei bestioni volanti che mangiano capre e bruciano contadini e che pongono il problema della loro esistenza indipendentemente da quale sia il protagonista. Esistono come le tempeste di sabbia su Arrakis: non sono lì per appellarsi a qualche riflessione metatestuale, nel mondo fittizio sono lì di loro.
Questa live mi ha fatto commuovere per la profondità delle riflessioni. Wow
Il video che aspettavo!!! Sincronicità?Il drago é una figura che ricorre spesso nei miei sogni.Mi sono messa a studiarlo scrivendo i miei sogni e cercando di interpretarli, ho iniziato anche a scriverci delle poesie! 🐉🤍Grazie Rick
Una cogitata da sentire e risentire❤
Adoro la vostra collaborazione, farete eventi insieme magari qui in Veneto?
Che gran ospite d'eccellenza! Complimenti!
Mi piacciono entrambi gli autori. eccellente come sempre la spiegazione del professor Nardi riguardo la simbologia del drago. adesso però invita pure Nicola Nannerini insieme a Paolo è la coppia Tolkien per eccellenza.
I draghi di game of thrones sono un forte simbolo di potere. Sono i draghi interiori di chi ha potere. Infatti alla fin fine nella serie tv Daenerys cede al potere del drago, non lo sconfigge dentro di sé. E molto potente come simbolo, segno che la politica non cambia, non può cambiare, Martin ci dice che il politico non sconfigge il proprio drago interiore, non si evolve e fa danni.
Bellissimo video ❤ che coppia che siete❤ cultura, passione e Lore si sommano ❤
Un altro straordinario episodio! Complimenti a entrambi 🙏✨
Bellissimo video e che da moltissimi spunti di riflessioni. Non so se lo avete letto, ma esite un saggio uscito qualche anno fa chiamato "Storia dei Draghi" di Martin Arnold.
Una lettura che mi diede molto da pensare, la lessi molti anni fa, e che riassume molto bene le vostre argomentazione è "L'ultimo Drago" di Jasper Fforde. A mio avviso un ottimo libro per ragazzi, ma non solo.
Mado un abbraccio a entrambi e ottimo video ❤
Dobbiamo affrontare e accogliere i draghi della nostra vita 🫶🏻
Bellissima live! L'unico mio dubbio è questo: "L'inverno sta arrivando" non rappresenta prorpio quell'ignto da affrontare. Dopo una lunga estate che ha portato alla decadenza della società, incaranata da Robert Baratheon, ritornano i draghi, il pericolo sconosciuto dal nord e nuove forme di religione. A me sembra che l'idea di Martin fosse far ripartire il fantasy da un mondo "postmoderno". Forse non è riuscito nel dare un'epicità al tutto, ma l'intento secondo me era quello
Rick che menziona Elden Ring in un video con Paolo...godimento puro😂💯
Mamma mia ho sempre voluto avere un drago sin da piccolo dopo aver visto dragon trainer
Io uguale dopo aver giocato ai giochi di Spyro ❤
@@sholme eh beh spyro è proprio un bel draghetto
Altro video stupendo, complimenti. Ogni vostra collaborazione è oro
È sempre uno spettacolo. Grazie.
Ottime rifessioni sul parallelismo tra l'inizio e la fine del viaggio di Bilbo, tra Casa Baggins e la Montagna Solitaria. Anch'io ho spesso riflettuto su come la destinazione sia una versione più grande ed "epica" (e se vogliamo, più minacciosa) della partenza.
Bilbo vive sotto la Collina (in mezzo ad altre colline abitate), mentre Smaug vive sotto la Montagna (che invece è Solitaria).
Davanti alla collina di Bilbo scorre un placido fiumiciattolo, detto semplicemente l'Acqua. Davanti a Erebor scorre invece l'impetuoso Fiume Fluente (Running River).
Bilbo ama ricevere ospiti, e quando arrivano li sfama. Smaug detesta i visitatori, e nei rari casi in cui arrivano LI MANGIA (o almeno ci prova!)
Bilbo tra le sue cose ha dei cucchiaini d'argento, di cui va molto fiero. A Erebor c'è un enorme mucchio d'oro, tra cui spiccano la coppa aurea di Thror e l'Archepietra.
Insomma, a Erebor è tutto più grandioso, più magnifico, e anche più terribile. Il passaggio da una realtà ordinaria a una straordinaria fa pensare al Viaggio dell'Eroe di cui scriveva Campbell, o anche al passaggio dall'infanzia (almeno simbolica: un ambiente senza rischi) all'età adulta. Insomma, è l'essenza del viaggio di formazione, fatto di una serie di soglie da attraversare, con guardiani sempre più terribili. E guarda caso, alla fine Bilbo si porta a casa più una crescita interiore che non ricchezze materiali (per quanto vi sia anche un certo anello d'oro...)
Se non sbaglio nella prima stesura dello Hobbit, prima che venisse collegato col signore degli Anelli.
era Bulbo che uccideva Smaug.
Edit: Io trovo interessante questa contrapposizione tra Tolkien e Martine offre molti spunti diversi di riflessione. (A me piacciono entrambi, anche se sono più legato a Tolkien.)
No, è un'idea che Tolkien aveva effettivamente accarezzato nel corso della scrittura, ma è stata scartata quasi immediatamente, non andando oltre una breve annotazione. Smaug è ucciso da Bard fin dalle bozze prima della pubblicazione.
Un po troppo duri con GOT. Non sta scritto da nessuna parte che TUTTO il fantasy debba seguire per forza il modello tolkieniano, penso che sia giusto lasciare spazio creativo anche ad interpretazioni differenti. E poi mica e colpa di Martin, se degli idioti lo strumentalizzano per motivi politici (fanno lo stesso con Tolkien)
Splendido🎉
Grazie per queste belle riflessioni ❤
Nella mitologia greca un esempio di entità o mostro a cui viene dato in pasto una principessa e il Minotauro per esempio mentre il principe è Teseo che deve salvare Arianna dal Minotauro appunto
Bellissimo questo confronto!!
vi seguo tutti e due, bravissimi.
Perfetti
Grazie ❤
La questione drago = bomba atomica è ancora più evidente in House of dragons, lì davvero c'è una tattica di distruzione mutua assicurata come bella guerra fredda, anche se lì l'equilibrio non potevano mantenerlo. La differenza principale con Tolkien è che effettivamente non sono considerabili personaggi
Urge una puntata con Nicola Nannerini per parlare nuovamente di Tolken.
Finale geniale!
Anche se Fúcur ne La Storia Infinita è un drago positivo, comunque conduce Bastian attraverso la prova e, nel momento in cui si perdono, Bastian impara a conoscere se stesso.
penso che l'idea più grande di Tolken sia stata che la magia non è "potente" ma è "straordinaria" e trascendente, la magina in quel universo non è tamarra ma fa sempre cose orinarie ma trasforma l'iprobabile in possibile....
Non credo che il concetto di Tolkien sia il rifiuto del potere quanto l'emacipazione dalle logiche del potere, tutti i personaggi devono ad un certo punto non devono rinunciare al potere ma liberarsi dalle sue logiche (daltrone parlamo di un auotre che ha fatto la guerra)...
Personaggio preferito Tom Bombadil, non solo per la storia della creazione del personaggio, ma per ciò che rappresenta, tom è il bambino interiore di Tolken quel bambino che non ha bisognio di creare un sistema magico per credere alla magia daltronde serve altra spegazione per la magia di tome se non che lui è il messere ad un bambino? ed in un mondo fatasi tolkeniano quel potere fantastico è davvero il più potente ed il più puro; infatti Tom quando prende l'anello e lo indossa non subisce la magia di sauron e quando lui prova a corromperlo Tom gli ride in facca! perchè ad un babino la corruzione della logica del potere non significa nulla gli risulta ridicola, ma proprio perchè egli è la fantasia di un bambino non può portare l'anello, dal'tronde ha cose molto più importanti da fare come cantere a i salici e portare fiori alla sua amata boccador, esattamente come un bambino vede le cose degli adulti.....
Grazie
Bella live!
Nei libri Daenerys è ancora a Meereen e non ha né marciato (o volato) su Westeros né distrutto, di conseguenza, Approdo del Re. Mi sa che avete confuso un po' la Daenerys della serie tv con quella dei libri.
Comunque si, sono sicuramente d'accordo sul fatto che la visione di Martin sia cinica e di realpolitik; ma questa è la sua caratteristica migliore. Mi piace come il suo mondo e i suoi personaggi siano plausibili, come se Westeros fosse un medioevo alternativo, in un altro mondo che non è il nostro. La magia è un elemento secondario e i più ne dubitano l'esistenza.
E poi si, i draghi rappresentano un'arma molto potente e soprattutto posseduta SOLO da Daenerys, e che SOLO lei, in quanto Targaryen, può utilizzare. Vedere la corsa agli armamenti di questa ragazzina che parte dal nulla e ottiene eserciti e flotte è molto interessante secondo me. Lei è una minaccia con cui i lord di Westeros dovranno confrontarsi prima o poi, e questo li terrorizza, perché e solo perché lei ha dei draghi.
Ma i draghi possono essere uccisi e, nei libri, sono più facili da uccidere di quanto siano nella serie tv. Ci sono, nella storia che Martin ha scritto per il suo mondo, diverse occasioni in cui i draghi furono uccisi da persone e non da altri draghi: nello "Storming of the Dragonpit" (non so com'è stato tradotto in italiano) il popolo in aperta ribellione uccise 5 draghi di casa Targaryen, indebolendo enormemente la casata.
Da amante di storia e di storia militare, quella di Martin è sicuramente l'epopea fantasy che preferisco; e anche se non apprezzo molto il modo in cui scrive e i suoi libri sono ben lontani dall'essere capolavori, amo il mondo che ha creato e quanto questo sia tangibile. E ovviamente non lo amo perché sarebbe bello viverci, ma perché è interessante, molto dettagliato e si vede la passione di Martin per la storia medievale.
Il fatto è che non capisco come tutto questo possa essere "diseducativo"... Non penso che Martin volesse dare delle lezioni al lettore attraverso l'idea che solo i Targaryen possono cavalcare i draghi. Il suo mondo funziona così, e non è ne bene ne male, ne educativo ne diseducativo; sono semplicemente le regole di quella realtà.
E comunque nei libri ci sono molti personaggi umani, senza draghi o sangue Targaryen, che hanno più importanza di Daenerys e che sono preferiti a lei dallo stesso Martin.
È vero che tutti i personaggi principali sono nobili, ma il suo è un mondo medievale, dove la maggioranza della popolazione è contadina, analfabeta ed è condannata a nascere e morire nello stesso villaggio. Questo è terribile, è ingiusto e inaccettabile, ma purtroppo è come, nel nostro mondo, milioni di esseri umani hanno vissuto per millenni, e quindi in un mondo simil-medievale come quello di Martin è realistico che vada così.
La cosa che Martin sa fare meglio è proprio il world building a mio avviso.
Tra l'altro, è vero che solo i valyriani (e non solo i Targaryen) possono cavalcare i draghi, ma è vero anche che i draghi possono essere uccisi sia dal popolo (vedi l'assalto alla Fossa del Drago da te citato), sia dalle persone di intelletto (sì, ammetto che credo alla teoria del complotto dei maestri della Cittadella per ammazzare i draghi). E potrai anche avere i draghi, ma se si sono estinti in passato un motivo ci sarà. E accadrà anche nel futuro della saga
Credo che l'ultima parte del tuo commento descriva quello che intendono Rick e Paolo. Il fatto di scegliere di raccontare le storie dei nobili rende Martin diverso da Tolkien che invece sceglie di raccontare chi con il potere non vuole avere niente a che fare😊
Può essere che in Game of Thrones il ruolo del drago sia rivestito dagli estranei (i white walkers per capirci)?
Adoro la mitologia norrena e il serpente di midgard
Visto il tema e taglio suggerisco di leggere Erich Neumann - Storia delle origini della coscienza
Forse c'è un po' di confusione qui tra l'iconografia del drago e quella del serpente, tema su cui rimando a Wittkower, "Allegoria e migrazione dei simboli"
i draghi! gli animali che io e paolone amiamo, non ne parliamo mai ahah (ely)
👏👏👏
Non vorrei dire una cavolata ma ci provo: il drago non è anche un simbolo legato alla virilità? E se si, non potrebbe essere un simbolo di passaggio alla vita adulta e matura ?
Xiàlollo xiàlong, ieri il maestro del mio insegnante disse che avevo un enorme potenziale ahahah rick telecinetico o sorveglia ogni academyco con spie per poi ascendere... God of skyo ahahah
Ma quindi, secondo il vostro discorso, Draco di "Dragonheart" non è un drago degno di questo nome?😢😉
Ladri! Fuoco! Omicidio!
Una coppa de merda Smaug. Ha preso una coppa di merda, anche meno
Chicchierata incredibile
I draghi o sono amici o sono un merso turnento per il potere in Martin… molto interesante ma l’elemento fantastico va a disperdersi… e già per questo se lo chiami fantasy non funziona la sua opera, almeno penso.
Collaborazione splendida, però bisogna far qualcosa per l'audio di Paolo, tanto, troppo low fi rispetto a quello di Rick.
Beh, sicuramente c'è un dislivello dovuto alle attrezzature, ma non mi pare renda meno godibile lo scambio.
@@rickdufer Lo scambio resta godibilissimo e vi ascolterei anche con riverbero da caverna e fruscio da tornado. Era solo un consiglio per armonizzare l'audio del video. Per il resto bravissimi e complimenti.
Tolkien è uno scrittore, Martin è la parodia di uno scrittore
In aiuto a games of trhoner quelle sono viverne 😂😂