Guido Paolilli al processo Agostino, gli appunti e la "freca di cose da buttare"

แชร์
ฝัง
  • เผยแพร่เมื่อ 17 ต.ค. 2024
  • L'ex poliziotto: “Nino mi disse che aveva degli appunti ma io non li ho visti né toccati”. “Nell'armadio? Una freca di cose da buttare”
    Era lo scorso dicembre quando l’ex poliziotto Guido Paolilli fu condannato dai giudici del Tribunale civile di Palermo a risarcire il “danno da verità negata” inflitto ai familiari di Nino Agostino, l’agente di polizia ucciso il 5 agosto 1989 da Cosa nostra a Villagrazia di Carini, assieme alla mogie Ida Castelluccio. Al centro di quella sentenza l'intercettazione in cui parlava con il proprio figlio, nel 2008. I due commentavano le dichiarazioni di Vincenzo Agostino il quale, in una trasmissione televisiva, parlava del ritrovamento di un biglietto nel portafoglio del figlio in cui si invitava, qualora gli fosse accaduto qualcosa, a vedere nel suo armadio. Nell'intercettazione, agli atti del processo che si sta celebrando in Corte d'assise (imputati il boss Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato in concorso e Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento), Paolilli disse che nell’armadio di casa Agostino c’era una grossa mole di carte che lui aveva stracciato. Ed anche per quei fatti Paolilli, che si occupò delle prime indagini sul delitto e perquisì l'abitazione della vittima fu indagato per favoreggiamento con l’accusa di averli distrutti, ma la sua posizione venne poi archiviata per intervenuta prescrizione.
    di Aaron PETTINARI e Karim EL SADI
    ARTICOLO INTEGRALE: www.antimafiad...

ความคิดเห็น •