La diga abbandonata 60 anni fa: scopriamo i resti delle opere costruite e la storia del progetto 1°P

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  • เผยแพร่เมื่อ 7 ต.ค. 2024
  • Scoprire i resti di un cantiere abbandonato in tutta fretta 60 anni fa, è lo scopo di questa esplorazione. I manufatti incompiuti in questo caso sono particolarmente imponenti, perché stiamo parlando di una grande diga progettata negli anni '50 per sfruttare a scopo idroelettrico la parte alta del torrente Cordevole, un torrente dalle grandi potenzialità idrodinamiche che nasce sul passo Pordoi. Inizialmente sfruttato solo con modeste macchine idrauliche, prevalentemente presso piccoli opifici e segherie, dai primi anni '30 questo corso d'acqua divenne oggetto di studio da parte della SADE, in quanto utilizzabile per produrre energia elettrica. Tra il 1937 e il 1962 vennero costruite una decina di centrali per una potenza complessiva superiore a 110.000 cavalli.
    Per ottimizzare l'utilizzo dell'acqua e rendere più efficiente il sistema, venne pensato un ulteriore serbatoio presso Caprile, in località Digonera. Questa valle ben si prestava alla costruzione di una diga di grandi dimensioni, presentando una stretta naturale dove poter impostare lo sbarramento. Gli studi iniziarono alla fine degli anni '50 e nel 1961 partirono i lavori, affidati alla ditta Lodigiani S.p.A. un’impresa piacentina fondata nel 1906 che costruì grandi opere idrauliche in tutto il mondo. La diga, destinata a chiudere la valle del torrente Cordevole subito prima dello sbocco nella conca di Caprile, doveva essere costituita da uno sbarramento in calcestruzzo del tipo arco-cupola, dell’altezza di 120 m e con una lunghezza del coronamento di 558 m. La diga avrebbe avuto una funzione di accumulo stagionale con una capacità di 25 milioni di m cubi, e avrebbe alimentato un nuovo gruppo Francis della centrale di Saviner, già in esercizio da qualche anno con l'acqua proveniente dal lago Fedaia.
    Quando il cantiere venne abbandonato nel 1963, la costruzione della diga vera e propria era solo abbozzata, ma i lavori alle opere sotterranee di questo complesso impianto erano già a buon punto. Molti chilometri di gallerie erano già stati scavati, con alcuni importanti manufatti praticamente completati e pronti per il collaudo. Come quasi tutte le dighe, anche il serbatoio di Caprile era dotato di 4 scarichi, oltre alla presa per alimentare la centrale. Gli imbocchi delle gallerie di scarico si aprono sulla sponda destra a quote diverse, e superano la diga con una curva lunga qualche centinaio di metri sotto la montagna. L'esplorazione dei manufatti parzialmente completati per quanto interessante, risulta difficoltosa per il terreno impervio e franoso. Gli imbocchi delle gallerie sono quasi tutti aperti e accessibili dalla sponda destra della valle, tranne il pozzo inclinato (che doveva diventare lo scarico di superficie del bacino) e la galleria di presa della centrale.
    Raggiunto lo scarico di fondo a quota 1070 metri, è possibile apprezzare le dimensioni imponenti dello scavo al grezzo. I lavori dovevano essere completati rifinendo le pareti e realizzando la camera di manovra delle paratoie, di cui se ne intravede l'abbozzo scavato nella roccia. Nella parte alta della galleria si innesta un cunicolo che permette di raggiungere il vano dell'ascensore. Questo pozzo, profondo quasi 100 metri, è dotato di 26 rampe di scale in ferro e avrebbe collegato i locali tecnici sottostanti con la cabina comandi centralizzati posta sulla sommità della diga. A metà altezza, si incontra un cunicolo che doveva raggiungere la camera di manovra delle paratoie sullo scarico di mezzo fondo. La galleria di tale scarico si trova 45 metri più in alto rispetto all'altra ed era già in fase avanzata di costruzione, con i ferri di armatura della condotta appena posizionati e pronti per il getto del calcestruzzo. Tutto è stato improvvisamente abbandonato 60 anni fa, da un giorno all'altro, persino alcuni attrezzi da lavoro, ancora visibili in qualche angolo.
    Il reportage continua nella seconda parte del video.
    #abandoned #powerplant #dam
    Bibliografia:
    Camillo Pavan - le dighe e le centrali idroelettriche del bacino del Piave, 2001
    Davide Capponi - L'utilizzo del Cordevole a scopo idroelettrico 1932-1963
    Momenti AICS Editore, Belluno, novembre 2021
    progettodighe....

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