Ercolano, la spiaggia dei 300 fuggiaschi dal Vesuvio apre al pubblico

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  • เผยแพร่เมื่อ 29 ส.ค. 2024
  • Aperta al pubblico l’antica spiaggia di Ercolano, la prima all'interno di un parco archeologico.
    Al Parco archeologico di Ercolano, è intervenuto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, guidato nella visita dal direttore del parco Francesco Sirano.
    La risistemazione dell’antica spiaggia giunge a conclusione di un percorso pluriennale di attività multidisciplinari di ricerca, scavo archeologico, restauro, ingegneria e architettura. L’antica Ercolano, città di mare, distrutta dall’eruzione vesuviana del 79 d.C., rivive con la sistemazione finale, sull’onda di una progettazione donata dal Packard Humanities Institute nell’ambito del partenariato pubblico-privato denominato "Herculaneum Conservation Project" per restituire un’immagine il più possibile vicina a come si presentava prima dell’eruzione.
    I visitatori, da oggi, possono passeggiare liberamente sull’intera superficie e immergersi nella magia della città lambita dal mare.
    Il nuovo assetto dell’intera area dell’antica spiaggia, finanziato nell’ambito del CIS Vesuvio Pompei Napoli coordinato gestito dall’Unità Grande Pompei, condurrà nel breve termine all’arricchimento dell’esperienza di visita del Parco e nel medio termine alla ricongiunzione dell’area archeologica principale con la Villa dei Papiri, disegnando così un piano di azione di ampio respiro culturale per i prossimi anni e per il futuro del Parco.
    Negli ultimi decenni questa area è stata progressivamente interessata da corrosione e decadimento, determinati da una miscela di fattori naturali legati alla veicolazione delle acque piovane e di risalita, che avevano trasformato la spiaggia in una sorta di acquitrino, con connessi pericoli di allagamento e impatti sulla conservazione del patrimonio. Data la complessità dei problemi da affrontare è stato adottato un approccio multidisciplinare per restituire la spiaggia alla sua sicurezza e fruibilità, con la realizzazione di un’area percorribile e la valorizzazione del fronte a mare della città antica, con l’offerta di una percezione completamente rinnovata al visitatore dell’antica Herculaneum.
    L’antica spiaggia: una storia scritta sulla sabbia
    La documentazione fotografica d’archivio legata ai lavori di scavo degli anni ’90 mostra la presenza, nella zona della spiaggia, di una piattaforma in tufo segnata da lunghe incisioni parallele che furono interpretate come segni lasciati nel tufo dalle chiglie delle barche. Indagini recenti hanno dimostrato che il litorale nel corso dei secoli ha più volte cambiato il proprio livello alzandosi e abbassandosi almeno dal III secolo a.C. In quel momento il banco di tufo era parzialmente fuori dal mare: il tufo veniva estratto per utilizzarlo come materiale di costruzione e le onde del mare hanno modellato la superficie tufacea con delle incisioni parallele e curvilinee. Inoltre il progressivo abbassamento del livello del banco, a causa di fenomeni legati al vulcanesimo, insieme all’azione delle onde ha depositato le sabbie che hanno progressivamente creato la spiaggia romana del 79 d.C. L’antica spiaggia appariva come una spiaggia di sabbia vulcanica di colore nero da cui emergeva, in alcuni punti, la piattaforma tufacea sottostante. Aveva una leggera inclinazione verso il mare la cui linea di battigia doveva trovarsi pressappoco dove oggi termina l’area di scavo. Sulla spiaggia non si svolgevano solo attività marinare, ma era usata anche per raggiungere la città e per salire attraverso delle rampe verso le case affacciate direttamente sul mare e per rifornire le terme di suburbane di legna. Nella notte dell’eruzione del 79 d.C. oltre a più di 300 fuggiaschi, sulla spiaggia c’erano anche animali tra i quali muli e cavalli. I fuggiaschi furono sorpresi nel cuore della notte dall’arrivo della prima nube ardente che, con una temperatura di oltre 400° e una velocità di 80 kmh, raggiunse la città e provocò la morte istantanea, per shock termico, di tutti gli abitanti. L’arrivo delle ondate di fango vulcanico dal Vesuvio ricoprí poi i resti dei loro corpi, sigillandoli nella posizione in cui si trovavano al momento della morte. Dallo studio di questi scheletri sono stati ricavati importanti dati biologici sull’alimentazione e sulle malattie degli antichi ercolanesi. I fuggiaschi avevano portato con sé oggetti preziosi, come gruzzoli di monete e gioielli, ma anche lucerne per farsi luce nella fitta oscurità provocata dall’eruzione e le chiavi di casa, segno che avevano avuto il tempo di chiudere le porte prima di fuggire.
    A fine 2021 l’antica spiaggia ha restituito lo scheletro dell’ultimo fuggiasco di Ercolano, un uomo di circa 40/45 anni di età. Si trovava probabilmente in riva al mare o nelle aree della città soprastante, trascinato dalla forza dell’eruzione insieme ai suoi averi, conservati in una sacca di tessuto.
     Questa sistemazione finale è stata preceduta da studi, ricerche e da un progetto pilota condotto in collaborazione con l’Herculaneum Conservation Project tra il 2008 ed il 2010.

ความคิดเห็น • 3

  • @graziettadigirolamo1224
    @graziettadigirolamo1224 2 หลายเดือนก่อน +1

    La storia è meravigliosa❤❤❤❤❤❤❤❤.

    • @angeloargentieri5605
      @angeloargentieri5605 2 หลายเดือนก่อน

      Più che meravigliosa è tragica, una morte orribile e spaventosa con la colata piroplastica che li ha investiti dall'eruzione del Vesuvio 😭

  • @FlavioLivioMarchetto
    @FlavioLivioMarchetto 2 หลายเดือนก่อน +2

    Sempre poche risorse. Non hanno ancora scavato il foro. Quando la smettono da Roma di stanziare briciole e fanno sul serio i lavori? All'inaugurazione c'era una pletora di funzionari ministeriali...cosa servivano?