Vede Vincenzo, a me questo video non è piaciuto affatto: lo trovo molto sterile. Moro racconta la sua esperienza di alpinista come esperienza di "lotta" con se stesso e con i propri limiti. Dice e ripete che "l'avversario è dentro di noi". Un racconto solipsistico, chiuso e concentrato su se stesso. Tutto il resto, ed è il "tutto" della montagna, non trova spazio nell'angusto recinto mentale di questo (pur rispettabile) alpinista. Riflettiamo un attimo: nulla, dico nulla, Moro dice della dimensione alpinistica come esperienza di distacco dalle sicurezze "mondane" e di ricerca delle proprie radici fisiche, psicologiche, spirituali, e dunque come esperienza di immersione nell'alveo primigenio della natura: Oh Montagne Madri, sacre scaturigini delle forze pure! suona il celebre verso dannunziano. Nulla, dice Moro della montagna come luogo di incontro o di avvicinamento al Trascendente, proprio in ragione della maggiore "leggerezza" del nostro essere, liberato dai lacci e dalle false sicurezze della quotidianità. Nulla dice della montagna come luogo di incontro con la Bellezza sovrana del Creato incontaminato. Nulla dice della montagna come luogo di silenzio unico e profondissimo. Nulla dice della montagna come luogo dell'incontro personale con Dio ("si ritirò sul monte tutto solo a pregare" dice Matteo di Nostro Signore; "salì sul monte a vedere il roveto che bruciava senza consumarsi" dice il Libro dell'Esodo a proposito della salita di Mosè sul Sinai). Nulla dice della montagna come luogo di rafforzamento della solidarietà e della fratellanza, in ragione del trovarsi e del riconoscersi per quello che si è. Nulla, nulla, nulla. Solo ego, ego, ego. Nulla dice delle risonanze interiori che un'esperienza alpinistica genera nell'uomo. Nulla dice della montagna come scuola di vita, maestra nel rafforzare la personalità e il carattere dell'uomo. E poi - mi chiedo- Moro si è mai interrogato sul valore della vita? Per lui è la montagna per la vita o forse (come temo) è la vita per la montagna? E' giusto immolarsi alla montagna? E' giusto o normale parlare di compagni deceduti in cordata con una "naturalezza" così inquietante? Eccetera, eccetera, e potrei continuare ore, ma mi fermo qui. Grazie.
@@marioluciani9932 assolutamente si.e naturale per i paracadutisti e naturale per i subaquei e naturale per gli speologi.trattati di filosofia mal si addattano a degli incontri di conoscenza della montagna.
@@semperoccultus Mi permetta ma la sua risposta è "occulta" e incomprensibile, è una non-risposta. Provando a immaginare cosa lei voglia dire - e cioè che montagna e filosofia non si conciliano - le faccio osservare che Simone Moro, nel video in commento, partecipa a un convegno dal titolo "Incontri di pensiero", cioè a un momento di riflessione sul "significato" (nel nostro caso) della vita di un alpinista rispetto al significato della vita in generale. Niente di più filosofico di questo. Lei certamente sa che "filosofia" vuol dire in greco antico "amore della sapienza" o "del pensiero", e tutti noi siamo filosofi nel momento in cui ci interroghiamo su noi stessi, su chi siamo e verso dove andiamo. Tutti, anche lei o io. E anche Simone Moro. Dunque: nulla si sottrae alla riflessione e al pensiero, tanto meno l'andare in montagna se non è fatto da alieni o da robot ma da esseri pensanti. Dunque, si tranquillizzi: le assicuro che anche lei è un essere pensante, anche lei è un filosofo e può legittimamente riflettere su se stesso e su gli altri, come me. Buona serata
Simone Moro è un grande alpinista, un grande uomo di sport e un grandissimo essere ....e chiunque faccia un po' di sport nella vita dovrebbe vedere due volte al giorno questa intervista.
Vede Fabrizio, a me questo video non è piaciuto affatto: lo trovo molto sterile. Moro racconta la sua esperienza di alpinista come esperienza di "lotta" con se stesso e con i propri limiti. Dice e ripete che "l'avversario è dentro di noi". Un racconto solipsistico, chiuso e concentrato su se stesso. Tutto il resto, ed è il "tutto" della montagna, non trova spazio nell'angusto recinto mentale di questo (pur rispettabile) alpinista. Riflettiamo un attimo: nulla, dico nulla, Moro dice della dimensione alpinistica come esperienza di distacco dalle sicurezze "mondane" e di ricerca delle proprie radici fisiche, psicologiche, spirituali, e dunque come esperienza di immersione nell'alveo primigenio della natura: Oh Montagne Madri, sacre scaturigini delle forze pure! suona il celebre verso dannunziano. Nulla, dice Moro della montagna come luogo di incontro o di avvicinamento al Trascendente, proprio in ragione della maggiore "leggerezza" del nostro essere, liberato dai lacci e dalle false sicurezze della quotidianità. Nulla dice della montagna come luogo di incontro con la Bellezza sovrana del Creato incontaminato. Nulla dice della montagna come luogo di silenzio unico e profondissimo. Nulla dice della montagna come luogo dell'incontro personale con Dio ("si ritirò sul monte tutto solo a pregare" dice Matteo di Nostro Signore; "salì sul monte a vedere il roveto che bruciava senza consumarsi" dice il Libro dell'Esodo a proposito della salita di Mosè sul Sinai). Nulla dice della montagna come luogo di rafforzamento della solidarietà e della fratellanza, in ragione del trovarsi e del riconoscersi per quello che si è. Nulla, nulla, nulla. Solo ego, ego, ego. Nulla dice delle risonanze interiori che un'esperienza alpinistica genera nell'uomo. Nulla dice della montagna come scuola di vita, maestra nel rafforzare la personalità e il carattere dell'uomo. E poi - mi chiedo- Moro si è mai interrogato sul valore della vita? Per lui è la montagna per la vita o forse (come temo) è la vita per la montagna? E' giusto immolarsi alla montagna? E' giusto o normale parlare di compagni deceduti in cordata con una "naturalezza" così inquietante? Eccetera, eccetera, e potrei continuare ore, ma mi fermo qui. Grazie.
@@marioluciani9932 ma poi quando dice che uno deve diventare una macchina è assurdo perché contrasta esattamente con lo spirito di avventura ed esplorazione che secondo me dovrebbe avere come fine l'arricchimento personale in termini spirituali o comunque per non usare termini troppo irreali dovrebbe riempire la nostra mente di positività,e lui come dici tu va rispettato come professionista ma la sa raccontare molto bene la sua storiella
Grandissimo alpinista, e grande atleta ho seguito con i tuoi libri e le tue imprese avventure e sconfitte ,però Simone è un mio punto di vista entrare di diritto nel cuore della gente forse ti resta difficile. Massimo da Sora
Vede Alberto, a me questo video non è piaciuto affatto. Moro racconta la sua esperienza di alpinista come esperienza di "lotta" con se stesso e con i propri limiti. Dice e ripete che "l'avversario è dentro di noi". Un racconto solipsistico, concentrato su se stesso. Tutto il resto, ed è il "tutto" della montagna, non trova spazio in questo (pur rispettabile) alpinista. Nulla dice delle risonanze interiori che un'esperienza alpinistica genera nell'uomo. Nulla dice della montagna come scuola di vita. E poi - mi chiedo- per Moro è la montagna per la vita o forse (come temo) è la vita per la montagna? E' giusto immolarsi alla montagna? E' giusto o normale parlare di compagni deceduti in cordata con una "naturalezza" così inquietante? Eccetera, eccetera.
@@marioluciani9932 MA TU INSERISCI QUESTA SOLFA IN OGNI COMMENTO??copia incolla.ma chi ti paga?scientology?in 10 commenti inserisci sempre lo stesso?perche?
@@semperoccultus ho scritto il mio commento più volte nella speranza di trovare almeno un lettore che avesse la pazienza di leggerlo fino in fondo. Solo lei ha risposto, per cui la ringrazio del tempo che mi ha dedicato e della risposta, sia pure animata dal timore che qualcuno possa mettere in dubbio un suo mito. Ripeto: rispetto Simone Moro ma dissento completamente dalla sua visione delle cose.
@@marioluciani9932 me la immagino obeso o quantomeno in sovrappeso nel suo studio davanti al computer a fare il leone da tastiera e a commentare in maniera da frustrato, da colui che nella vita le parola sport, fatica, sudore,sofferenza sono solo concetti astratti mai provati in prima persona sulla propia pelle, e che di fronte a un GIGANTE dell'alpinismo come SIMONE MORO che ha riscritto la storia dell'alpinismo non puo' che provare enorme invidia e l'unica cosa che puo' fare per colmarla e' commentare con la sua " Psicanalisi da salotto" che la rendono tanto soddisfatto ma che le assicuro non le fanno bruciare calorie! L'ITALIA e' una grande nazione perche' ha una maggioranza di popolazione con personalita' di altissimo profilo come quella di Simone Moro e per fortuna una minoranza con personalita' come la sua. Spero che il suo computer le chieda di aggiornare il software cosi' anche oggi nell'aggiornarlo avra' le sue gioie e le sue soddisfazioni e la renderanno un uomo felice.
"Diventare una macchina", dice Moro, è riferito al corpo fisico. Poi, subito dopo, in riferimento a ciò, "io non devo essere l'anello debole". Da ciò l'unica cosa certamente deducibile è che Simone moro si identifica nel corpo fisico
Prima Bonatti poi Messner poi Moro. Il grande avversario è dentro di noi è un bellissimo concetto sicuramente, ma ormai da diversi anni fa parte del repertorio della''psicologia spicciola''...lo sappiamo un po' tutti, non è farina del suo sacco.😉
Certo che lo sappiamo un po' tutti, ma quanti ne tengono conto e lo mettono in pratica, facendo vivere questo concetto quotidianamente? Ben pochi e quindi è come se molti ancora non lo sapessero. Ecco perché va sempre ribadito da chi è nella posizione di poterne dare l'esempio.
Non so se possiamo definire "eroe" chi lotta e supera un ostacolo che lui stesso si è cercato. Eroe di cosa? Più che eroismo direi "performance psicofisica estrema", cioè è un fare a gara con se stessi, servendosi di un ostacolo chiamato montagna. Eroismo è ben altro: il soldato che espone la propria vita per salvare un commilitone sotto il fuoco nemico; una madre che porta amorevolmente la croce di avere un figlio ingrato; le nostre nonne che hanno portato avanti le loro famiglie nella miseria e nell'angoscia della guerra; colui che sul lavoro non cede alle scorciatoie della corruzione pur sapendo che verrà perseguitato o deriso da chi lo circonda, ecc. Ecco chi è eroe per me.
Grandissimo Simone Moro....un piacere ascoltarti
Non è tra i miei preferiti...ma santa misericordia...parole sante...Vangelo della Vita!
Grande persona, coinciso nelle risposte, molto chiaro e intelligente.
Ditemi quello che volete, ma ascolta Moro è come ascoltare mio Padre mentre mi da lezioni di vita ancora oggi che ho 41 anni
Grandissimo atleta ma soprattutto persona umile,colta e grande comunicatore!
Vede Vincenzo, a me questo video non è piaciuto affatto: lo trovo molto sterile. Moro racconta la sua esperienza di alpinista come esperienza di "lotta" con se stesso e con i propri limiti. Dice e ripete che "l'avversario è dentro di noi". Un racconto solipsistico, chiuso e concentrato su se stesso. Tutto il resto, ed è il "tutto" della montagna, non trova spazio nell'angusto recinto mentale di questo (pur rispettabile) alpinista. Riflettiamo un attimo: nulla, dico nulla, Moro dice della dimensione alpinistica come esperienza di distacco dalle sicurezze "mondane" e di ricerca delle proprie radici fisiche, psicologiche, spirituali, e dunque come esperienza di immersione nell'alveo primigenio della natura: Oh Montagne Madri, sacre scaturigini delle forze pure! suona il celebre verso dannunziano. Nulla, dice Moro della montagna come luogo di incontro o di avvicinamento al Trascendente, proprio in ragione della maggiore "leggerezza" del nostro essere, liberato dai lacci e dalle false sicurezze della quotidianità. Nulla dice della montagna come luogo di incontro con la Bellezza sovrana del Creato incontaminato. Nulla dice della montagna come luogo di silenzio unico e profondissimo. Nulla dice della montagna come luogo dell'incontro personale con Dio ("si ritirò sul monte tutto solo a pregare" dice Matteo di Nostro Signore; "salì sul monte a vedere il roveto che bruciava senza consumarsi" dice il Libro dell'Esodo a proposito della salita di Mosè sul Sinai). Nulla dice della montagna come luogo di rafforzamento della solidarietà e della fratellanza, in ragione del trovarsi e del riconoscersi per quello che si è. Nulla, nulla, nulla. Solo ego, ego, ego. Nulla dice delle risonanze interiori che un'esperienza alpinistica genera nell'uomo. Nulla dice della montagna come scuola di vita, maestra nel rafforzare la personalità e il carattere dell'uomo. E poi - mi chiedo- Moro si è mai interrogato sul valore della vita? Per lui è la montagna per la vita o forse (come temo) è la vita per la montagna? E' giusto immolarsi alla montagna? E' giusto o normale parlare di compagni deceduti in cordata con una "naturalezza" così inquietante? Eccetera, eccetera, e potrei continuare ore, ma mi fermo qui. Grazie.
@@marioluciani9932 assolutamente si.e naturale per i paracadutisti e naturale per i subaquei e naturale per gli speologi.trattati di filosofia mal si addattano a degli incontri di conoscenza della montagna.
@@semperoccultus Mi permetta ma la sua risposta è "occulta" e incomprensibile, è una non-risposta. Provando a immaginare cosa lei voglia dire - e cioè che montagna e filosofia non si conciliano - le faccio osservare che Simone Moro, nel video in commento, partecipa a un convegno dal titolo "Incontri di pensiero", cioè a un momento di riflessione sul "significato" (nel nostro caso) della vita di un alpinista rispetto al significato della vita in generale. Niente di più filosofico di questo. Lei certamente sa che "filosofia" vuol dire in greco antico "amore della sapienza" o "del pensiero", e tutti noi siamo filosofi nel momento in cui ci interroghiamo su noi stessi, su chi siamo e verso dove andiamo. Tutti, anche lei o io. E anche Simone Moro. Dunque: nulla si sottrae alla riflessione e al pensiero, tanto meno l'andare in montagna se non è fatto da alieni o da robot ma da esseri pensanti. Dunque, si tranquillizzi: le assicuro che anche lei è un essere pensante, anche lei è un filosofo e può legittimamente riflettere su se stesso e su gli altri, come me. Buona serata
Umile!?
@@semperoccultus mi sa che non ha capito una virgola...
Simone Moro è un grande alpinista, un grande uomo di sport e un grandissimo essere ....e chiunque faccia un po' di sport nella vita dovrebbe vedere due volte al giorno questa intervista.
daccordissimo.
Vede Fabrizio, a me questo video non è piaciuto affatto: lo trovo molto sterile. Moro racconta la sua esperienza di alpinista come esperienza di "lotta" con se stesso e con i propri limiti. Dice e ripete che "l'avversario è dentro di noi". Un racconto solipsistico, chiuso e concentrato su se stesso. Tutto il resto, ed è il "tutto" della montagna, non trova spazio nell'angusto recinto mentale di questo (pur rispettabile) alpinista. Riflettiamo un attimo: nulla, dico nulla, Moro dice della dimensione alpinistica come esperienza di distacco dalle sicurezze "mondane" e di ricerca delle proprie radici fisiche, psicologiche, spirituali, e dunque come esperienza di immersione nell'alveo primigenio della natura: Oh Montagne Madri, sacre scaturigini delle forze pure! suona il celebre verso dannunziano. Nulla, dice Moro della montagna come luogo di incontro o di avvicinamento al Trascendente, proprio in ragione della maggiore "leggerezza" del nostro essere, liberato dai lacci e dalle false sicurezze della quotidianità. Nulla dice della montagna come luogo di incontro con la Bellezza sovrana del Creato incontaminato. Nulla dice della montagna come luogo di silenzio unico e profondissimo. Nulla dice della montagna come luogo dell'incontro personale con Dio ("si ritirò sul monte tutto solo a pregare" dice Matteo di Nostro Signore; "salì sul monte a vedere il roveto che bruciava senza consumarsi" dice il Libro dell'Esodo a proposito della salita di Mosè sul Sinai). Nulla dice della montagna come luogo di rafforzamento della solidarietà e della fratellanza, in ragione del trovarsi e del riconoscersi per quello che si è. Nulla, nulla, nulla. Solo ego, ego, ego. Nulla dice delle risonanze interiori che un'esperienza alpinistica genera nell'uomo. Nulla dice della montagna come scuola di vita, maestra nel rafforzare la personalità e il carattere dell'uomo. E poi - mi chiedo- Moro si è mai interrogato sul valore della vita? Per lui è la montagna per la vita o forse (come temo) è la vita per la montagna? E' giusto immolarsi alla montagna? E' giusto o normale parlare di compagni deceduti in cordata con una "naturalezza" così inquietante? Eccetera, eccetera, e potrei continuare ore, ma mi fermo qui. Grazie.
@@marioluciani9932 scusi lei che professione occupa
@@marioluciani9932 ma poi quando dice che uno deve diventare una macchina è assurdo perché contrasta esattamente con lo spirito di avventura ed esplorazione che secondo me dovrebbe avere come fine l'arricchimento personale in termini spirituali o comunque per non usare termini troppo irreali dovrebbe riempire la nostra mente di positività,e lui come dici tu va rispettato come professionista ma la sa raccontare molto bene la sua storiella
Un grande sportivo ed una persona fantastica.
Lo ascolterei per ore intere.
Grandissimo alpinista, e grande atleta ho seguito con i tuoi libri e le tue imprese avventure e sconfitte ,però Simone è un mio punto di vista entrare di diritto nel cuore della gente forse ti resta difficile. Massimo da Sora
Non è solo un alpinista....un poeta,un filosofo e soprattutto un uomo....
Vede Alberto, a me questo video non è piaciuto affatto. Moro racconta la sua esperienza di alpinista come esperienza di "lotta" con se stesso e con i propri limiti. Dice e ripete che "l'avversario è dentro di noi". Un racconto solipsistico, concentrato su se stesso. Tutto il resto, ed è il "tutto" della montagna, non trova spazio in questo (pur rispettabile) alpinista. Nulla dice delle risonanze interiori che un'esperienza alpinistica genera nell'uomo. Nulla dice della montagna come scuola di vita. E poi - mi chiedo- per Moro è la montagna per la vita o forse (come temo) è la vita per la montagna? E' giusto immolarsi alla montagna? E' giusto o normale parlare di compagni deceduti in cordata con una "naturalezza" così inquietante? Eccetera, eccetera.
@@marioluciani9932 MA TU INSERISCI QUESTA SOLFA IN OGNI COMMENTO??copia incolla.ma chi ti paga?scientology?in 10 commenti inserisci sempre lo stesso?perche?
@@semperoccultus ho scritto il mio commento più volte nella speranza di trovare almeno un lettore che avesse la pazienza di leggerlo fino in fondo. Solo lei ha risposto, per cui la ringrazio del tempo che mi ha dedicato e della risposta, sia pure animata dal timore che qualcuno possa mettere in dubbio un suo mito. Ripeto: rispetto Simone Moro ma dissento completamente dalla sua visione delle cose.
Bè sull'uomo non sarei così sicuro...
@@marioluciani9932 me la immagino obeso o quantomeno in sovrappeso nel suo studio davanti al computer a fare il leone da tastiera e a commentare in maniera da frustrato, da colui che nella vita le parola sport, fatica, sudore,sofferenza sono solo concetti astratti mai provati in prima persona sulla propia pelle, e che di fronte a un GIGANTE dell'alpinismo come SIMONE MORO che ha riscritto la storia dell'alpinismo non puo' che provare enorme invidia e l'unica cosa che puo' fare per colmarla e' commentare con la sua " Psicanalisi da salotto" che la rendono tanto soddisfatto ma che le assicuro non le fanno bruciare calorie! L'ITALIA e' una grande nazione perche' ha una maggioranza di popolazione con personalita' di altissimo profilo come quella di Simone Moro e per fortuna una minoranza con personalita' come la sua. Spero che il suo computer le chieda di aggiornare il software cosi' anche oggi nell'aggiornarlo avra' le sue gioie e le sue soddisfazioni e la renderanno un uomo felice.
parole sante
Complimenti! Non ho altre parole
SIMONE MORO, SEI UNA PERSONA FANTASTICA E UN OTTIMO ALPINISTA ❤️
Sulla persona ho qualche dubbio...
Oke?
GRANDE SIMONE🤘🏻🇮🇹
Grande Moro uomo e alpinista completo.
IMPARIAMO
Grazie
Bello ascoltarlo
Qual'è il libro di Simone Moro che di piu' parla di questi argomenti? Bellissimo.! Vorrei approfondire. Grazie mille a chi sapra' darmi una risposta.
Simone Moro un grande
Grande uomo.
Insomma...
Leggenda vivente
Un grande, lo metto dopo Messner e Bonatti.
Per carità di dio...ma voli basso per decenza.
Si certo, quarto Totò!
Questo è l'equilibrio mentale che bisogna avere per sopravvivere in montagna, altro che Nanga Parbat d'inverno per lo sperone Mummery
hai perfettamente ragione
Dissing a Nardi..
like se odi la fiuma
DIO MALANDRINO
@@ec-or9px DIOCANE BESTIACCIA LADRA
DIO AMORE MIO
@@ec-or9px madonna cagna bagnata
"Diventare una macchina", dice Moro, è riferito al corpo fisico. Poi, subito dopo, in riferimento a ciò, "io non devo essere l'anello debole". Da ciò l'unica cosa certamente deducibile è che Simone moro si identifica nel corpo fisico
se fossi una societa di calcio lo prenderei come preparatore..figa vedi le champions a gogo
Come no...
@@francoborroni1306 ma cosa vuoi
Prima Bonatti poi Messner poi Moro. Il grande avversario è dentro di noi è un bellissimo concetto sicuramente, ma ormai da diversi anni fa parte del repertorio della''psicologia spicciola''...lo sappiamo un po' tutti, non è farina del suo sacco.😉
Ma per piacere, Cassin si rigira nella tomba.
Studi l'alpinismo italiano per piacere prima di scrivere ignobilie
Certo che lo sappiamo un po' tutti, ma quanti ne tengono conto e lo mettono in pratica, facendo vivere questo concetto quotidianamente? Ben pochi e quindi è come se molti ancora non lo sapessero. Ecco perché va sempre ribadito da chi è nella posizione di poterne dare l'esempio.
Personalmente non conta se sia o meno farina del suo sacco, ciò che per me conta è che ci sia ancora qualcuno che divulga questo concetto sacrosanto.
starei ore ad ascoltarlo! un grande! un eroe!
Non so se possiamo definire "eroe" chi lotta e supera un ostacolo che lui stesso si è cercato. Eroe di cosa? Più che eroismo direi "performance psicofisica estrema", cioè è un fare a gara con se stessi, servendosi di un ostacolo chiamato montagna. Eroismo è ben altro: il soldato che espone la propria vita per salvare un commilitone sotto il fuoco nemico; una madre che porta amorevolmente la croce di avere un figlio ingrato; le nostre nonne che hanno portato avanti le loro famiglie nella miseria e nell'angoscia della guerra; colui che sul lavoro non cede alle scorciatoie della corruzione pur sapendo che verrà perseguitato o deriso da chi lo circonda, ecc. Ecco chi è eroe per me.