Grazie x avere fatto un film su una generazione che mi rappresenta...bello e divertente allo stesso tempo con tanti ricordi x un tempo che non esiste più...grazie
Paz e l'artista "improduttivo" Nel film Paz! i personaggi sono tratti dai fumetti di Andrea Pazienza, geniale disegnatore e pittore italiano. Un personaggio, Pentotahl, è l'alter-ego dell'autore. Nel film, Pentothal è interpretato dall'attore Claudio Santamaria. Pentothal è un disegnatore di fumetti sprofondato in uno stato di torpore addirittura atarassico, è un giovane indolente e svogliato, ignavo ed estraniato dal mondo, sempre chiuso in casa e con addosso un pigiama. Pentothal è uno studente iscritto al DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo, all'Università degli Studi di Bologna. In effetti, Pentothal rappresenta l'autoritratto di Andrea Pazienza, è un personaggio palesemente autobiografico, come autobiografici sono quasi tutti i personaggi creati dall'estro di Andrea Pazienza. Nel film Paz! c'è una scena emblematica in cui i compagni del movimento (il contesto del film è la Bologna del 1977) rimproverano Pentothal di essere "improduttivo" ed urlano: "o diventi produttivo o …", "sei un artista e te ne freghi", "ce lo caghi che sei un artista!". In effetti, Pazienza, pur essendo un po' marginale rispetto al Movimento settantasettesco, ne interpretò le ansie, le inquietudini, le ribellioni, le contraddizioni. Ma chi era Andrea Pazienza? E quale ruolo può svolgere l'artista nella società contemporanea? In che modo l'artista può concorrere al progresso del genere umano? Andrea Pazienza, scomparso prematuramente nel 1988, è stato uno degli artisti più geniali, fecondi e poliedrici del panorama fumettistico italiano, nonché un prolifico e notevole autore di illustrazioni di vario genere. Fondamentalmente, egli era un pittore prestato al fumetto, per cui è stato un audace sperimentatore che ha rinnovato le tecniche del disegno, un campione impareggiabile dell'arte fumettistica, un autore straordinario che ha fatto scuola, ma che non ha avuto epigoni in quanto il suo talento era unico ed inimitabile. Andrea era figlio d'arte in quanto suo padre era professore di educazione artistica e grande acquerellista, mentre sua madre era insegnante di applicazioni tecniche. Quando Andrea cominciò a dedicarsi all'arte del fumetto poté sfruttare un ricco bagaglio di conoscenze pittoriche e letterarie ed una raffinata formazione culturale, applicando nel procedimento fumettistico le tecniche e gli stili derivanti dall'arte classica e d'avanguardia, soprattutto la grafica pubblicitaria e l'ironia iconoclasta del movimento dadaista, da cui rimase letteralmente folgorato, avviandolo ad una visione anarcoide del mondo, e dell'arte in modo particolare. Agli inizi del 1977, proprio al DAMS, Umberto Eco, dopo aver esaminato i suoi disegni, lo segnalò ad Oreste del Buono, che era all'epoca direttore responsabile di Linus, la più importante e prestigiosa rivista italiana di fumetti, che tra i vari autori ha ospitato le vignette di Altan, Angese e Vauro. Ma Oreste del Buono rispose che le sue storie non erano adatte alla testata da lui diretta. Più tardi Andrea irruppe da solo nella redazione di Linus, presentandosi con una serie di tavole a colori che riscossero l'attenzione di Hugo Pratt ed il consenso della redazione. Così, sulle pagine del supplemento Alter Alter, nato da una costola di Linus, Pazienza iniziò a pubblicare la sua prima storia a fumetti, Le Straordinarie avventure di Pentothal, in cui si riflette lo spirito del movimento studentesco, non assimilabile ad ideologie prestabilite. Andrea Pazienza ha fondato e collaborato con varie riviste di controcultura, satira e fumetti underground che hanno deriso il conformismo ed il perbenismo borghese: si pensi a testate di culto come Cannibale, Il Male, Frigidaire, quindi Corto Maltese, Comic Art e Orient Express, nate nei primi anni '80, nonché inserti satirici come Ottovolante, il supplemento di Paese Sera, Satyricon di Repubblica, Tango de l'Unità, ed ha partecipato a numerose pubblicazioni editoriali. Tra i suoi personaggi bisogna citare Pentothal, Zanardi, Pompeo ed altri. Una menzione a parte merita Pertini, dedicato alla figura del Presidente della Repubblica più amato dagli italiani per i suoi atteggiamenti informali che si discostavano dall'ufficialità e dai cerimoniali della politica istituzionale. Celebre divenne la copertina disegnata da Paz nel dicembre 1979 per Il Male. Il Presidente in persona chiamò Andrea per congratularsi con lui e chiedergli la copertina in omaggio. Occorre aggiungere che Pazienza non ha lavorato soltanto nel campo della Nona Arte, ma ha svolto un'intensa ed eclettica attività grafica, creando importanti locandine per il cinema ed il teatro (ad esempio, l'immagine del film La Città delle Donne di Federico Fellini; inoltre, pare che Roberto Benigni volesse affidargli il manifesto del film Il piccolo diavolo, ma la prematura scomparsa dell'artista impedì la realizzazione del progetto), copertine di dischi di Claudio Lolli, Amedeo Minghi, David Riondino, Enzo Avitabile, Roberto Vecchioni, Franz Di Cioccio e la PFM, nonché scenografie, costumi, illustrazioni per cartoni animati, murales e persino per alcune campagne pubblicitarie. Pare che Andrea Pazienza fosse un pigro. Non a caso, una peculiarità tipica degli artisti geniali è l'indole oziosa, che non significa essere apatici, né accidiosi. Molti confondono l'indolenza con l'ignavia, l'indifferenza, che invece sono caratteristiche detestabili. Un altro artista assai famoso e geniale, di indole notoriamente pigra, era Massimo Troisi. Ma la pigrizia sembra una caratteristica quasi antropologica degli italiani. Si tratta, indubbiamente, di un falso stereotipo e di un banale luogo comune, tuttavia pare che gli italiani siano un popolo di assidui ed instancabili grafomani, ma che leggono assai poco. Come si spiega ciò, se non con la pigrizia? È noto, ed è confermato dalle statistiche, che in Italia esistono più scrittori che lettori. Ma al di là dei limiti tecnici e dei talenti personali, non credo che sia giusto "castrare" l’ansia comunicativa che si esprime attraverso l'impiego della parola scritta anziché tramite altri codici di tipo extraverbale. Del resto, questo desiderio e questa ansia creativa si manifestano anche in altri settori come il disegno, la musica, il teatro, la fotografia. Quanti di noi si sono cimentati in uno di questi campi almeno una volta nella vita? Si pensi soltanto alle recite teatrali allestite a scuola, alle attività grafiche e pittoriche sperimentate sin dall'infanzia, alle invenzioni artistiche realizzate per puro e semplice diletto. Il vero problema è un altro, vale a dire il rapporto tra la libertà espressiva e l'industria culturale, tra l'arte e l'economia di mercato. Ogni artista ha dovuto confrontarsi con i propri limiti, ma soprattutto con le contraddizioni insite nell'ordinamento economico capitalista. In un'economia di mercato i soldi si accumulano vendendo merci. Ebbene, se un talento è mercificato, ossia ridotto a merce, e come tale messo in vendita, è probabile che ci siano discrete possibilità di ottenere qualche guadagno, ma in realtà soltanto le briciole sono destinate all'artista, oppure allo scrittore, a meno che non si tratti di Umberto Eco e poche altre star della cultura. Invece, gli utili maggiori vanno a finire nelle tasche dei manager, degli editori, dei padroni dell'industria culturale. Nell'odierna società mercantile e consumista di massa, l'arte, il cinema, la letteratura, la musica, sono solo merci da vendere e comprare, prodotti dell'industria culturale e dello spettacolo, finiscono esposte in vetrine televisive come il Maurizio Costanzo Show o in altri salotti mediatici. In un sistema mercantile la qualità estetica è sacrificata in nome della quantità, mentre si valorizzano i criteri commerciali, come un manufatto che ha la proprietà di vendersi in quanto ottiene il gradimento del pubblico, perciò è prodotto su scala industriale. Il mercato tende a svilire le opere di gran pregio, per privilegiare ed assecondare solo le esigenze del profitto, che non hanno nulla a che spartire con l'ingegno, l'arte e la maestria. Temo che se nascesse un nuovo Giotto, o un nuovo Michelangelo, un nuovo Leonardo da Vinci, oppure, citando personaggi più recenti, un nuovo Demetrio Stratos, un nuovo Rino Gaetano, un nuovo Andrea Pazienza, un nuovo Hugo Pratt, l'autore di Corto maltese, o un nuovo Bonvi, il creatore delle Sturmtruppen, in altri termini un talento straordinario dell'arte, della pittura o del fumetto, della poesia, della letteratura, della musica, rischierebbe di essere povero e misconosciuto, con scarse probabilità di essere scoperto e, nel caso si riuscisse a lanciarlo sul mercato e a pubblicarne le opere, non riscuoterebbero il meritato premio o il riconoscimento da parte del pubblico, mentre l'industria culturale di massa continuerebbe a promuovere le solite insulsaggini di stampo commerciale. Nel nostro tempo non c'è più alcun margine di intervento per il mecenatismo che tenti di scoprire e favorire l'arte e il talento. Nella società mercantile di massa non si potrà mai sviluppare un nuovo Rinascimento artistico e culturale pari a quello che rese magnifico il periodo tra la prima metà del 1400 e la prima metà del 1500, in quanto non godrebbe del sostegno degli sponsor, degli editori, dei manager e dei padroni dell'industria della cultura e dello spettacolo, troppo presi dai loro squallidi interessi affaristici...
Sono rimasto a dir poco colpito dalle tue parole, mi hai messo una gran voglia di approfondire i temi da te trattati e conoscere al meglio le opere dei grandi artisti da te citati :)
- Chiii? - Marzia Pellegrino - Aaahhh... Pellegrino... - Marzia Pellegrino - Sì, Marzia Pellegrino... dunque... Marzia Pellegrino usa la luce... è un pretesto per Marzia Pellegrino, perchè ci sono tante fonti di luce chiaramente...
"E non m'hai nemmeno chiesto la differenza tra il segno e l'apparenza, cioè che il segno si decifra, e l'apparenza non si deve assolutamente decifrare!" Credo che questo concetto sia oggi ben solido nella mente di tutti coloro che hanno visto questo film!
ma quante cazzate che si leggono nei commenti, innanzi tutto il surrealismo dei personaggi,dei loro discorsi e delle loro convinzioni è chiaramente voluto e costante nel film,come dimostra la supercazzola "[..]La felicità è sovversiva quando si collettivizza[...]". Per quanto concerne i discorsi classisti sono tutt'altro che destrorsi, sono universali,perché è innegabile che, con lo sviluppo cultura, cresca di pari passo una più o meno celata misantropia verso la gente che non impara a pensare.
Ma certo che me la faccio una risata ;)))) Ma la scena di lui che esce di casa e, anziché preoccuparsi delle chiavi lasciate sul tavolo, della bacinella da svuotare, del disordine lasciato in cucina, si preoccupa della canna è ancora più divertente ahuhauhuahuahuhauhauaaa
Ahahah, e io che ho iniziato adesso il DAMS! Comunque basta con i commenti politici, ragazzi, ma avete mai letto qualcosa di Paz? Sono semplicemente capolavori, come dice OphielPan quì sotto è pura arte, le realtà sociali ne sono solo l'argomento, ma narratore e lettore sono al di fuori e al di sopra dei personaggi...
Nel senso che finisco per immedesimarmi. Bello che il commento l'ho scritto 7 anni fa, quando ancora ero all'università. Ma anche da laureato, continua a mettermi un sacco d'ansia.
@@ConcreteShelter quando vidi per la prima volta questo film nel 2002 mi sembra, ho provato le stesse cose che provi tu. Oggi invece niente. Mi faccio delle risate talmente grasse e mi dico: si vede che doveva proprio andarci a fare il militare!
A chi ti riferisci? Comunque tutti siete responsabili della fine di questo paese, soprattutto voi svegli che ancora vi ostinate a votare le merde che mandate in parlamento. I camerieri del vero potere.
@DarkSweetRubin - La storia si chiama 'Giorno', pubblicata originariamente a puntate nel 81-82 su Frigidaire. Fa parte della edizione critica 'Zanardi' uscita nel 98, casa editrice Baldini&Castoldi. Buona lettura.
No, ho semplicemente detto che non ci si puo' presentare ad un esame senza aver studiato e con la sola speranza che ti venga fatta una domanda sull'unica cosa che ti è rimasta impressa leggendo una pagina a caso prima di uscire di casa. Senza contare che forse, quell'unica cosa che sapeva era il punto d'arrivo di un discorso molto lungo e articolato. Non la puoi buttare cosi' a vanvera.
Cazzo, fossero davvero così gli esami al dams, mi sarei già iscritto. Alla domanda "parliamo di apocalypse now" porco giuda mi sarebbero brillati gli occhi
Il fatto è che ti chiedono di sapere tutte le interpretazioni del film, le recensioni, le informazioni sul film, devi leggere dei libri su quello, non è che devi raccontargli perchè ti è piaciuto e basta...
@@andsalomoni Ed ecco perché col senno di poi, dopo 2 anni, direi di essere contrario a questo. Il cinema è ricco di emozioni, e quando le emozioni devi spiegarle, ma non le spieghi come piacciono ai professori, ecco che a me personalmente non piace più. È un po' come quando a scuola studiavo storia dell'arte e spesso mi annoiavo, quando poi osservavo le opere al di fuori delle mura scolastiche, era tutta un'altra storia.
@@Max.98 Ma non ti chiedono di spiegare le emozioni. Ti chiedono di analizzare il film, di "decifrare i segni" (mi raccomando, l'apparenza no!), di spiegarne la struttura, il senso ed il messaggio. Quando guardi il film, come per l'arte è certo tutta un'altra storia.
@Intifadark il bello è proprio questo, il fiabeschi del film non ne sa un caxxo di marxismo leninismo, è solo uno sconvolto, il suo insultare la prof. è frutto di un sentito dire che neanche gli interessa .... n.b. ho fatto filosofia in una univ. pubblica, e ne conosco di tipi che vanno in giro col maglione sformato, ma, come minimo, è lacoste ...
C'e' poco da ridere. La storia di Enrico Fiabeschi, nel fumetto di Pazienza, e' assolutamente geniale. Una piccola gemma. Riprodotta per il film diventa una stronzata. Perche'? Perche' il fumetto era angoscioso, avendo come soggetto un individuo sprovveduto, inetto, incapace di affrontare i propri problemi. Scena chiave la prima con il sogno del padre. Enrico e' simbolo di un fallimento grave. Invece nel film si tenta di fare una commedia, da 'italietta' priva di alcuna tensione drammatica.
ma fatti una risata!! E' ovvio che non si può superare un esame in quelle condizioni, è proprio lì la comicità della scena, il fatto che lui fosse convinto di aver ragione.
Il Dams, sforna disoccupati come tutte le altre facoltà. A meno che non stiamo parlando di università private.. o di raccomandazioni.. ma quelle ci son anche al Dams.
Comunque c'è gente che studia veramente e non ci marcisce dentro, quindi se non avete la testa piena di stereotipi e frasi fatte, sarebbe carino avere un po' di rispetto per le persone che hanno fatto, fanno o faranno questa facoltà, pur sapendone i rischi..
cioè questo x l'esame deve vedersi un film...e neanche è preparato...eh io che mi studiavo 2-3 libri ad esame...ah già! la mia era una facoltà scientifica...
- Quant'è costato il film?
- Un sacco di soldi, solo di elicottero avranno speso un milione di dollari...
- Solo di elicotteri avranno speso TIPO un milione di dollari...
Grazie x avere fatto un film su una generazione che mi rappresenta...bello e divertente allo stesso tempo con tanti ricordi x un tempo che non esiste più...grazie
Non proprio una bella generazione direi...
-Argomento?
-Apocalipsi nau!
Mo' me metto a legge' Kripke e Chomsky...
"fiabeschi enrico?" "CIAO, SONO IO" uhauhauhuhahuauha
grande Max...esporta la cultura cosentina in Italia e nel mondo..FORZA COSENZA!
Sempre mitica sta scena! :D
Paz e l'artista "improduttivo"
Nel film Paz! i personaggi sono tratti dai fumetti di Andrea Pazienza, geniale disegnatore e pittore italiano. Un personaggio, Pentotahl, è l'alter-ego dell'autore. Nel film, Pentothal è interpretato dall'attore Claudio Santamaria. Pentothal è un disegnatore di fumetti sprofondato in uno stato di torpore addirittura atarassico, è un giovane indolente e svogliato, ignavo ed estraniato dal mondo, sempre chiuso in casa e con addosso un pigiama. Pentothal è uno studente iscritto al DAMS, Dipartimento delle Arti, Musica e Spettacolo, all'Università degli Studi di Bologna. In effetti, Pentothal rappresenta l'autoritratto di Andrea Pazienza, è un personaggio palesemente autobiografico, come autobiografici sono quasi tutti i personaggi creati dall'estro di Andrea Pazienza. Nel film Paz! c'è una scena emblematica in cui i compagni del movimento (il contesto del film è la Bologna del 1977) rimproverano Pentothal di essere "improduttivo" ed urlano: "o diventi produttivo o …", "sei un artista e te ne freghi", "ce lo caghi che sei un artista!". In effetti, Pazienza, pur essendo un po' marginale rispetto al Movimento settantasettesco, ne interpretò le ansie, le inquietudini, le ribellioni, le contraddizioni. Ma chi era Andrea Pazienza? E quale ruolo può svolgere l'artista nella società contemporanea? In che modo l'artista può concorrere al progresso del genere umano? Andrea Pazienza, scomparso prematuramente nel 1988, è stato uno degli artisti più geniali, fecondi e poliedrici del panorama fumettistico italiano, nonché un prolifico e notevole autore di illustrazioni di vario genere. Fondamentalmente, egli era un pittore prestato al fumetto, per cui è stato un audace sperimentatore che ha rinnovato le tecniche del disegno, un campione impareggiabile dell'arte fumettistica, un autore straordinario che ha fatto scuola, ma che non ha avuto epigoni in quanto il suo talento era unico ed inimitabile. Andrea era figlio d'arte in quanto suo padre era professore di educazione artistica e grande acquerellista, mentre sua madre era insegnante di applicazioni tecniche. Quando Andrea cominciò a dedicarsi all'arte del fumetto poté sfruttare un ricco bagaglio di conoscenze pittoriche e letterarie ed una raffinata formazione culturale, applicando nel procedimento fumettistico le tecniche e gli stili derivanti dall'arte classica e d'avanguardia, soprattutto la grafica pubblicitaria e l'ironia iconoclasta del movimento dadaista, da cui rimase letteralmente folgorato, avviandolo ad una visione anarcoide del mondo, e dell'arte in modo particolare. Agli inizi del 1977, proprio al DAMS, Umberto Eco, dopo aver esaminato i suoi disegni, lo segnalò ad Oreste del Buono, che era all'epoca direttore responsabile di Linus, la più importante e prestigiosa rivista italiana di fumetti, che tra i vari autori ha ospitato le vignette di Altan, Angese e Vauro. Ma Oreste del Buono rispose che le sue storie non erano adatte alla testata da lui diretta. Più tardi Andrea irruppe da solo nella redazione di Linus, presentandosi con una serie di tavole a colori che riscossero l'attenzione di Hugo Pratt ed il consenso della redazione. Così, sulle pagine del supplemento Alter Alter, nato da una costola di Linus, Pazienza iniziò a pubblicare la sua prima storia a fumetti, Le Straordinarie avventure di Pentothal, in cui si riflette lo spirito del movimento studentesco, non assimilabile ad ideologie prestabilite. Andrea Pazienza ha fondato e collaborato con varie riviste di controcultura, satira e fumetti underground che hanno deriso il conformismo ed il perbenismo borghese: si pensi a testate di culto come Cannibale, Il Male, Frigidaire, quindi Corto Maltese, Comic Art e Orient Express, nate nei primi anni '80, nonché inserti satirici come Ottovolante, il supplemento di Paese Sera, Satyricon di Repubblica, Tango de l'Unità, ed ha partecipato a numerose pubblicazioni editoriali. Tra i suoi personaggi bisogna citare Pentothal, Zanardi, Pompeo ed altri. Una menzione a parte merita Pertini, dedicato alla figura del Presidente della Repubblica più amato dagli italiani per i suoi atteggiamenti informali che si discostavano dall'ufficialità e dai cerimoniali della politica istituzionale. Celebre divenne la copertina disegnata da Paz nel dicembre 1979 per Il Male. Il Presidente in persona chiamò Andrea per congratularsi con lui e chiedergli la copertina in omaggio. Occorre aggiungere che Pazienza non ha lavorato soltanto nel campo della Nona Arte, ma ha svolto un'intensa ed eclettica attività grafica, creando importanti locandine per il cinema ed il teatro (ad esempio, l'immagine del film La Città delle Donne di Federico Fellini; inoltre, pare che Roberto Benigni volesse affidargli il manifesto del film Il piccolo diavolo, ma la prematura scomparsa dell'artista impedì la realizzazione del progetto), copertine di dischi di Claudio Lolli, Amedeo Minghi, David Riondino, Enzo Avitabile, Roberto Vecchioni, Franz Di Cioccio e la PFM, nonché scenografie, costumi, illustrazioni per cartoni animati, murales e persino per alcune campagne pubblicitarie. Pare che Andrea Pazienza fosse un pigro. Non a caso, una peculiarità tipica degli artisti geniali è l'indole oziosa, che non significa essere apatici, né accidiosi. Molti confondono l'indolenza con l'ignavia, l'indifferenza, che invece sono caratteristiche detestabili. Un altro artista assai famoso e geniale, di indole notoriamente pigra, era Massimo Troisi. Ma la pigrizia sembra una caratteristica quasi antropologica degli italiani. Si tratta, indubbiamente, di un falso stereotipo e di un banale luogo comune, tuttavia pare che gli italiani siano un popolo di assidui ed instancabili grafomani, ma che leggono assai poco. Come si spiega ciò, se non con la pigrizia? È noto, ed è confermato dalle statistiche, che in Italia esistono più scrittori che lettori. Ma al di là dei limiti tecnici e dei talenti personali, non credo che sia giusto "castrare" l’ansia comunicativa che si esprime attraverso l'impiego della parola scritta anziché tramite altri codici di tipo extraverbale. Del resto, questo desiderio e questa ansia creativa si manifestano anche in altri settori come il disegno, la musica, il teatro, la fotografia. Quanti di noi si sono cimentati in uno di questi campi almeno una volta nella vita? Si pensi soltanto alle recite teatrali allestite a scuola, alle attività grafiche e pittoriche sperimentate sin dall'infanzia, alle invenzioni artistiche realizzate per puro e semplice diletto. Il vero problema è un altro, vale a dire il rapporto tra la libertà espressiva e l'industria culturale, tra l'arte e l'economia di mercato. Ogni artista ha dovuto confrontarsi con i propri limiti, ma soprattutto con le contraddizioni insite nell'ordinamento economico capitalista. In un'economia di mercato i soldi si accumulano vendendo merci. Ebbene, se un talento è mercificato, ossia ridotto a merce, e come tale messo in vendita, è probabile che ci siano discrete possibilità di ottenere qualche guadagno, ma in realtà soltanto le briciole sono destinate all'artista, oppure allo scrittore, a meno che non si tratti di Umberto Eco e poche altre star della cultura. Invece, gli utili maggiori vanno a finire nelle tasche dei manager, degli editori, dei padroni dell'industria culturale. Nell'odierna società mercantile e consumista di massa, l'arte, il cinema, la letteratura, la musica, sono solo merci da vendere e comprare, prodotti dell'industria culturale e dello spettacolo, finiscono esposte in vetrine televisive come il Maurizio Costanzo Show o in altri salotti mediatici. In un sistema mercantile la qualità estetica è sacrificata in nome della quantità, mentre si valorizzano i criteri commerciali, come un manufatto che ha la proprietà di vendersi in quanto ottiene il gradimento del pubblico, perciò è prodotto su scala industriale. Il mercato tende a svilire le opere di gran pregio, per privilegiare ed assecondare solo le esigenze del profitto, che non hanno nulla a che spartire con l'ingegno, l'arte e la maestria. Temo che se nascesse un nuovo Giotto, o un nuovo Michelangelo, un nuovo Leonardo da Vinci, oppure, citando personaggi più recenti, un nuovo Demetrio Stratos, un nuovo Rino Gaetano, un nuovo Andrea Pazienza, un nuovo Hugo Pratt, l'autore di Corto maltese, o un nuovo Bonvi, il creatore delle Sturmtruppen, in altri termini un talento straordinario dell'arte, della pittura o del fumetto, della poesia, della letteratura, della musica, rischierebbe di essere povero e misconosciuto, con scarse probabilità di essere scoperto e, nel caso si riuscisse a lanciarlo sul mercato e a pubblicarne le opere, non riscuoterebbero il meritato premio o il riconoscimento da parte del pubblico, mentre l'industria culturale di massa continuerebbe a promuovere le solite insulsaggini di stampo commerciale. Nel nostro tempo non c'è più alcun margine di intervento per il mecenatismo che tenti di scoprire e favorire l'arte e il talento. Nella società mercantile di massa non si potrà mai sviluppare un nuovo Rinascimento artistico e culturale pari a quello che rese magnifico il periodo tra la prima metà del 1400 e la prima metà del 1500, in quanto non godrebbe del sostegno degli sponsor, degli editori, dei manager e dei padroni dell'industria della cultura e dello spettacolo, troppo presi dai loro squallidi interessi affaristici...
Non c'è nulla da analizzare in Fiabeschi.. io ho solo capito che è un fattone del caz*o. Fine della questione.
Ao certo che tu non hai proprio un cazzo da fare
Sono rimasto a dir poco colpito dalle tue parole, mi hai messo una gran voglia di approfondire i temi da te trattati e conoscere al meglio le opere dei grandi artisti da te citati :)
grazie
Comunque hai il dono della sintesi
- Mi parli dell’uso della luce nella fotografia di Marzia Pellegrino
- Chiii?
- Marzia Pellegrino
- Aaahhh... Pellegrino...
- Marzia Pellegrino
- Sì, Marzia Pellegrino... dunque... Marzia Pellegrino usa la luce... è un pretesto per Marzia Pellegrino, perchè ci sono tante fonti di luce chiaramente...
"Another cat".
"Ah, Conard-Coppola..."
Chi???
"E non m'hai nemmeno chiesto la differenza tra il segno e l'apparenza, cioè che il segno si decifra, e l'apparenza non si deve assolutamente decifrare!"
Credo che questo concetto sia oggi ben solido nella mente di tutti coloro che hanno visto questo film!
Paola Bechis bellissima... e bravissima....
troppo bella questa scena!!!! è il cinema italiano che a me piace!
3:52 il più bel "chi???" in assoluto!!!!
parlami di conrad. CHIIIIIIIIII?! ahahahahahah
Che bella l'attrice...
La scena + bella del cinema italiano degli ultimi 20 anni
ma povero Paz, la differenza fra segno e apparenza se l'era ripetuta per tutto il tragitto.
"Il segno lo puoi decifrare quanto cazzo ti pare..."
grande commento! 8 anni fa eri un grande, non so ora!
Era Fiabeschi non Paz cmq
Come vorrei rivedermelo tutto questo film! Ma è introvabile!
"Fiabeschi Enrico?
Ciao sono io......."hehhehehehehehehe
bellissimo sto' film XD
"Parliamo di...Conrad!" "CHI?" LOL!!!
In quell'aula ho dato storia della fotografia con Marra. Un 24 non troppo meritato.
E quest'anno il buon marra va in pensione
ma quante cazzate che si leggono nei commenti, innanzi tutto il surrealismo dei personaggi,dei loro discorsi e delle loro convinzioni è chiaramente voluto e costante nel film,come dimostra la supercazzola "[..]La felicità è sovversiva quando si collettivizza[...]". Per quanto concerne i discorsi classisti sono tutt'altro che destrorsi, sono universali,perché è innegabile che, con lo sviluppo cultura, cresca di pari passo una più o meno celata misantropia verso la gente che non impara a pensare.
Ma certo che me la faccio una risata ;)))) Ma la scena di lui che esce di casa e, anziché preoccuparsi delle chiavi lasciate sul tavolo, della bacinella da svuotare, del disordine lasciato in cucina, si preoccupa della canna è ancora più divertente ahuhauhuahuahuhauhauaaa
E poi esce di nuovo dalla finestra
pecchè vojo fà l'esame?
eh
me mancano solo filosofia modale e teoria de li modelli e mo mollo così pecchè sei bella te
Anvedi questa😂
hauahuahuah :D
una delle scene più belle del cinema italiano!
Paz x sempre tra noi
Ahahah, e io che ho iniziato adesso il DAMS!
Comunque basta con i commenti politici, ragazzi, ma avete mai letto qualcosa di Paz? Sono semplicemente capolavori, come dice OphielPan quì sotto è pura arte, le realtà sociali ne sono solo l'argomento, ma narratore e lettore sono al di fuori e al di sopra dei personaggi...
Lorenzo Nera alla fine ti sei laureato? XD
no, ha mollato gli studi per fare il servizio di leva
Ma chi è il figlio di Mr. Satan?
Ahahahahaha
solo di elicotteri avranno speso un milione di dollari...ahahah
Il segno si decifra, l’apparenza non si decifra
Questa scena mi mette un angoscia tremenda ogni volta che la vedo.
ConcreteShelter In che senso angoscia?
Nel senso che finisco per immedesimarmi. Bello che il commento l'ho scritto 7 anni fa, quando ancora ero all'università. Ma anche da laureato, continua a mettermi un sacco d'ansia.
@@ConcreteShelter quando vidi per la prima volta questo film nel 2002 mi sembra, ho provato le stesse cose che provi tu. Oggi invece niente. Mi faccio delle risate talmente grasse e mi dico: si vede che doveva proprio andarci a fare il militare!
Davvero...pure a me...
@@ConcreteShelter ora, a dieci anni dalla laurea, rifaresti il dams? Sono molto indecisa
La scena è da ridere ma gente come quel tipo ha distrutto l'Italia...
A chi ti riferisci?
Comunque tutti siete responsabili della fine di questo paese, soprattutto voi svegli che ancora vi ostinate a votare le merde che mandate in parlamento.
I camerieri del vero potere.
L'Italia l'ha distrutta chi manovrava dai centri di potere decisionale, non Enrico Fiabeschi.
@DarkSweetRubin - La storia si chiama 'Giorno', pubblicata originariamente a puntate nel 81-82 su Frigidaire. Fa parte della edizione critica 'Zanardi' uscita nel 98, casa editrice Baldini&Castoldi. Buona lettura.
In quell'aula ho dato storia e tecnica della fotografia con Marra. Mi ha proprio bastonato, ma aveva ragione lui...
storia e tecnica della fotografia ahahahahahahahahahahahahhah
Ma il caro Davide Marra?
max mazzotta sembro io quando mi interrogano...uguale proprio!! ahahahauhaua
baronismo in questa scena nn se ne vede...lui nn sa un cazzo...pero' fa morir dal ridere
...e sotto la musica dei doors...this is the end...ttu...ttu...ttum...na...tutto...na bella scena molto...forte!
ahahah
Ts! (con gesto bellissimo del braccio)
Questa gente non ha capito un accidente. Pazienza è pura arte. Non fate politica, cazzo.
Mi ha nominato tantissime volte 😂😂😂
Questa scena è da oscar 🤣 ❤️
stupendo! me lo vedo sempre prima degli esami:)
Ma alla fine ti sei laureato?
@@ilpirataisback301 no è morto
@@Nobody2879mamma mia il commento originale è di 14 anni fa, gli albori di TH-cam
No, ho semplicemente detto che non ci si puo' presentare ad un esame senza aver studiato e con la sola speranza che ti venga fatta una domanda sull'unica cosa che ti è rimasta impressa leggendo una pagina a caso prima di uscire di casa. Senza contare che forse, quell'unica cosa che sapeva era il punto d'arrivo di un discorso molto lungo e articolato. Non la puoi buttare cosi' a vanvera.
"Quanto è costato il film?" "Un sacco di soldi....."
che gran film..
la scena migliore di sempre del cinema italiano
ma cosa, tu allora non hai mai visto "troppo belli"
@@prebeppe dello stesso livello, proprio...
Seee vabè.
@@smokedrama bro che fai qua a capodanno
molto più bello il fumetto di Pazienza a cui si è ispirato questo film.
questa scena è fantastica!
Cazzo, fossero davvero così gli esami al dams, mi sarei già iscritto.
Alla domanda "parliamo di apocalypse now" porco giuda mi sarebbero brillati gli occhi
Non credo siano così distanti gli esami al dams eh...ci vanno tutti gli artisti falliti in effetti.
Il fatto è che ti chiedono di sapere tutte le interpretazioni del film, le recensioni, le informazioni sul film, devi leggere dei libri su quello, non è che devi raccontargli perchè ti è piaciuto e basta...
@@andsalomoni Ed ecco perché col senno di poi, dopo 2 anni, direi di essere contrario a questo. Il cinema è ricco di emozioni, e quando le emozioni devi spiegarle, ma non le spieghi come piacciono ai professori, ecco che a me personalmente non piace più. È un po' come quando a scuola studiavo storia dell'arte e spesso mi annoiavo, quando poi osservavo le opere al di fuori delle mura scolastiche, era tutta un'altra storia.
@@Max.98 Ma non ti chiedono di spiegare le emozioni. Ti chiedono di analizzare il film, di "decifrare i segni" (mi raccomando, l'apparenza no!), di spiegarne la struttura, il senso ed il messaggio.
Quando guardi il film, come per l'arte è certo tutta un'altra storia.
gli attori sono bravissimi!!! Credibili all 100%
Che poi a me di apocalypse
non me ne frega neanche un cazzo
+Nicola Ayr Cioè, non è che no me ne frega un cazzo.... :D
io ho visto esami che si svolgevano così...
ma ho visto anche esami peggiori :)
@Intifadark il bello è proprio questo, il fiabeschi del film non ne sa un caxxo di marxismo leninismo, è solo uno sconvolto, il suo insultare la prof. è frutto di un sentito dire che neanche gli interessa .... n.b. ho fatto filosofia in una univ. pubblica, e ne conosco di tipi che vanno in giro col maglione sformato, ma, come minimo, è lacoste ...
A me comunque piace di più l’esame di quello di filosofia che quello di fiabeschi
C'e' poco da ridere. La storia di Enrico Fiabeschi, nel fumetto di Pazienza, e' assolutamente geniale. Una piccola gemma. Riprodotta per il film diventa una stronzata. Perche'? Perche' il fumetto era angoscioso, avendo come soggetto un individuo sprovveduto, inetto, incapace di affrontare i propri problemi. Scena chiave la prima con il sogno del padre. Enrico e' simbolo di un fallimento grave. Invece nel film si tenta di fare una commedia, da 'italietta' priva di alcuna tensione drammatica.
beato te, io avrei pagato oro per vedere scene del genere!
più o meno stamattina mi è andata cosi.....
La differenza fra il segno e l'apparenza magari era materia di un altro esame però XD
ma fatti una risata!! E' ovvio che non si può superare un esame in quelle condizioni, è proprio lì la comicità della scena, il fatto che lui fosse convinto di aver ragione.
Spettacalo.....scena bellissima...gli ultimi 60 secondi ti fanni pisciare sotto dal ridere!
Non vorrei essere il prossimo ad essere interrogato dopo questa scena.
sto film è molto bello......si si
L'intro di riki é pazzesca
aula 5 al 38 ?
+Marco Bernagozzi L'aula 3 e 5 sono quelle gradi, secondo me è aula 2 o una di quelle piccole del 38!!
l'attuale classe dirigente è composta da gente che ragionava così, con la pretesa del 18 politico e tutte le rivendicazioni di classe.
aronnepiperno come Matteo Renzi
@@johnnynovantino8107 ..pure peggio
tu lavori bene: bella a'armadio, bella a cassapanca, bella a boisserie, bello bello tutto quanto... mò te ne puoi pure annà.
PAZIENZA un genio
Cazzo, un commento sensato.
Questo esame l'ho dato alla sessione estiva, CULT ahahhaahha
E CE LO CAGHI CHE SEI UN' ARTISTA!!!!!!
(uno studente del dams XD )
Chi è qui dopo aver visto barbascura x?
ioo
Adoro questa scena, racchiude tutta la rabbia che avrei voluto sfogare a qualche individuo di merda dell'università!
"Kripke e Chowsky"..
Ricki numero uno.
Come qui danno semiotica... il "dams"? E che è? A, nun è filosofia? A, annamo bene!
grande,,, pensandoci bene l'avrei detto anche io, vatti a far proletari zare la fica..... hahaha
ENRICO FIABESCHI N1!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
"Perchè ci sono tanti attori nel film chiaramente...." XD XD
evergreen.
Il Dams, sforna disoccupati come tutte le altre facoltà.
A meno che non stiamo parlando di università private.. o di raccomandazioni.. ma quelle ci son anche al Dams.
Ciao! Ex studente DAMS adesso assunto dalla più importante organizzazione di gestione museale al mondo, un bacio 😘
Ma come si fa ad iscriversi al Dams.
Comunque che si sappia,"il segno si decifra e l'apparenza non si deve assolutamente decifrare"!!!
Chi è l'attrice che interpreta la professoressa?
Paola Bechis.
+bim5150 Eccellente.
PerIlCuoreRossoDiRao e' gnocca
Comunque c'è gente che studia veramente e non ci marcisce dentro, quindi se non avete la testa piena di stereotipi e frasi fatte, sarebbe carino avere un po' di rispetto per le persone che hanno fatto, fanno o faranno questa facoltà, pur sapendone i rischi..
@latrottola scusa l'ignoranza in materia, ma è acquistabile?
grande Mazzotta
non tornare mai indietro, nemmeno per prendere la rincorsa..
cioè questo x l'esame deve vedersi un film...e neanche è preparato...eh io che mi studiavo 2-3 libri ad esame...ah già! la mia era una facoltà scientifica...
Solo 2/3? Io dieci romanzi piu 2 di critica e filologia per italuano...ah gia ma la mia era facolta umanistica..era ..il Dams ahah ( basta😁 studiare)
unprof ok, interessante, adesso però fammi un big mc menù...
il punto è proprio che non bastava guardarsi il film...il film nemmeno l'avra' visto tutto...
Luisa Gregori lo so sorella;ma credo che esistano degli esami simili al dams
Per essere uno che ha fatto studi scientifici sei abbastanza tardo.
Conrad... Josef? Natura e cultura, dico bene?
Ottimo! Cerchiamo però di rimpolpare un po'.....
Che spettacolo! Una scena simile l'ho fatta anch'io, ma non a questi livelli ^_^
Fiabeschi Enrico?
ciao,sono io
huahaha mitico Fiabeschi
Ma che esame è storia del cinema o letteratura?
Ma vafanguuuuul!!
ahhsjudyftudSFYGTUIDS grande grande Fiabeschi!!
Avevo 6 anni nel 2007… mamma mia 💀
Sembro io alle interrogazioni delle superiori XD
grande PAZ...
GRANDE ANDREA!
apocalispi nau
Tra qualche ora ho l'esame di semiotica,e non devo neanche parlare di "apocalipsi" now.
Che menata
Come si chiama l'attrice che interroga fiabeschi. Mi pare di averla vista in qualche film o fiction che dir si voglia.
Paola Bechis.
@@andsalomonigrazie per l’info
porfavore dove posso trovare quel film?
Grande Dadobax!!!
Il DAMS. Poi se non trovano lavoro piangono.