Grazie di cuore. Il manuale del professore mi ha buttato a terra e calpestato, essendo totalmente ermetico sull'argomento. La sua spiegazione mi ha fatto capire l'argomento.
il capitolo "tesi-antitesi-sintesi" ( 35:46 ) mi risulta confuso: all'inizio sembra che l'io finito sia la sintesi, mentre alla fine sembra esserlo l'Io infinito. grazie.
Se già spinoza aveva fatto sorgere in me questo richiamo, qui in Fichte è estremamente evidente: è proprio Brahaman ed Atman, quasi identico; addirittura l’opposizione dell’io finito al non-io praticamente di necessità, richiama estremamente tutto il pensiero della tradizione indiana, nonché l’unione e il ritorno all’io assoluto come fine a cui tendere tutta la vita. Chissà se il pensiero di Fichte si sia sviluppato in modo del tutto autonomo o avesse studiato in prima persona da fonti del genere. Ho provato a cercare qualcosa in merito ma non ho trovato nulla. Grazie ancora professore per le sue lezioni: lei è in grado davvero di guidare come il “dotto” verso mete ben più elevate ❤
Ciao Alessandro, i tuoi video sono davvero chiari e utili, ma una cosa mi impedisce di assorbire i contenuti: la musica di sottofondo. È una fonte di disturbo e distrazione fastidiosissima, almeno per una persona con funzionamento non neurotipico...non riesco a tollerarla, oltre a perdere la concentrazione, mi ritrovo con un senso di affaticamento dovuto alla sovrastimolazione (cosa che non mi accade ascoltando podcast senza tappeti sonori così ripetitivi). Potrebbe avere senso durante le brevi pause, ma così è atroce ed è un peccato: per il resto i tuoi contenuti sono veramente ben curati, ma così è difficile fruirne
C'è sempre un'ambigiutà chiave: l'Io crea la deriva dei continenti? Alcuni dicono "certo, ed è questa la genialità di Fichte, ci toglie dal dogmatismo di una realtà oggettiva che eisterebbe aldilà dl pensiero, e dall'idea che il pensiero è misero piccolo indegatore dell'universo che nella parte a noi esterna è noumeno ...", altri " Ma noooh! Mice è così idiota, emanicomiale? Non ha mai detto questo (...), è chiaro che intende l'oggetto filosofico, il mondo come rappresentazione!"... si ma allora esiste sempre il noumeno. E la prima tesi non la si tiene in piedi neanche a far miracoli. Ma era mentalmente sano ?
La filosofia del "dotto" mi ha ricordato Platone nella sua Repubblica noocratica o sofocratica - chiaramente con le dovute differenze. Per il resto, non posso che complimentarmi con lei per la sua abilità espositiva e la passione che ne traspare! Non ho compreso tutto, ma ho compreso quantomeno di non essere idealista!😂❤
C'è una spiegazione storico-sociale per il fatto che la culla del Romanticismo con lo Sturm und Drang e dell'Idealismo in filosofia sia stata proprio la Germania?
Le interpretazioni possono essere molteplici e variegate. Una che - a parer mio - è valida riguarda la volontà di reazione nei confronti del razionalismo illuministico: avendone le radici in Germania, l'illuminismo è stato visto da giovani intellettuali di fine Settecento come un movimento superato, passato, con necessità di mutamento, o appunto, di una reazione nell'impianto filosofico - culturale. Forse anche per questo Kant, con la critica del giudizio, è considerato un anticipatore del Romanticismo.
Se ho capito bene Fichte dice che l'unione fa a forza. E questo è il suo insegnamento morale ovvero che la cooperazione porta all'esito, ma dovendo come sempre, inventarsi la favoletta giustificativa (a differenza di Kant che riesce a trovare una legge morale imperativo categorico che non ha bisogno di una vera giustificazione ma si regge da sé) ecco che nasce la ragione di questa indirizzo morale di unione e cooperazione, perché noi come singoli IO finiti siamo parte e creazione dell'IO infinito cosi come lo è il NON IO e dobbiamo riunire queste parti "scomposte" dell'IO infinito. Ma ho grossi dubbi sul mio aver capito!
Non ho capito però se questo autore si dichiari ateo o se lo dichiarano gli altri. E poi cosa succederà dopo la morte ad ogni singolo uomo secondo lui.? Grazie per la lezione
In realtà, il problema messo in evidenza da Fichte, non è tanto quello dell'inconoscibilità del noumeno e dunque di come possa accadere che da esso derivino i dati sensibili. Fichte rileva una contraddizione di ordine logico più stringente ovvero lui argomenta in questo modo: se è vero che la categoria della causalità si applica soltanto ai dati sensibili, come posso asserire che il noumeno è causa dei dati empirici? È una contraddizione, è un cadere nella metafisica perché applico le categorie dell'intelletto a ciò che non è empirico. Molto diverso dal dire : se il noumeno è inconoscibile non può essere la causa dei dati sensibili. Quest'ultima obiezione non è di Fichte e a livello logico non pone nemmeno problemi.
@@antoniogerardi2593 se poni un noumeno dietro ad ogni fenomeno, nella misura in cui ogni fenomeno ha una sua specificità rispetto ad ogni altro fenomeno, va da sé che anche i noumeni siano tra loro specularmente differenti tanto quanto lo sono i rispettivi fenomeni. Ne deriva un principio di causalità. Diversamente kant avrebbe posto l'esistenza di un noumeno svincolato dal fenomeno e ciò sarebbe una conseguenza ancor più contraddittoria, un puro non senso.
Sono termini che si riferiscono a campi diversi: l'idealismo in genere riguarda la visione dell'essere, che viene ricondotto al pensiero; il razionalismo riguarda invece i modi per conoscere. Per fare un esempio, si può essere razionalisti senza essere idealisti (anche se non è vero il contrario: se si è idealisti si è per forza anche razionalisti, o quantomeno anti-empiristi).
@@scrip79 a me piace molto Hegel, che penso in molti casi venga mal interpretato, però con questa cosa dell’ illusorietà della materia ho sempre avuto problemi…
Grazie di cuore. Il manuale del professore mi ha buttato a terra e calpestato, essendo totalmente ermetico sull'argomento. La sua spiegazione mi ha fatto capire l'argomento.
Ma quanto sei bravo ad spiegare , complimenti,mi fai riempire tutti i buchi con le tue bellissime lezioni
Bravo
il capitolo "tesi-antitesi-sintesi" ( 35:46 ) mi risulta confuso: all'inizio sembra che l'io finito sia la sintesi, mentre alla fine sembra esserlo l'Io infinito. grazie.
Se già spinoza aveva fatto sorgere in me questo richiamo, qui in Fichte è estremamente evidente: è proprio Brahaman ed Atman, quasi identico; addirittura l’opposizione dell’io finito al non-io praticamente di necessità, richiama estremamente tutto il pensiero della tradizione indiana, nonché l’unione e il ritorno all’io assoluto come fine a cui tendere tutta la vita. Chissà se il pensiero di Fichte si sia sviluppato in modo del tutto autonomo o avesse studiato in prima persona da fonti del genere. Ho provato a cercare qualcosa in merito ma non ho trovato nulla. Grazie ancora professore per le sue lezioni: lei è in grado davvero di guidare come il “dotto” verso mete ben più elevate ❤
più facile kant che la fuffa di Fichte
Ciao Alessandro, i tuoi video sono davvero chiari e utili, ma una cosa mi impedisce di assorbire i contenuti: la musica di sottofondo. È una fonte di disturbo e distrazione fastidiosissima, almeno per una persona con funzionamento non neurotipico...non riesco a tollerarla, oltre a perdere la concentrazione, mi ritrovo con un senso di affaticamento dovuto alla sovrastimolazione (cosa che non mi accade ascoltando podcast senza tappeti sonori così ripetitivi). Potrebbe avere senso durante le brevi pause, ma così è atroce ed è un peccato: per il resto i tuoi contenuti sono veramente ben curati, ma così è difficile fruirne
C'è sempre un'ambigiutà chiave: l'Io crea la deriva dei continenti? Alcuni dicono "certo, ed è questa la genialità di Fichte, ci toglie dal dogmatismo di una realtà oggettiva che eisterebbe aldilà dl pensiero, e dall'idea che il pensiero è misero piccolo indegatore dell'universo che nella parte a noi esterna è noumeno ...", altri " Ma noooh! Mice è così idiota, emanicomiale? Non ha mai detto questo (...), è chiaro che intende l'oggetto filosofico, il mondo come rappresentazione!"... si ma allora esiste sempre il noumeno. E la prima tesi non la si tiene in piedi neanche a far miracoli.
Ma era mentalmente sano ?
La filosofia del "dotto" mi ha ricordato Platone nella sua Repubblica noocratica o sofocratica - chiaramente con le dovute differenze. Per il resto, non posso che complimentarmi con lei per la sua abilità espositiva e la passione che ne traspare! Non ho compreso tutto, ma ho compreso quantomeno di non essere idealista!😂❤
Bravo. Mi piaci come spieghi
Sono completamente d'accordo, è un piacere ascoltarlo.
Bravissimo prof!. Molto interessante davvero! 6 un grande.. Continua così. 😊
C'è una spiegazione storico-sociale per il fatto che la culla del Romanticismo con lo Sturm und Drang e dell'Idealismo in filosofia sia stata proprio la Germania?
Le interpretazioni possono essere molteplici e variegate. Una che - a parer mio - è valida riguarda la volontà di reazione nei confronti del razionalismo illuministico: avendone le radici in Germania, l'illuminismo è stato visto da giovani intellettuali di fine Settecento come un movimento superato, passato, con necessità di mutamento, o appunto, di una reazione nell'impianto filosofico - culturale. Forse anche per questo Kant, con la critica del giudizio, è considerato un anticipatore del Romanticismo.
Per quanto riguarda invece l'Idealismo, non saprei risponderti accuratamente.
Grazie
Secondo me Fichte ha mal interpretato Kant, o forse gli serviva questa distorsione per elaborare la sua teoria.
Bravo
Se ho capito bene Fichte dice che l'unione fa a forza. E questo è il suo insegnamento morale ovvero che la cooperazione porta all'esito, ma dovendo come sempre, inventarsi la favoletta giustificativa (a differenza di Kant che riesce a trovare una legge morale imperativo categorico che non ha bisogno di una vera giustificazione ma si regge da sé) ecco che nasce la ragione di questa indirizzo morale di unione e cooperazione, perché noi come singoli IO finiti siamo parte e creazione dell'IO infinito cosi come lo è il NON IO e dobbiamo riunire queste parti "scomposte" dell'IO infinito.
Ma ho grossi dubbi sul mio aver capito!
Complimenti bravissimo 🙏❣️🌹👏👏👏
Complimenti
Io del Fichte e' Brahman. Io Brahman, io Atman. ( io e' Io, Atman e' Brahman; tutto altro e' Maya ).
Grazie mille
Inoltre: 'io sono quello che faccio' ... Sartre ha "copiato" dal Fichte ?
Non ho capito però se questo autore si dichiari ateo o se lo dichiarano gli altri. E poi cosa succederà dopo la morte ad ogni singolo uomo secondo lui.? Grazie per la lezione
quali sono queste differenze di cui parli al minuto 11:40?
🏅🏅🏅👏👏👏👏👏👏
.. Noi siamo ( esse ) del Fichte : inteso come existenza oppure come essenza ?
Non esistono fatti ma solo interpretazioni❕
Anche secondo me la musica di sottofondo limita la concentrazione, toglila ti prego!
In realtà, il problema messo in evidenza da Fichte, non è tanto quello dell'inconoscibilità del noumeno e dunque di come possa accadere che da esso derivino i dati sensibili. Fichte rileva una contraddizione di ordine logico più stringente ovvero lui argomenta in questo modo: se è vero che la categoria della causalità si applica soltanto ai dati sensibili, come posso asserire che il noumeno è causa dei dati empirici? È una contraddizione, è un cadere nella metafisica perché applico le categorie dell'intelletto a ciò che non è empirico. Molto diverso dal dire : se il noumeno è inconoscibile non può essere la causa dei dati sensibili. Quest'ultima obiezione non è di Fichte e a livello logico non pone nemmeno problemi.
Infatti Kant non dice da nessuna parte che il fenomeno provenga dal noumeno, nè che sia causato da esso. Non c'è alcuna contraddizione
@@antoniogerardi2593 se poni un noumeno dietro ad ogni fenomeno, nella misura in cui ogni fenomeno ha una sua specificità rispetto ad ogni altro fenomeno, va da sé che anche i noumeni siano tra loro specularmente differenti tanto quanto lo sono i rispettivi fenomeni. Ne deriva un principio di causalità. Diversamente kant avrebbe posto l'esistenza di un noumeno svincolato dal fenomeno e ciò sarebbe una conseguenza ancor più contraddittoria, un puro non senso.
Buongiorno professore, in tal caso esiste una vera differenza tra idealismo e razionalismo?
Sono termini che si riferiscono a campi diversi: l'idealismo in genere riguarda la visione dell'essere, che viene ricondotto al pensiero; il razionalismo riguarda invece i modi per conoscere. Per fare un esempio, si può essere razionalisti senza essere idealisti (anche se non è vero il contrario: se si è idealisti si è per forza anche razionalisti, o quantomeno anti-empiristi).
Grazie 🙏
bravo
2021.02.1 L
Professore, come definirebbe la materia per gli idealisti?
In generale direi decisamente secondaria e in certi casi addirittura illusoria. La vera realtà è spirituale; la materia ne è un pallido riflesso.
@@scrip79 a me piace molto Hegel, che penso in molti casi venga mal interpretato, però con questa cosa dell’ illusorietà della materia ho sempre avuto problemi…
Bravissimo come sempre Professore. Grazie
Buonasera Prof! Mi permetto gentilmente di farLe una richiesta: potrebbe dirci qualcosa sull'esito religioso del secondo Fichte?
Ermanno si pronuncia fiscitte
L' arte, come la filosofia, osserva la realtà con gli occhi della mente!