Si può scherzare su tutto. Assolutamente su tutto. È l'intento ad essere dannoso, non l'argomento, non le parole taboo. È sempre e solo l'intento a fare la differenza.
@@rubrum2740 Non c'e' bisogno di far alcun processo. Chi ha l'intento unico di rivalersi sugli altri non ha argomenti da sostenere mentre chi sta portando avanti un idea, in questo caso ludica, si' che ne ha e sono discutibili. Ci sono, e' vero, molti casi dove chi vuol solo sotto mettere falsifica delle argomentazioni ma di solito queste sono facilmente tanabili. In altre parole l'intenzione si processa da se nel modo in cui viene esposta. In questo caso riconoscere chi sta ridendo di te e non con te. Edit: tra l'altro io non confonderei i due piani ovvero quello pubblico e quello privato. Certamente un processo pubblico non puo' basarsi sugli intenti, anche se comunque vengono considerati, ma cosi' non e' nel privato dov'e' impossibile non farsi una idea di questi intenti. Realistica o meno che sia.
"Realistica o meno che sia." Sta proprio qui il problema. La persona di cui parli tu (quella pre-edit) è un individuo con un intelletto sopra la media, non è la normalità. Accade infatti spesso che si gridi al razzista, fascista, comunista, omofobo, maschilista, ecc... anche laddove non sia il caso. Tutti elementi che sono divenuti centrali su qualunque media, e forse oltre.
@@MORTIFICATOR Non ricordo cosa avevo scritto editando, cosa che dovrei rifare perche' ho appena letto un " sotto mettere " invece di un " sottomettere " ma pazienza, tuttavia non mi sembra ci sia bisogno di chissa' quale intelletto superiore. Voglio dire che mi sembra tu descriva una reazione totalmente di pancia e quindi senza alcun pensiero, grande o piccolo che sia, dietro. Detta in breve secondo me basta chiedere:" mi argomenti la tua posizione " e il resto vien da se. Ovviamente prendo per scontata la valutazione del contesto di partenza. La satira e' uno dei tanti. Forse pero' non ho capito il senso del tuo intervento. Scrivo a distanza di giorni perche' google decide un po' come gli pare quando mandar le notifiche. Magari ho perso il filo del discorso.
si fa satira contro certi comportamenti, certe ideologie umane, che possono riguardare tutti perché mettono in luce e ci rendono consci delle nostre debolezze. Discorso importantissimo, ormai tutti i video di questo canale sono delle pepite d'oro
Magico trovare questi spezzoni che sintetizzano un topic affrontato da Wesa. Il bello delle live è l'interazione, ma recuperare contenuti di 2 ore in differita in cui inevitabilmente oltre al contenuto c'è parecchio rumore dato dalle interazioni, è complesso. La trovata di queste bazze in breve è stupenda, di grande rispetto per il tempo dello spettatore e capace di portare contenuti, argomentazioni e ragionamenti che son balsamo per il cervello 🎉
L'ideologia dell'inclusivitá é la nuova ortodossia, in mancanza di fede religiosa le nuove generazioni si buttano nel credere in qualcosa che indichi il bene dei buoni, ma esattamente come la religione, anche l'inclusivitá é un business e quindi le marche che la adottano, lo fanno solo per far parlare di se in modo positivo. Dire che Dio non esiste non fa piu scalpore perché con la sovraesposizione della scienza ormai é assodato, ma provate a dire che chi nasce uomo ha un vantaggio genético nelle competizioni sportive, allora si che sarete dei veri eretici
@@ChristianIce è fondamentale capire cosa si intende per Dio, è ovvio che il Dio della bibbia sia estremamrnte irrealistico, ma perché rifiutare l'idea che tutto sia nato da un'entità superiore? Lascia stare il dio barbuto dei Simpson, quello a cui mi riferisco io è un "entità" che va al di là dell'essere
In linea teorica, io sarei d'accordo con il discorso di Wesa sull'identificazione in gruppi. Ma per le minoranze, il riconoscersi come comunità e gruppo è una cosa necessaria, da un punto di vista pragmatico. I neri americani subivano e subiscono (fortunatamente ora in misura nettamente inferiore rispetto a decenni fa) varie discriminazioni e ingiustizie IN QUANTO neri. E' necessario riconoscersi come comunità, sia per sostegno a vicenda, sia per lottare per i propri diritti, perché come individui singoli non avevano e (in misura minore oggi) sarebbe molto ma molto più difficile per loro riuscire ad affrontare le varie ingiustizie. Certo, l'ideale è che non ci siano gruppi e che non ci si identifichi in una "comunità" specifica, ma è appunto un "ideale" che non è compatibile con la realtà dei fatti, almeno per chi si ritrova ad essere discriminato o sfavorito dalla società per il proprio colore della pelle, etnia, orientamento sessuale, genere, ecc. Poi vabbè, a un certo punto Wesa fa tutto un discorso sui "gruppi" più ampio, il "noi" su twitter, ecc, che chiaramente condivido. Anche se molto spesso facciamo parte di un gruppo senza magari rendercene davvero conto. Sicuri che i follower di Wesa, ad esempio, quelli che seguono e commentano regolarmente le sue live, non si sentano parte di un gruppo, in quanto follower di Wesa? Che non sia per loro una caratteristica identitaria? Io ogni tanto seguo le live di Wesa, e nella chat le dinamiche da "gruppo identitario" sono piuttosto evidenti. Non lo dico come critica, ma come constatazione, probabilmente fa parte della natura umana, identificarsi in un gruppo, in maniera consapevole o meno. Su quanto detto sulla satira invece sono pienamente d'accordo, ma ho da fare un'osservazione (che non c'entra nulla con quanto detto da Wesa): gli spettacoli di Dave Chapelle su Netflix sono l'ennesima dimostrazione che sia una scemenza quella del "non si può più dire niente!!11!!". La dittatura del politicamente corretto non esiste, e anzi lo spettacolo che ho visto io di Dave Chapelle (non so se sia lo stesso di cui parlava Wesa) era tutto incentrato sul provocare una reazione da parte di un certo tipo di pubblico online (quello della cosiddetta comunità lgbtq+), in un modo che io ho trovato anche noioso, a dire il vero. Perché ovviamente suscitare polemica è un modo per ottenere attenzione e gente che ti guarda, e Chapelle lo sa (così come Netflix).
Dopo aver visto questo video sono andata a vedermi un po' di interventi di Chappelle sulla comunità Transgender e sinceramente da donna trans lo trovo molto blando, che si qualcosa di critico ci può anche essere (personalmente mi diverto di più a vedere i "trans jokes" di South Park o Ricky Gervais, tanto il livello è quasi quello). Comunque come hai detto tu la parte più bella è che sono facilmente smontabili e il fatto che ci siano così tanti ignoranti di tutte le fasce che si appellano a queste battutine da circo mi rende solo più facile il lavoro quando questi vengono da me a dirmele pensando di offendermi, teneri loro. Comunque molto interessante questo video, mi piacerebbe tu parlassi un giorno di musica e di come questa nel contesto positivo e negativo influenza la nostra vita, che ne so la lofi, il rock...ecc... visto che nel video hai accennato il discorso. GG :3
Ci pensavo da mesi. Alla fine è tutto un "Il mio gruppo è migliore del tuo" e la causa principale del fatto che ci aggrappiamo a un gruppo è che non veniamo riconosciuti come persone. Una ragazza magari viene abusata da giovane e quando ne parla nessuno le crede quindi non viene riconosciuta come individuo e da quel momento come reazione entra nella negazione e magari inizia a odiare le altre ragazze che ne parlano e vengono credute entrando del gruppo di quelle femministe che attaccano le altre donne. Magari un gay non è stato accettato o è stato rifiutato quindi diventa parte del gruppo che li odia. Ho notato che c è molto spesso un trauma sotto l appartenenza e il gruppo diventa la proiezione con cui esprimiamo il trauma represso per anni é diventa un "noi contro loro" facendoti ingabbiare nel ruolo di vittima in un sistema in cui noi siamo vittime di serie A e gli altri di serie B. Welcome to the Matrix.
Non darei per scontato l'esistenza di un trauma. Hai visto il video di 151eg su "cosa significa essere omosessuali?" (o qualcosa sulla falsariga), li ci ho visto molto vittimismo ma un vittimismo alla... "sei abbastanza vittima per poterti considerare un omosessuale?". O almeno, a me da non eterosessuale mi ha fatto venire il dubbio che non fossi abbastanza vittima per etichettarmi con un altro orientamento sessuale. Se per caso fossi finito all'interno di uno di quei gruppi non escluderei che avrei reinterpretato eventi della mia vita per rendermi anche io una vittima della società, in quanto solo come vittima mi sarei potuto sentir parte di quella comunità. Per me ci sono anche queste dinamiche psicologiche da prendere in considerazione, cosa che poi ho visto presente anche in altri ambiti. (Anche se più parareligiosi.)
@@anonimo6603 ho visto solo ora il commento. Il video di 151eg l ho visto. È interessante questo discorso perché mette in luce che tu non ti senti bloccato nel ruolo di vittima e che non condividi quel modo di vivere l omosessualità pur facendone parte. Secondo la mia esperienza (etero) è difficile trovare omosessuali che non vengano rappresentati in quel modo e che non si sentano in quel modo poiché la narrazione è molto spesso quella. Una curiosità, ma quindi tu ti senti accettato dalla comunità Lgbt? In teoria dovresti fare fatica. Ho visto molti gruppi su Fb dedicati a persone con relazioni tossiche, famigliari narcisisti, persone che han subito bullismo, introversi, redpill ecc e in ogni gruppo magari condividevo qualcosa ma non mi sentivo vittima e mi interessava piu conoscere le dinamiche psicologiche e sociali per avere degli strumenti per analizzare meglio il mondo che trovare un nemico da odiare ma purtroppo anche li si fa gruppo sul nemico comune coccolandosi sull essere vittima per far sì che i granchi si tengano dentro il secchio e appena uno prova ad uscire viene tirato giù, quindi credo che la società attuale in molti casi sia costruita o comunque faciliti la costruzione di gruppi che per forza di cose devono avere una base comune rappresentata da un vissuto comune e si batte molto sulla sofferenza comune perché è più facile.
@@Dextermorgan510 Sono estraneo alla comunità LGBTQ+. Nel senso che non frequento locali, non frequento organizzazioni e non ho mai partecipato ad attività/manifestazione di stampo LGBTQ+ e di conseguenza non ho mai visto nulla che si possa considerare una "comunità LGBTQ+" anche a livello di social ne sono estraneo, non ho facebook o twitter e sono abbastanza scettico nel considerare una persona che frequenta un forum o un canale discord parte della stessa comunità di persone che frequentano altri canali (sempre sullo stesso tema), pagine o che fanno attivismo. Non ho mai sentito la necessità di unirmi a gruppi di questo genere. L'unico contatto che ho sono al massimo quei due o tre TH-camr che seguo che occasionalmente si mettono a fare un video in cui parlano della loro vita personale e che casualmente coincide con un elemento della sigla LGBTQ+. Lo stesso contatto che può avere un qualsiasi eterosessuale. L'unico genere di gruppo che frequento attivamente online riguarda l'ateismo, ma ho difficoltà a considerare alcuni forum e canali Discord come parte della stessa comunità, trovo alcuni punti di vista e modo di porsi troppo divergenti. (Probabilmente a causa del fatto che chi non ci si trova bene con le personalità più influenti del gruppo di turno tende ad abbandonare la nave e invece di far emergere un pensiero comune finisce per ruotare tutto attorno a una o due persone.) E ora che ci penso tutte le mie esperienze social (Come Quora oppure la... versione italiana di Quora che ha chiuso un paio di anni fa, di cui non ricordo il nome ma mi pare che iniziava anche quello con la Q.), non riesco a vederci delle comunità. Influenze e pensieri comuni si, ma alla fine ci ho sempre visto l'eco del pensiero dei personaggi che su questi social si esprimevano di più. Se piacciono il social lo frequenti, se non ti piacciono inizia a starti stretto. Non so se succede lo stesso anche su Facebook, con figure centrali che alla fine finiscono, volenti o meno, per rendere le pagine estensioni di loro stessi. Quindi non ho un'esperienza approfondita, non mi sono mai andato a cercare attivamente dei gruppi di nicchia e sono comunque della vecchia scuola, nel senso che preferisco più i blog e i forum che telegram e facebook. Quindi non sono mai entrato realmente in quei gruppi che si nascondono dalla luce del sole, potendo dare dunque sfoggio di tutto loro stessi senza preoccupazioni. (Anche se non ho mai capito perché succeda su Facebook dove la gente ci mette nome e cognome, questa è una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso.)
Diciamo che nel momento in cui l'individuo affronta di petto alcune tematiche finisce inevitabilmente per definirsi come "l'altro da sé". Ad esempio per forza di cose nel momento in cui mi ritengo "antifascista" finisco inevitabilmente per definire due gruppi "i fascisti" ed i "non fascisti", questo in breve accade anche per le minoranze che antropologicamente parlando finiscono per chiudersi per meglio "definirsi e quindi tutelarsi".
Beato te che ci riesci. Io vedo due gruppi distinti: i fascisti e l'altra faccia della stessa medaglia (la quale sta Al mebtabdo le fila dei primi...).
Bhe' certo e' il problema di far combaciare il personale col pubblico. E' sempre successo ma di sicuro oggi giorno si cerca di farle diventare praticamente la stessa cosa. Se non fosse per il fatto che le due sagome non coincidono affatto e che presto o tardi la cosa si nota. Poi c'e' chi se ne rende conto e chi non lo fa ma restarne consapevole mentre tutti attorno a te sono immersi nell'incoscienza e' faticoso. Penso che chi fa satira, o comunque il comico in generale, gioca proprio su questa falsa coincidenza. Su questo scambio di piani cosi' da creare uno spazio fittizio. Quindi perfetto come narrazione tra/fra le narrazioni. In tal senso il comico, l'ironico e il satirico sono sempre stati registri metanarrativi. Ma vivere metanarrativamente stando nel pubblico e' impossibile se non per brevi tratti. Poi certo ci si puo' allenare ma ritengo che sarebbe meglio riuscire a crearsi quello stesso spazio nel privato. Dicendola in altro modo si dovrebbe cercare di vivere trasversalmente. Applicando molto pensiero laterale e, dove possibile, in pubblico offrire presenza dissociata.
Quello di cui secondo me non si stanno rendendo conto in america è che nel momento in cui tu crei una comunità (basata su caratteristiche innate), per quanto bello sia l'intento, hai necessariamente messo dei confini che ti separano da chi sta fuori da quella comunità. Il quale, molto probabilmente, farà di tutto non per salvaguardare la comunità, ma per allontanarla ancora di più, quando non eliminarla. La discriminazione positiva ė uno dei grandi crampi logici dell'occidente, e ci siamo dentro, nostro malgrado, dalla testa ai piedi. Se ė importante che in un film disney il protaginista sia nero o gay, stai solo rimarcando l'importanza del colore della pelle e dell'orientamento sessuale nella società, quando invece dovrebbero essere caratteristiche accessorie se non ininfluenti.
Ma non è un paradosso. L ultima persona che dovrebbe parlare dei diritti dei neri è un nero e idem per le donne perché non può essere la vittima a legiferare sulle sorti del carnefice. Diventerebbe un nuovo carnefice trasformando l altro in vittima ma il problema resterebbe li. Le guerre fra fazioni sono sempre una battaglia fra presunte vittime contro altre presunte vittime ognuna delle quali convinta di essere piu vittima dell altra.
Chapelle ovviamente è brillante ma a mio avviso abbastanza ipocrita nel senso che è ovvio che come hai detto metta l'essere nero e la discriminazione contro i neri davanti ogni altra istanza sociale e discriminazione e se mai un comico o una persona bianca usasse gli stessi toni e argomentazioni contro i neri verrebbe massacrata e accusata di razzismo. Sulla questione dei gruppi mi trovo d'accordo solo in parte perché di fatto la realtà è diversa e dire in maniera vaga bisogna migliorarla tutti insieme appassionatamente è un'utopia perché anche se non sei tu a metterti in un gruppo è il resto del mondo, la società che ti ci mette e ovviamente può andarti più o meno bene e male. Immagina di essere nero, nato e cresciuto in Italia, parli italiano con tanto di accento regionale, non sai un cazzo del paese d'origine dei tuoi genitori o nonni, paghi le tasse e vorresti essere considerato un italiano come gli altri senza distinzione di razza, ebbene che tu abbia buone intenzioni alla società o almeno a buona parte di essa non frega un cazzo, quindi potrai essere continuamente oggetto di bullismo a scuola, troverai difficoltà a trovare qualcuno che ti affitti un appartamento o che ti assuma per un lavoro, le persone ti guarderanno male con paura mentre cammini per strada, entri su un bus o in un negozio penseranno che sei forse un potenziale criminale, stupratore, ladro etc. Ecco non facciamo finta che non esistano queste realtà solo perché magari viviamo in una micro-bolla hipster urbana di gente che legge libri, viaggia, etc perché questa non è la realtà per molti e queste cose nel momento che le vivi ti marcano profondamente la psiche e la vita e quindi è umano che cercherai di trovare quel rifugio sicuro, quel senso di casa e di appartenenza, quella lotta comune verso le ingiustize in un mondo che ti respinge. Poi ovvio le persone sempre tali rimangano e quindi ci sarà chi esagera, chi non ha capito un cazzo, chi dice cose giuste e chi sbarella, amen.
Da un lato sono completamente d'accordo con il tuo ragionamento sui gruppi, sul tifo ecc, anzi mi è capitato davvero poche volte di sentire un'analisi sul tema ( sul quale per vari motivi mi trovo molto spesso a ragionare) su cui sia così d'accordo anche sui presupposti di base. Ma non riesco a non vedere un ma. Spesso parli di interesse comune o del bene collettivo. E semplicemente credo che sia un bel concetto che però nella realtà non esiste. Per esempio gli interessi degli operai non possono essere gli stessi degli imprenditori, perchè ciò che è bene per i primi ( diritti, stipendi decenti ecc) inevitabilmente è un male per i secondi e viceversa. E lo vediamo bene in questo paese dove hanno sempre governato i ricchi e tutte la maggior parte delle leggi sono fatte per favorirli e mantenere i poveri poveri. Quindi qual'è il bene comune a questo punto? Se è impossibile trovare un punto comune in mezzo a interessi tanto diversi e spesso opposti è logico che ad un certo punto ognuno deve pensare ai propri e che prima o poi si arrivi allo scontro, in cui non importa il bene comune ma solo il prevalere di una fazione sull'altra. Soprattutto se la situazione è già caratterizzata da grandi ingiustizie e il discorso sul bene comune diventa spesso il modo più facile per la conservazione dello status quo. A questo punto sarebbe giusto mettere da parte i discorsi del bene comune e anche la logica stessa e puntare allo scontro, visto che le differenze sono inconciliabili. Per tornare all'esempio non ci vedrei niente di sbagliato nel dire agli industriali di turno " adesso la tua fabbrica è nostra altrimenti ti mettiamo al muro", perchè sono secoli che loro e i loro padri si arricchiscono sulle spalle degli operai rubandogli i frutti del loro lavoro in cambio di briciole con cui a malapena si riesce a sopravvivere. Sarebbe il bene comune? no di certo. Sarebbe il bene di una parte, quella di cui faccio parte (ahah)
Quindi sei per l'anarchia o la.legge del più forte? Perché il "questa fabbrica ora è nostra" questo è. Se vuoi paghe più alte o condizioni migliori, come gruppo, dovresti scioperare "a oltranza". Non accadrà mai, per varie ragioni, ma così dovrebbe essere. Parlando del topic, il problema dei gruppi "deboli" sono le lotte che portano avanti e come le portano avanti (es. le donne e le quote rosa o la fantomatico Ca differenza salariale).
@@MORTIFICATOR ne per l'una ne per l'altra in realtà. Credo semplicemente che la ricchezza prodotta debba andare a chi lavora e non a chi dice a qualcun altro di lavorare per lui in cambio di briciole. Comunque se devo scegliere fra le tue opzioni scelgo la legge del più forte, e vorrei che la più forte fosse la parte di cui faccio parte, cioè quella dei poveracci. Troppa gente ruba e mangia sulle nostre spalle da secoli. Sarebbe proprio il momento di vendicarsi di questa gente, perché Quello che esiste è ingiusto e va distrutto, a prescindere da quali possano essere le conseguenze per noi e i nostri figli.
@@simonezampa9239 sì ma non esiste che accada nel.modo che hai detto, è da bestie. Sicuro di volere la.legge del più forte? Non funziona come vorresti tu, ossia se ti sei dalla parte dei più forti. Con la.legge del più forte devi dormire sempre con un occhio aperto, e appena sei un minimo più debole dei fatto. Sinceramente i tuoi discorsi sono ridicoli (e non sono pro-imprenditori).
Questo canale è una figata. Non ho modo di seguire le live, ma recuperare questi spezzoni è molto interessante
Si può scherzare su tutto.
Assolutamente su tutto.
È l'intento ad essere dannoso, non l'argomento, non le parole taboo.
È sempre e solo l'intento a fare la differenza.
Dove firmo per sottoscriverlo?
Il problema é che il processo alle intenzioni in uno stato sano non esiste e non dovrebbe esistere
@@rubrum2740 Non c'e' bisogno di far alcun processo. Chi ha l'intento unico di rivalersi sugli altri non ha argomenti da sostenere mentre chi sta portando avanti un idea, in questo caso ludica, si' che ne ha e sono discutibili. Ci sono, e' vero, molti casi dove chi vuol solo sotto mettere falsifica delle argomentazioni ma di solito queste sono facilmente tanabili.
In altre parole l'intenzione si processa da se nel modo in cui viene esposta. In questo caso riconoscere chi sta ridendo di te e non con te.
Edit: tra l'altro io non confonderei i due piani ovvero quello pubblico e quello privato. Certamente un processo pubblico non puo' basarsi sugli intenti, anche se comunque vengono considerati, ma cosi' non e' nel privato dov'e' impossibile non farsi una idea di questi intenti. Realistica o meno che sia.
"Realistica o meno che sia."
Sta proprio qui il problema. La persona di cui parli tu (quella pre-edit) è un individuo con un intelletto sopra la media, non è la normalità.
Accade infatti spesso che si gridi al razzista, fascista, comunista, omofobo, maschilista, ecc... anche laddove non sia il caso. Tutti elementi che sono divenuti centrali su qualunque media, e forse oltre.
@@MORTIFICATOR Non ricordo cosa avevo scritto editando, cosa che dovrei rifare perche' ho appena letto un " sotto mettere " invece di un " sottomettere " ma pazienza, tuttavia non mi sembra ci sia bisogno di chissa' quale intelletto superiore. Voglio dire che mi sembra tu descriva una reazione totalmente di pancia e quindi senza alcun pensiero, grande o piccolo che sia, dietro.
Detta in breve secondo me basta chiedere:" mi argomenti la tua posizione " e il resto vien da se. Ovviamente prendo per scontata la valutazione del contesto di partenza. La satira e' uno dei tanti.
Forse pero' non ho capito il senso del tuo intervento. Scrivo a distanza di giorni perche' google decide un po' come gli pare quando mandar le notifiche. Magari ho perso il filo del discorso.
si fa satira contro certi comportamenti, certe ideologie umane, che possono riguardare tutti perché mettono in luce e ci rendono consci delle nostre debolezze. Discorso importantissimo, ormai tutti i video di questo canale sono delle pepite d'oro
Magico trovare questi spezzoni che sintetizzano un topic affrontato da Wesa. Il bello delle live è l'interazione, ma recuperare contenuti di 2 ore in differita in cui inevitabilmente oltre al contenuto c'è parecchio rumore dato dalle interazioni, è complesso. La trovata di queste bazze in breve è stupenda, di grande rispetto per il tempo dello spettatore e capace di portare contenuti, argomentazioni e ragionamenti che son balsamo per il cervello 🎉
Meraviglia, non ho altre parole!
9:06
L'ideologia dell'inclusivitá é la nuova ortodossia, in mancanza di fede religiosa le nuove generazioni si buttano nel credere in qualcosa che indichi il bene dei buoni, ma esattamente come la religione, anche l'inclusivitá é un business e quindi le marche che la adottano, lo fanno solo per far parlare di se in modo positivo. Dire che Dio non esiste non fa piu scalpore perché con la sovraesposizione della scienza ormai é assodato, ma provate a dire che chi nasce uomo ha un vantaggio genético nelle competizioni sportive, allora si che sarete dei veri eretici
nah è impossibile affermare con certezza che Dio non esista
@@luca_pocchione
Vale lo stesso per la Befana.
Non puoi affermarlo con una sicurezza scientifica, ma alla fine è veramente necessario? :)
@@ChristianIce è fondamentale capire cosa si intende per Dio, è ovvio che il Dio della bibbia sia estremamrnte irrealistico, ma perché rifiutare l'idea che tutto sia nato da un'entità superiore?
Lascia stare il dio barbuto dei Simpson, quello a cui mi riferisco io è un "entità" che va al di là dell'essere
@@ChristianIce in ogni caso sei stato la mia infanzia, mi ha fatto davvero piacere che tu abbia risposto a questo commento
@@luca_pocchione Scusa. Per mera curiosita'. Quanti anni hai?
Interessante!
E quindi "Bazze in breve" is the new "WesaChannel"
O volendo un Bazze Records "serioso" ;)
In linea teorica, io sarei d'accordo con il discorso di Wesa sull'identificazione in gruppi.
Ma per le minoranze, il riconoscersi come comunità e gruppo è una cosa necessaria, da un punto di vista pragmatico.
I neri americani subivano e subiscono (fortunatamente ora in misura nettamente inferiore rispetto a decenni fa) varie discriminazioni e ingiustizie IN QUANTO neri. E' necessario riconoscersi come comunità, sia per sostegno a vicenda, sia per lottare per i propri diritti, perché come individui singoli non avevano e (in misura minore oggi) sarebbe molto ma molto più difficile per loro riuscire ad affrontare le varie ingiustizie.
Certo, l'ideale è che non ci siano gruppi e che non ci si identifichi in una "comunità" specifica, ma è appunto un "ideale" che non è compatibile con la realtà dei fatti, almeno per chi si ritrova ad essere discriminato o sfavorito dalla società per il proprio colore della pelle, etnia, orientamento sessuale, genere, ecc.
Poi vabbè, a un certo punto Wesa fa tutto un discorso sui "gruppi" più ampio, il "noi" su twitter, ecc, che chiaramente condivido.
Anche se molto spesso facciamo parte di un gruppo senza magari rendercene davvero conto. Sicuri che i follower di Wesa, ad esempio, quelli che seguono e commentano regolarmente le sue live, non si sentano parte di un gruppo, in quanto follower di Wesa? Che non sia per loro una caratteristica identitaria? Io ogni tanto seguo le live di Wesa, e nella chat le dinamiche da "gruppo identitario" sono piuttosto evidenti.
Non lo dico come critica, ma come constatazione, probabilmente fa parte della natura umana, identificarsi in un gruppo, in maniera consapevole o meno.
Su quanto detto sulla satira invece sono pienamente d'accordo, ma ho da fare un'osservazione (che non c'entra nulla con quanto detto da Wesa): gli spettacoli di Dave Chapelle su Netflix sono l'ennesima dimostrazione che sia una scemenza quella del "non si può più dire niente!!11!!".
La dittatura del politicamente corretto non esiste, e anzi lo spettacolo che ho visto io di Dave Chapelle (non so se sia lo stesso di cui parlava Wesa) era tutto incentrato sul provocare una reazione da parte di un certo tipo di pubblico online (quello della cosiddetta comunità lgbtq+), in un modo che io ho trovato anche noioso, a dire il vero. Perché ovviamente suscitare polemica è un modo per ottenere attenzione e gente che ti guarda, e Chapelle lo sa (così come Netflix).
Palesemente un uomo in burnout il buon Wesa.
Sottoscrivo sul fare satira sugli "schiavi che difendono le loro catene"
Dopo aver visto questo video sono andata a vedermi un po' di interventi di Chappelle sulla comunità Transgender e sinceramente da donna trans lo trovo molto blando, che si qualcosa di critico ci può anche essere (personalmente mi diverto di più a vedere i "trans jokes" di South Park o Ricky Gervais, tanto il livello è quasi quello). Comunque come hai detto tu la parte più bella è che sono facilmente smontabili e il fatto che ci siano così tanti ignoranti di tutte le fasce che si appellano a queste battutine da circo mi rende solo più facile il lavoro quando questi vengono da me a dirmele pensando di offendermi, teneri loro. Comunque molto interessante questo video, mi piacerebbe tu parlassi un giorno di musica e di come questa nel contesto positivo e negativo influenza la nostra vita, che ne so la lofi, il rock...ecc... visto che nel video hai accennato il discorso. GG :3
Ci pensavo da mesi. Alla fine è tutto un "Il mio gruppo è migliore del tuo" e la causa principale del fatto che ci aggrappiamo a un gruppo è che non veniamo riconosciuti come persone. Una ragazza magari viene abusata da giovane e quando ne parla nessuno le crede quindi non viene riconosciuta come individuo e da quel momento come reazione entra nella negazione e magari inizia a odiare le altre ragazze che ne parlano e vengono credute entrando del gruppo di quelle femministe che attaccano le altre donne. Magari un gay non è stato accettato o è stato rifiutato quindi diventa parte del gruppo che li odia. Ho notato che c è molto spesso un trauma sotto l appartenenza e il gruppo diventa la proiezione con cui esprimiamo il trauma represso per anni é diventa un "noi contro loro" facendoti ingabbiare nel ruolo di vittima in un sistema in cui noi siamo vittime di serie A e gli altri di serie B. Welcome to the Matrix.
Non darei per scontato l'esistenza di un trauma. Hai visto il video di 151eg su "cosa significa essere omosessuali?" (o qualcosa sulla falsariga), li ci ho visto molto vittimismo ma un vittimismo alla... "sei abbastanza vittima per poterti considerare un omosessuale?". O almeno, a me da non eterosessuale mi ha fatto venire il dubbio che non fossi abbastanza vittima per etichettarmi con un altro orientamento sessuale.
Se per caso fossi finito all'interno di uno di quei gruppi non escluderei che avrei reinterpretato eventi della mia vita per rendermi anche io una vittima della società, in quanto solo come vittima mi sarei potuto sentir parte di quella comunità.
Per me ci sono anche queste dinamiche psicologiche da prendere in considerazione, cosa che poi ho visto presente anche in altri ambiti. (Anche se più parareligiosi.)
@@anonimo6603 ho visto solo ora il commento. Il video di 151eg l ho visto. È interessante questo discorso perché mette in luce che tu non ti senti bloccato nel ruolo di vittima e che non condividi quel modo di vivere l omosessualità pur facendone parte. Secondo la mia esperienza (etero) è difficile trovare omosessuali che non vengano rappresentati in quel modo e che non si sentano in quel modo poiché la narrazione è molto spesso quella. Una curiosità, ma quindi tu ti senti accettato dalla comunità Lgbt? In teoria dovresti fare fatica.
Ho visto molti gruppi su Fb dedicati a persone con relazioni tossiche, famigliari narcisisti, persone che han subito bullismo, introversi, redpill ecc e in ogni gruppo magari condividevo qualcosa ma non mi sentivo vittima e mi interessava piu conoscere le dinamiche psicologiche e sociali per avere degli strumenti per analizzare meglio il mondo che trovare un nemico da odiare ma purtroppo anche li si fa gruppo sul nemico comune coccolandosi sull essere vittima per far sì che i granchi si tengano dentro il secchio e appena uno prova ad uscire viene tirato giù, quindi credo che la società attuale in molti casi sia costruita o comunque faciliti la costruzione di gruppi che per forza di cose devono avere una base comune rappresentata da un vissuto comune e si batte molto sulla sofferenza comune perché è più facile.
@@Dextermorgan510 Sono estraneo alla comunità LGBTQ+. Nel senso che non frequento locali, non frequento organizzazioni e non ho mai partecipato ad attività/manifestazione di stampo LGBTQ+ e di conseguenza non ho mai visto nulla che si possa considerare una "comunità LGBTQ+" anche a livello di social ne sono estraneo, non ho facebook o twitter e sono abbastanza scettico nel considerare una persona che frequenta un forum o un canale discord parte della stessa comunità di persone che frequentano altri canali (sempre sullo stesso tema), pagine o che fanno attivismo. Non ho mai sentito la necessità di unirmi a gruppi di questo genere.
L'unico contatto che ho sono al massimo quei due o tre TH-camr che seguo che occasionalmente si mettono a fare un video in cui parlano della loro vita personale e che casualmente coincide con un elemento della sigla LGBTQ+. Lo stesso contatto che può avere un qualsiasi eterosessuale.
L'unico genere di gruppo che frequento attivamente online riguarda l'ateismo, ma ho difficoltà a considerare alcuni forum e canali Discord come parte della stessa comunità, trovo alcuni punti di vista e modo di porsi troppo divergenti. (Probabilmente a causa del fatto che chi non ci si trova bene con le personalità più influenti del gruppo di turno tende ad abbandonare la nave e invece di far emergere un pensiero comune finisce per ruotare tutto attorno a una o due persone.)
E ora che ci penso tutte le mie esperienze social (Come Quora oppure la... versione italiana di Quora che ha chiuso un paio di anni fa, di cui non ricordo il nome ma mi pare che iniziava anche quello con la Q.), non riesco a vederci delle comunità. Influenze e pensieri comuni si, ma alla fine ci ho sempre visto l'eco del pensiero dei personaggi che su questi social si esprimevano di più. Se piacciono il social lo frequenti, se non ti piacciono inizia a starti stretto. Non so se succede lo stesso anche su Facebook, con figure centrali che alla fine finiscono, volenti o meno, per rendere le pagine estensioni di loro stessi.
Quindi non ho un'esperienza approfondita, non mi sono mai andato a cercare attivamente dei gruppi di nicchia e sono comunque della vecchia scuola, nel senso che preferisco più i blog e i forum che telegram e facebook. Quindi non sono mai entrato realmente in quei gruppi che si nascondono dalla luce del sole, potendo dare dunque sfoggio di tutto loro stessi senza preoccupazioni. (Anche se non ho mai capito perché succeda su Facebook dove la gente ci mette nome e cognome, questa è una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso.)
Diciamo che nel momento in cui l'individuo affronta di petto alcune tematiche finisce inevitabilmente per definirsi come "l'altro da sé". Ad esempio per forza di cose nel momento in cui mi ritengo "antifascista" finisco inevitabilmente per definire due gruppi "i fascisti" ed i "non fascisti", questo in breve accade anche per le minoranze che antropologicamente parlando finiscono per chiudersi per meglio "definirsi e quindi tutelarsi".
Beato te che ci riesci. Io vedo due gruppi distinti: i fascisti e l'altra faccia della stessa medaglia (la quale sta Al mebtabdo le fila dei primi...).
Questi tagli sono una piaga se volevo vedere il video a 1.5x premevo il tasto apposito
Ciao Rick... Come hai fatto a tagliarti i capelli durante la live?? 😂
7:00
Bhe' certo e' il problema di far combaciare il personale col pubblico. E' sempre successo ma di sicuro oggi giorno si cerca di farle diventare praticamente la stessa cosa. Se non fosse per il fatto che le due sagome non coincidono affatto e che presto o tardi la cosa si nota. Poi c'e' chi se ne rende conto e chi non lo fa ma restarne consapevole mentre tutti attorno a te sono immersi nell'incoscienza e' faticoso.
Penso che chi fa satira, o comunque il comico in generale, gioca proprio su questa falsa coincidenza. Su questo scambio di piani cosi' da creare uno spazio fittizio. Quindi perfetto come narrazione tra/fra le narrazioni. In tal senso il comico, l'ironico e il satirico sono sempre stati registri metanarrativi.
Ma vivere metanarrativamente stando nel pubblico e' impossibile se non per brevi tratti. Poi certo ci si puo' allenare ma ritengo che sarebbe meglio riuscire a crearsi quello stesso spazio nel privato.
Dicendola in altro modo si dovrebbe cercare di vivere trasversalmente. Applicando molto pensiero laterale e, dove possibile, in pubblico offrire presenza dissociata.
Quello di cui secondo me non si stanno rendendo conto in america è che nel momento in cui tu crei una comunità (basata su caratteristiche innate), per quanto bello sia l'intento, hai necessariamente messo dei confini che ti separano da chi sta fuori da quella comunità.
Il quale, molto probabilmente, farà di tutto non per salvaguardare la comunità, ma per allontanarla ancora di più, quando non eliminarla.
La discriminazione positiva ė uno dei grandi crampi logici dell'occidente, e ci siamo dentro, nostro malgrado, dalla testa ai piedi.
Se ė importante che in un film disney il protaginista sia nero o gay, stai solo rimarcando l'importanza del colore della pelle e dell'orientamento sessuale nella società, quando invece dovrebbero essere caratteristiche accessorie se non ininfluenti.
Che poi... Il discorso di minoranza comunitaria é molto americano/internettiano, nel mondo reale, nell'italia reale é decisamente piú complesso
Ma non è un paradosso. L ultima persona che dovrebbe parlare dei diritti dei neri è un nero e idem per le donne perché non può essere la vittima a legiferare sulle sorti del carnefice. Diventerebbe un nuovo carnefice trasformando l altro in vittima ma il problema resterebbe li. Le guerre fra fazioni sono sempre una battaglia fra presunte vittime contro altre presunte vittime ognuna delle quali convinta di essere piu vittima dell altra.
Chapelle ovviamente è brillante ma a mio avviso abbastanza ipocrita nel senso che è ovvio che come hai detto metta l'essere nero e la discriminazione contro i neri davanti ogni altra istanza sociale e discriminazione e se mai un comico o una persona bianca usasse gli stessi toni e argomentazioni contro i neri verrebbe massacrata e accusata di razzismo.
Sulla questione dei gruppi mi trovo d'accordo solo in parte perché di fatto la realtà è diversa e dire in maniera vaga bisogna migliorarla tutti insieme appassionatamente è un'utopia perché anche se non sei tu a metterti in un gruppo è il resto del mondo, la società che ti ci mette e ovviamente può andarti più o meno bene e male. Immagina di essere nero, nato e cresciuto in Italia, parli italiano con tanto di accento regionale, non sai un cazzo del paese d'origine dei tuoi genitori o nonni, paghi le tasse e vorresti essere considerato un italiano come gli altri senza distinzione di razza, ebbene che tu abbia buone intenzioni alla società o almeno a buona parte di essa non frega un cazzo, quindi potrai essere continuamente oggetto di bullismo a scuola, troverai difficoltà a trovare qualcuno che ti affitti un appartamento o che ti assuma per un lavoro, le persone ti guarderanno male con paura mentre cammini per strada, entri su un bus o in un negozio penseranno che sei forse un potenziale criminale, stupratore, ladro etc. Ecco non facciamo finta che non esistano queste realtà solo perché magari viviamo in una micro-bolla hipster urbana di gente che legge libri, viaggia, etc perché questa non è la realtà per molti e queste cose nel momento che le vivi ti marcano profondamente la psiche e la vita e quindi è umano che cercherai di trovare quel rifugio sicuro, quel senso di casa e di appartenenza, quella lotta comune verso le ingiustize in un mondo che ti respinge. Poi ovvio le persone sempre tali rimangano e quindi ci sarà chi esagera, chi non ha capito un cazzo, chi dice cose giuste e chi sbarella, amen.
Da un lato sono completamente d'accordo con il tuo ragionamento sui gruppi, sul tifo ecc, anzi mi è capitato davvero poche volte di sentire un'analisi sul tema ( sul quale per vari motivi mi trovo molto spesso a ragionare) su cui sia così d'accordo anche sui presupposti di base. Ma non riesco a non vedere un ma. Spesso parli di interesse comune o del bene collettivo. E semplicemente credo che sia un bel concetto che però nella realtà non esiste. Per esempio gli interessi degli operai non possono essere gli stessi degli imprenditori, perchè ciò che è bene per i primi ( diritti, stipendi decenti ecc) inevitabilmente è un male per i secondi e viceversa. E lo vediamo bene in questo paese dove hanno sempre governato i ricchi e tutte la maggior parte delle leggi sono fatte per favorirli e mantenere i poveri poveri. Quindi qual'è il bene comune a questo punto? Se è impossibile trovare un punto comune in mezzo a interessi tanto diversi e spesso opposti è logico che ad un certo punto ognuno deve pensare ai propri e che prima o poi si arrivi allo scontro, in cui non importa il bene comune ma solo il prevalere di una fazione sull'altra. Soprattutto se la situazione è già caratterizzata da grandi ingiustizie e il discorso sul bene comune diventa spesso il modo più facile per la conservazione dello status quo. A questo punto sarebbe giusto mettere da parte i discorsi del bene comune e anche la logica stessa e puntare allo scontro, visto che le differenze sono inconciliabili. Per tornare all'esempio non ci vedrei niente di sbagliato nel dire agli industriali di turno " adesso la tua fabbrica è nostra altrimenti ti mettiamo al muro", perchè sono secoli che loro e i loro padri si arricchiscono sulle spalle degli operai rubandogli i frutti del loro lavoro in cambio di briciole con cui a malapena si riesce a sopravvivere. Sarebbe il bene comune? no di certo. Sarebbe il bene di una parte, quella di cui faccio parte (ahah)
Quindi sei per l'anarchia o la.legge del più forte? Perché il "questa fabbrica ora è nostra" questo è.
Se vuoi paghe più alte o condizioni migliori, come gruppo, dovresti scioperare "a oltranza". Non accadrà mai, per varie ragioni, ma così dovrebbe essere.
Parlando del topic, il problema dei gruppi "deboli" sono le lotte che portano avanti e come le portano avanti (es. le donne e le quote rosa o la fantomatico Ca differenza salariale).
@@MORTIFICATOR ne per l'una ne per l'altra in realtà. Credo semplicemente che la ricchezza prodotta debba andare a chi lavora e non a chi dice a qualcun altro di lavorare per lui in cambio di briciole. Comunque se devo scegliere fra le tue opzioni scelgo la legge del più forte, e vorrei che la più forte fosse la parte di cui faccio parte, cioè quella dei poveracci. Troppa gente ruba e mangia sulle nostre spalle da secoli. Sarebbe proprio il momento di vendicarsi di questa gente, perché Quello che esiste è ingiusto e va distrutto, a prescindere da quali possano essere le conseguenze per noi e i nostri figli.
@@simonezampa9239 sì ma non esiste che accada nel.modo che hai detto, è da bestie.
Sicuro di volere la.legge del più forte? Non funziona come vorresti tu, ossia se ti sei dalla parte dei più forti. Con la.legge del più forte devi dormire sempre con un occhio aperto, e appena sei un minimo più debole dei fatto.
Sinceramente i tuoi discorsi sono ridicoli (e non sono pro-imprenditori).