Molto piacevole, pensavo di annoiarmi ad ascoltare per l'ennesima volta l'esperimento della doppia fenditura, ma mi sbagliavo. Ricordavo la tua virtù di rendere commestibile l'indigeribile e anche questa volta sei stato bravissimo e chiarissimo. L'aspetto cognitivo mi ha fatto cadere dalla sedia, ho voluto riascoltarlo tutto. Intrigante e poetico. Complimenti
Io mi muovo all'interno delle discipline giuridiche.......ho nostalgia dei bei tempi della fisica Newtoniana..........ora con la fisica quantistica bisogna cambiare tutto le nostre categorie concettuali........la sua esposizione mi ha permesso di intuire una coupure tra reale e pensiero.....davvero molto bravo grazie
La ringrazio per essere uno dei pochi che ha il coraggio di fare video lunghi e piuttosto approfonditi su TH-cam! Riascoltare questi argomenti, studiati all'università, esposti in modo divulgativo da Lei che ha una comprensione profonda della disciplina, permette di rivalutare i concetti (ritengo che sia utile ogni tanto "liberarsi della matematica" per analizzare i concetti da un altro punto di vista, tanto quanto è necessario analizzare i fatti in modo rigoroso e matematico per non restare solo in superficie). Grazie!
La Matematica, in fondo, resta un modo (un linguaggio…) per “semplificare” le cose e i fenomeni (attingendo a entità concettuali “inesistenti”; in natura non esistono sfere, triangoli, ecc., ma solo loro approssimazioni molto più “complesse”) con un buon esito rassicurante! Ma questo ci è concesso solo sul macrolivello: scendendo nell’abisso del micromondo, dove non è più così facile “idealizzare”, la complessità diventa irriducibile e forse anche la Matematica, così come l’abbiamo sempre intesa, non riesce più ad assolvere al suo antico compito rassicurarante. Ecco che, allora, le “Scienze esatte” imboccano anche loro la via del “cognitivo” (mentale). Un aneddoto personale: cinquant’anni fa lasciai gli studi di Fisica (a Napoli, dopo il I biennio) per studiare Psichiatria (la “meno esatta” delle discipline umanistiche…). Oggi, dopo quarant’anni di professione psichiatrica mi ritrovo “ricongiunto” alla Fisica percorrendo il viadotto della teoria quantistica. Guarda tu, la vita!…😅
Molto ben fatto e supportato. Idealmente mi sono alzato in standing ovation e ho applaudito a lungo convinto che anche altri lo stessero facendo nello stesso momento. Davvero cognitivo.
Non avevo mai sentito un approccio di questo tipo. Condivido pienamente, corrisponde pienamente al modello di universo che mi diverto a elaborare. Mi piacerebbe condividerlo e discuterlo. Grazie per il bellissimo video
@@autoricerca ci sarebbero analogie economiche molto interessanti su elementi o valori che hanno comportamenti "strani" in funzione del modo di osservarli. Trovo l'interpretazione concettuale della MQ un utile strumento per altre discipline
Congratulazioni Prof. per il video molto esplicativo, da profano trovo suggestiva l'idea che il venir meno della manifestazione fisica (cit. 35:01 ) dell'oggetto usato nell'esperimento sia da attribuire all'operatore immaginario (i) presente nell'eq.di schrodinger. Addirittura ho sentito dire da altri suoi colleghi che la particella nel tragitto percorso semplicemente non esiste in realtà. Alla fine mi sono rassegnato all'idea che a livello microscopico massa ed energia sono intercambiabili, d'altra parte se considerassimo una manifestazione ondulatoria dell'elettrone (un'onda è energia che si trasferisce) la domanda da porre a livello concettualistico sarebbe : "quale è la traccia più probabile che l'onda manifesta nel passare attraverso la fenditura 1 e (AND logico) la fenditura 2 ?"; questo perchè l'onda attraverserebbe simultaneamente le due fenditure; e la figura d'interferenza sarebbe la risposta più plausibile. Trovo comunque la vostra interpretazione concettualistica molto suggestiva e spero possa essere dimostrata quanto prima.
Grazie per l'apprezzamento. Dire che l'entità smette di esistere è evidentemente scorretto. Semplicemente, non si trova più in uno stato spaziotemporale. Massa ed energia sono intercambiabili a ogni livello, micro e macro (E = mc^2).
E' veramente bello seguire le sue spiegazioni dense di ragionamento. Si offende se dico che traspare tanta Umiltà nel suo descrivere? Anticipo la risposta: Penso che abbia colto il concetto che intendo, con somma umiltà da parte mia (questa volta). Intendendo, io, che la sua chiarezza è veramente somma che manifesta tanta gioia a divulgare tanto sapere. Grazie Professore!
..che bello! Mi ha fatto tornare indietro di trentacinque anni quando studiavo all'universita. All'epoca ero solo "mentale", ora ho un'approccio più "filosofico". Perchè non chiedere direttamente all'elettrone del perchè si comporta in quel modo strano? E sopprattutto bisognerebbe chiedergli: "Chi sei veramente??!! Sei solo un semplice elettrone che conta meno di zero nell'universo o anche tu, singolo elettrone, servi a qualcosa? Hai un'anima caro elettrone? Hai un'ombra energetica forse? Perchè sei cosi negativo? In che tipo di energia ti muovi?...solida? liquida?o forse gassosa?" Dai parlaci un pò di te caro elettrone!..perchè noi umani...soprattutto gli studiosi di fisica pensano che Tu sia un oggetto di studio sul quale si possano fare le peggio torture possibili e devi comportarti come l'umano vuole....altrimenti sò ca... amari! QUINDI TI CONVIENE A PARLARE CON LE BUONE!!! Chissà, magari lui ha anche già risposto risposto! ;-) Grazie per avermi dato la possibilità di fare alcune riflessioni.
Sto leggendo il libro di Federico Faggin "Irriducibile" e sono capitata su questo video per ripassare e approfondire l'esperimento della doppia fenditura. Io vengo da una formazione umanistica, ma sono affascinata dalle possibili implicazioni della fisica quantistica, dagli orizzonti che apre verso una concezione non più materialistica dell'universo, ma "panpsichica", dove la coscienza è all'origine di ogni cosa. La ringrazio per questa bella lezione, più dettagliata di altre che avevo sentito e comprensibile anche a chi non studia fisica. Sicuramente questo canale mi sarà molto utile per approfondire altri argomenti. Iscrizione effettuata! Buona serata.
Molto ben fatto! Domanda. In tutti i casi che ho visto o letto non ho mai visto prendere in considerazione il lato temporsle, il 'tempo di volo' dell'elettrone. Come è la distribuzione? Dubito sia facile sperimentalmente eseguire il test, ma matematicamente? Se immaginiamo le situazioni: fenditura 1, 2, interferenza Analizzando ogni singolo 'impatto' dovremmo avere tempi di volo' diversi nelle 3 ipotesi o sbaglio ?
È una buona domanda. Se la misura del tempo di arrivo permettesse di ottenere delle informazioni sulla fenditura da cui è passata l'entità, la sua misura porterebbe sicuramente a una distruzione della figura di interferenza. Non credo però, in un setting simmetrico, con la fonte posizionata centralmente rispetto alle due fenditure, che una tale informazione temporale possa di essere di aiuto in tal senso, ma non ho mai riflettuto attentamente alla cosa, quindi quello che scrivo è da prendere con beneficio di inventario. Grazie per l'apprezzamento.
Caro Dottor Sassoli, la sua capacità di esposizione è veramente eccellente, i 48 minuti del suo video sono trascorsi in un attimo. Premetto che la visione "ondulatoria" dell'esperimento della doppia fenditura non mi ha mai convinto del tutto; infatti, con estrema faciloneria, su testi elementari di MQ, si interpreta la figura a bande che si forma sullo schermo come prova evidente di un fenomeno di tipo ondulatorio; in realtà, come visto, quando si ripete l'esperimento inviando un elettrone alla volta si genera lo stesso tipo di sruttura a bande, quindi, mi sono sempre detto, che la figura che si forma, certo, ricorda molto da vicino la figura di interferenza di un fenomeno ondulatorio, ma non necessariamente lo è. Per quanto riguarda l'interpretazione concettualistica della meccanica quantistica, devo dire che non avevo mai sentito parlare, sicuramente offre spunti molto interessanti su cui riflettere, potrebbe offrire un nuovo tipo di visione della realtà.
Ti ringrazio per il commento. Entro breve cercherò di fare una seconda parte di questo video, per meglio elucidare la sua possibile interpretazione nell'ambito dell'interpretazione concettualistica.
Grazie mille. Si osserva ciò che si vuole osservare. In pratica è come se questo esperimento fosse la rappresentazione di un neurone, diciamo devoluto e parziale, che registra una porzione di un semplice pensiero: non datur saltus
Spiegazione chiara e coinvolgente. Sarebbe bello però visualizzare gli esperimenti come sono stati eseguiti al loro tempo, cioè dare un aspetto "reale" alla lavagna. Cosa ha usato Young per eseguire l'esperimento?
Non è la mia materia ma mi ha incuriosito, se la prima barriera, quella delle fenditure fosse anche un rivelatore, quanti elettroni non passerebbero per le fenditure rispetto a quelli che passerebbero, e che figura descriverebbero? Se fosse possibile direzionare un elettrone con, mi permetta il termine, un "condotto" verso una delle due fenditure otterrei lo stesso delle frange? Grazie mille
Non tutti gli elettroni passano attraverso la prima barriera. Alcuni vengono assorbiti da essa. Solo quelli che non vengono assorbiti, e raggiungono lo schermo finale, formano la figura di interferenza. Se potessi condurre gli elettroni a passare con certezza attraverso una o l'altra fenditura, allora non otterresti più le frange di interferenza.
Prof. Sassoli, (sono ancora io!): non si può immaginare che una sorgente di luce, per quanto debole, possa perturbare un sistema obbligando un'onda a collassare fisicamente in un punto materiale. Se il sistema non viene perturbato vedremo delle interferenze ma se viene perturbato da una cessione di energia da parte di un fotone le cose cambiano (beninteso che è una domanda!). Grazie ancora
Perturbare il sistema non significa farlo collassare, nel senso in cui lo intendi tu, significa semplicemente modificare il suo stato. Per obbligare un entità quantistica a collassare in uno stato localizzato spazialmente, è necessario utilizzare un'entità macroscopica.
Buongiorno prof. Immagino che ovviamente gli esperimenti sono stati eseguiti nel vuoto e nel buio totale, con ciò facendo venir meno l'dea che gli elettroni possano interagire con altre particelle sul loro percorso fino allo schermo, oltre ad utilizzare i neutroni invece che gli elettroni.
@@autoricerca Prof., però, se facessimo l'esperimento con la doppia fenditura all'interno di una scatola nera, il materiale della scatola emetterebbe comunque radiazioni termiche verso l’interno perché la sua temperatura è superiore allo zero. Di conseguenza i corrispondenti fotoni, appunto ambientali all'interno della scatola nera, interagirebbero con gli elettroni che vengono utilizzati, ma ho anche appena letto che i medesimi fotoni interagirebbero anche con i neutroni. L'unico comportamento a questo punto da spiegare, è quello conseguenziale a quando viene inserita una sorgente luminosa oltre le 2 fenditure. Concorda ?
Si conosce bene l'effetto di una perturbazione dovuta a una sorgente luminosa. Quello che conta è se la fonte permette o meno (a seconda di come viene posizionata, ecc.) di identificare la fenditura tramite la quale il neutrone o elettrone passerebbe. In linguaggio tecnico, si parla di "which path information" @@ipergiovanni
Bellissimo video, come altri suoi che avevo visto. Volevo chiederle: il primo schermo, quello con le fenditure non potrebbe essere già lui stesso uno "schermo cognitivo" e quindi lo schermo di fondo una sorta di analisi mediata del fenomeno cognitivo? Altra cosa, detta in questo modo è come se lo schermo di fondo, di sua volontà, presagisse l'ambiguità della particella, e desse risposte a questa ambiguità, messa così sembra esser lui a prendere l'iniziativa, in modo quasi premeditato, un predisporsi diciamo, mentre è l'elettrone che prende l'iniziativa. Non può porre prima una domanda e le ipotesi connesse, e lui stesso nella sua dinamica a generare la risposta (le interferenze), è una sua proprietà, non una proprietà analitica dello schermo di fondo (infatti è probabile che quella dinamica di interferenze, senza poterla vedere, ci sarebbe lo stesso senza lo schermo). da questo punto di vista sento una contraddizione di fondo, oppure forse ho preso in modo troppo letterale la metafora cognitiva? la ringrazio se vorrà rispondere.
Capisco la perplessità. Quella che chiami figura di interferenza, non esiste in senso attuale, ma solo in senso potenziale. Certamente, come potenzialità, è contenuta nello stato dell'ente misurato, a prescindere che venga misurato, ma è il sistema misuratore che, sensibile al significato veicolato da tale entità, lo attualizza concretamente, rendendolo visibile, quando vengono raccolti sufficienti risultati. L'agente, è lo strumento di misura. Questo può essere identificato con la totalità del set up sperimentale. Dire che è solo lo schermo rivelatore è a dire il vero un'ipersemplificazione.
È necessario, per distruggere la figura di interferenza, che l'informazione relativa alla fenditura dalla quale è passata l'entità quantistica sia disponibile, quindi che sia stata attualizzata. Se nulla interagisce con i fotoni, rilevandoli, questa informazione non è disponibile e la figura di interferenza, in linea di principio rimane, sebbene possa essere leggermente alterata a causa della presenza della fonte luminosa aggiuntiva.
@@autoricerca Quello che tu dici è pieno di significato, in quanto slega l'eliminazione dell'interferenza da una qualche interazione fotone-elettrone, ma la costringe davvero all'attualizzazione dell'informazione sull'elettrone. La cosa più incredibile in tutto ciò è che la rilevazione di cosa sia successo avviene a posteriori, quindi la "scelta" è già avvenuta. Sarei tentato di considerare tutto onda materiale, ogni manifestazione della materia, la particella stessa. Il discrimine, intuitivamente, è che l'onda materiale è uguale a se stessa, mentre la particella è variabile. Ora, nel tentativo di giustificarmi la variabilità degli "impatti" sullo schermo rivelatore, ti chiedo: che cosa è, in ultima analisi, l'"impatto"? Una interazione tra il campo ondulatorio dell'elettrone ed un qualche campo ondulatorio dello schermo? Bisognerebbe riuscire a rispondere a questa domanda in modo da giustificarne la variabilità...
Molto bella l'esposizione, pero' ho un dubbio. E comunuqe possibile mettere lo schermo ad una distanza opportuna per fare in modo che la figura di interferenza sia costruttiva in "corrispondenza" delle due fenditure. A mio avviso lo schermo puo solo rispondere alla domanda: "Dove e' stato rivelato l'elettrone?" Ma la domanda piu' "simpatica" e': la carica dell'elettrone passa dalla fenditura uno o dalla due? Come fa a "conservarsi" la carica se si "spezza"? Ovvero inizia che e' conservata, finisce che e' conservata, ma quando "passa" da "entrambe" le fenditure che cosa succede alla carica?
Se sposti lo schermo molto lontano, tipicamente finirai con lo sfuocare la figura di interferenza. Vedi anche la discussione dell'esperimento di scelta ritardata (Sezione3) in: autoricerca.ch/journal/articles/aer-sas-soz-vel_interpretazione_concettualistica. Altrimenti, la carica non si "spezza", perché uno stato di sovrapposizione si esprime su un piano più astratto del reale (ma non per questo irreale): quello delle possibilità, o potenzialità.
Prof. Sassoli, le sottopongo un ragionamento e mi dica lei dov'è l'errore e/o l'incompletezza: se penso a un elettrone come a un'onda sonora la cosa non mi provoca grandi sconvolgimenti interpretativi perchè io mi accorgo dell'esistenza dell'onda nel momento in cui c'è un orecchio che interagisce con l'onda stessa, in quel momento l'onda acquista una posizione spaziale precisa definita dalla posizione dell'orecchio che la traduce in suono. Non potrebbe succedere qualcosa di concettualmente simile nel caso del comportamento "bipolare" delle particelle? Grazie se vorrà rispondermi ma l'argomento è veramente intrigante.
Una stessa onda sonora può essere percepita, contemporaneamente, da due o più orecchi. Nessun singolo elettrone può invece essere rilevato contemporaneamente da due rivelatori: lascia sempre una sola traccia.
Bellissima e affascinante questa spiegazione. Si può affiancare a ciò che dice a riguardo Carlo Rovelli? Una piccola disgressione per chi conosce gli scritti di Pavel Florensky: sembra di risentire ciò che lui scriveva sulla profonda indeterminatezza della natura.
Ti ringrazio per l'apprezzamento. L'approccio di Rovelli è differente rispetto all'interpretazione concettualistica. Ma non è semplice spiegare in due parole perché.
Al minuto 16:00 / 17:00 lei dice che è difficile pensare all'elettrone come un'onda di energia perché sullo schermo rilevatore viene registrato come un punto. Ma pensandola come onda spaziale si otterrà comunque un "punto" di contatto, e come si fa a quantificare l'energia sufficiente per creare sullo schermo un punto? Non si può comunque giustificare un punto di rilevazione anche se è solo una piccolissima parte dell'onda che tocca "per prima" lo schermo? Spero di essermi spiegato.
Il punto di rilevazione corrisponde a una transizione energetica che richiede un'energia minima. Immagina che quell'energia minima sia quella dell'intera onda diffusa nello spazio, evidentemente, non sarà in grado di attivare lo schermo e lasciare una traccia localizzata (potrà ad esempio essere riflessa, o trasmessa...). Come spieghi che la perturbazione di cui l'onda è l'espressione, di colpo collassi in un unico punto?...
Cosa accade variando lo spessore del diaframma in cui sono realizzate le fenditure, o la distanza tra esse, o la distanza della sorgente elettronica dal diaframma?
Per ottenere un buono schema di interferenze, è necessario che vi sia una relazione specifica tra la lunghezza d'onda della radiazione incidente, la distanza tra le due fenditure e la distanza dello schermo rilevatore rispetto alla barriera cone le due fenditure. Non mi è possibile però qui entrare nei dettagli.
Buonasera Prof, Mi sembra di aver capito che se la materia infinitamente piccola si comportasse come intuitivamente ci aspettiamo , l ' universo che ci circonda , sarebbe completamente diverso? Grazie
Sappiamo ad esempio che gli atomi non potrebbero esistere, se fossero come dei piccoli sistemi solari, perché collasserebbero in brevissimo tempo... Quindi, sì, le nostre intuizioni e pregiudizi classici, se applicati al micromondo, produrrebbero un disastro ;-)
grazie infinite 48 minuti seguiti tutti d'un fiato... per cui l'entità senziente (elettrone) porta con sé l'informazione di aver interagito con una o due fenditure e di conseguenza l'entità cognitiva, il rivelatore, legge e risponde alla domanda?
Grazie a te. L'elettrone non va visto come entità 'senziente' ma come entità 'concettuale'. Questa, quando interagisce con un contesto deterministico, come la barriera a doppia fenditura, acquisisce un particolare stato. Il rilevatore, come entità sensibile al significato veicolato dall'elettrone in quel particolare stato, rende quello stato più concreto, cioè produce un'istanziazione di quello stato più astratto, attualizzando uno stato più concreto.
@@autoricerca è incredibilmente affascinante questo modo di concepire l'universo, ma quindi localmente lo spazio si comporta esso stesso come entità concettuale che interagisce con ciò che lo circonda e che acquisisce un certo stato appunto localmente... ma forse semplicemente mi serve un buon libro per imparare qualcosa di nuovo :) grazie per aver condiviso il suo sapere!!!
Gentile professore mi sono imbattuta recentemente nei suoi video, ne ho visti alcuni, e li trovo molto stimolanti. Premetto che non ho nessuna competenza di logica o semantoca o affini. Ho trovato molto chiara e ben costruita la prima parte del video mentre ho trovato molta difficoltà a conprendere il rgionamento concettuale cognitivo. Se fossi l'ente cognitivo che deve rispondere alla domanda di dove concepire l'entità astratta che passa per una o l'altra fenditura mi risponderei in modo "classico" 1, se l'entità è una sola semplicemente non so rispondere 2 nel caso di moltepl8ci entità le vedo in corrispindenza delle due febditure+ 3 Non rispobderei mai a metè tra le due fenditure. Qui sicuramente cè un salto logico che mi sfugge che non ho compreso e che mi piacerebbe capire In alternativa se io ente cognitivo penso all'ente astratto a qualcoss di delocalizzato in senso quantistico semplicemente non riesco neanche a pormi la domnda. Nelle mie risooste io come ente cognitivo non ruesco a rispondere esulando dalla natura fisica dell'ente astrafto e quini credo di stare violando il presuppost del ragionmento che prevede questo ente astratto di cui l'ente cognitivo non dovrebbe conoscere alcuna proprità specifica. Ma allora che cos è questo ente astratto e come posso rispondere come spiegato nel video? Sicurmente non ho colto l'essenza del suo ragionamento e i miei dubbi risulteranno banali.....in ogni caso mi piacerebbe capire meglio e le sarei grata se potesse indicare del materiake dove approfondire l 'approccio da lei sevuitio Grazie
Nel prossimo numero di AutoRicerca, rivista ad accesso aperto, scaricabile gratuitamente, si parlerà approfonditamente di tutto questo, in italiano (autoricerca.ch/journal). In questo libricino, ci sono anche molte informazioni: www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825526370. Farò sicuramente a breve una seconda parte di questo video, con più spiegazioni... Quando ragioni sulla domanda, immagina un formulario a scelta multipla, con varie caselle, e di essere obbligata a mettere una crocetta. Una di esse porta la risposta "metti la croce qui se non sai se l'entità elettrone ha interagito con la fenditura 1 'o' la fenditura 2", dove la disgiunzione 'o' non è di tipo esclusivo, nel senso che non sai nemmeno se ha interagito solo con una fenditura... Ecco, la regione tra le due fenditure, sullo schermo rilevatore, è dove si trova la casella in questione. Perché quella è la posizione dello schermo che meglio rappresenta la disgiunzione non esclusiva "1 o 2".
Gentile professore grazie per la risposta. Attendo con interesse la seconda parte del video. Solo un commento. L'ente cognitivo nel precisporre le risposte, destra, sinistra, al centro, sta adattando, riducebdo l'entità astratta di cui non conosce niente, alle risposte che è in grado di concepire, Questo mi sembra vada bene allo step 0. Ma poi l'entità cog itiva dovrebbe essere in grado di autoapprendere di corregersi. Quando si accorge che le rispiste concepite non riflettono la realtà che emerge da un esperimento, non dovrebbe dire "ok non ho capito", e pensare ad altre risposte?
@@Anna__-gp3xy Capisco il commento, ma non è il modo corretto di ragionare, purtroppo mi ci vorrebbe troppo tempo per spiegarlo. Se dopo la seconda parte del video, che farò quando trovo un attimo di tempo, non permetterà di elucidare maggiormente la questione, di come comprendere questi contesti interrogativi dal punto di vista cognitivo, proverò poi a spiegare ulteriormente.
Sarebbe interessante "inventarsi" una domanda la cui risposta giustifica perchè, dopo il primo spazio vuoto in corrispondenza delle fenditure, e dopo la presenza minore di "risposte", compare un ulteriore spazio vuoto e via così. Interessante l'approccio concettualistico, meglio, affascinante. Bravo.
Un impatto nella regione della frangia centrale corrisponde a una situazione di massimo dubbio riguardo la fenditura che l’elettrone avrebbe usato per attraversare la barriera, o anche il fatto che avrebbe necessariamente attraversato l’una o l’altra fenditura, in modo esclusivo. Pertanto, costituisce una perfetta esemplificazione, sotto forma di un punto d’impatto sullo schermo, del concetto “un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2”. Se la regione tra le due fenditure è una regione di sovrabbondanza di impatti, le due regioni di fronte alle due fenditure mostrano invece una densità di impatti molto bassa, perché un impatto nelle regioni di fronte alle due fenditure non ci farebbe dubitare circa la fenditura usata dall’elettrone per attraversare la barriera. In altre parole, un punto di impatto nelle due regioni di fronte alle fenditure costituirebbe una pessima esemplificazione del concetto “un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2”. Spostandoci poi da queste due regioni (allontanandoci dal centro) ci troveremo di nuovo in una situazione di dubbio, sebbene meno perfetta di quella espressa dalla regione centrale, così delle regioni di abbondanza di impatti si manifesteranno nuovamente, ma questa volta con minore intensità, quindi, a seguire, di nuovo ci saranno delle regioni di carenza di impatti, e così via, producendo in questo modo il tipico schema a frange osservato negli esperimenti. In altre parole, la domanda “Qual è un buon esempio di punto d’impatto di un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2?” è già sufficiente per generare, se non altro in linea di principio, uno schema con delle alternanze. Poi ovviamente, per comprendere esattamente l’intera struttura, bisognerebbe essere una “mente-schermo” non una mente umana....
@@autoricerca Grazie mille della esaustiva risposta che, peraltro, mi conforta nel vedere perlomeno che ci siamo capiti e questo per me è già un "onore". Andrea
Complimenti e grazie per il video. Volevo chiedere a quale temperatura viene eseguito l'esperimento della doppia fenditura e in quali condizioni di vuoto. Il motivo della domanda è il seguente: in condizioni normali ogni atto di misura che inizia con l'emissione di un elettrone è diverso dagli altri in quanto l'agitazione termica dell'ambiente modifica in modo non predicibile il comportamento dell' elettrone . Mi chiedevo quindi se al diminuire della temperatura e facendo il vuoto ci fosse una modifica della figura di interferenza. Grazie
Grazie per l'apprezzamento. La questione della temperatura non è rilevante se l'esperimento viene fatto con dei fotoni. Per delle particelle materiali, non saprei rispondere nello specifico (dovrei informarmi), ma ovviamente, solitamente si cerca di isolare il più possibile l'apparato dal bombardamento termico, perché questo tende a distruggere la coerenza.
Quindi se effettuassimo l’esperimento con 3 fenditure e formulassimo la domanda: “qual è un buon esempio di impatto di un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2 o 3?” Vedremmo 2 punti di impatto significativi ai lati della fenditura centrale, e via via i successivi più deboli che si espandono nelle due direzioni?
La figura di interferenza che si ottiene ha un picco centrale, in corrispondenza della fenditura centrale, due picchi secondari meno intensi, in corrispondenza delle due fenditure laterali, e poi a seguire i picchi minori allontanandosi dalle fenditure. Come ragiona lo strumento di misura in questa situazione è ovviamente più complesso.
L'approccio concettuale è stimolante ma mi lascia alcune perplessità. 1) se non ho capito male, questo approccio sposta l'accento dell'esperimento dallo statuto della particella alla reazione della "entità cognitiva", cioè sulla risposta del rilevatore. Se è così, è certamente interessante sapere come "si comporta" il rilevatore, ma continuiamo a non risolvere il rompicapo del comportamento delle particelle. A meno che... 2) ...a meno che l'approccio concettuale non dia per scontato che è la particella stessa ad avere uno "statuto concettuale", e dunque sia un oggetto semantico, e pertanto sia capace di "interagire" col rilevatore facendogli formulare (come farebbe una voce con un microfono) stati di "indecisione" (non più "indeterminazione", perché qui avremmo a che fare con un'entità cognitiva!) espressi nelle alternative dei quesiti posti nell'ultima parte del video. Se così fosse, ho l'impressione che i problemi anziché diminuire si moltiplichino. Per esempio, abbiamo un problema epistemologico: usciremmo dalla fisica, come studio degli enti naturali nella loro condizione in sé o nella loro interazione puramente fisica, ed entreremmo nella "semiotica", che è lo studio delle interazioni fra enti semiotici, cioè tra enti capaci di produrre, veicolare e interpretare segni, che sono i vettori di significato. E qui abbiamo un secondo problema: per avere significato, dobbiamo avere - escludendo altri elementi che ora non ci interessano - un destinatario, quello che Peirce chiamava "interpretante". Ora, l'interpretante (in questo caso, lo sperimentatore umano) interpreta il segno (cioè la distribuzione degli impatti sul rilevatore) secondo le SUE categorie interpretative, che sono necessariamente linguistiche, logiche e cognitive (le domande sulle fenditure "A o B?" poste alla fine del video). Com'è evidente, il modello concettuale è completamente antropocentrico, e non potrebbe essere altrimenti, perché l'unico vero "interpretante" è lo sperimentatore umano (non il rilevatore, che traduce semplicemente degli impulsi elettronici o fotonici in diagrammi). Ma che ne "è" della particella? "È" corpuscolo o onda? Insomma, mi sembra resti in ombra lo statuto fisico dell'elettrone. Il fatto che il rilevatore sia in grado di dire "non lo so" quando entrambe le fenditure sono aperte, ci dice qualcosa sull'interazione tra il dispositivo e lo sperimentatore, poco sull'interazione tra dispositivo e particella, niente sulla particella in sé. Grazie comunque per il video, come sempre molto interessante.
Salve Prof.Sassoli de Bianchi, grazie per la bella presentazione; ricca di affascinanti spunti di riflessione. Ho come l'impressione che "l'oracolo che risponde alla domanda che pone lo sperimentatore" sia alla fine la realtà stessa dell'esperimento, non mi è chiaro a questo punto perché occorra introdurre l'entità cognitiva visto che abbiamo la realtà dell'esperimento a cui comunque occorre conformarsi.
In senso più generale si potrebbe certamente dire che l'intero 'contesto sperimentale' sia l'entità cognitiva, quindi non solo lo schermo rilevatore. Ma la risposta non è "alla domanda che pone lo sperimentatore", perché lo sperimentatore è un'entità cognitiva umana, e i suoi processi cognitivi avvengono su un altro strato del reale, e non vanno confusi con quelli che (si suppone) operino anche al livello della materia-energia.
Grazie professore per questo (e non solo per questo) contributo molto interessante anche sotto la luce dell'interpretazione concettualistica. Sarebbe interessante vedere un suo video sull'esperimento di scelta ritardata di Wheeler, la sua interpretazione concettualistica e riflettere su un mix (diabolico) tra esperimento di Wheeler e paradosso del gatto di schrödinger: il gatto tornerebbe in vita? Grazie ancora!
Grazie a te per l'apprezzamento. Esiste in effetti una possibile interpretazione dell'esperimento di Wheeler nell'ambito dell'interpretazione concettualistica... affaire à suivre, come dicono i francesi!
Prof, complimenti per il video. Volevo chiedere un particolare a cui non ho mai ricevuto una risposta chiara se non formulazioni matematiche che spiegano solo l'effetto e non la causa. In breve, se con un esperimento mentale le aperture tendessero ad un numero elevato (all'infinito?) ebbene lo stato-ondulatorio della particella, che verosimilmente permette l'attraversamento di tutti gli slits, confermerà di certo la meccanica quantistica. Quindi, nonostante lo spezzettamento dell'onda in più treni, arriverà sullo schermo finale una sola particella per volta picchettando la solita distribuzione di probabilità. Tralascio il fatto di mettere un rivelatore che annullerebbe l'interferenza. Il punto interessante è che dalle numerose fenditure si creerebbero tanti percorsi possibili che dovranno essere tutti visitati per ottenere un risultato in base ad una legge stocastica. Se ci facciamo caso questo modello assomiglia ai cammini di Feynman. Inoltre, dato che l'elettrone allo stato-particella non si può dividere ma appare unico se rilevato da un fotone.... ma solo e soltanto su un pixel di spazio. Infatti osservatore e osservato si possono incontrare e misurare solo sullo spazio reale. Ho la vaga impressione che nel cammino della particella operi una oscillazione tra un campo virtuale partecipativo (vuoto quantistico?) di energia in cui gli stati sono tra loro sovrapposti per poi emergere sul pixel di spazio indipendentemente dall'osservatore ubbidendo per fortuna sempre al principio d'indeterminazione sulla posizione. Dico per fortuna cosi per ottenere la diversità dovuta al caso. Dio gioca a dadi, peccato che Einstein non abbia letto Darwin Insomma, l'esperimento della doppia fenditura sembra proprio una prova indiretta di come una particella possa muoversi su uno spazio (ormai accettato da molti fisici , per tutti Rovelli) quantizzato formato da tanti pixel con confini definiti e tra loro con soluzione di continuità. Un po' come nuoterebbe una foca sul pack disseminato di lastre di ghiaccio. Perdoni l'imprecisione dell'esposizione, ma non potevo dilungarmi nei dettagli. Se tutto ciò fosse più o meno vero, la materia risulterebbe una entità oscillante e impermalente. Non solo questo, ma addirittura che la semplice esistenza degli oggetti sullo spazio reale richiederebbe continuamente energia . Che ne pensa ?
Grazie per l'apprezzamento. Lo schema di interferenza osservato dipende dal numero di fenditure, e dalla loro ubicazione. Considera che gli esperimenti vengono realizzati oggi anche facendo attraversare lo schermo da un solo ente alla volta, quindi non ci sono dubbi sul fatto che ciò che attraversa le fenditure, siano esse due o centomila, sia un'unica entità, e che tale entità non possa essere di natura meramente corpuscolare. D'altra parte, nemmeno può essere di natura ondulatoria, ma questo non lo si può evincere da questo tipo di esperimento, che può essere descritto, in effetti, anche da un'onda. Il fatto che gli enti quantistici non siano nemmeno delle onde (nello spazio fisico) emerge quando vengono descritti sistemi a più enti, perché in questo caso la funzione d'onda complessiva non vive più nello spazio, ma nel cosiddetto spazio di configurazione del sistema, che non ha nulla a che fare con lo spazio fisico.
@@autoricerca Grazie prof per la pronta risposta ma tutto ciò lo si trova già sui testi di MQ. Proviamo invece a rischiare dando uno “sguardo nuovo” a questo esperimento che secondo Feynman rappresenta la porta di accesso alla fisica postmoderna. Ho messo insieme con fatica alcune recenti letture di MQ sulle fluttuazioni quantistiche e gravità a loop attraverso le quali provo a costruire uno schema mentale riassuntivo per non rimanere a mezz’aria. Da quanto ho potuto capire i punti salienti sono i seguenti: a) ammettere uno spazio discontinuo prospettato (in modo del resto insoddisfacente) dalla gravità a loop in cui lo spazio reale sia formato da mattonelle o pixel che galleggiano sul non-spazio (vuoto quantistico, campo virtuale? Spazio delle configurazioni? mare di Dirac? Etc o quello che sia) con soluzioni di continuità tra loro. Ebbene come potrebbe lei configurare in un quadro intelligibile il Movimento per una particella? E perché non ricorrere alla proprietà duale di de Broglie onda-materia; materia sui pixel di spazio dove è possibile la misura e onda lungo i link di collegamento tra pixel. Da non dimenticare che lo spazio ha una sua elasticità e reagisce curvandosi per la presenza della massa. b) Ipotizziamo un meccanismo subquantico basato sull’oscillatore armonico (il modello più importante della MQ), allora in sequenza abbiamo particella-onda-particella alternando un campo-energetico-virtuale partecipativo con i pixel dello spazio reale dove soltanto lì si può materializzare la particella. c)ipotizziamo che allo stato ondulatorio la particella passa attraverso le due o più aperture con due o più treni d’onda disegnando una distribuzione di probabilità con la particella che oscilla tra campo reale e campo virtuale e ad ogni emersione nello spazio reale questa subisce una certa indeterminazione sulla posizione, etc etc. permettendo così una dispersione infinitesimale della materia che poi darebbe una spiegazione logica alla gravità quantistica. d)ipotizzare che il cammino della particella oscilli intrinsecamente tra stato materia-onda, mentre l’osservatore la può catturare solo nello stato particella. A ben riflettere, nessuno sa come essa si comporta quando non è catturata! e) l’applicazione di un rivelatore comporta l’emissione di almeno un fotone che può “vedere” e misurare la particella solo su una mattonella di spazio reale, facendo però collassare il meccanismo introducendo un nuovo schema. Ovvero si spegne e si accende una nuova emissione svincolata dalle interferenze in modo che ritornano le distribuzioni a campana in corrispondenza degli slits. Da notare che si si mette ipoteticamente un'altra doppia fenditura lungo il percorso ritorna l’interferenza. f) il percorso della particella in un modello a multi slits con emersioni sullo spazio reale seguendo una distribuzione stocastica (principio di indeterminazione) non assomiglia forse ai cammini Feynman? Mi sembra sensato riconoscere alla materia di esistere in momenti singolari ossia solo e solamente sui pixel reali di spazio. Insomma, perché non considerare la materia come un aggregato di accelerazioni, secondo l’ipotesi di Ernst Mach? Un pacchetto di azioni h che picchettano la struttura spaziale in modo oscillante come una stampante a 3D stressandola in un movimento convessità-concavità (3^princ. della dinamica) Infine la domanda-chiave mai posta in 4 anni di università: ma perché la MQ è così complicata? Ebbene mi ha illuminato la lettura di Leibniz sulla compossibilità dei mondi. Forse uno spazio a piastrelle con materia oscillante mediato da un vuoto quantistico dove l’informazione del mondo è entangled può permettere il fluire di una sorta il traffico con altri mondi a diverse frequenze, un po' come funzionavano i tabelloni degli orari dei voli di una volta in cui la rotazione delle varie caselle permetteva di annunciare sulla stessa struttura spaziale più arrivi e più partenze. Potrebbe questo esperimento double or multi double slit se indagato nella sua logica intrinseca fornirci una visione nuova dell’interazione energia-materia? O dobbiamo accontentarci che nessuno a mai capito la MQ? Forse questo esperimento “desostanzializzando” la materia non è poi così misterioso. A ben riflettere lei che ne pensa? Grazie per l'ospitalità
@@antoniodivietri4041 Una riflessione davvero articolata.... e creativa! Si sente la passione. Non mi è però davvero possibile entrare nel merito di quello che descrivi. La mia ricerca mi porta a guardare lo spaziotempo come una struttura rappresentazionale che emerge da un substrato molto più vasto e fondamentale. In tal senso, penso personalmente che sia un errore cercare di quantizzare lo spazio...
@@autoricerca grazie per la sua gentile risposta. La disturbo per l'ultima volta per domandare la seguente questione: Una volta emesso un elettrone contro la doppia fenditura sino all'arrivo sullo schermo finale d'interferenza senza osservazione, si conosce la velocità dell'elettrone che dovrebbe essere subrelativistica? Però in caso d'interferenza si tratterebbe di un'onda di diffusione che a rigore dovrebbe viaggiare alla velocità della luce. In caso contrario l'elettrone implicherebbe un suo intriseco meccanismo di stop and go sullo spazio reale, come ipotesi di lavoro, naturalmente. La ringrazio in anticipo
@@antoniodivietri4041 La funzione d'onda dell'elettrone si propaga nell'interferometro con una velocità di gruppo necessariamente sub-luminale, che dipenderà da come gli elettroni vengono preparati (solitamente, si cerca di avere elettroni il più possibile monoenergetici). Non mi è chiaro su che base ritieni che viaggiare alla velocità della luce....
influisce in qualche modo la distanza della sorgente dallo schermo BDF?se la sorgente si trova a pochi millimetri da una fenditura nell altra viene rilevato comunque il passaggio della particella/onda? grazie
La sorgente deve trovarsi in posizione centrale rispetto alle fenditure, altrimenti, ovviamente, la maggiore vicinanza rispetto a una fenditura andrà a modificare lo schema di interferenza, modulandolo e indebolendolo, fino al caso estremo dove la sorgente è in corrispondenza unicamente con una delle due fenditure. Più rilevante la questione della distanza dello schermo finale, anch'essa importante, nel senso che c'è una distanza ottimale per ottenere delle frange intense.
I miei colleghi sperimentatori sono in grado di creare sorgenti di bassissima intensità, in grado di emettere un elettrone, un neutrone, un fotone, ecc., alla volta. Spiegare come fanno non è semplice, nemmeno per me (che sono solo un teorico)....
È il contrario, proprio perché non c'è un campo di materia continuo, abbassando l'intensità della sorgente si arriva ad emettere pochissimi enti (discreti) per unità di tempo. @@francescopaoloarena7995
Non è necessario che una sorgente emetta in quanto tale una sola entità alla volta, esiste anche la possibilità di usare filtri e collimatori per ridurre l'intensità di un'emissione. @@francescopaoloarena7995
cosa succede se metto una seconda barriera con le fenditure in corrispondenza dei picchi? Cosa succede invece se metto una barriera con fenditure in corrispondenza degli zeri delle curve?
Là dove ci sono i picchi arrivano molti elettroni, quindi è come se avessi in quel punto delle sorgenti meno intense di elettroni rispetto alla sorgente iniziale. Se piazzi una seconda barriere con due fenditure in corrispondenza di un picco (alla giusta distanza) otterrai una figura di interferenza simile a quella primaria ma meno intensa.
Non mi è chiara la domanda. Ci sono vari meccanismi fisici che spiegano come uno schermo rivelatore possa assorbire un ente microscopico (un elettrone, un fotone) e rendere visibile la traccia dell'evento. Entrare nel dettaglio richiederebbe un video a parte.
Quando un oggetto diventa piccolo la cosa più sensata è pensarlo come un uno stato vibratorio di un campo. Essendo uno stato vibratorio , significa che per il fatto stesso che vibra la sua vibrazione deve interagire con tutto lo spazio circostante (per il principio di azione reazione). La vibrazione viene irraggiata verso il tutto e dal tutto riflessa indietro verso il punto di partenza . Processo FEED FORWARD -FEED BACKWARD . Se durante questo processo il campo si mantiene presente con le stesse caratteristiche per un tempo apprezzabile la vibrazione viene allora percepita come struttura materiale, in quanto questa persistenza del campo in quel luogo diventa una inerzia, una massa , una resistenza al cambiamento del suo stato.
@@autoricerca Al giorno d'oggi ,Il modo più semplice per modellare la materia e le sue proprietà e quello di vedere lo spazio semplicemente come una simulazione , in cui ogni pixel di spazio può assumere certe proprietà e quindi interagire con il resto della simulazioni in base alle leggi imposte dal Creatore della simulazione. Non importa più cercare di capire il perché , serve solo decidere quali sono le proprietà che vogliamo assegnare a quei pixel ....
È solo uno spostamento del problema. Invece di comprendere le leggi che governano il reale, devo comprendere le leggi che governano l'ipotetica simulazione del reale, senza cadere in un ragionamento regressivo dove affermo che il creatore della simulazione è a sua volta una simulazione, ecc... @@TheSalto66
Premesso che non sono un esperto, se ammettessimo che quelle che chiamiamo particelle non hanno la forma di 'palline' ma di onde o meglio solitoni con ampiezza di picco molto localizzata (impulsi) di forma tridimensionale, ne conseguirebbe che la particella passerebbe da entrambi i fori ma con ampiezze diverse in ciascuno di esse, o addirittura in parte le passerebbe ed in parte le "scavalcherebbe" come succede con i fotoni. La chiave potrebbe essere nella variazione della forma d'onda quando la particella interagisce con il campo generato dalla materia delle fenditure.
@@autoricerca Una possibile spiegazione basata sulla fisica classica. Le frange d'interferenza si manifestano quando la dimensione della fenditura è molto piccola. All' elettrone (una carica in movimento) dobbiamo associare il suo campo elettromagnetico. Quando l'elettrone è circondato da pareti molto strette il suo effetto perturbativo diventa visibile sull'elettrone stesso. Il passaggio dell'elettrone induce in un piccolissimo intorno della parete una corrente , la corrente indotta genera a sua volta un campo magnetico nell'intorno della parete, il quale in fine tende ad allontanare l'elettrone dalla parete stessa. Questo processo innesca una oscillazione che fa oscillare l'elettrone verso la parete opposta e così via, generando una oscillazione trasversale all'asse di avanzamento dell'elettrone. La frequenza di oscillazione dipenderà dall'intensità delle corrente indotta (quindi V * e ) e dalla massa dell'elettrone come effetto d'inerzia dell'onda stessa. A questo punto l'elettrone uscirà dalla parete con un angolo dipendente dalla frequenza di oscillazione. Per visualizzare la cosa basta pensare al modo in cui la luce oscilla nelle fibre ottiche. Quando le fessure sono due e molto vicine tra di loro e gli elettroni passano contemporaneamente nelle fessure si innescano contemporaneamente queste oscillazioni, ma essendo collegate da un mezzo continuo (il materiale tra le fessure) le due oscillazioni sono forzate a sincronizzare la loro fase oscillatoria, generando così all'uscita lo schema d'interferenza ondulatorio famoso, Vedi esperimento di tanti metronomi messi sullo stesso piano che sono costretti a sincronizzare la loro fase di oscillazione.
Grazie sempre professore! Mi perdoni, parliamo di "concetti" e della formulazione della domanda che lei ipotizza (insieme ad altri fisici, che sicuramente si onoreranno di collaborare con lei) 🙂: ma se qualcuno mi ponesse la domanda "qual è un buon esempio di punto di impatto di un elettrone che passi attraverso la fenditura 1 o attraverso la fenditura 2" io, logicamente, risponderei con le due "barre" classiche. Perché l'elettrone o è passato da un lato o è passato dall'altro. La "risposta" della figura di interferenza (secondo me) risponde meglio alla domanda alla domanda "qual è un buon esempio di punto di impatto di un elettrone che passi attraverso la fenditura 1 E attraverso la fenditura 2". Mi direbbe dov'è sbagliata la mia contestazione? Grazie sempre, professore, ci vorrebbero tante persone appassionate del proprio lavoro come lei (tanto più se questo lavoro è il lavoro sacro della divulgazione scientifica)
E' come se questi elettroni si "spezzassero", ma non potessero farlo qualora volessimo vederli mentre lo fanno. Possono farlo solo nel segreto. Hanno provato a mettere la luce senza gli occhi? Hanno provato a usare altre interazioni (chessò... dei sensori di campo magnetico intorno ai fori)? Esiste modo di allestire lo schermo rivelatore in modo tale che riveli anche la direzione dell'impatto permettendoci di rinunciare alla luce? La cosa più strana non è però che i dieci franchi si spezzino e passino nelle due fenditure, quanto piuttosto che, quando qualcuno esclama lungo il tragitto "eih, dove sono i miei dieci franchi?", questi si ricompongano all'istante per interagire, di qua o di là. La cosa ancora più assurda è che, come tu hai giustamente detto, il controllo avviene dopo, quindi l'interazione non può portare la banconota a non spezzarsi... il controllo investirà la banconota già spezzata e che è già passata nel buco. Non si può spiegare come una semplice interazione dei fotoni della lampada con l'elettrone... è come se a ritroso investisse tutta la linea temporale a ritroso fino al momento in cui la banconota si spezza. Si sottraggono all'esistere, ma non al rapporto causa-effetto, dovendo quindi tornare ad esistere quando questo chiama. In conclusione, dopo questo esperimento, la nostra visione della realtà dovrebbe essere la seguente: quando un evento (inteso come evento materiale) avviene localmente, si scatena un fronte d'onda di informazioni probabilistiche che investe le località circostanti (che poi, anche qui, ci sarebbe da capire che si intenda con "circostanti"), e questo a catena - in pratica son sono oggetti materiali a viaggiare, ma solo informazioni - dando luogo alla materializzazione degli effetti che provocherebbe una delle possibili incarnazioni dell'informazione probabilistica solo quando un'interazione lo rende necessario; il tutto, peraltro, con un tempi che, tra origine e meta, non sono nemmeno paragonabili perchè, per quel che ne sappiamo, il tempo è assolutamente locale. In pratica, volendo essere proprio sintetici, nel rapporto causa-effetto le varie località sono molto più disgiunte di quanto le immaginavamo.
Bel video, tuttavia una cosa non capisco sul dualismo onda particella. Esistono delle camere a gas, dove si vede una sorta di "traiettoria" di una particella durante il suo "passaggio". Ma noi sappiamo che parlare di traiettoria con questi oggetti non ha senso. Ma allora ciò che si vede in queste camere cosa diavolo è se chi interagisce con il gas è di natura ondulatoria ? :-O
È una domanda interessante, una volta farò un video per tentare di spiegarla. Considera che quella traiettoria non viola le relazioni di indeterminazione, nel senso che se vai a zoomare, vedrai che una traiettoria "sfuocata", con risoluzione limitata, ma la tua domanda merita una risposta seria, ovviamente, che non mi è possibile sviluppare in un commento.
E' una traiettoria. Ti ricordo che nei vecchi tubi catodici si installavano i cosiddetti "gioghi di deflessione" per mandare l'elettrone dove si voleva sullo schermo. Chi vuole andare in MQ deve fare prima un bel corso di RadioVideotecnica. Se no si fanno solo elucubrazioni. .
@@giuseppegrande1473 Ehm, guarda che è il contrario. Sono le altre scienze che applicano la fisica. E so come funziona un CRT. Parli con un'elettronico. Tu vedi le cose per come nella tua disciplina ti serve vederle, un fisico le vede in modo approfondito. Un'elettronico difficilmente si preoccupa, ad esempio di giustificare l'effetto tunnel di un diodo o altri effetti fisici. All'elettronico interessa solo sapere che un diodo è un dispositivo che conduce se viene polarizzato direttamente sopra una soglia e viceversa (entro certi limiti ) non conduce. Difficilmente gli interessa la giustificazione fisica del perchè ciò accada.
@@gasparinizuzzurro6306 il tubo di Kroft poi divenuto tubo di Thomson ha dimostrato che gli elettroni sono particelle che hanno massa e che tale massa è in grado, nel vuoto spinto, di mettere in rotazione e spingere delle pale circolari montate su un asse di rotazione (rototraslazione). La doppia fenditura consente agli elettroni di creare un campo di onde elettromagnetiche che la singola fenditura non consentiva. Una antenna (qualsiasi corpo metallico) recepisce tale campo e presenta delle onde di tensione ad andamento sinusoidale smorzato, come nel disegno realizzato dal ricercatore.
@@gasparinizuzzurro6306 Il tubo vuoto di Crookes-Thomson ha dimostrato definitivamente che l'elettrone è particella dotata di massa. A tal punto da imprimere rototraslazione ad una piccola turbina trasparente in materiale leggerissimo. Perché generi un campo elettromagnetico e necessaria la doppia o tripla fenditura. Generato il campo l'antenna lo raccoglie mostrando il massimo stazionario nel punto di risonanza induttivo secondo una sinusoide di armoniche smorzate. Se anzicche' un filo od un unidimensionale si installa una piastra dove impattano gli elettroni si otterranno una serie smorzata di paraboloidi (ovvero tridimensionali).
Alcuni potrebbero anche venire riflessi, ma non è importante, quello che conta sono quelli che attraversano la barriera con le due fenditure. Se fai delle fessure anche sulla seconda barriera, alcuni elettroni attraverseranno anche la seconda, creando un ulteriore schema di interferenza, su un eventuale terzo schermo; schema che dipenderà da dove vengono posizionate le ulteriori fenditure. Ma è inutile complicare troppo il problema.
Grazie, interessante l'approccio basato sul significato cognitivo. Il dubbio però non è tanto sull analogia rilevatore-sistema cognitivo. È più difficile capire le frange di significato. Mi aspetterei una gaussiana con il picco al centro delle 2 fenditure, le code tagliate in corrispondenza delle 2 fenditure e poi, al limite, una frangetta per parte all'esterno delle 2 fenditure oppure qualche punto random. Non capisco come una spiegazione basata sul significato possa catturare la regolarità delle frange con i picchi di altezza decrescente, simmetrici rispetto al centro. Aspetto con ansia il video sul ragionamento umano per confronto
Hai ragione, la spiegazione che ho fornito può catturare solo una parte dell'intera figura a frange. Farò sicuramente una seconda parte del video, con l'esperimento cognitivo umano, che offre un'ottima chiarificazione.
Buondì Professore. Non nascondo che l'ultima parte riguardante la (nuova?) teoria 'concettuale' non mi sia molto chiara evidentemente perché non ho avuto tempo di leggerne i dettagli da qualche parte e anche perché, anche così facendo, ho i miei dubbi che sarei all'altezza comunque per capirla. Ma c'è della matematica sotto? A me sembra molto filosofia, anche se sono d'accordo che per capire il mondo si debba andare oltre la Matematica e che il nostro cervello debba costruirsi impalcature mentali per comprenderlo. Comunque il suo video mi ha fatto venire in mente che tempo fa vidi un video a riguardo che mi sorprese molto in quanto prodotto da una Signora non del 'mestiere': infatti era, ed è ancora, Dottoressa in Filosofia (sa, quanto sento Filosofia non mi metto ben predisposto). Non so se è lecito mettere qui il link per sottoporglielo, se è curioso mi faccia sapere. Grazie mille. Saluti.
Sì, c'è anche della matematica dietro, quella del formalismo standard della MQ, e della sua estensione nella sfera di Bloch generalizzata. Poi, nella descrizione di modelli probabilistici che sono a metà strada tra quelli classici e quelli puramente Hilbertiani... Ma è una lunga storia. Ad ogni modo, per maggiori informazioni sull'interpretazione concettualistica, puoi guardare: th-cam.com/video/iB7_FDgilY0/w-d-xo.html. PS: puoi certamente mettere un link, se ritieni che sia pertinente con il contenuto del video.
@@autoricerca E' un po' lunghetto, ma credo sia pertinente. Ed ho commentato anche quello. th-cam.com/video/RW2OM_89QFc/w-d-xo.html (PS Avevo già visto il video F37. Tra i tanti miei interessi su TH-cam c'è il tuo canale. Contavo di rimurginarci sopra)
Le faccio osservare che l'esperimento della doppia fenditura non aggiunge nulla ai fenomeni oscillatori dei campi elettromagnetici ben noti ed individuati più di un secolo fa nei triodi e nel circuito d'antenna avente una certa induttanza. La somma delle due probabilità non può essere la somma delle due gaussiane diviso due. Infatti il corpo fotosensibile o foto rivelatore posto a destra della lavagna ha reagito come una antenna, di data induttanza, che entra in risonanza in funzione della frequenza con la quale viene eccitata. Ecco perché ha un massimo. A fianco ha trovato altri due massimi (inferiori al primo) che sono solo armoniche smorzate sec. Fourier. Cambiando la frequenza di emissione degli elettroni o le caratteristiche della antenna (materiale, forma, estensione) troverà dei massimi di ampiezza superiore od inferiore.
Qualcuno ha realizzato l'esperimento della doppia fenditura posizionando la sorgente in maniera decentrata rispetto alle fenditure? Sarei curioso di sapere cosa succede.
Limpida e magistrale come sempre la sua esposizione caro professore. Mi conceda uno sproposito. E se invece di considerare la conseguenza probabilistica come semplice funzione d’onda (matematica), si consideri invece una “realtà” probabilistica, come derivata dello spazio-tempo, alla stregua delle derivate dinamiche. Il calcolo sarebbe diverso. Cordiali saluti
@@autoricerca nel senso, che la funzione d’onda non potrebbe essere concepita matematicamente come probabilità =1 o =0, ma una “realtà fisica” che può variare e che non può essere ne 1, ne 0; una forma asintotica.
@@domenicozamboni8502 Credo ci sia un po' di confusione circa il ruolo della "funzione d'onda". Nella teoria descrive lo stato del sistema, e può essere associate a delle ampiezze di probabilità. Queste ampiezze sono numeri complessi che possono prendere qualsivoglia valore. Le probabilità si ottengono poi tramite un procedimento matematico, detto regola di Born, che utilizza la funzione d'onda, per estrarre le probabilità relative a un determinato contesto di misura.
@@autoricerca e il ruolo di tali ampiezze di probabilità che non mi convincono di come vengono interpretate. Tuttavia come non detto; sempre gentile e la saluto.
Molto interessante, come sempre. L'esito dell'esperimento sarebbe diverso se le sorgenti di elettroni fossero due e posizionate ognuna di fronte alla propria fenditura?
@@autoricerca molto interessante, in questo caso è la posizione delle sorgenti o il fatto che siano due sorgenti distinte a determinare la "non interferenza " ?
Ci sono vari aspetti, se le due sorgenti emettono a intervalli distinti, è ovvio che non vi possa essere interferenza. Se emettono in simultanea, siamo in una situazione sperimentale dove più di un ente alla volta è presente nell'apparato, bisogna quindi vedere in che misura vi è interazione tra le diverse entità, oltre a considerare che mancheranno le condizioni di coerenza di fase tra le due sorgenti tali da permettere la costruzione di una schema di interferenza stabile. Ma la mia risposta è vaga, bisognerebbe davvero entrare nei dettagli (e dovrei riflettere meglio).
Mi piace l'approccio concettualistico, e più ancora mi intriga il fatto che, se gruppi di esseri intelligenti , diciamo umani, venissero sottoposti a domande che lascino il dubbio, e se le loro risposte venissero ordinate su base statistica, otterremmo una specie di interferogramma! Ma qui volevo porre un'altra domanda: Che cosa accadrebbe se lasciassimo passare attrverso le due fenditure , alternativamente un positrone e un elettrone? Otterremmo due pattern identici e sovrapponibili che quindi si annullano? Il mio "dubbio" e quello forse di molti altri è totale su tutta la estensione dello schermo ,e a maggior ragione dovrei vedere tutto lo schermo vuoto?
Lo schermo con le due fenditure dovrebbe essere formato da antimateria, altrimenti, al passaggio del positrone, la probabilità di annichilamento sarebbe troppo alta.
la ricerca scientifica si basa sulla sperimentazione ed io come neofita prima di tradurre il concetto in formule di domande ne avrei mille. se ripetessi lo stesso esperimento con 100 elettroni più volte avremmo gli stessi risultati ripetuti? i risultati cambiano in base alla dimensione delle fenditure? cosa accadrebbe se ci fossero altre due fenditure prima dello schermo rivelatore? se lo schermo rivelatore fosse ad 1km di distanza avremmo gli stessi risultati ? ecc ecc magari sono domande banali ma per un curioso youtuber sono divertenti, almeno per me grazie e complimenti ps l'esperimento dell'occhio per capire dove passa l'elettrone non dovrebbe fallire per l'interazione con la luce?
Domanda: se ripetessi lo stesso esperimento con 100 elettroni più volte avremmo gli stessi risultati ripetuti? Risposta: sì, gli stessi risultati, come figura generale, ma non esattamente gli stessi impatti individuali sullo schermo. Domanda: i risultati cambiano in base alla dimensione delle fenditure? Risposta: sì, la dimensione è importante, e deve tenere conto delle lunghezze d'onda tipiche delle onde di probabilità entranti. Domanda: cosa accadrebbe se ci fossero altre due fenditure prima dello schermo rivelatore? Risposta: non molto, semplicemente, la figura di interferenza si affievolirebbe. Domanda: se lo schermo rivelatore fosse ad 1km di distanza avremmo gli stessi risultati ? Risposta: no, la distanza dello schermo è importante.
Grazie per l'apprezzamento. Ho accennato nel video che in quel caso la figura di interferenza viene meno e si osserva una distribuzione di impatti figura che corrisponde alla media delle due distribuzioni che si ottengono quando le due fenditure sono aperte solo una alla volta.
@@fabiospadaro4400 È semplice, la domanda a cui risponde di volta in volta lo schermo rilevatore, in questo caso, è qualcosa del tipo: "Qual è un buon esempio di punto di impatto di un elettrone che è stato osservato, tramite una fonte luminosa, emergere dalla fenditura 1". E stessa domanda per la fenditura 2, quando la luce diffusa dall'elettrone permette di determinare una corrispondenza con la fenditura 2. La fonte luminosa risolve l'ambiguità '1 o 2', quindi, a seconda di quello che si rileva di volta in volta, la domanda cambia.
Se si mette una fonte luminosa per osservare l 'esperimento, il risultato non rispecchia la vera natura degli elettroni(il dualismo onda particella) perche' i fotoni della fonte luminosa alterano l' onda riducendola a comportarsi come un insieme di particelle. Questa potrebbe essere una spiegazione dello strano esperimento. Ma servono nuove formule per completare il quadro. Tutto questo riguarda anche la relazione tra meccanica quantistica e forze elettromagnetiche deboli, cosa poco esplorata fino adesso. Comunque anche le leggi della termodinamica vanno riviste perche' forse c' e' qualcosa di incompleto.th-cam.com/video/JUypP-_zIyo/w-d-xo.html
La natura degli elettroni non cambia, cambia solo il loro stato. Inoltre, il comportamento simil-particellare emerge solo se, a seguito dell'interazione con gli elettroni, i fotoni vengono misurati, di modo che l'informazione circa la fenditura dalla quale sono passati gli elettroni diventa disponibile. Se tale informazione non viene attualizzata, i fenomeni di interferenza persistono.
Gentilissimo dottore, innanzitutto ci tengo a ringraziarla per lo splendido contenuto, ho scoperto da poco il suo canale (con questo video per l'esattezza) ma cercherò di rimediare recuperando molti dei suoi video e consigliandolo a chiunque possa avere interesse in simili argomenti. Per quanto riguarda la spiegazione cognitivo-concettuale, essendo io filosofo, non ho avuto troppe difficoltà a coglierla e comprenderne le implicazioni, sia ontologiche che epistemologiche, pertanto mi piacerebbe approfondire tale approccio: che lei sappia esistono testi in italiano che affrontano questa teoria? Al riguardo della possibile obiezione che lei giustamente propone come una delle possibili, mi verrebbe da rispondere attraverso alcune delle recenti teorie delle neuroscienze, ovvero, l'intelligenza emotivo-affettiva che trova i suoi campioni in Panksepp e Damasio, per cui, partendo da questo quadro teorico, la risposta, seppur apparentemente banale, è che noi riusciamo a districarci in situazioni che richiedono risposte "esistenziali" grazie al fatto di provare emozioni. In sostanza, molto spesso, è la nostra storia socio-bio-emo-cognitiva che ci permette di gestire domande o situazioni che hanno questa tipologia di struttura. È stato dimostrato, proprio da Antonio Damasio, che persone con lesioni delle corteccia cerebrale localizzate in determinati punti, sono incapaci di provare emozioni e allo stesso tempo non riescono a fornire risposte a domande in cui, essenzialmente, non esiste una risposta "corretta".
Grazie per il tuo interessante commento. Il prossimo numero 24 di AutoRicerca (lo pubblicherò a breve) conterrà molto materiale in italiano (autoricerca.ch/journal). Altrimenti, dell'interpretazione concettualistica ne parliamo un pochino anche in questo testo in italiano: www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825526370.
Noto con piacere di non essere l'unica persona di formazione umanistica che si lascia catturare dai tuoi video. Domanda: "è possibile che l'intero universo si comporti come uno schermo rivelatore? E in questo caso è possibile che la domanda sia posta da ogni singolo osservatore(intendendo per tale ogni singola entità, piccola o grande, semplice o complessa esistente nello spaziotempo)?
Seguendo la logica di quello che scrivi, la domanda verrebbe posta dall'universo, e le diverse entità dell'universo, attualizzando diverse proprietà, nel corso delle loro evoluzioni, cercherebbero di volta in volta di risponde a quella mitica e antica domanda... che non conosciamo... o forse conosciamo... ma sto divagando... Grazie per l'ascolto.
@@autoricerca Al momento ho l'impressione che le entità, come un'eco, rispondano con la stessa domanda che è stata loro posta... in una storia infinita di reciproca interrogazione... grazie per la tua divagazione.
al minuto 45 non mi convince l'intuizione basata su domande e risposte. Ve bene che non posso trovare molti punti in corrispondenza delle fenditure, perché ciò significherebbe la negazione del dubbio. Ma OLTRE le zone vicine alle fenditure no, lì possono arrivarci "risposte" coerenti "come se" fossero collegabili, anche se in misura diversa, a entrambe le fenditure. Quindi mi aspetterei due frange sfumate alle due estremità, senza ulteriori oscillazioni. In realtà credo che qualunque cosa sia questa entità deve simulare molto bene un'onda per poter dare dei risultati così simili all'interferenza tra onde.
L'onda è un buon modello. Quello che spiego, circa il processo di tipo cognitivo, è solo indicativo, e non permette di comprendere la complessità di tutta la figura. D'altra parte, nemmeno è possibile comprendere la complessità delle figure di interferenze che si ottengono analizzando i dati degli esperimenti di psicologia sperimentale... tornerò sull'argomento.
Quindi, i 10 franchi come concetto possono essere visti come informazione. L' informazione esiste al di fuori del mondo fisico. Come le regole del gioco della briscola: anche se distruggessimo tutti i mazzi di carte del mondo, le regole continuano a esistere.
L'idea è questa, ma "informazione" non è il termine migliore secondo me. Il termine "entità concettuale" è migliore. L'informazione fa sempre riferimento a qualcosa, mentre un concetto ha una sua realtà a prescindere dall'informazione che abbiamo... è un po' come distinguere un'ente dal suo stato...
Beh, non esageriamo, non proprio 'opposti'. Un rilevatore, rilevando, al contempo necessariamente rivela ciò che rileva, mentre in effetti un rivelatore, rivelando, non necessariamente rileva delle specifiche proprietà, a parte l'esistenza di ciò che rivela. Uno schermo, in tal senso, rivela e al contempo rileva una posizione specifica dell'elettrone (e a dire il vero, nemmeno rileva, ma crea, nel senso di 'attualizza'). Ma ti ringrazio per l'osservazione. Nel video, se sei attento, potrai 'rilevare' che uso entrambe i termini, in una sorta di strana sovrapposizione. Dando la parola all'accademia della crusca: "nel linguaggio settoriale della scienza e della tecnica si usa rivelare per indicare l’individuazione della presenza di una determinata sostanza, mentre si ricorre a rilevare per misurarne la quantità o la concentrazione". Quindi, se fossi stato più attento, avrei dovuto sempre dire "rilevare". Il problema è che la parola 'rilevare' è più difficile da pronunciare, e così il 'pensiero veloce' la trasforma spesso in 'rivelare'. Quest'ultima parola, comunque, è interessante, perché il suo significato è 'velare due volte. E in effetti, questo è quello che fa: svelando la localizzazione dell'elettrone, vela la sua vera natura, che non è quella di entità localizzata. Un saluto.
La risposta alla legge dell’attrazione, la risposta alla domanda sono io che la determino(a parer mio) non voglio aprire un vespaio. Grazie per il video.
Il mistero dell'esperimento della doppia fenditura è determinato dal seguente errore di principio: l'elettrone è considerato una entità a se stante. Sovvertendo i principi della fisica universalmente riconosciuti consideriamo l'elettrone una particella circondata da quanti (fotoni). Essa ricalca la struttura atomica (elettroni in movimento su orbite attorno al nucleo). Con questo presupposto nell'attraversamento delle fenditure si generano le interferenze che producono sullo schermo rilevatore le tipiche frange. Ragionevole spiegazione al dualismo onda-particella dell'elettrone.
Probabilmente non avrebbe convinto nemmeno me, se avessi visto il mio video e ne avessi sentito parlare per la prima volta. Nel prossimo video spiegherò un esperimento della doppia fenditura di tipo cognitivo, nell'ambito della cognizione umana, che aiuterà a capire qualcosina in più...
Da anziano dilettante. L' elettrone ,franco, si divide in spiccioli, attraversa 1 o 2 feritoie, si riaggrega nel franco e procede secondo leggi di probabilità. La luce della misurazione riaggrega gli spiccioli nel franco che procede secondo leggi di probabilità, come se avesse attraversato, da franco, l' una o l'altra delle feritoie. ?
sono al minuto 19 e penso: in effetti non è sufficiente la rivelazione puntiforme degli elettroni per concludere che dalla sorgente escono corpuscoli. Se questa invece irradia un "campo" non ha senso "rallentarlo fino a ottenere una rivelazione prima di una successiva emissione". L'elettrone - in quanto eccitazione del suo "campo", non esiste finché il campo non interagisce e quando lo fa segue una delle poche cose certe della meccanica quantistica: che la natura è quantizzata. PS il campo si estende SEMPRE attraverso ambedue le fenditure.
davvero ostica l'idea dell' entità cognitiva. mi ricorda, mi si perdoni la metafora, il fulmine nella fase ascendente quando colpisce la terra ma sale al cielo. Cioè a dire, la risposta non è esattamente generata dalla domanda, ma vi è una ciclicità senza "origine". inoltre: se lo schermo rivelatore si comporta in modo cognitivo, mi domando come potrebbe cambiare l'esperimento cercando di ingannare lo schermo. cambiando schermo (intendo nella composizione fisica) cambierebbe la risposta? ponendo fenditure in più o in meno, alcune magari finte, cambierebbe la risposta? oppure, questa entità cognitiva risponde sempre nello stesso modo perché anch'essa è legata a modelli matematici universali?
La risposta cambia se viene cambiato il setting sperimentale. Chiudere una delle due fenditure è un modo per farlo. Allontanare di molto lo schermo è un altro modo, ecc. La composizione degli schermi conta poco, nella misura in cui la loro struttura atomica permette sempre l’assorbimento dell’entità che interagisce con essi. L’entità cognitiva “schermo” dà ogni volta una risposta differente (perché non è prevedibile l’impatto), ma non cambia il suo “modo di rispondere”, che è quello descritto dalla regola probabilistica quantistica (detta di Born). Cambiando il setting cambia però la domanda, quindi cambia anche la distribuzione delle risposte. Piu avanti farò un video sull’esperimento della doppia fenditura in ambito psicologico (con soggetti umani), che aiuta a meglio capire. Grazie per l’interesse.
Forse mi sto sopravvalutando ma la spiegazione potrebbe essere semplice la particella viaggia sia come onda che come particella cosicchè l'onda passa fra tutte e due le fenditure ma la particella solo da una delle due fenditure che a caso probabilistico puo passare da una o l'altra 😲🤭🤔
È essenzialmente l'approccio dell'onda pilota inizialmente proposto da Louis De Broglie e in seguito sviluppato da David Bohm, dove la nozione di onda viene rimpiazzata con quella di "potenziale quantistico"...
Io preferirei vedere gli esperimenti fatti realmente con gli strumenti reali. Tutti utilizzano la lavagna che io lascerei ai calcoli. Nessuno che ci faccia vedere esperimenti.
Beh, io discuto della materia da un punto di vista teorico. Un fisico sperimentale ti descriverà gli esperimenti, che tra l'altro sono facile da realizzare se si usa una sorgente elettromagnetica. Vedi ad esempio: th-cam.com/video/O81Cilon10M/w-d-xo.htmlsi=hhZUfngqjgcvMZoR
Mi piacerebbe aprire un dibattito di commenti, risposte e contro commenti riguardo al tema. Se fossd un'onda materiale (come un branco di sardine che si divide quando incontra l'ostacolo e poi si riunisce) quando inserisco il rivelatore di luce tra le due fenditure dovrei vedere l'elettrone passare da entrambe le fenditure a meno che non possa riunirsi subito dopo le fenditure prima del rivelatore. Se invece fosse materia che pulsa come un cuore che batte e genera un'onda "non materiale" l'onda stessa passando dalle 2 fenditure interferisce con se stessa. Se inserisco il rivelatore luminoso questo potrebbe far si, poiché ha quantità di moto, di ridurre l'ampiezza dell'onda generata, non della frequenza in modo tale da far assomigliare l'elettrone ad una particella. Domande 1) se distanzio le fenditure cosa succede? 2) Nell'esperimento si rilevano anche dei fenomeni di diffrazione? 3) Non si rilevano fenomeni di diffrazione perché le fenditure sono troppo larghe 4) L'esperimento è mai stato fatto con dei neutrini, o è impossibile da realizzare? Ringrazio anticipatamente per le risposte e contro commenti
(1) le due fenditure devono essere sufficientemente ravvicinate, quanto?, dipende essenzialmente dalla lunghezza d'onda tipica che può essere associata alle entità quantistiche utilizzate. (2-3) i fenomeni di diffrazione dipendono anch'essi dalla lunghezza d'onda, si manifestano quando è paragonabile alle dimensioni della fenditura, ma si può fare in modo di renderli poco rilevanti. (4) è possibile realizzarlo in teoria, ma impossibile in pratica, a causa dell'immensa difficoltà di lavorare con i neutrini.
domanda sciocca fatta da un profano... Se l' elettrone fosse paragonabile ad una bolla di sapone che si espande? Nel viaggio verso le 2 fenditure scoppierebbe (collasso d'onda) in corrispondenza dell' ostacolo, per poi ripartire da entrambe le fenditure (una bolla che "scoppia" su 2 buchi traferisce la sua parte saponata su entrambi e semplicemente soffiando da 2 otteniamo 2 bolle), le bolle così si possono sommare o attaccare o procedere separatamente per poi scoppiare (altro collasso d'onda) sulla superficie rilevatrice. Così sarebbe particella (bolla) e onda (bolla che si espande e divide/ricongiuunge) allo stesso tempo. Chiedo venia se dico fesserie, parto dal presupposto che dalla doppia fenditura l' elettrone attraversi sempre contemporaneamente entrambi i passaggi.
É che gli elettroni si trasformano in fotoni e viceversa...E sono quindi onde anche orizzontali ,e l'elettrone-fotone passa così da ambedue le fenditure.
Lei ha messo a nostra disposizione il suo sapere. Un grazie non basterebbe. Complimenti davvero
Molto gentile, grazie davvero per l'apprezzamento,
Molto piacevole, pensavo di annoiarmi ad ascoltare per l'ennesima volta l'esperimento della doppia fenditura, ma mi sbagliavo. Ricordavo la tua virtù di rendere commestibile l'indigeribile e anche questa volta sei stato bravissimo e chiarissimo. L'aspetto cognitivo mi ha fatto cadere dalla sedia, ho voluto riascoltarlo tutto. Intrigante e poetico. Complimenti
Ti ringrazio per i complimenti, sei molto gentile.
Io mi muovo all'interno delle discipline giuridiche.......ho nostalgia dei bei tempi della fisica Newtoniana..........ora con la fisica quantistica bisogna cambiare tutto le nostre categorie concettuali........la sua esposizione mi ha permesso di intuire una coupure tra reale e pensiero.....davvero molto bravo grazie
Grazie a te per l'apprezzamento, e per l'ascolto.
La ringrazio per essere uno dei pochi che ha il coraggio di fare video lunghi e piuttosto approfonditi su TH-cam! Riascoltare questi argomenti, studiati all'università, esposti in modo divulgativo da Lei che ha una comprensione profonda della disciplina, permette di rivalutare i concetti (ritengo che sia utile ogni tanto "liberarsi della matematica" per analizzare i concetti da un altro punto di vista, tanto quanto è necessario analizzare i fatti in modo rigoroso e matematico per non restare solo in superficie). Grazie!
Grazie a te Roberto per il cortese apprezzamento.
La Matematica, in fondo, resta un modo (un linguaggio…) per “semplificare” le cose e i fenomeni (attingendo a entità concettuali “inesistenti”; in natura non esistono sfere, triangoli, ecc., ma solo loro approssimazioni molto più “complesse”) con un buon esito rassicurante! Ma questo ci è concesso solo sul macrolivello: scendendo nell’abisso del micromondo, dove non è più così facile “idealizzare”, la complessità diventa irriducibile e forse anche la Matematica, così come l’abbiamo sempre intesa, non riesce più ad assolvere al suo antico compito rassicurarante. Ecco che, allora, le “Scienze esatte” imboccano anche loro la via del “cognitivo” (mentale). Un aneddoto personale: cinquant’anni fa lasciai gli studi di Fisica (a Napoli, dopo il I biennio) per studiare Psichiatria (la “meno esatta” delle discipline umanistiche…). Oggi, dopo quarant’anni di professione psichiatrica mi ritrovo “ricongiunto” alla Fisica percorrendo il viadotto della teoria quantistica. Guarda tu, la vita!…😅
E' sempre un piacere ascoltarla, si percepisce la passione sincera e il desiderio di condividerla. Grazie
Grazie per il cortese commento, e per l'ascolto.
Davvero brillante, è un onore aver scoperto il suo canale Professor Sassoli. Grazie!
Grazie per l'ascolto e per l'apprezzamento!
Molto ben fatto e supportato. Idealmente mi sono alzato in standing ovation e ho applaudito a lungo convinto che anche altri lo stessero facendo nello stesso momento. Davvero cognitivo.
Grazie per il cortese apprezzamento 👏👏👏
Non conoscevo questo approccio concettualistico alla meccanica quantistica. Approfondirò certamente. Grazie per lo stimolo😊
Grazie a te per l'apprezzamento.
Bellissimo! Grazie.
"L'universo assomiglia di più ad un grande pensiero che ad una grande macchina" (J. Jeans)
Grazie a te Riccardo.
Una grande macchina non può che essere espressione di un grande pensiero.
Sei un grande. Molto utile
Molto gentile
Non avevo mai sentito un approccio di questo tipo. Condivido pienamente, corrisponde pienamente al modello di universo che mi diverto a elaborare. Mi piacerebbe condividerlo e discuterlo.
Grazie per il bellissimo video
Grazie a te per l'ascolto, e per l'apprezzamento.
semplicemente affascinante!
Grazie per l'apprezzamento, indubbiamente, si tratta di un'ipotesi affascinante.
@@autoricerca ci sarebbero analogie economiche molto interessanti su elementi o valori che hanno comportamenti "strani" in funzione del modo di osservarli.
Trovo l'interpretazione concettuale della MQ un utile strumento per altre discipline
Congratulazioni Prof. per il video molto esplicativo, da profano trovo suggestiva l'idea che il venir meno della manifestazione fisica (cit. 35:01 ) dell'oggetto usato nell'esperimento sia da attribuire all'operatore immaginario (i) presente nell'eq.di schrodinger.
Addirittura ho sentito dire da altri suoi colleghi che la particella nel tragitto percorso semplicemente non esiste in realtà.
Alla fine mi sono rassegnato all'idea che a livello microscopico massa ed energia sono intercambiabili, d'altra parte se considerassimo una manifestazione ondulatoria dell'elettrone (un'onda è energia che si trasferisce) la domanda da porre a livello concettualistico sarebbe : "quale è la traccia più probabile che l'onda manifesta nel passare attraverso la fenditura 1 e (AND logico) la fenditura 2 ?"; questo perchè l'onda attraverserebbe simultaneamente le due fenditure; e la figura d'interferenza sarebbe la risposta più plausibile.
Trovo comunque la vostra interpretazione concettualistica molto suggestiva e spero possa essere dimostrata quanto prima.
Grazie per l'apprezzamento. Dire che l'entità smette di esistere è evidentemente scorretto. Semplicemente, non si trova più in uno stato spaziotemporale. Massa ed energia sono intercambiabili a ogni livello, micro e macro (E = mc^2).
Grazie per la chiarezza espositiva
Grazie a te per l'ascolto, e per l'apprezzamento.
Superbo, non aggiungo altro, grazie
Molto gentile, grazie.
Grazie Prof, ho scoperto recentemente il suo canale e devo dire che le sue spiegazioni risultano chiarissime anche ad un profano come me...
Grazie per il cortese commento e per l'apprezzamento.
E' veramente bello seguire le sue spiegazioni dense di ragionamento. Si offende se dico che traspare tanta Umiltà nel suo descrivere? Anticipo la risposta: Penso che abbia colto il concetto che intendo, con somma umiltà da parte mia (questa volta). Intendendo, io, che la sua chiarezza è veramente somma che manifesta tanta gioia a divulgare tanto sapere. Grazie Professore!
Penso che senza una buona dose di umiltà sia difficile percorrere un cammino di vera ricerca. Grazie per il cortese apprezzamento, e per l'ascolto.
..che bello!
Mi ha fatto tornare indietro di trentacinque anni quando studiavo all'universita. All'epoca ero solo "mentale", ora ho un'approccio più "filosofico".
Perchè non chiedere direttamente all'elettrone del perchè si comporta in quel modo strano? E sopprattutto bisognerebbe chiedergli:
"Chi sei veramente??!! Sei solo un semplice elettrone che conta meno di zero nell'universo o anche tu, singolo elettrone, servi a qualcosa? Hai un'anima caro elettrone? Hai un'ombra energetica forse? Perchè sei cosi negativo? In che tipo di energia ti muovi?...solida? liquida?o forse gassosa?"
Dai parlaci un pò di te caro elettrone!..perchè noi umani...soprattutto gli studiosi di fisica pensano che Tu sia un oggetto di studio sul quale si possano fare le peggio torture possibili e devi comportarti come l'umano vuole....altrimenti sò ca... amari!
QUINDI TI CONVIENE A PARLARE CON LE BUONE!!!
Chissà, magari lui ha anche già risposto risposto!
;-)
Grazie per avermi dato la possibilità di fare alcune riflessioni.
Grazie a te per l'ascolto.
Sto leggendo il libro di Federico Faggin "Irriducibile" e sono capitata su questo video per ripassare e approfondire l'esperimento della doppia fenditura. Io vengo da una formazione umanistica, ma sono affascinata dalle possibili implicazioni della fisica quantistica, dagli orizzonti che apre verso una concezione non più materialistica dell'universo, ma "panpsichica", dove la coscienza è all'origine di ogni cosa. La ringrazio per questa bella lezione, più dettagliata di altre che avevo sentito e comprensibile anche a chi non studia fisica. Sicuramente questo canale mi sarà molto utile per approfondire altri argomenti. Iscrizione effettuata! Buona serata.
Grazie per il cortese commento e benvenuta!
Molto ben fatto!
Domanda.
In tutti i casi che ho visto o letto non ho mai visto prendere in considerazione il lato temporsle, il 'tempo di volo' dell'elettrone.
Come è la distribuzione? Dubito sia facile sperimentalmente eseguire il test, ma matematicamente?
Se immaginiamo le situazioni: fenditura 1, 2, interferenza
Analizzando ogni singolo 'impatto' dovremmo avere tempi di volo' diversi nelle 3 ipotesi o sbaglio ?
È una buona domanda. Se la misura del tempo di arrivo permettesse di ottenere delle informazioni sulla fenditura da cui è passata l'entità, la sua misura porterebbe sicuramente a una distruzione della figura di interferenza. Non credo però, in un setting simmetrico, con la fonte posizionata centralmente rispetto alle due fenditure, che una tale informazione temporale possa di essere di aiuto in tal senso, ma non ho mai riflettuto attentamente alla cosa, quindi quello che scrivo è da prendere con beneficio di inventario. Grazie per l'apprezzamento.
Caro Dottor Sassoli, la sua capacità di esposizione è veramente eccellente, i 48 minuti del suo video sono trascorsi in un attimo. Premetto che la visione "ondulatoria" dell'esperimento della doppia fenditura non mi ha mai convinto del tutto; infatti, con estrema faciloneria, su testi elementari di MQ, si interpreta la figura a bande che si forma sullo schermo come prova evidente di un fenomeno di tipo ondulatorio; in realtà, come visto, quando si ripete l'esperimento inviando un elettrone alla volta si genera lo stesso tipo di sruttura a bande, quindi, mi sono sempre detto, che la figura che si forma, certo, ricorda molto da vicino la figura di interferenza di un fenomeno ondulatorio, ma non necessariamente lo è. Per quanto riguarda l'interpretazione concettualistica della meccanica quantistica, devo dire che non avevo mai sentito parlare, sicuramente offre spunti molto interessanti su cui riflettere, potrebbe offrire un nuovo tipo di visione della realtà.
Ti ringrazio per il commento. Entro breve cercherò di fare una seconda parte di questo video, per meglio elucidare la sua possibile interpretazione nell'ambito dell'interpretazione concettualistica.
Like 155 meritatissimo , Prof mi sta itroducendo in un mondo fantastico o fantasticamente bello
Grazie mille. Si osserva ciò che si vuole osservare. In pratica è come se questo esperimento fosse la rappresentazione di un neurone, diciamo devoluto e parziale, che registra una porzione di un semplice pensiero: non datur saltus
Spiegazione chiara e coinvolgente.
Sarebbe bello però visualizzare gli esperimenti come sono stati eseguiti al loro tempo, cioè dare un aspetto "reale" alla lavagna.
Cosa ha usato Young per eseguire l'esperimento?
Non è la mia materia ma mi ha incuriosito, se la prima barriera, quella delle fenditure fosse anche un rivelatore, quanti elettroni non passerebbero per le fenditure rispetto a quelli che passerebbero, e che figura descriverebbero? Se fosse possibile direzionare un elettrone con, mi permetta il termine, un "condotto" verso una delle due fenditure otterrei lo stesso delle frange?
Grazie mille
Non tutti gli elettroni passano attraverso la prima barriera. Alcuni vengono assorbiti da essa. Solo quelli che non vengono assorbiti, e raggiungono lo schermo finale, formano la figura di interferenza. Se potessi condurre gli elettroni a passare con certezza attraverso una o l'altra fenditura, allora non otterresti più le frange di interferenza.
Prof. Sassoli, (sono ancora io!): non si può immaginare che una sorgente di luce, per quanto debole, possa perturbare un sistema obbligando un'onda a collassare fisicamente in un punto materiale. Se il sistema non viene perturbato vedremo delle interferenze ma se viene perturbato da una cessione di energia da parte di un fotone le cose cambiano (beninteso che è una domanda!). Grazie ancora
Perturbare il sistema non significa farlo collassare, nel senso in cui lo intendi tu, significa semplicemente modificare il suo stato. Per obbligare un entità quantistica a collassare in uno stato localizzato spazialmente, è necessario utilizzare un'entità macroscopica.
Grazie, davvero. Era un po' che non spolveravo la MQ. Sempre intrigante (la MQ).
Grazie a te per l'ascolto.
Molto interessante
Mi fa piacere. Grazie per l'ascolto.
Metto mi piace anche se la matematica è mia nemica giurata, perché l'argomento mi affascina
Grazie per il cortese apprezzamento.
Buongiorno prof.
Immagino che ovviamente gli esperimenti sono stati eseguiti nel vuoto e nel buio totale, con ciò facendo venir meno l'dea che gli elettroni possano interagire con altre particelle sul loro percorso fino allo schermo, oltre ad utilizzare i neutroni invece che gli elettroni.
Assolutamente sì.
@@autoricerca Prof., però, se facessimo l'esperimento con la doppia fenditura all'interno di una scatola nera, il materiale della scatola emetterebbe comunque radiazioni termiche verso l’interno perché la sua temperatura è superiore allo zero. Di conseguenza i corrispondenti fotoni, appunto ambientali all'interno della scatola nera, interagirebbero con gli elettroni che vengono utilizzati, ma ho anche appena letto che i medesimi fotoni interagirebbero anche con i neutroni. L'unico comportamento a questo punto da spiegare, è quello conseguenziale a quando viene inserita una sorgente luminosa oltre le 2 fenditure. Concorda ?
Si conosce bene l'effetto di una perturbazione dovuta a una sorgente luminosa. Quello che conta è se la fonte permette o meno (a seconda di come viene posizionata, ecc.) di identificare la fenditura tramite la quale il neutrone o elettrone passerebbe. In linguaggio tecnico, si parla di "which path information" @@ipergiovanni
Bellissimo video, come altri suoi che avevo visto. Volevo chiederle: il primo schermo, quello con le fenditure non potrebbe essere già lui stesso uno "schermo cognitivo" e quindi lo schermo di fondo una sorta di analisi mediata del fenomeno cognitivo? Altra cosa, detta in questo modo è come se lo schermo di fondo, di sua volontà, presagisse l'ambiguità della particella, e desse risposte a questa ambiguità, messa così sembra esser lui a prendere l'iniziativa, in modo quasi premeditato, un predisporsi diciamo, mentre è l'elettrone che prende l'iniziativa. Non può porre prima una domanda e le ipotesi connesse, e lui stesso nella sua dinamica a generare la risposta (le interferenze), è una sua proprietà, non una proprietà analitica dello schermo di fondo (infatti è probabile che quella dinamica di interferenze, senza poterla vedere, ci sarebbe lo stesso senza lo schermo). da questo punto di vista sento una contraddizione di fondo, oppure forse ho preso in modo troppo letterale la metafora cognitiva? la ringrazio se vorrà rispondere.
Capisco la perplessità. Quella che chiami figura di interferenza, non esiste in senso attuale, ma solo in senso potenziale. Certamente, come potenzialità, è contenuta nello stato dell'ente misurato, a prescindere che venga misurato, ma è il sistema misuratore che, sensibile al significato veicolato da tale entità, lo attualizza concretamente, rendendolo visibile, quando vengono raccolti sufficienti risultati. L'agente, è lo strumento di misura. Questo può essere identificato con la totalità del set up sperimentale. Dire che è solo lo schermo rivelatore è a dire il vero un'ipersemplificazione.
@@autoricerca La ringrazio per la risposta
Bene! 😊
Ottimo!
Massimiliano... mi sorge spontanea questa domanda: se piazzo la fonte luminosa ma non gli occhi, ottengo la figura di interferenza?
È necessario, per distruggere la figura di interferenza, che l'informazione relativa alla fenditura dalla quale è passata l'entità quantistica sia disponibile, quindi che sia stata attualizzata. Se nulla interagisce con i fotoni, rilevandoli, questa informazione non è disponibile e la figura di interferenza, in linea di principio rimane, sebbene possa essere leggermente alterata a causa della presenza della fonte luminosa aggiuntiva.
@@autoricerca Quello che tu dici è pieno di significato, in quanto slega l'eliminazione dell'interferenza da una qualche interazione fotone-elettrone, ma la costringe davvero all'attualizzazione dell'informazione sull'elettrone. La cosa più incredibile in tutto ciò è che la rilevazione di cosa sia successo avviene a posteriori, quindi la "scelta" è già avvenuta.
Sarei tentato di considerare tutto onda materiale, ogni manifestazione della materia, la particella stessa. Il discrimine, intuitivamente, è che l'onda materiale è uguale a se stessa, mentre la particella è variabile. Ora, nel tentativo di giustificarmi la variabilità degli "impatti" sullo schermo rivelatore, ti chiedo: che cosa è, in ultima analisi, l'"impatto"? Una interazione tra il campo ondulatorio dell'elettrone ed un qualche campo ondulatorio dello schermo? Bisognerebbe riuscire a rispondere a questa domanda in modo da giustificarne la variabilità...
fantastico.....in tutti i sensi!
Molto bella l'esposizione, pero' ho un dubbio. E comunuqe possibile mettere lo schermo ad una distanza opportuna per fare in modo che la figura di interferenza sia costruttiva in "corrispondenza" delle due fenditure.
A mio avviso lo schermo puo solo rispondere alla domanda: "Dove e' stato rivelato l'elettrone?"
Ma la domanda piu' "simpatica" e': la carica dell'elettrone passa dalla fenditura uno o dalla due?
Come fa a "conservarsi" la carica se si "spezza"? Ovvero inizia che e' conservata, finisce che e' conservata, ma quando "passa" da "entrambe" le fenditure che cosa succede alla carica?
Se sposti lo schermo molto lontano, tipicamente finirai con lo sfuocare la figura di interferenza. Vedi anche la discussione dell'esperimento di scelta ritardata (Sezione3) in: autoricerca.ch/journal/articles/aer-sas-soz-vel_interpretazione_concettualistica. Altrimenti, la carica non si "spezza", perché uno stato di sovrapposizione si esprime su un piano più astratto del reale (ma non per questo irreale): quello delle possibilità, o potenzialità.
Prof. Sassoli, le sottopongo un ragionamento e mi dica lei dov'è l'errore e/o l'incompletezza: se penso a un elettrone come a un'onda sonora la cosa non mi provoca grandi sconvolgimenti interpretativi perchè io mi accorgo dell'esistenza dell'onda nel momento in cui c'è un orecchio che interagisce con l'onda stessa, in quel momento l'onda acquista una posizione spaziale precisa definita dalla posizione dell'orecchio che la traduce in suono. Non potrebbe succedere qualcosa di concettualmente simile nel caso del comportamento "bipolare" delle particelle? Grazie se vorrà rispondermi ma l'argomento è veramente intrigante.
Una stessa onda sonora può essere percepita, contemporaneamente, da due o più orecchi. Nessun singolo elettrone può invece essere rilevato contemporaneamente da due rivelatori: lascia sempre una sola traccia.
@@autoricerca Adesso capisco meglio il significato di funzione d'onda che collassa dell'interpretazione standard. Grazie
Bellissima e affascinante questa spiegazione. Si può affiancare a ciò che dice a riguardo Carlo Rovelli?
Una piccola disgressione per chi conosce gli scritti di Pavel Florensky: sembra di risentire ciò che lui scriveva sulla profonda indeterminatezza della natura.
Ti ringrazio per l'apprezzamento. L'approccio di Rovelli è differente rispetto all'interpretazione concettualistica. Ma non è semplice spiegare in due parole perché.
Al minuto 16:00 / 17:00 lei dice che è difficile pensare all'elettrone come un'onda di energia perché sullo schermo rilevatore viene registrato come un punto. Ma pensandola come onda spaziale si otterrà comunque un "punto" di contatto, e come si fa a quantificare l'energia sufficiente per creare sullo schermo un punto? Non si può comunque giustificare un punto di rilevazione anche se è solo una piccolissima parte dell'onda che tocca "per prima" lo schermo? Spero di essermi spiegato.
Il punto di rilevazione corrisponde a una transizione energetica che richiede un'energia minima. Immagina che quell'energia minima sia quella dell'intera onda diffusa nello spazio, evidentemente, non sarà in grado di attivare lo schermo e lasciare una traccia localizzata (potrà ad esempio essere riflessa, o trasmessa...). Come spieghi che la perturbazione di cui l'onda è l'espressione, di colpo collassi in un unico punto?...
@@autoricerca giusto. Grazie per la risposta, gentilissimo.
Buongiorno, potrebbe indicare il video in cui parla delle interferenze di tipo quantistico nelle risposte date da esseri umani? grazie
Ne parlo ad esempio qui: th-cam.com/video/iB7_FDgilY0/w-d-xo.htmlsi=eLZ07ipD71OWB7pN
Cosa accade variando lo spessore del diaframma in cui sono realizzate le fenditure, o la distanza tra esse, o la distanza della sorgente elettronica dal diaframma?
Per ottenere un buono schema di interferenze, è necessario che vi sia una relazione specifica tra la lunghezza d'onda della radiazione incidente, la distanza tra le due fenditure e la distanza dello schermo rilevatore rispetto alla barriera cone le due fenditure. Non mi è possibile però qui entrare nei dettagli.
Buonasera Prof, Mi sembra di aver capito che se la materia infinitamente piccola si comportasse come intuitivamente ci aspettiamo , l ' universo che ci circonda , sarebbe completamente diverso? Grazie
Sappiamo ad esempio che gli atomi non potrebbero esistere, se fossero come dei piccoli sistemi solari, perché collasserebbero in brevissimo tempo... Quindi, sì, le nostre intuizioni e pregiudizi classici, se applicati al micromondo, produrrebbero un disastro ;-)
grazie infinite 48 minuti seguiti tutti d'un fiato... per cui l'entità senziente (elettrone) porta con sé l'informazione di aver interagito con una o due fenditure e di conseguenza l'entità cognitiva, il rivelatore, legge e risponde alla domanda?
Grazie a te. L'elettrone non va visto come entità 'senziente' ma come entità 'concettuale'. Questa, quando interagisce con un contesto deterministico, come la barriera a doppia fenditura, acquisisce un particolare stato. Il rilevatore, come entità sensibile al significato veicolato dall'elettrone in quel particolare stato, rende quello stato più concreto, cioè produce un'istanziazione di quello stato più astratto, attualizzando uno stato più concreto.
@@autoricerca è incredibilmente affascinante questo modo di concepire l'universo, ma quindi localmente lo spazio si comporta esso stesso come entità concettuale che interagisce con ciò che lo circonda e che acquisisce un certo stato appunto localmente... ma forse semplicemente mi serve un buon libro per imparare qualcosa di nuovo :) grazie per aver condiviso il suo sapere!!!
@@AlgoTry Grazie a te. La questione dello spazio si pone in modo differente, ma è troppo complesso parlarne in poche righe.
Gentile professore mi sono imbattuta recentemente nei suoi video, ne ho visti alcuni, e li trovo molto stimolanti. Premetto che non ho nessuna competenza di logica o semantoca o affini. Ho trovato molto chiara e ben costruita la prima parte del video mentre ho trovato molta difficoltà a conprendere il rgionamento concettuale cognitivo. Se fossi l'ente cognitivo che deve rispondere alla domanda di dove concepire l'entità astratta che passa per una o l'altra fenditura mi risponderei in modo "classico"
1, se l'entità è una sola semplicemente non so rispondere
2 nel caso di moltepl8ci entità le vedo in corrispindenza delle due febditure+
3 Non rispobderei mai a metè tra le due fenditure. Qui sicuramente cè un salto logico che mi sfugge che non ho compreso e che mi piacerebbe capire
In alternativa se io ente cognitivo penso all'ente astratto a qualcoss di delocalizzato in senso quantistico semplicemente non riesco neanche a pormi la domnda.
Nelle mie risooste io come ente cognitivo non ruesco a rispondere esulando dalla natura fisica dell'ente astrafto e quini credo di stare violando il presuppost del ragionmento che prevede questo ente astratto di cui l'ente cognitivo non dovrebbe conoscere alcuna proprità specifica. Ma allora che cos è questo ente astratto e come posso rispondere come spiegato nel video?
Sicurmente non ho colto l'essenza del suo ragionamento e i miei dubbi risulteranno banali.....in ogni caso mi piacerebbe capire meglio e le sarei grata se potesse indicare del materiake dove approfondire l 'approccio da lei sevuitio
Grazie
Nel prossimo numero di AutoRicerca, rivista ad accesso aperto, scaricabile gratuitamente, si parlerà approfonditamente di tutto questo, in italiano (autoricerca.ch/journal). In questo libricino, ci sono anche molte informazioni: www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825526370. Farò sicuramente a breve una seconda parte di questo video, con più spiegazioni...
Quando ragioni sulla domanda, immagina un formulario a scelta multipla, con varie caselle, e di essere obbligata a mettere una crocetta. Una di esse porta la risposta "metti la croce qui se non sai se l'entità elettrone ha interagito con la fenditura 1 'o' la fenditura 2", dove la disgiunzione 'o' non è di tipo esclusivo, nel senso che non sai nemmeno se ha interagito solo con una fenditura... Ecco, la regione tra le due fenditure, sullo schermo rilevatore, è dove si trova la casella in questione. Perché quella è la posizione dello schermo che meglio rappresenta la disgiunzione non esclusiva "1 o 2".
Gentile professore grazie per la risposta. Attendo con interesse la seconda parte del video.
Solo un commento. L'ente cognitivo nel precisporre le risposte, destra, sinistra, al centro, sta adattando, riducebdo l'entità astratta di cui non conosce niente, alle risposte che è in grado di concepire, Questo mi sembra vada bene allo step 0. Ma poi l'entità cog itiva dovrebbe essere in grado di autoapprendere di corregersi. Quando si accorge che le rispiste concepite non riflettono la realtà che emerge da un esperimento, non dovrebbe dire "ok non ho capito", e pensare ad altre risposte?
@@Anna__-gp3xy Capisco il commento, ma non è il modo corretto di ragionare, purtroppo mi ci vorrebbe troppo tempo per spiegarlo. Se dopo la seconda parte del video, che farò quando trovo un attimo di tempo, non permetterà di elucidare maggiormente la questione, di come comprendere questi contesti interrogativi dal punto di vista cognitivo, proverò poi a spiegare ulteriormente.
Sarebbe interessante "inventarsi" una domanda la cui risposta giustifica perchè, dopo il primo spazio vuoto in corrispondenza delle fenditure, e dopo la presenza minore di "risposte", compare un ulteriore spazio vuoto e via così. Interessante l'approccio concettualistico, meglio, affascinante. Bravo.
Un impatto nella regione della frangia centrale corrisponde a una situazione di massimo dubbio riguardo la fenditura che l’elettrone avrebbe usato per attraversare la barriera, o anche il fatto che avrebbe necessariamente attraversato l’una o l’altra fenditura, in modo esclusivo. Pertanto, costituisce una perfetta esemplificazione, sotto forma di un punto d’impatto sullo schermo, del concetto “un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2”. Se la regione tra le due fenditure è una regione di sovrabbondanza di impatti, le due regioni di fronte alle due fenditure mostrano invece una densità di impatti molto bassa, perché un impatto nelle regioni di fronte alle due fenditure non ci farebbe dubitare circa la fenditura usata dall’elettrone per attraversare la barriera. In altre parole, un punto di impatto nelle due regioni di fronte alle fenditure costituirebbe una pessima esemplificazione del concetto “un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2”. Spostandoci poi da queste due regioni (allontanandoci dal centro) ci troveremo di nuovo in una situazione di dubbio, sebbene meno perfetta di quella espressa dalla regione centrale, così delle regioni di abbondanza di impatti si manifesteranno nuovamente, ma questa volta con minore intensità, quindi, a seguire, di nuovo ci saranno delle regioni di carenza di impatti, e così via, producendo in questo modo il tipico schema a frange osservato negli esperimenti. In altre parole, la domanda “Qual è un buon esempio di punto d’impatto di un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2?” è già sufficiente per generare, se non altro in linea di principio, uno schema con delle alternanze. Poi ovviamente, per comprendere esattamente l’intera struttura, bisognerebbe essere una “mente-schermo” non una mente umana....
@@autoricerca Grazie mille della esaustiva risposta che, peraltro, mi conforta nel vedere perlomeno che ci siamo capiti e questo per me è già un "onore". Andrea
Complimenti e grazie per il video.
Volevo chiedere a quale temperatura viene eseguito l'esperimento della doppia fenditura e in quali condizioni di vuoto.
Il motivo della domanda è il seguente: in condizioni normali ogni atto di misura che inizia con l'emissione di un elettrone è diverso dagli altri in quanto l'agitazione termica dell'ambiente modifica in modo non predicibile il comportamento dell' elettrone .
Mi chiedevo quindi se al diminuire della temperatura e facendo il vuoto ci fosse una modifica della figura di interferenza.
Grazie
Grazie per l'apprezzamento. La questione della temperatura non è rilevante se l'esperimento viene fatto con dei fotoni. Per delle particelle materiali, non saprei rispondere nello specifico (dovrei informarmi), ma ovviamente, solitamente si cerca di isolare il più possibile l'apparato dal bombardamento termico, perché questo tende a distruggere la coerenza.
Con fori al posto di fenditure che figura appare !
La lunghezza delle fenditure determina la lunghezza delle frange di interferenza
Quindi se effettuassimo l’esperimento con 3 fenditure e formulassimo la domanda: “qual è un buon esempio di impatto di un elettrone che passa attraverso la fenditura 1 o 2 o 3?” Vedremmo 2 punti di impatto significativi ai lati della fenditura centrale, e via via i successivi più deboli che si espandono nelle due direzioni?
La figura di interferenza che si ottiene ha un picco centrale, in corrispondenza della fenditura centrale, due picchi secondari meno intensi, in corrispondenza delle due fenditure laterali, e poi a seguire i picchi minori allontanandosi dalle fenditure. Come ragiona lo strumento di misura in questa situazione è ovviamente più complesso.
@@autoricerca Grazie della risposta, teoria affascinante 😊
L'approccio concettuale è stimolante ma mi lascia alcune perplessità.
1) se non ho capito male, questo approccio sposta l'accento dell'esperimento dallo statuto della particella alla reazione della "entità cognitiva", cioè sulla risposta del rilevatore. Se è così, è certamente interessante sapere come "si comporta" il rilevatore, ma continuiamo a non risolvere il rompicapo del comportamento delle particelle. A meno che...
2) ...a meno che l'approccio concettuale non dia per scontato che è la particella stessa ad avere uno "statuto concettuale", e dunque sia un oggetto semantico, e pertanto sia capace di "interagire" col rilevatore facendogli formulare (come farebbe una voce con un microfono) stati di "indecisione" (non più "indeterminazione", perché qui avremmo a che fare con un'entità cognitiva!) espressi nelle alternative dei quesiti posti nell'ultima parte del video. Se così fosse, ho l'impressione che i problemi anziché diminuire si moltiplichino. Per esempio, abbiamo un problema epistemologico: usciremmo dalla fisica, come studio degli enti naturali nella loro condizione in sé o nella loro interazione puramente fisica, ed entreremmo nella "semiotica", che è lo studio delle interazioni fra enti semiotici, cioè tra enti capaci di produrre, veicolare e interpretare segni, che sono i vettori di significato. E qui abbiamo un secondo problema: per avere significato, dobbiamo avere - escludendo altri elementi che ora non ci interessano - un destinatario, quello che Peirce chiamava "interpretante". Ora, l'interpretante (in questo caso, lo sperimentatore umano) interpreta il segno (cioè la distribuzione degli impatti sul rilevatore) secondo le SUE categorie interpretative, che sono necessariamente linguistiche, logiche e cognitive (le domande sulle fenditure "A o B?" poste alla fine del video). Com'è evidente, il modello concettuale è completamente antropocentrico, e non potrebbe essere altrimenti, perché l'unico vero "interpretante" è lo sperimentatore umano (non il rilevatore, che traduce semplicemente degli impulsi elettronici o fotonici in diagrammi). Ma che ne "è" della particella? "È" corpuscolo o onda? Insomma, mi sembra resti in ombra lo statuto fisico dell'elettrone. Il fatto che il rilevatore sia in grado di dire "non lo so" quando entrambe le fenditure sono aperte, ci dice qualcosa sull'interazione tra il dispositivo e lo sperimentatore, poco sull'interazione tra dispositivo e particella, niente sulla particella in sé.
Grazie comunque per il video, come sempre molto interessante.
Complimenti per la disamina. L'ho trovata molto interessante e da tanti spunti su cui pensare. Complimenti!
Perchè stai ipotizzando che sperimentatore, particella e schermo rivelatore siano sistemi separati anche ad un livello non macroscopico.
Salve Prof.Sassoli de Bianchi, grazie per la bella presentazione; ricca di affascinanti spunti di riflessione. Ho come l'impressione che "l'oracolo che risponde alla domanda che pone lo sperimentatore" sia alla fine la realtà stessa dell'esperimento, non mi è chiaro a questo punto perché occorra introdurre l'entità cognitiva visto che abbiamo la realtà dell'esperimento a cui comunque occorre conformarsi.
In senso più generale si potrebbe certamente dire che l'intero 'contesto sperimentale' sia l'entità cognitiva, quindi non solo lo schermo rilevatore. Ma la risposta non è "alla domanda che pone lo sperimentatore", perché lo sperimentatore è un'entità cognitiva umana, e i suoi processi cognitivi avvengono su un altro strato del reale, e non vanno confusi con quelli che (si suppone) operino anche al livello della materia-energia.
Come si spiega che in entità fisica sia cognitiva? Mi sembra molto strano
Qui qualche informazione in più: th-cam.com/video/iB7_FDgilY0/w-d-xo.htmlsi=Woqy1UwDuAhoaX35
Grazie professore per questo (e non solo per questo) contributo molto interessante anche
sotto la luce dell'interpretazione concettualistica.
Sarebbe interessante vedere un suo video sull'esperimento di scelta ritardata di Wheeler, la sua interpretazione concettualistica
e riflettere su un mix (diabolico) tra esperimento di Wheeler e paradosso del gatto di schrödinger: il
gatto tornerebbe in vita? Grazie ancora!
Grazie a te per l'apprezzamento. Esiste in effetti una possibile interpretazione dell'esperimento di Wheeler nell'ambito dell'interpretazione concettualistica... affaire à suivre, come dicono i francesi!
Sei un grande
Sei molto gentile.
Prof, complimenti per il video. Volevo chiedere un particolare a cui non ho mai ricevuto una risposta chiara se non formulazioni matematiche che spiegano solo l'effetto e non la causa. In breve, se con un esperimento mentale le aperture tendessero ad un numero elevato (all'infinito?) ebbene lo stato-ondulatorio della particella, che verosimilmente permette l'attraversamento di tutti gli slits, confermerà di certo la meccanica quantistica. Quindi, nonostante lo spezzettamento dell'onda in più treni, arriverà sullo schermo finale una sola particella per volta picchettando la solita distribuzione di probabilità. Tralascio il fatto di mettere un rivelatore che annullerebbe l'interferenza. Il punto interessante è che dalle numerose fenditure si creerebbero tanti percorsi possibili che dovranno essere tutti visitati per ottenere un risultato in base ad una legge stocastica. Se ci facciamo caso questo modello assomiglia ai cammini di Feynman. Inoltre, dato che l'elettrone allo stato-particella non si può dividere ma appare unico se rilevato da un fotone.... ma solo e soltanto su un pixel di spazio. Infatti osservatore e osservato si possono incontrare e misurare solo sullo spazio reale. Ho la vaga impressione che nel cammino della particella operi una oscillazione tra un campo virtuale partecipativo (vuoto quantistico?) di energia in cui gli stati sono tra loro sovrapposti per poi emergere sul pixel di spazio indipendentemente dall'osservatore ubbidendo per fortuna sempre al principio d'indeterminazione sulla posizione. Dico per fortuna cosi per ottenere la diversità dovuta al caso. Dio gioca a dadi, peccato che Einstein non abbia letto Darwin Insomma, l'esperimento della doppia fenditura sembra proprio una prova indiretta di come una particella possa muoversi su uno spazio (ormai accettato da molti fisici , per tutti Rovelli) quantizzato formato da tanti pixel con confini definiti e tra loro con soluzione di continuità. Un po' come nuoterebbe una foca sul pack disseminato di lastre di ghiaccio. Perdoni l'imprecisione dell'esposizione, ma non potevo dilungarmi nei dettagli. Se tutto ciò fosse più o meno vero, la materia risulterebbe una entità oscillante e impermalente. Non solo questo, ma addirittura che la semplice esistenza degli oggetti sullo spazio reale richiederebbe continuamente energia . Che ne pensa ?
Grazie per l'apprezzamento. Lo schema di interferenza osservato dipende dal numero di fenditure, e dalla loro ubicazione. Considera che gli esperimenti vengono realizzati oggi anche facendo attraversare lo schermo da un solo ente alla volta, quindi non ci sono dubbi sul fatto che ciò che attraversa le fenditure, siano esse due o centomila, sia un'unica entità, e che tale entità non possa essere di natura meramente corpuscolare. D'altra parte, nemmeno può essere di natura ondulatoria, ma questo non lo si può evincere da questo tipo di esperimento, che può essere descritto, in effetti, anche da un'onda. Il fatto che gli enti quantistici non siano nemmeno delle onde (nello spazio fisico) emerge quando vengono descritti sistemi a più enti, perché in questo caso la funzione d'onda complessiva non vive più nello spazio, ma nel cosiddetto spazio di configurazione del sistema, che non ha nulla a che fare con lo spazio fisico.
@@autoricerca Grazie prof per la pronta risposta ma tutto ciò lo si trova già sui testi di MQ. Proviamo invece a rischiare dando uno “sguardo nuovo” a questo esperimento che secondo Feynman rappresenta la porta di accesso alla fisica postmoderna. Ho messo insieme con fatica alcune recenti letture di MQ sulle fluttuazioni quantistiche e gravità a loop attraverso le quali provo a costruire uno schema mentale riassuntivo per non rimanere a mezz’aria. Da quanto ho potuto capire i punti salienti sono i seguenti:
a) ammettere uno spazio discontinuo prospettato (in modo del resto insoddisfacente) dalla gravità a loop in cui lo spazio reale sia formato da mattonelle o pixel che galleggiano sul non-spazio (vuoto quantistico, campo virtuale? Spazio delle configurazioni? mare di Dirac? Etc o quello che sia) con soluzioni di continuità tra loro. Ebbene come potrebbe lei configurare in un quadro intelligibile il Movimento per una particella? E perché non ricorrere alla proprietà duale di de Broglie onda-materia; materia sui pixel di spazio dove è possibile la misura e onda lungo i link di collegamento tra pixel. Da non dimenticare che lo spazio ha una sua elasticità e reagisce curvandosi per la presenza della massa.
b) Ipotizziamo un meccanismo subquantico basato sull’oscillatore armonico (il modello più importante della MQ), allora in sequenza abbiamo particella-onda-particella alternando un campo-energetico-virtuale partecipativo con i pixel dello spazio reale dove soltanto lì si può materializzare la particella.
c)ipotizziamo che allo stato ondulatorio la particella passa attraverso le due o più aperture con due o più treni d’onda disegnando una distribuzione di probabilità con la particella che oscilla tra campo reale e campo virtuale e ad ogni emersione nello spazio reale questa subisce una certa indeterminazione sulla posizione, etc etc. permettendo così una dispersione infinitesimale della materia che poi darebbe una spiegazione logica alla gravità quantistica.
d)ipotizzare che il cammino della particella oscilli intrinsecamente tra stato materia-onda, mentre l’osservatore la può catturare solo nello stato particella. A ben riflettere, nessuno sa come essa si comporta quando non è catturata!
e) l’applicazione di un rivelatore comporta l’emissione di almeno un fotone che può “vedere” e misurare la particella solo su una mattonella di spazio reale, facendo però collassare il meccanismo introducendo un nuovo schema. Ovvero si spegne e si accende una nuova emissione svincolata dalle interferenze in modo che ritornano le distribuzioni a campana in corrispondenza degli slits. Da notare che si si mette ipoteticamente un'altra doppia fenditura lungo il percorso ritorna l’interferenza.
f) il percorso della particella in un modello a multi slits con emersioni sullo spazio reale seguendo una distribuzione stocastica (principio di indeterminazione) non assomiglia forse ai cammini Feynman?
Mi sembra sensato riconoscere alla materia di esistere in momenti singolari ossia solo e solamente sui pixel reali di spazio. Insomma, perché non considerare la materia come un aggregato di accelerazioni, secondo l’ipotesi di Ernst Mach? Un pacchetto di azioni h che picchettano la struttura spaziale in modo oscillante come una stampante a 3D stressandola in un movimento convessità-concavità (3^princ. della dinamica)
Infine la domanda-chiave mai posta in 4 anni di università: ma perché la MQ è così complicata? Ebbene mi ha illuminato la lettura di Leibniz sulla compossibilità dei mondi. Forse uno spazio a piastrelle con materia oscillante mediato da un vuoto quantistico dove l’informazione del mondo è entangled può permettere il fluire di una sorta il traffico con altri mondi a diverse frequenze, un po' come funzionavano i tabelloni degli orari dei voli di una volta in cui la rotazione delle varie caselle permetteva di annunciare sulla stessa struttura spaziale più arrivi e più partenze.
Potrebbe questo esperimento double or multi double slit se indagato nella sua logica intrinseca fornirci una visione nuova dell’interazione energia-materia? O dobbiamo accontentarci che nessuno a mai capito la MQ? Forse questo esperimento “desostanzializzando” la materia non è poi così misterioso. A ben riflettere lei che ne pensa?
Grazie per l'ospitalità
@@antoniodivietri4041 Una riflessione davvero articolata.... e creativa! Si sente la passione. Non mi è però davvero possibile entrare nel merito di quello che descrivi. La mia ricerca mi porta a guardare lo spaziotempo come una struttura rappresentazionale che emerge da un substrato molto più vasto e fondamentale. In tal senso, penso personalmente che sia un errore cercare di quantizzare lo spazio...
@@autoricerca grazie per la sua gentile risposta. La disturbo per l'ultima volta per domandare la seguente questione:
Una volta emesso un elettrone contro la doppia fenditura sino all'arrivo sullo schermo finale d'interferenza senza osservazione, si conosce la velocità dell'elettrone che dovrebbe essere subrelativistica? Però in caso d'interferenza si tratterebbe di un'onda di diffusione che a rigore dovrebbe viaggiare alla velocità della luce. In caso contrario l'elettrone implicherebbe un suo intriseco meccanismo di stop and go sullo spazio reale, come ipotesi di lavoro, naturalmente.
La ringrazio in anticipo
@@antoniodivietri4041 La funzione d'onda dell'elettrone si propaga nell'interferometro con una velocità di gruppo necessariamente sub-luminale, che dipenderà da come gli elettroni vengono preparati (solitamente, si cerca di avere elettroni il più possibile monoenergetici). Non mi è chiaro su che base ritieni che viaggiare alla velocità della luce....
influisce in qualche modo la distanza della sorgente dallo schermo BDF?se la sorgente si trova a pochi millimetri da una fenditura nell altra viene rilevato comunque il passaggio della particella/onda? grazie
La sorgente deve trovarsi in posizione centrale rispetto alle fenditure, altrimenti, ovviamente, la maggiore vicinanza rispetto a una fenditura andrà a modificare lo schema di interferenza, modulandolo e indebolendolo, fino al caso estremo dove la sorgente è in corrispondenza unicamente con una delle due fenditure. Più rilevante la questione della distanza dello schermo finale, anch'essa importante, nel senso che c'è una distanza ottimale per ottenere delle frange intense.
Mi spiega come fà a lanciare. un solo elettrone?Grazie
I miei colleghi sperimentatori sono in grado di creare sorgenti di bassissima intensità, in grado di emettere un elettrone, un neutrone, un fotone, ecc., alla volta. Spiegare come fanno non è semplice, nemmeno per me (che sono solo un teorico)....
La possibilità che una sorgente emetta un elettrone x volta sembrerebbe in qualche modo contraddire la quantizzazione?
È il contrario, proprio perché non c'è un campo di materia continuo, abbassando l'intensità della sorgente si arriva ad emettere pochissimi enti (discreti) per unità di tempo. @@francescopaoloarena7995
D'accordo alla sua risposta.Resta il problema ma (pratico?)di far emettere un solo elettrone x volta.
Non è necessario che una sorgente emetta in quanto tale una sola entità alla volta, esiste anche la possibilità di usare filtri e collimatori per ridurre l'intensità di un'emissione. @@francescopaoloarena7995
cosa succede se metto una seconda barriera con le fenditure in corrispondenza dei picchi? Cosa succede invece se metto una barriera con fenditure in corrispondenza degli zeri delle curve?
Là dove ci sono i picchi arrivano molti elettroni, quindi è come se avessi in quel punto delle sorgenti meno intense di elettroni rispetto alla sorgente iniziale. Se piazzi una seconda barriere con due fenditure in corrispondenza di un picco (alla giusta distanza) otterrai una figura di interferenza simile a quella primaria ma meno intensa.
Vorrei sapere, ma lo schermo rivelatore è formato a sua volta da atomi,come fanno gli elettroni sparati sullo schermo a farsi vedere,?grazie
Non mi è chiara la domanda. Ci sono vari meccanismi fisici che spiegano come uno schermo rivelatore possa assorbire un ente microscopico (un elettrone, un fotone) e rendere visibile la traccia dell'evento. Entrare nel dettaglio richiederebbe un video a parte.
Che succede se lo schermo con i fori è inclinato di 45°
Quando un oggetto diventa piccolo la cosa più sensata è pensarlo come un uno stato vibratorio di un campo. Essendo uno stato vibratorio , significa che per il fatto stesso che vibra la sua vibrazione deve interagire con tutto lo spazio circostante (per il principio di azione reazione). La vibrazione viene irraggiata verso il tutto e dal tutto riflessa indietro verso il punto di partenza . Processo FEED FORWARD -FEED BACKWARD . Se durante questo processo il campo si mantiene presente con le stesse caratteristiche per un tempo apprezzabile la vibrazione viene allora percepita come struttura materiale, in quanto questa persistenza del campo in quel luogo diventa una inerzia, una massa , una resistenza al cambiamento del suo stato.
Non è possibile però concepire il campo di cui parli come un campo presente nello spazio tridimensionale. Quindi non è veramente un campo...
@@autoricerca Al giorno d'oggi ,Il modo più semplice per modellare la materia e le sue proprietà e quello di vedere lo spazio semplicemente come una simulazione , in cui ogni pixel di spazio può assumere certe proprietà e quindi interagire con il resto della simulazioni in base alle leggi imposte dal Creatore della simulazione. Non importa più cercare di capire il perché , serve solo decidere quali sono le proprietà che vogliamo assegnare a quei pixel ....
È solo uno spostamento del problema. Invece di comprendere le leggi che governano il reale, devo comprendere le leggi che governano l'ipotetica simulazione del reale, senza cadere in un ragionamento regressivo dove affermo che il creatore della simulazione è a sua volta una simulazione, ecc... @@TheSalto66
Premesso che non sono un esperto, se ammettessimo che quelle che chiamiamo particelle non hanno la forma di 'palline' ma di onde o meglio solitoni con ampiezza di picco molto localizzata (impulsi) di forma tridimensionale, ne conseguirebbe che la particella passerebbe da entrambi i fori ma con ampiezze diverse in ciascuno di esse, o addirittura in parte le passerebbe ed in parte le "scavalcherebbe" come succede con i fotoni.
La chiave potrebbe essere nella variazione della forma d'onda quando la particella interagisce con il campo generato dalla materia delle fenditure.
@@autoricerca Una possibile spiegazione basata sulla fisica classica. Le frange d'interferenza si manifestano quando la dimensione della fenditura è molto piccola. All' elettrone (una carica in movimento) dobbiamo associare il suo campo elettromagnetico. Quando l'elettrone è circondato da pareti molto strette il suo effetto perturbativo diventa visibile sull'elettrone stesso. Il passaggio dell'elettrone induce in un piccolissimo intorno della parete una corrente , la corrente indotta genera a sua volta un campo magnetico nell'intorno della parete, il quale in fine tende ad allontanare l'elettrone dalla parete stessa. Questo processo innesca una oscillazione che fa oscillare l'elettrone verso la parete opposta e così via, generando una oscillazione trasversale all'asse di avanzamento dell'elettrone. La frequenza di oscillazione dipenderà dall'intensità delle corrente indotta (quindi V * e ) e dalla massa dell'elettrone come effetto d'inerzia dell'onda stessa. A questo punto l'elettrone uscirà dalla parete con un angolo dipendente dalla frequenza di oscillazione. Per visualizzare la cosa basta pensare al modo in cui la luce oscilla nelle fibre ottiche. Quando le fessure sono due e molto vicine tra di loro e gli elettroni passano contemporaneamente nelle fessure si innescano contemporaneamente queste oscillazioni, ma essendo collegate da un mezzo continuo (il materiale tra le fessure) le due oscillazioni sono forzate a sincronizzare la loro fase oscillatoria, generando così all'uscita lo schema d'interferenza ondulatorio famoso, Vedi esperimento di tanti metronomi messi sullo stesso piano che sono costretti a sincronizzare la loro fase di oscillazione.
Grazie sempre professore! Mi perdoni, parliamo di "concetti" e della formulazione della domanda che lei ipotizza (insieme ad altri fisici, che sicuramente si onoreranno di collaborare con lei) 🙂: ma se qualcuno mi ponesse la domanda "qual è un buon esempio di punto di impatto di un elettrone che passi attraverso la fenditura 1 o attraverso la fenditura 2" io, logicamente, risponderei con le due "barre" classiche. Perché l'elettrone o è passato da un lato o è passato dall'altro. La "risposta" della figura di interferenza (secondo me) risponde meglio alla domanda alla domanda "qual è un buon esempio di punto di impatto di un elettrone che passi attraverso la fenditura 1 E attraverso la fenditura 2". Mi direbbe dov'è sbagliata la mia contestazione? Grazie sempre, professore, ci vorrebbero tante persone appassionate del proprio lavoro come lei (tanto più se questo lavoro è il lavoro sacro della divulgazione scientifica)
E' come se questi elettroni si "spezzassero", ma non potessero farlo qualora volessimo vederli mentre lo fanno. Possono farlo solo nel segreto.
Hanno provato a mettere la luce senza gli occhi? Hanno provato a usare altre interazioni (chessò... dei sensori di campo magnetico intorno ai fori)? Esiste modo di allestire lo schermo rivelatore in modo tale che riveli anche la direzione dell'impatto permettendoci di rinunciare alla luce?
La cosa più strana non è però che i dieci franchi si spezzino e passino nelle due fenditure, quanto piuttosto che, quando qualcuno esclama lungo il tragitto "eih, dove sono i miei dieci franchi?", questi si ricompongano all'istante per interagire, di qua o di là. La cosa ancora più assurda è che, come tu hai giustamente detto, il controllo avviene dopo, quindi l'interazione non può portare la banconota a non spezzarsi... il controllo investirà la banconota già spezzata e che è già passata nel buco. Non si può spiegare come una semplice interazione dei fotoni della lampada con l'elettrone... è come se a ritroso investisse tutta la linea temporale a ritroso fino al momento in cui la banconota si spezza.
Si sottraggono all'esistere, ma non al rapporto causa-effetto, dovendo quindi tornare ad esistere quando questo chiama.
In conclusione, dopo questo esperimento, la nostra visione della realtà dovrebbe essere la seguente: quando un evento (inteso come evento materiale) avviene localmente, si scatena un fronte d'onda di informazioni probabilistiche che investe le località circostanti (che poi, anche qui, ci sarebbe da capire che si intenda con "circostanti"), e questo a catena - in pratica son sono oggetti materiali a viaggiare, ma solo informazioni - dando luogo alla materializzazione degli effetti che provocherebbe una delle possibili incarnazioni dell'informazione probabilistica solo quando un'interazione lo rende necessario; il tutto, peraltro, con un tempi che, tra origine e meta, non sono nemmeno paragonabili perchè, per quel che ne sappiamo, il tempo è assolutamente locale. In pratica, volendo essere proprio sintetici, nel rapporto causa-effetto le varie località sono molto più disgiunte di quanto le immaginavamo.
Bellissima spiegazione, mi chiedo se è stato fatto un esperimento con tre o più fenditure,
Bel video, tuttavia una cosa non capisco sul dualismo onda particella. Esistono delle camere a gas, dove si vede una sorta di "traiettoria" di una particella durante il suo "passaggio". Ma noi sappiamo che parlare di traiettoria con questi oggetti non ha senso. Ma allora ciò che si vede in queste camere cosa diavolo è se chi interagisce con il gas è di natura ondulatoria ? :-O
È una domanda interessante, una volta farò un video per tentare di spiegarla. Considera che quella traiettoria non viola le relazioni di indeterminazione, nel senso che se vai a zoomare, vedrai che una traiettoria "sfuocata", con risoluzione limitata, ma la tua domanda merita una risposta seria, ovviamente, che non mi è possibile sviluppare in un commento.
E' una traiettoria. Ti ricordo che nei vecchi tubi catodici si installavano i cosiddetti "gioghi di deflessione" per mandare l'elettrone dove si voleva sullo schermo. Chi vuole andare in MQ deve fare prima un bel corso di RadioVideotecnica. Se no si fanno solo elucubrazioni. .
@@giuseppegrande1473 Ehm, guarda che è il contrario. Sono le altre scienze che applicano la fisica. E so come funziona un CRT. Parli con un'elettronico. Tu vedi le cose per come nella tua disciplina ti serve vederle, un fisico le vede in modo approfondito. Un'elettronico difficilmente si preoccupa, ad esempio di giustificare l'effetto tunnel di un diodo o altri effetti fisici. All'elettronico interessa solo sapere che un diodo è un dispositivo che conduce se viene polarizzato direttamente sopra una soglia e viceversa (entro certi limiti ) non conduce. Difficilmente gli interessa la giustificazione fisica del perchè ciò accada.
@@gasparinizuzzurro6306 il tubo di Kroft poi divenuto tubo di Thomson ha dimostrato che gli elettroni sono particelle che hanno massa e che tale massa è in grado, nel vuoto spinto, di mettere in rotazione e spingere delle pale circolari montate su un asse di rotazione (rototraslazione). La doppia fenditura consente agli elettroni di creare un campo di onde elettromagnetiche che la singola fenditura non consentiva. Una antenna (qualsiasi corpo metallico) recepisce tale campo e presenta delle onde di tensione ad andamento sinusoidale smorzato, come nel disegno realizzato dal ricercatore.
@@gasparinizuzzurro6306 Il tubo vuoto di Crookes-Thomson ha dimostrato definitivamente che l'elettrone è particella dotata di massa. A tal punto da imprimere rototraslazione ad una piccola turbina trasparente in materiale leggerissimo. Perché generi un campo elettromagnetico e necessaria la doppia o tripla fenditura. Generato il campo l'antenna lo raccoglie mostrando il massimo stazionario nel punto di risonanza induttivo secondo una sinusoide di armoniche smorzate. Se anzicche' un filo od un unidimensionale si installa una piastra dove impattano gli elettroni si otterranno una serie smorzata di paraboloidi (ovvero tridimensionali).
Perche' gli elettroni vengono assorbiti dalla prima barriers e non riflessi?
Se si fanno le fessure Sulla 2* barriers cosa succede?
Alcuni potrebbero anche venire riflessi, ma non è importante, quello che conta sono quelli che attraversano la barriera con le due fenditure. Se fai delle fessure anche sulla seconda barriera, alcuni elettroni attraverseranno anche la seconda, creando un ulteriore schema di interferenza, su un eventuale terzo schermo; schema che dipenderà da dove vengono posizionate le ulteriori fenditure. Ma è inutile complicare troppo il problema.
Grazie, interessante l'approccio basato sul significato cognitivo. Il dubbio però non è tanto sull analogia rilevatore-sistema cognitivo. È più difficile capire le frange di significato. Mi aspetterei una gaussiana con il picco al centro delle 2 fenditure, le code tagliate in corrispondenza delle 2 fenditure e poi, al limite, una frangetta per parte all'esterno delle 2 fenditure oppure qualche punto random. Non capisco come una spiegazione basata sul significato possa catturare la regolarità delle frange con i picchi di altezza decrescente, simmetrici rispetto al centro. Aspetto con ansia il video sul ragionamento umano per confronto
Hai ragione, la spiegazione che ho fornito può catturare solo una parte dell'intera figura a frange. Farò sicuramente una seconda parte del video, con l'esperimento cognitivo umano, che offre un'ottima chiarificazione.
Buondì Professore. Non nascondo che l'ultima parte riguardante la (nuova?) teoria 'concettuale' non mi sia molto chiara evidentemente perché non ho avuto tempo di leggerne i dettagli da qualche parte e anche perché, anche così facendo, ho i miei dubbi che sarei all'altezza comunque per capirla. Ma c'è della matematica sotto? A me sembra molto filosofia, anche se sono d'accordo che per capire il mondo si debba andare oltre la Matematica e che il nostro cervello debba costruirsi impalcature mentali per comprenderlo. Comunque il suo video mi ha fatto venire in mente che tempo fa vidi un video a riguardo che mi sorprese molto in quanto prodotto da una Signora non del 'mestiere': infatti era, ed è ancora, Dottoressa in Filosofia (sa, quanto sento Filosofia non mi metto ben predisposto). Non so se è lecito mettere qui il link per sottoporglielo, se è curioso mi faccia sapere. Grazie mille. Saluti.
Sì, c'è anche della matematica dietro, quella del formalismo standard della MQ, e della sua estensione nella sfera di Bloch generalizzata. Poi, nella descrizione di modelli probabilistici che sono a metà strada tra quelli classici e quelli puramente Hilbertiani... Ma è una lunga storia. Ad ogni modo, per maggiori informazioni sull'interpretazione concettualistica, puoi guardare: th-cam.com/video/iB7_FDgilY0/w-d-xo.html.
PS: puoi certamente mettere un link, se ritieni che sia pertinente con il contenuto del video.
@@autoricerca E' un po' lunghetto, ma credo sia pertinente. Ed ho commentato anche quello.
th-cam.com/video/RW2OM_89QFc/w-d-xo.html
(PS Avevo già visto il video F37. Tra i tanti miei interessi su TH-cam c'è il tuo canale. Contavo di rimurginarci sopra)
Le faccio osservare che l'esperimento della doppia fenditura non aggiunge nulla ai fenomeni oscillatori dei campi elettromagnetici ben noti ed individuati più di un secolo fa nei triodi e nel circuito d'antenna avente una certa induttanza.
La somma delle due probabilità non può essere la somma delle due gaussiane diviso due. Infatti il corpo fotosensibile o foto rivelatore posto a destra della lavagna ha reagito come una antenna, di data induttanza, che entra in risonanza in funzione della frequenza con la quale viene eccitata. Ecco perché ha un massimo. A fianco ha trovato altri due massimi (inferiori al primo) che sono solo armoniche smorzate sec. Fourier.
Cambiando la frequenza di emissione degli elettroni o le caratteristiche della antenna (materiale, forma, estensione) troverà dei massimi di ampiezza superiore od inferiore.
Qualcuno ha realizzato l'esperimento della doppia fenditura posizionando la sorgente in maniera decentrata rispetto alle fenditure? Sarei curioso di sapere cosa succede.
Domanda: una cosa che non viene mai citata è se l'esperimento dipende dal materiale in cui le fenditure sono create ?
Materiale metallico, materiale isolante, materiale paramagnetico, diamagnetico, materiale omogeneo materiale eterogeneo ecc...
Non è un aspetto rilevante, l'importante è che impedisca il passaggio delle entità microscopiche, salvo nelle regioni dove ci sono le fenditure.
Limpida e magistrale come sempre la sua esposizione caro professore. Mi conceda uno sproposito. E se invece di considerare la conseguenza probabilistica come semplice funzione d’onda (matematica), si consideri invece una “realtà” probabilistica, come derivata dello spazio-tempo, alla stregua delle derivate dinamiche. Il calcolo sarebbe diverso. Cordiali saluti
Ti ringrazio per l'apprezzamento. "come derivata dello spaziotempo", derivata in che senso?
@@autoricerca nel senso, che la funzione d’onda non potrebbe essere concepita matematicamente come probabilità =1 o =0, ma una “realtà fisica” che può variare e che non può essere ne 1, ne 0; una forma asintotica.
@@domenicozamboni8502 Credo ci sia un po' di confusione circa il ruolo della "funzione d'onda". Nella teoria descrive lo stato del sistema, e può essere associate a delle ampiezze di probabilità. Queste ampiezze sono numeri complessi che possono prendere qualsivoglia valore. Le probabilità si ottengono poi tramite un procedimento matematico, detto regola di Born, che utilizza la funzione d'onda, per estrarre le probabilità relative a un determinato contesto di misura.
@@autoricerca e il ruolo di tali ampiezze di probabilità che non mi convincono di come vengono interpretate. Tuttavia come non detto; sempre gentile e la saluto.
Molto interessante, come sempre.
L'esito dell'esperimento sarebbe diverso se le sorgenti di elettroni fossero due e posizionate ognuna di fronte alla propria fenditura?
In quel caso, non si verrebbe a formare una figura di interferenza (bisognerebbe però entrare nel dettaglio di come operano quelle due sorgenti).
@@autoricerca molto interessante, in questo caso è la posizione delle sorgenti o il fatto che siano due sorgenti distinte a determinare la "non interferenza " ?
Ci sono vari aspetti, se le due sorgenti emettono a intervalli distinti, è ovvio che non vi possa essere interferenza. Se emettono in simultanea, siamo in una situazione sperimentale dove più di un ente alla volta è presente nell'apparato, bisogna quindi vedere in che misura vi è interazione tra le diverse entità, oltre a considerare che mancheranno le condizioni di coerenza di fase tra le due sorgenti tali da permettere la costruzione di una schema di interferenza stabile. Ma la mia risposta è vaga, bisognerebbe davvero entrare nei dettagli (e dovrei riflettere meglio).
@@autoricerca grazie della risposta, da vecchio ingegnere seguo con interesse le sue lezioni sulla fisica quantistica.
@@AngeloGabelli Grazie a te Angelo per l'interesse.
Davvero suggestivo, la possibile interpretazione non la avevo mai sentita.
Ti ringrazio per l'apprezzamento Antonio.
Mi piace l'approccio concettualistico, e più ancora mi intriga il fatto che, se gruppi di esseri intelligenti , diciamo umani, venissero sottoposti a domande che lascino il dubbio, e se le loro risposte venissero ordinate su base statistica, otterremmo una specie di interferogramma! Ma qui volevo porre un'altra domanda: Che cosa accadrebbe se lasciassimo passare attrverso le due fenditure , alternativamente un positrone e un elettrone? Otterremmo due pattern identici e sovrapponibili che quindi si annullano? Il mio "dubbio" e quello forse di molti altri è totale su tutta la estensione dello schermo ,e a maggior ragione dovrei vedere tutto lo schermo vuoto?
Lo schermo con le due fenditure dovrebbe essere formato da antimateria, altrimenti, al passaggio del positrone, la probabilità di annichilamento sarebbe troppo alta.
la ricerca scientifica si basa sulla sperimentazione ed io come neofita prima di tradurre il concetto in formule di domande ne avrei mille.
se ripetessi lo stesso esperimento con 100 elettroni più volte avremmo gli stessi risultati ripetuti?
i risultati cambiano in base alla dimensione delle fenditure?
cosa accadrebbe se ci fossero altre due fenditure prima dello schermo rivelatore?
se lo schermo rivelatore fosse ad 1km di distanza avremmo gli stessi risultati ?
ecc ecc
magari sono domande banali ma per un curioso youtuber sono divertenti, almeno per me
grazie e complimenti
ps l'esperimento dell'occhio per capire dove passa l'elettrone non dovrebbe fallire per l'interazione con la luce?
Domanda: se ripetessi lo stesso esperimento con 100 elettroni più volte avremmo gli stessi risultati ripetuti?
Risposta: sì, gli stessi risultati, come figura generale, ma non esattamente gli stessi impatti individuali sullo schermo.
Domanda: i risultati cambiano in base alla dimensione delle fenditure?
Risposta: sì, la dimensione è importante, e deve tenere conto delle lunghezze d'onda tipiche delle onde di probabilità entranti.
Domanda: cosa accadrebbe se ci fossero altre due fenditure prima dello schermo rivelatore?
Risposta: non molto, semplicemente, la figura di interferenza si affievolirebbe.
Domanda: se lo schermo rivelatore fosse ad 1km di distanza avremmo gli stessi risultati ?
Risposta: no, la distanza dello schermo è importante.
@@autoricerca beh, la trovo preparata !
a parte gli scherzi, grazie per la generosa risposta , ho molto apprezzato. Ora c'è da riflettere 😀
Grande video. Prof ha dimenticato di spiegare il caso in cui ci sia il rilevatore tra le 2 fenditure
Grazie per l'apprezzamento. Ho accennato nel video che in quel caso la figura di interferenza viene meno e si osserva una distribuzione di impatti figura che corrisponde alla media delle due distribuzioni che si ottengono quando le due fenditure sono aperte solo una alla volta.
@@autoricerca intendevo secondo l’interpretazione concettualistica
@@fabiospadaro4400 È semplice, la domanda a cui risponde di volta in volta lo schermo rilevatore, in questo caso, è qualcosa del tipo: "Qual è un buon esempio di punto di impatto di un elettrone che è stato osservato, tramite una fonte luminosa, emergere dalla fenditura 1". E stessa domanda per la fenditura 2, quando la luce diffusa dall'elettrone permette di determinare una corrispondenza con la fenditura 2. La fonte luminosa risolve l'ambiguità '1 o 2', quindi, a seconda di quello che si rileva di volta in volta, la domanda cambia.
Se si mette una fonte luminosa per osservare l 'esperimento, il risultato non rispecchia la vera natura degli elettroni(il dualismo onda particella) perche' i fotoni della fonte luminosa alterano l' onda riducendola a comportarsi come un insieme di particelle. Questa potrebbe essere una spiegazione dello strano esperimento. Ma servono nuove formule per completare il quadro. Tutto questo riguarda anche la relazione tra meccanica quantistica e forze elettromagnetiche deboli, cosa poco esplorata fino adesso. Comunque anche le leggi della termodinamica vanno riviste perche' forse c' e' qualcosa di incompleto.th-cam.com/video/JUypP-_zIyo/w-d-xo.html
La natura degli elettroni non cambia, cambia solo il loro stato. Inoltre, il comportamento simil-particellare emerge solo se, a seguito dell'interazione con gli elettroni, i fotoni vengono misurati, di modo che l'informazione circa la fenditura dalla quale sono passati gli elettroni diventa disponibile. Se tale informazione non viene attualizzata, i fenomeni di interferenza persistono.
@@autoricerca grazie professore, ora ho capito meglio
Gentilissimo dottore, innanzitutto ci tengo a ringraziarla per lo splendido contenuto, ho scoperto da poco il suo canale (con questo video per l'esattezza) ma cercherò di rimediare recuperando molti dei suoi video e consigliandolo a chiunque possa avere interesse in simili argomenti.
Per quanto riguarda la spiegazione cognitivo-concettuale, essendo io filosofo, non ho avuto troppe difficoltà a coglierla e comprenderne le implicazioni, sia ontologiche che epistemologiche, pertanto mi piacerebbe approfondire tale approccio: che lei sappia esistono testi in italiano che affrontano questa teoria?
Al riguardo della possibile obiezione che lei giustamente propone come una delle possibili, mi verrebbe da rispondere attraverso alcune delle recenti teorie delle neuroscienze, ovvero, l'intelligenza emotivo-affettiva che trova i suoi campioni in Panksepp e Damasio, per cui, partendo da questo quadro teorico, la risposta, seppur apparentemente banale, è che noi riusciamo a districarci in situazioni che richiedono risposte "esistenziali" grazie al fatto di provare emozioni. In sostanza, molto spesso, è la nostra storia socio-bio-emo-cognitiva che ci permette di gestire domande o situazioni che hanno questa tipologia di struttura. È stato dimostrato, proprio da Antonio Damasio, che persone con lesioni delle corteccia cerebrale localizzate in determinati punti, sono incapaci di provare emozioni e allo stesso tempo non riescono a fornire risposte a domande in cui, essenzialmente, non esiste una risposta "corretta".
Grazie per il tuo interessante commento. Il prossimo numero 24 di AutoRicerca (lo pubblicherò a breve) conterrà molto materiale in italiano (autoricerca.ch/journal). Altrimenti, dell'interpretazione concettualistica ne parliamo un pochino anche in questo testo in italiano: www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825526370.
Noto con piacere di non essere l'unica persona di formazione umanistica che si lascia catturare dai tuoi video.
Domanda: "è possibile che l'intero universo si comporti come uno schermo rivelatore? E in questo caso è possibile che la domanda sia posta da ogni singolo osservatore(intendendo per tale ogni singola entità, piccola o grande, semplice o complessa esistente nello spaziotempo)?
Seguendo la logica di quello che scrivi, la domanda verrebbe posta dall'universo, e le diverse entità dell'universo, attualizzando diverse proprietà, nel corso delle loro evoluzioni, cercherebbero di volta in volta di risponde a quella mitica e antica domanda... che non conosciamo... o forse conosciamo... ma sto divagando... Grazie per l'ascolto.
@@autoricerca Al momento ho l'impressione che le entità, come un'eco, rispondano con la stessa domanda che è stata loro posta... in una storia infinita di reciproca interrogazione... grazie per la tua divagazione.
al minuto 45 non mi convince l'intuizione basata su domande e risposte. Ve bene che non posso trovare molti punti in corrispondenza delle fenditure, perché ciò significherebbe la negazione del dubbio. Ma OLTRE le zone vicine alle fenditure no, lì possono arrivarci "risposte" coerenti "come se" fossero collegabili, anche se in misura diversa, a entrambe le fenditure. Quindi mi aspetterei due frange sfumate alle due estremità, senza ulteriori oscillazioni. In realtà credo che qualunque cosa sia questa entità deve simulare molto bene un'onda per poter dare dei risultati così simili all'interferenza tra onde.
L'onda è un buon modello. Quello che spiego, circa il processo di tipo cognitivo, è solo indicativo, e non permette di comprendere la complessità di tutta la figura. D'altra parte, nemmeno è possibile comprendere la complessità delle figure di interferenze che si ottengono analizzando i dati degli esperimenti di psicologia sperimentale... tornerò sull'argomento.
Buongiorno. Siamo sicuri quando c è la traccia scura è solo un elettroni o di milioni di elettroni.
Sì, queste sono cose che è possibile controllare negli esperimenti.
Bellissimo video. Se ne può fare uno sull' interferometro di Mach-Zehnder, sarebbe stupendo
Ti ringrazio per l'apprezzamento Domenico, e per l'input.
Quindi, i 10 franchi come concetto possono essere visti come informazione. L' informazione esiste al di fuori del mondo fisico. Come le regole del gioco della briscola: anche se distruggessimo tutti i mazzi di carte del mondo, le regole continuano a esistere.
L'idea è questa, ma "informazione" non è il termine migliore secondo me. Il termine "entità concettuale" è migliore. L'informazione fa sempre riferimento a qualcosa, mentre un concetto ha una sua realtà a prescindere dall'informazione che abbiamo... è un po' come distinguere un'ente dal suo stato...
Prof, è un rilevatore, non un rivelatore. In fisica sono due concetti opposti.
Beh, non esageriamo, non proprio 'opposti'. Un rilevatore, rilevando, al contempo necessariamente rivela ciò che rileva, mentre in effetti un rivelatore, rivelando, non necessariamente rileva delle specifiche proprietà, a parte l'esistenza di ciò che rivela. Uno schermo, in tal senso, rivela e al contempo rileva una posizione specifica dell'elettrone (e a dire il vero, nemmeno rileva, ma crea, nel senso di 'attualizza'). Ma ti ringrazio per l'osservazione. Nel video, se sei attento, potrai 'rilevare' che uso entrambe i termini, in una sorta di strana sovrapposizione. Dando la parola all'accademia della crusca: "nel linguaggio settoriale della scienza e della tecnica si usa rivelare per indicare l’individuazione della presenza di una determinata sostanza, mentre si ricorre a rilevare per misurarne la quantità o la concentrazione". Quindi, se fossi stato più attento, avrei dovuto sempre dire "rilevare". Il problema è che la parola 'rilevare' è più difficile da pronunciare, e così il 'pensiero veloce' la trasforma spesso in 'rivelare'. Quest'ultima parola, comunque, è interessante, perché il suo significato è 'velare due volte. E in effetti, questo è quello che fa: svelando la localizzazione dell'elettrone, vela la sua vera natura, che non è quella di entità localizzata. Un saluto.
persona immensa
Beh, non esageriamo, ma grazie,
Sabato mattina ore 9.55... grazie
Grazie a te Andrea.
La risposta alla legge dell’attrazione, la risposta alla domanda sono io che la determino(a parer mio) non voglio aprire un vespaio.
Grazie per il video.
Grazie a te per l'ascolto.
Il mistero dell'esperimento della doppia fenditura è determinato dal seguente errore di principio:
l'elettrone è considerato una entità a se stante. Sovvertendo i principi della fisica universalmente riconosciuti consideriamo l'elettrone una particella circondata da quanti (fotoni). Essa ricalca la struttura atomica (elettroni in movimento su orbite attorno al nucleo). Con questo presupposto nell'attraversamento delle fenditure si generano le interferenze che producono sullo schermo rilevatore le tipiche frange. Ragionevole spiegazione al dualismo onda-particella dell'elettrone.
la spiegazione cognitiva non mi ha convinto. sigh! 😭
Probabilmente non avrebbe convinto nemmeno me, se avessi visto il mio video e ne avessi sentito parlare per la prima volta. Nel prossimo video spiegherò un esperimento della doppia fenditura di tipo cognitivo, nell'ambito della cognizione umana, che aiuterà a capire qualcosina in più...
Da anziano dilettante. L' elettrone ,franco, si divide in spiccioli, attraversa 1 o 2 feritoie, si riaggrega nel franco e procede secondo leggi di probabilità. La luce della misurazione riaggrega gli spiccioli nel franco che procede secondo leggi di probabilità, come se avesse attraversato, da franco, l' una o l'altra delle feritoie. ?
Qualcosa del genere!
sono al minuto 19 e penso: in effetti non è sufficiente la rivelazione puntiforme degli elettroni per concludere che dalla sorgente escono corpuscoli. Se questa invece irradia un "campo" non ha senso "rallentarlo fino a ottenere una rivelazione prima di una successiva emissione". L'elettrone - in quanto eccitazione del suo "campo", non esiste finché il campo non interagisce e quando lo fa segue una delle poche cose certe della meccanica quantistica: che la natura è quantizzata. PS il campo si estende SEMPRE attraverso ambedue le fenditure.
e' molto vantaggioso essere mancini quando si scrive su una lavagna perchè nn ci si passa mai davanti
Ottima osservazione!
davvero ostica l'idea dell' entità cognitiva.
mi ricorda, mi si perdoni la metafora, il fulmine nella fase ascendente quando colpisce la terra ma sale al cielo. Cioè a dire, la risposta non è esattamente generata dalla domanda, ma vi è una ciclicità senza "origine".
inoltre: se lo schermo rivelatore si comporta in modo cognitivo, mi domando come potrebbe cambiare l'esperimento cercando di ingannare lo schermo.
cambiando schermo (intendo nella composizione fisica) cambierebbe la risposta?
ponendo fenditure in più o in meno, alcune magari finte, cambierebbe la risposta?
oppure, questa entità cognitiva risponde sempre nello stesso modo perché anch'essa è legata a modelli matematici universali?
La risposta cambia se viene cambiato il setting sperimentale. Chiudere una delle due fenditure è un modo per farlo. Allontanare di molto lo schermo è un altro modo, ecc. La composizione degli schermi conta poco, nella misura in cui la loro struttura atomica permette sempre l’assorbimento dell’entità che interagisce con essi. L’entità cognitiva “schermo” dà ogni volta una risposta differente (perché non è prevedibile l’impatto), ma non cambia il suo “modo di rispondere”, che è quello descritto dalla regola probabilistica quantistica (detta di Born). Cambiando il setting cambia però la domanda, quindi cambia anche la distribuzione delle risposte. Piu avanti farò un video sull’esperimento della doppia fenditura in ambito psicologico (con soggetti umani), che aiuta a meglio capire. Grazie per l’interesse.
@@autoricerca grazie a lei, molto chiaro.
Forse mi sto sopravvalutando ma la spiegazione potrebbe essere semplice la particella viaggia sia come onda che come particella cosicchè l'onda passa fra tutte e due le fenditure ma la particella solo da una delle due fenditure che a caso probabilistico puo passare da una o l'altra 😲🤭🤔
È essenzialmente l'approccio dell'onda pilota inizialmente proposto da Louis De Broglie e in seguito sviluppato da David Bohm, dove la nozione di onda viene rimpiazzata con quella di "potenziale quantistico"...
La Coscienza è ciò che taglia il Tutto in Cosa
Io preferirei vedere gli esperimenti fatti realmente con gli strumenti reali. Tutti utilizzano la lavagna che io lascerei ai calcoli. Nessuno che ci faccia vedere esperimenti.
Beh, io discuto della materia da un punto di vista teorico. Un fisico sperimentale ti descriverà gli esperimenti, che tra l'altro sono facile da realizzare se si usa una sorgente elettromagnetica. Vedi ad esempio: th-cam.com/video/O81Cilon10M/w-d-xo.htmlsi=hhZUfngqjgcvMZoR
Mi piacerebbe aprire un dibattito di commenti, risposte e contro commenti riguardo al tema. Se fossd un'onda materiale (come un branco di sardine che si divide quando incontra l'ostacolo e poi si riunisce) quando inserisco il rivelatore di luce tra le due fenditure dovrei vedere l'elettrone passare da entrambe le fenditure a meno che non possa riunirsi subito dopo le fenditure prima del rivelatore. Se invece fosse materia che pulsa come un cuore che batte e genera un'onda "non materiale" l'onda stessa passando dalle 2 fenditure interferisce con se stessa. Se inserisco il rivelatore luminoso questo potrebbe far si, poiché ha quantità di moto, di ridurre l'ampiezza dell'onda generata, non della frequenza in modo tale da far assomigliare l'elettrone ad una particella. Domande 1) se distanzio le fenditure cosa succede? 2) Nell'esperimento si rilevano anche dei fenomeni di diffrazione? 3) Non si rilevano fenomeni di diffrazione perché le fenditure sono troppo larghe 4) L'esperimento è mai stato fatto con dei neutrini, o è impossibile da realizzare? Ringrazio anticipatamente per le risposte e contro commenti
(1) le due fenditure devono essere sufficientemente ravvicinate, quanto?, dipende essenzialmente dalla lunghezza d'onda tipica che può essere associata alle entità quantistiche utilizzate. (2-3) i fenomeni di diffrazione dipendono anch'essi dalla lunghezza d'onda, si manifestano quando è paragonabile alle dimensioni della fenditura, ma si può fare in modo di renderli poco rilevanti. (4) è possibile realizzarlo in teoria, ma impossibile in pratica, a causa dell'immensa difficoltà di lavorare con i neutrini.
Grande professore. Comunque bisogna avere parecchi soldi per fare questo esperimento..
Ogni lezione si perdono 10 euro
Fortunatamente, un po' di nastro adesivo e i dieci franchi riappaiono, perfettamente spendibili! ;-)
Per questo l esperimento inizia con i piedi sbagliate
domanda sciocca fatta da un profano... Se l' elettrone fosse paragonabile ad una bolla di sapone che si espande? Nel viaggio verso le 2 fenditure scoppierebbe (collasso d'onda) in corrispondenza dell' ostacolo, per poi ripartire da entrambe le fenditure (una bolla che "scoppia" su 2 buchi traferisce la sua parte saponata su entrambi e semplicemente soffiando da 2 otteniamo 2 bolle), le bolle così si possono sommare o attaccare o procedere separatamente per poi scoppiare (altro collasso d'onda) sulla superficie rilevatrice. Così sarebbe particella (bolla) e onda (bolla che si espande e divide/ricongiuunge) allo stesso tempo. Chiedo venia se dico fesserie, parto dal presupposto che dalla doppia fenditura l' elettrone attraversi sempre contemporaneamente entrambi i passaggi.
É che gli elettroni si trasformano in fotoni e viceversa...E sono quindi onde anche orizzontali ,e l'elettrone-fotone passa così da ambedue le fenditure.