(We Ain't Got) Nothing Yet (Blues Mogoos, 1966) - Santa Maria in Via

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  • เผยแพร่เมื่อ 15 พ.ย. 2024

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  • @luigidaroma
    @luigidaroma  9 วันที่ผ่านมา

    DESCRIZIONE IN ITALIANO
    Le chiese di Roma sono oltre 700. Di esse, 55 sono dedicate alla Madonna, madre di Gesù. Si ha notizia di una chiesa intitolata a “Santa Maria in Via” fin dal 955, da Papa Agapito II: era alle pendici del colle Quirinale, noto a Roma per le sue viti: th-cam.com/video/VSICyvew9WU/w-d-xo.html
    Io giustifico così il nome dato alla chiesa: “Sancta Maria in vinea”, cioè “nella vigna”, poi contratta in “via”. Chi suppone che si trattasse di una contrazione di “via Lata” (oggi via del Corso) forse dimentica che una chiesa di tal nome esisteva già sette secoli prima e nessun papa darebbe lo stesso “titulus” ad una sua chiesa: th-cam.com/video/9QupvtO_jZs/w-d-xo.html
    Dove oggi è la chiesa, nel XIII secolo c’era una stalla di proprietà del Card. Pietro Capocci; nella notte tra il 26 e il 27 settembre 1256 il pozzo attiguo rigurgitò acqua abbondantemente e con l’acqua uscì una tegola d’ardesia con l’immagine di una Madonna, caduta (o gettata volutamente da qualcuno) all’interno del pozzo. Si narra poi che gli stallieri, svegliati dal nitrire dei cavalli spaventati, non riuscivano a raccogliere la tegola che scivolava tra acqua e fango. Intervenne il Cardinale che, dopo breve preghiera, riuscì nell’intento. Avvertito il Papa Alessandro IV, iniziò l’iter per il riconoscimento del miracolo e il cardinale fece costruire una cappella che custodisse pozzo e tegola.
    Nel 1491 sia la chiesa che la cappella erano ormai fatiscenti e papa Innocenzo VIII fece costruire una nuova chiesa che inglobasse la cappella; nel 513 Leone XIII aggiunse un convento, affidando lo con la chiesa all’ordine dei Servi di Maria; la facciata della chiesa fu completata solo nel 1681 dall’arch. Carlo Rainaldi. In un successivo restauro a metà del XIX secolo dell’arch. Virginio Vespignani, fu rivisto l’apparato decorativo interno in marmi policromi.
    Nel video:
    0:12 In questa immagine siamo a Roma, Largo Chigi, una giornata di ordinario teraffico del Centro di Roma. Alle nostre spalle Via del Corso e Palazzo Chigi, sede del Consiglio di Ministri; sulla destra l’accesso laterale alla Galleria Alberto Sordi, già Galleria Colonna, il cui accesso principale è su Piazza Colonna a sinistra inizia Via del Tritone, che porta a Piazza Barberini ed alla sua Fontana del Tritone. Di fronte a noi c’è la facciata (1681) della Chiesa di Santa Maria in Via, detta anche “Santa Maria del Pozzo”;
    0:27 La chiesa ha navata unica con quattro cappelle laterali per lato;
    0:42 Il presbiterio è rialzato e lungo; in una mostra marmorea policroma settecentesca c’è la statua in legno della Madonna Addolorata di Ferdinando Raggi (1763);
    0:57 A sx, di Jacopo e Francesco Zucchi, la volta della Cappella Aldobrandini (1595-96): si riconoscono Eterno Padre, Noli Me Tangere, La Trasfigurazione, La Pentecoste, L'assunzione; al centro, di Michelangelo Bedini, la volta della cappella della Madonna del Pozzo (1946), con l’incoronazione della Vergine; a dx, di Giovanni Domenico Piastrini, la volta della navata centrale con la Prima messa di San Filippo Benizi, 1723-24;
    1:12 A sx, la Vergine del pozzo, dipinta su una tegola di ardesia da un anonimo del XIII secolo; a dx, l’accesso al pozzo dalla cappella omonima; ancora oggi i fedeli accedono alla cappella per una preghiera alla Madonna e magari per bere un sorso dell’acqua miracolosa; la chiesa è stata soprannominata la Lourdes romana;
    1:27 Cappella della Santissima Trinità: a sx, pala d’altare con un Crocifisso del XVI secolo davanti ad un affresco di Cristoforo Casolani raffigurante la Trinità con san Giovanni Battista, san Francesco d'Assisi, san Giovanni evangelista e santa Maria Maddalena; a dx, di Francesco Lambardi (o Lombardi), Abramo e i tre angeli (1608-10): da secoli l’episodio del Vecchio testamento (tre viandanti ospitati da Abramo che poi si dimostrano tre angeli che predicono un nascituro) è scelto dalla Chiesa come simbolo della Trinità;
    1:42 Nella cappella Aldobrandini, detta anche dell’Annunciazione, sono esposti tre dipinti di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino (1594-96): una pala d’altare raffigurante l’Annunciazione e due affreschi nelle pareti laterali: Adorazione dei Magi (a sx.) e Natività (a dx.); non dispongo di immagini della cappella (e non sono riuscito nemmeno a usare la fotocamera del cellulare), per cui vi mostro le copie scannerizzate dal catalogo Generale dei Beni Culturali d’Italia, stimolandovi ad ammirare gli originali nella chiesa;
    1:57 La versione sonora in questo video proviene dal 33 giri (stereo) “Psychedelic Lollipop”.
    A dispetto del nome, gli statunitensi Blues Magoos (= Maghi del blues) erano un gruppo rock psichedelico e qualcuno li definì all’avanguardia come “proto-punk”. Il primo e maggior successo fu “(We Ain't Got) Nothing Yet” (= Non abbiamo ancora niente): pubblicato pressoché in contemporanea al loro primo album, il singolo entrò nelle classifiche USA (#5) e Canada (#4). In Italia Pino Vinci, bassista, cantante e frontman del complesso beat piemontese “Roll’s 33”, ne scrisse un testo italiano dal titolo “33/1ª verità”: fu l’unica volta che il gruppo entrò nella Top100 italiana (#94)
    CONCLUSION OF THE DESCRIPTION IN ENGLISH
    Despite their name, the American Blues Magoos were a psychedelic rock band and some defined them as avant-garde as “proto-punk”. Their first and greatest success was “(We Ain't Got) Nothing Yet”: released almost simultaneously with their first album, the single entered the US (#5) and Canadian (#4) charts. In Italy Pino Vinci, bassist, singer and frontman of the Piedmontese beat band “Roll’s 33”, wrote Italian lyrics entitled “33/1ª verità” (= thirty-three - the first truth): it was the only time the group entered the Italian Top100 (#94).