Pellestrina: sulle orme del beato Marella
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- เผยแพร่เมื่อ 7 ก.พ. 2025
- 12PORTE - 9 giugno 2022: L’isola di Pellestrina: comune di Venezia, ma diocesi di Chioggia. Questa striscia di terra che protegge la laguna veneta con i suoi murazzi è divenuta per i bolognesi terra di pellegrinaggio, perché ha dato i natali ad una delle figure più amate della sua storia recente: il beato Olinto Marella. E proprio in questo spirito di pellegrinaggio, l’agenzia Petroniana ha promosso nei giorni scorsi una prima visita all’isola, raggiunta via vaporetto da Chioggia. Il ricordo di questo campione della carità emerge subito nel Duomo di Ognissanti, dove Olinto ricevette il battesimo. Pregando il Padre Nostro accanto al fonte battesimale, è venuto spontaneo ricordare che i sacramenti non sono talismani che preservano dalle difficoltà: Olinto ebbe molto a soffrire, anche dentro il suo ambiente ecclesiale, per fare fruttificare il dono della fede che qui aveva ricevuto.
L’arte del tombolo e del cantù trova ancora nell’isola mani laboriose anche se testimonianza di tempi ormai passati, così come la povertà e la durezza della vita che qui si conduceva nel lavoro duro della pesca sempre a confronto con un ambiente naturale che non risparmia momenti di pericolo. La casa natale di Olinto con il suo giardino privato, come nella maggior parte delle case dell’isola diventerà un modello per la città dei ragazzi che volle costruire per i suoi figli. Olinto apparteneva ad una famiglia certamente più agiata rispetto alla media dell’isola: qui il padre e il fratello esercitarono la professione medica e uno zio monsignore lo aveva avviato agli studi ecclesiastici durante i quali fu compagno di Angelo Roncalli.
Olinto però fin da giovane, e anche nel periodo in cui fu sospeso dal sacerdozio, fece il possibile per offrire ai suoi compagni di vita ambienti nei quali crescere ed esprimere i loro talenti. Questo caratteristico edificio in cui campeggia l’espressione della libertà cristiana era il ricreatorio da lui promosso per ragazzi e ragazze dell’isola.
Qui un tempo si trovava il dopo-lavoro, promosso da Olinto, per dare un luogo di ritrovo pomeridiano ai pescatori nei quali anche coltivare interessi e formazione. Qualcuno ci racconta che ogni sera Olinto riaccompagnava ciascuno dei partecipanti fino a casa.
Luogo culminante il Santuario ottagonale dell’Apparizione, a ricordo di una manifestazione della Vergine Maria che nel 1716 annunciò ad un quattordicenne dell’isola che se avessero pregato intensamente, la flotta turca sarebbe stata sconfitta, come poi accadde il 18 agosto successivo. Il santuario era un luogo amato da Olinto che volle farne il prototipo architettonico per la Chiesa altrettanto ottagonale della Sacra Famiglia a San Lazzaro dove sono oggi custodite le sue reliquie.
Olinto rimase a Pellestrina a fare del bene anche dopo essere stato sospeso dal sacerdozio e lasciò questa striscia di terra solo spinto dalla necessità di lavorare per vivere. E fu così che arrivò a Bologna, senza tradire mai in fondo, il suo amore per questa lingua di terra dalla quale aveva imparato l’arte della carità.