Lo Stesso Mare (Recuperi 2013)

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  • เผยแพร่เมื่อ 24 ก.ย. 2024
  • Terzo inedito tratto dall'EP "Recuperi 2013", una serie di tracce che ho in buona parte registrato nel 'lontano' 2013 e riconfezionato di recente con dei beats interamente prodotti da Flo'w ‪@theriteflow‬. Il campione utilizzato in questa traccia è un tributo al grande compositore libanese Marcel Khalife. Il testo un tributo alle intifade arabe del 2011, e una riflessione sulla paralisi politica italiana. Illustrazione di Dima Nashawi ‪@dimanashawi‬. Ringraziamento speciale a Il Dronaio ‪@ildronaio‬ per l'editing del 'videoclip'. 'Recuperi 2013' dissotterra dei pezzi scritti nel 2013 da una persona diversa (con tutti gli annessi pro e contro), cercando in parte di reinterpretarli alla luce di chi sono nel 2024. Una specie di laboratorio, o un tentativo di recuperare qualcosa che altrimenti non sarebbe mai uscito.
    BEAT'S SAMPLE IS A TRIBUTE TO THE GREAT LEBANESE COMPOSER MARCEL KHALIFE. ENGLISH TRANSLATION AVAILABLE HERE wordpress.com/...
    Lo Stesso Mare
    Rit x 2 :
    E per chi continua a parlare di stagioni, parleremo in ere, glaciazioni
    Non avremo stasi, inverni, ma solo fasi eterne di rivoluzioni.
    Strofa 1
    E’ la fine, scomparsa di chi instaura regime.
    Oggi è apparsa un’aura di thaura (= Arabo per “rivoluzione”), decine, migliaia, milioni,
    Loro abbaiano cannoni. Fammi fuori, sono sordo al colpo di plotoni.
    Non un complotto, un gioco di illusioni, mi do fuoco e vivo nelle rivoluzioni.
    Canto dall’altra sponda (= quella europea) del Mar Bianco (= come viene chiamato il Mar Mediterraneo in Arabo), dove la rivolta è ben accetta se la si detta dall’alto (= se la si può controllare e indirizzare a seconda degli interessi degli stati europei).
    Cartagine dal primo martire tunisino fino all’argine del Nilo, dono divino limo (= il deposito alluvionale lasciato dalle inondazioni del Nilo, fondamentale per l’economia agricola dell’Antico Egitto faraonico).
    Deserti tornati fertili di nuovo, se la terra si affrange e piange il sangue di un uomo.
    Che si apra sotto i piedi dei padri della patria (= che si apra e inghiotta i dittatori di turno), da loro sempre e solo stuprata.
    Ci chiamano figli davanti ai riflettori. Ci sparano nel buio quando urliamo i loro nomi.
    Rit x 2
    Strofa 2
    Qua (= in Italia) sono cronache, echi lontani, portati dal vento, racconti partigiani.
    Per questo ogni volta che sento rivolta penso sia un concerto del tempo degli Inti llimani.
    Forse pensi a tropici esotici, luoghi remoti, ma son riflessi laddove nuoti (= le rivolte avvengono a poca distanza, sull’altra sponda del Mediterraneo):
    lo stesso mare, ma marchi male, se per scattare pare aspetti manchi il pane dallo scaffale (= in Italia solo la fame può scatenare una rivoluzione, quando ci sarebbero altre ragioni valide per mobilitarsi).
    Non è uguale, la cagna (= la polizia) in Italia è distratta, il morto ci scappa, là è più puntuale (= e pensare che nel mondo “arabo” il costo delle sommosse è ben più alto, considerando la maggiore brutalità delle “forze dell’ordine”).
    La gioia è parto che lascia esangue, non puoi adottarla già grande e farne un poppante (= la gioia di una rivoluzione di successo passa attraverso il sacrificio delle vite, non è possibile concepirla senza passare da questo stadio violento).
    Tu sei rimasto in mutande, divano, una (birra) media.
    In strada la solita masnada additavano i media.
    Divisa a sua volta in parti, son stanco di dirmi: “parti!”, e raccontare la rivolta degli altri.
    Rit x2
  • เพลง

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