"La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa.” Nella mia esperienza, il problema maggiore che ho riscontrato con l'uso della parola "femminismo" è che viene completamente ribaltato il significato: non più uguaglianza, ma la voglia di sopraffazione delle donne sull'uomo nata dalla frustrazione per la nostra condizione -_-... credo che se usassi "girl power" la cosa degenererebbe a livelli critici XD
Infatti suggerisco sempre di dire che siete femministi, di spiegare cos'è il femminismo e di non avere paura di affrontare l'argomento.solo vedendo che il femminismo corrisponde a persone che non vogliono prevaricare sugli uomini ma ottenere gli stessi diritti e le stesse possibilità le persone inizieranno a ricredersi sulle loro convinzioni
@@MissFictionBooksIl problema è che non vi manca nessun diritto, il femminismo è un movimento inutile tanto quanto i partiti che aumentano le divisioni; non puoi dire ad una persona come pensarla su un certo argomento, è sciocco pensare che questa cosa accada.
@@franzkarldue3174 opinione personalissima la tua, visto che il femminismo dice sostanzialmente "non puoi impormi il tuo pensiero e la tua morale basata su gli uomini che devo comportarsi in un modo e le donne in quell'altro"
@@franzkarldue3174 No. Il femminismo dice che ognuno può essere libero di comportarsi come vuole, senza (soprattutto) togliere libertà ad altri. Non sono femministe le femmine che dicono ad altre femmine come si devono comportare.
Ti ho appena scoperta e sto divorando ogni video di questa playlist. Grazie per ciò che hai fatto e che fai! Grandiosa la citazione agli assorbenti lanciati durante un concerto (delle L7, presumo)
mi citi le bikini kill...! Ascoltate per la prima volta forse a 14 anni e devo dire che solo a grazie a loro mi sono avvicinata al femminismo. Bel canale comunque ;)
Discussione super interessante, mi trovi del tutto d'accordo. Ho trovato Moxie in libreria e dopo averlo letto scoprire che lo avevi recensito è stata una gioia! Riot grrrls tutta la vita
Grazie per aver postato questo video, davvero molto interessante! Non ero a conoscenza di questa differenza importante nei termini, e il background storico e culturale che ci hai detto di ognuno è veramente molto interessante e illuminante! Adoro questa rubrica! 😀😀
Ciao Tiffany, bellissimo video come al solito! Non so se a te è mai capitato, ma io spesso quando parlo con qualcuno (di solito si tratta di ragazzi) di femminismo e spiego il significato, sento controbattere che comunque sia se vogliamo i nostri diritti dobbiamo assumerci anche le responsabilità e i doveri, e come esempi mi vengono riportate alcune agevolazioni dirette alle donne (di cui se non ricordo male ti avevo scritto anche nel tuo primo video della rubrica), come se queste compensassero - se non addirittura eccessive - mancanze in altri campi e quindi ci rendano poco serie e responsabili nel perseguire il femminismo. Tu cosa ne pensi?
Allora, le agevolazioni sono davvero ridicole in Italia (se parliamo di maternità significa avere dei periodi molto brevi di copertura e in tantissimi casi maternità = licenziamento) e vorrei davvero capire io a 28 anni quali agevolazioni in quanto donna ho mai avuto. Detto ciò, se invece parliamo di quote rosa e 'quote' in generale io sono personalmente contraria perchè li ritengo degli espedienti che aiutano nell'immediato ma non cambiano culturalmente la mentalità, non sono cose che premiano la persona ma vengono imposte e generano quindi ancora più reticenza in quegli individui che di malgrado capiscono l'importanza della parità. Spero di aver centrato il punto! che comunque mi fa ridere, quando si spiega che il femminismo equivale a parità subito viene spostato il problema a: 'eh però vi dovete assumere le stesse responsabilità'. A parte che nessuno dice che non sia così quindi perchè non rimanere sul problema sollevato piuttosto che controbattere con una domanda che non affronta il problema stesso?
Io non uso _femminismo_ ma spiego di essere per la parità e per l'uguaglianza, così da evitare fraintendimenti. "Girl power" la trovo una espressione aggressiva - come se la donna volesse schiacciare l'uomo; non mi piace per niente come espressione, mi suona male (penso anche a come suonerebbe se fosse al contrario: "Male power" quindi diciamo che la odio proprio) Bellissimo video
Mi citi una delle mie band preferite, la meravigliosa Kathleen Hanna e il Riot Grrrl, genere che sono felice di aver portato come tesina all'esame di terza media. Non posso fare a meno di adorarti, Tiffany
Ti ho scoperta solo ora, mea culpa! 😭 Come posso non amarti, mi citi le Bikini Kill! ❤️❤️ Conosco pochissime persone che, pur ascoltando punk, spesso non conoscono gruppi riot grrrl. È un peccato, è una conoscenza parziale del movimento musicale e culturale.
il girlpower può essere utile per introdurre il femminismo a quelle ragazze che non leggono simone de beauvoir. Sulla sessualizzazione non sono d'accoro: una donna adulta decide autonomamente di spogliarsi (per i motivi che vuole), non obbliga nessuno a imitarla e va rispettata
Potrei (e sottolineo potrei) essere d'accordo con te sulla differenza semantica tra "Girl Power" e "Femminismo" in origine...ma la realtà attuale è ben diversa, come hai detto a 5:20 ci sono donne che si definiscono femministe ma che in realtà perseguono solo interessi personali. Purtroppo nel 2019 questa categoria comprende il 90% delle donne che fanno del femminismo la loro bandiera, che non credono ad un concetto di parità ma che o sono mosse da rancore verso il maschio in quanto tale o vogliono semplicemente agevolazioni. Su tutte il caso più eclatante sono le quote rosa nei concorsi pubblici, a mio modesto parere assolutamente NON meritocratiche in quanto permettono a candidate donne che si sono classificate in posizione basse di una graduatoria di scavalcare personale più meritevole (ipotizzando ovviamente un concorso regolare con prove scritte anonime) unicamente per l'appartenenza ad un genere piuttosto che ad un altro... in pratica una forma di sessismo legalizzato. Potrei citare altri esempi ma preferisco concludere per non essere prolisso e arrivare al punto....una lingua è un "corpo" in continua evoluzione dove è l'uso che fa la regola e non il contrario (al punto che recentemente l'accademia della crusca si è orientata perfino a dichiarare accettabile quell'abominino dei verbi transitivi/intransitivi tipo "scendi il cane" proprio per il suo vastissimo uso) , se per il 90% della popolazione la parola "femminismo" evoca pazze indemoniate che vogliono la testa di ogni uomo nei dintorni e cercano solo scuse per avere vantaggi allora questo oramai è il corretto significato del termine. In pratica al giorno d'oggi "femminismo" è il perfetto speculare di "maschilismo", la convinzione che un genere sia superiore all'altro e debba avere dei privilegi. Personalmente preferisco usare il termine "egualitarismo", con cui tendo a definire me stesso e le persone che nel 2019 credono nella reale parità dei sessi. In ogni caso è una riflessione interessante, spero mi risponderai.
Siamo d’accordo su un paio di concetto. Sicuramente che le quote rosa non sono la soluzione e che troppe persone utilizzano associazioni e lotta per cause giustissime per arrivare ad interessi puramente personali. Invece, questo 90% mi sembra una cifra arraffazzonata, senza alcuna base scientifica, quindi pensa che il 90% di chi fa attivismo sia questo, è assolutamente falso. Collaboro con la casa delle donne a Bologna, ho partecipato a numerose iniziative e manifestazioni e ti assicuro che è una percentuale molto più bassa rispetto tutte le persone che si impegnano per motivi molto meno redditizi. Non sarà nemmeno un 20%... però è un gruppo che si fa sentire. Attenzione alla distorsione della percezione. Allo stesso modo, i concorsi dove vengono ‘privilegiate’ le donne sono un numero così ridicolo che non ha alcuna incidenza sulle percentuali finali di donne presenti nei campi stem, per farti un esempio, oppure in politica. La percezione delle donne arrabbiate e indemoniate è un percorso che ho affrontato nel mio podcast sulla strega. È una narrazione che si è sviluppata nel corso degli anni per minimizzare e demonizzare un fenomeno che non piaceva e dava fastidio. La maggioranza delle donne non ha alcuna convinzione di superiorità ma sicuramente vorrebbe avere le stesse opportunità degli uomini. Questi privilegi dei quali parli sono così irrisori che qualsiasi dato (e sono dati drammatici a mio parere) sfata la tua teoria. Guarda occupazione, rappresentanza, presenza nelle istituzioni, negli organi dirigenziali, guarda i dati rilasciati dalla polizia sulla violenza, ecc. egualitarismo è un termine sbagliato perché parte dal presupposto che donna e uomo abbiano le stesse condizioni ma le lotte le portano avanti le donne, da sempre oppresse dal sistema più degli uomini. Non che gli uomini non lo siano, ma L’oppressione femminile è diversa e più profonda ed è giusto ricendicare anche nel nome 100 e passa anni di lotte per la liberazione del genere. Dal voto al diritto al lavoro, alla salute, all’autodeterminazione. E non si parte dallo stesso punto. In più l’egualitarismo fa già riferimento ad un movimento borghese/nobile sviluppatosi nell’illuminismo...
@@MissFictionBooks la mia stima del 90% era spannometrica, non mi baso su statistiche ma su quello che vedo. Probabilmente veniamo da due contesti differenti, ognuno giudica in base al proprio microcosmo, ti assicuro che tra le persone che conosco io una grandissima maggioranza di donne vede e intende il femminismo come una "scorciatoia" per riuscire ad ottenere qualcosa. Molte magari sono donne che non se ne rendono neanche conto ma è cosi, magari hanno un'interpretazione genuina del concetto ma che decade nel momento in cui in caso di applicazione della vera e reale parità andrebbero a perdere qualcosa (e fidati che i privilegi non sono poi così irrisori come credi, però magari non ci fai caso come io posso non fare caso ai privilegi maschili). Mi viene in mente a questo proposito il recente cambiamento di orientamento giurisprudenziale della cassazione in merito alle sentenze di divorzio. Attualmente i giudici seguono l'orientamento per cui le ex mogli giovani, dotate di reddito o comunque ritenute in condizioni di lavorare non ricevono più contributi economici dall'ex marito per loro ma solo quello per i figli. A me questo sembra un grande passo per il concetto di parità perché non considera più la moglie come una appendice del marito incapace di procurarsi da vivere ma giudica una persona per quello che è e per le sue capacità. Però siccome molte donne rischiano di perdere il loro assegno mensile diverse associazioni femministe (nel senso moderno e "corrotto" del termine) dicono che questo è un attacco ai diritti delle donne...perchè? Vorrei sapere una tua opinione in merito (attenzione, su questo esempio non parlo di una donna 50enne con tre figli che oggettivamente avrà problemi a trovare un lavoro, ma delle tante 30enni magari laureate che il lavoro nemmeno lo cercano perché a cosa serve? Tanto ogni mese lo stipendio arriva lo stesso). Sempre a questo proposito lo scorso anno una mia amica ha scritto la sua tesi di laurea sul femminismo. Non era un gran lavoro ma l'ho apprezzato perché traspariva il grande entusiasmo che ci aveva messo. Ricordo che ne abbiamo parlato e ho posto a lei tre domande di pura logica che l'hanno messa in grave crisi, dopo avermi risposto ha concordato con me che anche lei in fondo non aveva un'interpretazione genuina del femminismo. La prima era la più soft, ed era proprio quella sulle quote rosa e mi hai già risposto, hai implicitamente ammesso che le quote rose non sono una soluzione (e creano una discriminazione) se vuoi ti porgo anche la seconda e la terza e vediamo se riesci a uscirne meglio di lei. Da come scrivi mi sembri una persona molto istruita, io ammetto di non esserlo perché non sono andato molto avanti nel mio percorso scolastico e se confrontiamo i nostri curricula accademici al 99% il tuo è valido il doppio del mio, però credo che la tua risposta alla mia proposta di uso del termine "egualitarismo" sia errata. Perché dici che "egualitarismo" parte dal presupposto che i due generi siano nella stessa condizione di partenza? Uno stato socialista è uno stato che tende al socialismo e che fa di tutto per applicarlo ma che non necessariamente lo è già, uno stato egualitarista è uno stato che tende all'uguaglianza tra i sessi anche se la posizione di partenza non è equilibrata. Quindi per me questo è il termine più appropriato, la motivazione dei cento anni di lotte passate ha poco senso se si considerato lo slittamento semantico attuale del termine. Un altro appunto: la società attuale opprime tutti, si, sicuramente le donne hanno subito più oppressione rispetto agli uomini nei secoli, ma l'idea che la vita di un uomo sia tutta rose e fiori e sia semplice è quanto di più sbagliato si possa immaginare. La società opprime anche noi fin da quando siamo bambini, in maniera diversa forse, più sottile, forse anche opprime meno, ma fidati che opprime. Aggiungo una postilla, dal tono della tua risposta mi sei sembrata un attimo irritata, non era mia intenzione dare fastidio, io vorrei semplicemente discutere civilmente. Quindi se ti ho irritata scusami, e scusa la lunghezza del post.
Allora, se ti sono sembrata un po’ irritata lo ero perché sono discorsi che sento continuamente e sinceramente un po’ stufano. Penso sia comprensibile anche se spero di averti dato una risposta chiara e rispettosa. Tralascio la parte sopra perché io mi baso sui dati, non sull’esperienza perchè quella varia da persona a persona e, per quanto ognuno di noi ne è il prodotto, non possiamo basare su quello la concezione di un movimento ampio, con richieste precise e dati inconfutabili. È il motivo per cui la percezione ha sempre sminuito certe battaglie ecc. secondo me siamo anche concordi su alcune cose (vedi il divorzio). Venendo al none, scusami ma che ti cambia se si chiama femminismo e non egualitarismo? La questione del nome su cui si combattono battaglie assurde non ne toglie la validità delle richieste. Della serie: se si chiama egualitarismo ok abbraccio la vostra causa, se si chiama femminismo no? Secondo me sono scuse. E ribadisco, si chiama femminismo perché è un movimento nato per la liberazione della donna e l’affermazione della sua uguaglianza di genere, dalle donne che si facevano arrestare per ottenere il voto. È giusto che si chiami così perché non è nato da entrambe le parti, è nato da lotte femminili che poi si sono evolute nel tempo, trovando sempre di più la partecipazione di ambo i sessi. Scusa ma io di questa puntigliosità sul nome sono stufa, perché siam sempre lì a parlare del nome e mai dei contenuti. Ah, specifico che io ho il diploma superiore e niente preparazione se non quella all’università della strada. Ma leggo, leggo tanto e studio, mi confronto, partecipo alle iniziative ecc. vengo da un ceto sociale bassissimo, lavoro da quando ho 15 anni e non penso di avere una preparazione privilegiata ma semmai curiosità e voglia di mettere in discussione un sistema che in 30 anni mi ha regalato numerose disparità, abusi e diseguaglianze. Ed è grazie alle femministe se parte della curiosità non è mai mancata. Poi una cosa che mi spiace, ma mi irrita, è il vittimismo maschile. ‘Eh ma noi la giornata contro la violenza verso di noi?’. Nessuno sminuisce le sofferenze di una persona, ma la maggioranza delle disuguaglianze subite dal genere femminile nascono dal genere, mentre per gli uomini dalla classe e dallo stato sociale (cosa che subiscono pure le donne) e da fattori che non hanno nulla a che fare con il genere.
@@MissFictionBooks Mi fa piacere che veniamo da contesti simili, perché anche io lavoro da sempre ho fatto le superiori e tutto quello che so l'ho imparato da autodidatta sui libri. Sul fatto che i contenuto siano la cosa più importante siamo d'accordo e il nome passa in secondo piano, ma non per questo è privo di importanza. Le parole sono importanti perché per fare una citazione "se non sai dire quello che pensi allora come puoi sperare che qualcuno capisca quello che dici?" . Mi spiace che ti irriti il vittimismo maschile, ma anche qui le parole ti tradiscono, non è vittimismo (cioè ovviamente qualcuno c'è che fa solo vittimismo e se ne approfitta per gli stessi motivi che dicevamo prima). La questione maschile è un problema come lo è la questione femminile. Ed è proprio qui che arriva la differenza tra una femminista (sempre nel senso moderno del termine) e una persone che crede nell'uguaglianza, quella vera. Tu stai dicendo "Anche gli uomini subiscono dei torti ma alla fine cosa ci importa? Pensiamo alle donne che subiscono di più" io ti rispondo che non ne faccio una questione di chi è più cattivo, semplicemente vorrei una società che si occupa dei problemi di tutti indistintamente.. Aggiungo che se a te i problemi degli uomini non interessano e bolli tutto come "vittimismo" senza neanche degnarti di approfondire (perché non hai approfondito, altrimenti non scriveresti cosi, e se hai approfondito lo hai fatto su siti "femministi" che pubblicano senza mai ascoltare l'altra campana) allora nel profondo del tuo cuore non cerchi una società equa, e forse non la vuoi nemmeno. Aggiungo un'ultima cosa...non voglio dilungarmi con un pedante elenco ma fidati che anche gli uomini subiscono tante discriminazioni solo in base al genere di appartenenza. Forse sono più sottili ma non per questo meno devastanti per l'animo. Da domani quando esci di casa prova a fare un po' più di attenzione e magari le vedrai. Io sono capitato su questo video per caso, perché come puoi facilmente immaginare di solito non cerco video sulle questioni di genere, di solito mi faccio i fatti miei ma pensavo potesse farti piacere un interlocutore della sponda opposta per avere un altro punto di vista piuttosto che i soliti commenti accondiscendenti "Si! Brava! Grandissima!" ma è evidente che le nostre posizioni sono inconciliabili, quindi ti saluto ed esco da questa discussione. In bocca al lupo.
"La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa.”
Nella mia esperienza, il problema maggiore che ho riscontrato con l'uso della parola "femminismo" è che viene completamente ribaltato il significato: non più uguaglianza, ma la voglia di sopraffazione delle donne sull'uomo nata dalla frustrazione per la nostra condizione -_-... credo che se usassi "girl power" la cosa degenererebbe a livelli critici XD
Infatti suggerisco sempre di dire che siete femministi, di spiegare cos'è il femminismo e di non avere paura di affrontare l'argomento.solo vedendo che il femminismo corrisponde a persone che non vogliono prevaricare sugli uomini ma ottenere gli stessi diritti e le stesse possibilità le persone inizieranno a ricredersi sulle loro convinzioni
@@MissFictionBooksIl problema è che non vi manca nessun diritto, il femminismo è un movimento inutile tanto quanto i partiti che aumentano le divisioni; non puoi dire ad una persona come pensarla su un certo argomento, è sciocco pensare che questa cosa accada.
@@franzkarldue3174 opinione personalissima la tua, visto che il femminismo dice sostanzialmente "non puoi impormi il tuo pensiero e la tua morale basata su gli uomini che devo comportarsi in un modo e le donne in quell'altro"
@@rockessence appunto, il femminismo stesso dice che le donne si devono comportare in un certo modo e gli uomini di conseguenza
@@franzkarldue3174 No. Il femminismo dice che ognuno può essere libero di comportarsi come vuole, senza (soprattutto) togliere libertà ad altri.
Non sono femministe le femmine che dicono ad altre femmine come si devono comportare.
Ti ho appena scoperta e sto divorando ogni video di questa playlist. Grazie per ciò che hai fatto e che fai!
Grandiosa la citazione agli assorbenti lanciati durante un concerto (delle L7, presumo)
Sia le L7 che le Hole iniziarono a lanciarli... le si ama!
mi citi le bikini kill...! Ascoltate per la prima volta forse a 14 anni e devo dire che solo a grazie a loro mi sono avvicinata al femminismo. Bel canale comunque ;)
Discussione super interessante, mi trovi del tutto d'accordo. Ho trovato Moxie in libreria e dopo averlo letto scoprire che lo avevi recensito è stata una gioia! Riot grrrls tutta la vita
Grazie per aver postato questo video, davvero molto interessante! Non ero a conoscenza di questa differenza importante nei termini, e il background storico e culturale che ci hai detto di ognuno è veramente molto interessante e illuminante! Adoro questa rubrica! 😀😀
Grazie mille! Mi fa molto piacere!
Ciao Tiffany, bellissimo video come al solito!
Non so se a te è mai capitato, ma io spesso quando parlo con qualcuno (di solito si tratta di ragazzi) di femminismo e spiego il significato, sento controbattere che comunque sia se vogliamo i nostri diritti dobbiamo assumerci anche le responsabilità e i doveri, e come esempi mi vengono riportate alcune agevolazioni dirette alle donne (di cui se non ricordo male ti avevo scritto anche nel tuo primo video della rubrica), come se queste compensassero - se non addirittura eccessive - mancanze in altri campi e quindi ci rendano poco serie e responsabili nel perseguire il femminismo. Tu cosa ne pensi?
Allora, le agevolazioni sono davvero ridicole in Italia (se parliamo di maternità significa avere dei periodi molto brevi di copertura e in tantissimi casi maternità = licenziamento) e vorrei davvero capire io a 28 anni quali agevolazioni in quanto donna ho mai avuto. Detto ciò, se invece parliamo di quote rosa e 'quote' in generale io sono personalmente contraria perchè li ritengo degli espedienti che aiutano nell'immediato ma non cambiano culturalmente la mentalità, non sono cose che premiano la persona ma vengono imposte e generano quindi ancora più reticenza in quegli individui che di malgrado capiscono l'importanza della parità. Spero di aver centrato il punto! che comunque mi fa ridere, quando si spiega che il femminismo equivale a parità subito viene spostato il problema a: 'eh però vi dovete assumere le stesse responsabilità'. A parte che nessuno dice che non sia così quindi perchè non rimanere sul problema sollevato piuttosto che controbattere con una domanda che non affronta il problema stesso?
Io non uso _femminismo_ ma spiego di essere per la parità e per l'uguaglianza, così da evitare fraintendimenti. "Girl power" la trovo una espressione aggressiva - come se la donna volesse schiacciare l'uomo; non mi piace per niente come espressione, mi suona male (penso anche a come suonerebbe se fosse al contrario: "Male power" quindi diciamo che la odio proprio)
Bellissimo video
Beh la parità e l'uguaglianza sono proprio quello per cui si batte il femminismo! Grazie!
Mi citi una delle mie band preferite, la meravigliosa Kathleen Hanna e il Riot Grrrl, genere che sono felice di aver portato come tesina all'esame di terza media. Non posso fare a meno di adorarti, Tiffany
Ma grazie cara!
Ti ho scoperta solo ora, mea culpa! 😭
Come posso non amarti, mi citi le Bikini Kill! ❤️❤️ Conosco pochissime persone che, pur ascoltando punk, spesso non conoscono gruppi riot grrrl. È un peccato, è una conoscenza parziale del movimento musicale e culturale.
Qui sfondi una porta aperta! Possiamo iniziare a parlare per giorni interi di musica quando vuoi :D
Miss Fiction Books mi devo guardare il tuo video sui consigli musicali, l'ho notato scorrendo! 😍
Come al solito, condivido tutto! ❤
Grazie Clarissa
Grande video. I LOVE your channel. X
io ho trovato una maglietta con scritto enorme “FEMMINISTA” su zuiki. L’ho presa subito senza neanche guardare la taglia.
il girlpower può essere utile per introdurre il femminismo a quelle ragazze che non leggono simone de beauvoir. Sulla sessualizzazione non sono d'accoro: una donna adulta decide autonomamente di spogliarsi (per i motivi che vuole), non obbliga nessuno a imitarla e va rispettata
Potrei (e sottolineo potrei) essere d'accordo con te sulla differenza semantica tra "Girl Power" e "Femminismo" in origine...ma la realtà attuale è ben diversa, come hai detto a 5:20 ci sono donne che si definiscono femministe ma che in realtà perseguono solo interessi personali. Purtroppo nel 2019 questa categoria comprende il 90% delle donne che fanno del femminismo la loro bandiera, che non credono ad un concetto di parità ma che o sono mosse da rancore verso il maschio in quanto tale o vogliono semplicemente agevolazioni. Su tutte il caso più eclatante sono le quote rosa nei concorsi pubblici, a mio modesto parere assolutamente NON meritocratiche in quanto permettono a candidate donne che si sono classificate in posizione basse di una graduatoria di scavalcare personale più meritevole (ipotizzando ovviamente un concorso regolare con prove scritte anonime) unicamente per l'appartenenza ad un genere piuttosto che ad un altro... in pratica una forma di sessismo legalizzato. Potrei citare altri esempi ma preferisco concludere per non essere prolisso e arrivare al punto....una lingua è un "corpo" in continua evoluzione dove è l'uso che fa la regola e non il contrario (al punto che recentemente l'accademia della crusca si è orientata perfino a dichiarare accettabile quell'abominino dei verbi transitivi/intransitivi tipo "scendi il cane" proprio per il suo vastissimo uso) , se per il 90% della popolazione la parola "femminismo" evoca pazze indemoniate che vogliono la testa di ogni uomo nei dintorni e cercano solo scuse per avere vantaggi allora questo oramai è il corretto significato del termine. In pratica al giorno d'oggi "femminismo" è il perfetto speculare di "maschilismo", la convinzione che un genere sia superiore all'altro e debba avere dei privilegi. Personalmente preferisco usare il termine "egualitarismo", con cui tendo a definire me stesso e le persone che nel 2019 credono nella reale parità dei sessi.
In ogni caso è una riflessione interessante, spero mi risponderai.
Siamo d’accordo su un paio di concetto. Sicuramente che le quote rosa non sono la soluzione e che troppe persone utilizzano associazioni e lotta per cause giustissime per arrivare ad interessi puramente personali. Invece, questo 90% mi sembra una cifra arraffazzonata, senza alcuna base scientifica, quindi pensa che il 90% di chi fa attivismo sia questo, è assolutamente falso. Collaboro con la casa delle donne a Bologna, ho partecipato a numerose iniziative e manifestazioni e ti assicuro che è una percentuale molto più bassa rispetto tutte le persone che si impegnano per motivi molto meno redditizi. Non sarà nemmeno un 20%... però è un gruppo che si fa sentire. Attenzione alla distorsione della percezione. Allo stesso modo, i concorsi dove vengono ‘privilegiate’ le donne sono un numero così ridicolo che non ha alcuna incidenza sulle percentuali finali di donne presenti nei campi stem, per farti un esempio, oppure in politica. La percezione delle donne arrabbiate e indemoniate è un percorso che ho affrontato nel mio podcast sulla strega. È una narrazione che si è sviluppata nel corso degli anni per minimizzare e demonizzare un fenomeno che non piaceva e dava fastidio. La maggioranza delle donne non ha alcuna convinzione di superiorità ma sicuramente vorrebbe avere le stesse opportunità degli uomini. Questi privilegi dei quali parli sono così irrisori che qualsiasi dato (e sono dati drammatici a mio parere) sfata la tua teoria. Guarda occupazione, rappresentanza, presenza nelle istituzioni, negli organi dirigenziali, guarda i dati rilasciati dalla polizia sulla violenza, ecc. egualitarismo è un termine sbagliato perché parte dal presupposto che donna e uomo abbiano le stesse condizioni ma le lotte le portano avanti le donne, da sempre oppresse dal sistema più degli uomini. Non che gli uomini non lo siano, ma L’oppressione femminile è diversa e più profonda ed è giusto ricendicare anche nel nome 100 e passa anni di lotte per la liberazione del genere. Dal voto al diritto al lavoro, alla salute, all’autodeterminazione. E non si parte dallo stesso punto. In più l’egualitarismo fa già riferimento ad un movimento borghese/nobile sviluppatosi nell’illuminismo...
@@MissFictionBooks la mia stima del 90% era spannometrica, non mi baso su statistiche ma su quello che vedo. Probabilmente veniamo da due contesti differenti, ognuno giudica in base al proprio microcosmo, ti assicuro che tra le persone che conosco io una grandissima maggioranza di donne vede e intende il femminismo come una "scorciatoia" per riuscire ad ottenere qualcosa. Molte magari sono donne che non se ne rendono neanche conto ma è cosi, magari hanno un'interpretazione genuina del concetto ma che decade nel momento in cui in caso di applicazione della vera e reale parità andrebbero a perdere qualcosa (e fidati che i privilegi non sono poi così irrisori come credi, però magari non ci fai caso come io posso non fare caso ai privilegi maschili). Mi viene in mente a questo proposito il recente cambiamento di orientamento giurisprudenziale della cassazione in merito alle sentenze di divorzio. Attualmente i giudici seguono l'orientamento per cui le ex mogli giovani, dotate di reddito o comunque ritenute in condizioni di lavorare non ricevono più contributi economici dall'ex marito per loro ma solo quello per i figli. A me questo sembra un grande passo per il concetto di parità perché non considera più la moglie come una appendice del marito incapace di procurarsi da vivere ma giudica una persona per quello che è e per le sue capacità. Però siccome molte donne rischiano di perdere il loro assegno mensile diverse associazioni femministe (nel senso moderno e "corrotto" del termine) dicono che questo è un attacco ai diritti delle donne...perchè? Vorrei sapere una tua opinione in merito (attenzione, su questo esempio non parlo di una donna 50enne con tre figli che oggettivamente avrà problemi a trovare un lavoro, ma delle tante 30enni magari laureate che il lavoro nemmeno lo cercano perché a cosa serve? Tanto ogni mese lo stipendio arriva lo stesso). Sempre a questo proposito lo scorso anno una mia amica ha scritto la sua tesi di laurea sul femminismo. Non era un gran lavoro ma l'ho apprezzato perché traspariva il grande entusiasmo che ci aveva messo. Ricordo che ne abbiamo parlato e ho posto a lei tre domande di pura logica che l'hanno messa in grave crisi, dopo avermi risposto ha concordato con me che anche lei in fondo non aveva un'interpretazione genuina del femminismo. La prima era la più soft, ed era proprio quella sulle quote rosa e mi hai già risposto, hai implicitamente ammesso che le quote rose non sono una soluzione (e creano una discriminazione) se vuoi ti porgo anche la seconda e la terza e vediamo se riesci a uscirne meglio di lei.
Da come scrivi mi sembri una persona molto istruita, io ammetto di non esserlo perché non sono andato molto avanti nel mio percorso scolastico e se confrontiamo i nostri curricula accademici al 99% il tuo è valido il doppio del mio, però credo che la tua risposta alla mia proposta di uso del termine "egualitarismo" sia errata. Perché dici che "egualitarismo" parte dal presupposto che i due generi siano nella stessa condizione di partenza? Uno stato socialista è uno stato che tende al socialismo e che fa di tutto per applicarlo ma che non necessariamente lo è già, uno stato egualitarista è uno stato che tende all'uguaglianza tra i sessi anche se la posizione di partenza non è equilibrata. Quindi per me questo è il termine più appropriato, la motivazione dei cento anni di lotte passate ha poco senso se si considerato lo slittamento semantico attuale del termine.
Un altro appunto: la società attuale opprime tutti, si, sicuramente le donne hanno subito più oppressione rispetto agli uomini nei secoli, ma l'idea che la vita di un uomo sia tutta rose e fiori e sia semplice è quanto di più sbagliato si possa immaginare. La società opprime anche noi fin da quando siamo bambini, in maniera diversa forse, più sottile, forse anche opprime meno, ma fidati che opprime.
Aggiungo una postilla, dal tono della tua risposta mi sei sembrata un attimo irritata, non era mia intenzione dare fastidio, io vorrei semplicemente discutere civilmente. Quindi se ti ho irritata scusami, e scusa la lunghezza del post.
Allora, se ti sono sembrata un po’ irritata lo ero perché sono discorsi che sento continuamente e sinceramente un po’ stufano. Penso sia comprensibile anche se spero di averti dato una risposta chiara e rispettosa.
Tralascio la parte sopra perché io mi baso sui dati, non sull’esperienza perchè quella varia da persona a persona e, per quanto ognuno di noi ne è il prodotto, non possiamo basare su quello la concezione di un movimento ampio, con richieste precise e dati inconfutabili. È il motivo per cui la percezione ha sempre sminuito certe battaglie ecc. secondo me siamo anche concordi su alcune cose (vedi il divorzio). Venendo al none, scusami ma che ti cambia se si chiama femminismo e non egualitarismo? La questione del nome su cui si combattono battaglie assurde non ne toglie la validità delle richieste. Della serie: se si chiama egualitarismo ok abbraccio la vostra causa, se si chiama femminismo no? Secondo me sono scuse. E ribadisco, si chiama femminismo perché è un movimento nato per la liberazione della donna e l’affermazione della sua uguaglianza di genere, dalle donne che si facevano arrestare per ottenere il voto. È giusto che si chiami così perché non è nato da entrambe le parti, è nato da lotte femminili che poi si sono evolute nel tempo, trovando sempre di più la partecipazione di ambo i sessi. Scusa ma io di questa puntigliosità sul nome sono stufa, perché siam sempre lì a parlare del nome e mai dei contenuti. Ah, specifico che io ho il diploma superiore e niente preparazione se non quella all’università della strada. Ma leggo, leggo tanto e studio, mi confronto, partecipo alle iniziative ecc. vengo da un ceto sociale bassissimo, lavoro da quando ho 15 anni e non penso di avere una preparazione privilegiata ma semmai curiosità e voglia di mettere in discussione un sistema che in 30 anni mi ha regalato numerose disparità, abusi e diseguaglianze. Ed è grazie alle femministe se parte della curiosità non è mai mancata. Poi una cosa che mi spiace, ma mi irrita, è il vittimismo maschile. ‘Eh ma noi la giornata contro la violenza verso di noi?’. Nessuno sminuisce le sofferenze di una persona, ma la maggioranza delle disuguaglianze subite dal genere femminile nascono dal genere, mentre per gli uomini dalla classe e dallo stato sociale (cosa che subiscono pure le donne) e da fattori che non hanno nulla a che fare con il genere.
@@MissFictionBooks Mi fa piacere che veniamo da contesti simili, perché anche io lavoro da sempre ho fatto le superiori e tutto quello che so l'ho imparato da autodidatta sui libri. Sul fatto che i contenuto siano la cosa più importante siamo d'accordo e il nome passa in secondo piano, ma non per questo è privo di importanza. Le parole sono importanti perché per fare una citazione "se non sai dire quello che pensi allora come puoi sperare che qualcuno capisca quello che dici?" .
Mi spiace che ti irriti il vittimismo maschile, ma anche qui le parole ti tradiscono, non è vittimismo (cioè ovviamente qualcuno c'è che fa solo vittimismo e se ne approfitta per gli stessi motivi che dicevamo prima). La questione maschile è un problema come lo è la questione femminile. Ed è proprio qui che arriva la differenza tra una femminista (sempre nel senso moderno del termine) e una persone che crede nell'uguaglianza, quella vera. Tu stai dicendo "Anche gli uomini subiscono dei torti ma alla fine cosa ci importa? Pensiamo alle donne che subiscono di più" io ti rispondo che non ne faccio una questione di chi è più cattivo, semplicemente vorrei una società che si occupa dei problemi di tutti indistintamente.. Aggiungo che se a te i problemi degli uomini non interessano e bolli tutto come "vittimismo" senza neanche degnarti di approfondire (perché non hai approfondito, altrimenti non scriveresti cosi, e se hai approfondito lo hai fatto su siti "femministi" che pubblicano senza mai ascoltare l'altra campana) allora nel profondo del tuo cuore non cerchi una società equa, e forse non la vuoi nemmeno. Aggiungo un'ultima cosa...non voglio dilungarmi con un pedante elenco ma fidati che anche gli uomini subiscono tante discriminazioni solo in base al genere di appartenenza. Forse sono più sottili ma non per questo meno devastanti per l'animo. Da domani quando esci di casa prova a fare un po' più di attenzione e magari le vedrai.
Io sono capitato su questo video per caso, perché come puoi facilmente immaginare di solito non cerco video sulle questioni di genere, di solito mi faccio i fatti miei ma pensavo potesse farti piacere un interlocutore della sponda opposta per avere un altro punto di vista piuttosto che i soliti commenti accondiscendenti "Si! Brava! Grandissima!" ma è evidente che le nostre posizioni sono inconciliabili, quindi ti saluto ed esco da questa discussione. In bocca al lupo.
Va benissimo, mi hai convinta. buona continuazione anche a te.