Maria Valtorta - Evangelo cap. 352: Un peccatore convertito dalla Maddalena.

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  • เผยแพร่เมื่อ 1 ธ.ค. 2023
  • Maria Valtorta - Evangelo cap. 352: Un peccatore convertito dalla Maddalena. Parabola per il piccolo Beniamino e lezioni su chi è il più grande, sullo scandalo ai bambini e sull’uso del nome di Gesù.
    6 dicembre 1945.
    E proprio mentre si incendiano cielo e lago per i fuochi del tramonto, essi ritornano verso Cafarnao. Sono contenti. Parlano fra di loro. Gesù parla poco, ma sorride. Notano che, se il messaggero fosse stato più preciso, avrebbero potuto risparmiare della strada. Ma però, anche, dicono che la fatica è valsa, perché un gruppo di piccoli figli ha avuto il padre guarito quando già raffreddava per la morte vicina, e anche perché non sono più senza un minimo di denaro.
    «Ve lo avevo detto che il Padre avrebbe provveduto a tutto», dice Gesù.
    «Ed è un antico amante di Maria di Magdala?», chiede Filippo.
    «Pare… A quello che ci hanno detto…», risponde Tommaso.
    «A Te, Signore, che disse l’uomo?», chiede Giuda d’Alfeo.
    Gesù sorride evasivamente.
    «Io l’ho visto più di una volta con lei quando andavo a Tiberiade con amici. Questo è certo», asserisce Matteo.
    «Su, fratello, accontentaci… L’uomo ti chiese solo di guarire o di essere perdonato anche?», chiede Giacomo di Alfeo.
    «Che domanda senza ragione! Quando mai il Signore non esige pentimento per concedere grazia?», dice l’Iscariota con alquanto sdegno per Giacomo d’Alfeo.
    «Mio fratello non ha detto una stoltezza. Gesù guarisce o libera e poi dice: “Va’ e non più peccare”», gli risponde il Taddeo.
    «Ma perché vede già il pentimento nei cuori», ribatte l’Iscariota.
    «Negli indemoniati non c’è pentimento né volontà di essere liberati. Non uno lo ha dimostrato tutto ciò. Ricordati ogni caso e vedrai che o fuggivano o si avventavano nemici o, quanto meno, tentavano l’una o l’altra cosa, e non vi riuscivano solo perché impediti a compierla dai parenti», replica il Taddeo.
    «E dal potere di Gesù», aumenta lo Zelote.
    «Ma allora Gesù tiene conto del volere dei parenti che rappresentano il volere dell’indemoniato, il quale, se non fosse impedito dal demonio, vorrebbe liberazione».
    «Oh! quante sottigliezze! E per i peccatori allora? Mi pare che usi la stessa formula, anche se non sono indemoniati», dice Giacomo di Zebedeo.
    «A me ha detto: “Seguimi”, e non gli avevo ancora detto una parola io, in merito al mio stato», osserva Matteo.
    «Ma te la vedeva in cuore», dice l’Iscariota che vuole avere sempre ragione ad ogni costo.
    «E va bene! Ma quell’uomo, a voce di popolo grande libidinoso e grande peccatore, e non indemoniato, o meglio non posseduto - perché un demonio, coi suoi peccati, lo doveva avere a maestro se non a possessore - moribondo, e così via, cosa ha chiesto insomma? Stiamo andando a passeggio fra le nubi, mi pare… Stiamo alla prima domanda», dice Pietro.
    Gesù lo accontenta: «Quell’uomo ha voluto essere solo con Me per potere parlare con libertà. Non ha esposto subito il suo stato di salute… ma quello dello spirito suo. Ha detto: “Sono morente, ma non ancora come ho fatto credere per poterti avere con sollecitudine. Ho bisogno del tuo perdono per guarire. Ma mi basta questo. Se guarire non mi farai, mi rassegnerò. L’ho meritato. Ma fa’ salva l’anima mia”, e mi ha confessato le sue molte colpe. Una nauseante catena di colpe…». Gesù dice così, ma il suo viso splende di gioia.
    «E Tu ne sorridi, Maestro? Mi fa specie!», osserva Bartolomeo.
    «Sì, Bartolmai. Ne sorrido perché esse non sono più e perché con le colpe ho saputo il nome della redentrice. L’apostolo fu una donna in questo caso».
    «Tua Madre!», dicono in molti.
    E altri: «Giovanna di Cusa! Se lui andava a Tiberiade sovente, forse la conosce».
    Gesù scrolla il capo.
    Gli chiedono: «Chi allora?».
    «Maria di Lazzaro», risponde Gesù.
    «È venuta qui? Perché non si è fatta vedere da nessuno di noi?».
    «Non è venuta. Ha scritto al suo antico compagno di colpa.
    Ho letto le lettere. Supplicano tutte la stessa cosa: di ascoltarla, di redimersi come lei si è redenta, di seguirla nel bene come l’aveva seguita nella colpa, e con parole di lacrime lo pregano di alleggerire l’anima di Maria dal rimorso di avere sedotto la sua anima. E lo ha convertito. Tanto che si era isolato nella sua campagna per vincere le tentazioni delle città. La malattia, più di rimorso d’anima che di fisico, ha finito di prepararlo alla Grazia. Ecco. Siete contenti adesso? Comprendete ora perché sorrido?».
    «Sì, Maestro», dicono tutti. E poi, vedendo che Gesù allunga il passo come per isolarsi, si mettono a bisbigliare fra di loro…
    Sono già alle viste di Cafarnao quando, allo sbocco della via fatta da loro con quella che costeggia il lago venendo da Magdala, incrociano i discepoli venuti a piedi, evangelizzando da Tiberiade. Tutti meno Marziam, i pastori e Mannaen, che sono andati da Nazaret verso Gerusalemme con le donne. E anzi i discepoli sono aumentati per qualche altro elemento che si è unito a loro di ritorno dalla missione e che porta seco nuovi proseliti della dottrina cristiana....

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