Sono un medico in pensione Nel decennio 1990-2000 ho ricevuto varie cartelle cliniche scritte in latino, relative a pazienti trasferiti in Italia dall'Unione Sovietica
In realtà il quartiere latino di Parigi si chiama così perché è il quartiere della Sorbona, e per strada si sentiva parlare latino ancora nell'800. Fun fact: nel mio primo viaggio da autostoppista in Olanda (1974) io, da studente di liceo classico (avevo 17 anni mannaggia quanto tempo è passato), provai a cavarmela in latino con un prete che non parlava l'inglese (cosa rarissima in Olanda), ma il latino parlato da un olandese mi risultò assolutamente incomprensibile: praticamente suonava come l'olandese, cioè come un brutto mal di gola.
Mi permetto di scrivere che in passato la lingua Francese era assai studiata nei Paesi Bassi. Paradossalmente, nel Regno e Unito era più radicata. Se il prete fosse stato cattolico e di vecchia generazione per di più, era normale pure. In futuro potrebbe essere lo Spagnolo. Negli Stati Uniti 🇺🇸 e Nel Regno Unito è molto popolare,tra i giovani. Perfino in Francia! Inutile aggiungere altro ancora 🙂
Il problema (e lo vedo qui in Germania dove vivo) è che per l'inglese, il francese, ecc. esistono i madrelingua che ti possono dire come si pronuncia veramente mentre per il latino non esistono madrelingua che possano dirti come si pronuncia, quindi ognuno si inventa la pronuncia che più gli piace.
C'è un episodio divertente avvenuto in Sicilia pure negli anni 60 in cui mio zio, allora ragazzino, ebbe uno scambio in latino con - sorprende forse ancora di più - un barbone 😮 Quest'ultimo gli chiese la carità usando né l'italiano né il dialetto ma dicendogli "Ego sum sine pecunia", sono senza denaro. E il ragazzino squattrinato prontamente gli rispose: "Ego etiam", pure io 😂
Se non erro, anche Primo Levi narrò di essere riuscito a interloquire con un sacerdote in latino in un villaggio sperduto dell'europa dell'est, nel lungo cammino del ritorno a casa dopo la liberazione dei Lager (anni '40).
@@toffonardi7037 Cioé? Non è forse un Paese dell'europa dell'est la Polonia? Sai il nome del villaggio sperduto in questione? Non capisco il tono del tuo commento...
@@PatrickArcatoPunti di vista, c'è a chi dispiace per dire che alcuni genitori non siano in grado di fornire un'educazione ai propri figli, e questi poi si ritrovino a dire porcherie su Internet.
Ed avevano un senso di sacralità che oggi neppure riusciamo ad immaginare. Anche per questo le chiese oggi sono vuote : non sembrano sante Messe ma riunioni fra persone.
@@giancarlopurinan9094 ma in realtà le messe in latino sono uno dei motivi per cui i popoli cattolici sono più arretrati sotto alcuni punti di vista rispetto a quelli protestanti. Le messe per i protestanti andavano recitate nella lingua volgare perché: 1) tutti dovevano sapere che cosa dicesse il ministro di culto 2) ognuno poteva leggere i testi sacri da se e raggiungere autonomamente la salvezza. Utilizzare il latino voleva dire avere ad appannaggio esclusivo della chiesa l’utilizzo dei testi sacri, della parola di dio. Che anche la chiesa romana cattolica abbia adottato la lingua del loco in cui si celebra la funziona è stata la naturale conseguenza di un processo di laicizzazione e democrazia che ha attraversato l’occidente. Il tuo commento non ha alcun senso.
@@dario1998 Guarda, se il prete era bravo in realtà quello era un falso problema perchè solo la lingua dei riti durante la messa era prevista che fosse in latino o in greco antico ma se un seminarista era bravo poteva spiegare il senso di quanto detto durante il resto della cerimonia nelle prediche ( in questo gli affreschi avevano anche una enorme utilità). Ovviamente nelle messe della classe superiore, questo problema non si poneva perchè anche le donne lo sapevano masticare.
Ego, qui dacus natus sum sed magnifice ac tumultuose Romae habito, tibi assentior. In sermone nostro homo factus est om, et lingua limba, ut in Sardinia. Cura ut valeas!
Occorre considerare che il latino parlato nel '600 è molto più semplice del latino scritto ciceciceroniano e virgiliano di età classica che si studia al liceo e all'università. Per fare un esempio... se io dovessi parlare in latino userei l'accusativo come complemento oggetto, userei il modo indicativo o il congiuntivo ma mai potrei ostentare i costrutti dell'ablativo con il verbo al deponente 😅 Anche gli autori di età classica non sarebbero stati in grado di usarlo fluentemente, dovevano prima preparare un discorso scritto e poi lo imparavano a memoria oppure il testo restava solo scritto (senza essere recitato) come faceva Virgilio che per scrivere l'Eneide volle fare diverse copie in brutta aggiungendo ogni volta costruzioni stilistiche e figure retoriche.
Beh, la stragrande maggioranza dei madrelingua latina contemporanei di Cicerone e Virgilio non sapeva certo parlare latino come Cicerone e Virgilio; né la stragrande maggioranza dei madrelingua toscani contemporanei di Dante sapeva parlare come Dante
beh,avete provato a leggere il ''de monarchia''di Dante,scritto nel XIV secolo?Poi ricordo un verso del Purgatorio dove un Papa si rivolge al poeta dicendo ''scito quod ego fui successor petri'',in latino classico si sarebbe detto ''scito me fuisse successorem petri'',la forma accusativo+infinito era andata persa nel Medio Evo
Domanda che si doveva porgere a un De Mauro, più che a un Barbero, perché dottore in Storia, non in linguistica. Il mio professore di filologia romanza dell'università, io ho fatto lingue, ci diceva: "Il latino non è morto, non è una lingua morta: si è evoluto, proprio come un essere vivente, nelle lingue che oggi chiamiamo romanze. Il francese altro non è che la continuazione del latino tardo imperiale parlato dalla gente comune nel nord della Francia; l'italiano non è altro che la continuazione del latino tardo imperiale parlato dalla gente comune in Toscana, e cosi via con le altre lingue. Pensate che, a un certo punto, la gente comune nell'antica Roma cominciò a non pronunciare più le desinenze delle parole, né rispettavano la sintassi: in latino il verbo va alla fine, loro cominciarono a nn rispettarlo più. Quindi, se fino al primo secolo d.C. si diceva Paulus Annam amat, dal II o III secolo dicevano Paulu ama Anna (quasi come in italiano)".
Beh, il discorso del tuo professore è bello ma "simbolico"... Allo stesso modo potrei dire: "Mio nonno non è morto, perché mio padre e io ne siamo la continuazione". Però intanto mio nonno è nella tomba e tante sue conoscenze, emozioni, esperienze sono morte con lui. Un discorso piú articolato e, a mio avviso, corretto è quello che fa Darwin, nel capitolo 14 della seconda edizione dell'Origine delle Specie, quando afferma che l'evoluzione delle lingue e quella delle specie viventi è analoga. Entrambe nascono, si evolvono e muoiono; possono lasciare progenie che si evolve in qualche modo. Non c'è mai stato un ultimo parlante latino e non c'è mai stato un primo parlante italiano, per esempio; non c'è mai stato il caso di una madre che non riusciva a parlare col figlio perché il figlio parlava un'altra lingua, MA di generazione in generazione sono state apportate piccole modifiche alla lingua, al punto che se guardiamo un testo del IV secolo, diciamo certamente che è latino, se ne guardiamo uno del XIX secolo, diciamo certamente che è italiano, ma un testo dell'XI secolo? Il "Sao ke kelle terre" è italiano, latino o (verosimilmente) una forma intermedia in evoluzione? Quindi, io concluderei chiaramente: sí, il latino è morto, il che non significa che non abbia importanza o che non abbia lasciato tanto dietro di sé; quando è morto, è impossibile dirlo con certezza, bisognerebbe peraltro definire che criterio vogliamo prendere in considerazione: quando è morto l'ultimo madrelingua? Oppure un altro? Il discorso è piú complesso di cosí, ovviamente. (Per inciso: sono interprete e traduttore di professione e giungo anch'io da un percorso di studî linguistici)
@@nicolanobili2113 Gli aggettivi come morto e vivo in questo contesto sono un sintomo della deriva che le butta tutte in polarizzazione semplificatoria e sofismi per le massaie che si credono emancipate in virtù del dono di saper ripetere. Condivido il tuo punto di vista. Aggiungo un'altra ricorrendo alla evoluzione della specie: sostenere la tesi del professore equivale a dire che il nostro antenato Hylonomus (quasi-lucertola) è ancora fra noi, e che le lucertole sono nostre parenti. Ultimamente mi era capitato di ragionare in termini di codifica di un sistema cognitivo (programmazione logica, non pappagalli gpt), onde distinguere tra fisica e metafisica servita come scienza avanzata al punto da sembrare controintuitiva. Di cui la domanda: se dovessimo codificare anche approssimativamente la presenza / incidenza del latino l'unico modo non potrà che essere quello del formulare una qualche quantificazione. Ecco: questo tipo di domande, basate sulla logica simbolica, sono utili come scudo contro la retorica sofisticante.
Ma oggi possiamo dire che l'italiano e il latino siano chiaramente due lingue diverse. Quindi, quando ci si chiede in che momento è morto il latino, ci si riferisce a una lingua ben precisa e chiaramente distonguibile dall'italiano. Tra l'altro, il cosiddetto latino volgare, da cui derivano le lingue romanze, era già chiaramente una lingua diversa rispetto al latino classico, sia per lessico che soprattutto per grammatica. La differenza tra latino classico e latino volgare supera la differenza tra spagnolo e portoghese, o fra catalano e occitano.
Lavoro in un archivio di proprietà vaticana (per riservatezza non esplicito quale). Se non sapessimo il latino nessuno di noi potrebbe fare niente, ancora oggi. Una volta mi è capitato di partecipare a un colloquio con un tirocinante proveniente da un'università romana: gli chiedemmo quali erano le sue competenze linguistiche e lui rispose, con tranquillità, "una buona conoscenza dell'inglese". Gli facemmo i complimenti e poi specificammo che "ci riferivamo al latino".
Nel 1946 Gianni Brera intervistò il famoso fondista Paavo Nurmi (finlandese) in latino. Nurmi non conosceva l'inglese, Brera ovviamente non conosceva il Finlandese e l'intervista si svolse in latino con un intermediario, un banchiere anche lui Finlandese. «Cur disqualificatus est?». «Dicitur coepisse pecuniam singulam americanorum per omnem passum, loqui de dollaris non possum ante eum». 😁😁
In Finlandia il latino è studiato in maniera esemplare. Infatti, la proposta di incrementare gli studi del Latino nell'UE è venuta dalla Finlandia, e poi gli stati membri che parlano una lingua neolatina si sono aggregati
@@Mr2t2b fai una ricerca per chiavi tipo Gianni Brera - Paavo Nurmi - intervista - Latino. Usciranno parecchi articoli riguardanti la notizia. Se metto il link il sovrano algoritmo mi nasconde il commento.
@@lucadellalombardia9055 Era talmente mal insegnato da diventare inutile, prima di toglierlo lo resero facoltativo, i quattro gatti che lo frequentavano volontariamente ( la volontaria era mia mamma, io obbedivo di malavoglia) venivano trattati con i guanti per non perdere adesioni. Quando finii avevo ottimi voti di latino ma al ginnasio dovetti studiarlo da capo perché mi mancavano le basi.
@@RomoloGessi31 io no,tutt'altro,avevo in prima un professore e in seconda e terza una professoressa formidabili,al Ginnasio non ebbi alcuna difficoltà,così come al Liceo non ne ebbi in greco
A mio modesto parere in Italia il Latino ha iniziato il suo declino quando ne hanno tolto l'obbligo alla scuola media e quando hanno introdotto la liturgia della messa in Italiano. Ho avuto la fortuna di imparare il Latino alla scuola media in quanto ero un anno avanti rispetto alla riforma. Avevo 15/16 anni quando andai in vacanza in Austria con i miei genitori e mio fratellino. Ebbi un problema di salute ed i miei mi portarono da un medico di questo piccolo paese austriaco, ebbene io non sapevo il tedesco e il dottore l'italiano per cui dialogammo in Latino.
Il mio professore di liceo sosteneva che l‘Italiano (assieme alle altre lingue romanze) non fosse una derivazione del latino, ma semplicemente una sua evoluzione. „Quello che noi chiamiamo italiano, altro non è se non il latino del 2000“
il mio diceva la stessa cosa,quando ebbi finito la III Liceo,lui lasciò il ''Michelangelo'' di Firenze perchè gli avevano dato la Cattedra di Filologìa romanza all'Università di Parma,quindi era uno che se ne intendeva,era milanese
@@toffonardi7037 ho alcuni libri di testo di quegli anni "ad usum seminariorum" con le lezioni di base di filosofia e teologia morale, scritti in latino. Nell'introduzione di uno dei due l'autore lamenta come alcuni insegnanti avessero la cattiva abitudine di insegnare in italiano. Adesso non ricordo se erano proprio primi anni sessanta o fine cinquanta ma comunque il periodo è quello.
@@alessandroabate3219 Se erano in università cattoliche o in seminari allora si, il greco e il latino erano regolarmente usate come lingue per via della universalità della chiesa cattolica e del bisogno di una lingua comune. Mentre nelle università laiche o protestanti oramai la lingua di studio era divenuta da quasi un secolo e mezzo il francese, l'inglese e il tedesco a seconda delle materie. Il problema che Barbero aveva esposto che le lingue comuni erano troppo semplici per spiegare concetti filosofici o scientifici finì con lo scomparire quando quelle lingue presero proprio dei termini delle lingue antiche per usarli direttamente.
@@edoardoturco8780 non lo metto assolutamente in dubbio, volevo solo portare un esempio di latino parlato in epoca tutto sommato recente. In altri ambiti mi risulta che a ottocento inoltrato ci sia ancora stato qualche libro di zoologia sistematica scritto in latino, ma credo si possano liquidare come casi residuali, peraltro suppongo che anche da parte di questi ultimi utilizzatori si trattasse di un uso esclusivamente scritto.
@@toffonardi7037 Invece è vero! Giovanni XXIII, se non ricordo male, se ne uscí con una circolare in cui imponeva in TUTTE le scuole gestite dalla Chiesa di fare lezione di filosofia in latino. Il mio insegnante di italiano e latino del liceo, che aveva studiato proprio negli anni Sessanta in un liceo classico gestito dai gesuiti, ricordava ancora quanta fatica e quanto rigore fossero necessarî per studiare, memorizzare, rispondere a interrogazioni in latino (c'è da dire che l'aveva imparato bene, però)
solo nella scuola italiana idiota......e se servisse a qualcosa gli italiani dovrebbero eccellere in tutto invece siete agli ultimi posti in tutto praticamente quindi è la dimostra
Attenzione! In linguistica "lingua morta" significa che non ha piú parlanti nativi, quindi decisamente il latino lo è. Se poi vogliamo dire, poeticamente, che non è scomparso, che ancora si usa in certi àmbiti... Vero, ma questo non la rende meno morta. La terminologia della linguistica è chiara al riguardo
Si può notare come il latino fosse una lingua di ampia funzionalità in ambito scientifico anche da alcuni lasciti linguistici, soprattutto in idiomi come l'inglese ed il francese. Ai tempi, gli scolari che trascrivevano in queste lingue desideravano avvicinare maggiormente i vocaboli di origine latina all'originale, cosa che non appariva come problema, in un'epoca in cui tutti gli intellettuali lo parlavano. Per esempio, in francese, abbiamo l'espressione "longtemps", la quale si poteva scrivere arcaicamente "lontan" (molto più simile all'effettiva pronuncia francese), ma che ha assunto una grafia che lasciasse trasparire ancora di più come essa derivasse da "longus tempus". Oppure, in inglese, abbiamo vocaboli come "doubt" e "debt" (rispettivamente "dubbio" e "debito"). Qualcuno potrebbe pensare che le b siano un altro classico esempio di suoni consonantici caduti che, però, la lingua scritta ha preservato, ma, in realtà, era semplicemente la volontà degli scolari anglofoni di rimandare ai latini "dubitus" e "debitus".
Non è affatto un nuovo programma, semplicemente vengono mandate in onda i video delle registrazioni del podcast "chiedilo a barbero" già pubblicate. Bella fregatura
In effetti a pensarci sarebbe stato bello se al liceo ci fosse stato insegnato il latino come una lingua da parlare e usare invece che solo come insieme di regole per tradurre versioni a volte fin troppo complicate.
Il problema non è la diffusione o l’uso, ma il modo di parlarlo e l’accento: mia sorella ha studiato, come me, il latino qui in Italia al liceo. Adesso sua figlia studia latino in Francia alle superiori. Mia sorella mi ha detto che qui in Italia il latino è insegnato con accento ecclesiastico/vaticano mentre in Francia con accento francese/monarchico. In un mondo poco globalizzato come doveva essere prima del 1950/60, se solo pensiamo agli interpreti dell’esercito dopo l’unificazione d’Italia tra settentrionali e meridionali, immagino che si capissero comunque ben poco pur parlando latino. Altrimenti non si spiegherebbe come mai sia caduto in disuso ed abbiano preso piede lingue neolatine locali.
Pensi che il latino parlato fosse morto tempo addietro, e poi sotto questo video scopri che sono quasi tutti parlanti fluenti del latino dell'età imperiale. Se non ci fosse internet, bisognerebbe per forza inventarlo
Lo è stato molto a lungo il francese, che lo è ancora in una certa misura in alcuni ambiti (parte degli scambi diplomatici, e tutto ciò che riguarda le diciture postali tradizionali - "par avion", "prioritarie"... - e il modo tradizionale di scrivere il nome dei paesi nella posta internazionale)
Ricordo il racconto di un anziano, al quale i tedeschi, che lo tenevano prigioniero in Germania durante la seconda guerra mondiale, non sapendo come comunicare con lui, o forse per umiliarlo, gli chiesero di parlare in latino. Alla sua risposta che non lo conosceva, lo apostrofarono con grande disprezzo "du bist scheiße"!
Suo nonno, medico negli anni Sessanta, quasi sicuramente apparteneva a una famiglia agiata e, come molti della sua classe sociale, aveva probabilmente frequentato il liceo classico. In quell'epoca, il curriculum si concentrava principalmente su greco e latino, trascurando quasi completamente l'inglese. Solo recentemente si è cominciato a riconoscere che il liceo classico, pur offrendo una solida formazione umanistica, fosse in parte scollegato dalle esigenze del mondo moderno. Di conseguenza, non era che trovasse il latino più comodo dell'inglese; semplicemente, non conosceva altre lingue oltre all'italiano ... che vergogna, viene da dire
Sono ultra sessantenne e ricordo che anche mia nonna (avvocato) in un viaggio, nei primi anni 60/fine 50, nella penisola scandinava (era un viaggio dell’allora, in Italia, appena fondato club Soroptimist) ricordava che con molte consorelle di là parlava in latino piuttosto che in francese, l’inglese non era proprio contemplato.
anche nel suo caso, se lei è sessantenne, sua nonna deve essere nata un bel po' di tempo fa, quando diventavano avvocati quasi solamente i figli delle famiglie agiate. E che scuola frequentavano? Il liceo classico! E che lingue si studiavano al classico? Principalmente latino e greco. Sua nonna parlava in latino perché non conosceva altre lingue straniere. Necessità fa virtù.
Mio padre ospitò negli anni ‘70 a casa un inglese, nessuno dei due capiva la lingua dell’altro, ma entrambi avevano studiato latino e si parlavano così, con il latino per quanto macheronico…
Secondo me non è mai morto. In una gita scolastica a Strasburgo negli anni '70 ci accompagnava il professore di religione che era il nostro parroco. Incontrammo una gita di ragazzi tedeschi accompagnati da una professoressa di latino. Il Don ci stupì parlando fluentemente latino con la professoressa tedesca la quale rispose senza batter ciglio. Noi fummo talmente colpiti da questo fatto che iniziammo a dialogare tra noi e con i tedeschi in latino con un effetto esilarante perché a tratti noi italianizzavamo il latino e i tedeschi lo germanizzavano. Eravamo nella cattedrale e facemmo un tale baccano che venne un prete a cacciarci fuori
Mio padre mi raccontava che da giovane in seminario (era il periodo della 2 guerra mondiale) parlavano quotidianamente in latino, del resto il convento era pieno di seminaristi di differenti nazionalità.
Il latino secondo me è morto definitivamente quando il concilio Vaticano II ha deciso di passare alle lingue nazionali per la liturgia, fino ad allora centinaia di milioni di persone avevano un'esposizione costante fin dalla fanciullezza al latino e si familiarizzava per osmosi con un processo simile a quello con cui si impara la lingua madre, anche se su scala minore.
Beh, perdonami, ma mia mamma, che è vissuta prima e che ha fatto le scuole dalle suore, non ha mai imparato il latino: semplicemente ha memorizzato una serie di formule che ripeteva senza capirle. Per la stragrandissima maggioranza delle persone era cosí, il Vaticano II ha soltanto consentito alle persone meno istruite in ogni angolo del mondo di capire che cosa recitavano a pappagallo, non ha affossato il latino, che quelle persone tanto non sapevano comunque
@@Nicods Scusa, ma o non hai letto quello che ho scritto, oppure proprio non ci siamo... NON SAREBBE ATTINENTE? Parli di un processo simile a quello con cui si impara una lingua madre (e già è un'emerita sciocchezza... Per inciso: sono un professionista del mestiere con circa un quarto di secolo di esperienza), poi ti dico che tantissima gente, come mia madre, pur essendo esposta REGOLARMENTE e fin da tenera età al latino non l'ha MAI IMPARATO, dici che non è attinente? "Non so se il riso o la pietà prevale"... (citazione). Leggi quello che ho scritto, va', voglio davvero sperare che tu non l'abbia fatto
@@nicolanobili2113 mi dispiace, ma non hai capito il mio messaggio, questo non ti dà comunque l'autorizzazione di offendere uno sconosciuto da dietro uno schermo, vado a plonkarti e segnalarti.
@@Nicods Oh, offendere da dietro uno schermo! Guarda un po', è quello che mi sento io... Scusa, quello che non ha capito NULLA sei tu, liquidi un messaggio PERFETTAMENTE A TEMA da parte di un PROFESSIONISTA DEL LINGUAGGIO, dài l'impressione di non leggere nemmeno quello che scrivo, e poi ti arrabbi. Complimenti, credo che chiunque legga questo filone stia ridendo di te
Il latino dell'epoca antica aveva la c e la g dure, ossia pronunciate come in cane e gatto, anche con le altre vocali (per cui, sì, si diceva Kikero e non Cicero) mentre in epoca tarda e poi medievale si diffuse la versione attuale e si dovette inserire la h per differenziare i suoni c e k. Quindi dipende dall'epoca del testo che si legge.
@@NoNameNoLastNameinoltre la _v_ non esisteva, si usava il grafema _u_ sia per la vocale, sia per il suono semiconsonantico, pronunciato come _w_ in inglese. _Gl_ è come in _glicine_ , _gn_ è come in inglese _magnificent_ . Come puoi notare, si pronuncia tutto come si scrive
Che io sappia il latino che noi anche oggi possiamo conoscere è sempre stata una lingua elitaria; nel tempo, poi, è manifesta l'intenzione di realizzare una lingua "piú elevata" rispetto alla lingua d’uso, come documentato dai testi redatti da grammatici e lessicografi. Quindi mi chiedo al latino, la cui persistenza elitaria è ben tracciabile nel campo scientifico anche nell'800 (C.F. Gauss: Theorema egregium1927), è possibile dare l'attributo di lingua viva?
no, quella che ti fanno studiar e scuola in maniera cretina è una lingua che non parlava. nessuno. (e che non pronunciavano come ti insegnano quegli ignoranti di professori dei licei)
Un professore di lettere che mi ha "restaurato" durante un'estate mi raccontava un episodio significativo di quando era militare italiano durante la second< guerra mondiale. Dopo l'armistizio dell'8 Settembre viene caricato su un treno per essere deportato in Germaina; riesce a buttarsi giù dal vagone ma si trova nella campagna tedesca. Attaccandosi "alle funi del cielo" si incammina verso un campanile che vedeva in lontananza, arriva alla chiesa e trova il prete che lo riconosce coma militare fuggito. Prova a rivolgersi al prete in francese, non conoscendo il tedesco, ma questi non lo capisce. Il prete prova in ingese ... che lui non sapeva. Il professore, all'epoca quantomeno diplomato alle magistrali, si affida alla provvidenza: "Latine Loquimur", e con quella riuscì a tornare a casa vivo. A chiunque gli dicesse che il latino era una lingua morta, lui insegnava ad un istituto tecnico, gli raccontava 'sta storia. Personalmnte ritengo che se si insegnasse il latino come lingua viva, ovvero parlandolo come si fa con una lingua straniera, sarebbe molto più intrigante: ma v'immaginate quant'è più "figo" infamare qualcuno in latino! Personalmente mi sono divertito molto di più con l'imbastarditissimo latino ecclesiastico che con la traduzione di Cicerone e Seneca: chi sa cosa sarebbe successo se l'approccio si fosse invertito. Ok, mi son lasciato andare, resta il fatto che un bambino impara l'italiano "parlandolo" non leggendo la Divina Commedia, quella la apprezza dopo; il Latino viene insegnato, appunto e purtroppo, come lingua morta, facendoci archeologia sopra, non usandolo come lingua viva.
La signora Ceragioli, che io ho sentito da pochi giorni, raccontava di sua sorella (insegnante) che era andata a Venezia nel dopoguerra con un amico tedesco. Arrivati davanti ad una gondola, il tedesco (che non parlava italiano) le disse Signum (a lei che non parlava tedesco) e cercava di indicarle di chiamare il gondoliere per fare un giro in un canale di Venezia. Purtroppo, però, Signum in tedesco si pronuncia come Magnum in tedesco e non "Signum" con la gn italiana. Ancora adesso il gelato Magnum in tedesco si pronuncia separando la g dalla n. Sicché i due amici a Venezia non si capirono e non presero quella gondola, ma chiarirono ben presto l'equivoco. Quando sono stato al Balan un pub nella Balan Straße dietro il mio posto di lavoro (i Salesiani Don Bosco in St. Wolfgang Platz 10-11) dove sono portiere di notte 4 notti la settima da tre anni, il mio amico Raymund (ricercatore all'universtità LMU e studioso di greco e di latino) mi ha spiegato come si è riusciti a capire che la pronuncia gutturale tedesca di Magnum, Signum e tutte le parole latine con GN, è quella giusta, non la nostra pronuncia italiana. Lo si è capito dalle incisioni a Pompei dove ci sono delle incisioni con degli errori e dagli errori scolpiti da secoli a Pompei hanno ricavato la possibile corretta pronuncia del latino, in particolare di GN. Buonanotte da Monaco di Baviera, tempo piovoso ma piacevole. Daniele Pigato
Magnum si pronunciava “mannum”, come l’attuale sardo “mannu” (grande). Anticamente per rafforzare un suono non si usavano consonanti gemelle, ma si aggiungeva altra consonante diversa. Quindi in questo caso la “g” rafforza la “n”. Come nel caso di Thyrsenos che si leggeva “turrenos”.
Il latino era la lingua ufficiale del Parlamento croato /Sabor/ fino al 1848, tutti i verbali erano scritti in latino e tutti gli interlocutori parlavano latino.
era anche la lingua ufficiale della Corona di Santo Stefano fino al 1849,anni fa alla stazione di Parma c'era un carro ferroviario ungherese che portava la scritta MAV(Magyar Allam Vasutak=ferrovie statali ungheresi)e sotto la scritta ''Hungaria'',in latino,per far capire agli altri euroepi(il magiaro è poco conosciuto)che era ungherese
@@marcolfo100 Il latino fu lingua ufficiale nel Regno d'Ungheria dall'XI secolo fino alla metà del XIX secolo, quando l'ungherese divenne la lingua ufficiale esclusiva nel 1844. PS. Il 13 novembre 1844 il re Ferdinando d'Ungheria ha confermato 1843/1844. leggi del Parlamento di Bratislava. Uno di questi è l'articolo 2 della legge sull'ufficialità della lingua ungherese.
L'egemonia sul latino non era esercitata da un popolo, ma da una ristretta cerchia di persone che potevano permettersi di studiarlo. Gli altri erano tagliati fuori anche dalla cultura e dalla scienza.
Ai tempi della guerra in Kossovo si è arrivati ad un paesino per portare generi alimentari. L'unico modo per capirsi con i paesani è stato un nostro ex studente liceale classico con il prete del villaggio in latino
Il latino non é morto... quello parlato dal popolo o dai popoli si é solo evoluto nei secoli in miriadi di favelle e parlate e si é anche mescolato con altre lingue. Le lingue che si parlano oggi hanno tutte in maggior o minor misura un ingrediente latino. La lingua internazionale piú usata oggi é l'inglese che é un minestrone di latino e germanico con qualche fagiolo celtico o gallico e ultimamente con tantissimi neoconi linguistici tratti dal mondo tecnologico tra cui gli acronimi e le abbreviazioni che si usano sempre di piú nelle comunicazioni velocizzate di oggi o altre forme sincopate di linguaggi attuali. Il latino rimane comunque stabile e seppur non usato come lingua di comunicazione, rimane alla base nei costrutti e nel modo di pensare di tante persone. La Torre di Babele é un "continuum" purtroppo nella storia dell'umanità che é destinata a vivere nella incomprensione tra i popoli anche se parlano la stessa lingua e anche se c'é l'intelligenza artificiale che traduce anche dal mongolo.
@@HBGil parlare non saprei, scrivere in uno stile discreto sicuramente, infatti l'esame equivalente alla nostra maturità del classico in Germania prevedeva una serie di prove piuttosto complesse, tra le quali appunto scrivere un tema in latino.
a distanza di 61 anni dalla maturità(e dopo ho fatto una facoltà scientifica,dove per altro la nomenclatura era greca e latina,con un pizzico di arabo)leggo Cesare e Tacito come se fossero scritti in Italiano;i più involuti Livio e Cicerone mi creano qualche difficoltà
English language: -It uses and depends on the latin alphabet. -60% of its vocabulary comes from Latin, compared to only 26% of Germanic vocabulary. -Its grammar is not completely Germanic, it has parts of grammatical structure from Latin. For this reason, philologists consider the English language a hybrid language.
@@fabrizio.guidi64 no, il 60% del lessico Inglese deriva in qualche modo (traduco io: in parte) dal latino. Solo un 25-30% deriva direttamente dal latino. L'italiano ha un 85% di termini fhe derivano direttamente dal latino
@@davidesperanza5413 ed il restante 30% deriva indirettamente dal latino tramite il francese. Aggiungiamo che la parte latina e greca costituiscono quella più alta e nobile della lingua inglese. Senza il latino l'inglese sarebbe una lingua buona solo per allevare le bestie e zappare la terra.
Però era la lingua franca in campo scientifico, tra gli scienziati e intellettuali. L'uomo Comune italiano, francese, inglese, tedesco o olandese non conoscevano il latino o non più, nel seicento
LINGUA UFFICIALE DELL’UNIONE EUROPEA punto. Se vogliamo un’Europa con un’identità e indipendente dovremmo avere una lingua comune che sia solo europea. Partire dal latino e attualizzarlo, non è impossibile
Nulla è impossibile se c'è la volontà di farlo. Quando 70 e passa anni fa hanno creato lo stato di Israele hanno riesumato la lingua ebraica, confinata allora solo a contesti sacerdotali/rabbinici, e ora un intera nazione parla una lingua che era praticamente morta. Se è stato fatto con l'ebraico può essere fatto, a maggior ragione, con il latino
Era una cosa che ho pensato qualche tempo fa. L'inglese non ci appartiene, mentre il latino è dentro l' italia, la francia, la spagna ecc. Io lo parlerei volentieri.
Signore libero di pensarla come vuole, ma il Latino (lingua latina) non e' morta per niente. La prova lo sono le Scuole Statali dove l' Orto Botanico di greco e latino hanno precedenza assoluta rispetto le discipline educative di: italiano, matematica, scienze e tecnologia. Coi secoli si dara' al "resto mortale latino" il giusto posto e il dovuto onore e rispetto a nostro Padre: R.I.P. (L' Utile e il Dilettevole: forse Inglese e Spagnolo aiuterebbero la diversificazione da monocultura a Biodiversita' linguistica tanto necessaria per la Botanica Iternazionale nella quale ci troviamo a vivere anche se molti sono cocciuti nel cimentarsi a fermare il Tempo.)
@@toffonardi7037 ma per essere d'accordo bisogna essere fascisti?! Ahahaha che fesseria vai dicendo?! Ha ragione, troppo facile per i paesi di lingue inglese avventurarsi nel mondo, oltre il 70% di loro non sa una lingua straniera!
@@toffonardi7037 e figurati se a un pidiota non scappavano le solite parolacce stupide oltre che un ignorante sei anche un kafone,quello che chiami inglese internazionale è solo un americanaccio volgare,poco o nulla a che vedere con la lingua di Dickens,Chesterton,Johnson,e perfino di Mark Twain,che era americano ma non ignorante
Se mi posso permettere dal mio punto di vista il latino greco età e poi italiano le lingue della ragione il francese lingua della seduzione fino al 1600 era la prima lingua nelle corti europee dopo la propria non l inglese lo è diventato dopo la battaglia invincibile Armada Sir Francis Drake poi caduto in disgrazia diventa Corsaro patente da corsa 90/100 corona inglese il resto lui Elisabetta prima dominio mari no aviazione da lì si parla inglese in tutto il mondo arabo sembra stenografia si capisce un clinz io la so così altro non so credo sia giusta ave vobis Maximus
Sa com'è...esiste una lingua decisamente più semplice anche a livello grammaticale chiamata inglese, certo ha un padrone, ma è generoso, ci permette di parlarla e scriverla senza neanche doverci preoccupare delle declinazioni!
Ah, no! Perdonami, ma dire che l'inglese e semplice, SOPRATTUTTO A LIVELLO GRAMMATICALE, è una bestialità purtroppo molto diffusa. Per inciso, io sono interprete, traduttore, insegnante di inglese da tanti anni, so di cosa parlo. Purtroppo molta gente confonde "morfologia" con "grammatica". L'inglese ha una grammatica DANNATAMENTE DIFFICILE. Faccio solo un esempio. I verbi hanno poche forme, è banale impararle tutte. Tuttavia, solo per parlare di tempi passati, qual è la differenza tra "went", "have gone", "have been going", "had gone", "had been going", "was going"...? Pochissimi riescono a distinguerli e usarli correttamente. Per non parlare di phrasal verbs (look, look at, look for, look up, look around, look after...), spelling orribile e quant'altro... Io parlo anche russo, lingua che ha le declinazioni come il latino, e ti assicuro che è MOLTO più facile usare una lingua che abbia le declinazioni. Certo, inizi dopo a parlarla, ma appena entri nel meccanismo parli correttamente ed esprimi anche minute differenze, mentre in inglese devi penare e fare pratica per molti anni per raggiungere un livello equivalente
@@nicolanobili2113 Beh, sempre io, appiccicato. Mi è stato utile questo tuo commento. Io parlo e scrivo (bene) l'inglese, capisco un poco e parlo ancor meno russo. Con il tuo mi hai confermato la tesi per cui la lingua inglese funge anche da filtro intellettivo in quanto è molto più difficile - rispetto altre lingue - imparare a pappagallo certi costrutti semantici.
@@nicolanobili2113 e sono tutte differenze minute che, fra qualche decina di anni, spariranno dall'inglese internazionale, o si livelleranno, proprio a causa della loro (inutile?) difficoltà. Bisogna poi vedere quanto resisteranno fra i madrelingua. Resta comunque che, almeno per me, esprimermi in inglese, almeno dal punto di vista morfologico, dà un po' la sensazione di parlare sgrammaticato e limitato come i bambini piccoli. E ti do ragione sulle declinazioni, tutti le dipingono come il male ma alla fine non sono niente di che. Anzi, averne.
@@RoiSoleilXIV Scusa, ma francamente, quando dici "quando spariranno dall'inglese internazionale", mi sembra evidente che non sei del mestiere e non hai studiato l'argomento. Guarda che esistono da molti decennî numerosi studî al riguardo. E no, non "scompaiono" dall'inglese "internazionale" (peraltro, dovresti darmi una definizione di cosa intendi per "inglese internazionale", non è scontato). Se poi dici che sono differenze "minute"... Scusami, non voglio offendere, ma mi chiedo quanto bene tu conosca l'inglese. Confondere "I went" con "I have been" è una differenza ENORME. Che spesso agli italiani sfugge, ma che cambia totalmente il significato della frase. Dire che siano differenze "inutili" è falso, tant'è che le poche differenze che sono davvero poco utili (tipo la differenza tra "shall" e "will") di fatto sono già scomparse o quasi o sono una raffinatezza per cultori della lingua
@@nicolanobili2113 l'inglese internazionale è l'inglese come seconda lingua. Già l'euroinglese (cioè l'inglese seconda lingua parlato in Europa nei paesi non anglofoni) ha qualche differenza, soprattutto lessicale, rispetto all'inglese dei madrelingua, per il semplice fatto che le lingue romanze hanno certe radici lessicali differenti dall'inglese che quando italiani, spagnoli, francesi, portoghesi ecc si trovano a parlare insieme l'inglese tendono a essere sfruttate, anche inconsciamente, mentre l'anglofono madrelingua si esprimerebbe in modo diverso. Se questo succede già a livello europeo, ci si può immaginare come sarà la situazione a livello globale fra 50 o 100 anni. Per differenze minute non intendo insignificanti, ma, al contrario, che vanno molto nel dettaglio. E prima o poi nell'inglese comune internazionale parlato fra non madrelingua verranno livellate sotto la spinta delle varie madrelingue e soprattutto dell'immediatezza del dialogo a scapito di quelle regole complesse che dici e sempre un po' fumose quando imparate come L2. Tutte le lingue si evolvono, figurarsi poi una lingua franca parlata da non madrelingua.
Il prof. Barbero parla del latino dopo la riscoperta medievale. Ma durante il periodo degli antichi romani, non è sicuro, e per tanti è certo che non era così, che le cose andassero come si racconta ancora. Troppe barzellette.
Sì tutto bello, ma a livello di raffinatezza ed unicità il saami (specie il saami di Inari) è imbattibile. Artist máksá, lii-uv täst miinii vädisvuođâid?
Sono un medico in pensione
Nel decennio 1990-2000 ho ricevuto varie cartelle cliniche scritte in latino, relative a pazienti trasferiti in Italia dall'Unione Sovietica
Bellissimo 😊
Tre minuti del Barbero sono molto più potenti di tante conferenze di due ore!!!! Saluti da Buenos Aires
In realtà il quartiere latino di Parigi si chiama così perché è il quartiere della Sorbona, e per strada si sentiva parlare latino ancora nell'800.
Fun fact: nel mio primo viaggio da autostoppista in Olanda (1974) io, da studente di liceo classico (avevo 17 anni mannaggia quanto tempo è passato), provai a cavarmela in latino con un prete che non parlava l'inglese (cosa rarissima in Olanda), ma il latino parlato da un olandese mi risultò assolutamente incomprensibile: praticamente suonava come l'olandese, cioè come un brutto mal di gola.
nonstante l'eta' avanzata il chauvinismo linguistico ti è purtroppo rimasto.
Mi permetto di scrivere che in passato la lingua Francese era assai studiata nei Paesi Bassi. Paradossalmente, nel Regno e Unito era più radicata. Se il prete fosse stato cattolico e di vecchia generazione per di più, era normale pure. In futuro potrebbe essere lo Spagnolo. Negli Stati Uniti 🇺🇸 e Nel Regno Unito è molto popolare,tra i giovani. Perfino in Francia! Inutile aggiungere altro ancora 🙂
Il problema (e lo vedo qui in Germania dove vivo) è che per l'inglese, il francese, ecc. esistono i madrelingua che ti possono dire come si pronuncia veramente mentre per il latino non esistono madrelingua che possano dirti come si pronuncia, quindi ognuno si inventa la pronuncia che più gli piace.
C'è un episodio divertente avvenuto in Sicilia pure negli anni 60 in cui mio zio, allora ragazzino, ebbe uno scambio in latino con - sorprende forse ancora di più - un barbone 😮 Quest'ultimo gli chiese la carità usando né l'italiano né il dialetto ma dicendogli "Ego sum sine pecunia", sono senza denaro. E il ragazzino squattrinato prontamente gli rispose: "Ego etiam", pure io 😂
Se non erro, anche Primo Levi narrò di essere riuscito a interloquire con un sacerdote in latino in un villaggio sperduto dell'europa dell'est, nel lungo cammino del ritorno a casa dopo la liberazione dei Lager (anni '40).
sì in polonia, va beh ....
@@toffonardi7037 Cioé? Non è forse un
Paese dell'europa dell'est la Polonia? Sai il nome del villaggio sperduto in questione? Non capisco il tono del tuo commento...
Peccato che si siano salvati 😢
@@PatrickArcatoPunti di vista, c'è a chi dispiace per dire che alcuni genitori non siano in grado di fornire un'educazione ai propri figli, e questi poi si ritrovino a dire porcherie su Internet.
@@SimoneCalloni Purtroppo i giudei si salvano sempre, come gli scarafaggi
In chiesa fino agli anni sessanta, settanta, le messe e parte di esse, si dicevano e/o cantavano in latino.
Ed avevano un senso di sacralità che oggi neppure riusciamo ad immaginare. Anche per questo le chiese oggi sono vuote : non sembrano sante Messe ma riunioni fra persone.
Fino al Concilio Vaticano II
@@giancarlopurinan9094 ma in realtà le messe in latino sono uno dei motivi per cui i popoli cattolici sono più arretrati sotto alcuni punti di vista rispetto a quelli protestanti. Le messe per i protestanti andavano recitate nella lingua volgare perché: 1) tutti dovevano sapere che cosa dicesse il ministro di culto 2) ognuno poteva leggere i testi sacri da se e raggiungere autonomamente la salvezza. Utilizzare il latino voleva dire avere ad appannaggio esclusivo della chiesa l’utilizzo dei testi sacri, della parola di dio. Che anche la chiesa romana cattolica abbia adottato la lingua del loco in cui si celebra la funziona è stata la naturale conseguenza di un processo di laicizzazione e democrazia che ha attraversato l’occidente. Il tuo commento non ha alcun senso.
@@dario1998 Guarda, se il prete era bravo in realtà quello era un falso problema perchè solo la lingua dei riti durante la messa era prevista che fosse in latino o in greco antico ma se un seminarista era bravo poteva spiegare il senso di quanto detto durante il resto della cerimonia nelle prediche ( in questo gli affreschi avevano anche una enorme utilità). Ovviamente nelle messe della classe superiore, questo problema non si poneva perchè anche le donne lo sapevano masticare.
@@giancarlopurinan9094col latino ci sarebbe ancor meno gente
Lingua latina nusquam mortua est; nam linguae Romanicae eius heredes sunt
Tu quoque Brute fili mi...gnottae.
Ego, qui dacus natus sum sed magnifice ac tumultuose Romae habito, tibi assentior. In sermone nostro homo factus est om, et lingua limba, ut in Sardinia. Cura ut valeas!
@@PopArk107 gratias maximas tibi ago amice!
Quindi mio nonno non è mai morto perché i suoi nipoti sono ancora al mondo?
Per dire che il latino non è morto fari riferimento a quella lingua imbastardita parlata da quei mezzi slavi?
Occorre considerare che il latino parlato nel '600 è molto più semplice del latino scritto ciceciceroniano e virgiliano di età classica che si studia al liceo e all'università. Per fare un esempio... se io dovessi parlare in latino userei l'accusativo come complemento oggetto, userei il modo indicativo o il congiuntivo ma mai potrei ostentare i costrutti dell'ablativo con il verbo al deponente 😅
Anche gli autori di età classica non sarebbero stati in grado di usarlo fluentemente, dovevano prima preparare un discorso scritto e poi lo imparavano a memoria oppure il testo restava solo scritto (senza essere recitato) come faceva Virgilio che per scrivere l'Eneide volle fare diverse copie in brutta aggiungendo ogni volta costruzioni stilistiche e figure retoriche.
Il famoso Caso del "Dio Vult!" quando in una corretta dforma si dovrebbe dire:" Deus id vult o Deus hoc vult "
Beh, la stragrande maggioranza dei madrelingua latina contemporanei di Cicerone e Virgilio non sapeva certo parlare latino come Cicerone e Virgilio; né la stragrande maggioranza dei madrelingua toscani contemporanei di Dante sapeva parlare come Dante
@@edoardoturco8780 Anche il medievale "Deus lo vult".
beh,avete provato a leggere il ''de monarchia''di Dante,scritto nel XIV secolo?Poi ricordo un verso del Purgatorio dove un Papa si rivolge al poeta dicendo ''scito quod ego fui successor petri'',in latino classico si sarebbe detto ''scito me fuisse successorem petri'',la forma accusativo+infinito era andata persa nel Medio Evo
Domanda che si doveva porgere a un De Mauro, più che a un Barbero, perché dottore in Storia, non in linguistica. Il mio professore di filologia romanza dell'università, io ho fatto lingue, ci diceva:
"Il latino non è morto, non è una lingua morta: si è evoluto, proprio come un essere vivente, nelle lingue che oggi chiamiamo romanze. Il francese altro non è che la continuazione del latino tardo imperiale parlato dalla gente comune nel nord della Francia; l'italiano non è altro che la continuazione del latino tardo imperiale parlato dalla gente comune in Toscana, e cosi via con le altre lingue. Pensate che, a un certo punto, la gente comune nell'antica Roma cominciò a non pronunciare più le desinenze delle parole, né rispettavano la sintassi: in latino il verbo va alla fine, loro cominciarono a nn rispettarlo più. Quindi, se fino al primo secolo d.C. si diceva Paulus Annam amat, dal II o III secolo dicevano Paulu ama Anna (quasi come in italiano)".
Ma De Mauro è morto
Tutto giusto!
Beh, il discorso del tuo professore è bello ma "simbolico"... Allo stesso modo potrei dire: "Mio nonno non è morto, perché mio padre e io ne siamo la continuazione". Però intanto mio nonno è nella tomba e tante sue conoscenze, emozioni, esperienze sono morte con lui. Un discorso piú articolato e, a mio avviso, corretto è quello che fa Darwin, nel capitolo 14 della seconda edizione dell'Origine delle Specie, quando afferma che l'evoluzione delle lingue e quella delle specie viventi è analoga. Entrambe nascono, si evolvono e muoiono; possono lasciare progenie che si evolve in qualche modo. Non c'è mai stato un ultimo parlante latino e non c'è mai stato un primo parlante italiano, per esempio; non c'è mai stato il caso di una madre che non riusciva a parlare col figlio perché il figlio parlava un'altra lingua, MA di generazione in generazione sono state apportate piccole modifiche alla lingua, al punto che se guardiamo un testo del IV secolo, diciamo certamente che è latino, se ne guardiamo uno del XIX secolo, diciamo certamente che è italiano, ma un testo dell'XI secolo? Il "Sao ke kelle terre" è italiano, latino o (verosimilmente) una forma intermedia in evoluzione? Quindi, io concluderei chiaramente: sí, il latino è morto, il che non significa che non abbia importanza o che non abbia lasciato tanto dietro di sé; quando è morto, è impossibile dirlo con certezza, bisognerebbe peraltro definire che criterio vogliamo prendere in considerazione: quando è morto l'ultimo madrelingua? Oppure un altro? Il discorso è piú complesso di cosí, ovviamente. (Per inciso: sono interprete e traduttore di professione e giungo anch'io da un percorso di studî linguistici)
@@nicolanobili2113 Gli aggettivi come morto e vivo in questo contesto sono un sintomo della deriva che le butta tutte in polarizzazione semplificatoria e sofismi per le massaie che si credono emancipate in virtù del dono di saper ripetere. Condivido il tuo punto di vista. Aggiungo un'altra ricorrendo alla evoluzione della specie: sostenere la tesi del professore equivale a dire che il nostro antenato Hylonomus (quasi-lucertola) è ancora fra noi, e che le lucertole sono nostre parenti.
Ultimamente mi era capitato di ragionare in termini di codifica di un sistema cognitivo (programmazione logica, non pappagalli gpt), onde distinguere tra fisica e metafisica servita come scienza avanzata al punto da sembrare controintuitiva. Di cui la domanda: se dovessimo codificare anche approssimativamente la presenza / incidenza del latino l'unico modo non potrà che essere quello del formulare una qualche quantificazione. Ecco: questo tipo di domande, basate sulla logica simbolica, sono utili come scudo contro la retorica sofisticante.
Ma oggi possiamo dire che l'italiano e il latino siano chiaramente due lingue diverse. Quindi, quando ci si chiede in che momento è morto il latino, ci si riferisce a una lingua ben precisa e chiaramente distonguibile dall'italiano. Tra l'altro, il cosiddetto latino volgare, da cui derivano le lingue romanze, era già chiaramente una lingua diversa rispetto al latino classico, sia per lessico che soprattutto per grammatica. La differenza tra latino classico e latino volgare supera la differenza tra spagnolo e portoghese, o fra catalano e occitano.
Grande Prof. Barbero, spiegazioni semplici e corrette!
Et nunc Latinō sermone nonnulli loquuntur 😂
Lavoro in un archivio di proprietà vaticana (per riservatezza non esplicito quale). Se non sapessimo il latino nessuno di noi potrebbe fare niente, ancora oggi. Una volta mi è capitato di partecipare a un colloquio con un tirocinante proveniente da un'università romana: gli chiedemmo quali erano le sue competenze linguistiche e lui rispose, con tranquillità, "una buona conoscenza dell'inglese". Gli facemmo i complimenti e poi specificammo che "ci riferivamo al latino".
😆
Poverino😅 il mio professore si diritto ne metteva di locuzioni latine mentre spiegava e noi muti a distanza di anni lo rammento
Nel 1946 Gianni Brera intervistò il famoso fondista Paavo Nurmi (finlandese) in latino. Nurmi non conosceva l'inglese, Brera ovviamente non conosceva il Finlandese e l'intervista si svolse in latino con un intermediario, un banchiere anche lui Finlandese.
«Cur disqualificatus est?». «Dicitur coepisse pecuniam singulam americanorum per omnem passum, loqui de dollaris non possum ante eum». 😁😁
In Finlandia il latino è studiato in maniera esemplare. Infatti, la proposta di incrementare gli studi del Latino nell'UE è venuta dalla Finlandia, e poi gli stati membri che parlano una lingua neolatina si sono aggregati
Questa è una chicca! Potresti fornire dei links sul fatto? Grazie
@@Mr2t2b fai una ricerca per chiavi tipo Gianni Brera - Paavo Nurmi - intervista - Latino. Usciranno parecchi articoli riguardanti la notizia. Se metto il link il sovrano algoritmo mi nasconde il commento.
Che spettacolo vedere un intervista del genere
Ricordo che quando lo tolsero dalle scuole medie dissi” che fesseria” io ho imparato l italiano dal latino. !
hai appena detto due cavolate...... il tipico o risultato della scuola fascista italiana., crea solo analfabeti funzionali
Lo fecero per democratizzazione
@@lucadellalombardia9055 Era talmente mal insegnato da diventare inutile, prima di toglierlo lo resero facoltativo, i quattro gatti che lo frequentavano volontariamente ( la volontaria era mia mamma, io obbedivo di malavoglia) venivano trattati con i guanti per non perdere adesioni. Quando finii avevo ottimi voti di latino ma al ginnasio dovetti studiarlo da capo perché mi mancavano le basi.
@@RomoloGessi31 io no,tutt'altro,avevo in prima un professore e in seconda e terza una professoressa formidabili,al Ginnasio non ebbi alcuna difficoltà,così come al Liceo non ne ebbi in greco
Il 'latinorum"di Renzo Tramaglino fa testo!😅
A mio modesto parere in Italia il Latino ha iniziato il suo declino quando ne hanno tolto l'obbligo alla scuola media e quando hanno introdotto la liturgia della messa in Italiano. Ho avuto la fortuna di imparare il Latino alla scuola media in quanto ero un anno avanti rispetto alla riforma. Avevo 15/16 anni quando andai in vacanza in Austria con i miei genitori e mio fratellino. Ebbi un problema di salute ed i miei mi portarono da un medico di questo piccolo paese austriaco, ebbene io non sapevo il tedesco e il dottore l'italiano per cui dialogammo in Latino.
Il mio professore di liceo sosteneva che l‘Italiano (assieme alle altre lingue romanze) non fosse una derivazione del latino, ma semplicemente una sua evoluzione. „Quello che noi chiamiamo italiano, altro non è se non il latino del 2000“
Ed e` vero. L'evoluzione delle lingue e` un fenomeno graduale.
il mio diceva la stessa cosa,quando ebbi finito la III Liceo,lui lasciò il ''Michelangelo'' di Firenze perchè gli avevano dato la Cattedra di Filologìa romanza all'Università di Parma,quindi era uno che se ne intendeva,era milanese
Eppure non e cosi.
Italiano moderno e una lingua tecnica,modificata,e non una evoluzione naturale della lingua
@@albalb6409 prova a scriverlo l'italiano
@@albalb6409 da questo punto di vista hai ragione. Il discorso sarebbe valido per i dialetti
Anche a me è capitato di parlare 10 anni fa in latino con dei tedeschi a Ratisbona
In convento parliamo ancora in latino
Fino agli anni '60 del secolo scorso, almeno ufficialmente, le lezioni di filosofia e teologia dei seminari erano in latino
non credo proprio
@@toffonardi7037 ho alcuni libri di testo di quegli anni "ad usum seminariorum" con le lezioni di base di filosofia e teologia morale, scritti in latino. Nell'introduzione di uno dei due l'autore lamenta come alcuni insegnanti avessero la cattiva abitudine di insegnare in italiano. Adesso non ricordo se erano proprio primi anni sessanta o fine cinquanta ma comunque il periodo è quello.
@@alessandroabate3219 Se erano in università cattoliche o in seminari allora si, il greco e il latino erano regolarmente usate come lingue per via della universalità della chiesa cattolica e del bisogno di una lingua comune. Mentre nelle università laiche o protestanti oramai la lingua di studio era divenuta da quasi un secolo e mezzo il francese, l'inglese e il tedesco a seconda delle materie. Il problema che Barbero aveva esposto che le lingue comuni erano troppo semplici per spiegare concetti filosofici o scientifici finì con lo scomparire quando quelle lingue presero proprio dei termini delle lingue antiche per usarli direttamente.
@@edoardoturco8780 non lo metto assolutamente in dubbio, volevo solo portare un esempio di latino parlato in epoca tutto sommato recente. In altri ambiti mi risulta che a ottocento inoltrato ci sia ancora stato qualche libro di zoologia sistematica scritto in latino, ma credo si possano liquidare come casi residuali, peraltro suppongo che anche da parte di questi ultimi utilizzatori si trattasse di un uso esclusivamente scritto.
@@toffonardi7037 Invece è vero! Giovanni XXIII, se non ricordo male, se ne uscí con una circolare in cui imponeva in TUTTE le scuole gestite dalla Chiesa di fare lezione di filosofia in latino. Il mio insegnante di italiano e latino del liceo, che aveva studiato proprio negli anni Sessanta in un liceo classico gestito dai gesuiti, ricordava ancora quanta fatica e quanto rigore fossero necessarî per studiare, memorizzare, rispondere a interrogazioni in latino (c'è da dire che l'aveva imparato bene, però)
Moltissimo interessante questo argomento su latino. Un caro saluto a tutti dal Brasile.
Meraviglioso Barbero! Un libro vivente.
Ricordo mio fratello che in treno, per comunicare con un coetaneo tedesco , parlavano in latino. Aveva 16 anni, 1964
Non è mai morto: ancora oggi lo si usa, molto meno ma non è affatto scomparso
solo nella scuola italiana idiota......e se servisse a qualcosa gli italiani dovrebbero eccellere in tutto invece siete agli ultimi posti in tutto praticamente quindi è la dimostra
Comunque l’Italiano, il Francese e lo Spagnolo mi sembrano fondamentalmente forme volgari di latino
@@stattefermo infatti!
Attenzione! In linguistica "lingua morta" significa che non ha piú parlanti nativi, quindi decisamente il latino lo è. Se poi vogliamo dire, poeticamente, che non è scomparso, che ancora si usa in certi àmbiti... Vero, ma questo non la rende meno morta. La terminologia della linguistica è chiara al riguardo
@@nicolanobili2113 OK, sarà la terminologia , ma se uno vuole capire qualcosa di linguistica, senza il latino e pure il greco , non andrà lontano
Io penso che il latino non è mai morto ma si è evoluto nelle lingue romanze
Si può notare come il latino fosse una lingua di ampia funzionalità in ambito scientifico anche da alcuni lasciti linguistici, soprattutto in idiomi come l'inglese ed il francese. Ai tempi, gli scolari che trascrivevano in queste lingue desideravano avvicinare maggiormente i vocaboli di origine latina all'originale, cosa che non appariva come problema, in un'epoca in cui tutti gli intellettuali lo parlavano.
Per esempio, in francese, abbiamo l'espressione "longtemps", la quale si poteva scrivere arcaicamente "lontan" (molto più simile all'effettiva pronuncia francese), ma che ha assunto una grafia che lasciasse trasparire ancora di più come essa derivasse da "longus tempus".
Oppure, in inglese, abbiamo vocaboli come "doubt" e "debt" (rispettivamente "dubbio" e "debito"). Qualcuno potrebbe pensare che le b siano un altro classico esempio di suoni consonantici caduti che, però, la lingua scritta ha preservato, ma, in realtà, era semplicemente la volontà degli scolari anglofoni di rimandare ai latini "dubitus" e "debitus".
Non è affatto un nuovo programma, semplicemente vengono mandate in onda i video delle registrazioni del podcast "chiedilo a barbero" già pubblicate. Bella fregatura
In effetti a pensarci sarebbe stato bello se al liceo ci fosse stato insegnato il latino come una lingua da parlare e usare invece che solo come insieme di regole per tradurre versioni a volte fin troppo complicate.
Scorpio martianus. Alexius Cusanus. Satura lanx. Musa pedestris. Rvmak. Prof. Barbero, lo si parla, lo si parla ancora.
Perche non permettete i sottotitoli automatici per i non udenti? Perche essere esclusi dalla cultura? Vi senbra giusto?
Nella tua scuola media il latino si poteva sopportare soltanto nei primi due anni.
Quando lo fanno questo programma?
Negli anni 70 mia madre, cercando mio fratello in un albergo ad Amburgo, per farsi capire disse loro "mater" e la comunicazione riuscì perfettamente
Il problema non è la diffusione o l’uso, ma il modo di parlarlo e l’accento: mia sorella ha studiato, come me, il latino qui in Italia al liceo. Adesso sua figlia studia latino in Francia alle superiori. Mia sorella mi ha detto che qui in Italia il latino è insegnato con accento ecclesiastico/vaticano mentre in Francia con accento francese/monarchico.
In un mondo poco globalizzato come doveva essere prima del 1950/60, se solo pensiamo agli interpreti dell’esercito dopo l’unificazione d’Italia tra settentrionali e meridionali, immagino che si capissero comunque ben poco pur parlando latino.
Altrimenti non si spiegherebbe come mai sia caduto in disuso ed abbiano preso piede lingue neolatine locali.
Pensi che il latino parlato fosse morto tempo addietro, e poi sotto questo video scopri che sono quasi tutti parlanti fluenti del latino dell'età imperiale.
Se non ci fosse internet, bisognerebbe per forza inventarlo
A questo punto per logica considererei la morte del latino a ridosso dell'assunzione dell'inglese come lingua internazionale
Prima lo era il francese
Lo è stato molto a lungo il francese, che lo è ancora in una certa misura in alcuni ambiti (parte degli scambi diplomatici, e tutto ciò che riguarda le diciture postali tradizionali - "par avion", "prioritarie"... - e il modo tradizionale di scrivere il nome dei paesi nella posta internazionale)
@@lbreda la lingua ufficiale dell'Unione Postale Universale che ha sede a Berna è il francese
e quando e nato il latino?
Sapevo che stava male. Condoglianze.
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo è un celebre trattato di Galileo Galilei scritto in Italiano nel 1630
Ricordo il racconto di un anziano, al quale i tedeschi, che lo tenevano prigioniero in Germania durante la seconda guerra mondiale, non sapendo come comunicare con lui, o forse per umiliarlo, gli chiesero di parlare in latino. Alla sua risposta che non lo conosceva, lo apostrofarono con grande disprezzo "du bist scheiße"!
''tu es minus quam merda consideratus''
Suo nonno, medico negli anni Sessanta, quasi sicuramente apparteneva a una famiglia agiata e, come molti della sua classe sociale, aveva probabilmente frequentato il liceo classico. In quell'epoca, il curriculum si concentrava principalmente su greco e latino, trascurando quasi completamente l'inglese. Solo recentemente si è cominciato a riconoscere che il liceo classico, pur offrendo una solida formazione umanistica, fosse in parte scollegato dalle esigenze del mondo moderno. Di conseguenza, non era che trovasse il latino più comodo dell'inglese; semplicemente, non conosceva altre lingue oltre all'italiano ... che vergogna, viene da dire
Sono ultra sessantenne e ricordo che anche mia nonna (avvocato) in un viaggio, nei primi anni 60/fine 50, nella penisola scandinava (era un viaggio dell’allora, in Italia, appena fondato club Soroptimist) ricordava che con molte consorelle di là parlava in latino piuttosto che in francese, l’inglese non era proprio contemplato.
anche nel suo caso, se lei è sessantenne, sua nonna deve essere nata un bel po' di tempo fa, quando diventavano avvocati quasi solamente i figli delle famiglie agiate. E che scuola frequentavano? Il liceo classico! E che lingue si studiavano al classico? Principalmente latino e greco. Sua nonna parlava in latino perché non conosceva altre lingue straniere. Necessità fa virtù.
@ mia nonna parlava correttamente francese e un po’ di tedesco (lo capiva e lo leggeva).
Mio padre ospitò negli anni ‘70 a casa un inglese, nessuno dei due capiva la lingua dell’altro, ma entrambi avevano studiato latino e si parlavano così, con il latino per quanto macheronico…
Bravo prof
Secondo me non è mai morto. In una gita scolastica a Strasburgo negli anni '70 ci accompagnava il professore di religione che era il nostro parroco. Incontrammo una gita di ragazzi tedeschi accompagnati da una professoressa di latino. Il Don ci stupì parlando fluentemente latino con la professoressa tedesca la quale rispose senza batter ciglio. Noi fummo talmente colpiti da questo fatto che iniziammo a dialogare tra noi e con i tedeschi in latino con un effetto esilarante perché a tratti noi italianizzavamo il latino e i tedeschi lo germanizzavano. Eravamo nella cattedrale e facemmo un tale baccano che venne un prete a cacciarci fuori
Mio padre mi raccontava che da giovane in seminario (era il periodo della 2 guerra mondiale) parlavano quotidianamente in latino, del resto il convento era pieno di seminaristi di differenti nazionalità.
Infatti mi ha sorpreso che Barbero non abbia menzionato la Chiesa Cattolica e le sue istituzioni.....
Mai. È sempre presente in ogni parola che pronunciamo oggi. Tutto viene dal Latino, lingua immortale.
Il latino secondo me è morto definitivamente quando il concilio Vaticano II ha deciso di passare alle lingue nazionali per la liturgia, fino ad allora centinaia di milioni di persone avevano un'esposizione costante fin dalla fanciullezza al latino e si familiarizzava per osmosi con un processo simile a quello con cui si impara la lingua madre, anche se su scala minore.
Beh, perdonami, ma mia mamma, che è vissuta prima e che ha fatto le scuole dalle suore, non ha mai imparato il latino: semplicemente ha memorizzato una serie di formule che ripeteva senza capirle. Per la stragrandissima maggioranza delle persone era cosí, il Vaticano II ha soltanto consentito alle persone meno istruite in ogni angolo del mondo di capire che cosa recitavano a pappagallo, non ha affossato il latino, che quelle persone tanto non sapevano comunque
@@nicolanobili2113 risposta aneddotica e non attinente a ciò che ho scritto
@@Nicods Scusa, ma o non hai letto quello che ho scritto, oppure proprio non ci siamo... NON SAREBBE ATTINENTE? Parli di un processo simile a quello con cui si impara una lingua madre (e già è un'emerita sciocchezza... Per inciso: sono un professionista del mestiere con circa un quarto di secolo di esperienza), poi ti dico che tantissima gente, come mia madre, pur essendo esposta REGOLARMENTE e fin da tenera età al latino non l'ha MAI IMPARATO, dici che non è attinente? "Non so se il riso o la pietà prevale"... (citazione). Leggi quello che ho scritto, va', voglio davvero sperare che tu non l'abbia fatto
@@nicolanobili2113 mi dispiace, ma non hai capito il mio messaggio, questo non ti dà comunque l'autorizzazione di offendere uno sconosciuto da dietro uno schermo, vado a plonkarti e segnalarti.
@@Nicods Oh, offendere da dietro uno schermo! Guarda un po', è quello che mi sento io... Scusa, quello che non ha capito NULLA sei tu, liquidi un messaggio PERFETTAMENTE A TEMA da parte di un PROFESSIONISTA DEL LINGUAGGIO, dài l'impressione di non leggere nemmeno quello che scrivo, e poi ti arrabbi. Complimenti, credo che chiunque legga questo filone stia ridendo di te
Qual è il modo corretto di pronunciare C in latino? Come lo pronunciano gli italiani (Cicero) o "Kikero"? Kikero mi sembra davvero brutto.
Il latino dell'epoca antica aveva la c e la g dure, ossia pronunciate come in cane e gatto, anche con le altre vocali (per cui, sì, si diceva Kikero e non Cicero) mentre in epoca tarda e poi medievale si diffuse la versione attuale e si dovette inserire la h per differenziare i suoni c e k. Quindi dipende dall'epoca del testo che si legge.
@@tubodradek grazie per la risposta. Kikero mi fa schifo 🙂
@@NoNameNoLastName è solo una questione di abitudine; purtroppo essendo sempre invalsa la pronuncia medievale, "fa strano" sentire quella arcaica.
@@NoNameNoLastNameinoltre la _v_ non esisteva, si usava il grafema _u_ sia per la vocale, sia per il suono semiconsonantico, pronunciato come _w_ in inglese. _Gl_ è come in _glicine_ , _gn_ è come in inglese _magnificent_ . Come puoi notare, si pronuncia tutto come si scrive
Kikero
Il latino non è mai morto: lo stiamo ancora parlando.
Che io sappia il latino che noi anche oggi possiamo conoscere è sempre stata una lingua elitaria; nel tempo, poi, è manifesta l'intenzione di realizzare una lingua "piú elevata" rispetto alla lingua d’uso, come documentato dai testi redatti da grammatici e lessicografi. Quindi mi chiedo al latino, la cui persistenza elitaria è ben tracciabile nel campo scientifico anche nell'800 (C.F. Gauss: Theorema egregium1927), è possibile dare l'attributo di lingua viva?
no, quella che ti fanno studiar e scuola in maniera cretina è una lingua che non parlava. nessuno. (e che non pronunciavano come ti insegnano quegli ignoranti di professori dei licei)
Nelle facoltà di teologia in Italia le lezioni avvenivano in latino sino agli anni 60
Un professore di lettere che mi ha "restaurato" durante un'estate mi raccontava un episodio significativo di quando era militare italiano durante la second< guerra mondiale.
Dopo l'armistizio dell'8 Settembre viene caricato su un treno per essere deportato in Germaina; riesce a buttarsi giù dal vagone ma si trova nella campagna tedesca.
Attaccandosi "alle funi del cielo" si incammina verso un campanile che vedeva in lontananza, arriva alla chiesa e trova il prete che lo riconosce coma militare fuggito.
Prova a rivolgersi al prete in francese, non conoscendo il tedesco, ma questi non lo capisce.
Il prete prova in ingese ... che lui non sapeva.
Il professore, all'epoca quantomeno diplomato alle magistrali, si affida alla provvidenza: "Latine Loquimur", e con quella riuscì a tornare a casa vivo.
A chiunque gli dicesse che il latino era una lingua morta, lui insegnava ad un istituto tecnico, gli raccontava 'sta storia.
Personalmnte ritengo che se si insegnasse il latino come lingua viva, ovvero parlandolo come si fa con una lingua straniera, sarebbe molto più intrigante: ma v'immaginate quant'è più "figo" infamare qualcuno in latino!
Personalmente mi sono divertito molto di più con l'imbastarditissimo latino ecclesiastico che con la traduzione di Cicerone e Seneca: chi sa cosa sarebbe successo se l'approccio si fosse invertito.
Ok, mi son lasciato andare, resta il fatto che un bambino impara l'italiano "parlandolo" non leggendo la Divina Commedia, quella la apprezza dopo; il Latino viene insegnato, appunto e purtroppo, come lingua morta, facendoci archeologia sopra, non usandolo come lingua viva.
Chiedilo a Barbero!😊
La signora Ceragioli, che io ho sentito da pochi giorni, raccontava di sua sorella (insegnante) che era andata a Venezia nel dopoguerra con un amico tedesco. Arrivati davanti ad una gondola, il tedesco (che non parlava italiano) le disse Signum (a lei che non parlava tedesco) e cercava di indicarle di chiamare il gondoliere per fare un giro in un canale di Venezia. Purtroppo, però, Signum in tedesco si pronuncia come Magnum in tedesco e non "Signum" con la gn italiana. Ancora adesso il gelato Magnum in tedesco si pronuncia separando la g dalla n. Sicché i due amici a Venezia non si capirono e non presero quella gondola, ma chiarirono ben presto l'equivoco.
Quando sono stato al Balan un pub nella Balan Straße dietro il mio posto di lavoro (i Salesiani Don Bosco in St. Wolfgang Platz 10-11) dove sono portiere di notte 4 notti la settima da tre anni, il mio amico Raymund (ricercatore all'universtità LMU e studioso di greco e di latino) mi ha spiegato come si è riusciti a capire che la pronuncia gutturale tedesca di Magnum, Signum e tutte le parole latine con GN, è quella giusta, non la nostra pronuncia italiana. Lo si è capito dalle incisioni a Pompei dove ci sono delle incisioni con degli errori e dagli errori scolpiti da secoli a Pompei hanno ricavato la possibile corretta pronuncia del latino, in particolare di GN. Buonanotte da Monaco di Baviera, tempo piovoso ma piacevole. Daniele Pigato
Magnum si pronunciava “mannum”, come l’attuale sardo “mannu” (grande). Anticamente per rafforzare un suono non si usavano consonanti gemelle, ma si aggiungeva altra consonante diversa. Quindi in questo caso la “g” rafforza la “n”. Come nel caso di Thyrsenos che si leggeva “turrenos”.
chi è il padrone dell'inglese?
Il latino era la lingua ufficiale del Parlamento croato /Sabor/ fino al 1848, tutti i verbali erano scritti in latino e tutti gli interlocutori parlavano latino.
era anche la lingua ufficiale della Corona di Santo Stefano fino al 1849,anni fa alla stazione di Parma c'era un carro ferroviario ungherese che portava la scritta MAV(Magyar Allam Vasutak=ferrovie statali ungheresi)e sotto la scritta ''Hungaria'',in latino,per far capire agli altri euroepi(il magiaro è poco conosciuto)che era ungherese
@@marcolfo100
Il latino fu lingua ufficiale nel Regno d'Ungheria dall'XI secolo fino alla metà del XIX secolo, quando l'ungherese divenne la lingua ufficiale esclusiva nel 1844.
PS.
Il 13 novembre 1844 il re Ferdinando d'Ungheria ha confermato 1843/1844. leggi del Parlamento di Bratislava. Uno di questi è l'articolo 2 della legge sull'ufficialità della lingua ungherese.
L'egemonia sul latino non era esercitata da un popolo, ma da una ristretta cerchia di persone che potevano permettersi di studiarlo. Gli altri erano tagliati fuori anche dalla cultura e dalla scienza.
Ai tempi della guerra in Kossovo si è arrivati ad un paesino per portare generi alimentari. L'unico modo per capirsi con i paesani è stato un nostro ex studente liceale classico con il prete del villaggio in latino
Ho imparato il castellano in Argentina in 15 giorni grazie alla conoscenza del latino...
É andato a dormire che nn si sentiva molto bene e si é svegliaro morto. cit.
Non lo so, ma non lo rimpiango affatto ❤️
Per la verità io il latino l'ho sentito parlato qualche decennio fa da un vescovo che parlava con un altro vescovo.
Il latino non é morto... quello parlato dal popolo o dai popoli si é solo evoluto nei secoli in miriadi di favelle e parlate e si é anche mescolato con altre lingue. Le lingue che si parlano oggi hanno tutte in maggior o minor misura un ingrediente latino. La lingua internazionale piú usata oggi é l'inglese che é un minestrone di latino e germanico con qualche fagiolo celtico o gallico e ultimamente con tantissimi neoconi linguistici tratti dal mondo tecnologico tra cui gli acronimi e le abbreviazioni che si usano sempre di piú nelle comunicazioni velocizzate di oggi o altre forme sincopate di linguaggi attuali. Il latino rimane comunque stabile e seppur non usato come lingua di comunicazione, rimane alla base nei costrutti e nel modo di pensare di tante persone. La Torre di Babele é un "continuum" purtroppo nella storia dell'umanità che é destinata a vivere nella incomprensione tra i popoli anche se parlano la stessa lingua e anche se c'é l'intelligenza artificiale che traduce anche dal mongolo.
Ma il latino ecclesiastico o quello restituito ?
Togliatti e benedetto croce parlavano in Latino all'assemblea costituente
Pare si dice sembra che Marx sapesse parlare in latino.
Gira voce
@@HBGil parlare non saprei, scrivere in uno stile discreto sicuramente, infatti l'esame equivalente alla nostra maturità del classico in Germania prevedeva una serie di prove piuttosto complesse, tra le quali appunto scrivere un tema in latino.
Marx era un uomo di vastissima e profonda cultura,quindi penso di si
Vi abbiamo regalato tutto noi Neapolitani . Anche la lingua. Vero Barbetto?
Nel 2003 composero una canzone italodance con testo in latino......
Avvincente, come sempre! Ma non ha risposto alla domanda!
Certo io ne ho fatte a centinaia di versioni. Il De bello Gallico
a distanza di 61 anni dalla maturità(e dopo ho fatto una facoltà scientifica,dove per altro la nomenclatura era greca e latina,con un pizzico di arabo)leggo Cesare e Tacito come se fossero scritti in Italiano;i più involuti Livio e Cicerone mi creano qualche difficoltà
English language:
-It uses and depends on the latin alphabet.
-60% of its vocabulary comes from Latin, compared to only 26% of Germanic vocabulary.
-Its grammar is not completely Germanic, it has parts of grammatical structure from Latin.
For this reason, philologists consider the English language a hybrid language.
@@fabrizio.guidi64 no, il 60% del lessico Inglese deriva in qualche modo (traduco io: in parte) dal latino. Solo un 25-30% deriva direttamente dal latino. L'italiano ha un 85% di termini fhe derivano direttamente dal latino
@@davidesperanza5413 ed il restante 30% deriva indirettamente dal latino tramite il francese. Aggiungiamo che la parte latina e greca costituiscono quella più alta e nobile della lingua inglese. Senza il latino l'inglese sarebbe una lingua buona solo per allevare le bestie e zappare la terra.
@@davidesperanza5413 aggiungiamo che l'alfabeto latino è nettamente il più diffuso al mondo. Altro che lingua morta. Il team latin vince a mani basse
@@fabrizio.guidi64 la prossima volta che ti fai una pugnetta pensa al latino visto che ti piace così tanto
@@davidesperanza5413 che pugnetta, una bella scopata vorrai dire
Onestamente come lingua neutra l'Esperanto sarebbe una scelta migliore del Latino, peccato che non ha mai funzionato.
per certi versi considero il latino vantaggiosoo
il latino non è la lingua di nessuno però linglese certi paesi sono piu avvantaggiarsi di altri
Sempre trovata una lingia affascinate. Purtroppo oggigiorno conoscerla non aiuta quando si va all'estero 😅, l'inglese è più semplice
Concretamente : il latino ,nel 1600 , aveva. Lo stesso significato ?
Però era la lingua franca in campo scientifico, tra gli scienziati e intellettuali. L'uomo Comune italiano, francese, inglese, tedesco o olandese non conoscevano il latino o non più, nel seicento
tutta la nomenclatura scientifica è greca e latina con qualche pizzico di arabo come algebra,chimica,alcool....
LINGUA UFFICIALE DELL’UNIONE EUROPEA punto. Se vogliamo un’Europa con un’identità e indipendente dovremmo avere una lingua comune che sia solo europea. Partire dal latino e attualizzarlo, non è impossibile
Un sogno
Nulla è impossibile se c'è la volontà di farlo. Quando 70 e passa anni fa hanno creato lo stato di Israele hanno riesumato la lingua ebraica, confinata allora solo a contesti sacerdotali/rabbinici, e ora un intera nazione parla una lingua che era praticamente morta. Se è stato fatto con l'ebraico può essere fatto, a maggior ragione, con il latino
" PUNTO! DUE PUNTI!!! .....Punto, punto e virgola...Punto e un punto e virgola."😂
Ma o cacam
Era una cosa che ho pensato qualche tempo fa. L'inglese non ci appartiene, mentre il latino è dentro l' italia, la francia, la spagna ecc. Io lo parlerei volentieri.
Signore libero di pensarla come vuole, ma il Latino (lingua latina) non e' morta per niente.
La prova lo sono le Scuole Statali dove l' Orto Botanico di greco e latino hanno precedenza assoluta rispetto le discipline educative di: italiano, matematica, scienze e tecnologia.
Coi secoli si dara' al "resto mortale latino" il giusto posto e il dovuto onore e rispetto a nostro Padre: R.I.P.
(L' Utile e il Dilettevole: forse Inglese e Spagnolo aiuterebbero la diversificazione da monocultura a Biodiversita' linguistica tanto necessaria per la Botanica Iternazionale nella quale ci troviamo a vivere anche se molti sono cocciuti nel cimentarsi a fermare il Tempo.)
🤣🤣 è morto in ignoranze di ripetenze di "cappelle" cristiane!
La parte divertente è come è nato... in ignoranze...
Non è la lingua ufficiale del Vaticano? Mia nonna negli anni '50 seguiva la Santa Messa in latino.
Hodie quoque, multi sumus qui latine loquimur. Commodior quam barbarica lingua anglica? Plane!!
Sarebbe auspicabile creare una lingua universale! Ma l'Esperanto non sembra attraente. Perciò si potrebbe prendere il meglio da ciascuna lingua.
Col Concilio Vaticano II
Questo riporta il problema di una lingua neutra internazionale utile per capire e farsi capire
si usano le lingue franche adesso è l'inglese (internazionale) fatevene una ragione, fascistelli revanscisti da due soldi
@@toffonardi7037 ma per essere d'accordo bisogna essere fascisti?! Ahahaha che fesseria vai dicendo?! Ha ragione, troppo facile per i paesi di lingue inglese avventurarsi nel mondo, oltre il 70% di loro non sa una lingua straniera!
@@toffonardi7037 e figurati se a un pidiota non scappavano le solite parolacce stupide
oltre che un ignorante sei anche un kafone,quello che chiami inglese internazionale è solo un americanaccio volgare,poco o nulla a che vedere con la lingua di Dickens,Chesterton,Johnson,e perfino di Mark Twain,che era americano ma non ignorante
Il latino non è morto: si è evoluto. Come (alcuni) dinosauri: non si sono estinti, sono cambiati e li chiamiamo uccelli.
altri pesci,ma quelli sopravvissuti come sauri sono i ramarri e le lucertole
MAI
Gli italiani al ministero sono uccisori perché il ginnasio nei programmi ministeriali ncludeva la scrittura e traduzione quotidiana.
la chiesa non la menziona nemmeno
Ma il latino si parla solo a Latina, ormai?
è stata fondata come Littoria
IL LATINO SENZA IL GRECO, NON ESISTERA PIU.
ERRATO. NON E' MAI MORTO IL LATINO.
Tanto parlare e alla fine non ha risposto alla domanda. Fuffa.
Se mi posso permettere dal mio punto di vista il latino greco età e poi italiano le lingue della ragione il francese lingua della seduzione fino al 1600 era la prima lingua nelle corti europee dopo la propria non l inglese lo è diventato dopo la battaglia invincibile Armada Sir Francis Drake poi caduto in disgrazia diventa Corsaro patente da corsa 90/100 corona inglese il resto lui Elisabetta prima dominio mari no aviazione da lì si parla inglese in tutto il mondo arabo sembra stenografia si capisce un clinz io la so così altro non so credo sia giusta ave vobis Maximus
Se sì capisce da solo lo trovo già un miracolo, perché sembra un testo di parole in libertà. Auguri
questo invece è italiano arcaico
@@gfranco-w7i no,è pseudoitaliano idiota
il latino è morto ma è ancora vivo nei tatuaggi e nella pesantezza di chi prova a difenderlo nelle bacheche dei commenti di youtube
Meglio la leggerezza degli animali, loro non si pongono l' inutile problema di quali versi facevano i loro antenati.
Barbero basta
Sa com'è...esiste una lingua decisamente più semplice anche a livello grammaticale chiamata inglese, certo ha un padrone, ma è generoso, ci permette di parlarla e scriverla senza neanche doverci preoccupare delle declinazioni!
Ah, no! Perdonami, ma dire che l'inglese e semplice, SOPRATTUTTO A LIVELLO GRAMMATICALE, è una bestialità purtroppo molto diffusa. Per inciso, io sono interprete, traduttore, insegnante di inglese da tanti anni, so di cosa parlo. Purtroppo molta gente confonde "morfologia" con "grammatica". L'inglese ha una grammatica DANNATAMENTE DIFFICILE. Faccio solo un esempio. I verbi hanno poche forme, è banale impararle tutte. Tuttavia, solo per parlare di tempi passati, qual è la differenza tra "went", "have gone", "have been going", "had gone", "had been going", "was going"...? Pochissimi riescono a distinguerli e usarli correttamente. Per non parlare di phrasal verbs (look, look at, look for, look up, look around, look after...), spelling orribile e quant'altro... Io parlo anche russo, lingua che ha le declinazioni come il latino, e ti assicuro che è MOLTO più facile usare una lingua che abbia le declinazioni. Certo, inizi dopo a parlarla, ma appena entri nel meccanismo parli correttamente ed esprimi anche minute differenze, mentre in inglese devi penare e fare pratica per molti anni per raggiungere un livello equivalente
@@nicolanobili2113 Beh, sempre io, appiccicato. Mi è stato utile questo tuo commento. Io parlo e scrivo (bene) l'inglese, capisco un poco e parlo ancor meno russo. Con il tuo mi hai confermato la tesi per cui la lingua inglese funge anche da filtro intellettivo in quanto è molto più difficile - rispetto altre lingue - imparare a pappagallo certi costrutti semantici.
@@nicolanobili2113 e sono tutte differenze minute che, fra qualche decina di anni, spariranno dall'inglese internazionale, o si livelleranno, proprio a causa della loro (inutile?) difficoltà. Bisogna poi vedere quanto resisteranno fra i madrelingua. Resta comunque che, almeno per me, esprimermi in inglese, almeno dal punto di vista morfologico, dà un po' la sensazione di parlare sgrammaticato e limitato come i bambini piccoli. E ti do ragione sulle declinazioni, tutti le dipingono come il male ma alla fine non sono niente di che. Anzi, averne.
@@RoiSoleilXIV Scusa, ma francamente, quando dici "quando spariranno dall'inglese internazionale", mi sembra evidente che non sei del mestiere e non hai studiato l'argomento. Guarda che esistono da molti decennî numerosi studî al riguardo. E no, non "scompaiono" dall'inglese "internazionale" (peraltro, dovresti darmi una definizione di cosa intendi per "inglese internazionale", non è scontato). Se poi dici che sono differenze "minute"... Scusami, non voglio offendere, ma mi chiedo quanto bene tu conosca l'inglese. Confondere "I went" con "I have been" è una differenza ENORME. Che spesso agli italiani sfugge, ma che cambia totalmente il significato della frase. Dire che siano differenze "inutili" è falso, tant'è che le poche differenze che sono davvero poco utili (tipo la differenza tra "shall" e "will") di fatto sono già scomparse o quasi o sono una raffinatezza per cultori della lingua
@@nicolanobili2113 l'inglese internazionale è l'inglese come seconda lingua. Già l'euroinglese (cioè l'inglese seconda lingua parlato in Europa nei paesi non anglofoni) ha qualche differenza, soprattutto lessicale, rispetto all'inglese dei madrelingua, per il semplice fatto che le lingue romanze hanno certe radici lessicali differenti dall'inglese che quando italiani, spagnoli, francesi, portoghesi ecc si trovano a parlare insieme l'inglese tendono a essere sfruttate, anche inconsciamente, mentre l'anglofono madrelingua si esprimerebbe in modo diverso. Se questo succede già a livello europeo, ci si può immaginare come sarà la situazione a livello globale fra 50 o 100 anni. Per differenze minute non intendo insignificanti, ma, al contrario, che vanno molto nel dettaglio. E prima o poi nell'inglese comune internazionale parlato fra non madrelingua verranno livellate sotto la spinta delle varie madrelingue e soprattutto dell'immediatezza del dialogo a scapito di quelle regole complesse che dici e sempre un po' fumose quando imparate come L2. Tutte le lingue si evolvono, figurarsi poi una lingua franca parlata da non madrelingua.
Il prof. Barbero parla del latino dopo la riscoperta medievale. Ma durante il periodo degli antichi romani, non è sicuro, e per tanti è certo che non era così, che le cose andassero come si racconta ancora. Troppe barzellette.
si... adesso ci mettiamo a parlar tutti latino... sicuro guarda...
No ha muerto, yo sigo hablando latín vulgar hispano.
Sì tutto bello, ma a livello di raffinatezza ed unicità il saami (specie il saami di Inari) è imbattibile. Artist máksá, lii-uv täst miinii vädisvuođâid?
Sarebbe più corretto chiedersi quando è morto il Sardo da cui il latino deriva