Un artista Unico, uno dei Geni del Cinema più assurdamente sottovalutati, ingabbiato dalla retorica moralistica di uno dei giornalisti più assurdamente sopravalutati (mia modesta opinione personale). Ecco, una forma di violenza delle peggiori: quella “educativa”. Allora come oggi. Sergio Leone: un immenso cineasta, e anche un uomo molto, molto, molto paziente!!!
Perfettamente d'accordo. Oggi ci stupiamo, del cosiddetto "bavaglio", del giornalismo atto ad indirizzare, un pensiero unico. Biagi fu uno dei fondatori. Sergio Leone in confronto, era un moderato, democratico; un signore nei modi e nel modo di rapportarsi con gli altri. Leone, Regista e uomo di Cultura. Ci ha lasciati presto purtroppo.....
Oggi, fortunatamente, inorridiamo, ma questa intervista resta un documento essenziale, anche solo per capire che i veri capolavori, e i veri geni, non saranno mai realmente compresi dalle masse a essi contemporanei ma ci vuole tempo. È incredibile pensare ai temi toccati da questo dibattito quando Leone aveva da poco rilasciato C'era una volta il West, per me il suo film più universale, che dice qualcosa di ognuno di noi a ciascuna persona che lo abbia visto. Leone sostiene che la violenza scarichi lo spettatore, effettivamente la catarsi che provo ogni volta, singhiozzando tra le lacrime, vedendo il finale di C'era una volta il West, è liberatoria, oltre che emozionante, come poche altre scene in tutta la storia del cinema. Eppure nel '69 non volevano parlarne, per negligenza oppure ottusagine. Quando si dichiara cantastorie, il cui padre morale e modello è inevitabilmente Omero, Leone ha già spiegato tutto, sì, ma non si approfondisce per tornare a insistere sulle tematiche "scomode" volte a monopolizzare il pensiero che si vuole imporre. Fortunatamente Leone è sempre stato libero e ha dato voce ai sogni di tutti tramite il suo sguardo personalissimo e così ci ha donato quelli che ormai, finalmente, tutti non possiamo far altro che definire capolavori.
State mitizzando un uomo, che ha messo all' inizio di un film una frase di Mao, Leone era politicizzato e si può dire che sia stato un cattivo maestro a livello di trasmissione di immagini, ogni film ha una tragedia immane che lo spettatore deve digerire, famiglie massacrate, stragi a non finire. La paura di vivere senza sotterfugi, onestamente. Nulla c'entra col western tradizionale. Poi l'amicizia dov'è? In il buono il brutto ecc, si tradiscono in continuazione. Leone era una persona cruda e cinica, mostrare troppo spesso bambini ammazzati lo dimostra. Biagi aveva capito benissimo la deriva di una società che andava verso la violenza e la sessualità imposta già ai fanciulli
Trovo che bisogni collocare la trasmissione nell'anno in cui è stata fatta. Solo così possiamo capire perchè si insista sul tema della violenza. Per l'epoca la violenza leoniana era una novita scioccante. Ovviamente il cinema non crea la violenza e Leone non ha responsabilita alcuna
Un vero talento e genio contrapposto ad una persona sopravvalutata poiché appartenente ad una corrente politica/politicizzata. Ma, come si suol dire, il tempo è galantuomo.
Erano compagni di classe in 3^ elementare e c'è una foto di classe dell'anno scolastico 1938. Raccontò Morricone che quando Leone lo incontrò non si ricordava di lui e d'essere stato suo compagno di classe. Evidentemente Sergio Leone già viaggiava con la mente al futuro ed ai suoi sogni di bambino e non guardava attorno a sè.
@@pippocalippo2447 - ah però ! 👍 una bella soddisfazione da tramandare ai figli e nipoti. Compagno di classe di un mito molto oltre il semplice cineasta.
Aggiungo il mio modesto contributo, la violenza era diffusissima assieme alla pornografia, letteralmente milioni di giornaletti a fumetti, ( che ricordo con simpatia). Edicole che mostravano la pubblicita di giornali porno, fotoromanzi porno. E film a gogo, interi cinema dedicati a questo. Tornando alla violenza, era presentissima anche in altri generi, film come Milano città violenta, Napoli risponde e centinaia di altri. Uno che mise una pezza misericordiosa fu Piedone, e lo fece anche con i western. Certo Leone ha fatto da apripista, parliamo del '64. Nel 68 aveva già finito la sua trilogia del dollaro. Sul motivo per cui si fece scientificamente uso sociale della violenza ce lo dice Leone stesso, quando risponde alla domanda e giustamente dice che "gli psicologi' dicono che mostrarla serve a liberarsene. Domanda: la prima strage di stato italiana quando fu? In che anno? Ecco facciamo un pensierino su questo e cerchiamo di unire i puntini. Detto senza ironia. Un caro abbraccio a tutti noi sopravvissuti ai film di Leone e alla strategia della stabilizzazione. Chiudo con una domanda, anche oggi siamo di fronte ad un periodo simile, grandi forze in campo contrapposte, grande anelito alla libertà fratellanza ecc, ferrea dittatura generalizzata. Come andrà a finire? Avremo il nostro cavaliere solitario che ci salverà e malinconicamente se ne andrà dicendo che ripasserà, forse, un giorno o l'altro? ❤
Già anche con Pasolini (al cospetto del quale Biagi si sarebbe dovuto genuflettere in religioso silenzio)-Biagi aveva dato mostra,seppur leggermente, di questa "saccenza" antipatica.E poi,secondo me,neanche GLI ;( non li) aveva visti i CAPOLAVORI DI SERGIO E DI PIERPAOLO..
Questo video dovrebbe essere proiettato nelle scuole per insegnare ai giovani almeno due cose. 1 L'arte non si valuta col metro della morale e tanto meno della religione. 2 Che cosa tremenda deve essere vivere in uno stato teocratico. Grande Leone regista che appare come un gigante anche per la sua flemma. Biagi un'intervista così probabilmente non l'avrebbe rifatta dieci anni dopo. Voglio immaginare che col tempo abbia imparato che l'arte non deve essere necessariamente edificante. La Rai italiana dovrebbe inviare una lettera di scuse alla famiglia Leone per l'imboscata/processo che gli fu intentato.
Una trasmissione direi vergognosa. Sembrava si processasse Leone per istigazione alla violenza. Programma del 1969: un anno prima Leone aveva fatto quel capolavoro che è _Cera una volta il West_ , opera d'arte cinematografica; che si vede a quei tempi non riuscivano a coglierne per nulla il valore artistico per nulla istigante alla violenza. Questo il giornalismo ai tempi e questa la mentalità dei tempi, violenta veramente, non come i film di Leone che come giustamente ha detto lo stesso Sergio Leone, rispondendo a Biagi, al più servono a scaricare la violenza insita nella realtà. Un uomo che ha cambiato il cinema, che istiga alla violenza... ma per favore!! Ottimo documento, comunque.
@@simonezuccala4 eravamo un paese di bigotti, ma con tanti geni del calibro di Leone a fare da contraltare a cotanto provincialismo democristiano. Ora, sono rimasti solo i bigotti, per giunta ipocriti.
Si dovrebbe contestualizzare l'anno e il periodo del quale l'intervista è stata fatta. Aggiungere anche la novità del Western inventato da Sergio leone che,per il mondo(in generale)del cinema( in particolare), era ancora da "decifrare". Intervista datata ma molto interessante e anche bella. Oltretutto si da a Leone la possibilità di dire cose molto interessanti. Un processo? Una sorta,si. Ma fa parte del mondo televisivo di allora ed anche di oggi. Ci sta.
Non stai esagerando? Leone ha aperto la strada alla violenza gratuita nei film, e secondo me verso la fine della sua vita si è pentito, ascoltando le sue ultime interviste. Il bello dei veri film western americani è trasmettere un messaggio senza spettacolarizzare le morti
I detrattori di Biagi credo giudichino un'intervista di 50anni fa con la sensibilità di oggi e, soprattutto, con un bagaglio di analisi (sul regista) che a quei tempi non esisteva. Per me questi giudizi derivano da punti di partenza sbagliati. A quei tempi Leone era un bravo regista. Aveva già girato cose importanti, ma il mito di leone è cresciuto con il tempo, con la rivalutazione della sua opera e con la chiusura mitica della sua produzione (C'era una volta in America 1984). Il giornalista, se in prima serata, deve parlare al popolo non può far domande da salotto e personali. Deve sopire i pruriti della gente. Il popolo è un coacervo di cliché, quindi se si vuol interessare il pubblico, alle volte si deve scadere nel consueto. L'intervista è del '69 periodo in cui la violenza era molto sentita a livello sociale. Ne parla anche Leone durante l'intervista. L'intervista va inquadrata nel periodo storico.
Non è questione di essere detrattori, sono le domande che lo rendono ridicolo. Biagi è sempre stato un giornalista molto provinciale e sopravvalutato. Posso essere d'accordo che l'intervista va inquadrata a 50 anni fa, ma a tutto c'è un limite. In ogni caso, "A quei tempi Leone era un bravo regista", la annovero come la caxxata del mese. Nel 1969 Sergio Leone era già mito con la M maiuscola, aveva già fatto 4 dei 6 capolavori che lo consacrarono a tutte le latitudini, aveva appena dato la mazzata finale al western americano con "C'era una volta il West", tanto che gli negarono l'oscar una seconda volta per puro dispetto dopo la prima col "Il Buono, il Brutto, il Cattivo" e questo fu riconosciuto anche da loro, che fu una delle più grandi ingiustizie perpetrate contro i film stranieri. Ovviamente dopo la sua morte, il mito di Leone continuò a crescere fino a raggiungere vette mai raggiunte da nessuno, basti vedere i numeri relativi alle visualizzazioni di alcune scene famose qui su YT. Comunque in quel periodo Leone poteva già permettersi di chiedere qualsiasi cifra alle produzioni, come nessun altro cineasta al mondo. Ma non si inflazionò. Infatti fece solo "Giù la testa" e poi si fermò fino al 1983. Biagi avrebbe potuto fare moltissime domande interessanti, sullo stile, sulla mania del dettaglio, sulla capacità di valorizzare la sceneggiatura, i dialoghi, invece fu patetico. Diciamo che intervistare Leone fu troppo per lui.
@@fabriziorossi1163scusa se sono uno che tira cazzate perché perdi tempo a controbattere le mie posizioni? Io resto sul punto, ognuno ha le proprie di cazzate soltanto che a me non va e non serve mettere in risalto le inesattezze o i pressappochismo degli altri. Buona vita
I film Western di Sergio Leone, hanno fatto conoscere la realtà dell'epoca, non fantasia pura, neanche come quelli di Ford sempre con la stessa storia. Non ci piace la violenza, certo, può influenzare negativamente alcuni come ha detto il sacerdote cattolico. Rimane il messaggio di CRISTO GESÙ che anche racconta la violenza ma soprattutto la Sua misericordia per noi poveri umani che possiamo evitare il male imitando LUI, ascoltando la Sua Parola. Il SIGNORE vi benedica nella fede. Maranatha!
Veramente i western di Ford raccontano la nascita d'una nazione in chiave mitica, esattamente come Leone racconta un west mitico e non realistico. Lui stesso lo disse che il mito in quanto tale è universale. Il western verità lo narravano altri quali Sam Peckinpah o film quali Soldato blu. Non Leone, dio lo benedica.
Dopo questa intervista VERGOGNOSA di Biagi a DIO-LEONE,mi viene quasi voglia di pensare che,forse, Berlusconi aveva fatto bene a cacciarlo dalla Rai con l'editto bulgaro del 2001...😂😂😂
Al di la di come la si pensi ma che belle le trasmissioni di decenni fa sia nelle domande che nelle risposte
Un artista Unico, uno dei Geni del Cinema più assurdamente sottovalutati, ingabbiato dalla retorica moralistica di uno dei giornalisti più assurdamente sopravalutati (mia modesta opinione personale). Ecco, una forma di violenza delle peggiori: quella “educativa”. Allora come oggi. Sergio Leone: un immenso cineasta, e anche un uomo molto, molto, molto paziente!!!
Perfettamente d'accordo.
Oggi ci stupiamo, del cosiddetto "bavaglio", del giornalismo atto ad indirizzare, un pensiero unico.
Biagi fu uno dei fondatori.
Sergio Leone in confronto, era un moderato, democratico; un signore nei modi e nel modo di rapportarsi con gli altri.
Leone, Regista e uomo di Cultura.
Ci ha lasciati presto purtroppo.....
Concordo al 100% con voi.
Sottovalutato da gran parte della critica cinematografica italiana, ma non da colossi del cinema come Billy Wilder e Stanley Kubrick
Oggi, fortunatamente, inorridiamo, ma questa intervista resta un documento essenziale, anche solo per capire che i veri capolavori, e i veri geni, non saranno mai realmente compresi dalle masse a essi contemporanei ma ci vuole tempo.
È incredibile pensare ai temi toccati da questo dibattito quando Leone aveva da poco rilasciato C'era una volta il West, per me il suo film più universale, che dice qualcosa di ognuno di noi a ciascuna persona che lo abbia visto.
Leone sostiene che la violenza scarichi lo spettatore, effettivamente la catarsi che provo ogni volta, singhiozzando tra le lacrime, vedendo il finale di C'era una volta il West, è liberatoria, oltre che emozionante, come poche altre scene in tutta la storia del cinema.
Eppure nel '69 non volevano parlarne, per negligenza oppure ottusagine. Quando si dichiara cantastorie, il cui padre morale e modello è inevitabilmente Omero, Leone ha già spiegato tutto, sì, ma non si approfondisce per tornare a insistere sulle tematiche "scomode" volte a monopolizzare il pensiero che si vuole imporre.
Fortunatamente Leone è sempre stato libero e ha dato voce ai sogni di tutti tramite il suo sguardo personalissimo e così ci ha donato quelli che ormai, finalmente, tutti non possiamo far altro che definire capolavori.
Commento che merita 10 minuti di applausi. Lei ha compreso perfettamente lo spirito e l'opera del più grande regista della storia.
State mitizzando un uomo, che ha messo all' inizio di un film una frase di Mao, Leone era politicizzato e si può dire che sia stato un cattivo maestro a livello di trasmissione di immagini, ogni film ha una tragedia immane che lo spettatore deve digerire, famiglie massacrate, stragi a non finire. La paura di vivere senza sotterfugi, onestamente. Nulla c'entra col western tradizionale. Poi l'amicizia dov'è? In il buono il brutto ecc, si tradiscono in continuazione. Leone era una persona cruda e cinica, mostrare troppo spesso bambini ammazzati lo dimostra. Biagi aveva capito benissimo la deriva di una società che andava verso la violenza e la sessualità imposta già ai fanciulli
Trovo che bisogni collocare la trasmissione nell'anno in cui è stata fatta. Solo così possiamo capire perchè si insista sul tema della violenza. Per l'epoca la violenza leoniana era una novita scioccante. Ovviamente il cinema non crea la violenza e Leone non ha responsabilita alcuna
Tanto grande Leone, tanto piccolo l'intervistatore.
Quanti conosco Leone in tutto il mondo? E quanti ricordano biagi? Ecco.
Il frate è Silvano Girotto, "Frate Mitra"
Che domande idiote...povero Leone
6:43 Il film di cui parla Biagi, è "Django", di Sergio Corbucci.
Un vero talento e genio contrapposto ad una persona sopravvalutata poiché appartenente ad una corrente politica/politicizzata.
Ma, come si suol dire, il tempo è galantuomo.
La cosa buffa è che Leone è sempre stato un uomo di sinistra
Due amici geniali Sergio Leone e Ennio Morricone
Erano compagni di classe in 3^ elementare e c'è una foto di classe dell'anno scolastico 1938. Raccontò Morricone che quando Leone lo incontrò non si ricordava di lui e d'essere stato suo compagno di classe. Evidentemente Sergio Leone già viaggiava con la mente al futuro ed ai suoi sogni di bambino e non guardava attorno a sè.
@@jeanjeudi6364mio padre fu invece compagno di classe di Sergio Leone al liceo Virgilio di Roma
@@pippocalippo2447 - ah però ! 👍 una bella soddisfazione da tramandare ai figli e nipoti. Compagno di classe di un mito molto oltre il semplice cineasta.
Aggiungo il mio modesto contributo, la violenza era diffusissima assieme alla pornografia, letteralmente milioni di giornaletti a fumetti, ( che ricordo con simpatia). Edicole che mostravano la pubblicita di giornali porno, fotoromanzi porno. E film a gogo, interi cinema dedicati a questo. Tornando alla violenza, era presentissima anche in altri generi, film come Milano città violenta, Napoli risponde e centinaia di altri. Uno che mise una pezza misericordiosa fu Piedone, e lo fece anche con i western. Certo Leone ha fatto da apripista, parliamo del '64. Nel 68 aveva già finito la sua trilogia del dollaro. Sul motivo per cui si fece scientificamente uso sociale della violenza ce lo dice Leone stesso, quando risponde alla domanda e giustamente dice che "gli psicologi' dicono che mostrarla serve a liberarsene. Domanda: la prima strage di stato italiana quando fu? In che anno? Ecco facciamo un pensierino su questo e cerchiamo di unire i puntini. Detto senza ironia. Un caro abbraccio a tutti noi sopravvissuti ai film di Leone e alla strategia della stabilizzazione.
Chiudo con una domanda, anche oggi siamo di fronte ad un periodo simile, grandi forze in campo contrapposte, grande anelito alla libertà fratellanza ecc, ferrea dittatura generalizzata. Come andrà a finire? Avremo il nostro cavaliere solitario che ci salverà e malinconicamente se ne andrà dicendo che ripasserà, forse, un giorno o l'altro? ❤
Già anche con Pasolini (al cospetto del quale Biagi si sarebbe dovuto genuflettere in religioso silenzio)-Biagi aveva dato mostra,seppur leggermente, di questa "saccenza" antipatica.E poi,secondo me,neanche GLI ;( non li) aveva visti i CAPOLAVORI DI SERGIO E DI PIERPAOLO..
li aveva visti... non '''gli''..
Questo video dovrebbe essere proiettato nelle scuole per insegnare ai giovani almeno due cose. 1 L'arte non si valuta col metro della morale e tanto meno della religione. 2 Che cosa tremenda deve essere vivere in uno stato teocratico.
Grande Leone regista che appare come un gigante anche per la sua flemma. Biagi un'intervista così probabilmente non l'avrebbe rifatta dieci anni dopo. Voglio immaginare che col tempo abbia imparato che l'arte non deve essere necessariamente edificante. La Rai italiana dovrebbe inviare una lettera di scuse alla famiglia Leone per l'imboscata/processo che gli fu intentato.
Quindi parlare di quanto la violenza possa influenzare, è far parte di uno stato teocratico.
quando gli arabi immigrati imporranno la sharia come già succede in Inghilterra ti accorgerai cos'è uno stato teocratico.
Già a quei tempi il giornalista da a un gigante come leone i propri clisce'
Stranissimo vedere Leone senza barba
Una trasmissione direi vergognosa. Sembrava si processasse Leone per istigazione alla violenza. Programma del 1969: un anno prima Leone aveva fatto quel capolavoro che è _Cera una volta il West_ , opera d'arte cinematografica; che si vede a quei tempi non riuscivano a coglierne per nulla il valore artistico per nulla istigante alla violenza. Questo il giornalismo ai tempi e questa la mentalità dei tempi, violenta veramente, non come i film di Leone che come giustamente ha detto lo stesso Sergio Leone, rispondendo a Biagi, al più servono a scaricare la violenza insita nella realtà.
Un uomo che ha cambiato il cinema, che istiga alla violenza... ma per favore!!
Ottimo documento, comunque.
È la stessa cantilena a cui deve rispondere ogni santa volta Quentin Tarantino...il giornalismo funzionava e funziona così che ci vuoi fare
@@simonezuccala4 eravamo un paese di bigotti, ma con tanti geni del calibro di Leone a fare da contraltare a cotanto provincialismo democristiano. Ora, sono rimasti solo i bigotti, per giunta ipocriti.
Enzo Biagi un moralista da tanto al chilo
Si dovrebbe contestualizzare l'anno e il periodo del quale l'intervista è stata fatta. Aggiungere anche la novità del Western inventato da Sergio leone che,per il mondo(in generale)del cinema( in particolare), era ancora da "decifrare". Intervista datata ma molto interessante e anche bella. Oltretutto si da a Leone la possibilità di dire cose molto interessanti. Un processo? Una sorta,si. Ma fa parte del mondo televisivo di allora ed anche di oggi. Ci sta.
Il fratello e fratellissimo Biagi
Samperi regista della serie onore e rispetto e ho detto tutto.
Enzo Biagi, credo non avesse capito chi stesse intervistando.
xD hahahahahhha
Come al solito
Non stai esagerando? Leone ha aperto la strada alla violenza gratuita nei film, e secondo me verso la fine della sua vita si è pentito, ascoltando le sue ultime interviste. Il bello dei veri film western americani è trasmettere un messaggio senza spettacolarizzare le morti
LEONE : IL REGISTA
A full i socialisti con le sue domande
Dopo 50 anni il moralismo di questa intervista risulta allucinante
Oggi prevale un altro moralismo, certamente più oppressivo e minaccioso di quello.
I detrattori di Biagi credo giudichino un'intervista di 50anni fa con la sensibilità di oggi e, soprattutto, con un bagaglio di analisi (sul regista) che a quei tempi non esisteva. Per me questi giudizi derivano da punti di partenza sbagliati.
A quei tempi Leone era un bravo regista. Aveva già girato cose importanti, ma il mito di leone è cresciuto con il tempo, con la rivalutazione della sua opera e con la chiusura mitica della sua produzione (C'era una volta in America 1984).
Il giornalista, se in prima serata, deve parlare al popolo non può far domande da salotto e personali. Deve sopire i pruriti della gente. Il popolo è un coacervo di cliché, quindi se si vuol interessare il pubblico, alle volte si deve scadere nel consueto.
L'intervista è del '69 periodo in cui la violenza era molto sentita a livello sociale. Ne parla anche Leone durante l'intervista.
L'intervista va inquadrata nel periodo storico.
Non è questione di essere detrattori, sono le domande che lo rendono ridicolo. Biagi è sempre stato un giornalista molto provinciale e sopravvalutato. Posso essere d'accordo che l'intervista va inquadrata a 50 anni fa, ma a tutto c'è un limite.
In ogni caso, "A quei tempi Leone era un bravo regista", la annovero come la caxxata del mese. Nel 1969 Sergio Leone era già mito con la M maiuscola, aveva già fatto 4 dei 6 capolavori che lo consacrarono a tutte le latitudini, aveva appena dato la mazzata finale al western americano con "C'era una volta il West", tanto che gli negarono l'oscar una seconda volta per puro dispetto dopo la prima col "Il Buono, il Brutto, il Cattivo" e questo fu riconosciuto anche da loro, che fu una delle più grandi ingiustizie perpetrate contro i film stranieri. Ovviamente dopo la sua morte, il mito di Leone continuò a crescere fino a raggiungere vette mai raggiunte da nessuno, basti vedere i numeri relativi alle visualizzazioni di alcune scene famose qui su YT. Comunque in quel periodo Leone poteva già permettersi di chiedere qualsiasi cifra alle produzioni, come nessun altro cineasta al mondo. Ma non si inflazionò. Infatti fece solo "Giù la testa" e poi si fermò fino al 1983.
Biagi avrebbe potuto fare moltissime domande interessanti, sullo stile, sulla mania del dettaglio, sulla capacità di valorizzare la sceneggiatura, i dialoghi, invece fu patetico. Diciamo che intervistare Leone fu troppo per lui.
@@fabriziorossi1163scusa se sono uno che tira cazzate perché perdi tempo a controbattere le mie posizioni? Io resto sul punto, ognuno ha le proprie di cazzate soltanto che a me non va e non serve mettere in risalto le inesattezze o i pressappochismo degli altri. Buona vita
ho letto una risposta che dice "sei libero di scorreggiare con la tastiera...." al limite del patetico. Ciao fenomeno
@@00jaco Sì, perché quello fai. Ti ho anche detto di farti un blog personale se non vuoi contraddittorio. Capso vuoi di più. Ciao Triste.
@@fabriziorossi1163 io dico la mia tu la tua....tu con le tue parole io con le mie. Non so chi dovrebbe farsi il blog. Comunque buona giornata
Biagi come sempre un sacrestano che sa di minestrina al formaggino
Ti stimo. Berlusconi lo ha reso un martire.
I film Western di Sergio Leone, hanno fatto conoscere la realtà dell'epoca, non fantasia pura, neanche come quelli di Ford sempre con la stessa storia. Non ci piace la violenza, certo, può influenzare negativamente alcuni come ha detto il sacerdote cattolico. Rimane il messaggio di CRISTO GESÙ che anche racconta la violenza ma soprattutto la Sua misericordia per noi poveri umani che possiamo evitare il male imitando LUI, ascoltando la Sua Parola. Il SIGNORE vi benedica nella fede. Maranatha!
Veramente i western di Ford raccontano la nascita d'una nazione in chiave mitica, esattamente come Leone racconta un west mitico e non realistico. Lui stesso lo disse che il mito in quanto tale è universale. Il western verità lo narravano altri quali Sam Peckinpah o film quali Soldato blu. Non Leone, dio lo benedica.
G E N I O
Enzo Biagi, la quintessenza del cafone campagnolo, Sergio Leone🙏🏻, l'apoteosi della signorilità.
Accusare Leone di quasi “istigazione” alla violenza… 🤦🏻♂️ e comunque a quei tempi senza il colore si sono persi il 50% della bellezza dei film!
Dopo questa intervista VERGOGNOSA di Biagi a DIO-LEONE,mi viene quasi voglia di pensare che,forse, Berlusconi aveva fatto bene a cacciarlo dalla Rai con l'editto bulgaro del 2001...😂😂😂
Dio leone... vabbè...forse va ridimensionato
Biagi ha sempre fatto cascare i maroni per terra
Leone , il papà di Tarantino.
Biagi ....? un buonista
Fabio Fazio è pure peggio. Una sua brutta copia
Rimproverare? Ma come eravamo messi.
Povero Leone, la violenza allora? Adesso la viviamo in ogni fotogramma nessuno dice niente.