“Nel mezzo del cammin” - Puntata 18 - Canto XVI del Purgatorio
ฝัง
- เผยแพร่เมื่อ 18 ธ.ค. 2024
- Siamo al canto 16 del purgatorio, in un girone caratterizzato dal fumo insopportabile che rende ciechi, come ciechi sono gli iracondi. Dal punto di vista “geografico” siamo a metà del percorso, nella quarta cornice delle sette che costituiscono la montagna del Purgatorio. E siamo esattamente fra Inferno e Paradiso, le due estremità del percorso. Nell’incontro con Marco Lombardo Dante mette a tema una questione decisiva, quella della libertà. Quando l’uomo è libero veramente? A che condizione? Che cosa è in fondo la libertà? Marco Lombardo ne dà una risposta molto articolata e precisa, che comincia con la descrizione di questo girone, nel buio proprio dell’inferno. Virgilio accompagna Dante con grande tenerezza, offrendogli la spalla per non farlo perdere, non a caso la parola che più ricorre è sguardo: Dante stesso è un osservatore, e il grande problema della vita è vedere, poter guardare in faccia la verità e viverne alla luce. E siccome nelle tenebre non si possono distinguere le cose, né tantomeno conoscerle e riconoscerle, ciò che ne deriva è una tristezza e una incapacità di vedere, che necessariamente si traduce in violenza. Abbiamo perciò bisogno della verità: a volte si dice che quando siamo tristi dobbiamo restare soli, ma in realtà è il contrario, proprio perché ci sono le tenebre abbiamo bisogno dell’altro. Tutto comincia come esigenza e bisogno di perdono: “pregar per pace e per misericordia l’Agnel di Dio che le peccata leva”. Coloro che hanno vissuto nell’ira invocano e pregano per la pace, e in Purgatorio si prega tanto, al punto che canto dopo canto potremmo addirittura rintracciare la struttura della Messa,ne vediamo tutti i passaggi fondamentali. Le anime di questo girone Dante le dipinge come gente in totale concordia. Stanno letteralmente sciogliendo l’ira: “ d’iracundia van solvendo il nodo”. Il Purgatorio non è un passaggio dove l’anima si trasforma, ma al contrario si purifica e torna quella che era, in quello stato di puro desiderio e tensione al Vero con cui Dio l’aveva messa al mondo.