IVANO DIONIGI - SENECA E LUCREZIO: quando la vita ti viene a trovare
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- เผยแพร่เมื่อ 14 ก.พ. 2024
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Come possiamo oggi guardare il mondo che ci scorre davanti senza conoscere quello che ci siamo lasciati alle spalle?
Parte, venerdì 3 Marzo, la nuova edizione di Ritratti d'autore - i classici che aiutano a vivere.
Sono sei appuntamenti, sotto la regia di Gustavo Cecchini, dove protagonisti sono i classici del pensiero, quei testi che dimostrano una vitalità incredibile, dalla quale dovremmo prendere esempio per tutte le forme di resistenza, civile, culturale, umana, a cui ogni giorno siamo chiamati.
Rileggere un classico, allora, significa diventare consapevoli dei perché di questo presente e avere con sé gli strumenti per capirlo meglio e cambiarlo quando se ne sente il bisogno. È la via che ci rivela la sfida che i cercatori del pensiero di ieri lanciano ai viaggiatori sedentari di oggi.
Ad aprire la rassegna Venerdì 3 Marzo 2023 è Ivano Dionigi che mette in dialogo Seneca e Lucrezio: quando la vita ti viene a trovare. Ivano Dionigi darà la parola a due classici del pensiero antico, Lucrezio e Seneca, per tentare di costruire una strada percorribile anche per noi, alla ricerca di risposte alle domande ultime che il nostro tempo pare avere perso di vista.
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Straordinario Ivano Dionigi
a noi il presente non basta
forti tratti di comunanza col cristianesimo
noi siamo la parola
L'ho sentito anche criticare Virgilio in quanto cantore della Roma imperiale, ma lui ha scritto il verso definitivo della cultura umana: sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt, cioè sono lacrime delle cose ed esse, in quanti mortali, toccano la mente, e anche la mente, come tutto ciò che ha creato e crea, è mortale. Nessun Dio, nessun cattocomunismo, nessun Prodi, uno dei tanti che hanno venduto l'Italia alla Finanza Sionista. Ci sono amici e nemici e i nemici, quando è possibile, si annientano.
Il problema della morte. Noi siamo un cerchio mancato. Parla di Platone, Socrate, Lucrezio che non ha dubbi, ma perché lui due giorni prima in una conferenza da remoto a Pontedera ha cercato in modo assurdo di interpretare il clinamen di Lucrezio come un indizio di "disegno intelligente"? Essere receduti da un Heidegger, un Cacciari, un Vito Mancuso e tanti altri a uno sconosciuto Costanzo Preve, anche se non è la mia posizione, non è disdicevole. Seneca poi aveva scritto nelle Troades, alla domanda dove andiamo dopo la morte?, Ubi non nati sunt. Non diversamente il suo quasi conterraneo Giovanni Pascoli, grandissimo poeta e grandissimo classicista: "Non esser mai, non esser mai, più nulla / ma meno morte che non esser più".
Si scrive Costanzo Preve
Molte grazie. Lapsus calami o clerical error come preferiscono gli albionici. Conosco molto bene Costanzo Preve, e, più che a un mio errore (la "o" è molto lontana dalla "a" sulla tastiera), penso a un intervento dall'alto, dall'unico dio da cui mi sento guardato, Montagnadizzucchero. Comunque la mancanza è senz'altro mia, almeno di non avere controllato. Lieto fra l'altro che non abbia trovato altri refusi. E, come dice il nostro illustre latinista, res tene...@@ClubMetafisico
@@user-tz7dl9qf2d accidenti com'è involuto... difficile, vero, tirare alla semplicità? Si rischia di non avere più niente da dire quando si scopre che ci si parla addosso!
Caro Ferrari, non so chi lei sia e quanto "Libero". Ho scritto su due conferenze di colui che è considerato il più grande interprete di Lucrezio e che a Pontedera ha cercato di far intendere il "clinamen" come un segno di "intelligent design". Una "cazzata" secondo me, e spero che questa parola faccia parte del suo linguaggio quotidiano.@@liberoferrari6211
Sant'Agostino, quello bravo, il dottore che teorizzò il "peccato originale". In effetti è stato veramente molto originale ad inventarselo per schiacciare le menti contrite dei fedeli. Del resto, il cristianesimo è stato "Instrumentum Regni" per eccellenza.
Però non si può ridurre Agostino a questo