Povero Paolo... mai una gioia! questo ho pensato, riguardo al compito di dover correre a confermare nella fede la sua più amata comunità. capita anche a noi. quanto più crediamo nel nostro lavoro, ma ci scontriamo con chi ha altri progetti, tanto più cresce la voglia di salvaguardare e proteggere ciò in cui crediamo. Questo vale anche se la lettera fosse, come probabilmente è, deuteropaolina. Volevo dirti Vittorio che c'è un libro di Cacciari (Il potere che frena - Adelphi) dove il tema è analizzato e dibattuto. Non mi dilungo. Però vale la pena di sottolineare la domanda che si pone il filosofo: come mai idee e simboli escatologici si sono secolarizzati in Occidente fino al punto di dimenticare la propria origine? Alla fine c'è un excursus storico sulla ricezione della Lettera, da Ireneo a Calvino. Ciao!
Ciao Vittorio, buon anno. Oggi hai avuto grossi grattacapi con questa epistola. Anche io penso chi sia pseudo- epigrafia, anzi eterodossa in alcuni contenuti, sembra quasi che il redattore conosco la rivelazione di Giovanni. Di sicuro se è di "scuola paolina", si tratta di un pensiero di seconda generazione, di persone che dovevano giustificare il ritardo della parusia, inventando tutta una serie di nuovi segni per diluire un po' la delusione dei fedeli.
Ciao Salvatore, buon anno anche a te! Sì esatto, è molto complessa questa piccola lettera! Poi ti dico, altri studiosi seri hanno visto diversamente questa come protopaolina, però a me come tu dici pare un po' strano.
Ciao Vittorio! Innanzitutto ti auguro di cuore un santo 2023, che il Signore ti accompagni con il Suo Amore e la Sua Luce. Grazie per questa tua esposizione. Avrei 2 domande. Tu spiegavi come la figura dell'anticristo/uomo dell'iniquità nasce in queste pagine, ma come prende forma questa idea in origine? Viene da Daniele? Dai libri di Enoch? Come è nata questa convinzione che prima della parusia deve venire l'apostasia? La seconda domanda forse è sciocca, comunque: come facciamo a sapere che non sia proprio questa seconda lettera ai Tessalonicesi ad essere una delle lettere fatte passare come una di Paolo e company? La forte somiglianza strutturale con prima Tessalonicesi, ad esempio, ai miei occhi "ignoranti" sembra quasi una forzatura per dare credibilità ad una lettera di dubbia provenienza. Anche quando parla di un segno autografo ho la stessa impressione di una forzatura per dare prove di autenticità. Grazie ancora, buona giornata!
Cara Sara, grazie di cuore per i tuoi auguri e per queste tue domande! Dunque per quanto riguarda la prima, non è facilissimo rispondere, ma direi che il tema di un inasprimento dei tempi, con tanto di "super cattivo" da battere prima della consumazione finale è un tema classico dell'escatologia apocalittica già in età ellenistica, pensa all'ultima bestia in Dan 7 anche nella letteratura enochica o in quella specificamente in uso a Qumran, sono tutti antecedenti validi allo sviluppo di questo pensiero. Poi qui in realtà qui in 2Ts non si chiama ancora esplicitamente anticristo, anche se lo diverrà presto nel pensiero cristiano antico. Per quanto riguarda la seconda domanda, il punto è che ci sono ottime ragioni di pensare che la 2 Lettera ai Tessalonicesi sia uno scritto pseudoepigrafico attribuito a Paolo, ma non scritto realmente da lui. Però senza dubbio non può essere una delle lettere che questo scritto si propone di confutare, questo non avrebbe senso. Comunque che la pseudoepigrafia fosse in uso è un fatto assodato, anche se presuppone già una tradizione autorevole nella quale inserirsi (il che parla ancora per una datazione più recente). Spero di averti risposto! Un caro saluto e ogni benedizione =)
Ancora complimenti per la pacatezza del commento e questa volta anche per l’astensione di un giudizio su temi che da sempre hanno stupito e “tormentato” l’umanità e in particolare i Cristiani. Certo questa figura dell’anticristo e sinonimo del male ci lasciano anche oggi molto perplessi, stupiti e incapaci di dare una risposta esauriente. Ma la cosa più misteriosa di questa lettera è l'affermazione secondo cui l'apparire dell'iniquo è per ora impedito da qualcosa o da qualcuno, che non viene precisato. Si dice soltanto: «Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene». Ma chi sarà mai che trattiene? Il trattenere può essere considerata una forma redentiva? Se si perché vieneconsideta negativa? Se no chi deve toglierla di mezzo se non Dio stesso? Si rimane nella confusione e nel mistero. Ma come fa Paolo o chi per lui a “inventare” questo ostacolo alla venuta del Signore? A quale logica dell’attesa intendeva dare risposta?
Caro Giuseppe, grazie, sono tutte ottime domande! Non è facile rispondere, certo è che nella prospettiva della Lettera la storia, sia nei suoi aspetti negativi sia positivi, è sottoposta all'autorità di Dio. Certamente queste idee non sono del tutto originali, anzi direi che sono temi apocalittici che già (seppure non declinati cristianamente) compaiono in modo simile negli scritti di Qumran. Il problema teologico però si capisce: il punto è far allontanare le persone da un'escatologia presentista ( del tipo "siamo già nel Regno di Dio") ad una orientata al futuro ("il Regno non è ancora giunto"). La tensione escatologica tra un presente percepito come negativo e decadente e un futuro giudizio di giustizia e salvezza per gli eletti è una tipica declinazione apocalittica, già visibile in altri testi medio-giudaici. Poi certo, sull'identità del katechon o dell'uomo dell'iniquità si sono spesi fiumi di inchiostro, ma di solito senza buoni risultati.
Ognuno di noi è l'anticristo se non persegue le vie del Signore. Ognuno di noi può commettere le più grandi iniquità consapevole di percorrere altra via da quella del Signore. Questa consapevolezza è ciò che rende l'individuo l'anticristo. Quanti, a qualsiasi livello di potere dall'annuncio, e quanti ancora, purtroppo.
Cara Barbara, la tua è senza dubbio una riflessione importante per ogni credente che si confronti con questo tema, poi chiaramente a livello storico la situazione si complica nel combinare le diverse idee che circolavano nell'antichità circa questa figura. Grazie e un caro saluto!
Povero Paolo... mai una gioia! questo ho pensato, riguardo al compito di dover correre a confermare nella fede la sua più amata comunità. capita anche a noi. quanto più crediamo nel nostro lavoro, ma ci scontriamo con chi ha altri progetti, tanto più cresce la voglia di salvaguardare e proteggere ciò in cui crediamo. Questo vale anche se la lettera fosse, come probabilmente è, deuteropaolina.
Volevo dirti Vittorio che c'è un libro di Cacciari (Il potere che frena - Adelphi) dove il tema è analizzato e dibattuto. Non mi dilungo. Però vale la pena di sottolineare la domanda che si pone il filosofo: come mai idee e simboli escatologici si sono secolarizzati in Occidente fino al punto di dimenticare la propria origine? Alla fine c'è un excursus storico sulla ricezione della Lettera, da Ireneo a Calvino. Ciao!
Ciao Vittorio, buon anno.
Oggi hai avuto grossi grattacapi con questa epistola. Anche io penso chi sia pseudo- epigrafia, anzi eterodossa in alcuni contenuti, sembra quasi che il redattore conosco la rivelazione di Giovanni. Di sicuro se è di "scuola paolina", si tratta di un pensiero di seconda generazione, di persone che dovevano giustificare il ritardo della parusia, inventando tutta una serie di nuovi segni per diluire un po' la delusione dei fedeli.
Ciao Salvatore, buon anno anche a te! Sì esatto, è molto complessa questa piccola lettera! Poi ti dico, altri studiosi seri hanno visto diversamente questa come protopaolina, però a me come tu dici pare un po' strano.
Ciao Vittorio! Innanzitutto ti auguro di cuore un santo 2023, che il Signore ti accompagni con il Suo Amore e la Sua Luce. Grazie per questa tua esposizione.
Avrei 2 domande. Tu spiegavi come la figura dell'anticristo/uomo dell'iniquità nasce in queste pagine, ma come prende forma questa idea in origine? Viene da Daniele? Dai libri di Enoch? Come è nata questa convinzione che prima della parusia deve venire l'apostasia?
La seconda domanda forse è sciocca, comunque: come facciamo a sapere che non sia proprio questa seconda lettera ai Tessalonicesi ad essere una delle lettere fatte passare come una di Paolo e company? La forte somiglianza strutturale con prima Tessalonicesi, ad esempio, ai miei occhi "ignoranti" sembra quasi una forzatura per dare credibilità ad una lettera di dubbia provenienza. Anche quando parla di un segno autografo ho la stessa impressione di una forzatura per dare prove di autenticità. Grazie ancora, buona giornata!
Cara Sara, grazie di cuore per i tuoi auguri e per queste tue domande! Dunque per quanto riguarda la prima, non è facilissimo rispondere, ma direi che il tema di un inasprimento dei tempi, con tanto di "super cattivo" da battere prima della consumazione finale è un tema classico dell'escatologia apocalittica già in età ellenistica, pensa all'ultima bestia in Dan 7 anche nella letteratura enochica o in quella specificamente in uso a Qumran, sono tutti antecedenti validi allo sviluppo di questo pensiero. Poi qui in realtà qui in 2Ts non si chiama ancora esplicitamente anticristo, anche se lo diverrà presto nel pensiero cristiano antico. Per quanto riguarda la seconda domanda, il punto è che ci sono ottime ragioni di pensare che la 2 Lettera ai Tessalonicesi sia uno scritto pseudoepigrafico attribuito a Paolo, ma non scritto realmente da lui. Però senza dubbio non può essere una delle lettere che questo scritto si propone di confutare, questo non avrebbe senso. Comunque che la pseudoepigrafia fosse in uso è un fatto assodato, anche se presuppone già una tradizione autorevole nella quale inserirsi (il che parla ancora per una datazione più recente). Spero di averti risposto! Un caro saluto e ogni benedizione =)
@@vittoriosecco ho capito, grazie! 🙏🏻
@@SaraSpoltore grazie a te, un caro abbraccio!
Ancora complimenti per la pacatezza del commento e questa volta anche per l’astensione di un giudizio su temi che da sempre hanno stupito e “tormentato” l’umanità e in particolare i Cristiani. Certo questa figura dell’anticristo e sinonimo del male ci lasciano anche oggi molto perplessi, stupiti e incapaci di dare una risposta esauriente.
Ma la cosa più misteriosa di questa lettera è l'affermazione secondo cui l'apparire dell'iniquo è per ora impedito da qualcosa o da qualcuno, che non viene precisato. Si dice soltanto: «Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene». Ma chi sarà mai che trattiene? Il trattenere può essere considerata una forma redentiva? Se si perché vieneconsideta negativa? Se no chi deve toglierla di mezzo se non Dio stesso?
Si rimane nella confusione e nel mistero. Ma come fa Paolo o chi per lui a “inventare” questo ostacolo alla venuta del Signore? A quale logica dell’attesa intendeva dare risposta?
Caro Giuseppe, grazie, sono tutte ottime domande! Non è facile rispondere, certo è che nella prospettiva della Lettera la storia, sia nei suoi aspetti negativi sia positivi, è sottoposta all'autorità di Dio. Certamente queste idee non sono del tutto originali, anzi direi che sono temi apocalittici che già (seppure non declinati cristianamente) compaiono in modo simile negli scritti di Qumran. Il problema teologico però si capisce: il punto è far allontanare le persone da un'escatologia presentista ( del tipo "siamo già nel Regno di Dio") ad una orientata al futuro ("il Regno non è ancora giunto"). La tensione escatologica tra un presente percepito come negativo e decadente e un futuro giudizio di giustizia e salvezza per gli eletti è una tipica declinazione apocalittica, già visibile in altri testi medio-giudaici. Poi certo, sull'identità del katechon o dell'uomo dell'iniquità si sono spesi fiumi di inchiostro, ma di solito senza buoni risultati.
Ognuno di noi è l'anticristo se non persegue le vie del Signore. Ognuno di noi può commettere le più grandi iniquità consapevole di percorrere altra via da quella del Signore. Questa consapevolezza è ciò che rende l'individuo l'anticristo. Quanti, a qualsiasi livello di potere dall'annuncio, e quanti ancora, purtroppo.
Cara Barbara, la tua è senza dubbio una riflessione importante per ogni credente che si confronti con questo tema, poi chiaramente a livello storico la situazione si complica nel combinare le diverse idee che circolavano nell'antichità circa questa figura. Grazie e un caro saluto!