Prime popolazioni umane dell'Europa

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  • เผยแพร่เมื่อ 19 ก.ค. 2011
  • Prime popolazioni umane dell'Europa
    GIOVEDÌ 7 MAGGIO 2009 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30
    Intervengono Guido Barbujani e Giorgio Manzi; coordina Giovanni Carrada

    La paleoantropologia ci indica che il genere Homo comparve in Africa prima di 2 milioni di anni fa e si diffuse successivamente in Eurasia, benché dotato di uno sviluppo celebrale e di abilità manuali ancora limitati. I più antichi fossili extra-africani finora rinvenuti sembrano testimoniare che la diffusione si sia diretta prima verso Oriente, raggiungendo il Caucaso e il Sud Est asiatico, mentre solo in un secondo momento un flusso migratorio si sarebbe diretto in Europa. Recentemente in Spagna è stata rinvenuta una mandibola con caratteristiche piuttosto arcaiche e una datazione che solo pochi anni fa sarebbe risultata sorprendente: 1,2 milioni di anni. E' stata assegnata alla specie, denominata Homo antecessor (uomo esploratore), che potrebbe rappresentare l'ultimo antenato comune prima della divergenza fra Homo neanderthalensis e Homo sapiens.
    L'uomo anatomicamente moderno compare in Africa molto tempo dopo, circa 200 mila anni fa, per poi migrare e colonizzare nell'arco di poche decine di migliaia di anni l'intero pianeta. Nel corso della loro diffusione, i primi Homo sapiens trovarono l'Europa popolata dai Neanderthal, che nel frattempo si erano evoluti proprio sul territorio europeo, e si sostituirono progressivamente ad essi, fino alla loro completa estinzione: sembra dunque che le due specie, benché abbiano convissuto per diverse migliaia di anni, non si mescolarono mai sul piano genetico.
    Lo studio del genoma dimostra che la diversità umana, cioè l'insieme delle differenze nel DNA della nostra specie, è molto inferiore che nei nostri parenti più prossimi, le grandi scimmie, come ci si aspetterebbe appunto da una specie giovane e mobile come la nostra. Come individui siamo tutti differenti, ma oltre metà delle varianti del nostro DNA sono cosmopolite, cioè presenti in tutti i continenti, e ogni popolazione umana contiene, in media, l'85% della variabilità globale della specie. Gli studi recenti del genoma hanno demolito l'idea, che a lungo ha dominato l'antropologia, secondo cui a continenti diversi corrisponderebbero gruppi umani biologicamente differenziati.
    #istitutoveneto

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