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- เผยแพร่เมื่อ 1 ต.ค. 2024
- Per decenni le figlie e i figli degli stagionali che lavoravano in Svizzera hanno vissuto in clandestinità o lontano dai genitori, collocati da parenti, in istituti religiosi o negli orfanatrofi. Lo statuto dello stagionale, in vigore dal 1931 al 2002, non permetteva infatti alla manodopera straniera di portare con sé le famiglie. Le rivelazioni dei bambini e delle bambine di allora stanno portando alla luce un fenomeno diffuso e sottostimato. Falò ha raccolto diverse testimonianze, soprattutto tra chi ha trascorso l’infanzia nei collegi italiani lungo il confine svizzero.
Ospite in studio: Toni Ricciardi, storico delle migrazioni, Università di Ginevra
di Mariano Snider
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Ho avuto la fortuna di essermi risparmiato tutto questo, ma tranquilli non si stava lo stesso. Ricordo che mio padre fu " autore" di un incidente. Qualche giorno dopo una lettera non proprio simpatica da parte della Comunale di Zurigo con copia per conoscenza alla allora " Fremdenpolizei" .
Cresciuta a Como avevo in classe alcune bambine figlie di emigrati. Che colpo al cuore questo reportage, me le ricordo bene quelle compagne infelici.
Parlane
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Non capisco... Le mogli non potevano restare in Italia coi figli?
Fosse capitato a me, avrei fatto cosi'. Dopo tutto, se erano stagionali, le famiglie restavano separate solo per qualche mese.
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E hai detto nulla, un emigrante lontano dalla famiglia x mesi, non è certo una bella cosa
@@al.s9813
Certo che non lo e', ma piuttosto che fare soffrire i bambini...
@@Mister0ics ma almeno una volta all'anno li potevano vedere, e poi anche fossero rimasti al paese chi li accudiva? Amici e parenti facevano fatica a tirare avanti la loro di famiglia, sempre che non fossero emigrati anche loro, le mogli erano costrette a emigrare anche loro x lavorare, 1 solo stipendio non sempre bastava, e i bambini non potevano seguire la loro famiglia, la scelta dei collegi era quasi obbligata...
Non credere che per i genitori non fosse altrettanto difficile...
Mi spiace vedere tutti questi adulti ancora così traumatizzati. Io non penso la Svizzera debba chiedere scusa, scusa de che? Ogni paese ha le proprie leggi e la Svizzera le proprie. Ho 56 anni e anche i miei hanno fatto la stessa cosa, mi hanno messa in collegio. Sarà perchè ero femmina e stavo dalle suore per cui ho un bel ricordo di quel periodo? Sarà che mi venivano a trovare due perfetti sconosciuti il fine settimana? Quando sono venuta a vivere con loro ci siamo dovuti abituare gli uni agli altri. Sono scelte. Io i traumi li ho avuti sempre, solo e soltanto da mio padre. C'entra una sega la Svizzera. Ah, tutta la vita a parlare male di questo paese ma nessuno se ne va, quanta ipocrisia. Istituti "religiosi" italiani che ne hanno fatte di tutti i colori ma sotto la lente d'ingrandimento c'è un altro paese. Incredibile.
Ho fatto scuola anch'io dalle suore e vissuto costantemente nel terrore, e capisco molto bene l'odio verso quest* stronz* che gestivano questi centri di "formazione".
Scioccante 😔
Questi lavoratori potevano benissimo andare a viver al nord d Italia e lasciare li (Varese, Como )la famiglia mentre lavoravano a Zurigo.
Tutti hanno sbagliato ,i genitori in primis,lasciando i figli in mano ai "Lupi "
Al minuto 32,20 lui parla al vecchietto che risponde non ascoltando e non capendo così gli diceva chi ha vissuto nell istituto i
La Chiesa e i suoi operai hanno sempre troppi danni e la storia continua.... 😓
I preti ..... Sono uguali in tutto il mondo
I collegi strutture di pena e non dico altro
Ma queste suore usavano gli strapon con i poveri bambini orfani ?!?!? Non ho capito perché si è messo a piangere …
Figlio di emigrati,
Ricordo di un professore alle elementari che se ne aprofrittava delle bambine, questo a Biasca.!
E lui era Svizzero, anni 80..!!
io sono dell'idea che se c'è una regola va rispettata, se non ti piace torni in Sicilia dove le regole non esistono. Ancora sentir parlare di vittimismo dagli esportatori della mafia nel mondo, direi anche no