preparatevi ad un commentone riguardo alla rilettura che viene fatto di django perché generalmente il discorso del video è comprensibile e condivisibile, ma trovo che venga applicato in maniera parziale e soggettiva: partiamo dal fatto che giustamente il film viene inquadrato nel genere blaxpoitation e western. prima di tutto trovo errato che generalizza la questione genere spinga a correlare due generi che di per sè non sono per forza correlati. anche get out ad esempio è un horror/blaxpoitation, ma non funziona come horror perché funziona come blaxpoitation. infatti nel video viene detto che fallisce in entrambi i generi, ma lui si limita solo a portare esempi riguardo al fatto che non funziona come blaxpoitation e non come western, però ripeto entrambi vengono correlati. l'unico esempio che porta è il "divertimento" della violenza di django che a quanto pare è il termine di paragone per definire il genere western. anche qui, non direi che il western si misura nel grado di divertimento provato da personaggio, ma piuttosto da un certo utilizzo di inquadrature e montaggio, ma se vogliamo prendere per buona la cosa del divertimento vorrei sapere cosa rappresenta la scena in cui django si diverte a sparare ai genitali degli schiavisti, perché almeno in quel punto direi che il divertimento splatter c'è. poi il discorso dell'uomo bianco shultz che ha quanto pare è superiore a django per tutto il film: prima di tutto soffermarsi alla fine della visione su questa presa di posizione solo per la scena iniziale del film è veramente riduttivo perché significa che non si è visto con attenzione cosa rappresentano le scene in cui django dimostra veramente che tipo di personaggio rappresenta. shultz certo che all'inizio libera lo schiavo, ma per tutto il film prova a fargli capire cosa significa veramente l'uguaglianza e dimostra anche un certo tipo di vendetta sopra le righe che gli si ritorce contro. le scene memorabili di django ci sono, come ad esempio lo schizzo di sangue del bianco sui fiori di cotone che già di per sè racchiude perfettamente l'idea del regista su questo film, ma allo stesso modo ci sono anche le scene in cui shultz non è tanto meglio degli altri bianchi, infatti vi ricordate come muore? lui è stato sgamato, è costretto a pagare l'antagonista per liberare la donna e quando proprio sembra che alla fine l'accordo è stato fatto mr. candy, il cattivo, cerca di denigrarlo e dimostrare chi è veramente il più forte sfidando il suo onore. shultz al posto di sottostare e accettare la sconfitta, che poi in realtà era una vittoria in quanto il loro obiettivo lo avevano raggiunto, decide di rischiare tutto solo per il suo onore, cosa che solo il bianco americano farebbe. come un bambino lui decide di far rischiare la vita ai protagonisti e ci rimane pure secco. perciò non capisco effettivamente l'analisi che viene proposta perché se analizzare significa solo prendere simboli, o meglio semisimboli come si direbbe in semiotica, unicamente per dare sostegno alla propria tesi non ne vedo molto l'utilità. perché i simboli di un'opera vanno presi singolarmente e messi in relazione anche tra di loro. che poi per capire ancora una cosa che forse mi sono perso, ma quindi tarantino non sa scrivere un personaggio di colore solo da django? tipo jackie brown allora non funzionava?
Bellissima Live, li ho beccati per caso ma l'argomento mi interessava e vi ho seguito con piacere! Mi dispiace per l'ignoranza e la testarda cecità di certi commenti. Per quanto mi riguarda voi avete in ogni occasione argomentato in maniera sensata e approfondita, iscritto subito :)
La live sarebbe anche interessante però non riesco a seguire a causa dei volumi troppo sballati: se alzo per sentire Luca poi quando parla Mara il suo volume è altissimo, se invece metto Mara ad un volume normale Luca è come se bisbigliasse e non sento nulla.
@@lucawright-gamedesigndebunking Ci mancherebbe, capita! Comunque grazie, poi fortunatamente la cosa migliora (adesso sono circa a metà) p.s. sono sempre lo stesso utente, nel mentre ho cambiato username lol
Rispondo a pezzi mentre guardo la live così non mi dimentico niente: - "se tu hai deciso di fare una storia sui neri..." non proprio. Abbiamo gli esempi, anche piuttosto recenti: Critiche a FF16 perchè non ci sono i neri (in un fantasy medievale fatto da giapponesi, parlando di generi...), critiche a Wukong perchè non c'è diversità e inclusione (in un fantasy basato sulla mitologia cinese, fatto da cinesi) Prima ti dicono "se non ci metti questo, questo e quello non sei inclusivo" e poi ti vogliono vendere la soluzione per trattare "questo, questo e quello". Non sei propriamente "libero" di fare una storia "non inclusiva", o meglio, lo sei, ma poi ti becchi vagonate di merda da stampa e pr di queste aziende. -Lato consulenze di esperti: Luca tu stai parlando di consulenze che sono utili e financo indispensabili per rendere una storia verosomigliante alla realtà. Ma se andiamo a prendere gli esempi che poi prenderà il ragazzo del video è più verosimile Django, che non può fare nulla senza Shulz visto che è in un mondo dove EFFETTIVAMENTE non ha nemmeno diritto di parola senza che glielo dia un bianco, oppure è più verosimile Bart che cavalca sorridente verso il suo incarico di sceriffo? Anche le pretese che avrà poi nella rappresentazione del protagonista: quale consulente ti può dire che un protagonista nero può "liberarsi da solo" dalla schiavitù? -Io ho visto e apprezzato Get Out, ma Get Out non tratta i bianchi con accuratezza, empatia e quant'altro. Li tratta come mostri, li tratta come invidiosi, li tratta come avidi. E in quella storia ci sta, è una esagerazione scenica che serve a creare il mood emozionale del film. Ma non credo che abbia avuto tutte queste consulenze sulla "bianchezza" per rendere i bianchi così avidi, invidiosi e violenti... -Le battute di mezzogiorno e mezzo di fuoco non vengono fatte a spese della "whiteness" ma a spese dei cattivi, in maniera del tutto simile ad un "Robin Hood, un uomo in calzamaglia", sempre di Mel Brooks. Questo si è costruito un castello in aria dove le battute vengono fatte a spese della "whiteness" ma non è così, sono i cattivi a essere presi in giro e solo loro e non per la loro bianchezza, ma perchè sono i cattivi. E no, le battute non offendono i razzisti, offendono solo i cattivi. Ed i cattivi non sono cattivi perchè sono razzisti, sono cattivi perchè sono avidi, sono manipolatori, sono violenti e spietati ed il razzismo è solo "incidentale" (perchè legato al periodo storico). I poveri abitanti di Rock Ridge sono razzisti e non sono il bersaglio delle battute, se non di una (divertentissima però, dove il protagonista si prende ostaggio da solo). Quindi quando lui dice "offende le persone giuste" intende proprio i bianchi, anche se il film non offende i bianchi, ma i cattivi. Non c'ha capito una fava un pratica. -Django non parla di schiavismo, Django è un tipo che vuole salvare sua moglie. Lo schiavismo, anche qui, è incidentale. Django non vuole liberare gli schiavi, non combatte il sistema, ha un solo obiettivo e quello persegue. Mara trova offensivo che Django non si liberi da solo, ma se si liberasse da solo cadrebbe tutta la verosomiglianza del film, perchè gli schiavi non avevano il potere di liberarsi da soli. Ecco a che serve la "morte dell'autore" quando si analizza un'opera. Morte dell'autore non significa "togliere l'autore dall'opera", questo non si può e non si deve fare, perchè un autore metterà sempre se stesso in un'opera ed è giusto analizzare queste cose. Morte dell'autore significa che tutto ciò che l'autore dice riguardo l'opera e che non è nell'opera stessa non ha alcuna importanza. Se Tarantino dice "io voglio fare quest'opera per dare un senso di rivalsa sullo schiavismo" e poi non c'è NIENTE di tutto questo nel film allora quella è una boutade, non è un metro di analisi dell'opera. -Il genere di Django NON è blaxploitation. Non è un film che parla di sfruttamento dei neri, non è un film che ha il focus sulla liberazione dei neri. E' un film western su un uomo che vuole salvare sua moglie durante il periodo dello schiavismo, stop. Ed il periodo storico è incidentale, cosi come lo è negli altri film di questo "mini filone" del revisionismo storico. Tarantino fa il solito film di Tarantino: iper verboso, con dialoghi taglienti, molto gore. La critica che viene fatta a Django è la stessa che fece Spike Lee all'uscita del film SENZA AVERLO VISTO (e dichiarò apertamente che non l'avrebbe visto): un bianco che parla di neri (in questo caso senza consulenze, a quanto pare....How convenient). Questo ha dato fastidio e BASTA. -No, Django non tratta il razzismo alla leggera. Anche qui, non si è capito un accidente di quello che si è visto. In Django i neri sono oggetti, non c'è nessun rispetto per la loro vita e la loro dignità. I neri vengono comprati, usati e gettati via. Tarantino mette in scena l'orrore del periodo dello schiavismo senza dirti niente, lo mette in scena e basta e sta a te decidere. Noi incontriamo il personaggio di Di Caprio mentre assiste ad un incontro di lotta brutale tra due "mandinghi" esattamente come altri bastardi assistono ad un incontro di lotta tra due animali. Tutta la tarantella che Shulz inventa per liberare Broomhilde ha senso perchè anche la legge avalla queste barbarie. Quello che tratta il razzismo alla leggera, perchè è una commedia nonsense, è proprio Mezzogiorno e mezzo di fuoco. -Le critiche a Django e alla Blaxploitation (si, perchè fu fortemente criticata) hanno le stesse fonti e la stessa natura: vengono da attivisti e solo per la pelle di chi ha fatto il film. Il pubblico, viceversa, ha apprezzato entrambi, anche (e soprattutto) il pubblico di colore. A me sembra tanto simile alla recente critica di Dinklage all'utilizzo dei nani in biancaneve, dove sto stronzo si è erto a re dei nani senza interpellare gli altri attori che non hanno avuto la sua fortuna.... Risultato? 7 attori nani a casa senza stipendio, facciamoli in CGI. Grazie Peter, ti potevi fare i cazzi tuoi..... -No Mara, lo dice chiaramente invece. Se sei bianco e non ti avvali di una consulenza mettendo da parte il tuo ego non sei "attrezzato" per trattare determinate storie, quelle storie non ti appartengono. E' la solita solfa, ma qui è dimostrato anche dalle parole e dai fatti: "se c'è un nero è una storia nera". No, non è cosi. Django infatti non è una storia nera, non è blaxploitation ed infatti ha riscosso successo in maniera trasversale. Chi si è incazzato? Gli attivisti, che vedono il mondo a compartimenti stagni. Tralaltro il ragazzo fa anche riferimento, piuttosto velato per chi non conosce l'argomento, a tutta una serie di strutture filosofiche alquanto opinabili. E lo fa quando si riferisce al "potere", e subito senti risuonare la critical theory..... E questa cosa è un punto fondamentale perchè giustifica le mancanze che accusa da una parte verso altre parti. In Get Out Peele era "attrezzato" per rappresentare i bianchi? Come sono stati rappresentati? No qui no, ce ne sbattiamo....Vatti a studiare perchè "se ne sbattono", c'è un mondo dietro. -Dipende dal contesto, appunto. Non basta un nero a fare una storia nera, non basta un gay a fare una storia gay. Sto tipo non ha capito django, non ha capito mezzogiorno e mezzo di fuoco ed ha visto solo una parte di get out...Non proprio la miglior persona da cui farmi fare una consulenza sulla scrittura creativa. Nel video ha dimostrato i suoi bias e non ne ha fatto mistero. Bisogna anche vedere che tipo di consulenza fa Sweet Baby inc e non bisogna indagare molto, visto che è scritto a chiare lettere sul loro sito. Loro si focalizzano su "diversità e inclusione" di minoranze e a quello puntano. Ci devono sta le etnie e ci devono sta gli orientamenti sessuali e su quello ti fanno consulenza. Mo non ci inventiamo che questi ti facciano consulenze a 360 gradi su ogni cosa dello scibile umano, lo fanno su "diversità e inclusione" intesa esattamente come viene intesa nel mondo corporate attuale (e lo sappiamo come viene intesa, non c'è nessun complotto, è alla luce del sole). E si, vengono chiamati dalle aziende, ma non è che queste non siano proprio "costrette". Per farti un esempio su discussioni sollevate anche recentemente da Mara: in giappone non sei proprio "costretto" a fare gli straordinari...Ma diciamo che sei "costretto" a farli per come è strutturata la vita sociale e lavorativa. Qui non sei "costretto" a chiedere una consulenza su diversità e inclusione...Ma diciamo che forse è meglio se chiedi una consulenza se ti vuoi evitare problemi...... E le spalate di merda su chi non ha chiesto queste consulenze le abbiamo viste e abbiamo visto da dove provengono. Non nascondiamoci dai :)
Rispondo ad alcuni punti: Queste fantomatiche critiche e vagonate di melma a FF16 e a Wukong sono assolutamente sovrastimate ed enfatizzate da parte tua e sono in contrasto con i dati di fatto. FF16 fu criticato anche da Schreier per la questione dell'inclusività e anche se non condivido la sua opinione dovresti capire che la sua critica non è sullo stesso piano di certi soggetti come grummzz o kabrutus. Dire che non sei propriamente libero è un argomento fantoccio, i dati mostrano che i giochi marchiati come woke ricevono il doppio se non il triplo delle vagonate di melma di cui parli, secondo il tuo ragionamento quindi nessuno è libero. Aggiungo una piccola nota su Wukong. Il caso è abbastanza particolare e non l'avrei nominato per 3 ragioni: 1-Si è scoperto che le minacce da parte di sweet baby inc a game science erano un caso montato ad arte. 2 Le accuse ad alcuni dei membri del team e al ceo per misoginia, sebbene in seguito ad approfondimenti diverse fonti sostengano che tali accuse fossero frutto di un errore di traduzione dal cinese resta il fatto che talune affermazioni sono complessivamente di dubbio gusto e pertanto suscettibili di critiche (che non diventano automaticamente vagonate di m) 3-Se c'è una cosa su cui non c'è dubbio è che i team cinesi seguono una chiara agenda politica dettata dal governo pena la chiusura. Pertanto è ipocrita e incoerente giustificare Wukong e condannare tutti gli altri. -Supponi che get out non abbia avuto "consulenze" o consulti sulla "bianchezza" senza uno straccio di prova, quindi perché parlarne? citandolo fai solo trasparire un chiaro bias -"Django non parla di schiavismo, è solo incidentale". Questa è una tua opinione e supposizione e vale esattamente come quella degli altri. Potrei risponderti che Django è si un tipo che vuole salvare sua moglie ma anche un film che vuole parlare dello schiavismo. Che vuole far ridere ma anche riflettere direbbe qualcuno. Dire che è incidentale è un processo alle intenzioni bello e buono e lascia davvero il tempo che trova. Aggiungo che evidenzia anche una visione piuttosto ingenua del processo creativo, anche se il tema dello schiavismo non è il focus nulla prova che sia incidentale, e visto come funziona l'industry a certi livelli è più probabile il contrario. -"Django non è blaxploitation ed infatti ha riscosso successo in maniera trasversale" correlation is not causation. - "Nel video ha dimostrato i suoi bias e non ne ha fatto mistero". Ti svelo un segreto: tutti li hanno, la differenza qui è che lo sai. - Continui a suppore che sono "costretti" a chiedere consulenze senza portare uno straccio di prova, molti giochi usciti quest'anno come stellar blade o space marine sono stati esaltati da tutti e non sono stati ricattati da nessuno. Queste spalate di melma su chi non chiede consulenze non sono supportate dai fatti, a meno che per spalate non intendi un paio di articoli deliranti di Ign. Invece le spalate quelle vere sui giochi marchiati come woke anche quando non lo sono portate avanti da personaggi che definire discutibili sarebbe riduttivo, di quelle ovviamente non tieni conto anche se i dati in termini di views, like e commenti sono nettamente a favore di quest'ultimi. - Il tipo di consulenze che fa sweet baby inc si concentrano su diversi aspetti come anche riportato dal loro sito. Come ha detto anche Luca senza sapere nel dettaglio su cosa sono intervenuti le nostre sono solo speculazioni. Parliamo di un azienda di 16 persone, non sono certo in grado di agire in maniera massiccia. - Sull'analisi dei vari film citati ci sarebbe molto da discutere ma non credo sia interessante perché non stiamo parlando di oggettività. Le opinioni espresse dal ragazzo sui film anche se non condivisibili sono legittime e non sono assurde come si vogliono far passare. Ha una sua visione e i suoi bias come li hanno tutti gli autori. Neil Druckmann non ha bisogno di consulenze perché a fare le paternali con le sue ideologie è già bravo di suo. Il problema di tutta la questione ovviamente è l'appiattimento creativo del settore, ma la grande verità è che le aziende hanno preso questa strada per motivi economici non per un'adesione ideologica a questi valori. Infatti il vento è cambiato da tempo è tutte le aziende stanno facendo retromarcia perché non tira più (altro che spalate). Molti dei progetti finiti nell'occhio del ciclone perché woke sono stati ideati anni fa, noi vediamo i risultati solo adesso. Ci sarebbe molto altro da aggiungere ma mi fermo qui.
Ma poi dico io, ma anche la logica di pensare che Luca, che è un game designer, "difenda" una società come SBI, che secondo i detrattori dovrebbe cambiargli il gioco su cui sta lavorando utilizzando canoni woke che gli stanno pure sulle palle, ma che senso avrebbe??? 😂 Non è che lui lavora per SBI, lui dovrebbe tecnicamente essere pure la parte "lesa", però per qualche motivo li difende. 🤣
La differenza fra lui e gli altri che commentano è che lui sa come funziona l'industria videoludica, e sa rendersi conto quando qualcuno dice cose sensate e quando qualcun'altro dice fesserie.
Con mia immensa immodestia devo dire che, sì, la differenza principale è proprio quella. La cosa che fa incazzare sono quelli che pretendono di fare critica e informazione, che volendo potrebbero avere gli strumenti per sapere come funziona l'industry ma preferiscono cavalcare i trend delle teorie del complotto.
@@lucawright-gamedesigndebunking Lascia stare e non tocchiamo l'argomento. Stai parlando con uno che si è beccato pure dei ban quando nei commenti di alcuni siti ha espresso simili pensieri.
Diretta che tocca argomenti interessanti, a mio avviso sono mancate le premesse che ha scaturito fraintendimenti poi chiariti a fine live. Credo che tutti diano per scontato l'utilità delle consulenze da sempre esistite ancor prima che diventasse una professione. Da ciò che ho capito il "narrative sensitive" è sostanzialmente un potenziatore di profitti e riduttore di rischi mediatici. Nel video preso in esame il professionista faceva semplice promozione per l'azienda presso cui lavora, riferendosi principalmente al mercato USA. Ciò che ha generato disappunto è stato l'esempio di Django Unchained. Personalmente davo per scontato che Tarantino non avesse mai avuto intenzioni educative o catartiche , dai suoi film emerge l'obiettive di divertire e sorprendere lo spettatore senza altre velleità.
Premetto che adoro Tarantino, inclusa la sua trilogia sul revisionismo storico. Il finale di Bastardi Senza Gloria è "this is the face of jewish revenge". Quindi dire che Tarantino non abbia intenzioni educative o catartiche è assolutamente sbagliato. I suoi film hanno dei valori morali e Tarantino cerca di rappresentarli e valorizzarli a modo suo. Non sono opere fatte semplicemente per "divertire e sorprendere lo spettatore senza altre velleità". Mentre si può benissimo valutare se sia quella l'effettiva "face of jewish revenge", o lo sia di più quella di Spielberg, regista ebreo, che non tratta i nazisti come grandi e carismatici macchinatori del male (come fa Tarantino, specialmente col personaggio di Landa), ma come buffoni che vengono schiacciati da un camion mentre fanno l'urlo di wilhelm. Mi sto riferendo ad Indiana Jones. Ma anche la rappresentazione che ha fatto dei Nazisti in Schindler's List ha un tono diverso. È anche il motivo per cui Benigni esplose di successo in America con "La Vita è Bella", perché fu il primo regista non ebreo a dare un tono simile ad un film sull'olocausto. Lì è un argomento molto sentito dalla comunità ebraica e, allo stesso modo, i temi sullo schiavismo afroamericano sono molto sentiti dalla comunità afroamericana. A parte la scena del Ku Kluz Klan, tutti gli schiavisti in Django Unchained sono dei macchinatori carismatici e malvagi, pur nella loro ignoranza troglodita che, in alcune scene, traspare ("he doens't actually speak french, don't speak it, it'll just embarass him") In BlaKKKlansman di Spike Lee, i razzisti nostalgici dello schiavismo sono TUTTI dei buffoni che si fanno prendere per il culo dai protagonisti (un afroamericano e un ebreo) e muoiono in modi ridicoli. Sono toni completamente diversi che risuonano in modo diverso a seconda del tipo di pubblico.
@@mondodimotori Tralasciamo i film perchè questo non è un canale di cinema. Per quanto condivida le analisi del professionista di Sweet Baby Inc, sostanzialmente non credo a metà di ciò che afferma. Dove lui dice "sensibilità" io ascolto "propaganda". Le aziende di intrattenimento si rivolgono a queste agenzie di consulenza perchè qualche investitore finanzia solo se all'interno dell'opera è presente una certa tematica, allora si lavora affinchè questa forzatura non venga percepita e il tutto appaia coerente. Il tutto senza indispettire le minoranze mediaticamente sensibili. E' un lavoraccio nel quale la sensibilità viene strumentalizzata a discapito del valore artistico dell'opera. Capisco che siano prodotti commerciali e da un lato è giusto così, però spiace. Tra l'altro alcune tematiche (come il sogno americano) sono state propagandate nel mondo da Hollywood in passato, quello che in Civilization si chiama "conquista culturale", giusto per rimaner in tema videoludico 🙂
@@danielebattaglia3754 "propaganda" 😂😂 Signora mia ci propagandano "il giender". Come? Ah bho, un personaggio random che non è bianco e eterno. Minchia che propaganda potente.
@@mondodimotori Io ti parlo di sogno americano e tu invece di teoria gender per sbertucciarmi, non male. L'atto di sensibilizzare, che passa dalla mera questione politica all'uso del preservativo in età adolescenziale, per quanto io la reputi giusta, rientra nella propaganda.
guardando questa live, la clip di asmongold fa proprio un favore a sti personaggetti. e davvero non capisco come qualcuno possa provare empatia per gente il cui unico punto logico sia "il film non mi è piaciuto quindi non si fa così, quest'altro mi è piaciuto quindi si fa così". ma tanto si stanno vedendo i risultati di queste operazioni, uno dopo l'altro continuano a confermare che la loro non è volontà di includere, ma di escludere quello che non gli piace.
Tutto molto interessante, mi piace la neutralità di Luca, ma sinceramente il tono di Mara (sarà per l'audio o per il modo di porsi) mi sembra molto sulla difensiva, come se fosse triggerata dalle critiche
C’è una grossa differenza tra assumere un consulente con conoscenze sul contesto storico e uno che ti da “identity perspective or empathy to tell [a story]”. Questa persona sta vendendo fuffa, quale consulente ha la prospettiva identitaria di un western o di un fantasy o di un film di fantascienza?
Continuo con questo monologo che oramai sono decollato. Io non sono contro i consulenti, quelli che hanno competenze tecniche sono molto utili, che si pari di storia o di scienza. Credo che anche un consulente sulla cultura possa essere utile, non so se vi ricordate che su un gioco recente ps5 (phantom blade o come si chiamava) gli sviluppatori coreani avevano messo una scritta su un muro “hard r” e per gli americani era o poteva essere interpretato come un richiamo alla parola con la N . Questi erano coreani, probabilmente erano lontani mille miglia a pensare alla terribile parola con la N (la stupidità di dire la parola con la N mi fa sempre ridere). Un consulente in quella situazione gli avrebbe evitato una piccola scocciatura, ma sono intervenuti subito ed è andato tutto a posto. Il discorso di questa persona invece mi sembra molto più paternalistico del necessario, loro fanno consulenza, e va bene, vogliono delle storie interessanti, e va bene, ma invece di mostrarmi come il loro intervento avrebbe potuto migliorare la narrazione, ha preferito dirmi che certe storie non sono io che devo raccontarle, a meno di fare appello a loro che sanno come si fa, in virtù di cosa poi? La critica a Quentin Tarantino è assurda, perché il personaggio non si è liberato da solo, e poi l’altro personaggio ha le repliche più memorabili ma dai, roba da asilo.
Ricordatevi: il gamergate era per "l'etica nel giornalismo videoludico", non per escludere donne e minoranze dall'industria. È solo un caso quello che succede con ogni videogioco con personaggi "diversi".
@@mondodimotori che si aggancino farabutti ai movimenti di critica è anche normale, succede. il gamergate era una cosa seria e importante, il fatto che poi sia stato usato per buttarla in misoginia non devalorizza il suo scopo originale, è solo un aggiunta. anche dare cura alla rappresentazione e alle tematiche progressiste è una cosa buona, ma si attaccano i parassiti come quelli che devono spargere divisione e odio, anzichè armonia, e la cosa si sporca. questo non rende la causa originale sbagliata, ma bisogna considerare coscientemente questo fatto e recriminarlo. i piagnina esistono da entrambi i lati, ho visto gruppi scannarsi perchè un pg è canonicamente etero, ho visto gruppi scannarsi perchè "il mento mascolino DEI". in generale, sarebbe meglio non usare twitter
@@mondodimotori Io ho seguito la facenda di quel videogioco e ciò che affermi è falso, palesemente falso. Le polemiche erano partite timore causato dai sequel di Spiderman e god of war, unito dalle dichiarazioni di twitter sia dell'attrice che di un senior. Questo ha portato allo scetticismo, alla preoccupazione, perché è questo che riguarda. Quindi ripeto: niente argomentazioni fantoccio. ---- Indovina chi ho nella mia playlist? Boldrin, interviste, un filosofo socialista che parla del wokeism come religione sociale. Ho collezionato riassunti del gamegate e tanto altro. Interventi di persone della comunità non binaria (non scherzo, quello sugli anime per esempio e la localizzazione) ed ecc... Quindi esattamente perché ti fermi al titolo? Al pregiudizio. ---- ""l'etica nel giornalismo videoludico" per propagandare odio e intolleranza." Accuse e continue accuse, senza prove di questa propaganda di odio e intolleranza. Il prendere così Mark Kern a caso, ignorando le false accuse ricevute da quello di atari che lo hanno portato a doversi scusare in pubblico per delle cose che alla fine non ha mai fatto (secondo le testimonianze di donne che hanno dovuto fare dichiarazioni pubbliche per salvargli l'immagine.), ma tra un'attivista che ha quasi rovinato la carriera a una persona... il problema è Mark Kern, giusto? Lui ha influenza nel settore, non chi ha dimostrato nei fatti di averla concretamente causando danni a una persona. Ma... sono singoli casi, l'ho tirato fuori solo per giocare a specchio riflesso, per mettermi sul tuo stesso piano. ---- Quindi ripeto: smettila di inquinare il dibattito, con argomentazioni fantoccio e... beh, con Mark Kern hai fatto un buon cherry picking. Ma fine, la costruzione che poi ne hai fatto, la tua strumentalizzazione, ha fatto buttare nel cess* un esempio buono che hai trovato. E parlando di Mark Kern, visto che la notizia è passata anche da lui, con Godot come la mettiamo? Un altro esempio della tossicità che ci sono in certe posizioni, dove stanno pure perdendo soldi bannando gente a casa accusando, un po' come fai te, la gente di essere omofoba e quant'altro. No, giusto: Mark Kern ha influenza, tantissima. L'engine di Godot non ne ha nessuna... ah, scusa, secondo l'attivista che si occupa della loro immagine pubblica "Wokot". Senza considerare cosa sta succedendo sul Discord, con un vero e proprio delirio fanatico del moderatore. --- Siamo arrivati quasi a delle narrazioni complottistiche, alla stregua dei vivi, che porta alla radicalizzazione e accentua la già ben presente polarizzazione. Impara un po' dal video di Luca. Sono serio.
@@AndrewTheUltraBoss99 Ma anche no. È stato ampiamente documentato come non solo il "gamergate" fosse costruito su basi completamente inventate (una sviluppatrice che va a letto con un giornalista per una recensione positiva, COSA CHE NON È SUCCESSA), ma come fosse alimentato principalmente da farabutti interessati a propagandare le loro idee di odio e intolleranza. Non sono stati loro ad agganciarsi ad un movimento serio e importante, sono state poche persone serie ad agganciarsi ad un movimento schifoso e rivoltante. Persone serie che, spero per semplice ingenuità, sono finite a ripetere le stesse fake news inventate dal movimento su 4chan prima e 8chan successivamente (pure il fu TotalBiscuit non fu risparmiato dal trovarsi a ripetere alcune gravi fake news.) Basta fare un minimo di ricerca da qualche vera testata giornalistica (anche non di settore) che ha investigato seriamente tutto il movimento (inclusi personaggi seri e famosi che hanno ripetuto le stesse fake news), anziché basarsi sulle opinioni riciclate da alcuni youtubers che, guarda caso, si limitano ad alimentare l'indignazione e la rabbia del gamer medio per fare più click. E sono convinto che quelli che erano più che ragazzini all'epoca (io avevo già più di 20 anni), se lo ricordano bene lo shitshow. Altro che "l'etica nel giornalismo videoludico". Il movimento non è riuscito NEANCHE UNA VOLTA a dimostrare questa mancanza di etica, specialmente quella di cui accusavano tutti e tutte. E non è che fosse così difficile trovarne di vera (gli stessi giornalisti la denunciavano da prima del movimento, con testate restie a postare recensioni negative per non giocarsi la possibilità di ricevere codice review in futuro). Solo, erano tutti troppo impegnati a litigare con le femministe, a minacciarle e a doxarle (più di una giornalista donna fu costretta a cambiare casa o rinunciare ad apparizioni pubbliche a causa delle minacce), che fare effettiva ricerca sull'etica del giornalismo di settore. PS: Abbastaza d'accordo nell'evitare di usare non solo Twitter, ma tutti i social in generale. Oramai ogni post di videogioco con personaggi "diversi" è un circo di "laugh reaction" e commenti ripiccati.
@@anonimo6603 Oh si certo, tutto falso quello che dico. 10 anni son passati da quello schifo del gamergate, ma ancora siete qui a ripetere le stesse puttanate da "culture warriors", e a seguire gli stessi farabutti che ci hanno costruito sopra l'intera immagine pubblica e una "professione". Toccate un po' d'erba anziché passare le giornate a piangere su internet perché il woke SCUSA, adesso le parole d'ordine sono DEI e SBI, vi vuole rovinare i videogiochi. Kern continua a non aver fatto nulla di utile per l'industria da 15 anni. Voi altri, invece, non lo avete mai fatto. Imparo benissimo dal video di luca e, come dice lui, non si dovrebbe parlare di qualcosa senza averla studiata. Voi parlate dell'industria senza sapere minimamente come funzioni, passando le giornate a frignare sui peli facciali di una donna virtuale. Bravi. E Luca ha mostrato appieno la sua frustrazione in merito nel video. Non sapete nulla dell'industria dei videogiochi e non sapete nulla di inclusività e diversità. Ma sprecate tempo e fiumi di inchiostro per parlarne. PS se le parole di Erika Ishii vi infastidiscono, non solo ci sarà un motivo se lo fanno, ma è anche solo un problema vostro, proprio come ha detto Mara nel video.
Riguardo a Dragon Quest c'è stata l'intervista l'altro ieri dell'autore che parla della censura, censura che avrebbe preferito non attuare. Poi leggendo i commenti dei giapponesi, della live, sapevano contro chi puntare il dito e mi parevano pure abbastanza frustrati dalla cosa. Ma sono una persona che va di traduttore e per l'intervista mi sono basato sulle traduzione di un pezzo di tre minuti, quindi lascia il tempo che trova. Comunque per quanto sono d'accordo che l'intrattenimento non è solo intrattenimento, sinceramente non mi piace sta storia che perché una persona ha sofferto (nemmeno io sono eterosessuale) per l'ambiente sociale in cui si trovava, per l'intrattenimento di cui usufruiva, per il contesto in generale, allora l'intrattenimento deve essere pensato in conseguenza a questo. No. Sui grandi numeri ci saranno persone che sulla base di questa esperienza da grandi metteranno ciò nei propri prodotti e nella propria arte. Questo mi pare un mutamento sano del contesto e della società di per se, non la prevenzione. E se una persona tratta male un argomento... pazienza, può trattare male anche argomenti come il suicidi* e magari renderlo romantico e affascinante, lo vorrei un prodotto del genere (e non solo perché oggi sono estremamente depresso, ma è una cosa mia) e se sarà pessimo... sarà criticato, alcune critiche avranno senso, altre meno, ovviamente dipenderà molto da ciò che l'autore voleva farci. Vanno bene anche falsi storici. Infatti credo di essere uno dei pochi a trovar divertente dustborne e non avere assolutamente alcun problema con quel prodotto. Quindi da questo punto di vista si: per me la sua affermazione è... problematica, che porta a conseguenze logiche che non mi fanno del tutto impazzire. Non mi piace questo modo di porsi, poi vabbè, se un autore ci tiene ci mette ciò che vuole nel proprio videogioco, nella propria opera.
Ma qui nessuno ha detto che *tutto* l'intrattenimento debba avere scopi pedagogici, ma... che in certi *contesti*, a seconda degli obiettivi estetici di quello che vorresti andare a raccontare, occorre un'attenzione e una delicatezza maggiore rispetto ad altri. Tu parli di opere che trattano il suicidio dicendo "chissene se lo fanno bene o male". Ma come si può lavarsene la mani così quando nella comunità scientifica è ben noto un fenomeno denominato "effetto Werther"? Persino l'OMS ha sancito delle linee guida per le opere che trattano il tema! E con lo scopo non di censurare, ma di arginare le tendenze emulative. Persino la TV dei ragazzi di tanti anni fa aveva dietro fior fiori di psicosociopedagoti. E credo fosse un bene, non un freno alla creatività e una rovina per l'intrattenimento! È davvero solo questione di contesti, del tipo di storia che vuoi raccontare, dell'importanza e della delicatezza dei temi al suo interno. È una responsabilità che prendi nei confronti dell'opera per il bene dell'opera, non a danno dell'opera. Per creare qualcosa che sia rilevante per gli altri. Il fatto che alcuni credano che le storie siano un'arma politica per fare la loro morale da due soldi, facendomi sentire la merda cattiva se non sposo i loro dogmi, è solo un fraintendimento di come questi studi di consulenza dovrebbero funzionare. Per quanto riguarda Dragon Quest, ammetto di non essere informato. Ma qui non si voleva difendere SBI, ma guardare a un contenuto specifico e spiegare che, in sé, sulla carta, il lavoro di consulenza che fanno ha senso. I risultati sono un'altra cosa; ma non possiamo sapere davvero in cosa abbiano messo lo zampino e in che misura.
@@lucawright-gamedesigndebunking Se non sbaglio, ma potrei ricordare male in quanto mi sono informato su quell'argomento (Perché mille psicologi ne parlavano.) durante il periodo in cui le Iene avevano parlato della Blue Whale, tale effetto non riguardava più il modo in cui le notizie di suicidio reali venivano trattate nel giornalismo? Anzi, nemmeno il modo, forse riguardava il semplice trattare le notizie del genere. E... si, io sono per il lavarsene le mani. Non ritengo che in alcun modo un prodotto d'intrattenimento dovrebbe esserne influenzato da questa roba. Sempre se non è l'autore stesso e blablabla... e si, credo che sia un "freno" alla creatività, all'espressione di questa creatività. Poi sia chiaro, li si possono vedere come limiti tecnici e la creatività ci gira attorno, ma stiamo di fatto parlando di... limitare le persone. Di tentare di limitarla, di creare un contesto, un ambiente in cui determinati prodotti non sono ben accetti. Come posso non considerarlo un problema? --- "[...] è solo un fraintendimento di come questi studi di consulenza dovrebbero funzionare.", io non parlo degli studi di consulenza di per se. Sul serio, il mio discorso anche se non sembra ha poco a che fare con Sweet Baby Inc. Ma più proprio con quella frase, quel modo di ragionare, che è presente anche in altri contesti. Io critico quello. Per me l'opera di Sweet Baby Inc... è legittima, io non ho niente contro il loro lavoro. Per me il problema è il contesto in cui è inserita, quella mentalità che a parer mio si sta diffondendo sempre di più (o c'è sempre stata, ma me ne accorgo ora per n motivi.). --- Detto questo, non voglio essere frainteso: Mi è piaciuto questo video, avete fatto un ottimo lavoro, ti sei posto in modo che veramente mi è piaciuto tanto. Mi hai anche aiutato, perché ammetto che in quel video non sono andato a vedermi la fonte originale. Semplicemente io... su quel singolo punto, quello non riesco a condividerlo. Forse è colpa, forse è dovuto dal mio carattere da stronz* e chissà che altro. Solo quello. (Più che altro è l'altro commentatore che mi sta scaldando, ma è un mio problema.)
Non ho frainteso nulla, sta' tranquillo. Qui non devi temere di dire la tua e muovermi critiche. Però, ti voglio rispondere due cose. La prima è che spesso si fraintende il lavoro del creativo. E lo dico da creativo a mia volta! Nulla si crea dal nulla, ma tutto è una rielaborazione di ciò che già esiste. La creatività è rielaborazione di cose vecchie in modi nuovi. Più è ampia la tua cultura personale, tanto più materiale grezzo da rielaborare avrai in mano per essere creativo. Se capiamo ciò, ci rendiamo conto che il lavoro creativo non viene limitato, ma può solo giovare da una buona consulenza. Inoltre, il creativo deve anche essere a conoscenza del potere dei suoi media. Mettere il numero verde di un centro aiuto prima della puntata di una serie che tratta del suicidio non è censura, ma solo una presa di coscienza e responsabilità -- specie se vuoi sensibilizzare su quel tema senza "effetti collaterali". Personalmente, io non posso lavarmi completamente le mani di quello che faccio, se so che è potenzialmente dannoso e posso evitare il danno con un accorgimento che non mi costa nulla. La seconda cosa è che ho visto l'intervista su Dragon Quest di cui parli. Riporto quello che ho risposto ad altri: "Regà... SBI non c'azzecca niente col loro discorso. Ce l'hanno coi sistemi di rating che variano da paese a paese (specie se vuoi proporti come gioco per tutte le età). Devo ricordarvi dei problemi che ci stanno nel pubblicare un gioco con le svastiche in Germania? O che la versione giapponese di TLOU part 2 non ha gli smembramenti? Queste cose le devono affrontare tutti i giochi che si rivolgono al mercato internazionale, e non hanno nulla a che vedere con la sottocultura woke. L'unica cosa che mi lascia perplesso è quella cosa che dicono riguardo la selezione del personaggio principale (non più "maschio" e "femmina", ma "tipo 1" e "tipo 2"); ma per il resto si stanno lamentando di questioni burocratiche a cui anche gli sviluppatori occidentali che vogliono pubblicare in Giappone devono sottostare. Ogni paese ha le sue regole e il suo sistema di rating, e tu ti devi adeguare."
@@lucawright-gamedesigndebunking Non sto parlando della consulenza in se, il mio discorso si basa sul creare un contesto in cui c'è una pressione per essere seguito da una consulenza. Mi viene in mente a esempio Silent Hill. Un prodotto fatto da giapponesi, in cui hanno tentato di informarsi il più possibile ma... non è che vivevano immersi in quel contesto. A oggi probabilmente avrebbero fatto uso di una consulenza. Ma se il Silent Hill che abbiamo avuto è così è anche grazie, a questa mancanza di informazioni, fraintendimento, pregiudizio e tutto quel contesto che ha fatto emergere SH1 per come è emerso. Creare un contesto dove... non dico: voglio fare un videogioco realistico, voglio che sia realistico, chiamo un esperto in balistica delle armi del 900. Ma che invece c'è una pressione, perché è visto male che una pistola non spari esattamente come dovrebbe sparare una pistola. Per me è questo, ciò che è limitante. Anche la mancanza d'informazione, la necessità di riempire i buchi, di reinterpretare, è creatività. So che tutto si creare da roba che esiste già... ora, non mi considero un creativo. Faccio... brevi storie, chatbot, e mi trovo ben volentieri ad aprire libri di storia per dover conoscere un po' il contesto, i personaggi, per poi mischiare roba presa da serie televisive e quant'altro. So quanto sono succose le informazioni. Ma non ho l'obbligo di farlo, mi fermo a un certo punto, spesso vado proprio nella pseudostoria, pseudomedicina, anche. Però sono io. Non solo sono io, ma decido anche io che filtri adottare. Come dicevo, vado anche nella pseudostoria e pseudomedicina, prendo roba stravagante, ci metto fiction. Una chimera, che poi... tento di mischiar bene, dare coerenza, dare le mie... preferenze, i miei gusti ed ecc... Ma è un contesto dove posso pubblicare ciò che voglio, dove non ho una pressione di dover fare A invece di B. (Beh, minacce di morte a parte... ma è internet, in qualche modo mi fanno arrossire.) ---- E li, nella conclusione, io mi discosto. Non so, probabilmente sbaglio. Io non ci metterei nemmeno il numero verde. Se non proprio come PEGI, in qualcosa al di fuori dell'opera con cui poi questa viene impacchettata, ma se il film inizia, il numero che metterei... potrebbe anche essere fake. E son sincero, mi darebbe fastidio anche l'impaccamento. Un po' come mi da fastidio tutte le avvertenze su Archive of Our Own. (In cui hanno pure il tag per dire "sono serio, eh") --- Per la citazione a Dragon Quest il mio non era un riferimento allo SBI, l'utenza pare che parli di un certo CERO, che mi pare che la gente puntava il dito su questo, ma non sono stato a indagare. Per me quello era un discorso in generale. Non.. non ritengo che sia vero che non abbia a che fare con la sottocultura woke. C'è una mentalità di base che è condivisa e che sta aumentando i problemi da questo punto di vista. Non che prima non ci fosse, prima c'era, ci sono sempre stati anche i conservatori. Per me la mentalità di fondo è la stessa: si ha un prodotto, si ritiene che questo faccia male alla popolazione (in base alla fascia d'età si decide quanto) e lo si censura. Io lo trovo sbagliato, trovo questi adeguamenti problematici, che appiattiscono i prodotti. Non ci si può far nulla? Lo so, ma mi piace che la gente si lamenti lo stesso, che non ci sia passività in questo. Anche rischiando di prendere delle cantonate, visto che poi è un via via di pregiudizio non appena si sentono storie simili.
@@anonimo6603 Le "good practice" limitano la creatività? Assolutamente si. Sono un problema? In generale no, poi si valuterà caso per caso e se ne vale la pena. Per fare un'analogia lo stesso vale per il diritto e le leggi che impongono limiti alla nostra libertà. In molti stati credo sia vietato per legge rappresentare in video un branco di pedofili che violentano bambini. E' un limite alla creatività? Assolutamente. E' un problema? No, perché la collettività ha deciso in base ad un'analisi costi-benefici che non gli conviene.
Io non capisco come la sciura Mara ritenga che i "tagli" al video abbiano compromesso il messaggio del video originale, quando il video originale, visto per intero, è molto peggio. Asmongold andrebbe criticato perchè ha messo fin troppo in buona luce sweet baby inc.
1:35:00 Quindi se al posto di Cristoph Waltz ci fosse stato Denzel Washington andava bene? Cioè il problema è il colore della pelle non il massaggio che porta il personaggio? Sta cosa sa tanto di razzismo al contrario.
Il razzismo al contrario non esiste (il razzismo è razzismo, a prescindere da quale colore si sente migliore di un altro). Per il resto, la sua critica va più a fondo della tua semplificazione -- anche perché, nel contesto del film, il colore della pelle non è *solo* il colore della pelle, ma tutta una serie di cose che rappresenta.
Premetto che non conosco il giapponese, ma se la traduzione che ho visto dell'intervista fatta un paio di giorni fa al TGS agli autori di Dragon Quest è giusta, allora hanno praticamente dato ragione in tutto e per tutto ad Asmongold... in modo talmente netto che mi è venuto il dubbio che fosse una manipolazione fatta tramite AI...
Consiglio di vedere anche i commenti al video originale, danno un po' di contesto e ne cambiano leggermente il gusto. Ma comunque non cambia di tantissimo.
Trovato. Regà... SBI non c'azzecca niente col loro discorso. Ce l'hanno coi sistemi di rating che variano da paese a paese (specie se vuoi proporti come gioco per tutte le età). Devo ricordarvi dei problemi che ci stanno nel pubblicare un gioco con le svastiche in Germania? O che la versione giapponese di TLOU part 2 non ha gli smembramenti? Queste cose le devono affrontare tutti i giochi che si rivolgono al mercato internazionale, e non hanno nulla a che vedere con la sottocultura woke. L'unica cosa che mi lascia perplesso è quella cosa che dicono riguardo la selezione del personaggio principale (non più "maschio" e "femmina", ma "tipo 1" e "tipo 2"); ma per il resto si stanno lamentando di questioni burocratiche a cui anche gli sviluppatori occidentali che vogliono pubblicare in Giappone devono sottostare. Ogni paese ha le sue regole e il suo sistema di rating, e tu ti devi adeguare.
@@lucawright-gamedesigndebunking Al momento la questione riguarda principalmente il vestiario di un singolo personaggio femminile ( essendo in pixel art la modifica non è neanche molto vistosa). La sessualizzazione di alcuni personaggi è stato spesso vittima di censura negli ultimi 20 anni per motivi di rating. Essa ha riguardato diversi videogiochi, manga e anime. Una delle più recenti fu la censura delle nudità in devil may cry 5 su ps5, la cosa buffa è che questo tipo di censura è stata portata avanti da movimenti cristiano-conservatori non certo dal woke.
@@lucawright-gamedesigndebunking Hai ragione, ho rivisto il video integrale e c'è stato un discreto editing. Tranne per la parte Tipo 1 e Tipo 2, si parla di compliance, anche se le parole degli autori sugli occidentali non sono proprio tenere neanche su quel versante
Io uso un metodo i giochi dove hanno messo mano sono uno schifo e due giochi come Spiderman 2 non può cambiare questo secondo me, ho capito le vostre argomentazioni e sono sicuro che anche le case sviluppatrici hanno mooolte colpe anzi per alcuni la maggior parte
preparatevi ad un commentone riguardo alla rilettura che viene fatto di django perché generalmente il discorso del video è comprensibile e condivisibile, ma trovo che venga applicato in maniera parziale e soggettiva: partiamo dal fatto che giustamente il film viene inquadrato nel genere blaxpoitation e western. prima di tutto trovo errato che generalizza la questione genere spinga a correlare due generi che di per sè non sono per forza correlati. anche get out ad esempio è un horror/blaxpoitation, ma non funziona come horror perché funziona come blaxpoitation. infatti nel video viene detto che fallisce in entrambi i generi, ma lui si limita solo a portare esempi riguardo al fatto che non funziona come blaxpoitation e non come western, però ripeto entrambi vengono correlati. l'unico esempio che porta è il "divertimento" della violenza di django che a quanto pare è il termine di paragone per definire il genere western. anche qui, non direi che il western si misura nel grado di divertimento provato da personaggio, ma piuttosto da un certo utilizzo di inquadrature e montaggio, ma se vogliamo prendere per buona la cosa del divertimento vorrei sapere cosa rappresenta la scena in cui django si diverte a sparare ai genitali degli schiavisti, perché almeno in quel punto direi che il divertimento splatter c'è. poi il discorso dell'uomo bianco shultz che ha quanto pare è superiore a django per tutto il film: prima di tutto soffermarsi alla fine della visione su questa presa di posizione solo per la scena iniziale del film è veramente riduttivo perché significa che non si è visto con attenzione cosa rappresentano le scene in cui django dimostra veramente che tipo di personaggio rappresenta. shultz certo che all'inizio libera lo schiavo, ma per tutto il film prova a fargli capire cosa significa veramente l'uguaglianza e dimostra anche un certo tipo di vendetta sopra le righe che gli si ritorce contro. le scene memorabili di django ci sono, come ad esempio lo schizzo di sangue del bianco sui fiori di cotone che già di per sè racchiude perfettamente l'idea del regista su questo film, ma allo stesso modo ci sono anche le scene in cui shultz non è tanto meglio degli altri bianchi, infatti vi ricordate come muore? lui è stato sgamato, è costretto a pagare l'antagonista per liberare la donna e quando proprio sembra che alla fine l'accordo è stato fatto mr. candy, il cattivo, cerca di denigrarlo e dimostrare chi è veramente il più forte sfidando il suo onore. shultz al posto di sottostare e accettare la sconfitta, che poi in realtà era una vittoria in quanto il loro obiettivo lo avevano raggiunto, decide di rischiare tutto solo per il suo onore, cosa che solo il bianco americano farebbe. come un bambino lui decide di far rischiare la vita ai protagonisti e ci rimane pure secco. perciò non capisco effettivamente l'analisi che viene proposta perché se analizzare significa solo prendere simboli, o meglio semisimboli come si direbbe in semiotica, unicamente per dare sostegno alla propria tesi non ne vedo molto l'utilità. perché i simboli di un'opera vanno presi singolarmente e messi in relazione anche tra di loro. che poi per capire ancora una cosa che forse mi sono perso, ma quindi tarantino non sa scrivere un personaggio di colore solo da django? tipo jackie brown allora non funzionava?
Bellissima Live, li ho beccati per caso ma l'argomento mi interessava e vi ho seguito con piacere! Mi dispiace per l'ignoranza e la testarda cecità di certi commenti. Per quanto mi riguarda voi avete in ogni occasione argomentato in maniera sensata e approfondita, iscritto subito :)
La live sarebbe anche interessante però non riesco a seguire a causa dei volumi troppo sballati: se alzo per sentire Luca poi quando parla Mara il suo volume è altissimo, se invece metto Mara ad un volume normale Luca è come se bisbigliasse e non sento nulla.
Mi spiace, Tidus. Se ci avessero fatto presente la cosa prima, avrei cercato di regolare i volumi. Ne terrò conto.
@@lucawright-gamedesigndebunking Ci mancherebbe, capita! Comunque grazie, poi fortunatamente la cosa migliora (adesso sono circa a metà)
p.s. sono sempre lo stesso utente, nel mentre ho cambiato username lol
Pure io ho lo stesso problema
Rispondo a pezzi mentre guardo la live così non mi dimentico niente:
- "se tu hai deciso di fare una storia sui neri..." non proprio.
Abbiamo gli esempi, anche piuttosto recenti: Critiche a FF16 perchè non ci sono i neri (in un fantasy medievale fatto da giapponesi, parlando di generi...), critiche a Wukong perchè non c'è diversità e inclusione (in un fantasy basato sulla mitologia cinese, fatto da cinesi)
Prima ti dicono "se non ci metti questo, questo e quello non sei inclusivo" e poi ti vogliono vendere la soluzione per trattare "questo, questo e quello".
Non sei propriamente "libero" di fare una storia "non inclusiva", o meglio, lo sei, ma poi ti becchi vagonate di merda da stampa e pr di queste aziende.
-Lato consulenze di esperti: Luca tu stai parlando di consulenze che sono utili e financo indispensabili per rendere una storia verosomigliante alla realtà.
Ma se andiamo a prendere gli esempi che poi prenderà il ragazzo del video è più verosimile Django, che non può fare nulla senza Shulz visto che è in un mondo dove EFFETTIVAMENTE non ha nemmeno diritto di parola senza che glielo dia un bianco, oppure è più verosimile Bart che cavalca sorridente verso il suo incarico di sceriffo?
Anche le pretese che avrà poi nella rappresentazione del protagonista: quale consulente ti può dire che un protagonista nero può "liberarsi da solo" dalla schiavitù?
-Io ho visto e apprezzato Get Out, ma Get Out non tratta i bianchi con accuratezza, empatia e quant'altro.
Li tratta come mostri, li tratta come invidiosi, li tratta come avidi.
E in quella storia ci sta, è una esagerazione scenica che serve a creare il mood emozionale del film.
Ma non credo che abbia avuto tutte queste consulenze sulla "bianchezza" per rendere i bianchi così avidi, invidiosi e violenti...
-Le battute di mezzogiorno e mezzo di fuoco non vengono fatte a spese della "whiteness" ma a spese dei cattivi, in maniera del tutto simile ad un "Robin Hood, un uomo in calzamaglia", sempre di Mel Brooks.
Questo si è costruito un castello in aria dove le battute vengono fatte a spese della "whiteness" ma non è così, sono i cattivi a essere presi in giro e solo loro e non per la loro bianchezza, ma perchè sono i cattivi.
E no, le battute non offendono i razzisti, offendono solo i cattivi.
Ed i cattivi non sono cattivi perchè sono razzisti, sono cattivi perchè sono avidi, sono manipolatori, sono violenti e spietati ed il razzismo è solo "incidentale" (perchè legato al periodo storico).
I poveri abitanti di Rock Ridge sono razzisti e non sono il bersaglio delle battute, se non di una (divertentissima però, dove il protagonista si prende ostaggio da solo).
Quindi quando lui dice "offende le persone giuste" intende proprio i bianchi, anche se il film non offende i bianchi, ma i cattivi.
Non c'ha capito una fava un pratica.
-Django non parla di schiavismo, Django è un tipo che vuole salvare sua moglie.
Lo schiavismo, anche qui, è incidentale.
Django non vuole liberare gli schiavi, non combatte il sistema, ha un solo obiettivo e quello persegue.
Mara trova offensivo che Django non si liberi da solo, ma se si liberasse da solo cadrebbe tutta la verosomiglianza del film, perchè gli schiavi non avevano il potere di liberarsi da soli.
Ecco a che serve la "morte dell'autore" quando si analizza un'opera.
Morte dell'autore non significa "togliere l'autore dall'opera", questo non si può e non si deve fare, perchè un autore metterà sempre se stesso in un'opera ed è giusto analizzare queste cose.
Morte dell'autore significa che tutto ciò che l'autore dice riguardo l'opera e che non è nell'opera stessa non ha alcuna importanza.
Se Tarantino dice "io voglio fare quest'opera per dare un senso di rivalsa sullo schiavismo" e poi non c'è NIENTE di tutto questo nel film allora quella è una boutade, non è un metro di analisi dell'opera.
-Il genere di Django NON è blaxploitation.
Non è un film che parla di sfruttamento dei neri, non è un film che ha il focus sulla liberazione dei neri.
E' un film western su un uomo che vuole salvare sua moglie durante il periodo dello schiavismo, stop.
Ed il periodo storico è incidentale, cosi come lo è negli altri film di questo "mini filone" del revisionismo storico.
Tarantino fa il solito film di Tarantino: iper verboso, con dialoghi taglienti, molto gore.
La critica che viene fatta a Django è la stessa che fece Spike Lee all'uscita del film SENZA AVERLO VISTO (e dichiarò apertamente che non l'avrebbe visto): un bianco che parla di neri (in questo caso senza consulenze, a quanto pare....How convenient).
Questo ha dato fastidio e BASTA.
-No, Django non tratta il razzismo alla leggera.
Anche qui, non si è capito un accidente di quello che si è visto.
In Django i neri sono oggetti, non c'è nessun rispetto per la loro vita e la loro dignità.
I neri vengono comprati, usati e gettati via.
Tarantino mette in scena l'orrore del periodo dello schiavismo senza dirti niente, lo mette in scena e basta e sta a te decidere.
Noi incontriamo il personaggio di Di Caprio mentre assiste ad un incontro di lotta brutale tra due "mandinghi" esattamente come altri bastardi assistono ad un incontro di lotta tra due animali.
Tutta la tarantella che Shulz inventa per liberare Broomhilde ha senso perchè anche la legge avalla queste barbarie.
Quello che tratta il razzismo alla leggera, perchè è una commedia nonsense, è proprio Mezzogiorno e mezzo di fuoco.
-Le critiche a Django e alla Blaxploitation (si, perchè fu fortemente criticata) hanno le stesse fonti e la stessa natura: vengono da attivisti e solo per la pelle di chi ha fatto il film.
Il pubblico, viceversa, ha apprezzato entrambi, anche (e soprattutto) il pubblico di colore.
A me sembra tanto simile alla recente critica di Dinklage all'utilizzo dei nani in biancaneve, dove sto stronzo si è erto a re dei nani senza interpellare gli altri attori che non hanno avuto la sua fortuna....
Risultato?
7 attori nani a casa senza stipendio, facciamoli in CGI.
Grazie Peter, ti potevi fare i cazzi tuoi.....
-No Mara, lo dice chiaramente invece.
Se sei bianco e non ti avvali di una consulenza mettendo da parte il tuo ego non sei "attrezzato" per trattare determinate storie, quelle storie non ti appartengono.
E' la solita solfa, ma qui è dimostrato anche dalle parole e dai fatti: "se c'è un nero è una storia nera".
No, non è cosi.
Django infatti non è una storia nera, non è blaxploitation ed infatti ha riscosso successo in maniera trasversale.
Chi si è incazzato?
Gli attivisti, che vedono il mondo a compartimenti stagni.
Tralaltro il ragazzo fa anche riferimento, piuttosto velato per chi non conosce l'argomento, a tutta una serie di strutture filosofiche alquanto opinabili.
E lo fa quando si riferisce al "potere", e subito senti risuonare la critical theory.....
E questa cosa è un punto fondamentale perchè giustifica le mancanze che accusa da una parte verso altre parti.
In Get Out Peele era "attrezzato" per rappresentare i bianchi?
Come sono stati rappresentati?
No qui no, ce ne sbattiamo....Vatti a studiare perchè "se ne sbattono", c'è un mondo dietro.
-Dipende dal contesto, appunto.
Non basta un nero a fare una storia nera, non basta un gay a fare una storia gay.
Sto tipo non ha capito django, non ha capito mezzogiorno e mezzo di fuoco ed ha visto solo una parte di get out...Non proprio la miglior persona da cui farmi fare una consulenza sulla scrittura creativa.
Nel video ha dimostrato i suoi bias e non ne ha fatto mistero.
Bisogna anche vedere che tipo di consulenza fa Sweet Baby inc e non bisogna indagare molto, visto che è scritto a chiare lettere sul loro sito.
Loro si focalizzano su "diversità e inclusione" di minoranze e a quello puntano.
Ci devono sta le etnie e ci devono sta gli orientamenti sessuali e su quello ti fanno consulenza.
Mo non ci inventiamo che questi ti facciano consulenze a 360 gradi su ogni cosa dello scibile umano, lo fanno su "diversità e inclusione" intesa esattamente come viene intesa nel mondo corporate attuale (e lo sappiamo come viene intesa, non c'è nessun complotto, è alla luce del sole).
E si, vengono chiamati dalle aziende, ma non è che queste non siano proprio "costrette".
Per farti un esempio su discussioni sollevate anche recentemente da Mara: in giappone non sei proprio "costretto" a fare gli straordinari...Ma diciamo che sei "costretto" a farli per come è strutturata la vita sociale e lavorativa.
Qui non sei "costretto" a chiedere una consulenza su diversità e inclusione...Ma diciamo che forse è meglio se chiedi una consulenza se ti vuoi evitare problemi......
E le spalate di merda su chi non ha chiesto queste consulenze le abbiamo viste e abbiamo visto da dove provengono.
Non nascondiamoci dai :)
Mazza che papiro.
papiro pieno di opinioni e supposizioni senza uno straccio di fatto.
@@blueyes320perché il ragazzo di sweet baby inc, Luca, Mara e te con sto commentino da due righe hai portato prove e fatti?
@@mondodimotoridetto sotto una live di 3 ore fa abbastanza ridere
Rispondo ad alcuni punti:
Queste fantomatiche critiche e vagonate di melma a FF16 e a Wukong sono assolutamente sovrastimate ed enfatizzate da parte tua e sono in contrasto con i dati di fatto. FF16 fu criticato anche da Schreier per la questione dell'inclusività e anche se non condivido la sua opinione dovresti capire che la sua critica non è sullo stesso piano di certi soggetti come grummzz o kabrutus. Dire che non sei propriamente libero è un argomento fantoccio, i dati mostrano che i giochi marchiati come woke ricevono il doppio se non il triplo delle vagonate di melma di cui parli, secondo il tuo ragionamento quindi nessuno è libero. Aggiungo una piccola nota su Wukong. Il caso è abbastanza particolare e non l'avrei nominato per 3 ragioni: 1-Si è scoperto che le minacce da parte di sweet baby inc a game science erano un caso montato ad arte. 2 Le accuse ad alcuni dei membri del team e al ceo per misoginia, sebbene in seguito ad approfondimenti diverse fonti sostengano che tali accuse fossero frutto di un errore di traduzione dal cinese resta il fatto che talune affermazioni sono complessivamente di dubbio gusto e pertanto suscettibili di critiche (che non diventano automaticamente vagonate di m)
3-Se c'è una cosa su cui non c'è dubbio è che i team cinesi seguono una chiara agenda politica dettata dal governo pena la chiusura. Pertanto è ipocrita e incoerente giustificare Wukong e condannare tutti gli altri.
-Supponi che get out non abbia avuto "consulenze" o consulti sulla "bianchezza" senza uno straccio di prova, quindi perché parlarne?
citandolo fai solo trasparire un chiaro bias
-"Django non parla di schiavismo, è solo incidentale". Questa è una tua opinione e supposizione e vale esattamente come quella degli altri. Potrei risponderti che Django è si un tipo che vuole salvare sua moglie ma anche un film che vuole parlare dello schiavismo. Che vuole far ridere ma anche riflettere direbbe qualcuno. Dire che è incidentale è un processo alle intenzioni bello e buono e lascia davvero il tempo che trova. Aggiungo che evidenzia anche una visione piuttosto ingenua del processo creativo, anche se il tema dello schiavismo non è il focus nulla prova che sia incidentale, e visto come funziona l'industry a certi livelli è più probabile il contrario.
-"Django non è blaxploitation ed infatti ha riscosso successo in maniera trasversale" correlation is not causation.
- "Nel video ha dimostrato i suoi bias e non ne ha fatto mistero". Ti svelo un segreto: tutti li hanno, la differenza qui è che lo sai.
- Continui a suppore che sono "costretti" a chiedere consulenze senza portare uno straccio di prova, molti giochi usciti quest'anno come stellar blade o space marine sono stati esaltati da tutti e non sono stati ricattati da nessuno. Queste spalate di melma su chi non chiede consulenze non sono supportate dai fatti, a meno che per spalate non intendi un paio di articoli deliranti di Ign. Invece le spalate quelle vere sui giochi marchiati come woke anche quando non lo sono portate avanti da personaggi che definire discutibili sarebbe riduttivo, di quelle ovviamente non tieni conto anche se i dati in termini di views, like e commenti sono nettamente a favore di quest'ultimi.
- Il tipo di consulenze che fa sweet baby inc si concentrano su diversi aspetti come anche riportato dal loro sito. Come ha detto anche Luca senza sapere nel dettaglio su cosa sono intervenuti le nostre sono solo speculazioni. Parliamo di un azienda di 16 persone, non sono certo in grado di agire in maniera massiccia.
- Sull'analisi dei vari film citati ci sarebbe molto da discutere ma non credo sia interessante perché non stiamo parlando di oggettività. Le opinioni espresse dal ragazzo sui film anche se non condivisibili sono legittime e non sono assurde come si vogliono far passare. Ha una sua visione e i suoi bias come li hanno tutti gli autori. Neil Druckmann non ha bisogno di consulenze perché a fare le paternali con le sue ideologie è già bravo di suo. Il problema di tutta la questione ovviamente è l'appiattimento creativo del settore, ma la grande verità è che le aziende hanno preso questa strada per motivi economici non per un'adesione ideologica a questi valori. Infatti il vento è cambiato da tempo è tutte le aziende stanno facendo retromarcia perché non tira più (altro che spalate). Molti dei progetti finiti nell'occhio del ciclone perché woke sono stati ideati anni fa, noi vediamo i risultati solo adesso. Ci sarebbe molto altro da aggiungere ma mi fermo qui.
Ma poi dico io, ma anche la logica di pensare che Luca, che è un game designer, "difenda" una società come SBI, che secondo i detrattori dovrebbe cambiargli il gioco su cui sta lavorando utilizzando canoni woke che gli stanno pure sulle palle, ma che senso avrebbe??? 😂
Non è che lui lavora per SBI, lui dovrebbe tecnicamente essere pure la parte "lesa", però per qualche motivo li difende. 🤣
La differenza fra lui e gli altri che commentano è che lui sa come funziona l'industria videoludica, e sa rendersi conto quando qualcuno dice cose sensate e quando qualcun'altro dice fesserie.
Con mia immensa immodestia devo dire che, sì, la differenza principale è proprio quella.
La cosa che fa incazzare sono quelli che pretendono di fare critica e informazione, che volendo potrebbero avere gli strumenti per sapere come funziona l'industry ma preferiscono cavalcare i trend delle teorie del complotto.
@@lucawright-gamedesigndebunking Lascia stare e non tocchiamo l'argomento. Stai parlando con uno che si è beccato pure dei ban quando nei commenti di alcuni siti ha espresso simili pensieri.
Diretta che tocca argomenti interessanti, a mio avviso sono mancate le premesse che ha scaturito fraintendimenti poi chiariti a fine live.
Credo che tutti diano per scontato l'utilità delle consulenze da sempre esistite ancor prima che diventasse una professione.
Da ciò che ho capito il "narrative sensitive" è sostanzialmente un potenziatore di profitti e riduttore di rischi mediatici.
Nel video preso in esame il professionista faceva semplice promozione per l'azienda presso cui lavora, riferendosi principalmente al mercato USA.
Ciò che ha generato disappunto è stato l'esempio di Django Unchained. Personalmente davo per scontato che Tarantino non avesse mai avuto intenzioni educative o catartiche , dai suoi film emerge l'obiettive di divertire e sorprendere lo spettatore senza altre velleità.
Premetto che adoro Tarantino, inclusa la sua trilogia sul revisionismo storico.
Il finale di Bastardi Senza Gloria è "this is the face of jewish revenge". Quindi dire che Tarantino non abbia intenzioni educative o catartiche è assolutamente sbagliato. I suoi film hanno dei valori morali e Tarantino cerca di rappresentarli e valorizzarli a modo suo. Non sono opere fatte semplicemente per "divertire e sorprendere lo spettatore senza altre velleità".
Mentre si può benissimo valutare se sia quella l'effettiva "face of jewish revenge", o lo sia di più quella di Spielberg, regista ebreo, che non tratta i nazisti come grandi e carismatici macchinatori del male (come fa Tarantino, specialmente col personaggio di Landa), ma come buffoni che vengono schiacciati da un camion mentre fanno l'urlo di wilhelm.
Mi sto riferendo ad Indiana Jones. Ma anche la rappresentazione che ha fatto dei Nazisti in Schindler's List ha un tono diverso.
È anche il motivo per cui Benigni esplose di successo in America con "La Vita è Bella", perché fu il primo regista non ebreo a dare un tono simile ad un film sull'olocausto. Lì è un argomento molto sentito dalla comunità ebraica e, allo stesso modo, i temi sullo schiavismo afroamericano sono molto sentiti dalla comunità afroamericana.
A parte la scena del Ku Kluz Klan, tutti gli schiavisti in Django Unchained sono dei macchinatori carismatici e malvagi, pur nella loro ignoranza troglodita che, in alcune scene, traspare ("he doens't actually speak french, don't speak it, it'll just embarass him")
In BlaKKKlansman di Spike Lee, i razzisti nostalgici dello schiavismo sono TUTTI dei buffoni che si fanno prendere per il culo dai protagonisti (un afroamericano e un ebreo) e muoiono in modi ridicoli.
Sono toni completamente diversi che risuonano in modo diverso a seconda del tipo di pubblico.
@@mondodimotori Tralasciamo i film perchè questo non è un canale di cinema.
Per quanto condivida le analisi del professionista di Sweet Baby Inc, sostanzialmente non credo a metà di ciò che afferma.
Dove lui dice "sensibilità" io ascolto "propaganda". Le aziende di intrattenimento si rivolgono a queste agenzie di consulenza perchè qualche investitore finanzia solo se all'interno dell'opera è presente una certa tematica, allora si lavora affinchè questa forzatura non venga percepita e il tutto appaia coerente. Il tutto senza indispettire le minoranze mediaticamente sensibili.
E' un lavoraccio nel quale la sensibilità viene strumentalizzata a discapito del valore artistico dell'opera. Capisco che siano prodotti commerciali e da un lato è giusto così, però spiace.
Tra l'altro alcune tematiche (come il sogno americano) sono state propagandate nel mondo da Hollywood in passato, quello che in Civilization si chiama "conquista culturale", giusto per rimaner in tema videoludico 🙂
@@danielebattaglia3754 "propaganda" 😂😂
Signora mia ci propagandano "il giender". Come? Ah bho, un personaggio random che non è bianco e eterno. Minchia che propaganda potente.
@@mondodimotori Io ti parlo di sogno americano e tu invece di teoria gender per sbertucciarmi, non male.
L'atto di sensibilizzare, che passa dalla mera questione politica all'uso del preservativo in età adolescenziale, per quanto io la reputi giusta, rientra nella propaganda.
guardando questa live, la clip di asmongold fa proprio un favore a sti personaggetti.
e davvero non capisco come qualcuno possa provare empatia per gente il cui unico punto logico sia
"il film non mi è piaciuto quindi non si fa così, quest'altro mi è piaciuto quindi si fa così".
ma tanto si stanno vedendo i risultati di queste operazioni, uno dopo l'altro continuano a confermare che la loro non è volontà di includere, ma di escludere quello che non gli piace.
Tutto molto interessante, mi piace la neutralità di Luca, ma sinceramente il tono di Mara (sarà per l'audio o per il modo di porsi) mi sembra molto sulla difensiva, come se fosse triggerata dalle critiche
C’è una grossa differenza tra assumere un consulente con conoscenze sul contesto storico e uno che ti da “identity perspective or empathy to tell [a story]”. Questa persona sta vendendo fuffa, quale consulente ha la prospettiva identitaria di un western o di un fantasy o di un film di fantascienza?
E sulla morte dell’autore l’aver vissuto non è una condizione necessaria, che aiuti può essere, ma da lì a vendermi la consulenza ce ne va
Ah tra l’altro Bruce Springsteen ha scritto molte canzoni sull’America profonda e diceva proprio di come non abbia mai lavorato come dipendente
Continuo con questo monologo che oramai sono decollato. Io non sono contro i consulenti, quelli che hanno competenze tecniche sono molto utili, che si pari di storia o di scienza. Credo che anche un consulente sulla cultura possa essere utile, non so se vi ricordate che su un gioco recente ps5 (phantom blade o come si chiamava) gli sviluppatori coreani avevano messo una scritta su un muro “hard r” e per gli americani era o poteva essere interpretato come un richiamo alla parola con la N . Questi erano coreani, probabilmente erano lontani mille miglia a pensare alla terribile parola con la N (la stupidità di dire la parola con la N mi fa sempre ridere). Un consulente in quella situazione gli avrebbe evitato una piccola scocciatura, ma sono intervenuti subito ed è andato tutto a posto.
Il discorso di questa persona invece mi sembra molto più paternalistico del necessario, loro fanno consulenza, e va bene, vogliono delle storie interessanti, e va bene, ma invece di mostrarmi come il loro intervento avrebbe potuto migliorare la narrazione, ha preferito dirmi che certe storie non sono io che devo raccontarle, a meno di fare appello a loro che sanno come si fa, in virtù di cosa poi?
La critica a Quentin Tarantino è assurda, perché il personaggio non si è liberato da solo, e poi l’altro personaggio ha le repliche più memorabili ma dai, roba da asilo.
Ricordatevi: il gamergate era per "l'etica nel giornalismo videoludico", non per escludere donne e minoranze dall'industria. È solo un caso quello che succede con ogni videogioco con personaggi "diversi".
Il realtà non succede con ogni videogioco con personaggi "diversi", evitiamo ste argomentazioni fantoccio usate per inquinare il dibattito.
@@mondodimotori che si aggancino farabutti ai movimenti di critica è anche normale, succede.
il gamergate era una cosa seria e importante, il fatto che poi sia stato usato per buttarla in misoginia non devalorizza il suo scopo originale, è solo un aggiunta.
anche dare cura alla rappresentazione e alle tematiche progressiste è una cosa buona, ma si attaccano i parassiti come quelli che devono spargere divisione e odio, anzichè armonia, e la cosa si sporca. questo non rende la causa originale sbagliata, ma bisogna considerare coscientemente questo fatto e recriminarlo.
i piagnina esistono da entrambi i lati, ho visto gruppi scannarsi perchè un pg è canonicamente etero, ho visto gruppi scannarsi perchè "il mento mascolino DEI".
in generale, sarebbe meglio non usare twitter
@@mondodimotori Io ho seguito la facenda di quel videogioco e ciò che affermi è falso, palesemente falso.
Le polemiche erano partite timore causato dai sequel di Spiderman e god of war, unito dalle dichiarazioni di twitter sia dell'attrice che di un senior.
Questo ha portato allo scetticismo, alla preoccupazione, perché è questo che riguarda.
Quindi ripeto: niente argomentazioni fantoccio.
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Indovina chi ho nella mia playlist? Boldrin, interviste, un filosofo socialista che parla del wokeism come religione sociale.
Ho collezionato riassunti del gamegate e tanto altro. Interventi di persone della comunità non binaria (non scherzo, quello sugli anime per esempio e la localizzazione) ed ecc...
Quindi esattamente perché ti fermi al titolo? Al pregiudizio.
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""l'etica nel giornalismo videoludico" per propagandare odio e intolleranza."
Accuse e continue accuse, senza prove di questa propaganda di odio e intolleranza.
Il prendere così Mark Kern a caso, ignorando le false accuse ricevute da quello di atari che lo hanno portato a doversi scusare in pubblico per delle cose che alla fine non ha mai fatto (secondo le testimonianze di donne che hanno dovuto fare dichiarazioni pubbliche per salvargli l'immagine.), ma tra un'attivista che ha quasi rovinato la carriera a una persona... il problema è Mark Kern, giusto? Lui ha influenza nel settore, non chi ha dimostrato nei fatti di averla concretamente causando danni a una persona.
Ma... sono singoli casi, l'ho tirato fuori solo per giocare a specchio riflesso, per mettermi sul tuo stesso piano.
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Quindi ripeto: smettila di inquinare il dibattito, con argomentazioni fantoccio e... beh, con Mark Kern hai fatto un buon cherry picking. Ma fine, la costruzione che poi ne hai fatto, la tua strumentalizzazione, ha fatto buttare nel cess* un esempio buono che hai trovato.
E parlando di Mark Kern, visto che la notizia è passata anche da lui, con Godot come la mettiamo? Un altro esempio della tossicità che ci sono in certe posizioni, dove stanno pure perdendo soldi bannando gente a casa accusando, un po' come fai te, la gente di essere omofoba e quant'altro.
No, giusto: Mark Kern ha influenza, tantissima. L'engine di Godot non ne ha nessuna... ah, scusa, secondo l'attivista che si occupa della loro immagine pubblica "Wokot". Senza considerare cosa sta succedendo sul Discord, con un vero e proprio delirio fanatico del moderatore.
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Siamo arrivati quasi a delle narrazioni complottistiche, alla stregua dei vivi, che porta alla radicalizzazione e accentua la già ben presente polarizzazione. Impara un po' dal video di Luca. Sono serio.
@@AndrewTheUltraBoss99
Ma anche no.
È stato ampiamente documentato come non solo il "gamergate" fosse costruito su basi completamente inventate (una sviluppatrice che va a letto con un giornalista per una recensione positiva, COSA CHE NON È SUCCESSA), ma come fosse alimentato principalmente da farabutti interessati a propagandare le loro idee di odio e intolleranza.
Non sono stati loro ad agganciarsi ad un movimento serio e importante, sono state poche persone serie ad agganciarsi ad un movimento schifoso e rivoltante. Persone serie che, spero per semplice ingenuità, sono finite a ripetere le stesse fake news inventate dal movimento su 4chan prima e 8chan successivamente (pure il fu TotalBiscuit non fu risparmiato dal trovarsi a ripetere alcune gravi fake news.)
Basta fare un minimo di ricerca da qualche vera testata giornalistica (anche non di settore) che ha investigato seriamente tutto il movimento (inclusi personaggi seri e famosi che hanno ripetuto le stesse fake news), anziché basarsi sulle opinioni riciclate da alcuni youtubers che, guarda caso, si limitano ad alimentare l'indignazione e la rabbia del gamer medio per fare più click.
E sono convinto che quelli che erano più che ragazzini all'epoca (io avevo già più di 20 anni), se lo ricordano bene lo shitshow. Altro che "l'etica nel giornalismo videoludico". Il movimento non è riuscito NEANCHE UNA VOLTA a dimostrare questa mancanza di etica, specialmente quella di cui accusavano tutti e tutte. E non è che fosse così difficile trovarne di vera (gli stessi giornalisti la denunciavano da prima del movimento, con testate restie a postare recensioni negative per non giocarsi la possibilità di ricevere codice review in futuro).
Solo, erano tutti troppo impegnati a litigare con le femministe, a minacciarle e a doxarle (più di una giornalista donna fu costretta a cambiare casa o rinunciare ad apparizioni pubbliche a causa delle minacce), che fare effettiva ricerca sull'etica del giornalismo di settore.
PS: Abbastaza d'accordo nell'evitare di usare non solo Twitter, ma tutti i social in generale. Oramai ogni post di videogioco con personaggi "diversi" è un circo di "laugh reaction" e commenti ripiccati.
@@anonimo6603 Oh si certo, tutto falso quello che dico.
10 anni son passati da quello schifo del gamergate, ma ancora siete qui a ripetere le stesse puttanate da "culture warriors", e a seguire gli stessi farabutti che ci hanno costruito sopra l'intera immagine pubblica e una "professione".
Toccate un po' d'erba anziché passare le giornate a piangere su internet perché il woke SCUSA, adesso le parole d'ordine sono DEI e SBI, vi vuole rovinare i videogiochi. Kern continua a non aver fatto nulla di utile per l'industria da 15 anni. Voi altri, invece, non lo avete mai fatto.
Imparo benissimo dal video di luca e, come dice lui, non si dovrebbe parlare di qualcosa senza averla studiata. Voi parlate dell'industria senza sapere minimamente come funzioni, passando le giornate a frignare sui peli facciali di una donna virtuale. Bravi. E Luca ha mostrato appieno la sua frustrazione in merito nel video. Non sapete nulla dell'industria dei videogiochi e non sapete nulla di inclusività e diversità. Ma sprecate tempo e fiumi di inchiostro per parlarne.
PS se le parole di Erika Ishii vi infastidiscono, non solo ci sarà un motivo se lo fanno, ma è anche solo un problema vostro, proprio come ha detto Mara nel video.
Riguardo a Dragon Quest c'è stata l'intervista l'altro ieri dell'autore che parla della censura, censura che avrebbe preferito non attuare. Poi leggendo i commenti dei giapponesi, della live, sapevano contro chi puntare il dito e mi parevano pure abbastanza frustrati dalla cosa. Ma sono una persona che va di traduttore e per l'intervista mi sono basato sulle traduzione di un pezzo di tre minuti, quindi lascia il tempo che trova.
Comunque per quanto sono d'accordo che l'intrattenimento non è solo intrattenimento, sinceramente non mi piace sta storia che perché una persona ha sofferto (nemmeno io sono eterosessuale) per l'ambiente sociale in cui si trovava, per l'intrattenimento di cui usufruiva, per il contesto in generale, allora l'intrattenimento deve essere pensato in conseguenza a questo. No. Sui grandi numeri ci saranno persone che sulla base di questa esperienza da grandi metteranno ciò nei propri prodotti e nella propria arte. Questo mi pare un mutamento sano del contesto e della società di per se, non la prevenzione.
E se una persona tratta male un argomento... pazienza, può trattare male anche argomenti come il suicidi* e magari renderlo romantico e affascinante, lo vorrei un prodotto del genere (e non solo perché oggi sono estremamente depresso, ma è una cosa mia) e se sarà pessimo... sarà criticato, alcune critiche avranno senso, altre meno, ovviamente dipenderà molto da ciò che l'autore voleva farci. Vanno bene anche falsi storici. Infatti credo di essere uno dei pochi a trovar divertente dustborne e non avere assolutamente alcun problema con quel prodotto.
Quindi da questo punto di vista si: per me la sua affermazione è... problematica, che porta a conseguenze logiche che non mi fanno del tutto impazzire. Non mi piace questo modo di porsi, poi vabbè, se un autore ci tiene ci mette ciò che vuole nel proprio videogioco, nella propria opera.
Ma qui nessuno ha detto che *tutto* l'intrattenimento debba avere scopi pedagogici, ma... che in certi *contesti*, a seconda degli obiettivi estetici di quello che vorresti andare a raccontare, occorre un'attenzione e una delicatezza maggiore rispetto ad altri.
Tu parli di opere che trattano il suicidio dicendo "chissene se lo fanno bene o male". Ma come si può lavarsene la mani così quando nella comunità scientifica è ben noto un fenomeno denominato "effetto Werther"? Persino l'OMS ha sancito delle linee guida per le opere che trattano il tema! E con lo scopo non di censurare, ma di arginare le tendenze emulative.
Persino la TV dei ragazzi di tanti anni fa aveva dietro fior fiori di psicosociopedagoti. E credo fosse un bene, non un freno alla creatività e una rovina per l'intrattenimento!
È davvero solo questione di contesti, del tipo di storia che vuoi raccontare, dell'importanza e della delicatezza dei temi al suo interno. È una responsabilità che prendi nei confronti dell'opera per il bene dell'opera, non a danno dell'opera. Per creare qualcosa che sia rilevante per gli altri.
Il fatto che alcuni credano che le storie siano un'arma politica per fare la loro morale da due soldi, facendomi sentire la merda cattiva se non sposo i loro dogmi, è solo un fraintendimento di come questi studi di consulenza dovrebbero funzionare.
Per quanto riguarda Dragon Quest, ammetto di non essere informato. Ma qui non si voleva difendere SBI, ma guardare a un contenuto specifico e spiegare che, in sé, sulla carta, il lavoro di consulenza che fanno ha senso. I risultati sono un'altra cosa; ma non possiamo sapere davvero in cosa abbiano messo lo zampino e in che misura.
@@lucawright-gamedesigndebunking Se non sbaglio, ma potrei ricordare male in quanto mi sono informato su quell'argomento (Perché mille psicologi ne parlavano.) durante il periodo in cui le Iene avevano parlato della Blue Whale, tale effetto non riguardava più il modo in cui le notizie di suicidio reali venivano trattate nel giornalismo?
Anzi, nemmeno il modo, forse riguardava il semplice trattare le notizie del genere.
E... si, io sono per il lavarsene le mani. Non ritengo che in alcun modo un prodotto d'intrattenimento dovrebbe esserne influenzato da questa roba. Sempre se non è l'autore stesso e blablabla... e si, credo che sia un "freno" alla creatività, all'espressione di questa creatività.
Poi sia chiaro, li si possono vedere come limiti tecnici e la creatività ci gira attorno, ma stiamo di fatto parlando di... limitare le persone. Di tentare di limitarla, di creare un contesto, un ambiente in cui determinati prodotti non sono ben accetti.
Come posso non considerarlo un problema?
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"[...] è solo un fraintendimento di come questi studi di consulenza dovrebbero funzionare.", io non parlo degli studi di consulenza di per se.
Sul serio, il mio discorso anche se non sembra ha poco a che fare con Sweet Baby Inc. Ma più proprio con quella frase, quel modo di ragionare, che è presente anche in altri contesti. Io critico quello. Per me l'opera di Sweet Baby Inc... è legittima, io non ho niente contro il loro lavoro. Per me il problema è il contesto in cui è inserita, quella mentalità che a parer mio si sta diffondendo sempre di più (o c'è sempre stata, ma me ne accorgo ora per n motivi.).
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Detto questo, non voglio essere frainteso: Mi è piaciuto questo video, avete fatto un ottimo lavoro, ti sei posto in modo che veramente mi è piaciuto tanto.
Mi hai anche aiutato, perché ammetto che in quel video non sono andato a vedermi la fonte originale.
Semplicemente io... su quel singolo punto, quello non riesco a condividerlo. Forse è colpa, forse è dovuto dal mio carattere da stronz* e chissà che altro. Solo quello. (Più che altro è l'altro commentatore che mi sta scaldando, ma è un mio problema.)
Non ho frainteso nulla, sta' tranquillo.
Qui non devi temere di dire la tua e muovermi critiche.
Però, ti voglio rispondere due cose.
La prima è che spesso si fraintende il lavoro del creativo. E lo dico da creativo a mia volta!
Nulla si crea dal nulla, ma tutto è una rielaborazione di ciò che già esiste. La creatività è rielaborazione di cose vecchie in modi nuovi. Più è ampia la tua cultura personale, tanto più materiale grezzo da rielaborare avrai in mano per essere creativo.
Se capiamo ciò, ci rendiamo conto che il lavoro creativo non viene limitato, ma può solo giovare da una buona consulenza.
Inoltre, il creativo deve anche essere a conoscenza del potere dei suoi media. Mettere il numero verde di un centro aiuto prima della puntata di una serie che tratta del suicidio non è censura, ma solo una presa di coscienza e responsabilità -- specie se vuoi sensibilizzare su quel tema senza "effetti collaterali".
Personalmente, io non posso lavarmi completamente le mani di quello che faccio, se so che è potenzialmente dannoso e posso evitare il danno con un accorgimento che non mi costa nulla.
La seconda cosa è che ho visto l'intervista su Dragon Quest di cui parli. Riporto quello che ho risposto ad altri:
"Regà... SBI non c'azzecca niente col loro discorso. Ce l'hanno coi sistemi di rating che variano da paese a paese (specie se vuoi proporti come gioco per tutte le età).
Devo ricordarvi dei problemi che ci stanno nel pubblicare un gioco con le svastiche in Germania?
O che la versione giapponese di TLOU part 2 non ha gli smembramenti?
Queste cose le devono affrontare tutti i giochi che si rivolgono al mercato internazionale, e non hanno nulla a che vedere con la sottocultura woke.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è quella cosa che dicono riguardo la selezione del personaggio principale (non più "maschio" e "femmina", ma "tipo 1" e "tipo 2"); ma per il resto si stanno lamentando di questioni burocratiche a cui anche gli sviluppatori occidentali che vogliono pubblicare in Giappone devono sottostare.
Ogni paese ha le sue regole e il suo sistema di rating, e tu ti devi adeguare."
@@lucawright-gamedesigndebunking
Non sto parlando della consulenza in se, il mio discorso si basa sul creare un contesto in cui c'è una pressione per essere seguito da una consulenza.
Mi viene in mente a esempio Silent Hill. Un prodotto fatto da giapponesi, in cui hanno tentato di informarsi il più possibile ma... non è che vivevano immersi in quel contesto. A oggi probabilmente avrebbero fatto uso di una consulenza.
Ma se il Silent Hill che abbiamo avuto è così è anche grazie, a questa mancanza di informazioni, fraintendimento, pregiudizio e tutto quel contesto che ha fatto emergere SH1 per come è emerso.
Creare un contesto dove... non dico: voglio fare un videogioco realistico, voglio che sia realistico, chiamo un esperto in balistica delle armi del 900. Ma che invece c'è una pressione, perché è visto male che una pistola non spari esattamente come dovrebbe sparare una pistola. Per me è questo, ciò che è limitante.
Anche la mancanza d'informazione, la necessità di riempire i buchi, di reinterpretare, è creatività.
So che tutto si creare da roba che esiste già... ora, non mi considero un creativo. Faccio... brevi storie, chatbot, e mi trovo ben volentieri ad aprire libri di storia per dover conoscere un po' il contesto, i personaggi, per poi mischiare roba presa da serie televisive e quant'altro. So quanto sono succose le informazioni. Ma non ho l'obbligo di farlo, mi fermo a un certo punto, spesso vado proprio nella pseudostoria, pseudomedicina, anche. Però sono io.
Non solo sono io, ma decido anche io che filtri adottare. Come dicevo, vado anche nella pseudostoria e pseudomedicina, prendo roba stravagante, ci metto fiction. Una chimera, che poi... tento di mischiar bene, dare coerenza, dare le mie... preferenze, i miei gusti ed ecc...
Ma è un contesto dove posso pubblicare ciò che voglio, dove non ho una pressione di dover fare A invece di B. (Beh, minacce di morte a parte... ma è internet, in qualche modo mi fanno arrossire.)
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E li, nella conclusione, io mi discosto.
Non so, probabilmente sbaglio. Io non ci metterei nemmeno il numero verde. Se non proprio come PEGI, in qualcosa al di fuori dell'opera con cui poi questa viene impacchettata, ma se il film inizia, il numero che metterei... potrebbe anche essere fake. E son sincero, mi darebbe fastidio anche l'impaccamento. Un po' come mi da fastidio tutte le avvertenze su Archive of Our Own. (In cui hanno pure il tag per dire "sono serio, eh")
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Per la citazione a Dragon Quest il mio non era un riferimento allo SBI, l'utenza pare che parli di un certo CERO, che mi pare che la gente puntava il dito su questo, ma non sono stato a indagare. Per me quello era un discorso in generale.
Non.. non ritengo che sia vero che non abbia a che fare con la sottocultura woke. C'è una mentalità di base che è condivisa e che sta aumentando i problemi da questo punto di vista. Non che prima non ci fosse, prima c'era, ci sono sempre stati anche i conservatori.
Per me la mentalità di fondo è la stessa: si ha un prodotto, si ritiene che questo faccia male alla popolazione (in base alla fascia d'età si decide quanto) e lo si censura. Io lo trovo sbagliato, trovo questi adeguamenti problematici, che appiattiscono i prodotti.
Non ci si può far nulla? Lo so, ma mi piace che la gente si lamenti lo stesso, che non ci sia passività in questo. Anche rischiando di prendere delle cantonate, visto che poi è un via via di pregiudizio non appena si sentono storie simili.
@@anonimo6603 Le "good practice" limitano la creatività? Assolutamente si. Sono un problema? In generale no, poi si valuterà caso per caso e se ne vale la pena. Per fare un'analogia lo stesso vale per il diritto e le leggi che impongono limiti alla nostra libertà. In molti stati credo sia vietato per legge rappresentare in video un branco di pedofili che violentano bambini. E' un limite alla creatività? Assolutamente. E' un problema? No, perché la collettività ha deciso in base ad un'analisi costi-benefici che non gli conviene.
Io non capisco come la sciura Mara ritenga che i "tagli" al video abbiano compromesso il messaggio del video originale, quando il video originale, visto per intero, è molto peggio. Asmongold andrebbe criticato perchè ha messo fin troppo in buona luce sweet baby inc.
1:35:00 Quindi se al posto di Cristoph Waltz ci fosse stato Denzel Washington andava bene?
Cioè il problema è il colore della pelle non il massaggio che porta il personaggio?
Sta cosa sa tanto di razzismo al contrario.
Il razzismo al contrario non esiste (il razzismo è razzismo, a prescindere da quale colore si sente migliore di un altro).
Per il resto, la sua critica va più a fondo della tua semplificazione -- anche perché, nel contesto del film, il colore della pelle non è *solo* il colore della pelle, ma tutta una serie di cose che rappresenta.
Premetto che non conosco il giapponese, ma se la traduzione che ho visto dell'intervista fatta un paio di giorni fa al TGS agli autori di Dragon Quest è giusta, allora hanno praticamente dato ragione in tutto e per tutto ad Asmongold... in modo talmente netto che mi è venuto il dubbio che fosse una manipolazione fatta tramite AI...
Consiglio di vedere anche i commenti al video originale, danno un po' di contesto e ne cambiano leggermente il gusto. Ma comunque non cambia di tantissimo.
Non ne so nulla. Di che intervista parlate? Dove la trovo?
Trovato.
Regà... SBI non c'azzecca niente col loro discorso. Ce l'hanno coi sistemi di rating che variano da paese a paese (specie se vuoi proporti come gioco per tutte le età).
Devo ricordarvi dei problemi che ci stanno nel pubblicare un gioco con le svastiche in Germania?
O che la versione giapponese di TLOU part 2 non ha gli smembramenti?
Queste cose le devono affrontare tutti i giochi che si rivolgono al mercato internazionale, e non hanno nulla a che vedere con la sottocultura woke.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è quella cosa che dicono riguardo la selezione del personaggio principale (non più "maschio" e "femmina", ma "tipo 1" e "tipo 2"); ma per il resto si stanno lamentando di questioni burocratiche a cui anche gli sviluppatori occidentali che vogliono pubblicare in Giappone devono sottostare.
Ogni paese ha le sue regole e il suo sistema di rating, e tu ti devi adeguare.
@@lucawright-gamedesigndebunking Al momento la questione riguarda principalmente il vestiario di un singolo personaggio femminile ( essendo in pixel art la modifica non è neanche molto vistosa). La sessualizzazione di alcuni personaggi è stato spesso vittima di censura negli ultimi 20 anni per motivi di rating. Essa ha riguardato diversi videogiochi, manga e anime. Una delle più recenti fu la censura delle nudità in devil may cry 5 su ps5, la cosa buffa è che questo tipo di censura è stata portata avanti da movimenti cristiano-conservatori non certo dal woke.
@@lucawright-gamedesigndebunking Hai ragione, ho rivisto il video integrale e c'è stato un discreto editing. Tranne per la parte Tipo 1 e Tipo 2, si parla di compliance, anche se le parole degli autori sugli occidentali non sono proprio tenere neanche su quel versante
Io uso un metodo i giochi dove hanno messo mano sono uno schifo e due giochi come Spiderman 2 non può cambiare questo secondo me, ho capito le vostre argomentazioni e sono sicuro che anche le case sviluppatrici hanno mooolte colpe anzi per alcuni la maggior parte