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Marco Quagliarini
Italy
เข้าร่วมเมื่อ 5 มี.ค. 2020
Marco Quagliarini, pianista e compositore, è nato a Torre del Greco (NA).
Nel 2009 si è diplomato con il massimo dei voti nel corso di “Alto Perfezionamento” dell’accademia di S. Cecilia nella classe di composizione del m° Ivan Fedele, ricevendo dal Presidente della Repubblica il prestigioso premio “Goffredo Petrassi”.
La sua musica è eseguita dai più importanti ensemble e orchestre italiane tra i quali spiccano l'“Ensemble Recherche”, “Sentieri selvaggi”, “Quartetto Nous”, “Orchestra Nazionale della RAI”, “Orchestra di Padova e del Veneto”.
Nel 2017 incide con i dèdalo ensemble “Riflesso”, disco monografico edito da Stradivarius.
Nel 2018 incide il secondo disco monografico intitolato “Dal Nero del Tempo” edito da Da Vinci Edition.
Nel 2020 incide con il duo ardorè “Ricercare”, disco monografico edito da Stradivarius.
Nel 2024 pubblica per SZ Sugar il trattato di composizione Comporre lo spazio e il tempo.
Le sue opere sono pubblicate dalle Edizioni Suvini Zerboni.
Nel 2009 si è diplomato con il massimo dei voti nel corso di “Alto Perfezionamento” dell’accademia di S. Cecilia nella classe di composizione del m° Ivan Fedele, ricevendo dal Presidente della Repubblica il prestigioso premio “Goffredo Petrassi”.
La sua musica è eseguita dai più importanti ensemble e orchestre italiane tra i quali spiccano l'“Ensemble Recherche”, “Sentieri selvaggi”, “Quartetto Nous”, “Orchestra Nazionale della RAI”, “Orchestra di Padova e del Veneto”.
Nel 2017 incide con i dèdalo ensemble “Riflesso”, disco monografico edito da Stradivarius.
Nel 2018 incide il secondo disco monografico intitolato “Dal Nero del Tempo” edito da Da Vinci Edition.
Nel 2020 incide con il duo ardorè “Ricercare”, disco monografico edito da Stradivarius.
Nel 2024 pubblica per SZ Sugar il trattato di composizione Comporre lo spazio e il tempo.
Le sue opere sono pubblicate dalle Edizioni Suvini Zerboni.
Robert Schumann - Études Symphoniques op.13
La prima edizione (1837) recava una nota in cui si avvertiva che la melodia era stata composta da un dilettante: Schumann aveva infatti ricevuto il tema dal Barone von Fricken, tutore di Ernestine von Fricken, la Estrella del suo Carnaval Op. 9.
Il barone, musicista dilettante, aveva utilizzato la melodia in un tema con variazioni per flauto. Schumann si era fidanzato con Ernestine nel 1834, ma ruppe il fidanzamento l'anno seguente: un elemento autobiografico si intrecciava dunque alla genesi degli Études symphoniques (com'è avvenuto per molti altri capolavori di Schumann).
Delle sedici variazioni composte da Schumann sul tema di Fricken, solo undici vennero pubblicate da lui. (Una versione precedente, completata fra il 1834 e il gennaio 1835, conteneva dodici brani).
Lo studio finale, ovvero il dodicesimo brano tra quelli pubblicati, era una variazione su un tema dalla romanza Du stolzes England freue dich (Esulta, o fiero inglese!).
A parte i riferimenti a Florestano e a Eusebio, tutti i titoli proposti da Schumann rivelano il carattere alla base della concezione dell'Op. 13.
Qui 'studi' ha lo stesso significato che ritroviamo negli Studi op. 10 di Fryderyk Chopin, ovvero brani da concerto in cui si scandagliano le possibilità tecniche e timbriche della scrittura per pianoforte solo; sono 'studi sinfonici' per via della ricchezza e della complessità dei colori qui evocati: la tastiera diventa un'orchestra in grado di fondere, sovrapporre o mettere in contrasto timbri diversi.
Se si escludono il n. 3 e n. 9, nei quali il legame col tema è molto esile, gli studi sono delle variazioni a tutti gli effetti. Non era la prima volta in cui Schumann affrontava la forma delle variazioni.
Qui, però, il principio della variazione consiste piuttosto in una libera trasformazione, e non più del tema in sé, ma di una 'cellula" o di più 'cellule' musicali (come avviene ad esempio anche in Carnaval).
Gli Études symphoniques mettono a frutto la lezione delle Variazioni Diabelli di Beethoven: il tema, che serve da elemento unificatore, è ampliato e trasformato, divenendo la base da cui fioriscono idee di vario carattere espressivo.
In questo brano il virtuosismo richiesto dalla scrittura pianistica non mira a impressionare l'ascoltatore, ma piuttosto a chiarire la complessità polifonica e approfondire la sperimentazione delle potenzialità della tastiera.
Il barone, musicista dilettante, aveva utilizzato la melodia in un tema con variazioni per flauto. Schumann si era fidanzato con Ernestine nel 1834, ma ruppe il fidanzamento l'anno seguente: un elemento autobiografico si intrecciava dunque alla genesi degli Études symphoniques (com'è avvenuto per molti altri capolavori di Schumann).
Delle sedici variazioni composte da Schumann sul tema di Fricken, solo undici vennero pubblicate da lui. (Una versione precedente, completata fra il 1834 e il gennaio 1835, conteneva dodici brani).
Lo studio finale, ovvero il dodicesimo brano tra quelli pubblicati, era una variazione su un tema dalla romanza Du stolzes England freue dich (Esulta, o fiero inglese!).
A parte i riferimenti a Florestano e a Eusebio, tutti i titoli proposti da Schumann rivelano il carattere alla base della concezione dell'Op. 13.
Qui 'studi' ha lo stesso significato che ritroviamo negli Studi op. 10 di Fryderyk Chopin, ovvero brani da concerto in cui si scandagliano le possibilità tecniche e timbriche della scrittura per pianoforte solo; sono 'studi sinfonici' per via della ricchezza e della complessità dei colori qui evocati: la tastiera diventa un'orchestra in grado di fondere, sovrapporre o mettere in contrasto timbri diversi.
Se si escludono il n. 3 e n. 9, nei quali il legame col tema è molto esile, gli studi sono delle variazioni a tutti gli effetti. Non era la prima volta in cui Schumann affrontava la forma delle variazioni.
Qui, però, il principio della variazione consiste piuttosto in una libera trasformazione, e non più del tema in sé, ma di una 'cellula" o di più 'cellule' musicali (come avviene ad esempio anche in Carnaval).
Gli Études symphoniques mettono a frutto la lezione delle Variazioni Diabelli di Beethoven: il tema, che serve da elemento unificatore, è ampliato e trasformato, divenendo la base da cui fioriscono idee di vario carattere espressivo.
In questo brano il virtuosismo richiesto dalla scrittura pianistica non mira a impressionare l'ascoltatore, ma piuttosto a chiarire la complessità polifonica e approfondire la sperimentazione delle potenzialità della tastiera.
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R. Schumann - Kinderszenen op 15 (Quagliarini)
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I Kinderszenen op. 15, sono brevi, in alcuni casi brevissime, composizioni pianistiche scritte da Robert Schumann nel febbraio del 1838. Fanno parte, assieme alla "Kreisleriana", dei cicli poetici del compositore tedesco: idee ed eventi, in questo caso reminiscenze infantili, vanno a conferire un'intensificazione fantasiosa all'espressione musicale. Ispirate dalle lettere scritte dalla moglie C...
Marco Quagliarini - Couples per ensemble (E.S.Z.)
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"Couples" è un lavoro che si basa sull'interazione di due coppie di strumenti (legni e archi). Queste non condividono nessun tipo di materiale armonico-intervallare ne, tantomeno, ritmico. La loro gestualità è contrastante in gran parte del pezzo. Nei pochi momenti dove le coppie sembrano parlarsi l'espressione diventa incerta, intervallata da prolungati silenzi, quasi scoprissero di non avere ...
Quagliarini - Ricercare III per violino solo (E.S.Z.)
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Attraverso il violino ho voluto valorizzare l'aspetto prospettico dello spazio musicale. C'è come una tridimensionalità degli eventi musicali che si susseguono. Qualcosa in primo piano, qualcosa in secondo; qualcosa contratto, qualcosa espanso. Gli eventi sono disseminati come frammenti (o macerie) di un passato ingombrante, del quale rimane soltanto la ripetitività di un gesto. Quest'ultimo si...
Quagliarini - Movimento per pianoforte (E.S.Z.)
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Sono due le suggestioni alla base di "Movimento" per pianoforte: la struttura come colore e il movimento come curva. Curvare e intagliare il colore come i gouaches décuopées di Matisse. Archi progressivamente più ampi, fino ad estinguersi.
J. Brahms - Variazioni su un tema di Paganini op. 35 (Quagliarini)
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J. Brahms - Klavierstücke op.118 (Quagliarini)
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I Sei pezzi per pianoforte (Sechs Klavierstücke), op. 118, furono scritti da Johannes Brahms durante l'estate 1893, e furono dedicati a Clara Schumann. Questi brani sono il suo penultimo lavoro composto per pianoforte solo. Come le altre opere pianistiche del tardo Brahms, l'op. 118 è nel complesso profondamente introspettiva e crepuscolare.
Marco Quagliarini - Concerto per pianoforte e orchestra
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Marco Quagliarini - Three Couples per ensemble
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Bach - Liszt Fantasia e Fuga in SOL (Quagliarini)
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