La riforma della giustizia tanto sbandierata è solo un restyling di alcune norme. La vera riforma richiederebbe l'accorpamento del numero eccessivo di magistrature (alcune delle quali inutili, come quella militare), valutazioni distinte a seconda del tipo di processo (amministrativo, tributario, civile, ecc), sanzioni automatiche anche gravi per i magistrati che sbagliano (il magistrato del caso tortora ha fatto carriera andando in pensione tranquillo e senza punizioni), l'obbligo di semplificare le sentenze, l'obbligo di emetterle entro 30 giorni dalla conclusione del processo. E altre vere modifiche dell'ordinamento altrettanto necessarie come la estinzione di enti inutili o l'accorpamento delle forze armate e dell'ordine, con il recupero dell'enorme patrimonio mobiliare e immobiliare in loro possesso.
Sabella ha affrontato tutte le tematiche che sorgono appena si tocca il pianeta ingiustizia. Ma la Cartabia, che queste le conosce anche tramite uffici del ministero, ha gia' detto che occorre il concorso di tutti e forse non basta. Ora questo magistrato scopre gli altarini della setta ( e' una setta) magistrale che si mette di traverso su tutto quello che provoca una revisione del loro status quo con annesse progressioni di cariera e stendio. Basta riascoltarlo e si rimane allibiti della sfrontatezza con la quale affronta ogni singola fattispecie. Se il pm, l' avvocato e il reo concordano una sentenza (ma cosa vuole dire che stanno al mercato e non in una aula di giustizia?) Questo traspare dal dispositivo della sentenza e quindi ogni ricorso dovrebbe essere respinto seduta stante. Ma che razza di giustizia e' quella prospettata?
La riforma della giustizia tanto sbandierata è solo un restyling di alcune norme. La vera riforma richiederebbe l'accorpamento del numero eccessivo di magistrature (alcune delle quali inutili, come quella militare), valutazioni distinte a seconda del tipo di processo (amministrativo, tributario, civile, ecc), sanzioni automatiche anche gravi per i magistrati che sbagliano (il magistrato del caso tortora ha fatto carriera andando in pensione tranquillo e senza punizioni), l'obbligo di semplificare le sentenze, l'obbligo di emetterle entro 30 giorni dalla conclusione del processo. E altre vere modifiche dell'ordinamento altrettanto necessarie come la estinzione di enti inutili o l'accorpamento delle forze armate e dell'ordine, con il recupero dell'enorme patrimonio mobiliare e immobiliare in loro possesso.
Sabella ha affrontato tutte le tematiche che sorgono appena si tocca il pianeta ingiustizia. Ma la Cartabia, che queste le conosce anche tramite uffici del ministero, ha gia' detto che occorre il concorso di tutti e forse non basta. Ora questo magistrato scopre gli altarini della setta ( e' una setta) magistrale che si mette di traverso su tutto quello che provoca una revisione del loro status quo con annesse progressioni di cariera e stendio. Basta riascoltarlo e si rimane allibiti della sfrontatezza con la quale affronta ogni singola fattispecie. Se il pm, l' avvocato e il reo concordano una sentenza (ma cosa vuole dire che stanno al mercato e non in una aula di giustizia?) Questo traspare dal dispositivo della sentenza e quindi ogni ricorso dovrebbe essere respinto seduta stante. Ma che razza di giustizia e' quella prospettata?
La sette 7 Non credo sia di "regime" Formigli Floris Lilli Gruber , Scanzi Travaglio Concita de Gregorio, Parenzo.. oggettivamente no
A Fusani sempre a favore degli imputati mai delle vittime