Condivido assolutamente la necessità, semplificando, di un "Cicerone" nell'arte. Sono un appassionato di musica contemporanea, e ringrazierò sempre chi mi ci ha fatto avvicinare. Una sola parola, magari insignificante per chi la dice, vuol dire molto per un neofita. Grazie per i bellissimi spunti, e, soprattutto, grazie per aver portato questo tipo di contenuti ad un pubblico più vasto
video interessantissimo, tra l'altro in questi giorni ero molto tentata di prendere questo libro, e ho aperto il video non sapendo che fosse l'autore! è stata una bella sorpresa ahahah
Bellissimo, davvero utile! Mi piacerebbe un sacco vedere un'intervista del genere che apre i confini questa volta alla musica "classica". Comunque siete bravissimi e vi seguo sempre :)
Consiglio di leggere su Repubblica gli articoli di Francesco Bonami, che spiegano sempre PERCHÉ un'opera o un artista sono importanti. Tra i suoi libri, "Lo potevo fare anch'io", di mondadori. Anzi, potresti pure intervistarlo perché è anche molto simpatico. Anche Tomaso Montanari sa raccontare molto bene le opere, soprattutto del passato. La sua rubrica sul Venerdì è bellissima. Anche Cecilia Alemani su D di Repubblica è molto brava.
Io non sono d'accordo sul fatto che nessuno si diverte al museo o al cinema da solo. Personalmente mi diverto un casino indipendentemente dal tipo di contenuto di cui fruisco o dal fatto che ho compagnia o meno. Per me è innanzitutto un'esperienza di arricchimento personale, se poi posso condividerla con qualcuno benvenga, ma dicerto non mi privo dell'esperienza soltanto perchè non trovo con chi andare o con chi parlarne
Sono d'accordo, infatti stavo per commentare la stessa cosa, anche se loro hanno utilizzato il termine "divertirsi" e non "piacere". Io amo andare al cinema da sola, davvero, lo adoro, ma di certo non mi "diverto" nel vero senso del termine. Dipende da cosa loro hanno voluto intendere con la parola "divertirsi".
video interessantissimo! Non pensavo che potesse interessarmi tanto l'argomento... ordino subito il libro, il fatto delle nuvole e della donna rappresentata come paesaggio mi ha conquistata :)
"L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" di Walter Benjamin. Nel 1935 il filosofo tedesco aveva già spiegato tutto questo. La "aura" dell'opera d'arte oggi è ben diversa da quella che aveva in un ormai lontano passato.
A prescindere dalla bellezza del contenuto, che ormai ritengo assidua, questo video mi ha aperto vari flussi di pensiero. Ho iniziato a rendermi conto che, Venti... voi fate scuola senza saperlo! Ponete una persona che sa - potenzialmente sconosciuta al vostro pubblico quindi priva di sovrastrutture sociali come laurea, master, posizione economica ecc- io spettatrice avevo difronte Irene e una persona che sa. Avete parlato scambiando opinioni che in realtà hanno arricchito la mia conoscenza riguardo vari temi, avete insegnato come dovrebbe fare la scuola; con la curiosità e l’interesse reale di Irene che può essere traslato a quello di uno studente. Il problema però sorge nel momento in cui manca l’elemento necessario, ossia la volontà di sapere. Io apro il video perché so che imparerò qualcosa e voglio farlo, questo però non accade per l’80% del tempo o degli argomenti nella scuola reale. Porre la sapienza come una virtù spingerebbe le persone a volerla possedere-per poi scoprire il piacere d’essa stessa e (magari) continuerebbero [farei un parallelismo con l’attività fisica, esternamente fa schifo poi se la fai sempre nel bene e nel male sai quanto fantastica e preziosa è].
Irene pone domande intelligenti. Per Falcinelli sviluppare un problema non vuol dire risolverlo, ma chiarire i termini in modo da rendere possibile una discussione più approfondita: guardare un fenomeno da diversi punti di vista.
Non a caso al politecnico di Milano, al terzo anno del corso di laurea triennale di Design (immagino anche in altri corsi universitari) si ha il corso di Sintesi finale. Il percorso di tre anni porta alla sintesi, ricchezza intellettiva e riassunto formale, di un percorso difficile di tre anni. Si raccolgono tutti i concetti in tesi, che viene prodotta durante questo corso. Ovviamente sia Cromorama che Visual Design sono libri fondamentali durante quei tre anni, tutti i prof li consigliano. Unica cosa che non condivido: andare al cinema, visitare e vivere musei è una scelta personale, un atto di arricchimento e non significa condividere con qualcuno queste esperienze. Io per prima sono sempre andata al cinema e ai musei da sola, momenti completamente miei, di confronto tra me e arte, che ricordo sicuramente come momenti unici e personali, che spesso superano i ricordi di esperienze condivise.
15:45 cioè se tu vedi il Cristo morto di Mantegna o la Pala Montefeltro di Piero della Francesca o la Cena in Emmaus di Caravaggio "quelle cose" non ti dicono niente?
Il successo non è lo scopo dell'arte, il pubblico o la committenza non sono quello che ti spinge a lavorare. Non parlo di un bel quadro quadro fatto bene ma di arte, libri cinema fotografia. L'arte si fa per necessità. Se no viene fuori priva di contenuto come la maggioranza della comunicazione che c'è sui social. prima parte moolto criticabile, il resto bello.
volendo parlare con rigore, ogni atto, ogni fatto, ogni cosa dell'universo e della storia è diversa da tutte le altre; e la libertà creatrice è l'essenza di ogni attività spirituale. Libertà, e non arbitrio, per cui ogni atto, libero e insieme necessario, ossia non arbitrario, è espressione di individualità e di universalità insieme, dell'uomo e dell'universo. Perciò, scusami se lo dico così schiettamente, la tua è una definizione di ogni cosa, ossia non è una definizione.
@@patoquienloleavomg9156 l'arte è l'inferiore delle forme teoretiche o conoscitive, cioè la forma della conoscenza intuitiva, la quale non è mai concretamente separata dalla propria espressione. Quindi, l'arte è espressione di intuizioni.
Bellissimo proprio in questo momento mio padre sta leggendo il suo libro che mi aveva intrigato tantissimo! Mio padre è un fotoreporter e mischia passione e lavoro, io sto scrivendo una tesi in psicologia che gioca proprio nel ruolo dell'immagine nell'accostamento tra esperienza corporea e mentale nel sogno, nel corpo e nel videogioco! Mi piacerebbe tantissimo poterlo intervistare per la mia tesi, potrei sapere come avete contattato il signor Falcinelli? Sarebbe stupendo.
Mi permetto di chiedere: se consideriamo arte contemporanea anche le manifestazioni artistiche come alcuni cartoni animati o fotografie di alta moda, o selfie etc... allora il rischio non è che alla lunga non sappiamo più riconoscere e distinguere un oggetto artistico da qualcos'altro che invece non lo è? E quindi c'è qualcosa, qualche entità/valore intrinseco alle opere che segna il confine che divide ciò che è arte da ciò che non è arte? A me non pare che un selfie sia una manifestazione artistica, per quanto possa essere originale (o una scarpa). Un selfie messo sui social tanto meno.. mi sembra più una cosa del tipo "mettiamo nella vetrina delle immagini anche la mia faccia, magari piace a qualcuno".che è esattamente quello che un artista (o pseudo artista nella maggior parte dei casi) fa con la propria arte (o pseudo arte) Ci sono artisti che, per scelta, decidono di non proporsi al pubblico dei social (per esempio perché contrari alla logica binaria mipiace-nonmipiace che scaturisce dall'ambiente digitale) o, per casualità, pur proponendosi sui social non raggiungono il successo (e non perché non sono capaci, o perché non hanno le idee giuste o la loro arte non corrisponde al gusto del secolo, ma perché sono loro richieste delle conoscenze per lo più imprenditoriali/manageriali/digitali che prescindono dall'arte, e che quindi non sono arte, ossia la capacità di farsi pubblicità, di capire gli algoritmi dei social, etc). Ci sono persone che propongono arte sui social come ci sono persone che propongono selfie, fotografie e disegni mediocri o no, e la loro capacità di raggiungere gli utenti può essere diversa, a seconda della loro bravura nell'arrivare al pubblico. Ma resta il fatto che i primi sono artisti e fanno arte, gli altri no (le immagini o gli oggetti non sono tutte arte), a prescindere dai numeri. E di contro il numero (in views, like o follower) non implica che sto avendo a che fare con l'arte, ma talvolta piuttosto con qualcosa di "artistico", e sono due cose diverse. La prima è un'essenza, il secondo un riferimento. Un videogioco è arte? Boh ripeto boh. La pubblicità è arte?
Andrea Zanetti e allora non si dice se una cosa è arte o no fin quando l'oggetto (o quel che è) ha subito il processo storico. E quindi si sta parlando del nulla
Sono d'accordo con il fatto che l'arte sia un concetto mutevole, non molto sul fatto che sia la collettività a decidere in modo democratico con opinioni e giudizi che cosa sia l'arte e cosa no. Io posso benissimo dirti che sono un'artista e che so perfettamente che sto facendo arte, non ho bisogno dell'opinione o del giudizio di nessuno per saperlo.
È improbabile che i videogiochi saranno considerati arte in futuro. E così molte altre cose legate alla tecnologia. La tecnologia è bella ma ha un grandissimo problema. I supporti diventano obsoleti e di conseguenza i contenuti illeggibili. Vedi per esempio le vecchie pellicole cinematografiche, guardare una pellicola oggi è improbabile (okay ci sono le copie in digitale, ma quelle ci sono perché l'audiovisivo è stato fin dall'inizio considerato come una manifestazione artistica, ne consegue la conservazione e la salvaguardia). Ma i videogiochi non mi pare che siano considerati arte dal collettivo, piuttosto metodi per rincoglionirsi.
Video interessantissimo, sarei interessata a guardare più video del genere su questo canale!
Quella cosa delle nuvole è troppo stupenda :) Video davvero interessante!
Condivido assolutamente la necessità, semplificando, di un "Cicerone" nell'arte. Sono un appassionato di musica contemporanea, e ringrazierò sempre chi mi ci ha fatto avvicinare. Una sola parola, magari insignificante per chi la dice, vuol dire molto per un neofita. Grazie per i bellissimi spunti, e, soprattutto, grazie per aver portato questo tipo di contenuti ad un pubblico più vasto
video interessantissimo, tra l'altro in questi giorni ero molto tentata di prendere questo libro, e ho aperto il video non sapendo che fosse l'autore! è stata una bella sorpresa ahahah
Bellissimo, davvero utile! Mi piacerebbe un sacco vedere un'intervista del genere che apre i confini questa volta alla musica "classica". Comunque siete bravissimi e vi seguo sempre :)
adoro guardare queto video ogni tanto! grazie. Abrazo desde Argentina
Consiglio di leggere su Repubblica gli articoli di Francesco Bonami, che spiegano sempre PERCHÉ un'opera o un artista sono importanti. Tra i suoi libri, "Lo potevo fare anch'io", di mondadori. Anzi, potresti pure intervistarlo perché è anche molto simpatico. Anche Tomaso Montanari sa raccontare molto bene le opere, soprattutto del passato. La sua rubrica sul Venerdì è bellissima. Anche Cecilia Alemani su D di Repubblica è molto brava.
Intervista meravigliosa,stupite ogni volta di più!
Io non sono d'accordo sul fatto che nessuno si diverte al museo o al cinema da solo. Personalmente mi diverto un casino indipendentemente dal tipo di contenuto di cui fruisco o dal fatto che ho compagnia o meno. Per me è innanzitutto un'esperienza di arricchimento personale, se poi posso condividerla con qualcuno benvenga, ma dicerto non mi privo dell'esperienza soltanto perchè non trovo con chi andare o con chi parlarne
Sono d'accordo, infatti stavo per commentare la stessa cosa, anche se loro hanno utilizzato il termine "divertirsi" e non "piacere". Io amo andare al cinema da sola, davvero, lo adoro, ma di certo non mi "diverto" nel vero senso del termine. Dipende da cosa loro hanno voluto intendere con la parola "divertirsi".
video interessantissimo! Non pensavo che potesse interessarmi tanto l'argomento... ordino subito il libro, il fatto delle nuvole e della donna rappresentata come paesaggio mi ha conquistata :)
in questo video sono bonissima, cosa avevo fatto quel giorno?
L'Arte ti fa bella.
Solo in questo video Irè?
Ok che vuoi restare umile, però.. 👀
che giorno era?
a me me pari sempre - pirandellianamente - uguale zi'
eh raga lo so ma come è noto nessuno si vede per ciò che è
Intervista fantastica, grazie♥️
Che video meraviglioso 🥺✨
"L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" di Walter Benjamin.
Nel 1935 il filosofo tedesco aveva già spiegato tutto questo.
La "aura" dell'opera d'arte oggi è ben diversa da quella che aveva in un ormai lontano passato.
Vero ! Il libro scritto da Walter Benjamin parla proprio di questo
Grazie per questo interessantissimo video, ordinerò sicuramente il libro. Bellissimo contenuto mi ha fatto riflettere un sacco.
A prescindere dalla bellezza del contenuto, che ormai ritengo assidua, questo video mi ha aperto vari flussi di pensiero.
Ho iniziato a rendermi conto che, Venti... voi fate scuola senza saperlo!
Ponete una persona che sa - potenzialmente sconosciuta al vostro pubblico quindi priva di sovrastrutture sociali come laurea, master, posizione economica ecc- io spettatrice avevo difronte Irene e una persona che sa.
Avete parlato scambiando opinioni che in realtà hanno arricchito la mia conoscenza riguardo vari temi, avete insegnato come dovrebbe fare la scuola; con la curiosità e l’interesse reale di Irene che può essere traslato a quello di uno studente.
Il problema però sorge nel momento in cui manca l’elemento necessario, ossia la volontà di sapere. Io apro il video perché so che imparerò qualcosa e voglio farlo, questo però non accade per l’80% del tempo o degli argomenti nella scuola reale.
Porre la sapienza come una virtù spingerebbe le persone a volerla possedere-per poi scoprire il piacere d’essa stessa e (magari) continuerebbero [farei un parallelismo con l’attività fisica, esternamente fa schifo poi se la fai sempre nel bene e nel male sai quanto fantastica e preziosa è].
Wow. Bellissimo. Illuminante .Complimenti
Adoro questo canale 🤩
Non ho abbastanza pollici per dire quanto mi piaccia questo video
SUPER INTERESSANTE!
CHE VIDEOOO!!!🤩
Irene graziosi sempre on fleek
il fatto che nel rinascimento gli artisti fossero ancora solo artigiani è al limite del vero però
Meravigliosi
Irene pone domande intelligenti. Per Falcinelli sviluppare un problema non vuol dire risolverlo, ma chiarire i termini in modo da rendere possibile una discussione più approfondita: guardare un fenomeno da diversi punti di vista.
Non a caso al politecnico di Milano, al terzo anno del corso di laurea triennale di Design (immagino anche in altri corsi universitari) si ha il corso di Sintesi finale. Il percorso di tre anni porta alla sintesi, ricchezza intellettiva e riassunto formale, di un percorso difficile di tre anni. Si raccolgono tutti i concetti in tesi, che viene prodotta durante questo corso. Ovviamente sia Cromorama che Visual Design sono libri fondamentali durante quei tre anni, tutti i prof li consigliano.
Unica cosa che non condivido: andare al cinema, visitare e vivere musei è una scelta personale, un atto di arricchimento e non significa condividere con qualcuno queste esperienze. Io per prima sono sempre andata al cinema e ai musei da sola, momenti completamente miei, di confronto tra me e arte, che ricordo sicuramente come momenti unici e personali, che spesso superano i ricordi di esperienze condivise.
Bellissima intervista! Preferisco molto di più l'oracolo spiegato dall'autore del libro, gli altri non li guardo mai 🤭
Vabbè ciao ma questo video è la svolta!!! Grazie @ireneGraziosi per aver portato questo contenuto :)
15:45 cioè se tu vedi il Cristo morto di Mantegna o la Pala Montefeltro di Piero della Francesca o la Cena in Emmaus di Caravaggio "quelle cose" non ti dicono niente?
Molto molto interessante
Il successo non è lo scopo dell'arte, il pubblico o la committenza non sono quello che ti spinge a lavorare. Non parlo di un bel quadro quadro fatto bene ma di arte, libri cinema fotografia. L'arte si fa per necessità. Se no viene fuori priva di contenuto come la maggioranza della comunicazione che c'è sui social. prima parte moolto criticabile, il resto bello.
l'arte è creare qualcosa di unico, che prima non esisteva, che è diretta emanazione della tua unicità individuale
La tua unicità si manifesta solo con azioni uniche?
volendo parlare con rigore, ogni atto, ogni fatto, ogni cosa dell'universo e della storia è diversa da tutte le altre; e la libertà creatrice è l'essenza di ogni attività spirituale. Libertà, e non arbitrio, per cui ogni atto, libero e insieme necessario, ossia non arbitrario, è espressione di individualità e di universalità insieme, dell'uomo e dell'universo.
Perciò, scusami se lo dico così schiettamente, la tua è una definizione di ogni cosa, ossia non è una definizione.
@@desmondesluce6758 quindi per te cos'è l'arte?
@@patoquienloleavomg9156 l'arte è l'inferiore delle forme teoretiche o conoscitive, cioè la forma della conoscenza intuitiva, la quale non è mai concretamente separata dalla propria espressione. Quindi, l'arte è espressione di intuizioni.
@@desmondesluce6758 scusami ma non capisco...
Bellissimo proprio in questo momento mio padre sta leggendo il suo libro che mi aveva intrigato tantissimo! Mio padre è un fotoreporter e mischia passione e lavoro, io sto scrivendo una tesi in psicologia che gioca proprio nel ruolo dell'immagine nell'accostamento tra esperienza corporea e mentale nel sogno, nel corpo e nel videogioco! Mi piacerebbe tantissimo poterlo intervistare per la mia tesi, potrei sapere come avete contattato il signor Falcinelli? Sarebbe stupendo.
Font "Cooper Black" super figo.
L' arte di diffondere l' arte , sciapo'
Mi permetto di chiedere: se consideriamo arte contemporanea anche le manifestazioni artistiche come alcuni cartoni animati o fotografie di alta moda, o selfie etc... allora il rischio non è che alla lunga non sappiamo più riconoscere e distinguere un oggetto artistico da qualcos'altro che invece non lo è? E quindi c'è qualcosa, qualche entità/valore intrinseco alle opere che segna il confine che divide ciò che è arte da ciò che non è arte?
A me non pare che un selfie sia una manifestazione artistica, per quanto possa essere originale (o una scarpa). Un selfie messo sui social tanto meno.. mi sembra più una cosa del tipo "mettiamo nella vetrina delle immagini anche la mia faccia, magari piace a qualcuno".che è esattamente quello che un artista (o pseudo artista nella maggior parte dei casi) fa con la propria arte (o pseudo arte) Ci sono artisti che, per scelta, decidono di non proporsi al pubblico dei social (per esempio perché contrari alla logica binaria mipiace-nonmipiace che scaturisce dall'ambiente digitale) o, per casualità, pur proponendosi sui social non raggiungono il successo (e non perché non sono capaci, o perché non hanno le idee giuste o la loro arte non corrisponde al gusto del secolo, ma perché sono loro richieste delle conoscenze per lo più imprenditoriali/manageriali/digitali che prescindono dall'arte, e che quindi non sono arte, ossia la capacità di farsi pubblicità, di capire gli algoritmi dei social, etc).
Ci sono persone che propongono arte sui social come ci sono persone che propongono selfie, fotografie e disegni mediocri o no, e la loro capacità di raggiungere gli utenti può essere diversa, a seconda della loro bravura nell'arrivare al pubblico. Ma resta il fatto che i primi sono artisti e fanno arte, gli altri no (le immagini o gli oggetti non sono tutte arte), a prescindere dai numeri. E di contro il numero (in views, like o follower) non implica che sto avendo a che fare con l'arte, ma talvolta piuttosto con qualcosa di "artistico", e sono due cose diverse. La prima è un'essenza, il secondo un riferimento. Un videogioco è arte? Boh ripeto boh. La pubblicità è arte?
Andrea Zanetti e allora non si dice se una cosa è arte o no fin quando l'oggetto (o quel che è) ha subito il processo storico. E quindi si sta parlando del nulla
Sono d'accordo con il fatto che l'arte sia un concetto mutevole, non molto sul fatto che sia la collettività a decidere in modo democratico con opinioni e giudizi che cosa sia l'arte e cosa no. Io posso benissimo dirti che sono un'artista e che so perfettamente che sto facendo arte, non ho bisogno dell'opinione o del giudizio di nessuno per saperlo.
È improbabile che i videogiochi saranno considerati arte in futuro. E così molte altre cose legate alla tecnologia. La tecnologia è bella ma ha un grandissimo problema. I supporti diventano obsoleti e di conseguenza i contenuti illeggibili. Vedi per esempio le vecchie pellicole cinematografiche, guardare una pellicola oggi è improbabile (okay ci sono le copie in digitale, ma quelle ci sono perché l'audiovisivo è stato fin dall'inizio considerato come una manifestazione artistica, ne consegue la conservazione e la salvaguardia). Ma i videogiochi non mi pare che siano considerati arte dal collettivo, piuttosto metodi per rincoglionirsi.
Secondo me non si tratta nemmeno di bravura ad arrivare al pubblico, hanno solo dei sostenitori iniziali tipo amici ecc. che fanno hype
@@elenabenigni3789 Secondo il New York Times sono arte e non sono affatto un metodo per rincoglionirsi
Pazzesko questo venti
18:50
23:10
29:04
Molto bene
pazzesco
Ma nooo ma perché è finito così presto ?!?
wow
È possibile andare a bere un caffè con Riccardo e Irene? Dove ci si prenota?
Al minuto 5 non sono d'accordo con niente di quello che Falcinelli ha detto. Però mi fido e vado avanti.
Perché non sei d’accordo?
strainteressante
CHE COS'È IL BIANCO ? È LA LUCE SONO TUTTI I COLORI
Poi effettivamente migliora.
ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
So che non hai guardato Sofia in faccia
Bellixximo maaa i venti letterari? 😢
4:20 “Van Gogh nesuno se lo cagava”
che uscita infelice.
th-cam.com/video/X-oegRckjLM/w-d-xo.html anche io ho fatto un video sul tema! :)
Vi seguo sempre, grandissimi
Falcinelli si muove su livelli troppo più alti
Molto pericoloso associare l'arte alla pubblicità, c'è mezzo 900 che si ribalta nella tomba tra situazionisti e scuola di franco forte...
ionosfera
hey tu delusa...
video estremamente interessante e intrigante!