Grata 👏 mi avete suscitato una vergogna tale🥺 di essere stata cieca e di non avermi fatta mai domande in merito. Quando ti si aprono gli occhi, ti è impossibile non vedere. Mi dispiace. Che possa io come voi due care amiche, contribuire, con i miei pensieri e parole e azioni a creare persone libere e felici🙏
Concordo sul fatto che, per quanto riguarda le minoranze, spesso ci siano molti punti in comune, soprattutto quando si parla di discriminazione e devo dire che la questione del "passare" e poter essere persone assimilate nella società e, di conseguenza, nascondere in un certo senso parte della propria identità c'è anche nella comunità trans e se in parte é un privilegio che aiuta a non essere persone discriminate, dall'altra parte, come diceva l'ospite, ti ritrovi a pensare al fatto che non vuoi nascondere questa parte di te o provarne vergogna e capita che per alcune persone questo porti a fare coming out per poter essere una rappresentazione ed un supporto a tutte le altre persone della comunità, cosa che io trovo positiva e certamente difficile da prendere per tutte le conseguenze che ne derivano a causa della disparità sociale. Bella puntata davvero, molto interessante e utile a mio avviso. Grazie ad entrambe 🙏
prima di tutto grazie. Io ascoltando la puntata mi sono ricordata che ho avuto due amiche/compagne di classe Rom. Me ne sono ricordata proprio perché da adulta ho incontrato una di loro al bar, sono andata a salutarla perché era una delle poche persone con cui avevo un rapporto in classe, da brava bambina autistica relazionavo pochissimo con gli altri e (per gioia di mia madre) mi relazionavo con le bambine Rom. Poco dopo un mio amico mi chiese sconvolto "ma perché la saluti?" e proseguì con diversi insulti. Per lui era inconcepibile che una persona come me (per bene) avesse rapporti con una ragazza Rom. Io mi ero dimenticata della associazione che lei fosse Rom finché non ho sentito questa puntata e mi sono ricordata di questo e di tanti altri episodi. Ricordo che alle elementari mia madre fece di tutto per non farmi frequentare una nostra compagna "di tutte lei bambine proprio con lei dovevi fare amicizia?". Ho sempre odiato il razzismo da quando avevo 7 anni. E anche a me hanno detto "se dici di essere autistica potrebbe crearti problemi". Problemi? è dal 1993 che frequento ogni minoranza, combatto ogni ingiustizia sociale, le subisco. Le ho collezionate stile raccolta Pokemon, perché ho una sorta di valore etico interiore che io non sono in grado e non voglio frenare. Ho imparato a dire: "se alle persone non sta bene chi sono e come sono, i miei valori e le battaglie che combatto, possono non far parte della mia vita". Ma soprattutto lo faccio per chi non ha le risorse, le energie, la voglia di raccontare le discriminazioni che subiscono in prima persona. Non tutti hanno le risorse di affrontare queste battaglie, di fare outing e questo aspetto va rispettato. Forse prima o poi pagherò lo scotto di tutto questo, a fino ad oggi, ho avuto in cambio delle amicizie sincere e che mi hanno permesso di essere la persona che sono oggi, di arrivare dove sono arrivata. Comprese le mie amiche Rom, che per quanto abbia frequentato poco e solo a scuola, sono tra le poche persone con cui ho avuto un rapporto durante gli anni peggiori della scuola.
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ facciamo così te lo dico come quando lo dicevamo da bambine cuoricini all'infinito altrimenti non finisco più di farli ( e devo preparare la cena )
Però mi sorge una osservazione da quello che dite cioè non è che una persona debba per forza dire che è autistica nel posto del lavoro se comunque non se la sente, penso che se ha la capacità di gestirsi e la fortuna di saper come comportarsi può scegliere un ambiente di lavoro non troppo diciamo fuori dalla sua norma e tranquillamente portare avanti le relazioni con gli altri certo il modo molto più attenuato però senza per forza stare lì a dire le sue cose private
E' esattamente ciò che consiglio io: non è obbligatorio dirlo. Comprendo però da dove può venire il desiderio di dirlo: prima di tutto molte persone autistiche hanno un alto senso della verità e della giustizia quindi si sentono in dovere di comunicarlo sul posto di lavoro. Un'altro motivo può essere anche la speranza di dare giustificazione a determinati propri atteggiamenti che in precedenza erano fraintesi, un modo per dire "non sono asociale, non voglio offendere, mi comporto così perché sono autistica" nella (spesso vana) speranza di diminuire l'antipatia dei propri confronti. Un altro motivo può essere chiaramente anche quello di giustificare cambiamenti e aggiustamenti che sarebbero utili per la persona autistica per lavorare meglio e gli sono sempre stati negati perché "le regole sono uguali per tutti". Le ragioni che spingono a dirlo sul posto di lavoro sono tante e si tende spesso a sottovalutare gli effetti negativi (tendenzialmente non siamo bravi a prevedere le reazioni degli altri sopratutto nelle situazioni che ci riguardano in prima persona). Per questo io di solito consiglio di ponderare bene la decisione prima di agire.
Sulla questione , tenderei a non essere d'accordo. Uno perché ci guiderebbe la paura di essere fraintesi e quindi giudicati per quello che non siamo (devo dirlo devo dirlo altrimenti la gente pensa che io sia pazzo) e due perché tendiamo / vogliamo capire sempre con chi abbiamo a che fare (Sei autistico? Ah adesso si spiega, meno male, grazie che me lo hai detto). L'unica persona verso cui è obbligatorio fare coming out è se stessi. E quando questo avviene si apre un mondo fino a prima inimmaginabile, che però stava e starà sempre dentro di te. Un mondo dove vorticosamente i pezzi del puzzle vanno a ricomporsi, a creare un disegno nuovo. Tu che pensavi che il cielo fosse in alto in realtà scopri che il cielo è parte di te, del tuo quotidiano, e ti senti leggero e ti pare di volare. Anzi no, voli per davvero. E sei così felice che vuoi condividere con gli altri questa tua gioia, la tua assenza di peso, la tua ritrovata coerenza (che tu nel cuore tuo hai sempre pensato ci fosse) dicevo condividerai questo forse non con tutti, ma sicuramente con chi hai scelto. Io oggi mi sento così, come un essere silenzioso, strano per i più disattenti, fantastico per chi mi conosce e mi vuole bene. E guardo chi come te è la frontwoman di una band che suona e canta parole bellissime. Chi come te. Chi come te? Nessuna.
Ciao Emanuela, so che non c'entra nulla con il video, ma volevo farti una domanda e avendo disinstallato Instagram non potevo inviartela nei dm privatamente. Volevo il tuo parere su Pizzaut, una pizzeria in provincia di Milano che è diventato un vero e proprio franchising sull'autismo. A me puzza molto. Vivendo vicina e facendo parte della comunità nello spettro del territorio ho sentito cose che mi hanno fatto storcere il naso. Qual è la tua opinione su realtà "inclusive" come la loro?
Non ci sono mai stata, ma esattamente come te ho sentito cose che mi hanno fatto storcere il naso. Non mi piacciono, alla tavoletta dell'imprenditore buono che da lavoro ai disgraziati non mi piace, nel capitalismo umano il prodotto è l'umano.
Non vorrei dire, ma la storia della discriminazione è parzialissima. Così come viene raccontato, sembra quasi che tutte le sventure di Rom e Sinti siano iniziate nel momento stesso in cui sono arrivati in un'Europa frammentata e, per ciò stesso, alla ricerca continua del controllo. Tuttavia, si fa più volte riferimento a un'originaria fuga dall'India, la quale fa necessariamente pensare che ci siano state persone cattive con Rom e Sinti anche con un colore di pelle diverso dal bianco. Capisco che viviamo un'epoca in cui non si fa che addossare tutte le colpe ai bianchi, ma così si esagera. Non tutto il male del mondo viene sempre e solo dagli europei/occidentali. Dopotutto, non è forse vero che gli arabi hanno diffuso l'islam in Nordafrica e non solo a colpi di spada e di conversioni forzate? E i Maori, tanti arrabbiati con gli europei che hanno colonizzato la Nuova Zelanda, non hanno a loro volta cancellato dalla faccia della terra i Moriori? Dai su, cerchiamo di essere obiettivi e di attribuire correttamente le responsabilità dei fatti. La teoria dell'unico capro espiatorio è insostenibile e odiosa.
Questa però è una deduzione tua, non è che ad essere parziale sei tu? Come dici tu si fa più volte riferimento alla fuga dall’India, quindi é piuttosto ovvio. La teoria dell’unico capro espiatorio non l’hai trovata qua. Poi, storia a parte, tutt’oggi ci sono dittatori un di ogni colore e questo non attenua minimamente la gravità delle discriminazioni che i rom e vivono.
@@EmanuelaMasia ma non è ovvio, così come è scorretto dire che rom e sinti sono diventati nomadi a seguito del comportamento persecutorio dei soli europei. A me risulta che tra India ed Europa, tra i secoli XI e XV, esistessero parecchi territori governati da persone non occidentali. Per dirne una: i turchi come hanno trattato rom e sinti? Non è che pure loro gli hanno fatto passare le pene dell'inferno, contribuendo al nomadismo forzato? Qui si parla per minuti interi solamente dell'Europa e ogni colpa è attribuita agli europei! Il tutto mentre quello che hanno combinato gli indiani in origine è lasciato alla superficialità di un espressione come "fuga dall'India". Allora, perché non riassumere quello che hanno fatto gli europei con qualcosa del tipo "peregrinazioni nel vecchio continente"? Con tutto il rispetto ma i bianchi sono pure gli unici destinatari di una categoria di studi tesa a mettere sotto la lente di ingrandimento le loro malefatte: i Whiteness studies (come se non bastassero già i Post-colonial studies). Viceversa, branche di ricerca come i Black o Latino studies sono stati concepiti solo e unicamente per esaltare le popolazioni non bianche oggetto di analisi. Questa situazione la si ritrova sostanzialmente pure in questa puntata del podcast e non accettabile. Bisogna essere più obiettivi di così. L'uomo ha fatto schifo a tutte le latitudini e deve essere detto chiaramente, altrimenti una buona fetta di mondo cresce nella più totale deresponsabilizzazione rispetto ai fatti del proprio passato.
Grata 👏 mi avete suscitato una vergogna tale🥺 di essere stata cieca e di non avermi fatta mai domande in merito. Quando ti si aprono gli occhi, ti è impossibile non vedere. Mi dispiace. Che possa io come voi due care amiche, contribuire, con i miei pensieri e parole e azioni a creare persone libere e felici🙏
Concordo sul fatto che, per quanto riguarda le minoranze, spesso ci siano molti punti in comune, soprattutto quando si parla di discriminazione e devo dire che la questione del "passare" e poter essere persone assimilate nella società e, di conseguenza, nascondere in un certo senso parte della propria identità c'è anche nella comunità trans e se in parte é un privilegio che aiuta a non essere persone discriminate, dall'altra parte, come diceva l'ospite, ti ritrovi a pensare al fatto che non vuoi nascondere questa parte di te o provarne vergogna e capita che per alcune persone questo porti a fare coming out per poter essere una rappresentazione ed un supporto a tutte le altre persone della comunità, cosa che io trovo positiva e certamente difficile da prendere per tutte le conseguenze che ne derivano a causa della disparità sociale. Bella puntata davvero, molto interessante e utile a mio avviso. Grazie ad entrambe 🙏
prima di tutto grazie.
Io ascoltando la puntata mi sono ricordata che ho avuto due amiche/compagne di classe Rom. Me ne sono ricordata proprio perché da adulta ho incontrato una di loro al bar, sono andata a salutarla perché era una delle poche persone con cui avevo un rapporto in classe, da brava bambina autistica relazionavo pochissimo con gli altri e (per gioia di mia madre) mi relazionavo con le bambine Rom.
Poco dopo un mio amico mi chiese sconvolto "ma perché la saluti?" e proseguì con diversi insulti. Per lui era inconcepibile che una persona come me (per bene) avesse rapporti con una ragazza Rom. Io mi ero dimenticata della associazione che lei fosse Rom finché non ho sentito questa puntata e mi sono ricordata di questo e di tanti altri episodi.
Ricordo che alle elementari mia madre fece di tutto per non farmi frequentare una nostra compagna "di tutte lei bambine proprio con lei dovevi fare amicizia?".
Ho sempre odiato il razzismo da quando avevo 7 anni. E anche a me hanno detto "se dici di essere autistica potrebbe crearti problemi".
Problemi? è dal 1993 che frequento ogni minoranza, combatto ogni ingiustizia sociale, le subisco. Le ho collezionate stile raccolta Pokemon, perché ho una sorta di valore etico interiore che io non sono in grado e non voglio frenare. Ho imparato a dire: "se alle persone non sta bene chi sono e come sono, i miei valori e le battaglie che combatto, possono non far parte della mia vita".
Ma soprattutto lo faccio per chi non ha le risorse, le energie, la voglia di raccontare le discriminazioni che subiscono in prima persona.
Non tutti hanno le risorse di affrontare queste battaglie, di fare outing e questo aspetto va rispettato.
Forse prima o poi pagherò lo scotto di tutto questo, a fino ad oggi, ho avuto in cambio delle amicizie sincere e che mi hanno permesso di essere la persona che sono oggi, di arrivare dove sono arrivata. Comprese le mie amiche Rom, che per quanto abbia frequentato poco e solo a scuola, sono tra le poche persone con cui ho avuto un rapporto durante gli anni peggiori della scuola.
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ facciamo così te lo dico come quando lo dicevamo da bambine cuoricini all'infinito altrimenti non finisco più di farli ( e devo preparare la cena )
Però mi sorge una osservazione da quello che dite cioè non è che una persona debba per forza dire che è autistica nel posto del lavoro se comunque non se la sente, penso che se ha la capacità di gestirsi e la fortuna di saper come comportarsi può scegliere un ambiente di lavoro non troppo diciamo fuori dalla sua norma e tranquillamente portare avanti le relazioni con gli altri certo il modo molto più attenuato però senza per forza stare lì a dire le sue cose private
E' esattamente ciò che consiglio io: non è obbligatorio dirlo. Comprendo però da dove può venire il desiderio di dirlo: prima di tutto molte persone autistiche hanno un alto senso della verità e della giustizia quindi si sentono in dovere di comunicarlo sul posto di lavoro. Un'altro motivo può essere anche la speranza di dare giustificazione a determinati propri atteggiamenti che in precedenza erano fraintesi, un modo per dire "non sono asociale, non voglio offendere, mi comporto così perché sono autistica" nella (spesso vana) speranza di diminuire l'antipatia dei propri confronti. Un altro motivo può essere chiaramente anche quello di giustificare cambiamenti e aggiustamenti che sarebbero utili per la persona autistica per lavorare meglio e gli sono sempre stati negati perché "le regole sono uguali per tutti". Le ragioni che spingono a dirlo sul posto di lavoro sono tante e si tende spesso a sottovalutare gli effetti negativi (tendenzialmente non siamo bravi a prevedere le reazioni degli altri sopratutto nelle situazioni che ci riguardano in prima persona). Per questo io di solito consiglio di ponderare bene la decisione prima di agire.
@@EmanuelaMasia forse si può non dire finché si riesce a stare al passo, ma non tutti riescono...
@@m.valentini5196 esatto, non tutti riescono e quando non è "autismo" le etiche ci sono lo stesso ma sono altre, comunque escludenti.
Sulla questione , tenderei a non essere d'accordo. Uno perché ci guiderebbe la paura di essere fraintesi e quindi giudicati per quello che non siamo (devo dirlo devo dirlo altrimenti la gente pensa che io sia pazzo) e due perché tendiamo / vogliamo capire sempre con chi abbiamo a che fare (Sei autistico? Ah adesso si spiega, meno male, grazie che me lo hai detto). L'unica persona verso cui è obbligatorio fare coming out è se stessi. E quando questo avviene si apre un mondo fino a prima inimmaginabile, che però stava e starà sempre dentro di te. Un mondo dove vorticosamente i pezzi del puzzle vanno a ricomporsi, a creare un disegno nuovo. Tu che pensavi che il cielo fosse in alto in realtà scopri che il cielo è parte di te, del tuo quotidiano, e ti senti leggero e ti pare di volare. Anzi no, voli per davvero. E sei così felice che vuoi condividere con gli altri questa tua gioia, la tua assenza di peso, la tua ritrovata coerenza (che tu nel cuore tuo hai sempre pensato ci fosse) dicevo condividerai questo forse non con tutti, ma sicuramente con chi hai scelto. Io oggi mi sento così, come un essere silenzioso, strano per i più disattenti, fantastico per chi mi conosce e mi vuole bene. E guardo chi come te è la frontwoman di una band che suona e canta parole bellissime. Chi come te. Chi come te? Nessuna.
Ciao Emanuela, so che non c'entra nulla con il video, ma volevo farti una domanda e avendo disinstallato Instagram non potevo inviartela nei dm privatamente. Volevo il tuo parere su Pizzaut, una pizzeria in provincia di Milano che è diventato un vero e proprio franchising sull'autismo. A me puzza molto. Vivendo vicina e facendo parte della comunità nello spettro del territorio ho sentito cose che mi hanno fatto storcere il naso. Qual è la tua opinione su realtà "inclusive" come la loro?
Non ci sono mai stata, ma esattamente come te ho sentito cose che mi hanno fatto storcere il naso. Non mi piacciono, alla tavoletta dell'imprenditore buono che da lavoro ai disgraziati non mi piace, nel capitalismo umano il prodotto è l'umano.
nomadare nomadare...
ciao sorelle anche io non lavoro ma ho soldi non so voi ma io mi rompo il sedere. mi chiamano zingaro dalle elementari😅
Non vorrei dire, ma la storia della discriminazione è parzialissima. Così come viene raccontato, sembra quasi che tutte le sventure di Rom e Sinti siano iniziate nel momento stesso in cui sono arrivati in un'Europa frammentata e, per ciò stesso, alla ricerca continua del controllo. Tuttavia, si fa più volte riferimento a un'originaria fuga dall'India, la quale fa necessariamente pensare che ci siano state persone cattive con Rom e Sinti anche con un colore di pelle diverso dal bianco.
Capisco che viviamo un'epoca in cui non si fa che addossare tutte le colpe ai bianchi, ma così si esagera. Non tutto il male del mondo viene sempre e solo dagli europei/occidentali. Dopotutto, non è forse vero che gli arabi hanno diffuso l'islam in Nordafrica e non solo a colpi di spada e di conversioni forzate? E i Maori, tanti arrabbiati con gli europei che hanno colonizzato la Nuova Zelanda, non hanno a loro volta cancellato dalla faccia della terra i Moriori?
Dai su, cerchiamo di essere obiettivi e di attribuire correttamente le responsabilità dei fatti. La teoria dell'unico capro espiatorio è insostenibile e odiosa.
Questa però è una deduzione tua, non è che ad essere parziale sei tu? Come dici tu si fa più volte riferimento alla fuga dall’India, quindi é piuttosto ovvio. La teoria dell’unico capro espiatorio non l’hai trovata qua. Poi, storia a parte, tutt’oggi ci sono dittatori un di ogni colore e questo non attenua minimamente la gravità delle discriminazioni che i rom e vivono.
@@EmanuelaMasia ma non è ovvio, così come è scorretto dire che rom e sinti sono diventati nomadi a seguito del comportamento persecutorio dei soli europei. A me risulta che tra India ed Europa, tra i secoli XI e XV, esistessero parecchi territori governati da persone non occidentali. Per dirne una: i turchi come hanno trattato rom e sinti? Non è che pure loro gli hanno fatto passare le pene dell'inferno, contribuendo al nomadismo forzato? Qui si parla per minuti interi solamente dell'Europa e ogni colpa è attribuita agli europei! Il tutto mentre quello che hanno combinato gli indiani in origine è lasciato alla superficialità di un espressione come "fuga dall'India". Allora, perché non riassumere quello che hanno fatto gli europei con qualcosa del tipo "peregrinazioni nel vecchio continente"?
Con tutto il rispetto ma i bianchi sono pure gli unici destinatari di una categoria di studi tesa a mettere sotto la lente di ingrandimento le loro malefatte: i Whiteness studies (come se non bastassero già i Post-colonial studies). Viceversa, branche di ricerca come i Black o Latino studies sono stati concepiti solo e unicamente per esaltare le popolazioni non bianche oggetto di analisi. Questa situazione la si ritrova sostanzialmente pure in questa puntata del podcast e non accettabile.
Bisogna essere più obiettivi di così. L'uomo ha fatto schifo a tutte le latitudini e deve essere detto chiaramente, altrimenti una buona fetta di mondo cresce nella più totale deresponsabilizzazione rispetto ai fatti del proprio passato.
ti manca un piadinaro?