Approfondimento. Al Policlinico di Bari, arriva il nuovo primario del reparto di Neurochirurgia

Dopo dieci anni a Lione, in Francia, il professore Francesco Signorelli, neurochirurgo, è approdato al Policlinico di Bari, dopo aver risposto al bando pubblicato dall'Azienda Ospedaliero Universitaria del capoluogo pugliese, che ricercava da mesi un primario per il reparto di Neurochirurgia. Dopo uno stop di qualche mese, dunque, riprende l'attività all'interno del reparto, ma è necessario ripartire dalle competenze già presenti, valorizzando le risorse umane fino ad ora trascurate.
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[@gaetanodrago9076]

speriamo che sia ripristinata la scuola di specializzazione di neurochirurgia

[@vancaravann]

Aggiungerei anche di etica professionale , visto quello che è in atto nel reparto di Neurochirurgia......

[@Francinocanadien]

Si spieghi e mi dica anche a cosa si riferisce. Meglio, mi dica chi è, faccia un atto di coraggio

[@vancaravann]

francesco signorelli . Non avrei alcun problema a chiarire alcuni aspetti sia comportamentali che gestionali . Parlo di paziente dimesso con oltre 38,6 di febbre e con gravi forme di piaghe da decubito tanto da essere immediatamente ricoverato con urgenza in altra struttura per una gravissima forma di sepsi ancora oggi presente ma in leggero miglioramento dopo tre mesi di supplizi vari che hanno interessato altri organi . Le suggerisco che tutti i suoi pazienti allettati avessero a disposizione dei materassini allo scopo di evitare piaghe da decubito. Parliamo anche di assistenza infermieristica e non , che ritengo inaffidabile e scaltra sia nei comportamenti verso i familiari dei pazienti che verso la stessa struttura . Le garantisco che non è piacevole sentire la stessa cosa da soggetti che vagano in altri centri con gli stessi problemi . Confido nel suo buon operato con mano ferma e risoluta . Grazie.

[@Francinocanadien]

jo cag la prego di contattarmi in privato per darmi i particolari della vicenda che lei descrive in maniera anonima e che non mi consente di replicare. Solo cosí potró porre rimedio. Scrivere come fa lei senza ch’io possa entrare nel merito non serve a nulla, solo a gettare fango su chi come me ed i miei collaboratori mette la sua faccia, la passione e l’impegno a costo di sacrifici quotidiani.
Se le stanno davvero a cuore le sorti del nostro reparto e dei pazienti che trattiamo non può rimanere anonimo: troppo facile e troppo superficiale.
La saluto