Comunque vorrei dire due parole riguardo alla questione economica: spesso leggo frasi del tipo "eh ma i marchi low cost hanno successo perché molta gente non può permettersi altro" e non è proprio così. Chi non può permettersi di spendere soldi in vestiti magari sì, comprerà low cost, ma comprerà ciò che davvero gli serve. Le ragazze che spendono centinaia e centinaia di euro in Shein, h&m et similia sono ciò che alimenta questo business e no, non sono povere, perché se sei povero non spendi centinaia di euro in vestiti che poi metti una sola volta giusto per andare a ballare (ho sentito davvero ragazze dire di fare così). A me sembra un modo velato di incolpare le fasce basse di popolazione quando in realtà il problema sta nella fascia media o anche medio alta
Sono impressionata! Mai sentita un' analisi così lineare, lucida, giusta. Fra l'altro, è come se mi avessi spiegato (proprio a me) cose che intuivo ma che ancora non focalizzavo Grazie ❤🙏
La mia strategia da qualche anno a questa parte è: comprare poco nei negozi e solo marchi che garantiscano uno standard di qualità nei materiali. Se poi ho voglia di regalarmi un abito carino (che magari non mi serve) o una borsa nuova vado su Vinted e scelgo un articolo di seconda mano, ma bello, di qualità e al quale sono certa di poter dare una seconda vita. Bellissimo video, brava.
Io ultimamente ho comprato dei vestitini di viscosa ( visto che in giro trovo solo poliestere) su Vestiaire, onestamente erano praticamente nuovi, messi davvero poche volte secondo me, sono contentissima e anche delle belle borse
Grazie Anna Venere, un video necessario e utile dall'inizio alla fine...ma soprattutto gli utili 3 minuti sono la chiara spiegazione di ciò che sta avvenendo e ciò che viene rappresentato !! Grazie❤
Anna quoto tutto e sottoscrivo. Un'analisi ottima direi, mi avevi convinta con l'ottica del farsi i fatti propri e non giudicare le abitudini di consumo altrui (che poi h&m i pantaloni li fa fino alla taglia 50, la maggior parte dei brand si fermano alla 46 se va bene), ma con la stoccata finale alla politica e allo pseudolibero mercato (perché poi su altre merci i dazi li mettono) mi hai colpita proprio!! Un abbraccio ❤
Concordo su tutta la linea: fare informazione, non de-responsabilizzare e cercare di fare del proprio meglio, ma innanzitutto, ecco, individuare i veri responsabili: appunto non la 20enne ma chi ha permesso l'affermarsi di questo modello economico globalmente e localmente ingiusto, i dictat sulla bellezza femminile ecc Peraltro grazie per aver inserito anche il privilegio del rapporto col corpo... Finalmente qualcuno che lo dice 😊
Cara Anna il tuo discorso in linea teorica è giustissimo però poi all'atto pratico non funziona per vari fattori. Le donne amano avere tanti vestiti, sopratutto le ragazze, amano sfoggiare sul lavoro, cambiarsi tutti i giorni, seguire la moda, truccarsi......apri Shein e un tailleur costa 30 euro e lo trovi dalla 38 alle 54, con 100 euro se ne comperano tre mentre con 100 euro in un qualunque altro negozio, di media levatura, forse comperi solo la giacca . Il nostro potere di acquisto è ridotto ai minimi termini e quindi ecco spiegato il successo di questi siti. Nel campo dell'abbigliamento c'è un ricarico spaventoso e anche questo andrebbe calmierato se vogliamo danneggiare questa catena della fast fashion. Non è un caso che in questi ultimi anni sempre piu persone acquistino sia on line sia su siti veramente low cost ma non si può fare loro una colpa di questo perchè una ragazza che va a lavorare, magari deve cambiarsi spesso e deve fare i conti col suo budget non credo possa comperare da Lili Silk . Io personalmente alla mia età non sono piu vittima del trend e quindi compro tendenzialmente poco ma vedo mie colleghe molto piu giovani di me che vivono su questi siti low cost e sinceramente non mi sento di fargliene una colpa. Grazie per il video.
@@emanuelamulas8035 mi sono fermata a “le donne amano avere tanti verstiti” questo è un pregiudizio di genere molto grosso. Le donne non amano avere tanti vestiti, amano fare poca fatica nel vestirsi dato tutto quello che viene richiesto loro come carico domestico e mentale. Alle donne è RICHIESTO che si cambino sempre e che siano sempre belle e alla moda.
Concordo su tutta la linea, però vorrei sottolineare quello che dicevi: non possiamo essere sicuri che un marchio sia sostenibile. Grandi firne sfruttano il lavoro minorile e sottopagato. La strada credo sia ancora lunga per la sostenibilità
Qui a Bologna c'è un negozio dove le due socie comprano fine pezza di qualità e fanno loro all'interno vestiti (su loro modelli), che ovviamente sono in produzioni limitate. Direi produzioni sostenibili!!!!!!! (hanno anche vinto un premio per i giovani con idee sostenibili)
@@teresaguidi5247 sì esistono molte artigiane. Purtroppo per essere sostenibili bisogna verificare anche la provenienza del tessuto, dove è stato prodotto, in che modo e come sono state gestiti scarti e manodopera. Il mio non vuole essere un discorso di cercare il pelo nell’uovo. Ci sono tante brave artigiane, ma nel capire che il problema non e chi compra, ma chi consente di vendere prodotti che sono stati creati in modo dannoso e contrario alle leggi italiane anche qui in Italia.
Il problema del sostenibile, al di lá del prezzo, e’ anche che magari non si adatta al proprio stile e ai propri gusti. Per esempio lilysilk a me non piace, non discuto la qualità ma non e’ il mio stile, non va bene per me. E cosí con altri sostenibili che magari trovo troppi classici, troppo lineari, troppo basic, per me non vanno bene. Ma mi rifiuto allo stesso tempo di entrare da Zara e simili, io non so piú dove sbattere la testa
@@francesca5156 concordo, allo stesso modo fino a 10 anni fa i brand sostenibile avevano tutto uno stile alternativo, over, anni 70 e multi colorato. Che non è in linea coi gusti di tutti.
@ vero, me lo ricordo. Poi ti dicono “compra vintage”, si, e ‘sti cavoli, scusate! Per me non e’ nemmeno una questione di localitá o taglia (vivo a Barcellona e porto la 42 per cui da questo punto di vista sono pure avvantaggiata), anche se capisco chi ha anche queste problematiche, ma proprio non trovo nulla che mi piaccia nel vintage!
Non diamo mai per scontato che tutti conoscano i gravissimi problemi legati alla fast fashion. Concordo perciò sul non criticare a priori, ma informare correttamente è doveroso. E chi è attivo sui social ed ha qualche modo di influenzare gli altri, deve tenerne conto. Ad esempio, parli di LilySilk, bene; perchè non di equo-solidale?
@@claracarcano3708 perché con lilysilk ci lavoro, mentre equo solidale non mi ha mai contattato e inoltre ha uno stile specifico che non riesce a corrispondere a tutti.
Non credo del tutto perché questa certificazione riguarda solo il filato, il tessuto, e non tutte le altre fasi produttive come la manodopera che ha cucito o lavorato il capo ad esempio.
Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!!! Vestire sostenibile purtroppo è solo per pochi, è un privilegio!
Comunque vorrei dire due parole riguardo alla questione economica: spesso leggo frasi del tipo "eh ma i marchi low cost hanno successo perché molta gente non può permettersi altro" e non è proprio così. Chi non può permettersi di spendere soldi in vestiti magari sì, comprerà low cost, ma comprerà ciò che davvero gli serve. Le ragazze che spendono centinaia e centinaia di euro in Shein, h&m et similia sono ciò che alimenta questo business e no, non sono povere, perché se sei povero non spendi centinaia di euro in vestiti che poi metti una sola volta giusto per andare a ballare (ho sentito davvero ragazze dire di fare così).
A me sembra un modo velato di incolpare le fasce basse di popolazione quando in realtà il problema sta nella fascia media o anche medio alta
Sono impressionata! Mai sentita un' analisi così lineare, lucida, giusta. Fra l'altro, è come se mi avessi spiegato (proprio a me) cose che intuivo ma che ancora non focalizzavo
Grazie ❤🙏
Le tue riflessioni sono sempre equilibrate e costruttive: davvero stimolanti! Grazie Anna 😊
Finalmente! Brava! Che bel vodeo!
L'argomento mi sta molto a cuore. Sono arrivata alla tua stessa conclusione. L'unica arma che abbiamo è comprare meno e di qualità.
La mia strategia da qualche anno a questa parte è: comprare poco nei negozi e solo marchi che garantiscano uno standard di qualità nei materiali. Se poi ho voglia di regalarmi un abito carino (che magari non mi serve) o una borsa nuova vado su Vinted e scelgo un articolo di seconda mano, ma bello, di qualità e al quale sono certa di poter dare una seconda vita. Bellissimo video, brava.
Io ultimamente ho comprato dei vestitini di viscosa ( visto che in giro trovo solo poliestere) su Vestiaire, onestamente erano praticamente nuovi, messi davvero poche volte secondo me, sono contentissima e anche delle belle borse
Io sensibilissima al discorso ti faccio i miei complimenti. Bravissima!
Grazie Anna Venere, un video necessario e utile dall'inizio alla fine...ma soprattutto gli utili 3 minuti sono la chiara spiegazione di ciò che sta avvenendo e ciò che viene rappresentato !! Grazie❤
Per favore fate più di questo video,così tutti impariamo a comprare poco e giusto ....
Grazie.. questo video dovrebbe essere proiettato nelle scuole.. buona serata
Lucida ed equilibrata, brava!
Anna quoto tutto e sottoscrivo. Un'analisi ottima direi, mi avevi convinta con l'ottica del farsi i fatti propri e non giudicare le abitudini di consumo altrui (che poi h&m i pantaloni li fa fino alla taglia 50, la maggior parte dei brand si fermano alla 46 se va bene), ma con la stoccata finale alla politica e allo pseudolibero mercato (perché poi su altre merci i dazi li mettono) mi hai colpita proprio!! Un abbraccio ❤
Concordo su tutta la linea: fare informazione, non de-responsabilizzare e cercare di fare del proprio meglio, ma innanzitutto, ecco, individuare i veri responsabili: appunto non la 20enne ma chi ha permesso l'affermarsi di questo modello economico globalmente e localmente ingiusto, i dictat sulla bellezza femminile ecc
Peraltro grazie per aver inserito anche il privilegio del rapporto col corpo... Finalmente qualcuno che lo dice 😊
3 parole: brava, brava, brava!!!!!!!!
Ciao Anna,grazie per questo video molto interessante. Buona giornata ❤
Bravissima 👏👏👏👏👏 !
A me il video è piaciuto tantissimo!!! 💓
Molto interessante come articoli l' argomento. Mi piace anche questo taglio del canale.
Brava, video molto interessante 😊
Brava, video esaustivo ed equilibrato ….alcune riflessioni mi saranno utili
Cara Anna il tuo discorso in linea teorica è giustissimo però poi all'atto pratico non funziona per vari fattori. Le donne amano avere tanti vestiti, sopratutto le ragazze, amano sfoggiare sul lavoro, cambiarsi tutti i giorni, seguire la moda, truccarsi......apri Shein e un tailleur costa 30 euro e lo trovi dalla 38 alle 54, con 100 euro se ne comperano tre mentre con 100 euro in un qualunque altro negozio, di media levatura, forse comperi solo la giacca . Il nostro potere di acquisto è ridotto ai minimi termini e quindi ecco spiegato il successo di questi siti. Nel campo dell'abbigliamento c'è un ricarico spaventoso e anche questo andrebbe calmierato se vogliamo danneggiare questa catena della fast fashion. Non è un caso che in questi ultimi anni sempre piu persone acquistino sia on line sia su siti veramente low cost ma non si può fare loro una colpa di questo perchè una ragazza che va a lavorare, magari deve cambiarsi spesso e deve fare i conti col suo budget non credo possa comperare da Lili Silk . Io personalmente alla mia età non sono piu vittima del trend e quindi compro tendenzialmente poco ma vedo mie colleghe molto piu giovani di me che vivono su questi siti low cost e sinceramente non mi sento di fargliene una colpa. Grazie per il video.
@@emanuelamulas8035 mi sono fermata a “le donne amano avere tanti verstiti” questo è un pregiudizio di genere molto grosso. Le donne non amano avere tanti vestiti, amano fare poca fatica nel vestirsi dato tutto quello che viene richiesto loro come carico domestico e mentale. Alle donne è RICHIESTO che si cambino sempre e che siano sempre belle e alla moda.
@@AnnaVenere anche il tuo è stato un pregiudizio scusami eh.. ti sei fermata, ma la signora sopra ha scritto tante cose veramente valide..
Concordo su tutta la linea, però vorrei sottolineare quello che dicevi: non possiamo essere sicuri che un marchio sia sostenibile. Grandi firne sfruttano il lavoro minorile e sottopagato. La strada credo sia ancora lunga per la sostenibilità
Questo video mi è piaciuto tantissimo!!!💪💪💪 Da ascoltare tutto fino alla fine!! Maledetto capitalismo!
Qui a Bologna c'è un negozio dove le due socie comprano fine pezza di qualità e fanno loro all'interno vestiti (su loro modelli), che ovviamente sono in produzioni limitate. Direi produzioni sostenibili!!!!!!! (hanno anche vinto un premio per i giovani con idee sostenibili)
@@teresaguidi5247 sì esistono molte artigiane.
Purtroppo per essere sostenibili bisogna verificare anche la provenienza del tessuto, dove è stato prodotto, in che modo e come sono state gestiti scarti e manodopera. Il mio non vuole essere un discorso di cercare il pelo nell’uovo. Ci sono tante brave artigiane, ma nel capire che il problema non e chi compra, ma chi consente di vendere prodotti che sono stati creati in modo dannoso e contrario alle leggi italiane anche qui in Italia.
@@AnnaVenere vero. Però arrivati a questo punto entra in gioco la fiducia sulle competenze di queste persone, altrimenti.......non se ne esce più😄
@ infatti il punto è proprio che non si finisce più. Ci si può fidare di loro, ma magari loro si sono fidate di un fornitore senza poter controllare.
Il problema del sostenibile, al di lá del prezzo, e’ anche che magari non si adatta al proprio stile e ai propri gusti. Per esempio lilysilk a me non piace, non discuto la qualità ma non e’ il mio stile, non va bene per me. E cosí con altri sostenibili che magari trovo troppi classici, troppo lineari, troppo basic, per me non vanno bene. Ma mi rifiuto allo stesso tempo di entrare da Zara e simili, io non so piú dove sbattere la testa
@@francesca5156 concordo, allo stesso modo fino a 10 anni fa i brand sostenibile avevano tutto uno stile alternativo, over, anni 70 e multi colorato. Che non è in linea coi gusti di tutti.
@ vero, me lo ricordo. Poi ti dicono “compra vintage”, si, e ‘sti cavoli, scusate! Per me non e’ nemmeno una questione di localitá o taglia (vivo a Barcellona e porto la 42 per cui da questo punto di vista sono pure avvantaggiata), anche se capisco chi ha anche queste problematiche, ma proprio non trovo nulla che mi piaccia nel vintage!
Non diamo mai per scontato che tutti conoscano i gravissimi problemi legati alla fast fashion. Concordo perciò sul non criticare a priori, ma informare correttamente è doveroso. E chi è attivo sui social ed ha qualche modo di influenzare gli altri, deve tenerne conto. Ad esempio, parli di LilySilk, bene; perchè non di equo-solidale?
@@claracarcano3708 perché con lilysilk ci lavoro, mentre equo solidale non mi ha mai contattato e inoltre ha uno stile specifico che non riesce a corrispondere a tutti.
se un capo è certificato GOTS possiamo essere sicure che sia stato prodotto in maniera etica ed ecosostenibile
Non credo del tutto perché questa certificazione riguarda solo il filato, il tessuto, e non tutte le altre fasi produttive come la manodopera che ha cucito o lavorato il capo ad esempio.
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻 finalmente un discorso sensato sull'argomento
Brava❤