Al minuto 16:18 il sig.Aldo si domanda che differenza ci fosse tra loro che volontariamente andavano in Jugoslavia e quelli che dalla Jugoslavia sfollavano verso l'Italia,a mio parere la differenza sta' nella volontarietà da parte loro,e nella obbligatorietà da parte loro.
ho avuto modo di vedere tutte le interviste da voi condotte. Sono davvero interessanti. In quest'ultima si è fatta strada una nuova curiosità, la comunità italiana di fiume come ha fronteggiato il difficile periodo degli anni Novanta del Novecento? Come si è posta di fronte al dramma di una nuova guerra?
io non comprendo come non riesca a rendersi conto il Sig. Bradaschia dell'insensatezza del paragone tra gli esuli e la sua famiglia...gli esuli sono stati costretti ad andar via, minacciati e pressati in ogni modo; la sua famiglia ha scelto di trasferirsi. La differenza sta nella mancanza di possibilità di scelta. E' vero, c'è chi è rimasto e le cose (più o meno) sono andate "bene". Ma lo sappiamo col senno di poi. In quel momento la gente poteva solo valutare il presente. Come si fa a non capire la differenza? Come si può muovere accusa di eccesso di drammatizzazione? Si è persa una comunità, un'intera cultura...boh...
Molto interessante
Al minuto 16:18 il sig.Aldo si domanda che differenza ci fosse tra loro che volontariamente andavano in Jugoslavia e quelli che dalla Jugoslavia sfollavano verso l'Italia,a mio parere la differenza sta' nella volontarietà da parte loro,e nella obbligatorietà da parte loro.
Loro hanno scelto di andarsene dall’Italia mentre agli altri hanno tolto l’Italia
ho avuto modo di vedere tutte le interviste da voi condotte. Sono davvero interessanti. In quest'ultima si è fatta strada una nuova curiosità, la comunità italiana di fiume come ha fronteggiato il difficile periodo degli anni Novanta del Novecento? Come si è posta di fronte al dramma di una nuova guerra?
io non comprendo come non riesca a rendersi conto il Sig. Bradaschia dell'insensatezza del paragone tra gli esuli e la sua famiglia...gli esuli sono stati costretti ad andar via, minacciati e pressati in ogni modo; la sua famiglia ha scelto di trasferirsi. La differenza sta nella mancanza di possibilità di scelta. E' vero, c'è chi è rimasto e le cose (più o meno) sono andate "bene". Ma lo sappiamo col senno di poi. In quel momento la gente poteva solo valutare il presente. Come si fa a non capire la differenza? Come si può muovere accusa di eccesso di drammatizzazione? Si è persa una comunità, un'intera cultura...boh...