Riccardo Bruscagli è sconvolgente - crede di aver scoperto delle novità. In realtà basta leggere bene Machiavelli e scoprire che egli non ha mai scritto ne "Il Principe" che "il fine giustifica i mezzi". Già Benedetto Croce aveva sostenuto che Machiavelli è libero nella sua scienza politica dalla morale e "giustifica" è una qualità morale (Luperini, Sasso, Baldi e altri). Il Principe è un "nuovo ordine" politico che nasce in Italia dal frangente politico del periodo fra Umanesimo e Rinascimento. Machiavelli preferisce la Repubblica (cfr. Discorsi della prima deca di Tito Livio) ma riconosce in Cesare Borgia colui che per "fortuna" (capitolo XXV) è riuscito a destreggiarsi con arguzia e forza nei meandri del potere. E' in ogni modo encomiabile che il Signor Riccardo Bruscagli diffonda notizie bignamesche al pubblico imberbe delle scuole medie inferiori attraverso slogan e fotografie per sostenere ciò che è risaputo da tantissimo tempo. Se qualche lettore mi legge, consiglio la lettura dell'ultima fatica di Alberto Asor Rosa su Machiavelli, pubblicato poco tempo fa da Einaudi. Attraverso Asor Rosa, Sasso, Baldi e Luperini noi giungiamo a una conoscenza buona de "Il Principe", ovvero la capacità ermeneutica di leggere con profitto l'intera opera di Machiavelli. In conclusione, invito a non accettare solamente critici bignameschi ma a leggere con attenzione ciò che Machiavelli e poi dopo di lui Manzoni e Antonio Gramsci hanno scritto sul "Principe".
Congratulazioni. Chiarezza espositiva di questa tematica così affascinante.
"...l'imperativo del bene morale e la necessità del male politico..." Grazie della spiegazione, Professore..
Riccardo Bruscagli è sconvolgente - crede di aver scoperto delle novità. In realtà basta leggere bene Machiavelli e scoprire che egli non ha mai scritto ne "Il Principe" che "il fine giustifica i mezzi". Già Benedetto Croce aveva sostenuto che Machiavelli è libero nella sua scienza politica dalla morale e "giustifica" è una qualità morale (Luperini, Sasso, Baldi e altri). Il Principe è un "nuovo ordine" politico che nasce in Italia dal frangente politico del periodo fra Umanesimo e Rinascimento. Machiavelli preferisce la Repubblica (cfr. Discorsi della prima deca di Tito Livio) ma riconosce in Cesare Borgia colui che per "fortuna" (capitolo XXV) è riuscito a destreggiarsi con arguzia e forza nei meandri del potere.
E' in ogni modo encomiabile che il Signor Riccardo Bruscagli diffonda notizie bignamesche al pubblico imberbe delle scuole medie inferiori attraverso slogan e fotografie per sostenere ciò che è risaputo da tantissimo tempo. Se qualche lettore mi legge, consiglio la lettura dell'ultima fatica di Alberto Asor Rosa su Machiavelli, pubblicato poco tempo fa da Einaudi. Attraverso Asor Rosa, Sasso, Baldi e Luperini noi giungiamo a una conoscenza buona de "Il Principe", ovvero la capacità ermeneutica di leggere con profitto l'intera opera di Machiavelli.
In conclusione, invito a non accettare solamente critici bignameschi ma a leggere con attenzione ciò che Machiavelli e poi dopo di lui Manzoni e Antonio Gramsci hanno scritto sul "Principe".