Condivido pienamente il pensiero di Rensi sulla pluralità della realtà. Tuttavia faccio un passo indietro e personalmente affermo che ciò che è, ontologicamente e irrimediabilmente, davvero molteplice non è la realtà in sé, ma l'interpretazione del reale. La realtà in sé è nascosta, quasi inaccessibile, sicuramente non giudicabile. Della realtà possiamo sapere comunque qualcosa attraverso la semplice constatazione dei fatti in sé, attraverso l'empirismo e il metodo scientifico. Quel che cambia è l'interpretazione degli stessi fatti e tale interpretazione è e sarà sempre irriducibile ad unità, ad universalità. La guerra, proprio come affema Rensi, non è che la difesa ultima della propria individuale interpretazione, che entra in conflitto con un'altra. Parlando invece della realtà in sé, dissento sulla definizione di irrazionalità che Rensi adduce. Se per irrazionale intendiamo un qualcosa di assurdo, insensato, antinomico. La realtà in sé è dunque a mio avviso non giudicabile, quindi né razionale né irrazionale. Quel che cambia è sempre l'interpretazione del reale, non il reale.
Complimenti Professore per la luminosa scelta di un personaggio comunemente negletto e sottovalutato il cui pensiero appare invece straordinariamente attuale. E complimenti anche per l'eccellente chiarezza di una sintesi non facile.
Magnifica lezione e grande passione. Può Rensi aver conosciuto il Buddismo, sembra quasi sovrapponibile alla filosofia Buddista. Ancora complimenti non conoscevo Rensi è stata una bellissima esperienza ascoltarla. Grazie.
Ottima intuizione davvero! Rensi conosceva bene e ha citato spesso il canone buddista e i testi vedici, soprattutto il Satapata-Bramana. Grazie per il suo commento!
@@lillimonfregola4340Sa che avevo pensato di parlarne nel video? poi però me ne sono dimenticato... La concezione rensiana della "rivolta contro il reale" (come si intitola una sua opera, l'idea di una vita coraggiosamente vissuta nonostante la sua assurdità fondamentale, Sisifo come figura dell'esistenza umana sono tutti elementi ben presenti nell'opera di Rensi. Non è un caso che sia stato Jean Grenier, amico fraterno di Camus, a tradurre in francese "La filosofia dell'assurdo", che Camus quindi certamente conosceva, sebbene non degni mai Giuseppe Rensi di una menzione. Grazie
grazie a Lei per tutti i suoi profondi e istruttivi video che letteralmente mi 'bevo' e rivedo anche cinque o sei volte per apprendere il più possibile
Volevo solo aggiungere un'ultima chiosa su questa importante informazione su Camus e la sua non-citazione di Rensi, in quanto va a supportare le critiche sulla figura di questo controverso autore di una scrittrice poco nota in Italia, Elsa Triolet, moglie di Aragon sorella di Lili Brik, compagna di Majakovskji, la quale in un testo da me tradotto per la prima volta in Italia dal francese e pubblicato in una serie di antologie da me curate, il mito della Baronessa Melanie, demolisce il mito di Sisifo e ridimensiona tutto l'apparato dell'Assurdo di Camus con una semplicità che trovo disarmante. Grazie ancora per le sue inesauribili fonti di conoscenza e la piacevole condivisione che provoca in noi.
Un uomo coraggioso che naviga controcorrente. Bello stimolo, grazie. Interessante anche la visione che Rensi ha del lavoro, si potrebbe aprire un dibattito anche su questo tema
Ha ragione... Il pensiero di Rensi si è sviluppato in molteplici direzioni spesso decisamente inattese. La riflessione rensiana sul lavoro è presente, in sottotraccia, in una riflessione che avevamo proposto tempo fa su questo stesso canale (critica del lavoro). Grazie!
Rensi, non so quanto consapevolmente, ha seguito in un certo senso il percorso filosofico schopenhaueriano, con la differenza che Schopenhauer non è partito dallo scetticismo, bensì dal kantismo e dal platonismo, vale a dire dall' idealismo razionale, l' idealismo della ragione, che Kant definirebbe trascendentale, dando una sistemazione razionale al pessimismo, ossia alla filosofia dell' assurdo cosmico. Ora, se la filosofia deve essere filosofia, essa ha da stabilire una logica laddove tutto sembra assurdo, arbitrario e slegato. E questo è possibile solo con la ragione, che fa l' uomo il signore della Terra. L' operazione grandiosa e allo stesso tempo paradossale in filosofia è questa: rendere razionale l' irrazionale, o meglio spiegare razionalmente l' irrazionale. Con ciò non si intende che ciò che è reale è razionale, bensì si intende dire comprendere il mondo attraverso la critica della realtà e della ragione, per rendersi conto che è un fenomeno, che siamo noi stessi fenomeni, che nasciamo e moriamo.
Prof Corrias avete messo il mio piccolo cervello meta in platea e meta sui palchi ma questo piccolo spazio mai potra segnare lo stesso tempo anche con tutta la tecnologia umana, credo Giuseppe Renzi in Dio più di altri, riascoltero volentieri e con molto piacere Grazie
Grazie! Molto interessante e ben spiegato. Rensi non sarà Heidegger (per fortuna da un certo punto di vista) ma ha molto da dire, soprattutto perciò che possiamo chiamare, come gli antichi, "filosofia pratica".
Grazie, bellissima esposizione !!! Felice di aver trovato il canale.
Che piacere ascoltarla professore! Grazie infinite per i suoi video.
Grazie per questa condivisione Professore. Ricordo ancora con immenso piacere la nostra giornata a Genova e a Staglieno. Con grande affetto.
Merci, mon vieil ami!
Condivido pienamente il pensiero di Rensi sulla pluralità della realtà. Tuttavia faccio un passo indietro e personalmente affermo che ciò che è, ontologicamente e irrimediabilmente, davvero molteplice non è la realtà in sé, ma l'interpretazione del reale. La realtà in sé è nascosta, quasi inaccessibile, sicuramente non giudicabile. Della realtà possiamo sapere comunque qualcosa attraverso la semplice constatazione dei fatti in sé, attraverso l'empirismo e il metodo scientifico. Quel che cambia è l'interpretazione degli stessi fatti e tale interpretazione è e sarà sempre irriducibile ad unità, ad universalità. La guerra, proprio come affema Rensi, non è che la difesa ultima della propria individuale interpretazione, che entra in conflitto con un'altra.
Parlando invece della realtà in sé, dissento sulla definizione di irrazionalità che Rensi adduce. Se per irrazionale intendiamo un qualcosa di assurdo, insensato, antinomico. La realtà in sé è dunque a mio avviso non giudicabile, quindi né razionale né irrazionale. Quel che cambia è sempre l'interpretazione del reale, non il reale.
Complimenti Professore per la luminosa scelta di un personaggio comunemente negletto e sottovalutato il cui pensiero appare invece straordinariamente attuale. E complimenti anche per l'eccellente chiarezza di una sintesi non facile.
complimenti un bel approfondimento Rensi era avanti per i suoi tempi attualissimo interessante l ultima riflessione 😮😮👏👏👏💯
grazie!
Magnifica lezione e grande passione. Può Rensi aver conosciuto il Buddismo, sembra quasi sovrapponibile alla filosofia Buddista. Ancora complimenti non conoscevo Rensi è stata una bellissima esperienza ascoltarla. Grazie.
Ottima intuizione davvero! Rensi conosceva bene e ha citato spesso il canone buddista e i testi vedici, soprattutto il Satapata-Bramana. Grazie per il suo commento!
L'eroismo etico dell'assurdo rensiano è simile all'eroismo dell'Assurdo di Camus?
@@lillimonfregola4340Sa che avevo pensato di parlarne nel video? poi però me ne sono dimenticato... La concezione rensiana della "rivolta contro il reale" (come si intitola una sua opera, l'idea di una vita coraggiosamente vissuta nonostante la sua assurdità fondamentale, Sisifo come figura dell'esistenza umana sono tutti elementi ben presenti nell'opera di Rensi. Non è un caso che sia stato Jean Grenier, amico fraterno di Camus, a tradurre in francese "La filosofia dell'assurdo", che Camus quindi certamente conosceva, sebbene non degni mai Giuseppe Rensi di una menzione.
Grazie
grazie a Lei per tutti i suoi profondi e istruttivi video che letteralmente mi 'bevo' e rivedo anche cinque o sei volte per apprendere il più possibile
Volevo solo aggiungere un'ultima chiosa su questa importante informazione su Camus e la sua non-citazione di Rensi, in quanto va a supportare le critiche sulla figura di questo controverso autore di una scrittrice poco nota in Italia, Elsa Triolet, moglie di Aragon sorella di Lili Brik, compagna di Majakovskji, la quale in un testo da me tradotto per la prima volta in Italia dal francese e pubblicato in una serie di antologie da me curate, il mito della Baronessa Melanie, demolisce il mito di Sisifo e ridimensiona tutto l'apparato dell'Assurdo di Camus con una semplicità che trovo disarmante. Grazie ancora per le sue inesauribili fonti di conoscenza e la piacevole condivisione che provoca in noi.
Un uomo coraggioso che naviga controcorrente. Bello stimolo, grazie. Interessante anche la visione che Rensi ha del lavoro, si potrebbe aprire un dibattito anche su questo tema
Ha ragione... Il pensiero di Rensi si è sviluppato in molteplici direzioni spesso decisamente inattese. La riflessione rensiana sul lavoro è presente, in sottotraccia, in una riflessione che avevamo proposto tempo fa su questo stesso canale (critica del lavoro). Grazie!
Come sempre grazie
Buon pomeriggio Professore
Rensi, non so quanto consapevolmente, ha seguito in un certo senso il percorso filosofico schopenhaueriano, con la differenza che Schopenhauer non è partito dallo scetticismo, bensì dal kantismo e dal platonismo, vale a dire dall' idealismo razionale, l' idealismo della ragione, che Kant definirebbe trascendentale, dando una sistemazione razionale al pessimismo, ossia alla filosofia dell' assurdo cosmico. Ora, se la filosofia deve essere filosofia, essa ha da stabilire una logica laddove tutto sembra assurdo, arbitrario e slegato. E questo è possibile solo con la ragione, che fa l' uomo il signore della Terra. L' operazione grandiosa e allo stesso tempo paradossale in filosofia è questa: rendere razionale l' irrazionale, o meglio spiegare razionalmente l' irrazionale. Con ciò non si intende che ciò che è reale è razionale, bensì si intende dire comprendere il mondo attraverso la critica della realtà e della ragione, per rendersi conto che è un fenomeno, che siamo noi stessi fenomeni, che nasciamo e moriamo.
Prof Corrias avete messo il mio piccolo cervello meta in platea e meta sui palchi ma questo piccolo spazio mai potra segnare lo stesso tempo anche con tutta la tecnologia umana, credo Giuseppe Renzi in Dio più di altri, riascoltero volentieri e con molto piacere Grazie
Grazie! Molto interessante e ben spiegato.
Rensi non sarà Heidegger (per fortuna da un certo punto di vista) ma ha molto da dire, soprattutto perciò che possiamo chiamare, come gli antichi, "filosofia pratica".
Buongiorno professore, potrei avere un suo contatto per inviarle una mail?
Sarebbe bello sapere se Rensi abbia mai letto la teoria della relatività di Einstein. Lo avrebbe aiutato molto nelle sue riflessioni.