Magistrale e grande Michele......oscuri tutti.......mandando in stato confusionale pure gli esposimetri. Complimenti vivissimi, anche ora ho imparato ancora qualcosa di nuovo. Grazie
Che meraviglia seguire tutto il ragionamento di questo video. Sono tutte informazioni che cozzano violentemente con l'attuale voglia di velocità in ogni cosa, suggerendo ragionamento e riflessione prima dello scatto. Fuori moda? Io non credo... Complimenti e buona continuazione!
Semplicemente il Top, Incredibile come riesca a semplificare concetti complessi senza banalizzarli ma facendo prendere coscienza a chi l’ascolta che la fotografia è un arte meravigliosa ma complessa e piena di particolari che possono fare la differenza. Beato chi ha potuto fare un corso di fotografia con lei.
Buonasera Michele. Ho visto quasi tutti i suoi video, alcuni anche 3 volte!. Questo mi ha messo qualche dubbio e oggi ho fatto una prova di esposizione sul terrazzo di casa (purtroppo devo rimanere in casa perché sto recuperando da un'operazione all'anca). Ho posizionato la macchina sul cavalletto e puntato l'obiettivo (un 100mm Pentax) su un soggetto. Ho effettuato 3 letture, questi sono i risultati: 1. dall'esposimetro della macchina, con priorità ai diaframmi e lettura spot ho ottenuto 1/10 con diaframma 5.6 2. dall'esposimetro esterno con luce riflessa ho ottenuto 1/30. Questo dato l'ho trovato normale, il manuale dell'esposimetro (Sekonic L308X) mi dice che la lettura di questo tipo abbraccia un campo di circa il 40%, quindi più ampio di quello interno alla macchina. 3. dall'esposimetro esterno con luce incidente ho ottenuto 1/15, valore più vicino a quello ottenuto dalla fotocamera. La foto con l'istogramma più "centrato" è risultata la prima, quella fatta utilizzando l'esposimetro interno in modalità spot. I miei dubbi nascono dal fatto che in caso di paesaggio (come ho considerato la foto prova) forse è preferibile usare la misurazione spot della macchina annotando le varie esposizioni e......e poi? Qui mi fermo perché non saprei cosa farne di tutti quei valori, utilizzarne uno medio? Esporre per le ombre? Mi chiedo come faceva Ansel Adams ad ottenere quei risultati nei paesaggi col solo esposimetro esterno, quale tecnica usava per riportare tutti quei valori sulla lastra? L'altra domanda è: in caso di paesaggio, indipendentemente dalla focale usata, si può usare l'esposimetro esterno?, si può?, e come farlo? Come vede ho più dubbi che certezze. Se vorrà rispondere o fare un altro video di chiarimento La ringrazio in anticipo. Mi accodo ai numerosissimi complimenti che riceve dai suoi iscritti (dei quali faccio parte).
Domanda complessa che meriterebbe un incontro faccia a faccia. Comunque ci provo. Prima di tutto, misurare la luce incidente non è così semplice come potrebbe sembrare. La cupolina deve essere rivolta esattamente verso la fonte di luce, nella stessa angolazione con la quale perviene a illuminare il soggetto. Per un paesaggio non è sempre agevole né preciso. Anche in questo caso ci vuole una certa scafatura dettata dall'esperienza. Come dall'esperienza deriva la capacità di interpretare i dati, che comunque saranno sempre diversi tra le diverse letture. Lei parla di esposimetro TTL in modalità spot. Ma dove era puntato lo spot? E' certo che fosse puntato su un'area *sicuramente* grigio-media? In caso di paesaggio io individuo l'area che voglio far cadere in zona V (grigio medio), e lì misuro l'esposizione in spot (sottolineo: prima decido, dopo misuro). Poi misuro l'area più chiara e l'area più scura all'interno dell'inquadratura, per capire quanto si allontanano dal grigio medio. Se ci sono zone che cadranno in zona II-III, oppure in zone superiori a VIII, preferisco escluderle dall'inquadratura: nonostante la gamma dinamica dei miei sensori e le possibilità di recupero da parte del software di trattamento, so bene che in stampa quelle aree tenderanno a "impastarsi" e ad apparire, rispettivamente, nere o bianche senza struttura. Faccio sempre questa cerimonia? No: quando il paesaggio (o il soggetto in generale) è illuminato in modo ragionevolmente uniforme, lascio fare al sistema a matrice, che nel 90% dei casi mi darà un risultato attendibile. Poi, ovviamente, controllo l'istogramma per vedere se la distribuzione dei toni è quella che voglio io. L'unica cosa certa è che io lavoro *sempre* in ETTR, cioè sovraesponendo (a volte di un terzo di stop, altre volte di uno o più di uno stop: dipende dalle caratteristiche del soggetto, e anche qui si va a occhio e ad esperienza), per avere le ombre leggibili e poter recuperare le alte luci in fase di trattamento. Spero di avere risposto in modo soddisfacente. Grazie per l'apprezzamento.
@@mvculturalphotography La risposta è stata più che soddisfacente. Soprattutto la parte riguardante l'identificazione dell'area di grigio medio, adesso mi è più chiaro non come individuarla ma quale impostare. Per come ragionavo io differenza enorme. Dato che non ho esperienza su come riconoscere le varie zone può essere utile fare un piccolo disegno dove poter appuntare le varie esposizioni? Per quanto riguarda la sua domanda su dove era puntato lo spot....era puntato su quello che doveva essere il mio soggetto, o comunque la parte che identificavo tale, con un 100mm non avevo un grande campo inquadrato. Scrive che le zone ricadenti in aree II/III (?) e superiore alla VIII le esclude. Perché?, le aree II/III non sono ancora pienamente leggibili? Capisco quelle dalla IX in su ma quelle due? Se non fosse possibile escluderle dall'inquadratura, come procedere? La ringrazio nuovamente se vorrà rispondere. Buona giornata.
@@mvculturalphotography Dimenticavo. Magari potessimo vederci. Purtroppo abito a Roma e in questo periodo ho anche effettuato un intervento all'anca destra e sono in fase di riabilitazione. Ma se un domani avessi tempo per seguire un suo corso a Torino verrei sicuramente. Torino è una città che adoro, e ci sono stato diverse volte più che volentieri.
Mi scuso per il ritardo nella risposta. Le zone II e III sono leggibili se viste su uno schermo retroilluminato come quello del PC. Ma una volta stampate, rischiano di "impastarsi" in modo inaccettabile. Poiché le mie foto vanno a clienti che potrebbero pubblicarle su riviste, giornali, enciclopedie, cataloghi o libri (insomma, su supporto cartaceo), io devo tenere conto di questo ed evitare, quando posso, di fotografare ombre che - una volta stampate - potrebbero apparire illeggibili. Analogo discorso vale per la zona delle luci.
L'esposimetro esterno, un tempo "accessorio" indispensabile che non mancava mai nella borsa del fotografo. Noto che oggi, molti, non ne conoscono nemmeno l'esistenza. Ritengo che la lettura a luce incidente, possibile solo con l'esposimetro esterno, sia sempre la più conveniente, nella maggioranza delle situazioni
Sempre la più conveniente nella maggioranza delle situazioni è un controsenso😂😂 Se è la maggioranza non è sempre ahahah Comunque, scherzi a parte, non è detto che sia sempre la migliore misurazione per diversi motivi. Il primo è che devi NECESSARIAMENTE trovarti vicino al soggetto per usarlo: infatti lo puoi usare in studio o in una sessione di ritratti, ma per esempio nei paesaggi molte volte non riesci a raggiungere ciò che hai inquadrato. Inoltre, la lettura a luce incidente dà idea di quanta luce arriva al soggetto e questo ci permette di non essere ingannati da un esposimetro che legge delle aree scure o chiare, ma per avere una lettura precisa e riportare nella foto ogni tono a quello desiderato, credo che lo spot sia il più indicato. Con lo spot inoltre possiamo leggere il contrasto della scena, forse la cosa più utile in assoluto, con quello a luce incidente assolutamente no. Leggere il contrasto ci permette quindi di decidere come esporre in modo da metterci al riparo dai limiti tecnici dello strumento che stiamo usando, dato che spesso il contrasto che si ha è superiore alla gamma dinamica del supporto che usiamo. Due esempi: Io scatto a pellicola e so che sulle pellicole il punto critico in fase di ripresa riguarda le ombre, perché se si sottoespone non vengono registrati dettagli. Quindi con lo spot misuro le ombre che voglio con dettaglio visibile e le sottoespongo solitamente di due stop, sottoesposizione che so che la pellicola può reggere. Poi misuro le zone più illuminate e so quanti stop ci sono di contrasto, dato che il contrasto e in particolare le alte luci del negativo sono influenzate dallo sviluppo so, se ho fatto qualche test, quanto più o meno sviluppare la pellicola per avere una gamma stampabile. In digitale si può fare la stessa cosa dato che credo, non vorrei sbagliare, che i sensori riescano a recuperare quando c'è della sottoesposizione di svariati stop, ma sono in crisi se si esagera sulle alte luci. Per cui si possono misurare con lo spot le zone più chiare e sovraesporle quanto basta per tenerle in gamma, di 1,5/2/2,5 stop a seconda del sensore, poi lavorare sulle ombre per avere i toni desiderati senza perdere di dettaglio in zone bruciate non recuperabili.
Sarò noioso e ripetitivo :ancora una volta complimenti. Chiaro ed esaustivo come sempre. P.S. Non trovo il link al video precedente. [Edit] link trovato
Come al solito complimenti per i contenuti del video, chiari e concisi. Volevo chiederle se parlerà in futuro di qualche tecnica fotografica in post produzione (mi viene in mente l'esposizione multipla, ad esempio). Da dilettante, i video in cui parla dell'ettr mi sono stati utilissimi. Grazie.
Non produco video sulla postproduzione. Penso che un tutorial su TH-cam possa suggerire procedure e soluzioni pratiche, ma solo il rapporto personale e diretto tra chi insegna e chi impara sappia sviluppare le potenzialità e lo stile che caratterizza il vero fotografo. Per questo tengo corsi di sviluppo e postproduzione, sia in presenza sia online.
Per non spendere un capitale ma una cifra ragionevole e di facile lettura, quale mi consigli? Come ben sai quello a Led è affidabile fino ad un certo punto. Grazie
Ci sono molti fotografi che per esporre le loro foto utilizzano il sistema spot sul punto più luminoso della scena e sovraespongono di 2 stop.. Dicono che così facendo non vanno a misurare il grigio medio ma preservano le alte luci. Lei utilizza mai questo approccio? Grazie mille
No. Io individuo il grigio medio e poi lavoro in ETTR senza arrivare al clipping delle alte luci, che recupero poi in post. Si tratta semplicemente di procedure differenti, che alla fine portano tutte allo stesso risultato.
Gli esposimetri sono utensili ne più ne meno e come tali vanno saputi adoperare se si vuol davvero utilizzarli per il fine per cui sono stati concepiti. L accoppiata vincente è sempre composta da entrambe le cose.
Vista la mia ignoranza vorrei imparare come mai nel nella tabella del video i 15ev evidenziati in rosso sono a 6400 iso con f16 e 1/125 di secondo mentre con 100 di cui parli tu non esistono in tabella i 15 ev non li mostra. Grazie come sempre della peculiarità delle tue spiegazioni e quando occorre sai essere come un pittore che intinge il pennello nei colori dei sentimenti lasciandone sulla tela indimenticabili sfumature. Grazie
Certo che li mostra: è la fascia rosa obliqua dove alla base c'è scritto 100 (ISO) e che poi sale verso destra sempre riportando il numero 15 in casella. Le celle non vanno lette in verticale, ma in obliquo. La tabella (che è solo esemplificativa) dice che EV 15 corrisponde a 1/4000 di secondo con f/2,8, fino a mezzo secondo con f/128 (valore sconosciuto alle macchine normalmente usate, ma possibile in alcuni obiettivi destinati al grande formato).
finalmente ho trovato un canale che vale la pena seguire. Senza offesa per gli altri ma come spiega lui nessuno.
Magistrale e grande Michele......oscuri tutti.......mandando in stato confusionale pure gli esposimetri. Complimenti vivissimi, anche ora ho imparato ancora qualcosa di nuovo. Grazie
Complimenti per capacità di spiegare in maniera schietta, chiara e comprensibile tutto quello che riguarda la fotografia.
Grazie della lezione. Spiegazione chiara e sintetica.
Che meraviglia seguire tutto il ragionamento di questo video. Sono tutte informazioni che cozzano violentemente con l'attuale voglia di velocità in ogni cosa, suggerendo ragionamento e riflessione prima dello scatto. Fuori moda? Io non credo...
Complimenti e buona continuazione!
Ho il Sekonic L-208 Twinmate. Molto utile e affidabile. Grazie per il video.
Spiegazione impeccabile. Grazie 😊
Semplicemente il Top,
Incredibile come riesca a semplificare concetti complessi senza banalizzarli ma facendo prendere coscienza a chi l’ascolta che la fotografia è un arte meravigliosa ma complessa e piena di particolari che possono fare la differenza.
Beato chi ha potuto fare un corso di fotografia con lei.
avevo proprio bisogno di questo video ho appena finito di rivedermi il sistema zonale
Grazie, spiegato in modo efficace.
Mitico! Complimenti
MAMMA MIA che meraviglia. ALTA SCUOLA.E' una goduria seguirla MAESTRO VACCHIANO. Buona serata.
Buonasera Michele. Ho visto quasi tutti i suoi video, alcuni anche 3 volte!. Questo mi ha messo qualche dubbio e oggi ho fatto una prova di esposizione sul terrazzo di casa (purtroppo devo rimanere in casa perché sto recuperando da un'operazione all'anca). Ho posizionato la macchina sul cavalletto e puntato l'obiettivo (un 100mm Pentax) su un soggetto. Ho effettuato 3 letture, questi sono i risultati:
1. dall'esposimetro della macchina, con priorità ai diaframmi e lettura spot ho ottenuto 1/10 con diaframma 5.6
2. dall'esposimetro esterno con luce riflessa ho ottenuto 1/30. Questo dato l'ho trovato normale, il manuale dell'esposimetro (Sekonic L308X) mi dice che la lettura di questo tipo abbraccia un campo di circa il 40%, quindi più ampio di quello interno alla macchina.
3. dall'esposimetro esterno con luce incidente ho ottenuto 1/15, valore più vicino a quello ottenuto dalla fotocamera.
La foto con l'istogramma più "centrato" è risultata la prima, quella fatta utilizzando l'esposimetro interno in modalità spot. I miei dubbi nascono dal fatto che in caso di paesaggio (come ho considerato la foto prova) forse è preferibile usare la misurazione spot della macchina annotando le varie esposizioni e......e poi? Qui mi fermo perché non saprei cosa farne di tutti quei valori, utilizzarne uno medio? Esporre per le ombre? Mi chiedo come faceva Ansel Adams ad ottenere quei risultati nei paesaggi col solo esposimetro esterno, quale tecnica usava per riportare tutti quei valori sulla lastra?
L'altra domanda è: in caso di paesaggio, indipendentemente dalla focale usata, si può usare l'esposimetro esterno?, si può?, e come farlo?
Come vede ho più dubbi che certezze.
Se vorrà rispondere o fare un altro video di chiarimento La ringrazio in anticipo.
Mi accodo ai numerosissimi complimenti che riceve dai suoi iscritti (dei quali faccio parte).
Domanda complessa che meriterebbe un incontro faccia a faccia. Comunque ci provo. Prima di tutto, misurare la luce incidente non è così semplice come potrebbe sembrare. La cupolina deve essere rivolta esattamente verso la fonte di luce, nella stessa angolazione con la quale perviene a illuminare il soggetto. Per un paesaggio non è sempre agevole né preciso. Anche in questo caso ci vuole una certa scafatura dettata dall'esperienza. Come dall'esperienza deriva la capacità di interpretare i dati, che comunque saranno sempre diversi tra le diverse letture. Lei parla di esposimetro TTL in modalità spot. Ma dove era puntato lo spot? E' certo che fosse puntato su un'area *sicuramente* grigio-media? In caso di paesaggio io individuo l'area che voglio far cadere in zona V (grigio medio), e lì misuro l'esposizione in spot (sottolineo: prima decido, dopo misuro). Poi misuro l'area più chiara e l'area più scura all'interno dell'inquadratura, per capire quanto si allontanano dal grigio medio. Se ci sono zone che cadranno in zona II-III, oppure in zone superiori a VIII, preferisco escluderle dall'inquadratura: nonostante la gamma dinamica dei miei sensori e le possibilità di recupero da parte del software di trattamento, so bene che in stampa quelle aree tenderanno a "impastarsi" e ad apparire, rispettivamente, nere o bianche senza struttura. Faccio sempre questa cerimonia? No: quando il paesaggio (o il soggetto in generale) è illuminato in modo ragionevolmente uniforme, lascio fare al sistema a matrice, che nel 90% dei casi mi darà un risultato attendibile. Poi, ovviamente, controllo l'istogramma per vedere se la distribuzione dei toni è quella che voglio io. L'unica cosa certa è che io lavoro *sempre* in ETTR, cioè sovraesponendo (a volte di un terzo di stop, altre volte di uno o più di uno stop: dipende dalle caratteristiche del soggetto, e anche qui si va a occhio e ad esperienza), per avere le ombre leggibili e poter recuperare le alte luci in fase di trattamento. Spero di avere risposto in modo soddisfacente. Grazie per l'apprezzamento.
@@mvculturalphotography La risposta è stata più che soddisfacente. Soprattutto la parte riguardante l'identificazione dell'area di grigio medio, adesso mi è più chiaro non come individuarla ma quale impostare. Per come ragionavo io differenza enorme. Dato che non ho esperienza su come riconoscere le varie zone può essere utile fare un piccolo disegno dove poter appuntare le varie esposizioni?
Per quanto riguarda la sua domanda su dove era puntato lo spot....era puntato su quello che doveva essere il mio soggetto, o comunque la parte che identificavo tale, con un 100mm non avevo un grande campo inquadrato.
Scrive che le zone ricadenti in aree II/III (?) e superiore alla VIII le esclude. Perché?, le aree II/III non sono ancora pienamente leggibili? Capisco quelle dalla IX in su ma quelle due? Se non fosse possibile escluderle dall'inquadratura, come procedere?
La ringrazio nuovamente se vorrà rispondere. Buona giornata.
@@mvculturalphotography Dimenticavo. Magari potessimo vederci. Purtroppo abito a Roma e in questo periodo ho anche effettuato un intervento all'anca destra e sono in fase di riabilitazione. Ma se un domani avessi tempo per seguire un suo corso a Torino verrei sicuramente. Torino è una città che adoro, e ci sono stato diverse volte più che volentieri.
Mi scuso per il ritardo nella risposta. Le zone II e III sono leggibili se viste su uno schermo retroilluminato come quello del PC. Ma una volta stampate, rischiano di "impastarsi" in modo inaccettabile. Poiché le mie foto vanno a clienti che potrebbero pubblicarle su riviste, giornali, enciclopedie, cataloghi o libri (insomma, su supporto cartaceo), io devo tenere conto di questo ed evitare, quando posso, di fotografare ombre che - una volta stampate - potrebbero apparire illeggibili. Analogo discorso vale per la zona delle luci.
Bella spiegazione!
L'esposimetro esterno, un tempo "accessorio" indispensabile che non mancava mai nella borsa del fotografo. Noto che oggi, molti, non ne conoscono nemmeno l'esistenza. Ritengo che la lettura a luce incidente, possibile solo con l'esposimetro esterno, sia sempre la più conveniente, nella maggioranza delle situazioni
Sempre la più conveniente nella maggioranza delle situazioni è un controsenso😂😂 Se è la maggioranza non è sempre ahahah
Comunque, scherzi a parte, non è detto che sia sempre la migliore misurazione per diversi motivi. Il primo è che devi NECESSARIAMENTE trovarti vicino al soggetto per usarlo: infatti lo puoi usare in studio o in una sessione di ritratti, ma per esempio nei paesaggi molte volte non riesci a raggiungere ciò che hai inquadrato.
Inoltre, la lettura a luce incidente dà idea di quanta luce arriva al soggetto e questo ci permette di non essere ingannati da un esposimetro che legge delle aree scure o chiare, ma per avere una lettura precisa e riportare nella foto ogni tono a quello desiderato, credo che lo spot sia il più indicato. Con lo spot inoltre possiamo leggere il contrasto della scena, forse la cosa più utile in assoluto, con quello a luce incidente assolutamente no.
Leggere il contrasto ci permette quindi di decidere come esporre in modo da metterci al riparo dai limiti tecnici dello strumento che stiamo usando, dato che spesso il contrasto che si ha è superiore alla gamma dinamica del supporto che usiamo. Due esempi:
Io scatto a pellicola e so che sulle pellicole il punto critico in fase di ripresa riguarda le ombre, perché se si sottoespone non vengono registrati dettagli. Quindi con lo spot misuro le ombre che voglio con dettaglio visibile e le sottoespongo solitamente di due stop, sottoesposizione che so che la pellicola può reggere. Poi misuro le zone più illuminate e so quanti stop ci sono di contrasto, dato che il contrasto e in particolare le alte luci del negativo sono influenzate dallo sviluppo so, se ho fatto qualche test, quanto più o meno sviluppare la pellicola per avere una gamma stampabile.
In digitale si può fare la stessa cosa dato che credo, non vorrei sbagliare, che i sensori riescano a recuperare quando c'è della sottoesposizione di svariati stop, ma sono in crisi se si esagera sulle alte luci. Per cui si possono misurare con lo spot le zone più chiare e sovraesporle quanto basta per tenerle in gamma, di 1,5/2/2,5 stop a seconda del sensore, poi lavorare sulle ombre per avere i toni desiderati senza perdere di dettaglio in zone bruciate non recuperabili.
Super interessante, sarebbe da approfondire la misurazione in studio flash multiplici
Sarò noioso e ripetitivo :ancora una volta complimenti.
Chiaro ed esaustivo come sempre.
P.S. Non trovo il link al video precedente. [Edit] link trovato
Come al solito complimenti per i contenuti del video, chiari e concisi. Volevo chiederle se parlerà in futuro di qualche tecnica fotografica in post produzione (mi viene in mente l'esposizione multipla, ad esempio). Da dilettante, i video in cui parla dell'ettr mi sono stati utilissimi. Grazie.
Non produco video sulla postproduzione. Penso che un tutorial su TH-cam possa suggerire procedure e soluzioni pratiche, ma solo il rapporto personale e diretto tra chi insegna e chi impara sappia sviluppare le potenzialità e lo stile che caratterizza il vero fotografo. Per questo tengo corsi di sviluppo e postproduzione, sia in presenza sia online.
Ottima lezione 👍👋
grazie. veramente utile!!!!!
Per non spendere un capitale ma una cifra ragionevole e di facile lettura, quale mi consigli? Come ben sai quello a Led è affidabile fino ad un certo punto.
Grazie
Sekonic Litemaster Pro L-478D
@@mvculturalphotography grazie mille
Ci sono molti fotografi che per esporre le loro foto utilizzano il sistema spot sul punto più luminoso della scena e sovraespongono di 2 stop.. Dicono che così facendo non vanno a misurare il grigio medio ma preservano le alte luci. Lei utilizza mai questo approccio? Grazie mille
No. Io individuo il grigio medio e poi lavoro in ETTR senza arrivare al clipping delle alte luci, che recupero poi in post. Si tratta semplicemente di procedure differenti, che alla fine portano tutte allo stesso risultato.
@@mvculturalphotography grazie mille
Gli esposimetri sono utensili ne più ne meno e come tali vanno saputi adoperare se si vuol davvero utilizzarli per il fine per cui sono stati concepiti. L accoppiata vincente è sempre composta da entrambe le cose.
Vista la mia ignoranza vorrei imparare come mai nel nella tabella del video i 15ev evidenziati in rosso sono a 6400 iso con f16 e 1/125 di secondo mentre con 100 di cui parli tu non esistono in tabella i 15 ev non li mostra.
Grazie come sempre della peculiarità delle tue spiegazioni e quando occorre sai essere come un pittore che intinge il pennello nei colori dei sentimenti lasciandone sulla tela indimenticabili sfumature. Grazie
Certo che li mostra: è la fascia rosa obliqua dove alla base c'è scritto 100 (ISO) e che poi sale verso destra sempre riportando il numero 15 in casella. Le celle non vanno lette in verticale, ma in obliquo. La tabella (che è solo esemplificativa) dice che EV 15 corrisponde a 1/4000 di secondo con f/2,8, fino a mezzo secondo con f/128 (valore sconosciuto alle macchine normalmente usate, ma possibile in alcuni obiettivi destinati al grande formato).
@@mvculturalphotography grazie mille
GRAN PARADISO