Discorso davvero interessante. Trovo sorprendente l'idea che la lingua sia una caratteristica che abbia a che fare con la biologia, mi fa fantasticare su un possibile futuro in cui anche gli animali possiederanno un linguaggio complesso tanto quanto quello che possediamo attualmente. Il mio professore di linguistica tedesca ha consigliato di leggere il libro di Moro sui confini di Babele, ed essendo io tremendamente pigra ho pensato di ascoltare questo discorso per evitarmi la lettura, ma penso che abbia avuto l'effetto opposto: di certo lo prenderò dallo scaffale e lo leggerò!
Non sono un linguista, men che meno un neurologo, e chiedo - forse troppo ingenuamente -: ciò che si sta cercando è una sedimentazione biologica delle strutture originarie, sintattiche, del linguaggio? (ricerca che, a dispetto delle difficoltà coinvolte - il linguaggio non lascia reperti... -, mi appare di grande interesse); non altro... P.S. Ho letto "frammenti" sul tema che sembrano confermare la prima ipotesi (e ammetto che alla luce di tale "comprensione" il commento diventa quasi sciocco, perciò lo cancellerò a breve...).
Come rendere noiosissimo e impossibile da seguire un argomento interessante. Moro è una divagazione vivente: troppi excursus, troppi preamboli, metafore, esempi, aneddoti , inutili orpelli, come se gli astanti fossero dei cretini. Pura logorrea. Al dunque non si arriva mai e, quando finalmente ci si arriva, il filo del discorso è irrimediabilmente perduto. Non vorrei mai essere un suo studente. Capisco le persone che, come si vede nel filmato, alzano i tacchi. Andranno alla toilette, presumo, a suicidarsi.
Discorso davvero interessante. Trovo sorprendente l'idea che la lingua sia una caratteristica che abbia a che fare con la biologia, mi fa fantasticare su un possibile futuro in cui anche gli animali possiederanno un linguaggio complesso tanto quanto quello che possediamo attualmente.
Il mio professore di linguistica tedesca ha consigliato di leggere il libro di Moro sui confini di Babele, ed essendo io tremendamente pigra ho pensato di ascoltare questo discorso per evitarmi la lettura, ma penso che abbia avuto l'effetto opposto: di certo lo prenderò dallo scaffale e lo leggerò!
Non sono un linguista, men che meno un neurologo, e chiedo - forse troppo ingenuamente -: ciò che si sta cercando è una sedimentazione biologica delle strutture originarie, sintattiche, del linguaggio? (ricerca che, a dispetto delle difficoltà coinvolte - il linguaggio non lascia reperti... -, mi appare di grande interesse); non altro...
P.S. Ho letto "frammenti" sul tema che sembrano confermare la prima ipotesi (e ammetto che alla luce di tale "comprensione" il commento diventa quasi sciocco, perciò lo cancellerò a breve...).
Come rendere noiosissimo e impossibile da seguire un argomento interessante. Moro è una divagazione vivente: troppi excursus, troppi preamboli, metafore, esempi, aneddoti , inutili orpelli, come se gli astanti fossero dei cretini. Pura logorrea. Al dunque non si arriva mai e, quando finalmente ci si arriva, il filo del discorso è irrimediabilmente perduto. Non vorrei mai essere un suo studente. Capisco le persone che, come si vede nel filmato, alzano i tacchi. Andranno alla toilette, presumo, a suicidarsi.