(1919) 1939 - 1989 (2019): FINIS EUROPAE? | II parte

แชร์
ฝัง
  • เผยแพร่เมื่อ 22 พ.ย. 2020
  • 30° anniversario dell’Università dell'Età Libera
    Sabato 9 novembre 2019 ore 17.30
    Sede: Auditorium Palazzo Montani Antaldi
    Dialogano Luciano Canfora e Franco Cardini

ความคิดเห็น • 17

  • @maxcecco7910
    @maxcecco7910 3 ปีที่แล้ว +4

    due monumenti del pensiero, cardini e canfora.

  • @pierluigicasalino3218
    @pierluigicasalino3218 3 ปีที่แล้ว

    Ecco

  • @carlopetrella3335
    @carlopetrella3335 3 ปีที่แล้ว

    cardini immenso canfora spocchioso!

    • @carlopetrella3335
      @carlopetrella3335 3 ปีที่แล้ว

      @Andrea Cominetti la pensiamo diversamente ovviamente due grandi pensatori ma in canfora il suo essere comunista emerge in maniera troppo evidente

  • @viaprenestina3894
    @viaprenestina3894 3 ปีที่แล้ว +1

    alla fina Canfora non risponde alla domanda .....

  • @gaddovarzi6980
    @gaddovarzi6980 3 ปีที่แล้ว

    @Andrea Cominetti --- Di discutere di geopolitica mondiale, lascio a lei l’incombenza. Io in questi commenti faccio riferimento a Canfora Luciano, e a questo tema - effettivamente molto limitato - mi attengo. Peraltro la cosa non è senza qualche interesse visto che Canfora è un ottimo esempio della miseria morale di certa intellettualità di sinistra in Italia e altrove.
    Canfora - come tutti i suoi pari - desidera soltanto una cosa: la fine delle nostre democrazie liberali di tipo occidentale. D’altra parte questa non è altro che la stessa ragione sociale di ogni marxista. Quel che verrà dopo interessa molto relativamente, l’essenziale è distruggere l’esistente. Poi si vedrà.
    Per tutti questi temi è estremamente interessante un’altra conferenza, o intervista, del venerato maestro, “Che cos’è la democrazia” (th-cam.com/video/j9_H3f5AOdw/w-d-xo.html).
    Non posso star qui a scrivere un articolo per commentare tutte le perle di quell’impagabile diadema di fondi di bottiglia. Riprendo solo un punto su cui avevo già commentato a suo tempo.
    Canfora, dopo aver criticato ampiamente la democrazia parlamentare, ha ovviamente il solito piccolo problema di dover accennare a qualche alternativa. E allora tira fuori il modello consiliarista, ovvero sovietico (nota bene: senza virgolette) cioè un modello di tipo largamente assembleare, partecipativo, spontaneista, in teoria assai più democratico di ogni parlamentarismo liberale - il quale è oggettivamente basato su una delega più mediata che favorisce la formazione di élites di politici di professione.
    Tutto bene …a chiacchiere.
    Di siffatti modelli di democrazia “diretta” sono infatti piene le pagine dei libri, e Canfora capisce che per essere credibile non può limitarsi a decantare l’ennesimo paese dei balocchi, ma deve anche additare qualche esempio storicamente concreto. Scartata la democrazia ateniese classica non foss’altro (ma dell’altro ce ne sarebbe a iosa) che per il piccolo inconveniente che risale a 2500 anni fa, Canfora decide di optare allora per il canonico esempio della Rivoluzione d’Ottobre.
    Ed in effetti tutto il fatidico 1917 in Russia fu segnato dal conflitto fra la Duma - un parlamento liberale - e il partito del “tutto il potere ai Soviet” - alternativa di democrazia diretta delle classi popolari.
    Ma Canfora a questo punto non può che operare una vera e propria miserabile truffa per gonzi. Infatti è ben noto che il modello sovietico - senza virgolette - durò lo spazio di un mattino - per la precisione una sola seduta fra il 18 e il 19 gennaio 1918. Quando infatti Lenin vide che le elezioni per l’Assemblea costituente della nascente Repubblica dei Soviet avevano dato al suo partito poco più del 20%, organizzò le proprie milizie armate e al momento giusto chiuse immediatamente l’Assemblea, sostituendo il sistema dei consigli con un regime a partito unico in cui la separazione fra élite dirigente e massa dei governati, era assoluta ed esplicitamente teorizzata (non per nulla Lenin fu duramente attaccato da ampi settori del marxismo occidentale, da Luxemburg a Pannekoek, Goerter, etc.).
    A quel punto in Russia il termine “sovietico” rimase in copertina, ma si guadagnò un bel paio di virgolette, che stanno a rappresentare a un dipresso qualcosa come il segno meno in algebra.
    Ora, come rappresenta Canfora questa vicenda? Il tapino non può non riconoscere che la successiva dittatura di partito “snaturò sostanzialmente la struttura originaria della democrazia consiliare” (minuto 16 e 40 di quell’intervista), e questo …”per ragioni infinite che adesso non è il caso di dettagliare” (…ma no?).
    Il venerato maestro non ne è però turbato, infatti questa successiva degenerazione leninista, che fu la diretta frontale negazione di ogni democrazia consiliare, …“non ci deve far perdere di vista il fatto che quell’esperienza, durata parecchi decenni, ha dimostrato che quella che noi continuiamo a chiamare democrazia parlamentare non è l’unico sistema possibile…” (minuto 17 e 00).
    …”Durata parecchi decenni”? …”DURATA PARECCHI DECENNI”??? Ma cosa, caro il nostro Mago Cipolla? La dittatura del partito unico leninista, o la democrazia consiliare dei soviet che durò invece parecchi …minuti, o meglio nemmeno poté cominciare i propri lavori? Di cosa sta cianciando?
    Ecco. Questa è la sinistra di oggi. Cattivi maestri in malafede in cattedra, e masse di gonzi capaci di bersi qualunque risciacquatura che applaudono festanti in platea. Fra gli uni e gli altri davvero non si può dire chi ispiri maggiore disgusto.

    • @gaddovarzi6980
      @gaddovarzi6980 2 ปีที่แล้ว

      @@michelebarbieri4932 Guardi, come ho già detto, non credo che ci sia lo spazio per discutere seriamente, se pure se ne sia in grado, di questioni tanto complesse di storia delle idee e di storia politica. Io volevo esclusivamente attirare l’attenzione sul modo inverecondo con cui Canfora prostituisce la propria ricca erudizione al servizio di una propaganda ideologica miserrima.
      La citazione testuale che ho riportato sulla democrazia dei soviet russi è un vero e proprio gioco delle tre carte degno di un banchetto di Forcella. Indecente per la trufferia che rappresenta in sé. E ancora di più perché finalizzato a screditare agli occhi dei giovani le nostre istituzioni di democrazia rappresentativa, in nome di non meglio precisate alternative più “democratiche”.
      Lei non crede che Canfora sostenga queste tesi? Bene, vuol dire che lei ne ha letto poco o niente. C’è per es. un articolo in rete in cui Angelo Panebianco illustra abbastanza chiaramente il Canfora-pensiero: “Nella sua visione, come risulta dai suoi scritti, le democrazie occidentali sono pseudo-democrazie dominate da spietate oligarchie finanziarie.” Se lo legga (www.corriere.it/editoriali/22_aprile_19/quando-vecchi-tic-ritornano).
      D’altra parte la sinistra ideologica è piena di questi cattivi maestri, da Zizek a Negri e a mille altri. In tutti c’è sempre questo medesimo dispositivo: si critica la democrazia liberale, spronando i giovani a demolirla, senza avere uno straccio di credibile alternativa che garantisca altrettanto bene le nostre libertà individuali e la moderazione del potere. In pratica un invito a segare il ramo su cui siamo tutti seduti. Sono dei truffatori e degli irresponsabili.