che cosa era il TARANTISMO nel SALENTO?

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  • เผยแพร่เมื่อ 18 ส.ค. 2022
  • Che cosa era il Tarantismo nel Salento?
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    Ogni volta che una tarantata aveva dei sintomi che si potevano legare al tarantismo, dei suonatori di tamburello, violino, organetto e armonica a bocca andavano nell’abitazione della “malata”.
    I musicisti anche con altri strumenti musicali cominciavano a suonare la pizzica e non la taranta, una musica dal ritmo sfrenato, e la tarantata cominciava a danzare per lunghe ore, sino allo sfinimento o svenimento.
    Il ricorso a San Paolo è dovuto alla credenza popolare che, mentre la tarantata ballava in un ritmo frenetico, anche il morso della taranta si consumasse.
    San Paolo era considerato il Santo dei poveri ed il protettore dagli animali striscianti tra cui i serpenti, scorpioni, ragni, e quindi anche la tarantola.
    Il tarantismo (o tarantolismo) è una sorta di esorcismo popolare che spingeva le donne, che si riteneva morsa dalla tarantola, che è un grosso ragno ancora esistente nel territorio salentino, a recarsi il 29 giugno in pellegrinaggio al pozzo presso la chiesetta di San Paolo a Galatina.
    Da qui anche la canzone “Santu Paulu miu de le tarante”.
    Per essere liberati definitivamente dagli effetti del veleno della Taranta, occorreva essere liberati solo per mezzo della musica e dei colori.
    Quindi si usavano anche dei nastrini colorati, chiamati anche zagarelle, che si usava legare al polso.
    La musica ossessiva era chiamata la pizzica pizzica, che induceva la tarantata a Galatina, ad una danza sfrenata intorno al pozzo la cui acqua è considerata simbolo di purificazione.

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