Io penso che sia l'esasperazione a portare la gente a dare le dimissioni, soprattutto nel settore creativo. Il work-life balance è un'utopia, la vita privata non deve esistere, il tuo lavoro dev'essere per forza anche il tuo hobby e trascorrere le serate in ufficio è sinonimo di essere performante. Si fa team-building ma poi non si perde l'occasione di mettere in competizione le persone. L'interazione con le persone è fondamentale a mio parere ma lo é anche avere la possibilità di ritagliarsi momenti in cui ci si possa staccare dal lavoro per far respirare la mente e le idee, cosa che negli ultimi 10 anni è soffocata dal "tanto lo fai in 5 minuti" e dalla costante corsa contro il tempo con cui si progettano (male, aggiungerei) le cose. Piuttosto che infelici, squattrinate e imbrigliate dal sistema malato, le persone ora preferiscono essere squattrinate ma con un po' più di amore verso la propria sanità mentale e fisica quindi spero vivamente si cambi un po' mentalità. Il modello ibrido penso che diventerà routine, questi due anni hanno insegnato alle persone che la vita è una ed il tempo è prezioso, necessitiamo tutti di correre un po' meno, lavorare meglio e dare un po' più valore anche al tempo dedicato agli affetti.
Nanni, il sindacalista a cui piace fare comunella Giu, il padrone cattivo che pensa solo al profitto Breccia, il dipendente oppresso che non può andare su internet dal posto di lavoro
per me la gente dimentica una particolarità: non è questo a far essere un buon posto di lavoro, è l'ambiente...se è felice, allegro, propositivo...sinceramente in tal caso meglio sul posto ma non cambia.
Ho lavorato per Apple durante la pandemia, la pressione che mettevano nel tornare in ufficio è stata snervante sin dal primo giorno. Adesso lavoro Full-Remote per una compagnia diversa. Licenziarmi da Apple è stata la scelta migliore, nonostante l'ufficio fosse a 2 minuti a piedi da casa.
Io penso che la flessibilità ci stia, ma credo anche che la presenza in sede di lavoro possa avere un impatto completamente differente sulla produttività, e questo le grandi aziende lo sanno bene. Non è un caso che gli spazi di Google siano estremamente vivaci e colorati, o che l'edificio della Apple sia così futuristico e curato. Quello che dice Nanni e che forse Giuliano ha travisato, è che proprio quei momenti di stacco sono estremamente importanti per il team Building. Sentirsi parte di un gruppo, avere un legame con i propri colleghi può avere un impatto migliore sul proprio lavoro. Penso che si possa lavorare bene anche da casa, ma non dimentichiamo che magari siamo pieni di distrazioni, più soggetti alla procrastinazione e possono mancare gli stimoli che una banale presenza o un semplice scambio con un collega possono dare. È chiaro che per molte persone è scomodo recarsi sul posto di lavoro e che magari devono perdere molto tempo prima di arrivarci, ma non è forse quello che si accetta automaticamente quando si viene assunti? Recarsi sul posto di lavoro non mi sembra un plus, ma un normalissimo compromesso che si accetta in cambio dello stipendio.
Ma guarda, Millenium Trillogy ha portato un bel esempio con Lisbeth Salander(una ragazza problematica che non si sarebbe integrata) dando un ultimatum di compromessi in cui una volta alla settimana si sarebbero dovuti incontrare ed il resto smart work. Ma non fu la flessibilità ma la gente: quel datore di lavoro la trattò come un padre, non era un pezzo di ghiaccio...non è mai questo ma l'insieme.
Fortunatamente all’estero abbiamo già raggiunto questa flessibilità! Ci è stato consigliato di andare in ufficio per i vari benefits, ma abbiamo l’opportunità di decidere quando andare e quando no, senza bisogno di avvisare o chiamare nessuno! È davvero molto comodo, spero che questo mindset raggiunga anche l’Italia! :) (Mi riferisco soprattutto al minuto 14:00)
In merito al Great Resignation, secondo me il problema di molti datori di lavoro è dare per scontato che la fatica che hanno vissuto per raggiungere la loro posizione imprenditoriale debba essere non solo compresa, ma anche condivisa. Non tutti sono in grado o sono interessati a quel tipo di percorso, in cui solitamente sacrifichi la vita personale per la carriera. E poi diciamocelo, quanti imprenditori sono riusciti nella propria impresa grazie all'illusione per molti dipendenti che sacrificio-->carriera assicurata? Facendo un parallelo "assurdo", senza chi si è sacrificato non avremmo le piramidi e probabilmente non avremmo nemmeno le varie Apple, Google, Amazon, ecc. Penso che il vero dibattito per l'umanità stia qui: può esistere un modo per avere le piramidi che sia congruo per ambo le parti?
Di base con la retorica del "ok si tutto bello ma.. dobbiamo lavorare e punto" saremmo ancora alle condizioni lavorative della prima rivoluzione industriale. Ok, dopo aver sganciato questa bomba per far capire il concetto in modo estremo mi spiego meglio. Quello che dice Nanni lo sposo al 100% pur coniugandolo alla necessità, espressa da Giuliano, di "quagliare" con il lavoro; per quanto io ancora sia studente universitario di una facoltà di progettazione, architettura, il pensare al "lavoro per lavorare" uccide ogni mia facoltà creativa e corrode tutte le mie capacità intellettive. Voledo proiettare questo concetto dal lavoro al percorso universitario, tutti quel* insegnanti che hanno instaurato questo regime lavorativo più ferreo e "dittatoriale" sono proprio quell* che ho letteralmente odiato e con l* quali non vorrei fare più nulla nella mia vita; finchè è una materia universitaria ok, pace, la passo e via, ma se si trattasse di un intero brand che ha questo modus operandi.. personalmente anche meno. Posso assicurare che il caffè con l* collega, la chiacchera con l'amic* o la sigaretta con chissà chi (anche se non bevo caffè ne fumo, ma per capirci) mi da un boost vitale utile al lavoro tale che lavoro meglio, anche perchè essendo un soggetto abbastanza ansioso se mi metti più pressioni del necessario mi blocco completamente (e se un brand invece di valorizzarmi mi blocca.. forse sta un po' fallendo). Volendo ricollegarmi anche al discorso si/no smart working è un gigantesco dipende. Come detto da Nanni dipende anche da dove vivo: se sto a 2h dal posto di lavoro e magari ho una famiglia alle spalle.. come faccio? E se ho altre necessità e problemi, come gestitsco il tutto? Allo stesso tempo non posso negare la necessità di lavorare insieme per portare avanti i progetti, almeno in un lavoro che interessa la sfera artistico-progettuale, perchè la presenza è assolutamente necessaria sia per linguaggio non verbale, come citato in video, utile per il migliore dialogo fra membri, i momenti di convivialità che aiutano sia a tenere saldo un team che ad accrescere le facoltà creative e la miglior riuscita del prodotto finale. Banalmente ad inizio lockdown ero completamente d'accordo alla dad quasi totale, due anni dopo ne sono sempre favorevole ma con molte eccezioni; per quanto io debba cambiare regione e farmi un viaggio letteralmente di un'ora per andare in uni, la camminata a piedi e il viaggio nel mezzo pubblico mi regalano occasioni di riflessione, cogliere nuovi scorci e incontrare nuova gente che mi fanno cominciare la giornata in modo totalmente diverso dallo stare a casa (sarà new age ma la mia psiche ringrazia). Così come altre perosne hanno la necessità di, magari, lavorare in diverse parti del mondo (un po' come ha fatto/fa Marcello Ascani) per avere nuovi imput, fare networking e quant'altro e quindi smart working is the way. Chiaramente come detto questo sono io e ho queste necessità mentre altre persone hanno bisogni e fini diversi, come visto anche fra voi in questo stesso video, e secondo me chi gestisce le aziende dovrebbe comprendere questa pluralità e gestire ad hoc il tutto; chiaramente è assai challenging ma se la finalità è quella di lavorare bene forse è meglio accogliere invece di schematizzare rigidamente tutto considerando pure il fatto che, per fortuna, più si va avanti più c'è la necessità di dare importanza nel lavoro all'aspetto umano che al mero e sterile profitto (sennò, ripeto, saremmo rimasti al 1750) Concludendo, nessun approccio è sbagliato a prescindere ma si deve saper essere brav* a dirigere l'orchestra🤔 Ah, c itengo a sottolineare che per quanto sia più poetico su questo tema amo, necessito e pretendo perfezione e serietà nel lavoro, per dire che non voglio che sia tutto un grande "volemose bene e finiamo a tarallucci e vino" chiaramente
Secondo me per la storia dello smart working è impossibile fare un discorso unico. Deve essere il lavoro del product manager (o affini) decidere come far lavorare i suoi dipendenti per raggiungere determinati obiettivi. In generale credo ci voglia un equilibrio tra: ritualità (es. 1 giorno a settimana riunione in presenza con i capo team, 1 tra i singoli team etc) e libertà di scrivere un rapporto sotto lo scroscio delle cascate delle marmore per 4 giorni.
Salve, come si fa per lavorare alla Apple? Non trovo video ne articoli che lo spiegano, ho un Apple store vicino casa e ho sempre amato lavorarci, ma sono all’oscuro di tutto
E poi c'è il mio datore di lavoro che ci tiene le telecamere puntate addosso e non concepisce lo smart working; al massimo concede il telelavoro, con webcam accesa e solo per motivi gravi! Alla fine, conoscere il capo, capire la mission aziendale e coordinarsi con il team in presenza sono elementi essenziali per lavorare bene, ma è anche vero che un dipendente non deve sentirsi in galera e se i propri task possono essere tracciati e svolti al pc, che ben venga lo smart working.
ps: 50% io sono pro al smartwork ma meglio l'ufficio anche solo per motivare(anche solo fare amicizia)...e comunque fidatevi, è tanto l'ambiente. Lisbeth Salander(non a caso il capo è letteralmente il mio personaggio preferito) per come la vedo è un bellissimo esempio in quanto sapevano dei suoi limiti ma le hanno dato un ultimatum per trovare un compromesso, è questo che serve non tutti questi discorsi basati sul nulla. Apple è CLOSE e Google è OPEN suorce...ricordatelo(fun fact: no, MacOS è di base FreeBSD molto modificato ma con Cocoa ed Aqua e co close suorce.
Si ma Giuliano è il primo che non rispetta il lavoro degli ottici: ha gli occhiali completamente decentrati; Breccia e Nanni hanno gli occhiali meno appariscenti ma almeno centrati. Giuliano sei bellissimo (con qualunque occhiale)
C'è un sacco di gente che, a causa della pandemia, ha deciso di cambiare vita/lavoro. "Obbligare" i dipendenti a tornare in ufficio è un modo per sviluppare culture e talent retention.
nel mio caso io ricevo ogni mattina una lista di task da eseguire entro la giornata e fine, i miei colleghi hanno altre liste, lo stare in ufficio o a casa è totalmente indifferente, anche perchè durante la giornata di lavoro sono tutti muti nessuno parla e finita la giornata di lavoro ognuno scappa altrove
Argomenti interessanti ma c'è davvero un eccesso di anglicismi che sembra di sentire "i bro che fanno le pentakill e aspettano che i boss spaunino nella map".
tra l'altro apple per colpa di questa politica del ritorno in ufficio ha appena perso Ian Goodfellow (che per chi non lo sapesse è tipo il cristiano ronaldo del machine learning)
Io trovo stupida l'argomentazione dei pro-ufficio "eh ma il caffè insieme con i colleghi"... ma anche chi se ne frega? 😂 io da casa sono 100 volte più produttivo ed è quello che dovrebbe contare! Poi è vero che dipende dalle situazioni e soprattutto dal tipo di lavoro, ma costringere a stare tutti in ufficio solo per fare "team building" la trovo solo una scusa, la verità è che i datori di lavoro ancora non si fidano dello smart working
L'ufficio non serve solo per fare team building, ma anche per stimolare la produttività, le interazioni e gli scambi di idee con i colleghi. Non sono assolutamente contro il lavoro in Smart working, anzi, però credo anche che il contatto umano sia importante e si stia progressivamente perdendo. Cosa ti lega all'azienda per cui lavori, cosa ti motiva (oltre allo stipendio) a impiegare il tuo tempo per questa?
@@oalsecnev1 dubito che ai miei datori di lavoro interessi qualcosa sull'investire sulla crescita del "contatto umano", cerchiamo di separare ciò che pensiamo faccia bene a livello sociale e ciò che pensiamo faccia bene alle aziende. Per quanto riguarda il discorso sullo stimolo allo scambio di idee ripeto, dipende dal tipo di lavoro. Io ad esempio non faccio un lavoro creativo, faccio un lavoro operativo, è raro che io abbia bisogno di fare brainstorming e di tirare fuori idee di design
@@LorenzoValente Chiaro, il discorso non vale per tutti, e se si tratta come nel tuo caso di svolgere un lavoro operativo ci sta anche che lavori da casa, ma se parliamo appunto di aziende simili a quelle citate nel video direi che forse il discorso calza. In alcuni lavori come quelli del settore tech e/o creativo conta molto lo stimolo e lo scambio di idee, e io credo che semplicemente il contatto umano benefici sia dipendenti che aziende. Detto ciò, ribadisco che non sono contro il lavoro in Smart working, che ha tanti vantaggi per molti, ma non mi metterei a disprezzare un sistema che non ha nulla di sbagliato. Il futuro sarà sicuramente un connubio tra le due cose, vista che si è creata questa esigenza
@@oalsecnev1 sono del tutto d'accordo con te, il futuro sarà un misto tra le due cose. Spero solamente che si opti per soluzioni sempre più flessibili, adeguate alle necessità del singolo lavoratore e delle singole mansioni
Esiste l'Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva (AIAP). Ha archivi e offre servizi di supporto e consulenza. Parlatene che sono interessanti :)
Io penso che sia l'esasperazione a portare la gente a dare le dimissioni, soprattutto nel settore creativo. Il work-life balance è un'utopia, la vita privata non deve esistere, il tuo lavoro dev'essere per forza anche il tuo hobby e trascorrere le serate in ufficio è sinonimo di essere performante. Si fa team-building ma poi non si perde l'occasione di mettere in competizione le persone. L'interazione con le persone è fondamentale a mio parere ma lo é anche avere la possibilità di ritagliarsi momenti in cui ci si possa staccare dal lavoro per far respirare la mente e le idee, cosa che negli ultimi 10 anni è soffocata dal "tanto lo fai in 5 minuti" e dalla costante corsa contro il tempo con cui si progettano (male, aggiungerei) le cose. Piuttosto che infelici, squattrinate e imbrigliate dal sistema malato, le persone ora preferiscono essere squattrinate ma con un po' più di amore verso la propria sanità mentale e fisica quindi spero vivamente si cambi un po' mentalità. Il modello ibrido penso che diventerà routine, questi due anni hanno insegnato alle persone che la vita è una ed il tempo è prezioso, necessitiamo tutti di correre un po' meno, lavorare meglio e dare un po' più valore anche al tempo dedicato agli affetti.
Cos'è il lavoro se non un apostrofo rosa tra le parole pausa caffè e pausa pranzo
What if you don’t stop for you lunch and you don’t drink coffee?
Se devo lavorare insieme a quello che indossa il cappello “just do it” lavoro da casa tutta la vita.
Federazione italiana graphic artist F.I.G.A.
Nanni, il sindacalista a cui piace fare comunella
Giu, il padrone cattivo che pensa solo al profitto
Breccia, il dipendente oppresso che non può andare su internet dal posto di lavoro
🍫
per me la gente dimentica una particolarità: non è questo a far essere un buon posto di lavoro, è l'ambiente...se è felice, allegro, propositivo...sinceramente in tal caso meglio sul posto ma non cambia.
Bellissima puntata propongo di fare più spesso puntate “monotematiche “ magari anche con temi più sociali come in questo caso
Ho lavorato per Apple durante la pandemia, la pressione che mettevano nel tornare in ufficio è stata snervante sin dal primo giorno.
Adesso lavoro Full-Remote per una compagnia diversa.
Licenziarmi da Apple è stata la scelta migliore, nonostante l'ufficio fosse a 2 minuti a piedi da casa.
Bro ma youre living the best life
Io penso che la flessibilità ci stia, ma credo anche che la presenza in sede di lavoro possa avere un impatto completamente differente sulla produttività, e questo le grandi aziende lo sanno bene. Non è un caso che gli spazi di Google siano estremamente vivaci e colorati, o che l'edificio della Apple sia così futuristico e curato. Quello che dice Nanni e che forse Giuliano ha travisato, è che proprio quei momenti di stacco sono estremamente importanti per il team Building. Sentirsi parte di un gruppo, avere un legame con i propri colleghi può avere un impatto migliore sul proprio lavoro. Penso che si possa lavorare bene anche da casa, ma non dimentichiamo che magari siamo pieni di distrazioni, più soggetti alla procrastinazione e possono mancare gli stimoli che una banale presenza o un semplice scambio con un collega possono dare. È chiaro che per molte persone è scomodo recarsi sul posto di lavoro e che magari devono perdere molto tempo prima di arrivarci, ma non è forse quello che si accetta automaticamente quando si viene assunti? Recarsi sul posto di lavoro non mi sembra un plus, ma un normalissimo compromesso che si accetta in cambio dello stipendio.
Ma guarda, Millenium Trillogy ha portato un bel esempio con Lisbeth Salander(una ragazza problematica che non si sarebbe integrata) dando un ultimatum di compromessi in cui una volta alla settimana si sarebbero dovuti incontrare ed il resto smart work. Ma non fu la flessibilità ma la gente: quel datore di lavoro la trattò come un padre, non era un pezzo di ghiaccio...non è mai questo ma l'insieme.
Fortunatamente all’estero abbiamo già raggiunto questa flessibilità! Ci è stato consigliato di andare in ufficio per i vari benefits, ma abbiamo l’opportunità di decidere quando andare e quando no, senza bisogno di avvisare o chiamare nessuno! È davvero molto comodo, spero che questo mindset raggiunga anche l’Italia! :)
(Mi riferisco soprattutto al minuto 14:00)
Noi lavoriamo già in questo modo (Capgemini Italia)
In merito al Great Resignation, secondo me il problema di molti datori di lavoro è dare per scontato che la fatica che hanno vissuto per raggiungere la loro posizione imprenditoriale debba essere non solo compresa, ma anche condivisa. Non tutti sono in grado o sono interessati a quel tipo di percorso, in cui solitamente sacrifichi la vita personale per la carriera. E poi diciamocelo, quanti imprenditori sono riusciti nella propria impresa grazie all'illusione per molti dipendenti che sacrificio-->carriera assicurata? Facendo un parallelo "assurdo", senza chi si è sacrificato non avremmo le piramidi e probabilmente non avremmo nemmeno le varie Apple, Google, Amazon, ecc. Penso che il vero dibattito per l'umanità stia qui: può esistere un modo per avere le piramidi che sia congruo per ambo le parti?
Lavorare fa cosi 2019
Di base con la retorica del "ok si tutto bello ma.. dobbiamo lavorare e punto" saremmo ancora alle condizioni lavorative della prima rivoluzione industriale.
Ok, dopo aver sganciato questa bomba per far capire il concetto in modo estremo mi spiego meglio.
Quello che dice Nanni lo sposo al 100% pur coniugandolo alla necessità, espressa da Giuliano, di "quagliare" con il lavoro; per quanto io ancora sia studente universitario di una facoltà di progettazione, architettura, il pensare al "lavoro per lavorare" uccide ogni mia facoltà creativa e corrode tutte le mie capacità intellettive. Voledo proiettare questo concetto dal lavoro al percorso universitario, tutti quel* insegnanti che hanno instaurato questo regime lavorativo più ferreo e "dittatoriale" sono proprio quell* che ho letteralmente odiato e con l* quali non vorrei fare più nulla nella mia vita; finchè è una materia universitaria ok, pace, la passo e via, ma se si trattasse di un intero brand che ha questo modus operandi.. personalmente anche meno. Posso assicurare che il caffè con l* collega, la chiacchera con l'amic* o la sigaretta con chissà chi (anche se non bevo caffè ne fumo, ma per capirci) mi da un boost vitale utile al lavoro tale che lavoro meglio, anche perchè essendo un soggetto abbastanza ansioso se mi metti più pressioni del necessario mi blocco completamente (e se un brand invece di valorizzarmi mi blocca.. forse sta un po' fallendo).
Volendo ricollegarmi anche al discorso si/no smart working è un gigantesco dipende. Come detto da Nanni dipende anche da dove vivo: se sto a 2h dal posto di lavoro e magari ho una famiglia alle spalle.. come faccio? E se ho altre necessità e problemi, come gestitsco il tutto? Allo stesso tempo non posso negare la necessità di lavorare insieme per portare avanti i progetti, almeno in un lavoro che interessa la sfera artistico-progettuale, perchè la presenza è assolutamente necessaria sia per linguaggio non verbale, come citato in video, utile per il migliore dialogo fra membri, i momenti di convivialità che aiutano sia a tenere saldo un team che ad accrescere le facoltà creative e la miglior riuscita del prodotto finale. Banalmente ad inizio lockdown ero completamente d'accordo alla dad quasi totale, due anni dopo ne sono sempre favorevole ma con molte eccezioni; per quanto io debba cambiare regione e farmi un viaggio letteralmente di un'ora per andare in uni, la camminata a piedi e il viaggio nel mezzo pubblico mi regalano occasioni di riflessione, cogliere nuovi scorci e incontrare nuova gente che mi fanno cominciare la giornata in modo totalmente diverso dallo stare a casa (sarà new age ma la mia psiche ringrazia). Così come altre perosne hanno la necessità di, magari, lavorare in diverse parti del mondo (un po' come ha fatto/fa Marcello Ascani) per avere nuovi imput, fare networking e quant'altro e quindi smart working is the way.
Chiaramente come detto questo sono io e ho queste necessità mentre altre persone hanno bisogni e fini diversi, come visto anche fra voi in questo stesso video, e secondo me chi gestisce le aziende dovrebbe comprendere questa pluralità e gestire ad hoc il tutto; chiaramente è assai challenging ma se la finalità è quella di lavorare bene forse è meglio accogliere invece di schematizzare rigidamente tutto considerando pure il fatto che, per fortuna, più si va avanti più c'è la necessità di dare importanza nel lavoro all'aspetto umano che al mero e sterile profitto (sennò, ripeto, saremmo rimasti al 1750)
Concludendo, nessun approccio è sbagliato a prescindere ma si deve saper essere brav* a dirigere l'orchestra🤔
Ah, c itengo a sottolineare che per quanto sia più poetico su questo tema amo, necessito e pretendo perfezione e serietà nel lavoro, per dire che non voglio che sia tutto un grande "volemose bene e finiamo a tarallucci e vino" chiaramente
Secondo me per la storia dello smart working è impossibile fare un discorso unico. Deve essere il lavoro del product manager (o affini) decidere come far lavorare i suoi dipendenti per raggiungere determinati obiettivi. In generale credo ci voglia un equilibrio tra: ritualità (es. 1 giorno a settimana riunione in presenza con i capo team, 1 tra i singoli team etc) e libertà di scrivere un rapporto sotto lo scroscio delle cascate delle marmore per 4 giorni.
Ragazzi super puntata! è volata in un attimo... grandi. VVB
Salve, come si fa per lavorare alla Apple? Non trovo video ne articoli che lo spiegano, ho un Apple store vicino casa e ho sempre amato lavorarci, ma sono all’oscuro di tutto
E poi c'è il mio datore di lavoro che ci tiene le telecamere puntate addosso e non concepisce lo smart working; al massimo concede il telelavoro, con webcam accesa e solo per motivi gravi! Alla fine, conoscere il capo, capire la mission aziendale e coordinarsi con il team in presenza sono elementi essenziali per lavorare bene, ma è anche vero che un dipendente non deve sentirsi in galera e se i propri task possono essere tracciati e svolti al pc, che ben venga lo smart working.
ps: 50% io sono pro al smartwork ma meglio l'ufficio anche solo per motivare(anche solo fare amicizia)...e comunque fidatevi, è tanto l'ambiente. Lisbeth Salander(non a caso il capo è letteralmente il mio personaggio preferito) per come la vedo è un bellissimo esempio in quanto sapevano dei suoi limiti ma le hanno dato un ultimatum per trovare un compromesso, è questo che serve non tutti questi discorsi basati sul nulla.
Apple è CLOSE e Google è OPEN suorce...ricordatelo(fun fact: no, MacOS è di base FreeBSD molto modificato ma con Cocoa ed Aqua e co close suorce.
Ma che top che ho scoperto questo super canale
Si ma Giuliano è il primo che non rispetta il lavoro degli ottici: ha gli occhiali completamente decentrati; Breccia e Nanni hanno gli occhiali meno appariscenti ma almeno centrati. Giuliano sei bellissimo (con qualunque occhiale)
Sono tutti diventati freelancer 😁
C'è un sacco di gente che, a causa della pandemia, ha deciso di cambiare vita/lavoro. "Obbligare" i dipendenti a tornare in ufficio è un modo per sviluppare culture e talent retention.
nel mio caso io ricevo ogni mattina una lista di task da eseguire entro la giornata e fine, i miei colleghi hanno altre liste, lo stare in ufficio o a casa è totalmente indifferente, anche perchè durante la giornata di lavoro sono tutti muti nessuno parla e finita la giornata di lavoro ognuno scappa altrove
Giustamente han costruito quell'edificio e lo vogliono sfruttare 🤣
Argomenti interessanti ma c'è davvero un eccesso di anglicismi che sembra di sentire "i bro che fanno le pentakill e aspettano che i boss spaunino nella map".
Quanta saggezza Giuliano ❤️
"Il direttore machine learning di Apple si è dimesso"
Ho detto tutto 😂
Come sempre ragazzi, grazie mille per il vostro video 💪
tra l'altro apple per colpa di questa politica del ritorno in ufficio ha appena perso Ian Goodfellow (che per chi non lo sapesse è tipo il cristiano ronaldo del machine learning)
Guardatevi il documentario su Olivetti di Nova Lectio. Erano avanti di 50 anni
Nanni a lanciato la nuova moda 2 orologi ⌚️🕦Hahaha 🤣
falso. c’è chi è arrivato prima
“Oggi ho notato che ho due polsi
Quindi ho comprato due orologi”
❤️❤️❤️ Rich Tony quote Giacomo grande! ma prima di lui Maradona, lady Diana, Fidel Castro e tantissimi altri... google "Double Wristing"
Federazione Italiana Grafici Modellatori Autonomi.. Lascio a voi l'acronimo ♥
Ma raga potreste sistemare il vostro Discord che ha i canali senza nessun permesso? come per esempio il canale "come-funziona"
Grazie
Io sempre d'accordo con Giuliano è incredibile 😂
Io trovo stupida l'argomentazione dei pro-ufficio "eh ma il caffè insieme con i colleghi"... ma anche chi se ne frega? 😂 io da casa sono 100 volte più produttivo ed è quello che dovrebbe contare! Poi è vero che dipende dalle situazioni e soprattutto dal tipo di lavoro, ma costringere a stare tutti in ufficio solo per fare "team building" la trovo solo una scusa, la verità è che i datori di lavoro ancora non si fidano dello smart working
L'ufficio non serve solo per fare team building, ma anche per stimolare la produttività, le interazioni e gli scambi di idee con i colleghi. Non sono assolutamente contro il lavoro in Smart working, anzi, però credo anche che il contatto umano sia importante e si stia progressivamente perdendo. Cosa ti lega all'azienda per cui lavori, cosa ti motiva (oltre allo stipendio) a impiegare il tuo tempo per questa?
@@oalsecnev1 l'ufficio serve sono a far perdere 2 ore di viaggio
@@oalsecnev1 dubito che ai miei datori di lavoro interessi qualcosa sull'investire sulla crescita del "contatto umano", cerchiamo di separare ciò che pensiamo faccia bene a livello sociale e ciò che pensiamo faccia bene alle aziende. Per quanto riguarda il discorso sullo stimolo allo scambio di idee ripeto, dipende dal tipo di lavoro. Io ad esempio non faccio un lavoro creativo, faccio un lavoro operativo, è raro che io abbia bisogno di fare brainstorming e di tirare fuori idee di design
@@LorenzoValente Chiaro, il discorso non vale per tutti, e se si tratta come nel tuo caso di svolgere un lavoro operativo ci sta anche che lavori da casa, ma se parliamo appunto di aziende simili a quelle citate nel video direi che forse il discorso calza. In alcuni lavori come quelli del settore tech e/o creativo conta molto lo stimolo e lo scambio di idee, e io credo che semplicemente il contatto umano benefici sia dipendenti che aziende. Detto ciò, ribadisco che non sono contro il lavoro in Smart working, che ha tanti vantaggi per molti, ma non mi metterei a disprezzare un sistema che non ha nulla di sbagliato. Il futuro sarà sicuramente un connubio tra le due cose, vista che si è creata questa esigenza
@@oalsecnev1 sono del tutto d'accordo con te, il futuro sarà un misto tra le due cose. Spero solamente che si opti per soluzioni sempre più flessibili, adeguate alle necessità del singolo lavoratore e delle singole mansioni
... Lavorare "ALLA" Apple... Lavorare "PRESSO" la Apple...
Esiste l'Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva (AIAP). Ha archivi e offre servizi di supporto e consulenza. Parlatene che sono interessanti :)
bello approfondire meglio un tema come in questo video rispetto alle puntate news un po frenetiche ciaooo
FDP (Federazione Designer Professionisti)
...eppol...
overlappate
Dai cattato non si può sentire