Biagio Izzo - Un tè per tre [14/22]

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  • เผยแพร่เมื่อ 6 พ.ย. 2013
  • Stagione teatrale 2009-2010
    TESTO TEATRALE a cura di Bruno Tabacchini e Biagio Izzo
    REGIA: Claudio Insegno
    MUSICHE: Paolo Belli
    ATTORI: Teresa Del Vecchio, Francesco Procopio, Antonio Ferrante, Monica Guazzini, Paolo Bonanni, Paola Quilli, Emanuela Morini, Tommaso Spinelli
    BALLETTO: Elisabetta Persia, Loretta Paoletti, Stefania Damiani, Federica Michieli
    SCENE: Francesco Scandale
    DISEGNO LUCI: Vittorio Grotta
    COSTUMI: Graziella Pera
    COREOGRAFIE: Germana Bonaparte
    SINOSSI
    Una storia di amicizia e sentimenti, ma anche di tradimenti e ripensamenti.
    Accadde tutto trent'anni fa. Due amici avevano giocato una schedina al totocalcio, in società; una cosa alla buona, come si faceva una volta, per il gusto di stare insieme la domenica davanti alla radio ascoltando i risultati del campionato di calcio. Mai avrebbero messo in conto, i due, l'ipotesi d'indovinare tredici risultati tutti di fila sulla stessa colonna. Quella volta però accadde l'inverosimile.
    Con un montepremi record di trentaquattromiliardi, quattrocentosettantacinque milioni, ottocentocinquantaduemila e quattrocentonovantadue lire, venne registrata anche la vincita più alta in assoluto nella storia del Totocalcio. Una schedina con un 13 e cinque 12 regalava ai suoi possessori 5.549.756.245 lire. Una cifra spaventosa! Uno dei due amici non resse all'emozione: colto da infarto ci rimase sul colpo. L'occasione fa l'uomo ladro, si dice; così il superstite incassò l'intera vincita per una somma spropositata a quei tempi (anche oggi mica male) che lo iscrisse a pieno titolo nel club dei miliardari, precipitandolo senza scampo nel girone dei dannati a vita. Se il totocalcio gli aveva regalato fortuna e successo, il rimorso, verme roditore della coscienza, lo aveva trascinato nell'abisso dei sensi di colpa. In preda alla disperazione, "La pena più grande è portare sul cuore, giorno e notte, il testimone delle proprie colpe" [Giovenale] il miliardario,(oggi milionario) decide dopo trent'anni di restituire la somma sottratta, calcolando chiaramente gl'interessi maturati negli anni. In cambio dell'ammontare di un milione di euro, all'unico erede dell'amico tragicamente scomparso, non chiede altro che il perdono.
    Il perdono per 1 milione di euro? Si potrebbe anche fare, se non ci fossero una serie di colpi di scena che complicano la storia.

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