Maria Valtorta - Quaderni - 14 febbraio 1944: Incontro di Gesù con la Madre
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- เผยแพร่เมื่อ 12 ธ.ค. 2024
- Maria Valtorta - Quaderni - 14 febbraio 1944: Incontro di Gesù con la Madre
E ancora una dolce visione, per quanto mescolata di lacrime.
Vedo una conca erbosa appena lievemente ondulata. Delle colline salgono dietro ad essa, placide colline dai dossi erbosi e verdi che salgono dolcemente. In basso, alla destra di come io mi trovo, ossia con la fronte volta a nord, vedo il bel lago di Tiberiade così puramente azzurro. La conca in cui mi trovo sembra essere ai piedi di queste colline, non proprio a valle ma appena sopraelevata di qualche poco sulla pianura, prima ondulazione delle retrostanti colline.
Che luogo sia non so. In Galilea certo. Qui non vi sono case. Il paese è più in basso e più prossimo al lago. Pare un posto di sufficiente importanza perché è piuttosto vasto e con case già pretenziose nel loro aspetto.
Gesù è qui che avanza. Solo. Cerca un luogo fresco e solitario e vi si siede.
Direi che è ancora estate sebbene volgente all’autunno, perché nelle coltivazioni sparse per la campagna le vigne hanno uva matura sui tralci e già le foglie della vite si accartocciano ed ingialliscono qua e là, bruciate dal sole estivo che ora è al tramonto e sta abbassandosi dietro alle creste delle colline. Il lago è già in ombra. Il posto dove è Gesù non ancora, perché più elevato.
Gesù siede e pensa. È vestito come al solito di bianco col manto azzurro. Tiene le mani congiunte appoggiate coi gomiti sui ginocchi e sta lievemente curvo in avanti cogli occhi fissi sull’erba che ha ai piedi. Ogni tanto solleva lo sguardo e lo gira intorno: sul paese, sul lago, sull’arco delle colline. Ma è evidente che è una mossa macchinale. Egli segue il suo pensiero e non vede ciò che ha davanti.
Dalla vietta, un largo sentiero fra il verde, per la quale è salito Gesù, salgono ora Maria con Giovanni. Il discepolo porta anche una bisaccia e aiuta Maria quando trovano qualche ostacolo di pietroni o di piccoli rii, quasi asciutti, da valicare.
Quando sono vicini qualche metro, Giovanni chiama: “Maestro!”. Chiama due volte e, quando Gesù si volge, Giovanni col suo bel sorriso aggiunge: “Ecco tua Madre”. E la scorta sin presso Gesù deponendo la sacca sull’erba. Poi saluta e se ne va.
Gesù rimane con la Madre. Si sorridono, si carezzano, si siedono sul ciglio scelto da Gesù per sedile, l’uno presso l’altra.
Maria è vestita molto di scuro. Azzurro cupo e ammantata come nell’altra visione. Direi che da quando è la Madre dell’Evangelizzatore Ella ha reso ancor più austero il suo abito.
Maria, dopo le prime parole di mutuo affetto, apre la sacca e ne trae pane fresco, frutta e un favo di miele. E offre tutto al Figlio dicendo: “È delle nostre api, della nostra casa. Mangialo, Figlio”.
Gesù sorride e spezza il pane croccante e lo mangia con un poco di miele.
Intanto Maria estrae gli altri suoi tesori. Sono indumenti freschi per il suo Gesù. Li svolge dal telo in cui sono avvolti e li mostra al Figlio. Poi ripone tutto con cura e si assorbe a guardare Gesù.
Lo guarda col suo sguardo così dolce, così adorante, così rispettoso. L’amore emana e tremola, come la luce su un mare al tramonto, da tutto il suo volto, le fa umidi gli occhi e sorridente il labbro. Ma un infinito rispetto lo contiene e, se non fosse Gesù che dopo aver mangiato le si siede ai piedi, sull’erba, e le appoggia il capo sui ginocchi, come un bambino, Ella quasi non oserebbe carezzarlo dopo il primo bacio di saluto.
Ma Egli è lì, Figlio, per la sua Mamma, Figlio della sua Mamma, ed Ella lo carezza sul capo, sui capelli lunghi e morbidi. La manina di Maria indugia, bianca su quell’oro acceso, sfiora la bella fronte del Salvatore come un’ala o un petalo di fiore. Vedo che l’espressione assorta di Gesù si rischiara come se la mano della Mamma mettesse in fuga i crucci che lo rendevano pensoso e triste.
Parlano poco, nulla. Riposano. Riposano il loro cuore nella vicinanza reciproca.
Poi Gesù si mette a parlare. Parla del suo ministero perché Maria vuole sapere. E interroga, perché anche Lui vuole sapere. Alla Mamma premono i particolari circa la missione del Figlio, per paragonarli al molto bene e al molto male che le è stato riportato. Al Figlio premono i particolari circa la vita che fa la Mamma ed al come la trattano parenti, amici, discepoli e popolo.
Ma, a giudicare in base ai vangeli, studio di Gesù è di velare l’astio pericoloso che lo circonda e lo raggiunge attraverso il baluardo dei discepoli fedeli, e ciò per non affliggere la Madre. E scopo di questa è di rassicurare il Figlio che Ella non manca di niente e che il rispetto e la pace la circondano. Sono due amori che vogliono risparmiare [l’uno] all’altro la cognizione del loro soffrire.
Ma Gesù mostra di sapere che a Nazareth gli si è sempre ostili e che non poche pressioni sono state fatte a Maria in tal senso. E conclude: “Ma non importa. Io, ora, non tornerò più in Galilea. Vado in Giudea. La festa dei Tabernacoli è vicina. Salgo al Tempio....