Bellissima lezione!❤ Una cosa mi chiedevo, ma la scala minore naturale di C non dovrebbe avere Ab piuttosto che A? Se non sbaglio la scala minore naturale di C dovrebbe essere la relativa di quella maggiore di Eb ed essa ha in chiave tre alterazioni: Eb, Ab e Bb se non erro... 15:30
Grazie, sono contento che sia stata una lezione utile. In effetti era stata una svista infatti a 15:18 avevo inserito una nota. L'esempio di armonizzazione è sulla scala dorica e non min naturale
@@TracklistMusic grazie per aver chiarito il dubbio!👍😉👌 P. S. Quindi C dorico siamo nella scala maggiore di Bb con solo Bb e Eb come alterazioni, giusto? Tnx! 😉👍😄
Domanda: perché si armonizza sempre con lo stesso accordo rivoltato o esteso anche su note diverse? se la seconda nota del brano è re, non dovrei armonizzare con il re minore?
Ottima domanda, provo a rispondere: l'obiettivo di questo approccio è l'armonizzazione melodica, cioè, data una melodia, sia esso un tema di un brano o altro, armonizzarlo rispettando gli accordi sottostanti del giro armonico, ai quali bisognerà mantenere come note che cantano proprio le note della melodia. In questo modo, tu potresti avere che ne so un DoMaj7 che dura tot, cercando di trovare quindi tutti i rivolti di quell'accordo che abbiano come note al canto le note della melodia. Nel caso della tua domanda invece, si parla di armonizzazione della tonalità, cioè per ogni grado di una scala, si va ad armonizzarne la struttura dei gradi diatonici, ottenendo quindi per ogni grado una tipologia di accordo diverso, al di là di cosa gli metti al canto...spero di aver risposto alla tua domanda.
Immagina di avere uno stesso accordo che dura tot tempo, con una melodia che gli canta sopra. Ora, quella melodia dovrai armonizzarla mantenendo come base quell’accordo stesso, giusto? Ecco che con l’approccio spiegato in questa lezione puoi sviluppare, per ogni tipologia accordale, tutte (o quantomeno molte) possibilità per far cantare note diverse avendo sempre la consapevolezza di che intervallo quelle note rappresentano per quell’accordo! E’da interpretarsi come esercizio di studio e sviluppo dell “chord melody”, ma e’ chiaro che all’interno di un arrangiamento reale seguirai poi la progressione degli accordi o quello che c’è sotto, non c’è una regola! Spero di avere chiarito meglio
Ciao...bella lezione..complimenti..una domanda..lo stesso discorso si può fare con le triadi?..
Ciao, grazie! Certamente! Prova anche con gli intervalli, è un modo interessante per creare frasettine/fill da inserire negli accompagnamenti.
Bellissima lezione!❤ Una cosa mi chiedevo, ma la scala minore naturale di C non dovrebbe avere Ab piuttosto che A? Se non sbaglio la scala minore naturale di C dovrebbe essere la relativa di quella maggiore di Eb ed essa ha in chiave tre alterazioni: Eb, Ab e Bb se non erro...
15:30
Grazie, sono contento che sia stata una lezione utile. In effetti era stata una svista infatti a 15:18 avevo inserito una nota. L'esempio di armonizzazione è sulla scala dorica e non min naturale
@@TracklistMusic grazie per aver chiarito il dubbio!👍😉👌
P. S. Quindi C dorico siamo nella scala maggiore di Bb con solo Bb e Eb come alterazioni, giusto? Tnx! 😉👍😄
@@Giunga2174 esatto!
Domanda: perché si armonizza sempre con lo stesso accordo rivoltato o esteso anche su note diverse? se la seconda nota del brano è re, non dovrei armonizzare con il re minore?
Ottima domanda, provo a rispondere: l'obiettivo di questo approccio è l'armonizzazione melodica, cioè, data una melodia, sia esso un tema di un brano o altro, armonizzarlo rispettando gli accordi sottostanti del giro armonico, ai quali bisognerà mantenere come note che cantano proprio le note della melodia. In questo modo, tu potresti avere che ne so un DoMaj7 che dura tot, cercando di trovare quindi tutti i rivolti di quell'accordo che abbiano come note al canto le note della melodia. Nel caso della tua domanda invece, si parla di armonizzazione della tonalità, cioè per ogni grado di una scala, si va ad armonizzarne la struttura dei gradi diatonici, ottenendo quindi per ogni grado una tipologia di accordo diverso, al di là di cosa gli metti al canto...spero di aver risposto alla tua domanda.
Immagina di avere uno stesso accordo che dura tot tempo, con una melodia che gli canta sopra. Ora, quella melodia dovrai armonizzarla mantenendo come base quell’accordo stesso, giusto? Ecco che con l’approccio spiegato in questa lezione puoi sviluppare, per ogni tipologia accordale, tutte (o quantomeno molte) possibilità per far cantare note diverse avendo sempre la consapevolezza di che intervallo quelle note rappresentano per quell’accordo! E’da interpretarsi come esercizio di studio e sviluppo dell “chord melody”, ma e’ chiaro che all’interno di un arrangiamento reale seguirai poi la progressione degli accordi o quello che c’è sotto, non c’è una regola! Spero di avere chiarito meglio