Quando a Milano c'era un vicerè: Palazzo Reale e la città napoleonica

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  • เผยแพร่เมื่อ 3 ส.ค. 2024
  • Forse non tutti sanno che Milano, nel corso della storia, è stata capitale di regni e imperi. Dopo aver guidato per brevi parentesi l’Impero Romano d’Occidente il regno dei Longobardi, accadde nuovamente all’inizio dell’Ottocento.
    Il 26 maggio del 1805, sotto le volte del Duomo di Milano, Napoleone si poneva sul capo la Corona Ferrea, dando così vita a quel Regno d’Italia che sarebbe durato fino alla sua caduta, nel 1814.
    A pochi passi dall’altare maggiore della cattedrale, sorge quello che oggi è il principale polo espositivo di Milano - Palazzo Reale - che però, fino a quel momento, di Reale aveva ben poco. È qui, infatti, che si insediò il viceré Eugenio di Beauharnais, figliastro dello stesso imperatore francese. Solo da allora Palazzo Reale porta il nome con cui ancora oggi lo chiamiamo.
    E proprio a Eugenio di Beauharnais, oggi Palazzo Reale dedica una mostra per capire la vita e la società della Milano napoleonica e neoclassica. Un’esposizione che - non a caso - si intitola “A casa del Viceré”.
    Arredi, libri, quadri e vestiti originali che riportano a un’epoca lontana in cui il Palazzo ha vissuto-- i suoi anni di massimo splendore. E che oggi è possibile ammirare nuovamente nelle Sale dell’Appartamento di Parata, che ripercorrono i temi centrali dell’epoca napoleonica, il gusto per l’antico e l’impulso dato alle scienze e all’arte.
    PIRAINA
    E per festeggiare l’incoronazione di Napoleone e la nascita del Regno, Palazzo Reale ospitò nella Sala delle Cariatidi un banchetto degno delle migliori cronache del tempo per il suo sfarzo. Per capirne le dimensioni, basta ammirare i 13 metri di centrotavola in marmo e metallo che eccezionalmente torna visibile nella sua collocazione originale dopo un anno di restauro.
    Ilaria Bianca Perticucci - Responsabile dei Laboratori di Restauro della Fondazione Scuola Beato Angelico,
    Un’occasione anche per fare formazione, perché numerosi sono stati gli studenti della Scuola di Restauro dell’Accademia di Brera che hanno preso parte a un restauro che ha richiesto anche l’intervento della moderna tecnologia, con rilievi 3D e mappatura digitale di tutti e i 242 artefatti che vi trovano posto.
    TIZIO MAPPATURA
    E poi c’è l’ambiente in cui questa meraviglia dell’arte è tornato a splendere. La Sala delle Cariatidi, un luogo dove si respirano secoli di storia e che apre eccezionalmente le sue porte per questa occasione.
    PIRAINA

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