Un consiglio: non leggete e non ascoltate nulla prima di vedere Partenope. Sorrentino ci regala la possibilità di fare un viaggio nella nostra vita, per chi l'ha vissuta in contemporaneità con Partenope. Si viaggia nelle proprie passioni, paure ed aspirazioni. Ciò che viviamo ed osserviamo non è detto che riusciamo a "vedere" fin tanto che siamo dentro la scena. Ci occorre la visione prospettica della vecchiaia. Partenope è un inno alla vita, alle passioni, alla curiosità, al sapere, alla sostanza e non all'apparenza. Partenope, se hai il coraggio di guardarti dentro, è il film della tua vita. Grazie Paolo, l'Oscar questa volta te lo diamo noi.❤
Bellissimo, intenso e poeticamente "spudorato". Sorrentino si è superato. La bellezza di Parthenope si specchia nella intelligenza del prof. Marotta il quale va oltre la bellezza seduttiva della giovane ragazza e, unico, vede la sua bellezza interiore. Non è la bellezza a salvare ma l'intelligenza, l'ironia, la cultura. Marotta va oltre le apparenze, la superficie, coglie l' essenziale al cui cospetto egli vive ovvero il figlio budda che ride, il figlio che a dispetto della sua apparente enormità fisica in realtà non è fatto di carne e che rappresenta una mostruosità bellissima
Parthenope è Napoli, un punto di vista su Napoli, un alter ego di Sorrentino, una visione del mondo. Il fratello di Parthenope è il suo alter ego fragile. Parthenope è una bellissima sirena, arrogante e fragile, intelligente ma meno di quanto lei stessa non creda, priva di giudizi morali e di moralità, oggetto del desiderio ma priva di desideri e di un vero talento, incapace di generare, destinata a rimanere da sola, destinata a partire e a ritornare. Era già tutto previsto: la fine del fratello e la sua carriera universitaria. Napoli è una città viva di persone morte. Il sangue di San Gennaro è sangue vivo di un uomo morto. Il Vesuvio è un vulcano vivo e dormiente.Napoli è una trappola da cui fuggire. Il figlio del professor Marotta è ancora una volta Napoli: gigantesco e infantile, malato e allegro, fatto di acqua e sale. Il tempo passa, ma tutto intorno a Parthenope rimane sempre uguale. Lei cambia, si spegne e, spegnendosi, vede meglio tutto. E si torna sempre al punto di partenza.
Altra citazione omaggio alla storia della città è il nome dei protagonisti Raimondo e Parthenope Di Sangro. Pochi conoscono il Principe di Sansevero e lui lo infila nel gilm. Grande!
Sono campana, e conosco la cappella del Cristo velato, voluta proprio dal principe Raimondo di Sangro. I riferimenti , alla storia di Napoli sono tantissimi, come sono tanti i personaggi riconoscibili e sfuggenti, che rivivono in questo autentico capolavoro. Credo che il film sia una metafora carica di visioni semantiche , che dicono di tutti noi e del nostro viaggio nel tempo umano, per fortuna o dannazione, a termine!
Io credo che Sorrentino abbia un rapporto di amore amore per la città. La rappreentazione è magnifica e commovente anche nelle scene che vogliono essere crude o di denuncia. La scena dei 'panari' che scendono nello slargo dei quartieri è ipnitica. Il giro nei quartueri che puo sembrare una passeggiata nei gironi infernali è un bagno di unanità nei bambini che saltano sul letto.
Il cinema non e' solo fotografia, questo film sopratutto ha la pretesa di rappresentare una storia in una citta' come Napoli che non puoi raccontare con delle cartoline felliniane.
Visto ieri, mi chiedevo come mai tutti quei primi piani lunghi con sigaretta: tutti ovunque fumano! Boh quasi a rispondere alla domanda " a cosa stai pensando?" Bohh ma intanto fumo!!!
Film che non mi ha detto assolutamente nulla. I suoi primi 4 film mi hanno emozionato moltissimo. Tutti i film che ha fatto poi dopo sinceramente non mi hanno convinto molto. Secondo me dopo IL DIVO si è un po' seduto....
Mai come questa volta ho bisogno di una seconda visione. In genere, le mie seconde visioni di Sorrentino sono sempre migliori delle prime, ma questa volta la episodicità del film - il suo essere disunito, come dice Menarini - mi ha lasciato un vuoto (i vuoti possono essere pure positivi, ma in questo caso non lo è); le varie sequenze non si sono fatte mai racconto, così ho come l'impressione di non averlo proprio visto, il film. Per usare un'espressione che odio: non mi ha lasciato niente. In poche parole, non mi sono commosso, cosa che sarebbe poi l'obiettivo finale dichiarato, stando allo stesso Sorrentino, quantomeno nei confronti di noi semplici spettatori. Detto questo, sembra una contraddizione, ma la parte sulla camorra forse è la vetta più alta raggiunta nella sua filmografia.
Per me il problema non è quello. Le varie scenette sono, chi più e chi meno, belle, ma non diventano mai qualcosa di più e non riescono mai a creare un'epica. Forse pure a causa di una protagonista un po' loffia, non so. Parthenope, il personaggio, mi sembra che nei fatti non sia un vero personaggio, ma sia piuttosto un device narrativo per farci conoscere tutti gli altri. Però anche Fabietto Schisa in fondo era uno strumento per mostrarci tutti gli altri, eppure È stata la mano di dio mi è piaciuto di più. Perciò, forse per me il problema non è solo quello. Sono comunque curioso di rivederlo, anche se a questo punto credo che aspetterò Netflix
Commovente e travolgente!Da vedere di nuovo per apprezzarne tutti i particolari. Edi Righi
Io ho pianto. Davvero mi ha commossa
Visto oggi. Bellissimo.
Un consiglio: non leggete e non ascoltate nulla prima di vedere Partenope. Sorrentino ci regala la possibilità di fare un viaggio nella nostra vita, per chi l'ha vissuta in contemporaneità con Partenope. Si viaggia nelle proprie passioni, paure ed aspirazioni. Ciò che viviamo ed osserviamo non è detto che riusciamo a "vedere" fin tanto che siamo dentro la scena. Ci occorre la visione prospettica della vecchiaia. Partenope è un inno alla vita, alle passioni, alla curiosità, al sapere, alla sostanza e non all'apparenza. Partenope, se hai il coraggio di guardarti dentro, è il film della tua vita. Grazie Paolo, l'Oscar questa volta te lo diamo noi.❤
Film semplicemente stupendo.
Fantastico come sempre Roy! Grazie perché mi hai liberato di alcuni sensi di colpa ed arricchito la mia visione, come sempre
Bellissimo, intenso e poeticamente "spudorato". Sorrentino si è superato. La bellezza di Parthenope si specchia nella intelligenza del prof. Marotta il quale va oltre la bellezza seduttiva della giovane ragazza e, unico, vede la sua bellezza interiore. Non è la bellezza a salvare ma l'intelligenza, l'ironia, la cultura. Marotta va oltre le apparenze, la superficie, coglie l' essenziale al cui cospetto egli vive ovvero il figlio budda che ride, il figlio che a dispetto della sua apparente enormità fisica in realtà non è fatto di carne e che rappresenta una mostruosità bellissima
Da dove lo guardi e guardi ...un monumento, un viaggio, un opera mitologica, il ritratto di Ulisse donna, che incanta come una sirena
Parthenope è Napoli, un punto di vista su Napoli, un alter ego di Sorrentino, una visione del mondo. Il fratello di Parthenope è il suo alter ego fragile. Parthenope è una bellissima sirena, arrogante e fragile, intelligente ma meno di quanto lei stessa non creda, priva di giudizi morali e di moralità, oggetto del desiderio ma priva di desideri e di un vero talento, incapace di generare, destinata a rimanere da sola, destinata a partire e a ritornare. Era già tutto previsto: la fine del fratello e la sua carriera universitaria. Napoli è una città viva di persone morte. Il sangue di San Gennaro è sangue vivo di un uomo morto. Il Vesuvio è un vulcano vivo e dormiente.Napoli è una trappola da cui fuggire. Il figlio del professor Marotta è ancora una volta Napoli: gigantesco e infantile, malato e allegro, fatto di acqua e sale. Il tempo passa, ma tutto intorno a Parthenope rimane sempre uguale. Lei cambia, si spegne e, spegnendosi, vede meglio tutto. E si torna sempre al punto di partenza.
Altra citazione omaggio alla storia della città è il nome dei protagonisti Raimondo e Parthenope Di Sangro. Pochi conoscono il Principe di Sansevero e lui lo infila nel gilm. Grande!
Sono campana, e conosco la cappella del Cristo velato, voluta proprio dal principe Raimondo di Sangro. I riferimenti , alla storia di Napoli sono tantissimi, come sono tanti i personaggi riconoscibili e sfuggenti, che rivivono in questo autentico capolavoro.
Credo che il film sia una metafora carica di visioni semantiche , che dicono di tutti noi e del nostro viaggio nel tempo umano, per fortuna o dannazione, a termine!
Io credo che Sorrentino abbia un rapporto di amore amore per la città. La rappreentazione è magnifica e commovente anche nelle scene che vogliono essere crude o di denuncia. La scena dei 'panari' che scendono nello slargo dei quartieri è ipnitica. Il giro nei quartueri che puo sembrare una passeggiata nei gironi infernali è un bagno di unanità nei bambini che saltano sul letto.
Lo vorrei rivedere !!!
Prof ma un video su Anora? Ho visto un 8 su FilmTv, sono molto curioso
Totalmente d'accordo
Il cinema non e' solo fotografia, questo film sopratutto ha la pretesa di rappresentare una storia in una citta' come Napoli che non puoi raccontare con delle cartoline felliniane.
Un'ottima puntata su Megalopolis?
alla fine ho soprasseduto, abbiamo fatto uno speciale molto ricco su Film TV, in edicola in queste ore
Visto ieri, mi chiedevo come mai tutti quei primi piani lunghi con sigaretta: tutti ovunque fumano! Boh quasi a rispondere alla domanda " a cosa stai pensando?" Bohh ma intanto fumo!!!
Film che non mi ha detto assolutamente nulla. I suoi primi 4 film mi hanno emozionato moltissimo. Tutti i film che ha fatto poi dopo sinceramente non mi hanno convinto molto. Secondo me dopo IL DIVO si è un po' seduto....
Soltanto..non è un film su Napoli.. perlomeno..non soltanto.
Mai come questa volta ho bisogno di una seconda visione.
In genere, le mie seconde visioni di Sorrentino sono sempre migliori delle prime, ma questa volta la episodicità del film - il suo essere disunito, come dice Menarini - mi ha lasciato un vuoto (i vuoti possono essere pure positivi, ma in questo caso non lo è); le varie sequenze non si sono fatte mai racconto, così ho come l'impressione di non averlo proprio visto, il film. Per usare un'espressione che odio: non mi ha lasciato niente.
In poche parole, non mi sono commosso, cosa che sarebbe poi l'obiettivo finale dichiarato, stando allo stesso Sorrentino, quantomeno nei confronti di noi semplici spettatori.
Detto questo, sembra una contraddizione, ma la parte sulla camorra forse è la vetta più alta raggiunta nella sua filmografia.
il cinema non e' solo fotografia, ma soprattutto non puoi mai raccontare Napoli con delle foto..
Per me il problema non è quello. Le varie scenette sono, chi più e chi meno, belle, ma non diventano mai qualcosa di più e non riescono mai a creare un'epica.
Forse pure a causa di una protagonista un po' loffia, non so. Parthenope, il personaggio, mi sembra che nei fatti non sia un vero personaggio, ma sia piuttosto un device narrativo per farci conoscere tutti gli altri.
Però anche Fabietto Schisa in fondo era uno strumento per mostrarci tutti gli altri, eppure È stata la mano di dio mi è piaciuto di più. Perciò, forse per me il problema non è solo quello.
Sono comunque curioso di rivederlo, anche se a questo punto credo che aspetterò Netflix
bah... supportato da una pubblicità "indiretta" massiccia. Dimenticabile.
Film atroce, mai visto nulla di più brutto e insignificante.
Una delusione, un film inconcludente.